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Raccolta di testi in prosa di Mauro Di Fabrizio
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Le scarpe e il cappotto

Era tempo del Natale e lungo la via principale camminava un cappotto, che guardava e ammirava mentre passeggiava lentamente, le vetrine dei negozi illuminati, con tante belle cose esposte.
Nel percorso ad un tratto delle scarpe, gli si avvicinarono e gli fecero questa domanda: “scusi ma come mai è così scucito e strappato?”.
Il cappotto rispose: “sa non me la passo molto bene, non ho neanche un centesimo per farmi aggiustare”.
“Ci dispiace moltissimo”, risposero le scarpe, facciamo una cosa, noi le doniamo dei soldini così si rimette a nuovo!”.
“Oh come siete generose, ma come potrei mai sdebitarmi di cotanta gentilezza, altruismo e bontà?”
“Guardi, si pronunciarono le scarpe, le chiediamo solo una cosa sempre se è d’accordo”.
“Ditemi pure gentilissime scarpe”. Il Cappotto replicò.
Le Scarpe: “noi siamo sole da moltissimo tempo e vorremmo in cambio ricevere la vostra amicizia. Attenzione noi non stiamo comprando l’amicizia da voi, il nostro gesto è dettato dal cuore!!”.
Rispose il cappotto: “E’ un bellissimo dono ricevere la vostra amicizia, vi ringrazio, ed è ancor più speciale di aggiustarmi o mettermi a nuovo”.
Le scarpe: “ora possiamo darci del tu vero?”. Certo cari amici miei esclamò il nuovo amico”.
“Comunque è per noi, un immenso dono che da tanti anni volevamo ricevere e da tanti anni abbiamo camminato invano, senza trovare quello che in questa Notte di Natale c’è stato donato, cioè il parlare, il condividere, in modo sincero”.
Il cappotto disse: “grazie ancora amici miei, donando a voi la mia amicizia ho ricevuto, in cambio la possibilità di rinascere!”.

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Il Gigante

Un fiume in piena travolse il villaggio di Abradòr, ma come per magia, dal nulla, apparve un Gigante, che riuscì con la sua potenza e grandezza a far deviare in due il corso dell’acqua, così gli abitanti del luogo riuscirono a mettersi in salvo.
Dopo questa apoteosi e tragedia evitata, il capo villaggio incoronò il Gigante Solow a Re onorario di Abradòr.
Fu festa fino al giorno seguente…e la leggenda narra che da allora e ogni anno a seguire, in quel giorno, il corso dell’acqua si separava in due, come successe secoli fa.
Si dice che forse è un segno, è lo spirito del Gigante buono Solow, che protegge tutte le generazioni degli abitanti di Abradòr, e fa capire la sua presenza.
Non sapremo mai la verità sul mistero della comparsa all'improvviso del Gigante buono…ma quanti sono passati in quel luogo, riportano la testimonianza che si sentono i brividi sulla pelle, come echi lontani, che si percepiscono nel cuore.

“Mamma anche voglio essere da grande come Solow”!
“Ora dormi piccolo mio, ogni cosa a suo tempo…
sogni d’oro angelo”.


