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Coricandosi di buonora [Romanzo]

Testo iniziato da Redazione LaRecherche.it il 08/07/2012 20:55:00

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Sono intervenuti a continuare il testo, nell'ordine, a partire dall'ultimo intervento: Laura Traverso :: Anonimo ::

 Questa parte di testo è stata pubblicata il 08/07/2012 20:55:00 da Redazione LaRecherche.it Δ
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Per diverso tempo mi sono coricato di buonora, la candela era accesa, ma appena si spegneva mi addormentavo così in fretta da non avere neppure il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento".


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 10/07/2012 11:06:00 da Anonimo Δ
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Per diverso tempo mi sono coricato di buonora, la candela era accesa, ma appena si spegneva mi addormentavo così in fretta da non avere neppure il tempo di dire a me stesso: "Mi addormento"
Forse perchè desidero questo più di ogni altra cosa, forse perchè preferisco il buio e il nulla alla realtà in cui sono costretto a vivere: una misera ciotola d'alluminio piena di acqua sporca e maleodorante, una "stanza" arredata dalla muffa e inebriata dal suo potente odore, un sottile materasso giallastro riposto in un angolo e una piccola finestra sbarrata completa la scena triste della mia vita.
Sono stato padre, marito e generale e, in qualità di quest'ultimo, morirò a testa alta con l'orgoglio nel cuore e i miei ideali nella testa. Ci preserò con l'inganno. Ci obbligarono a deporre le armi in cambio non avrebbero scatenato una strage nel quartiere parioli. Non ebbi ne esitazioni ne ripensamenti, ordinai la resa. Ci caricarono su una decina di furgoni verdi e ci portarono via. Viaggiammo tutta la notte in condizioni umane pessime e, una volta venuta l'alba, finalmente lo vedemmo...il campo. Sapevamo che quella sarebbe stata la nostra destinazione, d'altronde ce l'aspettavamo. Noi carabinieri non abbassammo mai la testa e ancora adesso il mio collo e ritto e i miei occhi fissano il plotone d'esecuzione. "Addio Maria, addio Alessandro, papà ti vuole bene. Viva l'italia viva l'arma dei carabinieri!"


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 01/03/2015 22:18:00 da Laura Traverso Δ
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Mi sveglio madido di sudore e mi guardo attorno, vedo la finestra ampia e luminosa della mia stanza. Il cuore mi batte forte. Capisco di essermi appena svegliato da un sogno orribile, da un incubo. Non ci sono sbarre alle finestre, non c'è odore di muffa nella mia stanza e nessuna ciotola di alluminio vicino al comodino. Non sono un carabiniere. Sono solo un uomo un po' avanti con gli anni che non si corica più, come un tempo ormai lontano, presto la sera. Ricordo però bene quei tempi, quando, di buonora, mi abbandonavo tra le braccia di Morfeo. Ero così sopraffatto da una profonda stanchezza che non facevo neppure in tempo a dire "Mi addormento" Quel sonno profondo e rigeneratore, però, era necessario per affrontare, il giorno seguente, il consueto e duro lavoro. Allora ero giovane. Adesso tutto è cambiato, la sera fatico ad addormentarmi e sovente le mie notti sono foriere di sogni angoscianti.

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