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Raccolta di pensieri di Salvatore Armando Santoro
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Guerra nel mondo

Sempre la solita amica, figlia del popolo e priva di incarichi politici o di professionalità particolari, discutendo con me al telefono sulle guerre in corso nel mondo, ha concluso con una semplice battuta: "Fanno le guerre per accaparrarsi le ricchezze di altri popoli ma poi anche coloro che alimentano le guerre moriranno.
Ed anche loro nella bara indosseranno dei pantaloni senza tasche".
Una bella riflessione filosofica da parte di chi filosofa non lo è.

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La Divina Commedia - Canto Primo

Divina Commedia - Canto 1° dell'Inferno.

I versi 10-11-12 del primo Canto dell'Inferno dantesco suonano così:

1. 10 Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
1. 11 tant'era pien di sonno a quel punto
1. 12 che la verace via abbandonai.

Era consuetudine, ai miei tempi, che gli insegnanti ci facessero studiare a memoria alcune liriche di autori tra i più importanti della letteratura italiana e tra questi non poteva mancare Dante Alighieri. Già a quel tempo il docente d'italiano della mia classe aveva preso l'abitudine di non chiamarmi con il mio nome anagrafico, ma conoscendo la mia predisposizione verso la scrittura e la composizione di poesie mi aveva affibbiato un nomignolo e quando decideva di farmi andare alla cattedra per le interrogazioni diceva: "Oggi venga il poeta"!
E quel giorno ci aveva imposto di studiare i primi versi del 1° Canto dell'Inferno.
Preso dalla foga di "strafare" io avevo imparato a memoria non solo tutto il primo canto, ma addirittura i primi 4 canti dell'opera dantesca.
Cominciai a declamare ma arrivato al verso 1.11 invece di ripetere quello che Dante aveva scritto declamai:

1. 10 Io non so ben ridir com'i' v'intrai,
1. 11 tant'era pien di sonno "in su quel punto"
1. 12 che la verace via abbandonai.

Il professore si accorse che avevo "storpiato il verso di Dante, mi guardò fisso, ma non mi interruppe e mi fece proseguire.
Mi accorsi dello sguardo del professore e capii anche del perché mi aveva guardato.
In pratica io avevo "storpiato" volutamente il verso perché avevo intravisto nella forma utilizzata dal poeta un ipometro creato dalla sinalefe in ..sonnoˆa quel punto..." e, poiché mi sembrava che il ritmo perdesse un colpo e zoppettasse, introdussi quel "in su" che ripristinava l'endecasillabo e riportava la perfetta armonia ritmica al verso.
In effetti nel verso dantesco non c'era nessuna anomalia perché Dante aveva inserito lo stacco "tant'era pien di sonno // a quel punto" e, quindi, l'endecasillabo era perfetto per ragioni metriche, ma a me non piaceva quello stacco perché in effetti la declamazione veniva penalizzata nel ritmo proprio dalla strutturazione di quel verso.
Ma il mio professore mi guardò soltanto senza farmi alcuna osservazione ed io mi convinsi che anche lui forse fosse d'accordo con me e , se avesse potuto, avrebbe cambiato l'impostazione di quel verso secondo il metodo di lettura da me utilizzato.
Ed io continuai a declamare a memoria tutto il primo canto dell'Inferno e, finito il primo canto, cominciai a declamare il secondo.
A quel punto mi guardò fisso ed esclamò: "E allora?" e mi mandò al posto.
Non so se i miei compagni di classe si fossero accorti del cambiamento di verso da me operato, ma da quella volta continuai a ripetere la declamazione di quel verso sempre alla stessa maniera e, questa sera, mi sono di nuovo imbattuto sul primo canto della Divina Commedia ed io il versetto 1.11 ho continuato a declamarlo come lo avevo declamato più di sessant'anni prima.

 

Salvatore Armando Santoro

(Boccheggiano 12.02.2020)

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Accademie ed Antologie Mondiali di poeti e scrittori

