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Raccolta di pensieri di Lorena Turri
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Al bagno Pesce d’oro


Non ti ho più visto, mare, ma ti ricordo.

Narravo alla mia bambina, mentre setacciava la sabbia fina del Lido,
la storia di un pescatore che, dopo lunghi anni trascorsi a navigare di là dall'orizzonte, fece ritorno a casa con un pesce d'oro.
E ci fu una grande festa con le bandiere alzate sino a tarda notte.
Il pesce venne appeso alla parete più grande della hall dove Angela,
la vecchia figlia del pescatore, affittava le cabine e gli ombrelloni.

“E' d'oro per davvero, mamma?”
“D'oro, d'oro!”
“E dove si pescano i pesci d'oro?”
“Di là dall'orizzonte...”
“E l'orizzonte è dove finisce il mare?”
“No, l'orizzonte è dove il mare si mescola col cielo e i pesci d'oro guizzano al tramonto.”
“E' lontano?”
“Lontanissimo!”
“E noi non ci possiamo andare?
“Ci andremo, un giorno.”

E mentre guardavamo il sole addormentarsi lentamente, la mia bambina contava i guizzi dei pesci d'oro all'orizzonte.

*

Premio di Poesia La Leonessa città di Brescia

ARTICOLO SULLA MIA FILASTROCCA PREMIATA A BRESCIA.
PREMIO ASSOLUTO

http://lemienotizie.com/category/eventi-culturali/

agosto 6, 2014 ...

“In attesa di EXPO 2015”: “Cibo per la mente, cibo per la vita”


Una sola lirica è stata selezionata dalla Giuria della quindicesima edizione del Premio di poesia “La Leonessa. Città di Brescia” per la sezione dal tema “In attesa di EXPO 2015”: “Cibo per la mente, cibo per la vita”. Ai Poeti era richiesto di scrivere una poesia a tema aperto, intendendo cibo sia quello che ingeriamo per il sostentamento fisico, sia il cibo che nutre la mentre, la poesia stessa ad esempio.

La scelta è caduta sulla poesia più armoniosa e articolata che ha sottolineato simpaticamente una ricetta, senza perdere il ritmo e la cadenza che la rendono gradevole, in grado di soddisfare il palato anche poetico, se non soltanto quello della tavola.

ROSSA ROSA O TREVIGIANO di Lorena Turri

Se vi capita alla mano

del radicchio trevigiano,

bello, fresco e ben screziato

- rosso e panna colorato –

lo potreste anche donare,

per l’amore dichiarare,

come fosse rossa rosa

al moroso o alla morosa.

Ma se invece un tal languore

non vi piglia proprio al cuore,

ma lo stomaco lì sotto

che reclama crudo o cotto,

lo potreste cucinare

come fiore da mangiare.

E pertanto, ben lavato,

va poi in teglia sistemato,

già da prima in due diviso

col coltello ed un sorriso.

Dopo averlo un po’ salato,

se vi piace, anche pepato

e con l’olio buono unto,

ecco, siamo giunti al punto

di dar fuoco al vostro forno

- a duecento o lì d’intorno -

senza mai dimenticare

con dell’acqua d’irrorare.

Aspettar minuti venti

e impiattar, quindi, contenti

a goduria del palato,

il radicchio ben screziato.

(Se il prezzemolo ti piace

e dell’aglio sei seguace

si può sempre insaporire

ma sol prima d’ingerire.

D’olio un filo ancor ci sta

se la dieta non si fa!)


*

Tendere all’infinito

Con le mie scuse a Sylvia Plath

 

TENDERE ALL’INFINITO

 

Io sono verticale

ma preferirei essere orizzontale

(però solo per certi tipi di orizzontalità).

 

Così sto verticalmente tesa

ma orizzontalmente non starei sempre comoda.

 

Allora… vorrei essere verticaleggiante e orizzontata:

verticaleggiare al cielo

orizzontarmi in terra e al mare.

Vorrei essere eretta e verticale

come quando si cammina

ma anche distesa e orizzontale

come quando si è stanchi e si riposa

 

O ambedue le cose contemporaneamente.

Ecco!

Un piano cartesiano!

 

Voglio essere cartesiana:

verticale e orizzontale

con tutte le mie X e le mie Y

positive e negative

ben ascisse e ben ordinate

tendere a un limite destro

o a quello sinistro

o al limite

allo zero (che mi riesce bene)

oppure tendere all’infinito assoluto

 

a un amore infinito e assoluto

 

ché un amore finito mi infonde tanta

ma tanta malinconica tristezza.

 

*

Scrivere

 

Ci sono mille modi per sopperire alla solitudine e alla, spesso, conseguente noia. Uno tra questi è scrivere. Con le parole non si è mai soli. Io scrivo per farmi compagnia.

