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eBook n. 83 :: Eros corale, di Saverio Bafaro
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Data di pubblicazione:
01/09/2011 12:00:00

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# 22 commenti a questo e-book [ scrivi il tuo commento ]

 Antonio Fiori - 30/10/2016 22:57:00 [ leggi altri commenti di Antonio Fiori » ]

Eros come latore di conoscenza inconsapevole, affidata alle spinte corporali. Solo la ’paura dell’estasi’ tenta frenate o dubbie discipline. Ma il destino è quello di ’varcare la soglia/conoscendo ogni voglia…’

Le prime poesie cercano di restituire l’eros primordiale, a cavallo tra il mito e la preistoria, cercano quell’animalità da cui discendiamo - come in Verbo, e in Eros corale - e che fino ad oggi si protende (per esempio nell’impossibilità di distinguere ’l’urlo dal gemito’).

Uno dei pochi lasciti razionali di queste visitazioni poetiche di Eros è la percezione del legame tra Amore e Morte: l’ ’avere in premio e in pasto/ un pezzo anticipato di morte’. L’Amore è tutto, come Dio indescrivibile (o quasi: geometria, premio nascosto, motore mobile, fine insegnamento, sono attributi tentati).

Con ’la pienezza delle pratiche – il dolore scompare’ e la poesia cerca con pazienza similitudini e metafore, prima religiose (s’indossa la Grazia, si ’procede dal molteplice all’uno’, si riesce nell’estasi a espellere ’il pomo d’Adamo’) poi pagane (Dioniso, il Sultano, i sogni di vergini).

In chiusura la silloge sembra defluire in un tempo vicino, in una quotidianità epigrammatica. Troviamo la forza di Coito, l’intensità delle poesie più brevi ed esplicite, ma sempre, alla fine, con un residuo di mistero: ’lotte mistiche/invisibili e inspiegate alleanze’ e anche ’Sarà dono o sacrificio? Mio amore tentato/ dove mi conduci cieco?’.

Ecco, lo ’svelato mistero’ e limpidezza della primavera che dichiarano le ultime due poesie sono solo sensazione e auspicio perché, quando riprenderanno gli ’irresistibili giochi’ , si ricomincerà la danza di Amore e Morte ed il mistero ri-velerà Eros.

 Pierino Gallo - 16/05/2012 16:22:00 [ leggi altri commenti di Pierino Gallo » ]

C’è una sensazione costante a leggere “Eros corale” di Bafaro. I versi scorrono sul rigo come su un pentagramma e le immagini, scatti incisivi, si impongono agli occhi. Si potrebbe parlare di poetica dei corpi, o di mistica carnale. La terra infatti ha le connotazioni della madre, della femmina, della generatrice. Copiosi sono i simboli fallici, accanto a quelli vaginali. L’afflato lirico di alcuni passi consacrano Bafaro al ruolo di poeta indiscusso del panorama letterario più attuale: “Svelato il mistero / il tuo corpo / trova pace / nel respiro delle bestie”. Pierino Gallo

 Leonardo Renzi - 04/05/2012 12:19:00 [ leggi altri commenti di Leonardo Renzi » ]

Una sessualità esplorata con finezza e ironia, rifuggendo al volgare così come al morboso, alla ricerca di un equilibrio classico fra dolcezza e violenza, vitalismo e desiderio di morte. Sembra di trovarsi di fronte ad un Jacques-Louis David erotizzato: i corpi sono di carne e marmo, sospesi fra il movimento dei muscoli e la posa immortale delle statue.

 Luigi Zacco Giovanelli - 02/02/2012 22:09:00 [ leggi altri commenti di Luigi Zacco Giovanelli » ]

Un neaniskos dei nostri tempi. Giovane, e così antico. Un’irruzione di luce pagana, rito distante e vicinissimo, piacere della scoperta, curiosità dell’essere. Erastes, ma lui direbbe erastés, sempre eromenos, da sempre. Con assoluta in-coscienza squarcia il velo e mostra la nudità primigenia. E vola in una musica libera da vincoli, tanto ligia al piacere. Benvenuto, giovane satiro, il mondo é tuo !!!

