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Raccolta di pensieri di Maria Musik
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Esumazione ordinaria »
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Pietro Menditto

Oggi noi romani festeggiamo i Santi Pietro e Paolo. Impossibile, entrando su LaRecherche non pensarti, Pietro, e non avvertire la morsa della nostalgia che la tua assenza infligge. Dovunque tu sia, ti voglio bene.

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Un pensiero per Roberto

Questa Pasqua ha portato molto dolore anche nella vita di un altro nostro caro amico.
Ieri ci ha lasciati Maria, la mamma di Roberto Biagiotti che molti di voi conoscono come nostro consulente musicale e che, per alcuni, è anche amico o collega.

 

Roberto: ti pensiamo e siamo vicini a te e alla tua famiglia, con immenso affetto.
Giuliano, Maria e Roberto.

 

Oh Bella, ciao!

Dedicata a Maria

 

sora Marì, ‘ndo annate?

sembrate ‘na sposa co’ ‘sta veste

azzura ‘nprofumata de viole.

li capelli neri sciorti insu le spalle

ve li pettina er vento e, ce lo so:

puro che nun arisponnete

state a sorride’.

 

l’antri so’ tutti tristi

e c’è chi piagne.

manco s’è preparata l’incartata

pe’ fasse la gita fori Porta.

‘sta Pasqua solo erbe amare

che bisogna sta’ leggeri

quanno se viaggia.

 

A me, nun lo so che m’è preso:

me so’ messa ‘no straccio rosso ‘ntorno ar collo

e mo’, dall’erta der Monte dei Cocci,

lo sventolo e ve canto ‘na canzone.

Oh Bella ciao, Bella ciao,

Bella ciao ciao ciao.

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Letterina di Natale »
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La mia casa è bella

Casa mia è bella, pur non essendo piccina, la più bella che ci sia.

Quando era stata da poco costruita, con l’ambizioso sogno che rassomigliasse ad una cattedrale, ho trovato i due padroni che lavoravano, sudati e affaticati, a rifinirla nell’intento di renderla accogliente. Mi sono avvicinata, dopo essere stata invitata a visitarla, e ho detto: “Non ho casa. Non riesco a trovarne una in cui mi riconosca e, per dirla alla Silone, sono una cristiana senza Chiesa e una comunista senza Partito!” Ho, candidamente però, omesso di avvertirli su quanto fossi passionale e rompipalle. Uno mi ha risposto che, se volevo, quella poteva diventare anche la mia casa a patto che lavorassi per tenerla in ordine e senza aspettarmi riconoscimento alcuno, l’altro ha aggiunto che in ogni casa il coinquilino può vedere la sua casa (ho un po’ parafrasato… ma il concetto era questo).

Quando ho cominciato ad abitarla, mi sono resa conto che già eravamo in tanti, tutti diversi eppure accomunati dallo sguardo puntato non in uno specchio o al video di una TV ma all’orizzonte. Una sorta di comune, con poche regole ma chiare, che coabitava serenamente. Non tutti erano chiamati a svolgere particolari incarichi ma tutti, indistintamente, praticavano l’arte del dono e la contemplazione del bello.

Sono passati gli anni e sempre più persone si sono unite a noi. Ora siamo una tribù: non abbiamo un Dio, non ci sono tribunali, né polizia, né prigioni ma abbiamo un nome ed idee chiare, quelle sì.

Però qualcuno fraintende e crede che l’ospitalità e la gratuità coincidano col poter entrare e uscire a piacimento, senza pulirsi le scarpe sullo zerbino con scritto benvenuto quando varca la soglia e uscire senza nettare dove ha sporcato. Qualcuno si siede a tavola, mangia anche ciò che non ha mondato, preparato e cucinato e, poi, dopo aver detto che ciò che ha divorato faceva schifo, sputa nel piatto in cui mangia. Altri, ancora, entrano nella stanza dell’uno o dell’altro ospite e vomitano il rancio: dopo aver detto “puzzi!” al malcapitato, escono gloriosi e trionfanti perché pare anche il vomito si debba ritenere una preziosa regalia se concessa da cotanto personaggio.