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Dalla porta di emergenza

“Passami la palla che faccio canestro papà” disse Andrea.
“Agli ordini comandante, vai è tua!” rispose Papà Leo.
Andrea inorgoglito… “E vai super punto!”.
“Grande lo hai fatto anche da tre!” esclamò Leo.
Il sole scaldava quell'atmosfera di felicità e quiete, di gioco di serenità, sapori del tempo che si gustava in attimi di armonia e il silenzio quello soave faceva volteggiare gli uccelli sopra la loro casa di campagna.
Il giorno seguente: “Svegliati che devi andare al lavoro pigrone” sussurrò la moglie Marta.
Leo: “D’accordo piccola mia cercherò di fare in fretta, ho anche una riunione molto importante per le 9:30 in direzione”.
Pioggia forte battente si era inoltrata dopo la giornata di ieri ben assolata, molti tuoni e vento facevano da sfondo a quest’inizio di mattina e dopo i saluti alla famiglia, la vita lavorativa stava prendendo vita.
Ore undici, uscirono tutti i superiori ma senza il signor Leo, mentre tutti si domandavano dove fosse finito, dato che neanche in stanza della direzione era presente.
Al lavoro aveva dedicato tutta la vita per sua moglie, suo figlio e sua figlia
Silvia, un treno era passato e l’aveva colto, da vero eroe della quotidianità.
“Signore, signore, ei dico a lei riesce a sentirmi?” disse il custode dei giardini adiacente alla piazza principale.
“Si sono può frastornato ma ora la sento bene”.
“Scusi come si chiama?”. il custode disse.
“Leo, mi chiamo Leo” rispose.
Il custode Carlo: “Ma cosa fa qui in questo quartiere a dormire su questa panchina?” “Non l’ho mai vista prima d’ora”.
“Ci sono sempre stato forse lei non si ricorda di me, sono il mendicante del posto, credo il più famoso a Como”. Ribatté Il signor Leo.
Una foto tra le mani e una sigaretta accompagnavano il suo cammino verso una direzione che lo portò in un bar del luogo, dove si soffermò per rifocillarsi un po' e magari mangiare un boccone. Quando vi entrò vi erano poche persone perché era molto presto, si avvicino al banco e non avendo monete, chiese solo acqua da bere. Accese un'altra sigaretta mentre osservava attentamente la foto che aveva perennemente in mano. Il bar man gli disse: “ti vedo male amico, cosa è successo per portarti ad arrivare a tanto?”. Leo rispose: “anche se non sono affari tuoi, ti dico solo una cosa caro mio: gli eroi cadono ed alcuni muoiono”. Il bar man: “Io non credo agli eroi se non agli uomini veri, che dopo estreme difficoltà afferrano il timone di una nave per cambiare rotta o per non entrare in collisione con un ostacolo, per arginarlo.
“Dici bene te.” Rispose a voce alta Leo: “io nelle mani ho fumo e un sogno, due cose che di sostanza non sono”.
“Lo dici te amico mio” replico il giovane barista Ken. Le tue sigarette sono un pretesto per annullarti, vanificare la tua vera identità e poi guarda un bambino riesce con un disegno a dar forma e vita alla propria fantasia, ai propri sogni”.
L: “Io non so proprio dove vuoi arrivare ragazzo!”. Stizzito sbatté sul bancone il bicchiere mezzo vuoto e se ne andò”.
La sua vita passava da una parte a l’altra senza meta fino a giungere una mattina sotto la pioggia battente, davanti ad un portone di un grande edificio, provò ad aprire quella porta per ripararsi ma era chiusa.
Allora si mise sotto la piccola tettoia che aveva l’entrata della porta e un poco si riuscì a riparare.
La pioggia calò e lui si incamminò, fece circa un chilometro poi si fermò e tornò indietro come se si fosse smarrito e bussò forte a quella porta.
Dopo alcuni minuti qualcuno gli aprì…
“Scusi lei chi è?” disse un uomo vestito con giacca e cravatta.
Leo lo guardò fisso e non rispose.
Gli girò le spalle e se ne andò via correndo forte fino a star male e a non respirare bene. Si accasciò a terra e perse i sensi.
Poi una voce dolce cercò di svegliarlo: “ei pigrone non vorrai mica fare tardi al lavoro, vero amore?”.
Leo si alzò dal letto di scatto come se fosse impaurito e disse: “Marta oggi telefono e dico che non vado o cose ben più importanti da fare…
C’è il sole vi voglio portare al mare!”.