 Giorgio Mancinelli - 22/12/2011 09:48:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Mancinelli » ]

Una poesia “scultorea” che rende la superficie dura del marmo un’epidermide esultante di sensazioni, quasi che ogni congiunzione, ogni sottile anfratto interstiziale, sia attraversato da una linfa d’audacia e d’ardore epico, talvolta tendente a un fine autoreferenziale non specificamente lirico-poetico. La forza interiore che spesso da essa si sprigiona pur da luogo a una sorta di “sospensione” del verso creativo, che acquista così forte carica emotiva sebbene psicologicamente artata, tendente a nascondere un dualismo piuttosto che a liberarlo. Donde l’apollineo e il dionisiaco (il mascolino e il femminino)s’incontrano, si fondono, si alternano, come in un gioco di specchi in cui s’infrange una luce opaca di peltro. Ciò nonostante la simbologia è scaltra, il verso è rapido, tale da far pensare a un classicismo rivisitato e reso attuale, nella cui lettura è pressoché possibile perdersi o, viceversa, ritrovarsi intimamente.
Bene a fatto la Recherche ad accogliere in un singolo e-book l’opera di questo giovane autore che si affaccia dirompente sulla scena della poesia con la sua coraggiosa irruenza. Auguri.

 Salvatore Duro - 30/09/2011 19:04:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Duro » ]

"Ma il corpo che si dimena
nell’odore e nell’attrito
è il valore dell’ora che rimane"...
... lapidario...
"Questo abbraccio mortale
così odoroso di carni
che fra il declino e l’ascesa
è sospeso
è atroce attesa
è umano fuoco di pira"...
... è energia...
"Nel suo odore
gli allegri segreti della carne
i tormenti estremi
i sacrifici di luce
l’atroce e insvelata morale
delle fiabe"...
... è carne e sogno insieme.
Che dire? Saverio Bafaro, vera scoperta, non lo conoscevo ma un certo Principe me ne ha parlato. Il mio entusiasmo rispecchia quello che si legge fra le righe bafariane, la sua carica poeticamente energetica. C’è molto di platoniano, un amore fisico ben ribadito (Convito: Chiunque voglia arrivare in fondo alla sua vera strada, cominci da giovane a ricercare i veri corpi...), la realtà dell’umana follia espressa in poche parole, fucilate verbali ben centrate su cuore, mente e, permettetemi, genitali.
Bravo

 Giuseppe Grifeo - 20/09/2011 18:47:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Grifeo » ]

Sono rimasto folgorato dal commento di Pasquale Giannino, un "ritratto" arguto, preciso, in cui non è possibile non rispecchiarsi parlando di Saverio. Veramente ottimo. Mi sono anche divertito a leggerlo.
Aggiungo infine, basta una volta per tutte con poesia alta, bassa, media, giovani che si devono fare, adulti già fatti, over 60 già andati... sempre poeticamente parlando. Non sono questi i crismi giusti per riconoscere la poesia e il poeta.
C’è solo la poesia in tutte le forme, altezze (o bassezze) ed età che una mente può e potrà mai darle, in tutti i linguaggi cerebralmente e spiritualmente utilizzabili.

 Pasquale Giannino - 20/09/2011 12:18:00 [ leggi altri commenti di Pasquale Giannino » ]

Saverio Bafaro non è un poeta giovane: Saverio Bafaro è un poeta. Il poeta non ha età, il poeta è un vecchio col cuore di un bambino, un ragazzo che non invecchia mai... Saverio è della terra che fu di Alvaro, Lorenzo Calogero e Leonida Répaci. Una terra martoriata e dimenticata, una terra dai tratti aspri e generosi come il cuore della sua gente. Ho letto questa raccolta in una ventina di minuti. Poi l’ho riletta e l’ho riletta ancora. Alla terza lettura ho capito che Saverio mi voleva prendere per il culo. In questa raccolta Saverio non canta l’eros ma è poeta del corpo. L’idea dell’eros che riesce a evocare la sua voce non è un concetto astratto ma prende forma e sostanza nella materia del corpo. Oserei dire un Walt Whitman del nostro tempo. E lo fa in maniera scarna ma non banale, con dei versi asciutti e privi di orpelli che arrivano dritto al cuore. Ma questi versi così essenziali ed evocativi, questi versi così rapidi e moderni sono ben radicati nella tradizione di cui l’autore mostra di essersi nutrito da quando era in fasce. Ma lo fa con leggerezza, con aria più sorniona che musona. In questa raccolta “ontologica” Saverio canta “il prepuzio dell’Essere / insorto, dilatato nelle pareti”, nonché “Il tuo cazzetto sbava / mentre lei / lenta / lecca / il tuo scroto acre”. Me lo immagino Saverio in questo momento: è lì che se la ride mentre noi ci affanniamo a dire delle cose “intelligenti” sulla sua opera. Saverio Bafaro è un poeta autentico, un figlio di Calabria degno dei Maestri che lo hanno preceduto. Saverio Bafaro è un briccone come pochi.