*

Il mio appello di Natale

 

Chi troppo ha amato e troppo ama è inesorabilmente condannato alla solitudine e all'abbandono. Perché chi ama, dedicandosi alle persone amate con tutto se stesso, annulla la propria vita, la rende al servizio altrui e non sente il sacrificio né il peso fintanto che ha la forza fisica o quella psicologica per continuare a dimostrare, dando, tutto il suo amore. Quando le forze vengono meno, per moti...vi di salute, per forte stress, per situazioni disagevoli, e si volge verso quelle persone amate per chiedere un aiuto, allora trova il vuoto. Questo perché, gli altri, abituati a quell'amore e a quella dedizione lo credono infallibile. Interpretano il cedimento, non come un fatto patologico, ma come una ribellione, una cattiveria nei loro confronti. Non capendo, abbandonano. E non si curano di chi li ha sempre amati e non riconoscono l'amore che è stato loro dato.
Non sarà mai Natale per queste persone rimaste sole con se stesse con il paradossale rimorso di avere solo amato.
L'amore, il sentimento più divino, si ritorce contro di loro come una condanna e si trasforma in un antro buio di depressione.
E' vero che l'amore non pretende nulla in cambio, tantomeno amore. Si ama incondizionatamente e a prescindere. Però è dovere civile e sociale non abbandonare nemmeno un animale, figuriamoci un essere umano.

NON ABBANDONATE LE PERSONE CHE VI AMANO O CHE VI HANNO AMATO. SIATE QUANTOMENO RICONOSCENTI. PORGETE LORO UNA MANO. NON PRETENDETE.

E' il mio appello di Natale.

Cercate di com-prendere le loro sofferenze e aiutatele ad uscirne.


*

Maltusiano natalizio



 E’ il Natale quella cosa
che fa rima con “uguale”
e per tutti ha d’esser tale
ma però è assai divers.

*

Pensavo...


 Questo grigiore smorza
i bei colori autunnali.

Non mi piace.

Vorrei che il sole si facesse coraggio

e riprendesse il suo trono.

Vorrei rivedere, come nei vecchi autunni d'infanzia,

ancora le foglie brillare e danzare

allegre, proprio come allora,

del loro ritorno alla casa paterna.

*

Amorevolezza

*

Alberi

*

-Anagrammandomi - non potendo commentare-

Lorena Turri

 

Alt! Un errore!

erra il turno,

erra un litro!

 

In terra urlo:

il treno urrà!

 

Orlar unite,

il raro nutre!

*

Maltusiani pensieri

 

 

Maltusiano è quella cosa

che non ho tanto compresa,

ma tentar non porta spesa,

e, magari, riesco ben.

 

Riuscir bene è quella cosa
a cui non son mai riuscita

e pertanto son fallita

nelle cose della vit.

*

Della serie: i tempi cambiano...

 

DELLA SERIE: I TEMPI CAMBIANO! MA COME CAMBIANO? (per rifletterci su)
 
Oggi siamo abituati a usare il verbo scegliere e scegliamo continuamente e di tutto, convinti persino che sia una scelta nostra ciò che in realtà, ma subdolamente, ci viene imposto.
 Che i tempi sono cambiati me lo fa pensare una vecchia pubblicità del 1933 che recitava così:
 
" Esigete MARSALA FLORIO Ristora, Rinfranca, Rinforza"
 
Altri tempi.Tempi in cui, si ESIGEVA!
 
Oggi si sceglie... non si esige. Solo ad alcuni è dato di esigere... tutti gli altri scelgono ciò che è...ESATTO!!!
 

*

Servire, sognare


 Sinderella, splendida signorinetta, stava segregata, sempre spolverando, spazzando, sciacquando stoviglie, servendo sgraziate sorellastre sleali, senza sconfortarsi, sognando sposare sovrano.
 Storia Sinderella, sino sposalizio sognato, sicuramente sanno sia signori sia signore.
 Soltanto sorge spontaneo scervellarsi su:
 
Se servì servire sognando
 servirà sognare servendo?


*

Nel buio



Nel buio fitto fitto
anche il buio
non ha più concetto

*

Assillo



Quando ritroverò il mio tempo perduto
sarò ancora io o sarò mutato?

*

Ho trovato il tempo di...

Cari Amici,
 ricordate quelle belle parole di Madre Teresa?
 Queste:
 
"Trova il tempo
 
Trova il tempo di pensare
 Trova il tempo di pregare
 Trova il tempo di ridere
 È la fonte del potere
 È il più grande potere sulla Terra
 È la musica dell'anima.
 
Trova il tempo per giocare
 Trova il tempo per amare ed essere amato
 Trova il tempo di dare
 È il segreto dell'eterna giovinezza
 È il privilegio dato da Dio
 La giornata è troppo corta per essere egoisti.
 