*

Uno scherzo fatale

Scomparve la nebbia e si spalancò il cielo dallo sfondo ancora grigio e velato, qualche passante era già in strada a muovere i fili di questa nuova giornata. Non mancava molto al suono del campanile della chiesa che alle 8:00 sarebbe avvenuto. Per molti avrebbe segnato un giorno nuovo, per altri un giorno come un altro, ma il comune denominatore era quello di portare a termine la quotidianità, il vero eroe del nostro tempo. Una cittadina di non più di trentamila abitanti, questo lo squarcio di cielo in cui viveva Cinzia, una signora di cinquanta anni, che dall'aspetto ne dimostrava sicuramente dieci in meno. Due figli maschi da crescere e una separazione avvenuta da poco, una situazione che sapeva di sacrificio, ma anche di un voltare pagina per una rinascita, che se non da subito, doveva avvenire prima o poi per non continuare a trascinarsi nell'apatia e per non vivere di solo lavoro. Il Fast-food dove lavorava la stava aspettando e lei comunque era molto serena lì e quando era all'opera, si era formato un bel gruppo, anche con gli stessi principali.
“Ehi ragazzi vado a prendere il quotidiano ci vediamo a breve” esclamò il capo del locale Mirko”. Un signore di sessantacinque anni affabile nei modi e molto riservato. Prese il solito quotidiano e tornò a locale. Il giornale era stato messo su di un bancone alla vista di chi voleva leggerlo e naturalmente e puntualmente venne alle nove in punto Mister Cross, un uomo anziano molto alto, distinto e ben vestito portava sempre uno spolverino lungo e si posizionava sempre allo stesso punto del Fast-food, per fare colazione e sfogliare il quotidiano. Passarono neanche due minuti e Mister Cross disse: “la scienza fa passi da gigante in tutti i settori è possibile che non possono attuare un sistema di micro-sorveglianza nei luoghi dove c’è più rischio di criminalità? Leggete qua in basso è una cosa vergognosa”. Incuriositi alcune persone compreso Cinzia diedero un’occhiata all'articolo. “Ma è a due isolati da qui” disse Antonio uno dei camerieri”. “Come è stato ferito?” si pronunciò Cinzia. Il Signor Mirko: non si comprende bene dallo scritto, si evince solo che è stato ferito ad una gamba e che ha perso molto sangue”. Nella notte infatti un malvivente poco distante da qui ha ferito un uomo, poi sembra ci sia stata una colluttazione, ma per un motivo di cui l’articolo non specifica l’aggressore dovette scappare improvvisamente. C’era un po' di inquietudine appresa quella notizia, soprattutto perché fatti del genere in questa piccola e tranquilla città non vi erano mai avvenuti. La polizia ha detta di molti non avevano ancora rintracciato l’aggressore, mentre il giovane ferito era all'ospedale principale, ed in questo momento lo stavano interrogando provando a risalire all'identikit del malvivente o a situazioni e parole che si erano scambiati.
“Era talmente buio che il volto lo ricordo in maniera troppo vaga e per il resto ci furono solo atteggiamenti intimidatori verso di me, disse solo due o tre frasi del tipo è colpa tua se è successo questo e poi disse ha studiato tanto…io sono un laureato e so che significa il sacrificio…ecco questo è quanto e poi non ricordo più nulla” disse Gianluca. Il Tenente Marialdi: “Grazie della collaborazione è stata comunque una testimonianza preziosa, mi raccomando si rimetta presto e si tenga sempre, se non le dispiace a nostra disposizione per qualsiasi chiarimento vorremmo porgli”. “D’accordo può contarci”. Rispose Gianluca con aria alquanto affaticata.
Nel frattempo, al fast-food c’era molto lavoro, mentre verso le 14:30, Cinzia si accertò che i ragazzi erano tornati dalla scuola, infatti ormai il più grande aveva la macchina e l’altro figlio più piccolo era controllato dal fratello maggiore. Si fecero presto le 18:00 e a locale si era quasi in procinto per organizzare la serata. Tutti al lavoro per preparare al meglio il ristoro. Ad un tratto videro passare la polizia a piedi nella zona e si fermò anche da loro e cominciò a fare alcune domande di rito riguardante l’accaduto, ma nessuno dei presenti aveva sentito o visto niente se non l’articolo di giornale stamane. “Cinzia si pronunciò qualcuno per me sa… ad esempio nella casa editrice che hanno fatto l’imminente articolo”. Il Tenente acuta osservazione signora, era già in preventivo, grazie comunque e sarà la mia prossima tappa cara”. Al giornale una volta entrati e facendo la loro perlustrazione non notarono nulla di strano. Ai giornalisti e al capo redattore il tenente e il suo collega gli posero alcune domande invasive e solo uno di loro destò nella sua risposta curiosità. Alla domanda può centrare in tutto questo l’università. Matteo pubblicista aspirante giornalista, rispose con un’aria un po' burbera: “l’università è l’unica cosa importante e seria che abbiamo nella nostra città, non scherziamo”. Marialdi: “ho solo posto una domanda e ho le mie ragioni per farlo, non si scaldi così mio caro stagista”. Il tenente e il suo vice salutarono e se ne andarono, mentre la sera ormai era scesa ed era quasi l’ora di cena, i negozi stavano abbassando le loro saracinesche e tutti glie esercizi stavano per chiudere e rimanevano aperti solo alcuni bar e locali per mangiare, dai pub ai vari ristoranti e all'unico “mitico” fast-food di Mirko. “Sai mio caro Max disse Marialdi, non abbiamo posto una domanda all'aggredito. Se lui studiava dimmelo te dove Max?” “All'università forse?”. Perspicace mio allievo, molto perspicace. “Ci andiamo ora capo?” Disse Max. Penso proprio di sì ripose a tono Il Tenente. Ore 20:30 mentre la polizia si dirigeva di nuovo verso l’ospedale, la gente era unita nella cena e il fast-food era davvero pieno questo venerdì. Ecco i tuoi ragazzi esclamò una collega di Cinzia! “Che bello siete arrivati amori miei!”. I due fratelli salutarono con educazione e affetto e presero posto in un tavolo riservato ai gestori e dipendenti del locale. Non era un giorno di ricorrenza speciale ma certo sì che il locale che ormai da 10 anni, era presente in città era molto amato e sposava nei piatti e nel servizio la tradizione di un tempo, con un connubio moderno a livello di attrazioni, ad esempio, come la musica.