 Daniela - 19/09/2011 16:32:00 [ leggi altri commenti di Daniela » ]

Saverio sei tu quell’uomo d’ebano, ti vedo nella tua poesia, sono versi veri, metafore e immagini vivide e penetranti. Ho apprezzato la durezza di alcune parole come quello "spulciami" accostato alla dolcezza dell’"ora infinita" in Verbo, mentre riconosco che in altre liriche il sapore acre di alcuni termini non trova un contraltare perdendo forse d’equilibrio. Ma non è forse l’eros anche questa perdita d’equilibrio che ci lascia a volte sgomenti?

Tutto il mio apprezzamento.




 Antonio Spagnuolo - 13/09/2011 19:30:00 [ leggi altri commenti di Antonio Spagnuolo » ]

Per il caro Maggiani - Ben conosci la stima che rivolgo al tuo lavoro e alle tue composizioni , et scelte editoriali. E’ chiaro che la mia riservatezza ed il mio diniego ad alcuni Blog (eccessivamente fuori dalla severità critica e pieni di "elogi" et "sviolinature" che nulla aggiungono al bagaglio culturale dei poeti presentati) non ha nulla a che fare con il tuo Blog ,che reputo serio e ben equilibrato (!) e che seguo con piacere. Circa poi ad alcune poesie del giovane Saverio ti prego di rileggere diversi passaggi e condividere che diventano troppo acri e poco corretti per un palato avvezzo alla poesia "alta". Perdonami ! Perdonami ! Perdonami ! Antonio Spagnuolo

 Roberto Perrino - 12/09/2011 20:29:00 [ leggi altri commenti di Roberto Perrino » ]

Ho letto con entusiasmo questo libro! Mi è sembrato di leggere un poeta greco o latino, un ironico Catullo ragazzaccio e poeta novus, o di ammirare la spensierata pornografia pompeiana. E poi la forma, sintetica, diretta, fotografica, e allo stesso tempo poeticamente innocente. Il ragazzo si farà?

 Roberto Maggiani - 12/09/2011 19:51:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

@ Spagnuolo. Grazie per il suo intervento tanto appropriato per quanto riguarda la necessità, anche nei blog, di una più attenta critica ai testi poetici pubblicati, senza sbandierare benevolenze e illudere i poeti. Bene dunque allo stimolo di un dibattito intorno ai testi. Tuttavia non sono d’accordo con la critica mossa all’opera in questione di Saverio Bafaro; ovviamente, avendolo proposto, crediamo che sia una poesia valida e autentica e che, soprattutto, rispecchia il giovane popolo a cui l’età di Bafaro lo fa appartenere, con la sua immediatezza, a mio avviso mai scadente, semmai onesta, senza falsi moralismi. Scritta con perfetta cromaticità lirica. Ma questo è il mio parere. Inoltre spero che la sua accusa iniziale ai blog non si riferisca a larecherche.it dove invece pensiamo di accompagnare gli autori, novelli o già in percorso, mettendone in luce i pregi prima di tutto, ma anche indicando le linee possibili di lavoro per rendere più incisiva la loro scrittura (veda ad esempio la mia ultima recensione alla raccolta poetica "I giorni del vino e delle rose", del giovane Luca Buonaguidi). Dunque felice di questo suo intervento, ce ne fossero di più.