Trova il tempo di leggere
 Trova il tempo di essere amico
 Trova il tempo di lavorare
 E' la fonte della saggezza
 E' la strada della felicità
 E' il prezzo del successo.
 
Trova il tempo di fare la carità
 E' la chiave del Paradiso. "
 
(Iscrizione trovata sul muro
 della Casa dei Bambini di Calcutta.) 
 
Bene, le ho analizzate attentamente e ho dedotto che:
 - ho trovato il tempo per pensare e ho scritto tante, tante poesie e tanti pensieri
 - ho anche pregato e prego, soprattutto mio padre che da vivo mi dava tanta forza e tanto ottimismo, necessari per affrontare ogni mia avversità
 - dedico molto tempo a ridere, anche se piango spesso, perché ridere aiuta a sopravvivere e perché, come diceva Oscar Wilde, la vita è una cosa troppo seria per essere presa sul serio
 - trovo sempre il tempo per giocare. Adoro giocare con le parole, mi piace l’enigmistica e giocare a carte . Ho sempre giocato con mia figlia e ci gioco anche adesso che lei è una giovane donna e io una vecchia madre. Gioco coi suoi peluche e do loro una voce e li rendo vivi, come fossero membri della famiglia, veri
 - amo e ho amato, molto e continuerò a farlo. Chi mi ama lo sa. Chi non mi ama non ha perso il mio amore ma soltanto il suo. Non ho rimpianti, non ho rimorsi.
 - Ho dato molto e continuo a dare, fino ad annullare me stessa, le mie aspirazioni e la mia vita. Sono contenta di continuare a farlo e non mi sento una eroina, ma una donna, semplicemente.
 - So essere una buona amica, e il tempo di esserlo non mi manca. Sono disponibile.
- Ho lavorato e lavoro ancora anche se sono disoccupata. Una casalinga non smette mai di lavorare.
 Ma… non avevo mai trovato il tempo di fare la carità.
 E così………………………….
 …………. mi sono iscritta al corso di soccorritore per fare il volontario della Misericordia e troverò il tempo per aiutare chi soffre, compresi quelli che soffrono come me! Perché quando si soffre si ha sempre bisogno di una mano amorevole e amica!!!
 Forse non meriterò il Paradiso, ma morirò felice.

*

Di-vino ottimismo



Or gocciola l'autunno dentro al tino

fra qualche mese brinderemo a vino!

*

Una domanda


Perchè tanta cattiveria?

*

Finito carosello


Adesso che nessuno ho da aspettare

corico presto i sogni dentro al letto

ripiego la speranza

nel cielo di una stanza

in un cassetto chiudo ogni diletto

e provo corpo e cuore a riposare.

E' come ritornare un po' bambina:

finito Carosello, la nannina!


*

Un tasso e una tassa


Cosa fanno un tasso e una tassa prima di fare l'amore?

Chiudono le imposte!

*

il mio pensare




ragno che tesse la tela

in un luogo senza insetti
 



*

Auguri



A tutti i poeti e le poetesse de La Recherche giungano i miei affettuosi auguri per una Pasqua in letizia e poesia.

Lorena

*

Tifo per Te!



Ricordi, papà, le ultime parole che ci dicemmo l'ultima volta che ci siamo visti, quella prima domenica di settembre del 1999, nove giorni prima che tu mi lasciassi per sempre?
Ti avevano rubato l'antenna della radio alla macchina e io, scanzonatamente, ti chiesi:
- Non ti avanza mica, per caso, un'antenna, che non mi si sente la radio? -
E tu, ridendo rispondesti:
- Sì, sì...te fai la furbina... -

Sono passati tanti anni da quel giorno e sono successe tante cose, molte bruttissime. Tante ancora insistono o persistono. Ma forse ne sei al corrente. Forse, alcune volte, sei riuscito a intervenire migliorando qualcosa da "là", dove ora sei, dove non so e non saprò mai finchè non ti raggiungerò.

- Papà, lo sai che se non ti avessero rubato l'antenna avresti potuto sentirmi alla radio il mese scorso? Dico sul serio, sai! -

Mi manchi da morire!

E' la tua Festa oggi... e siccome non puoi battermi a Burraco, come tuo solito, gioca con gli Angeli e vinci, come sempre vincevi!

Tifo per Te!

*

Plagio?


Cari amici,

questa mattina, casualmente, ho scoperto che una frase di una mia poesia viene utilizzata come citazione in diverse occasioni e principalmente su Facebook, ma con una firma che risponde al nome di "STEFY" che, oviamente, non sono io.

La poesia è questa che segue e i versi della chiusa la frase plagiata:

http://www.larecherche.it/testo.asp?Id=2954&Tabella=Poesia

Che devo fare?

*

Vorrei


Vorrei...
pungermi col fuso orario
e dormire cent'anni!