QUANDO DIVERSI ANNI INDIETRO (MI SEMBRA INTORNO AGLI ANNI 2007 O 2008) APPARVE SUL WEB FACEBOOK, SU SUGGERIMENTO DI UN'AMICA, MI ISCRISSI ANCH'IO SU QUESTO NETWORK.
QUALCHE MESE DOPO L'ISCRIZIONE, UNA NON INDENTIFICATA ACCADEMIA DEI CIRENEI (USO UN TERMINE APOCRIFO) MI SCRISSE INVITANDOMI AD ADERIRE ALLA LORO ASSOCIAZIONE E MI ELENCARONO UNA LISTA DI BENEFICI E DI STRUMENTI DI CUI AVREI POTUTO DISPORRE ENTRANDO NELL'ASSOCIAZIONE. TRA QUESTI, IL MANTELLO, IL BASTONE, LA CARTA INTESTATA, IL TIMBRO, ECC..., STRUMENTI CHE AVREBBERO CONTRADDISTINTO LA MIA QUALITA' DI POETA. E QUESTO SENZA CHE ALCUNO AVESSE LETTO E VALUTATO LE MIE POESIE PER VERIFICARNE QUALITA' E VALORE LETTERARIO.
IL TUTTO PER LA MODICA SPESA DI ADESIONE DI 200 EURO.
IN PRATICA VERSANDO 200 EURO DIVENTAVO UN ACCADEMICO E AVREI AVUTO A DISPOSIZIONE MANTELLO E TIMBRO (MANCAVA SOLO IL CAPPELLO CHE E' UN COMPLEMENTO DI ABBIGLIAMENTO CHE CONTRADDISTINGUE IN GENERE CHI INDOSSA IL MANTELLO).
DIVERSI ANNI DOPO ORGANIZZAI IL BANDO CITTA' DI MONTIERI E, TRA I CONCORRENTI, VI ERA ANCHE UN MIO AMICO PISTOIESE, CHE STIMAVO TANTISSIMO PER LA QUALITA' DEI SUOI SCRITTI, CHE NELLE SUE NOTE BIOGRAFICA MI INFILO' CHE LUI ERA UN ACCADEMICO ED ERA ISCRITTO ALLA ACCADEMIA DEI CIRENEI.
DICO LA VERITA' CI RIMASI MALE, PERCHE' QUEL MIO AMICO NON AVEVA BISOGNO DI QUELL'ACCADEMIA PER CONFERMARE LE SUE ALTE QUALITA' DI POETA PER LE LIRICHE CHE PRODUCEVA, CHE IN QUALCHE CONCORSO LETTERARIO AVEVA BEN PIAZZATO SUPERANDO IN GRADUATORIA ANCHE LE MIE.
QUALCHE TEMPO DOPO UN'ALTRA BANDA DI VENDITORI ANALOGHI VOLEVANO CONVINCERMI AD ENTRARE IN UNA LORO ANTOLOGIA MONDIALE DEI POETI DOVE AVREI AVUTO SPAZIO E NOTORIETA' TRAMITE LA DIFFUSIONE CHE AVREBBERO FATTO DELLA STESSA IN BIBLIOTECHE E LIBRERIE DI MEZZO MONDO.
FOSSE COSI' SEMPLICE SAREMMO TUTTI LETTERATI ED ACCADEMICI.
MA PURTROPPO C'E' TANTA GENTE CHE CI CREDE E CI CASCA E TANTE VOLTE, CON DESOLANTE INGENUITA', MILLANTA QUESTI TITOLI COME SE FOSSERO ATTESTATI UNIVERSITARI RILASCIATI PER I PROPRI MERITI LETTERARI PER I SAGGGI O LE RECENSIONI SU RIVISTE SPECIALIZZATE A TIRATURA NAZIONALE PUBBLICATI DA CASE EDITRICI O ASSOCIAZIONI ANCH'ESSE NOTE ED IMPORTANTI.
QUINDI, CARI AMICI POETI, QUANDO PARTECIPATE AI BANDI LETTERARI CHE ORGANIZZO CERCATE NELLE VOSTRE NOTE BIOGRAFICHE DI ESSERE MODERATI AD ELENCARE CERTI TITOLI PERCHE' TUTTI CI SIAMO PASSATI E QUELLI PIU' FURBI NON CI SONO CASCATI PERCHE' HANNO CAPITO CHE QUESTI TITOLI NON VALGONO NULLA E, SCUSATEMI SE SARO' SCHIETTO, RIDICOLIZZANO ANCHE CHI LI ELENCA, E NELLA FOGA DI MEGLIO PRESENTARSI SI RISCHIA, INVECE, DI RACCOGLIERE QUALCHE NOTA DI SARCASMO.
PRENDETE IL TUTTO COME UN SANO CONSIGLIO DI CHI E' RIMASTO ANCORATO CON I PIEDI PER TERRA E NON SI FA ILLUSIONI DI NOTORIETA' E MERITORIETA' FUTURA MA SCRIVE SOLO PER DARE SFOGO ALLE PROPRIE EMOZIONI CHE CERCA AL MASSIMO DI SOCIALIZZARE CON QUELLE POCHE PERSONE CHE ANCORA CREDONO NELLA FUNZIONE DISTENSIVA E TONIFICANTE DELLA POESIA.

(Donnas 26.6.2018)