 Antonio Spagnuolo - 12/09/2011 18:04:00 [ leggi altri commenti di Antonio Spagnuolo » ]

Non amo ed ormai non seguo più i Blog che presentano "commenti" tutti entusiasmanti e tutti elogianti , in una fiera della vanità, la quale nulla aggiunge alla vera cultura ed alla vera poesia.Nelle poesie del giovane Saverio possiamo distinguere con attenzione "stile/forma" e "contenuti" , sorprendendoci per la validità della scrittura, ben equilibrata e ben sorretta, pagina dopo pagina, ma titubanti per la acre rappresentazione dei contenuti, troppo crudi e troppo agghiaccianti per la semplicità (oserei dire ingenuità, se il vocabolo potesse reggere al pornografico)! Alcuni passaggi , mi si perdoni la severità , dovuta alla lunga militanza della mia poesia, alcuni passaggi rischiano di lasciarci a bocca acida, immaginando le varie fasi di un coito, o le umide linguate di una femmina. La poesia si ispira all’empireo e non sempre è corretto precipitare nell’animalesco, anche se ben descritto e ricco di metafore incompiute. Nel grande serbatoio del rimosso si scoprono tutte le implicazioni dell’esperienza dell’io, sociale e storica, tanto che il raccordo tra privato e pubblico si mantiene praticabile ed efficace ai livelli più profondi e forse decisivi per una comprensione e distinzione da altro orizzonte, ove l’immaginazione si isola e si contestualizza in alchimie deformanti.La poesia è espressione dell’io , ove e quando il subconscio riesce a realizzare le misure del dicibile. Mille auguri allora e buon lavoro per un futuro sempre più brillante.Antonio Spagnuolo -- http://poetrydream.splinder.com -

 gabriella - 09/09/2011 08:20:00 [ leggi altri commenti di gabriella » ]

E’ molto raro trovare versi così impetuosi, veri, sensuali, carnali.
Finalmente versi asciutti, senza rindondanze, comprensibili e profondi. Un linguaggio sul corpo che spesso manca, difficile ricerca che il giovane Saverio affronta benissimo, con disinvoltura.
Belle veramente, saluti
Gabriella

 piero crida - 06/09/2011 15:28:00 [ leggi altri commenti di piero crida » ]

Fu la Baronessa Karen Blixen, in un suo acuto saggio (Daguerrotyper - 1951) ad esaminare con attento occhio quattro possibili frammenti, quattro incarnazioni dell’immagine femminile: l’angelo custode, la donna di casa, la baiadera e la strega. Per il poeta, l’angelo custode altro non è che la propria ispirazione, la propria Musa, figura introiettata, parte integrante di se stesso. Non così per la donna di casa, la madre. La prima raccolta di Saverio Bafaro era composizione di inni alla madre. Con egoismo e amore che sono definizioni stesse del figlio, indagando la madre, la spogliava e separava da ciò che la definiva tale: il padre. Un padre assente, relegato a ruolo d’immagine del Male (Salvami madre dai baffi del padre…).
Una madre assoluta, in se stessa conclusa, un eco inevitabile, quanto involontario, d’iconografia assimilata per osmosi: la vergine-madre da adorare.
In Eros corale è giunto, ora, il tempo, per Saverio Bafaro, d’incontrare e cantare l’amante carnale, la baiadera.
Con la carne e i suoi umori, nuove voci s’ impongono al vocabolario della scrittura. Paura, estasi, urlo, gemito, fiato, lingua, saliva, voluttà, morte.
E’ storia antica e presente quella di cantare l’Eros. Dal Cantico a Kavafis, dall’Aretino alle Limericks, da Hafez ad Apollinaire, a Piumini, all’Arsan, in sordide sale di cinema pornografici o in chiacchiere da desolati bar di periferia, ovunque e in ogni tempo si ripercorrono eterni riti, si assolvono sacrifici , ripetono formule, così che l’Eros sia celebrato, la sua cangiante gloria assaporata.
Saverio Bafaro in questa nuova, impeccabile raccolta, mostra in sviluppo ciò che già germogliava evidente nella raccolta delle poesie alla madre. La capacità di espandersi in linguaggi disparati e di accostarli in sorprendente convivenza, per qui accerchiare, e meglio affrontare, forte di questi molteplici sensi, l’inviolabile segreto.
In Eros corale le molte voci s’ intrecciano, ora la carne stillante, ora le spacconate, ora la furia , la terra, l’olimpo, i miti , la trascendenza.
L’Eros è poesia di se stesso, e la scrittura, come tutte le Arti, di questa poesia non può che esserne ombra.
Saverio Bafaro ha conosciuto la Poesia nell’atto dell’Eros, e sulla carta ne ricostruisce, sapientemente, magistralmente, la traccia, distillandone, con frammentarie quanto sicure voci, il Mistero.

