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Raccolta di testi in prosa di Giusy Sturiale
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Lettera al mondo

Lo so ch'è tardi per ricordarti il tempo, lui passa e spassa in mezzo alle sue ore, e tu stai lì come ghiaccio su un altare. E ti lamenti anche per giorni e giorni interi, senza far nulla se non solo pregare, a chi e cosa, per dire o per non dire, ma ormai sappilo, resta solo di agire. E camminando vai scalando pareti lisce, col rischio di cadere e dire ancora non me l'aspettavo. In cima non arrivi, guardi solo dal basso senza accennare un minimo sorriso, che vuoi che cada, che pensi di ottenere, forse speri di chiudere gli occhi e volare come la strega a cavallo della scopa?

Non c'è confine che si possa sfondare, e la speranza è solo di chi è stanco e non vuole più lottare, alzati dunque ringraziando il giorno, e senti luce, calore e tanto amore senza bisogno di aspettare, senza pensare che tutto cade come pioggia sul bagnato.

E tu lo sai che hai dinanzi l'orizzonte, lo tocchi con un dito e quello si perde con lo sguardo, colori nitidi non ce ne sono, quando non vuoi, quando hai perduto tutto. E' vero e forse no, perché ciò che si perde lo si ritrova nuovo, dunque che aspetti ad onorarlo e basta, e poi ti siedi davanti ad una statua e scopri che nulla è fermo se non solo ciò che vuoi fermare?

Ti lascerò col punto di domanda perché tu possa usarlo ancora e ancora, quando davanti a te ci sarà soltanto muro e sasso difficile da sbriciolare.

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Il fatto, il pensiero e la consapevolezza (II Parte)

Pensiero e Consapevolezza

 

 

 

P- Hai ascoltato mezz'ora di monologo fatto di sole accuse, però forse aveva ragione a dirti quelle cose. Hai fatto e disfatto e potresti rifare partendo da dove hai interrotto.

C- Ho ascoltato mezz'ora il suo monologo e ciò che lei è stata, le scelte che ha compiuto, il suo passato, le sue mancanze e i suoi vuoti, la sua carenza, la sua assenza, i divieti, la storia, le imposizioni, il giudizio, il pregiudizio tutto, tutto ha messo dentro, c'era tutta se stessa e niente di me.

P – Certo, ma sei pur sempre tu ad aver scelto.

C – Ho vissuto credendo che si potesse fare a meno di sentire, e che il sentire non fosse ciò che il mio istinto mi suggeriva. Non accettare porta a non condividere ed io non posso fare niente di fonte a questo. Mi dispiace per chi ha poca fiducia nell'altrui credere, e se poi le cose non vanno come si ritiene possano andare, di certo nessuno può darsi colpa, sarebbe semplice e stupido dire: te l'avevo detto! Oggi invece mi sento di dire che le decisioni si prendono sempre con coraggio, e amare e perdere con profondo dolore e dignità è il senso della vita. Perdere non vuol dire sbagliare per poi dirsi te lo potevi risparmiare. La strada che decidiamo di percorrere non si risparmia, la si percorre, giustamente e fino in fondo qualunque cosa accada. E non ci sono strade più giuste o più sbagliate di altre. Ci sono solo strade. Ascoltarle e viverle quando ci sembrano quelle del momento, è l'unica cosa giusta che possiamo fare. Nessuno può intraprendere una strada sapendo a priori come andrà a finire.

Non esiste colpa quando alle scelte seguono solo conseguenze. E non esiste vergogna quando si prende in mano la propria vita con coraggio e senza menzogne. E quella buonanotte così secca e senza possibilità di replica è una condanna di chi mente a se stesso verso chi è sincero.

 

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Il fatto, il pensiero e la consapevolezza (I Parte)

  • E adesso ti chiedo di farmi parlare senza interrompere, ho poco tempo e in questo tempo ho bisogno di dirti tutto ciò che mi fa stare male e che dipende da te.

  • Ti ascolto, non interromperò il tuo parlare.

  • Sei stata sempre inquieta, ed io ho pazientato sperando che tu potessi calmare le tue inquietudini. Ricordi quel giorno in cui andai a quel Santuario, ebbene lì, di fronte all'immagine della Madonna sentii pace dentro il mio cuore. E tornando a casa tu mi dicesti d'aver incontrato quell'uomo che tante volte avevi respinto e poi accettato. Finalmente ti eri messa la testa a posto decidendo di riprenderlo con te, hai lottato con unghie e denti per strapparlo a quell'altra donna di poco conto e quando tu e lui vi siete sposati ho gioito, finalmente, la Madonna mi aveva fatto la Grazia. Avevi la tua casa, lo stipendio di tuo marito, poi sono venuti i figli, avevi tutto insomma, ti permettevi perfino di spendere i soldi per la donna delle pulizie, uscivi ed entravi dai negozi senza problemi. Che te ne facevi di un lavoro tutto tuo, avevi già tutto e questa era la tua felicità. E poi, poi che cosa è l'innamoramento, tutto passa e ciò che resta è il sentimento di ciò che si ha insieme. Hai sempre inseguito fantasmi, quando l'unica realtà giusta era la tua famiglia. Ora l'hai spezzata. E quale altra prova d'amore tuo marito poteva darti aspettandoti ogni volta, tutte le volte che decidevi di riprendertelo, per farti comprendere che questo è amore. L'hai gettato via ancora una volta, e hai gettato via ai tuoi figli il padre. Che male hanno fatto loro, per essere stati privati della famiglia. I sogni, l'amore sono tutti libri, ma i libri non sono la vita, e la vita è fatta di figli, marito, e la casa a cui badare. Adesso invece che madre sei, stai tutta la settimana a badare ai bambini, ti trovo sempre a casa quando ti cerco e poi il fine settimana ti trasformi. Stai fuori due giorni e non mi dici con chi vai e dove vai, e non m'interessa saperlo sai, basterebbe che riflettessi un attimo per ricomporre la giusta famiglia. Come non ti vergogni a guardare i tuoi figli, e quando ritorni da loro con che occhi li puoi osservare. Loro soffrono, sai, non è vero che sono sereni, soffrono e tanto. Non ti comprendo come donna, dovresti ritornare sui tuoi passi e riconoscere che le tue inquietudini sono solo infantili, che le cose che cerchi non esistono. Pensa ai bambini e a tuo marito e ricomponi con giudizio ciò che hai distrutto per incoscienza. E adesso non aggiungo altro, avrei ancora da dire ma ho preso già tutto il mio tempo.