Io sono fra quelli il cui compito è tenere pulita la casa. Di solito lavoro in silenzio: senza farmi vedere raccatto, lavo e lucido prima che altri possano avvedersi della bruttura o scivolare sull’immondizia, finendo a terra bestemmiando e inveendo.

Oggi sono stanca di stare zitta: volete rimanere qui? Siete i benvenuti e nulla vi è chiesto se non rispetto. Non vi piace il rancio? Ottimo, disse il Conte… l’Italia è il Paese dei ristoranti, andate a mangiare altrove e pagate il conto.

A quanti, fra le mie amiche e amici, i miei coinquilini, stanno cadendo nell’illusione che il buonismo paghi, sino a scivolare nel melodrammatico tentativo di conciliare l’inconciliabile… a loro chiedo solo d’essere più avveduti e leggere la realtà per quel che è: tollerare è una cosa, subire un’altra.

Io non pulisco più: ognuno pensi alla sua stanza e la tenga in ordine… qui c’è dono ma non servitù!

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Si chiamava Federica

Oggi è morta Federica. Era stata mia alunna. Era una lettrice silenziosa de larecherche.it. Il suo carattere timido e riservato le impediva di farsi presente con i commenti ma c'era. Era qui per tutti noi: godeva in silenzio delle nostre pubblicazioni. Venne, una sola volta, ad uno dei nostri incontri romani "in presenza": fu l'ultimo all'Asino Cotto. Nel suo consueto riserbo, non disse nulla, non lesse nulla ma, come sempre, ascoltò tutti ed uscì gioiosa da quella riunione conviviale.  Federica era giovane, troppo per andarsene ed amava la vita. Ha lottato contro la malattia con grande coraggio, ha molto sofferto ma, a soli 42 anni, ha dovuto arrendersi. Voi non la conoscevate ma lei conosceva voi, ci leggeva con passione e ci donava la sua preziosa attenzione. Era credente; qualunque sia la vostra fede, dedicatele una preghiera e gli altri un pensiero: stasera doniamole, con gratitudine, un minuto del nostro tempo, un minuto di silenzio.

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Grazie di cuore

n’antro anno sur groppone

lo poi da vede dar fiatone

de quanno zompo e ballo,

lo poi contà sur novo callo

che m’è sortito sulle mano

pe' fa' siggnori 'n baro e 'n nano.

Sipperò c'hai l'occhio fino

potrai vedè er core regazzino

'n core che t'avvampa, 'n core rosso,

'n core che mai se la fa addosso.

er peso der tempo che me piega

me fà rode ma infine nun me frega:

me curvo ma nun me 'nchino sulla greppia

la lascio a li maiali 'chè er troppo stroppia.

E puro se fischia er vento e 'nfuria la bufera

io cerco e trovo la mia primavera

in te che scrivi versi e te 'ntrasogni

in te che me sei amico e m'accompagni.

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Propongo una contro-parata su larecherche.it

A quanti, come me, sono in profondo disaccordo con le manifestazioni celebrative del 2 giugno ed, in particolare, con la Parata propongo di pubblicare poesie, aforismi, narrativa, articoli, pensieri e testi d'altri, includendo nel titolo (o usandole come titolo) le parole CONTRO-PARATA. Una contro-parata dignitosa ma non silenziosa.

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Buon Compleanno, Fiammetta!

Bianca
Urticante
Onirica
Naiade

Concediti
Ora
Momenti
Poetici
Lievi
Estatici
Avventi
Non
Negarti
Offriti!

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Listato a lutto

Fernanda era una passerotto, uno di quelli cicciotti, che beccano le briciole e sono grati.

È volata via, ieri, in punta di piedi, con la classe che non le è mai mancata. Non l’ha strozzata la levatrice e, al mondo, sembrerà giusto che se ne sia andata perché era ora. Ma a me, no!

Mi mancheranno i suoi sorrisi, la sua dolcezza,  il suo aver sempre una parola gentile per tutti.