*

l’ultima degli stonati


Leggo tanti bravi poeti, non dotti, ma colti e sapienti.
Parole belle che fanno nido nell'anima
che si srotolano fluide sul foglio.
Resto ammirata, talvolta davvero incantata.
M'inchino!
E penso:
ma io qui che ci sto a fare?
Forse è un bisogno, forse è voglia, comunque, di cantare.
Sono l'ultima degli stonati in un coro di voci bianche.
Rideranno di me?
Fa' niente.
I miei limiti li so a mente.

*

La casalinga Lorena al supermercato



Entro sinuosa come un’Esselunga
convinta che Conad sia un barbaro aitante

"La Coop sono io, ma che si crede!"
dico a un commesso che neanche mi vede.

Guido il carrello come fosse una Porsche
compro le arance, latte e brioches.

Mi guardo a uno specchio, mi aggiusto il capello
poi afferro con grinta un petto di pollo.

Passo al reparto surgelati:
ma che bellezza, sono già cucinati!

4 salti in padella?
Evvai! Stasera a cena almeno si balla!

Vado alla cassa, pago e poi esco
ma mentre rimetto il carrello al suo posto
muovendo l’anca un poco in tralice
mi strizza l’occhio un tale Felice...



*

confessione di una bambina di due anni

                                                                     Quelle che seguono sono le precise parole 
                                                                     pronunciate da mia figlia all'età di due anni.
                                                                     Forse non è stata la scelta migliore,
                                                                     ma sarà lei a dirlo.




"Sai, mamma
quando ero in Cielo
prima di nascere
guardavo tutte le mamme sulla Terra
ti vidi e dissi:
- Voglio quella lì! - "


*

Cavolata


Sulle Cime di Rapa
nei pressi di Bruxelles
qualche Broccolo
dei Broccoletti
e un Fiolaro di Creazzo
con Verze e Cappucci bianchi e rossi
dibattevano in Cinese
di variopinti Fiori
bianchi, verdi e pure violetti.
Un Romano
lì presente
non ci capì un cavolo!

*

non-so-ma-so

Pensiero 

Io non so scrivere

non so poetare

non so dipingere

non so disegnare

non so cantare

non so musicare

non so scolpire

non so incidere

non so fotografare

non so recitare

non so leggere

non so neppure nuotare!

 

Io non so.

 

Ma so che il silenzio del corpo

equivale al silenzio dell'anima

e in quel silenzio io so amare.

 

Chi amo?

 

Non so.

 

Ma Ti penso, nel mio silenzio.

 

Ti penso impensabile

e in questo pensiero

provo un grande benessere.

Quasi una Felicità.

 

Tu, sei la Felicità.

 

Ora so perché è impensabile

essere umanamente felici.

 

 

5 luglio 2005

 


*

Annessi cutanei



- Le unghie ricrescono - 
mi dico ogni volta che le taglio
me lo ripeto sino all'infinito
nell'esasperata convinzione
che anche le ali 
(che qualcuno mi ha tagliato)
ricresceranno a suo dispetto
e non sarà solo un graffietto il volo mio
quando l'avrò spiccato.




*

Rinunce



Rinunci all'amore?
Rinuncio
E alla libertà?
Rinuncio
E alla vita?
Rinuncio

(A cos'altro rinunci?
A la Recherche)


Un caro saluto a tutti

Lorena

*

vorrei essere bambino

 

 

i bambini ridono

più volte al giorno

piangono anche

più volte

 

io mi sveglio al mattino

col volto triste

con gli occhi asciutti

 

vorrei essere bambino

e ridere

e piangere

durante il giorno

a prescindere

 


*

Il mio cubo di Rubik

 

è un cubo di Rubik

l’ anima mia che rivolto tra le dita

a giorni alterni

in cerca di una faccia almeno

a tinta unita


*

Sembra un nonsense

 
STORIELLA

Un imparavolato farlingotto,
simil a guazzalletto o mozzorecchi,
mentre ribobolava salamoie e suzzacchere
con albagia burbanzosa,
da un lattonzolo, con cachinno,
fu mandato a sfondar dèstri.


Sembra un nonsense ma non lo è. Le parole che ho usato per questa amena e improvvisata storiella sono tutte italianissime e certificate anche se desuete, ormai. Fanno parte della nostra storia di costume e linguistica.e come tali devono essere salvaguardate... e perchè no, recuperate!
Le trovo bellissime!
Tratte da "Il libro delle parole snmarrite" di  di Sabrina D'Alessandro - Rizzoli - con prefazione di Stefano Bartezzaghi

Scrive l'autrice:
" C'è un modo straordinariamente rotondo per definire un uomo di bassa statura e alta considerazione di sé : "salapuzio". "

Chi vi ricorda? ;-))) La memoria, in tal caso non si perde nei tempi...