 Maurizio Mantione - 03/09/2011 17:27:00 [ leggi altri commenti di Maurizio Mantione » ]

una scrittura feroce e delicata, quella di Saverio Bafaro; è la scelta di alcune parole che è feroce, insolita, meno comune forse a quanto si muove nel mio incontrare la poesia, eppure alla ferocia fa eco un parlare di passione e amore con delicatezza, del piacere dell’incontro; mi sembra di trovarvi una religiosa visione dei riti dell’eros, un’appartenenza “di specie” alla cultura classica ed ai suoi miti:
…senti la sirena
e non distingui
l’urlo dal gemito
(da La Sirena, p. 9 del suo e-book)

 Giuseppe Grifeo - 03/09/2011 13:05:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Grifeo » ]

E’ sempre con stupore che assaporo i versi di Saverio, poche parole racchiudono un mondo di concetti, sensazioni, in questo caso il nostro carico di passato, presente e futuro nell’Eros.
Sensazioni a volte devastanti, altre volte inebrianti ma con la stessa violenza. Sentirsi parte di quelle "intere moltitudini" ma anche unici nelle nostre personali esperienze. Così Saverio si racconta e ci racconta, esseri di carne, sangue, sudore, terrestri ma anche tanto figli dei cieli, tesi fra il peso della gravità e l’aspirazione al volo.
Il ritratto è totale, completo...

 Concetta Di Lunardo - 02/09/2011 15:20:00 [ leggi altri commenti di Concetta Di Lunardo » ]

Ciao Saverio belle le tue poesie, una sintesi di quell’armonia che univa l’apollineo ed il dionisiaco nell’antica grecia presocratica.Mi piace immaginare la tua ispirazione tra l’ebbrezza dionisioaca ignara della crisi della metafisica, anche perchè tutto il resto sarà mortificante per quell’l’umanità che è fuori dagli schemi oltre che per il libero pensiero. La mortificazione della tragedia greca, della poesia e della filosofia.Della vita!
Nelle tue poesie è toccante l’eros e la bellezza che ispirano i corpi. Amo Foucault e mi è sembrato di leggere nelle tue opere ciò che il filosofo francese scrive nella forma del saggio. Hai letto Utopie ed eterotopie? Dimmi di sì ti prego e non smettere mai di sentire l’ispirazione e la bellezza che è nella tua individualià unica.

 Chiara - 02/09/2011 14:28:00 [ leggi altri commenti di Chiara » ]

scopro con emozione il tuo lato poeta!

 Adriana - 02/09/2011 12:25:00 [ leggi altri commenti di Adriana » ]

Leggerle tutte d’un fiato..e poi rileggerle ancora e ancora soffermandosi sulla potenza di versi sintetici, completi che spezzano il respiro e scuotono l’anima con sensualità.

Meravigliose.

Complimenti e in bocca al lupo Sav!
Adri

 Irma Capece Minutolo - 01/09/2011 18:21:00 [ leggi altri commenti di Irma Capece Minutolo » ]

"Per caso ci radunammo e per caso scoprimmo che nel nome della Festa il dolore scompare!"
Ho avuto il piacere di conoscere il poeta Saverio Bafaro: questo lavoro riflette al meglio la profondità e la delicatezza del suo essere nonchè il suo grande lavoro di ricerca e studio dell’animo umano.

 Loredana Savelli - 01/09/2011 09:35:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Impressionante la potenza di questi versi soprattutto pensando alla giovane età di Saverio Bafaro, padrone di uno stile già maturo, nonché dotato di una meravigliosa capacità sintetica, a mio avviso, e particolamente ricco nell’esprimere la sensualità, assolutamente non pornografica, estetica invece, stupefatta, anelante a disvelare misteri di vita e non di morte.
Riporto solo una poesia tra tutte:
"Svelato il mistero
il tuo corpo
trova pace
nel respiro delle bestie".
"Eros corale", poi, che dà il titolo alla raccolta, è particolarmente esemplificativa della ricerca dell’autore.

Complimenti vivi, auguri.