Dall'altra parte della città, all'ospedale, i due Agenti all'uscita stavano commentando il colloquio con Gianluca: “Un buon voto prese vero?”. Disse Max. Marialdi con aria ironica quasi gli inveì contro: “A me secondo te interessa che voto a preso il nostro simpatico ragazzo?”. Poi si incamminarono verso la centrale per prendere le proprie macchine ed andare a casa. Intanto l’aggressore era ancora libero in giro e chi sa dove e per precauzione davanti all'ospedale era stata posizionata una guardia nell'eventualità di una seconda aggressione. La serata giunse al termine e dopo i saluti al locale ognuno si diresse nella propria abitazione e Cinzia con i ragazzi sopraggiunsero nella propria casa.
Il mattino seguente Cinzia dopo aver preparato la colazione ai ragazzi, sentì il telegiornale locale dove come seconda notizia si faceva risalto all'aggressione del quartiere Pireneo e dove si evidenziava che il malvivente era ancora in circolazione e si diramava la notizia di stare attenti negli spostamenti. Anche all'università si fece un gran parlare del ferito dove molti lo conoscevano e una certa Rosy in un discorso con alcuni suoi compagni collegiali si pronunciò in questo modo: “Sicuramente Gianluca l’anno scorso si Laureò con un voto molto buono però un po' sorprendente a mio giudizio non trovate? “Un compagno gli disse: “certo, ma la cosa che non capisco è il fatto di come abbia fatto a non andare fuori corso”. intanto dalla vetrata della porta principale stavano giungendo il Tenente Marialdi e il suo braccio destro Max. Fecero un giro e poi cercarono informazioni sugli ultimi dieci anni Universitari, sia sui ragazzi, sulle aule, sulle facoltà, sia sugli esami svolti, quindi nei tabulati interni alla direzione e alla presidenza. “Guarda, leggi in queste note capo”: -anno accademico...Il signor Todei Gianluca, in sostituzione di Alfonsi Matteo, subentrerà dal terzo anno e all'Alfonsi a partire dal medesimo giorno, vedrà cadere la sua iscrizione per motivi disciplinari, per il suddetto ruolo di allievo, in Scienze della comunicazione. Firma: Il Rettore Amedeo Fumagalli. – “Andiamo per ordine Max “andiamo da questo Rettore”. “Mi dispiace, si pronunciò un impiegato della direzione, ma il Rettore Amedeo non lavora più qui, ma si è trasferito da circa un anno in Inghilterra”. Scusi ma sa, se ha famiglia o magari qualche parente che possa sapere qualche informazione in più sul suo conto?”. Rispose un impiegato amministrativo: “l’unica cosa che so è che è separato dalla moglie e a dei figli ma non so se sono con la madre o con lui”. M: “Sa il nome della moglie?” No, mi dispiace”. Rispose l’addetto. M: “Grazie lo stesso è stato gentilissimo”. Ci furono altre domande con riposte molto vaghe, sia dei docenti sia degli alunni e dopo circa un’ora i due Agenti andarono via”.
Intanto al locale… “Dimmi un po' Cinzia sei pensierosa oggi” disse un suo collega. “Non più di tanto ribatté, ho solo uno strano presentimento. “Di che parli” replicò. “No niente, una sciocchezza disse Cinzia con aria titubante”. “Bella gente su con la vita a breve arriverà gente per pranzo e non voglio facce tristi” urlò in modo ironico Mirko, il loro datore di lavoro.
“Non…non ce la fatta” esplose in un urlo Daniela. (part-time nel pomeriggio al locale) Mirko: “calmati, di chi stai parlando”? D.: “Il ragazzo ferito è…Mirko.: “ma come sembrava che stesse migliorando”. Di nuovo Daniela. “Ho appreso la notizia pochi minuti fa nel tg locale!”. “Ma come è successo non si sa? Disse la signora Fumagalli”. E proprio in quell'istante entrarono il Tenente Marialdi e Max. Marialdi: “ho sentito poco fa l’ospedale sembra che nella ferita sia subentrata una forte infezione, poi febbre alta tutta la notte con conseguente arresto cardiaco”. E così lei è la signora Fumagalli Vero?”. Facendo un’indagine lei è l’unica che porta questo cognome in tutta la cittadina. Cinzia: “si sono io e già so perché siete qui”. Mio marito sbagliò a firmare quella documentazione tra il Signor Gianluca e Matteo io glielo dissi all'epoca che eravamo ancora sposati. Max: “ma quale fu la causa che scatenò questa decisione si ricorda?”. “Per un gioco davvero stupido disse Cinzia: Matteo Alfonsi lo accusarono di piccoli furti all'università e senza esitazione per salvaguardare il buon nome dell’Ateneo e senza indagare ulteriormente fu radiato Matteo”. Marialdi: “Quindi lei, sapeva naturalmente di questo passaggio di inserimento da un alunno a l’altro, ora bisogna solo capire se il pubblicista Matteo ieri l’altro si è voluto vendicare della sua mancata laurea”. Intanto di spalle seduto c’era un signore che stava leggendo un giornale e disse voltandosi”. Mio nipote non c’entra niente nell'accaduto…Io sono suo Nonno e non mi chiamo Cross, io sono Nereo Alfonsi e dopo la perdita di suo padre, cioè mio figlio e nello stesso tempo l’allontanamento all'università, mio nipote crollò a pezzi e io non ho mai potuto sopportare tutto questo…”. Cinzia cadde in lacrime e Il Signor Alfonsi si costituì.