*

tutto dipende



se è vero che domani è un giorno nuovo
mi siedo qui aspettando un altro sole

non penso che di questo sia migliore
ma credo che dipenda dal mio umore!

*

Il più bel regalo

Cari amici recherchiani,
voglio condividere con voi il mio regalo di Natale. Il più bel regalo che mai abbia ricevuto.

Lettera

Alla Mari*

Questo è il mio regalo di Natale per te, vorrei che lo leggessi ogni volta che, come dici tu, "ti senti inutile".
Mi piacerebbe ricordarti, in quei momenti, quanto hai fatto e quanto riesci ancora a fare.
Non abbatterti, pensa alla tua marcia in più: tu sei diversa da tutte le altre mamme perché non hai semplicemente messo al mondo una figlia, ma ha "ri-messo al mondo una piccola donna", così piccola che voleva sparire, così piccola che non riusciva a sostenere il peso del mondo, così piccola che faceva fatica ad accettare la vita con leggerezza.
Parlo al passato anche se poi tanto passato non è, ma sappi che la piccola donna vuole diventare grande e forte per tirare un calcio al mondo e far vedere a tutti quanto vale.
E non pensare che questo sia merito di Bologna, di Danilo, del Di Paolo, della Mantua*, delle compagne di Università o di Roma*, il vero aiuto era accanto a me ogni momento del giorno; ogni tanto si è lasciato andare, ogni tanto aveva una forza incredibile, ma in ogni caso era lì, perchè si sa...
.. " CHI HA MARI NON TREMA"


note: *Mari sta per mamma Maria (Maria è il mio secondo nome ma solo di Battesimo)
*A Bologna l'ho accompagnata per andare a conoscere un suo amico di Facebook
*Di Paolo e Mantua sono rispettivamente lo specializzando e la dottoressa di psichiatria che l'assistono nella sua malattia (anoressia nervosa) c/o gli Ospedali Riuniti di Santa Chiara a Pisa
*il 27-28/12/11 sarà a Roma con le sue colleghe universitarie per vedere la mostra di un artista anatomopatologo

Regalo

"Il libro delle parole altrimenti smarrite" di Sabrina D'Alessandro con prefazione di Stefano Bartezzaghi - ed. Rizzoli - aprile 2011

Dedica

" Natale 2011

Alla mia mamma,
che mi ha insegnato che non
c'è gioco più bello
di quello delle parole!"
Liza


Un regalo un po' erudito
ma di certo assai gradito

a chi, con gran rispetto,
e con gesto temerario,

tra tanti libri ha prediletto
il buon vecchio dizionario!!!

P.S.: perdona lo sfogo poetico,
ma se è vero che la
tacca "ri-va" al legno..."

Cari amici, l'emozione non ha voce, canta Celentano... ma ha una tastiera, scrivo io!



Buona fine e buon principio!

*

La mia letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

ho un solo desiderio da chiederti, anche se so che non fai miracoli.
Vorrei essere sempre - e quando dico sempre dico sempre - e da tutti - nessuno escluso - esser chiamata col mio nome.
Mi chiamo L O R E NA e non diversamente (di secondo nome faccio Maria, ma non me lo merito, quindi si può ignorare)!
Fa', ti prego, che questo avvenga e se qualcuno si sbaglierà - metti tu una parola con Giove - che un fulmine lo colga!

Grazie.

Buon lavoro e buon...Babbale!

Lorena

*

clicco due volte


Voglio fermare Babbo Natale
clicco due volte
ed è già Carnevale

Voglio fermare Pantalone
clicco due volte
...
clicco due volte
...
clicco due volte
...

ma ecco riappare Babbo Natale
oh, meno male!

Che brutto sogno
un sogno inv(f)ernale
clicco due volte
e riaggiorno il portale!

*

A Babbo Roberto Natale

Caro Babbo Roberto Natale,
grazie per questo bel dono che mi tiene incollata al pc - tassativamente con la pagina aperta de LaRecherche - e non mi fa fare più niente alimentando i miei sensi di colpa, come si conviene a una casalinga depressa! ;-)))
Ma grazie soprattutto perchè questo scrivere a più mani mi fa pensare che un mondo, come io lo sogno, è ancora un mondo possibile.
Sul n. 23 di Agosto 2011 della rivista Poeti e Poesia (ed. Pagine - diretta da Elio Pecora), è stata selezionata una mia poesia, già pubblicata in questa rivista online.
La poesia in questione è titolata "Uno stormo e un prato" e si può leggere qui:

http://www.larecherche.it/testo.asp?Id=5148&Tabella=Poesia

Ecco, ora noi siamo come lo stormo e il prato da me descritto. Siamo "la penna insieme a tante" e "un arabesco di radici".
Le nostre "casette" hanno costituito un villaggio dove noi voliamo liberi e sempreverdi.

