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null [Racconto]

Testo iniziato da Giuseppe Terracciano il 07/07/2014 17:01:00

Sono intervenuti a continuare il testo, nell'ordine, a partire dall'ultimo intervento: Giuseppe Terracciano :: Laura Traverso :: Giuseppe Terracciano :: Laura Traverso :: Alessandro Porri :: Giuliana Campisi :: Loredana Savelli :: Giuseppe Terracciano :: Loredana Savelli ::

Tu prova a confidarti con un cretino addobbato a festa; prova a parlare delle tue istanze se non perplessità spirituali, con una bigotta cattolica a tempo indeterminato. Che ottieni?
Quel giorno mentre preparava il caffé...

uno sgocciolio strano, come un pensiero martellante, lo indusse a fermarsi. Tese l'orecchio e squillò il telefono: una voce femminile. Ebbe l'impressione di riconoscerla ma nessun nome gli venne in mente.

Eppure quella voce aveva qualcosa di familiare. Possibile che era lei?
No, si disse. Non poteva essere. L'ultima volta che l'aveva sentita, una decina d'anni prima, stava andando a vivere in Australia. Per quale motivo, se era lei, lo stava cercando adesso?

Tornò indietro col pensiero all’Australia: una terra che aveva sempre idealizzato. Quando lei partì ebbe la sensazione che dalla propria realtà fossero spariti i colori.
Intanto la voce al telefono continuava, ma l’affiorare confuso di sensazioni e ricordi lo stordiva al punto da non comprendere ciò che sentiva, finché emerse un nome: Giovanna?

Ma si, si chiamava Giovanna. Ora ricordava bene, occhi scuri dalle ciglia lunghissime, sguardo limpido e dolce da gazzella. I capelli ricci e abbondanti le davano un'aria un po africana, un po selvaggia. Ma quello che ricordava con maggior piacere era il suo sorriso, grande, luminoso per i denti bianchissimi. Quando sorrideva le si formava una piccolissima fossetta sulla guancia destra e la faceva sembrare una bimba birichina.
La ricordava con piacere, con nostalgia ed un pizzico di rancore. Si, non riusciva a dimenticare del tutto l'abbandono improvviso.
Ecco perchè si domandava cosa mai avrebbe voluto da lui dopo ben 10 lunghi anni.

:-Antonio ma hai capito chi sono? Sono Giovanna, spero tu ti ricorda di me perché sto per passarti una persona al telefono che forse è giunto il momento che tu conosca:-
:- Sì Giovanna come potrei non ricordarmi, ma chi dovresti passarmi?...:-
:- Ciao, papà sono Sofia!:-

Certamente quella era la giornata delle sorprese. Giovanna... e adesso Sofia. La sua mente cominciò a lavorare vertiginosamente. Papa'? Lui sarebbe stato padre quindi? Ma cosa gli stava succedendo? Era reale tutto ciò gli stava capitando? Dall'altra parte del filo del telefono la voce continuò a parlare. Non c'erano dubbi, non stava sognando, Giovanna, la donna mai dimenticata e che se ne era andata via da lui lasciandolo con un vuoto enorme nel cuore si era "materializzata" dopo 10 anni e adesso era in contatto con lui, udiva la sua voce. Cercò di riordinarte le idee. "Giovanna, che stai dicendo? che mi passi al telefono mia figlia?" "Compari così dopo tanto con una notizia così scoccante?". L'uomo non sapeva se essere triste o felice. L'idea di essere padre lo riempiva di gioia ma al tempo stesso

Lui nel frattempo si era rifatto una vita. Aveva una relazione da 4 anni con una donna bellissima. Di una bellezza senza fiato. Una donna straniera; ma che in fondo in fondo non gliela aveva fatta mai dimenticare.
Com'era possibile?
-Dopodomani arriveremo a Fiumicino. Andremo a stare da mia cugina per due settimane. Volevo farti conoscere tua figlia che mi chiede continuamente di te. Avrei tanto piacere di rivederti.

Era troppo per lui! Sarebbe, anzi sarebbero arrivate a Roma, in aereo pure. No, disse a se stesso, non è possibile! Suona come uno scherzo di cattivo gusto. Padre, era padre? Ma questa Giovanna, che pur aveva molto amato, come poteva permettersi di ripiombare così nella sua vita e stravolgerla totalmente? Ormai lui aveva un'altro amore, una vita appagata e felice. Felice? chiese a se stesso, non ne era certissimo. Lo stato confusionale in cui si trovava non gli permetteva un'analisi obiettiva in merito alla sua felicità. In quel momento, l'unico sentimento certo che provava, era una gran rabbia

Arrivò all'aeroporto 20 minuti prima sull'orario previsto per l'atterraggio. Il cuore gli batteva forte. Avrebbe conosciuto sua figlia. Bionda, mora? Avrebbe rivisto Lei...
Al diavolo tutte le emozioni che stava provando!
Si accese una sigaretta; in certi momenti le sigarette sono una mano santa!