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Il Dipinto Scomparso

Il Dipinto Scomparso

 

“Ottimo, Ottimo dipinto caro William (critico d’arte inglese) sai chi è l’artefice”?

Disse Mister Sergei (Imprenditore amante dell’arte e benefattore di alcune manifestazioni artistiche di alto rilievo).

Esclamo Mister William: “Sinceramente no, credevo di informarmi, non capita spesso quel tipo di stile e quelle forme quasi indecifrabili di due persone che si dissolvono nel nulla, sembra un dipinto in movimento non trovi”?

“D’accordo con te” rispose con autorevolezza Mister Sergei.

Intanto fuori la Galleria d’Arte nel cuore della Capitale del Kazakistan, Astana, la pioggia era incessante e il freddo entrava nelle ossa, ma a emozionare e a scaldare gli animi della gente era La Settimana dedicata al Dipinto d’Autore, dove le mostre nelle Gallerie d’Arte, rivivevano la Storia, la Cultura, le Radici e un presente e un futuro, ancora da vivere e da decifrare.

La Mostra era allestita sia fuori sia all’interno dei Musei e faceva da cornice alla correlazione tra l’Asia e l’Europa.

20 Febbraio 2020, questo il giorno seguente, secondo giorno della Festa Artistica nella Capitale del Kazakistan.

Astana era in fermento, ma una notizia improvvisa turbò non poco tutto l’Ambiente del Mondo dell’Arte e non solo.

Mister Sergei disse: “Hai ascoltato attentamente quello che ha detto la TV pochi secondi fa?”

“Certo” rispose la Moglie Caroline e con voce quasi tremolante esclamò: “Com’è possibile che un dipinto possa sparire così e non parlo solo dei controlli che ci sono, la cosa particolare, la scomparsa nella stessa Notte della giovane Deasy, una delle guide turistiche della Mostra quella del Padiglione in Via della Nazione 7 dove appunto il quadro è scomparso”.

Sergei: “Sì, in effetti, è un caso particolare, ambiguo direi, esclamò”.

Nella Capitale nevicava da circa 2 ore e l’atmosfera era apparentemente quieta, nonostante le difficoltà di tutti i giorni il mondo Artistico era turbato perché stava vivendo momenti di paura e d’incredulità per tutto ciò.

In questo Secondo giorno dell’Internazionale della Mostra di Astana Capitale del Kazakistan subentrarono le indagini con a capo il Commissario Korden che subito convocò l’Organizzatore Generale della Mostra, Mister Mark Taylor, il Responsabile della Manifestazione, Il Signor Luigi Morini e la Manager Sabina Toledo organizzatrice del Catering.

Il commissario K. Si fece dare una lista di persone presenti alle mostre dello stesso giorno, prima dell’avvenimento incriminato.  