Ti voglio bene, Babbo Roberto! Grazie.

Loren(n)a

*

Il bugiardino



lo sa il verniciatore molto bene
che se la superficie è difettosa
lo strato di vernice non cancella
ed anzi, le magagne mette in vista

lo sa il verniciatore molto bene
e forse c'è anche scritto sul foglietto
del fondotinta che uso ogni mattina.


*

tuo/mio


è tua la dolcezza
che sempre cercai
in lunghe notti di pelle smarrita

è tua quella mano
che allarga emozioni
sino all' acuto del respiro

e tuo è lo sguardo
che imploro e che voglio
in lenzuola dal profumo di spigo


è mio il sogno
che lentamente svanisce
negli occhi delle mie certezze

è mio il pianto
che allagando la vita
mi deforma gli occhiali 

e mio è il dolore
nelle tue assenze.


*

Al posto di blocco



Al posto di blocco
il carabiniere disse:
"Esibisca le catene"

Gli mostrai i miei polsi.

*

Può darsi

 

Tutto può darsi
ed anche può dirsi
e può darsi che,
trovando il coraggio
di dirsi tutto
- almeno l'indispensabile -
e soprattutto
che a furia di darsi
senza capirsi
si finisce col niente da dirsi,
sia  la cosa più giusta da farsi.

 

*

La morte é vicina


La morte non temo,
non mi fa paura.
La vita che vivo
mi rende insicura.

Son troppi i problemi,
gli affetti carenti,
che inutile vita
stringendo anche i denti!

Son stanca davvero,
non ne posso più;
mi manca il respiro
ed anche Gesù!

Se perdo la Fede,
la speme e la gioia,
è certo che poi
m'uccide la noia.

*

Al Grande Capo (Roberto Maggiani)




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UN PRATO FIORITO DI AUGURI PER TE



BUON COMPLEANNO ROBERTO!


*

A Giuliano Brenna



Propongo un festeggiamento in allegria con tanto di cappellini, trombette, lingue di menelik, coriandoli e stelle filanti in onore di Giuliano!

B U O N  C O M P L E A N N O!


*

Il segno di un senno



Il mio astolfo amico è partito
col suo ippogrifo a pois
alla volta della luna. 
Aspetto il segno di un senno,
placando il mio furore con un sedativo
ma ho un groppo al cuore.
San Giovanni non vuole inganni,
così dicono ed io ci credo.

*

potrò dirmi


e dopo tutto
quando mi accorgerò
che anche i miei sbagli
sono andati a buon fine
potrò dirmi soddisfatta dalla vita

*

PUO’ UN GLICINE?

 

 

(ritrovato nel mio cassetto)


Vedi

      come in questo marasma virtuale

siamo tutti unodeitanti

utili e mai indispensabili

 

vedi

      come l’essenza umana

talvolta non ha valore.

 

Se per un solo attimo ti allontani

nessuna lacrima verrà versata per te

nessun ricordo ti recherà fiori.

 

Finché dai

                ricevi ipocriti consensi

quando smetti di dare

                               di ciò che hai dato non c’è memoria.

 

E la parola?

Un gelido strumento nelle mani

                                             di chi meglio sa usarlo.

 

E i sentimenti?

Oltraggiati dall’ignavia.

 

Non c’è ragione di cercarsi

nel dilagare del mero individualismo.

Non c’è ragione di capirsi e di aiutarsi

giacché capire e aiutare

qui è materia da illusionisti.

 

Vedi

       come niente ci lega

ci accomuna.

 
Nella parvenza. Forse.

 

Ognuno arrampicato sul suo specchio

uccide nel silenzio  ogni rampicante.

 

- Senza un corpo solido

può un glicine arrotolarsi nell’aria? -



*

Sul dorso dei libri (Non avevo capito niente)

Non avevo capito niente


Non avevo capito niente:
cosa tiene accese le stelle,
le luci di settembre,
il gioco degli specchi,
la misura della menzogna.

La mela che non mangio
è così e basta
nessuno si salva da solo.

(Angelo custode cercasi...)





Nota: versi e titolo sono titoli di libri

*

Da capo, donna!


da capo, donna!
(con pacca sulla spalla
e tentativo di tirare su le mutande)


...e passato il compleanno
come fosse capodanno
inizio un nuovo anno!


*

Nonsense di una notte di luglio

Nonsense di una notte di Luglio



Ho mangiato dell'aglio!
Sospiro... no, raglio
m'hanno messo un bavaglio
ma è stato uno sbaglio
voglio uscir dal serraglio
non son'io il bersaglio
Oddio!, mi travaglio...
(forse è colpa dell'aglio)
in questa notte di luglio
ma che brutto garbuglio
proprio come un miscuglio
o una specie d'intruglio
Ora tento il disbroglio
(mi torna su l'aglio)
scrivendo su un foglio
"io sono un germoglio
un fiore, un candido giglio"!