  • Va bene, posso solo dirti che...

  • Non sento, non ti sento bene.

  • Voglio solo dirti che se volessi condividere il mio presente...

  • Non ti sento bene, scusa, ho la televisione accesa.

  • Sì, allora spegni il televisore, prima eri tu a parlare e non ti dava fastidio, adesso che parlo io certo che non riesci a sentirmi. Comunque volevo dirti che se vuoi condividere il mio presente, il mio adesso non ho problemi a raccontarmi come facevamo una volta, e se invece non vuoi posso solo ascoltare la tua sofferenza e nient'altro.

  • Buonanotte

  • Sì, buonanotte.

 

 

 

 

 

Pensiero e Consapevolezza

 

 

 

P- Hai ascoltato mezz'ora di monologo fatto di sole accuse, però forse aveva ragione a dirti quelle cose. Hai fatto e disfatto e potresti rifare partendo da dove hai interrotto.

C- Ho ascoltato mezz'ora il suo monologo e ciò che lei è stata, le scelte che ha compiuto, il suo passato, le sue mancanze e i suoi vuoti, la sua carenza, la sua assenza, i divieti, la storia, le imposizioni, il giudizio, il pregiudizio tutto, tutto ha messo dentro, c'era tutta se stessa e niente di me.

P – Certo, ma sei pur sempre tu ad aver scelto.

C – Ho vissuto credendo che si potesse fare a meno di sentire, e che il sentire non fosse ciò che il mio istinto mi suggeriva. Non accettare porta a non condividere ed io non posso fare niente di fonte a questo. Mi dispiace per chi ha poca fiducia nell'altrui credere, e se poi le cose non vanno come si ritiene possano andare, di certo nessuno può darsi colpa, sarebbe semplice e stupido dire: te l'avevo detto! Oggi invece mi sento di dire che le decisioni si prendono sempre con coraggio, e amare e perdere con profondo dolore e dignità è il senso della vita. Perdere non vuol dire sbagliare per poi dirsi te lo potevi risparmiare. La strada che decidiamo di percorrere non si risparmia, la si percorre, giustamente e fino in fondo qualunque cosa accada. E non ci sono strade più giuste o più sbagliate di altre. Ci sono solo strade. Ascoltarle e viverle quando ci sembrano quelle del momento, è l'unica cosa giusta che possiamo fare. Nessuno può intraprendere una strada sapendo a priori come andrà a finire.

Non esiste colpa quando alle scelte seguono solo conseguenze. E non esiste vergogna quando si prende in mano la propria vita con coraggio e senza menzogne. E quella buonanotte così secca e senza possibilità di replica è una condanna di chi mente a se stesso verso chi è sincero.

 

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Crepa

Camminavo rasente ad un muro su una via che porta ad un portone e là sotto gli alberi vicino alla radura c'era un vecchio seduto allo sgabello. Le mie mani toccavano per gioco la parete di quel muro diroccato e quel vecchio da lontano mi guardava e sembrava che dicesse vai lontano. Io avanzavo lungo il muro e lui da lì, fermo immobile a spiare ogni mio gesto. Ad un tratto tra le dita sento un vuoto, una crepa su quel muro tutto bianco, io mi giro guardo in basso lì quel punto e la vedo lungo tutta la parete. Dove porta e perché è così profonda penso ferma davanti all'apertura. Poi mi giro ed il vecchio più non trovo quasi fosse ingoiato da qualcuno, da qualcosa . Io mi tocco e mi sento fino all'osso e capisco di aver visto solo un sogno. E' la crepa nel mio cuore di passato quando un vecchio mi guardava ed io investivo, e da allora non sopporto quella vista e non posso più sentire quel gran vuoto.

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Cartolina nella memoria

Era di luglio, campo di girasoli volto e contorno nella distesa intorno. I toni dei colori, il giallo nell'arancio, il biondo di una spiga, la sabbia e il mare azzurro. Tutto è rimasto immagine, capace poi di vivere, di andare oltre quel tempo e anche il suo momento, per creare poi un movimento.

A capo sono andati, i passi ed i viandanti, per proseguire sguardi che in un attimo si sono fermati.

Crescono e ancora e poi di più senza un reale motivo, è questo il loro amore, frutto della bontà del dare, ci sono non ci sono, che importa danno entrambi.