Terzo e Quarto giorno le Manifestazioni continuarono normalmente nell’aria aleggiava un senso di mistero.

Il Commissario Korden disse al suo vice: “Dall’interrogatorio delle tre figure cardine dell’Internazionale, pensaci bene c’è un filo conduttore caro Agente Nicolai…”.

“Quale ?” “ M’incuriosisci Capo”.

K: “L’incredulità” rispose con voce forte e decisa.

“Forza chi è che ha creato quel quadro irruppe Il Comm. K. In una riunione di tutti gli artisti il quinto giorno di Manifestazione alle ore 9:00 del mattino del giorno 23 febbraio 2020”.

“Sono io”, si alzò un ragazzo esile e scapigliato dal volto annichilito per la perdita del suo quadro.

Che cosa rappresenta disse Korden al ragazzo di nome Mirko:

Egli rispose: “ L’amore che non si disperde nel tempo”.

A un certo punto fecero irruzione Mister William, Critico d’Arte e L’Imprenditore Mister Sergei.

“Siamo anche noi della riunione” sostenne la moglie Miss Caroline.

Korden: “un quadro viene rubato, raffigurante la fine di un Amore.

Una Donna scompare lo stesso giorno del medesimo quadro.

La sensazione nell’aria è l’incredulità per quello che è avvenuto anche con i controlli”.

Un Artista si alzò e domandò con voce curiosa: “Che cosa stai insinuando Commissario”?

Korden: “ che il quadro è tornato nelle mani di chi l’ha creato, chi ha perso Deasy.”

Mirko infastidito ribatte: “Che senso ha quello che dici ?”

Cosa c’entra tutto ciò con il mio quadro?

D’improvviso si spensero le luci della stanza (che era situata in una zona interna alla Mostra, già buia di se...) e rimasero tutti di sasso.

Il Critico d’Arte William: “Ecco avete la risposta…”.

Si alzò uno Scrittore soprannominato Difa che sapeva interpretare i Dipinti poeticamente e realisticamente e si espresse in questo modo:

“Il quadro potrebbe rappresentare che L’Amore è come il buio, non morirà mai, rivivrà nell’Anima di tutte le persone che hanno amato davvero, hanno amato con il cuore il loro vero e grande Amore, anche se in quell’amore c’è stato un tradimento di qualsiasi genere”.

“Questa cosa significa con la scomparsa materiale del dipinto”. Domandò con voce delicata Miss Caroline.

 

Il Comandante Korden il quadro non è stato mai rubato si trova ancora al suo posto!

“Lei come lo sa”- urlò inferocito l’organizzatore della mostra Mister Taylor?

“Non si senta accusato di un qualcosa che potrebbe già sapere Mister T.”

“Io non so un bel niente” -gli rispose Taylor.

“Ok allora ci facciamo spiegare da quel signore lì in quarta fila cos’ è successo altrimenti arresto lei e i suoi collaboratori per percosse morali ad alcune persone e soldi incassati con questo famoso quadro prima fantasma ora resuscitato improvvisamente”.

K: “Lei” – “dice a me”rispose Mister x.

“innanzitutto si alzi in piedi e ci dica chi è e cosa fa nella vita”.

“Mi chiamo George e sono un pittore”.

C. Korden: “Che cosa raffigurano i suoi dipinti…?”

George: “E…EH... ”

K: “Ha perso la parola?”

“La Magia!” Esclamo l’imprenditore Mister Sergei improvvisamente in modo frustrato.

“Allora è tutto un complotto per attirare l’attenzione dei media e per incassare più soldi e far spostare l’attenzione su questa Manifestazione?”

Disse il braccio destro del commissario Korden Nicolai.

Nicolai: “Non ci ha detto tutto vero George di cosa fa realmente nella vita…!”

“…rispose l’incriminato no è vero io sono un’illusionista”.

K: “Ci dica chi l’ha ingaggiata per tirare su questa messa in scena?”

Mister George si volse dietro alla sua sinistra e puntò il dito su due persone:…. Mister Sergei (l’imprenditore) e una ragazza molto timida che

sobbalzò quando la s’indicò.

“Il suo nome, ci dica il suo noma Miss"! Disse Il Comm. K.

“Deasy”.

Tutti i presenti esterrefatti.

Korden:

“Mister Sergei, Mister George, Miss Deasy…”

Vi dichiaro in arresto!

 

 

 

 

Mauro Di Fabrizio