Che notte di Luglio!
Fu il caldo, fu l'aglio
oppure un imbroglio?


*

Scambio di sensi



la mano è lo sguardo cieco che sconfina

la lingua, il tocco umido che imperla

l’orecchio, una bocca sempre aperta

l’occhio, il fiuto immediato della realtà 

il naso è l’auditorio critico dell’essenza

 

(il sesto senso è il sensore dei sensi)

 

 


*

Per me è importante... quasi una filastrocca



Per me è importante il gesto e la parola

quelli veri, per non sentirmi sola;

l'abbraccio forte che mi accoglie tutta

la sussurrata sillaba, mai asciutta.

 

Non il gesto pomposo ed eclatante

ma quello largo è per me importante

come quando si stende la tovaglia

per un bel pasto insieme che ci uguaglia.

 

Non la parola già figlia del vento

importante è per me in questo momento

ma il suono dolce e il suo significato

di una parola che non h

*

Ammesso che



mi sfianca

il cinismo della realtà

mi sfiancano le attese

sottomesse al moto perpetuo delle lancette

mi sfianca questo vivere

nelle pretese che detta l’incertezza

e persino amarti mi sfianca

amarti e amarsi nel crogiolo del giorno che-ammesso-che

perché c’e sempre da ammettere qualcosa

come una sorta di paratoia o di paravento

necessari (pare) ma senza sapere a chi.

 

*

Fila strocca



Fila strocca
sulla rocca
fila dritta
come un fuso
bagna il dito
prilla il filo
come Berta
che filava
lana, seta
ed altre fibre
fila fila
la filanda
profumata di lavanda
e chi fila via
non sa
cosa mai si perderà!

*

Sul ricordo



Svegliarsi al mattino già stanchi.

Ci sono quei giorni di noia e dolore.

Da un quadrello di vetro il quadro del mondo
è un paesaggio di sole, di pioggia, di vento
o soltanto di neve che scende in silenzio.

Poi pian piano  il giorno si chiude
sul ricordo di un tenero tramonto

un bacio 

un sorriso

una lacrima triste

un occhio all'infinito


(ma se tu all'improvviso tornassi
per non partire più
o per portarmi via
allora riposerei i giorni restanti
in un lunga, lunga  poesia... )


*

Così va il mondo...



esempio a caso:
un povero cetriolo
prende la colpa!

*

Il cavallo che cavilla

 

 

Il cavallo che cavilla
cavillava su una spilla
vacillava su una spalla
spalleggiava una cavalla
e avallando le spillava
ogni villo dal cervello.


*

Dicerie

 

Dice un sardo: sono sordo

Dice il tordo: sono tardo

Dice il curdo: toh, un cardo!

Dice il bardo: son sul bordo

Dice il lardo: sono lordo

Dice il gatto: sono pardo

ma che c’entra non si sa

Dice il pardo: “gatto, vien qua!”


*

Buongiorno a tutti


Buongiorno a tutti... sono stati risolti i problemi che impedivano di commentare le mie poesie?

*

Origami

 

A petalo ho piegato il foglio mio,
nelle tue mani
 adesso è questa rosa.

 

 

*

E’ più facile che un cammello...

E' più facile che un cammello, in due non sempre è possibile

Tentammo di passare abbracciati

per la cruna di un ago

come due cammelli assetati

ma rimanemmo impigliati

per l’unico nodo ancora non sciolto:

la coda

(mentre di là, un ricco rideva)



*

Acrostico



L
ontana dal Mondo fu la mia scelta
Oltremodo vicina a distanza
Reclusa nel vuoto degli eventi
Entrando/uscendo ma sempre scalza
Non perchè non avessi le scarpe
Anzi per non aggiungere baccano al baccano.


*

Previsioni del tempo


Previste piogge.

 

Per i poeti pioverà sulle tamerici salmastre.

 

Per le casalinghe sui panni stesi.

 

“O Ermione”, per quest’ultime,

sarà un’imprecazione

più che un vocativo.


*

Madri

Creava fiori finti

per poche lire

serbate in una busta

tra la biancheria.

Aveva mani stanche

a far tardi la notte

con i suoi fiori anche nel letto.

 

Era una tazzina di caffè

prima di andare a scuola

il mio gesto bambino

per la mamma-formica che ricambiava

nei giorni di festa.

 

Oh, se mi manca il sapore del caffè

a letto la domenica!

 

Ma sono mamma-cicala

e tra la mia biancheria

conservo soltanto buste di lacrime

a far tardi la notte

assemblando fiori veri senza un letto

 

(con occhi stanchi

arrochita 

e mani doloranti)


*

Da sola con la Poesia

 

io e Te

noi due sempre da soli

a guardarci negli occhi.

