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Sapessi com’è strano [Racconto]

Testo iniziato da Loredana Savelli il 08/09/2012 09:36:00

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Commenti (1)
Sono intervenuti a continuare il testo, nell'ordine, a partire dall'ultimo intervento: Ilenia balducci :: Lorena Turri :: Maria Musik :: Giuseppe Mantovani :: Lorena Turri ::

 Questa parte di testo è stata pubblicata il 08/09/2012 09:36:00 da Loredana Savelli Δ
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- E' che vorrei partire
ho detto io.
- Tu scegli la meta
ha detto lui.
- Fissiamola allora
ho detto io.
- Blu oltremare
ha detto lui.

(giunti a metà)

- Férmati
ha detto lui.
- Non è successo mai
ho detto io.
- Mi mostri la tua ombra?
ha detto lui.
- Non è leale
ho detto io.

(spuntano stelle)

- Sapessi com’è strano
ho detto io.
- Sei stata qui?
ha detto lui.
- Non ricordo
ho detto io.
- C’ero o non c’ero?
ha detto lui.



 Questa parte di testo è stata pubblicata il 15/09/2012 11:16:00 da Lorena Turri Δ
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"Basta!" gridò Giorgia mostrando evidenti segni di stanchezza e scagliando sulle tavole del palco il copione "non ce la faccio più!!! Sono tre ore che proviamo la stessa scena! Sono stanca. Scusatemi, vado a casa! Ho anche una gran fame..."
E uscì senza lasciare agli altri il tempo di replicare.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 16/09/2012 23:08:00 da Giuseppe Mantovani Δ
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Pensiero inutile, manco a dirlo. Abbandonare il palco così, come una zitella inacidita dagli anni. Una mossa ardita. Inevitabili i brusii, le risatine di scherno, gli applausi ironici perchè si sa, il pressapochismo non viene tollerato, figuriamoci nella categoria degli attori. Quelli stronzi o scarsi fanno così, sputtanano alle spalle. Arrangiatevi voi e le vostre cavolate ve le regalo con amore.
Eppure mi sentivo ben disposta fin dalle prime ore del mattino. Colazione leggera, doccia rinvigorente prima di uscire. Figuratevi la faccia di Cecilia: oddio ti vedo uscire per la prima volta questo mese con un evidente segno di sorriso sulla faccia. E un accenno di trucco. "Stai bene?" mi chiede come una che non crede all'evenienza che anche le mie abitudini e convinzioni possano prendere una piega diversa dall'idea che si è fatta di me. "Certo, ho appena cambiato il pannolino al gatto." Perciò con una risposta di siffatta stupidità pretendo attenzione e coraggio nella replica. O mi lasci nel mio brodo, oppure ti ingegni un argomento degno di attenzione. Esco di casa che sto una meraviglia: sole tiepidino, aria pungente, bacerei il mondo intero.
Sicchè adesso me ne sto qui rannicchiata in un angolo a rigirare tra le mani una pinta di Guinness: capire chi diavolo mi ha obbligato a presentarmi a questo maledetto provino della malora non è impresa semplice.


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 23/09/2012 11:43:00 da Maria Musik Δ
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"Sapessi com'è strano
sentirsi innamorati a Milano
a Milano."
Dio: questa frase è una persecuzione. Fra tutti i pub che ci sono, dovevo proprio sceglierne uno tappezzato con le foto di Gaber, Paoli, Tenco ed un birraio sadico/nostalgico che si improvvisa "DJ dell'oltretomba".
Rifacendo il verso alla Vanoni, comincio a canticchiare con voce nasale e masticando le parole, la mia versione, riveduta e corretta.
"Sapessi com'è strano
campare senza un soldo a Milano"
Dall'altra parte del bancone, una donna con i capelli fulvi ed incredibilmente ricci, occhi verdi da gatta egiziana e labbra esangui, ridendo di gusto, mi mette davanti un altro boccale di birra.
"Questo lo offre la casa... anche se il padrone non lo sa".
"Va bene. Vorrà dire che, se arriva, mi indignerò per la mosca che si era suicidata nell'altro per sottrarsi alla musica... almeno questo saprò farlo. Sono o non sono un'attrice!"


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 23/09/2012 15:22:00 da Lorena Turri Δ
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Sono o non sono un'attrice?... bah...sapessero com'è strano essere un'attrice convinta di esserlo e forse non esserlo. Perchè essere attori non è mica facile come a dirlo, non basta aggrapparsi alle tende e re-citare o de-clamare, con l'indice tremante puntato verso qualche cosa, magari verso un boccale di birra alla spina con una finta mosca morta affogata dentro..."Avesse dà cunto a quaccheduno? Chi? Vuie? E quanno maie avite dato cunto a quaccheduno? Be', meno male c' 'o ssapite..."*



*DA: "Assunta Spina" di Salvatore di Giacomo


 Questa parte di testo è stata pubblicata il 05/10/2013 23:52:00 da Ilenia balducci Δ
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Fissavo la birra inebedita e intanto leggevo e rileggevo il copione. So che era solo un modo per tenere a bada l'ansia e che non mi sarebbe servito a nulla,ma tenerlo lì accanto a me con la mia parte sottolineata era come avere il mio amuleto.Ad ogni piè di pagina mi ero appuntata le mosse che avrei dovuto fare, le smorfie, i sospiri, le espressioni.Il copione era il mio amuleto stopicciato odiato e amato. La data del provino. Oggi. Fra un ora. E io sono qui che trangugio una birra a stomaco vuoto che mi ottunde la mente. - Hai talento- diceva nonna - hai talento-.Le ho creduto;ho riempito la valigia di cianfrusaglie e sono partita.
Milano. Via Sora n°12, palazzo C, scala A, piano 5°.Io che venivo dalla frazione di Pievesestina, dieci vie, mille anime.

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