Mancherà alla famiglia che l’aveva accolta, già adulta, molto tempo prima che una pubblità-progresso la invitasse ad adottare un nonno. La avevano voluta e amata perché amava e si lasciava amare con semplicità. Quando visiterò la loro casa, continuerò a cercare, tra quelli degli altri invitati, il suo viso chiaro ed i suoi occhi sempre pronti alla commozione.

Fernanda, che di bastonate ne aveva prese dalla vita, ci ha insegnato che ci sono due modi per vivere ed invecchiare: puoi diventare acida e brutale, secca come un tronco che va alla deriva od essere buona ed affettusa, scegliendo di rassomigliare alla fata smemorina di Cenerentola.

Serena notte, Signora Fernanda: riposi in pace.


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Testamento biologico

Io sottoscritta Mitilo Cozza, nel pieno delle mie facoltà mentali, in grado di intendere e di volere

 

dispongo che

 

chiunque sia disposto a ripulire accuratamente il mio nero guscio da tutti i cirripedi che da anni vi vivono attaccati potrà cibarsi del mio unico occhio arancione.

Dovrà, altresì, finito il ridottissimo ma succulento pasto, abbandonare le mie valve su una spiaggia perché finalmente, svuotata di me stessa e libera dal basto che porto da anni, possa lasciarmi a mare.



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Dipendenza

intanto scrivo piani di fuga

con la carta rollo una canna

e fumo.

mi faccio di periodi ipotetici

del terzo tipo.


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Invidia

Io, che attacco stelline adesive su cieli di carta, quando leggo i Poeti invidio Dio.
La cosa strana è che, invece d'essere cacciata dal Paradiso Terrestre, mi ci ritrovo dentro, senza provare vergogna alcuna per la mia nudità.

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Buon Compleanno, Loredana

"A partire da una certa età, per amor proprio e per furberia, le cose che desideriamo di più sono quelle a cui fingiamo di non tenere."
(M. Proust)
Che tu possa ricevere in dono tutto ciò a cui fingi di non tenere!
Un abbraccio, con tanto affetto.
Maria

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Equinozio d’autunno

"E' il giorno in cui c'è perfetto equilibrio tra le forze del bene e del male. Un giorno in cui l'invisibile si confonde con il visibile. Il momento giusto per scrutarsi e svelarsi all'interno."
Così iniziava il testo di un augurio che ho ricevuto oggi.
L'avevo scritto, all'inizio dell'estate, che l'autunno è la mia stagione, il mio momento di "risveglio vegetativo".
Così come l'augurio mi è stato donato, lo estendo a tutti voi: che sia un tempo di rinascita.

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1 novembre

La mia era una famiglia di credenti ed al mattino di Ognissanti ci si facevano gli auguri. Era l'onomastico di tutti! Così, anche se fra i più giovani, molti portano nomi che non compaiono sui calendari, oggi è la festa di tutti: il nostro nome è, forse, scritto nel cielo ma, di certo, nel cuore di qualcuno e la santità non deve essere per forza canonizzata ma è quella che, senza bisogno di miracoli, genera amore. Buon Onomastico a tutti!

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Ostaggio dei Signori della telefonia

Carissimi amici,
qualcuno si sarà chiesto che fine abbia fatto. Semplicemente sono tenuta in ostaggio da Fastweb, venduta con riluttanza, da un'altra banda di predoni, Tiscali. Nel mese di maggio, stanca di essere un "vecchio cliente" che pagava il triplo degli ambiti "nuovi adepti" ho incautamente accettata un'offerta di Tiscali. Mal me ne incolse! Dopo un'interminabile serie di bugie e disservizi, ho accettato l'offerta di rietrare in Fastweb ad una tariffa allettante. Secondo errore e nuovo mare di bugie. Il risultato è che da un mese e venti giorni "parlo" con voci registrate, mando fax, raccomandate, solleciti e pago una cifra da capogiro in cellulare. Pare non ci sia nulla che possa fare per affermare i miei diritti di consumatore. Quindi, non vogliatemene per i miei silenzi, anzi, imparate dalla mia storia... e se qualcuno conosce una via di fuga, me la indichi.
Spero presto di tornare a leggervi: mi mancate tutti!
Un abbraccio.