Non afferro lo sguardo

non comprendo

se sono io a guardare Te

oppure Tu che guardi me.


Tu sei Tu

Io non so che cosa.


E giochiamo come due innamorati

a dirci

          ti amo…

… io di più


*

28 marzo 2011 - Beautyfavola -

Tra fiction e reality

 

la vita

 

un alito reale

regina della fantasia.

 

 

- prima puntata -

 

Cenerentola è andata al ballo!

La zucca che le serviva soltanto per cucinare risotti si è magicamente trasformata in carrozza conducendola in un famigerato – perché frequentato da poeti e i poeti, si sa, sono strane creature più o meno famose - castello romano dallo stuzzicante nome di “Cheese and Cheers” dove anche i topi ballano non tanto per l’assenza dei gatti quanto per la presenza di invitanti formaggi. E non solo, ma anche di salumi della Foresta Nera, meno terribile della dantesca Selva Oscura, di gnocchi succulenti, di porchette e tortini meno porche e meno torti di certe tortuose porcherie a cui sono inesorabilmente avvezzi i nostri occhi e i nostri orecchi. E calici di vino e di birra bavarese che, come un solerte artigiano del varesotto fa le scarpe a molte altre birre!

Era la sera del 28 marzo 2011.

Una data storica per la casalinga depressa ormai da lungo tempo rassegnata a vivere chiusa nella sua stanza buia che, con pennarello d’oro indelebile ha cerchiato nel calendario della sua memoria e ha stampato sul cuore.

Il principe Roberto, lì per lì, stentò a riconoscerla, forse perché lei, uscita dallo specchio - reclamato peraltro da Biancaneve - e smesse le vesti rese inesorabilmente nere dall’assenza di luce della sua abituale dimora, si presentava coi capelli ricci tanti quanti i suoi capricci, con abiti svolazzanti color noisette (volendo anche noiotto, ma Lancillotto, con la scusa di non trovare parcheggio, si era defilato dal ballo per andare a strafogarsi di abbacchio a scottadito in un ristorante poco più in là) e due fili di perle lunghi quanto i suoi rosari.

Riconosciuta che l’ebbe, l’entusiasmo fu palese.

Al contrario, lo chef Giuliano non ebbe dubbi e così pure la bruna principessa Maria. Dal canto suo, a Cenerentola, riappropriatasi per l’occasione del proprio nome – Lorena T(urri), deposte le cene costretta a preparare ogni sera – quei volti sembrarono da subito familiari, persino quello di Maria che, pur non avendola mai vista, come gli altri, in foto, aveva più o meno immaginato così. Potenza di una virtualità vissuta con intensa condivisione di emozioni che riesce a realizzare l’immaginato!

 

- continua -

 


*

Inizio

(con le mie scuse a Torquato Tasso)


S'insinua tra ogni ramo
un'aura mattutina
che mormorar fa l'onda
e tremolar le fronda.

Il canto di un augello
soave e assai ridente
rinnova un sentimento
riaccende un sogno spento.

E' un'alba che mi appare
al suon di primavera
che indora la montagna
che imperla la campagna:

un fremito di gemme
sconquassa il mio arboscello
e rorido d'amore
adesso s'apre il fiore.

*

La fame non vien mangiando...

La fame non vien mangiando ma a digiunare (come disse Totò) 

Ho visto…

gatti neri vittime del razzismo

canguri fallire a tasche piene

vermi single

pescatori che non sapevano che pesci prendere

spinaci che non erano né carne né pesce

sci con attacchi di panico

preti guariti negare di essere stati curati

dentisti estrarre le radici quadrate

caffè corretti per gli errori commessi

errori commessi in un grande magazzino

binari morti in attesa di sepoltura

atleti al ristorante ordinare 2 primi, 3 secondi e 4 decimi

un uomo con un occhio pesto e uno ragù

un concorso arrestato perché era bandito

tende piangere perché erano da sole

 
Ho visto tutto questo e molto altro…

Ho anche riso abbastanza.

Adesso pasta!


*

Tutta colpa del polline

 

 

Un’esplosione di boccioli colorati
un cinguettio tra nidi nascenti
aria pervasa da un aguzzo profumo.

Profumo di primavera.

Profumo che non si sente
con queste narici intasate
dalle recidive invernali

(mentre ci fanno credere 
che è tutta colpa del polline)


*

Pace

Progresso
Amore

Civiltà

Evoluzione…

 

Il contrario è guerra!

 

Rivoglio Gesù Bambino e la Primavera!


*

Quando langue la lingua


Quando langue la lingua
dice il cultor:
"dura minga!"
e la penna s' allunga
fin sulla langa 
e ancor la prolunga...
non fa bunga-bunga
ma un giro di biro
che aggiusta subito il tiro.

Abbraccia e saluta
questa agropennuta
e in punta di lingua
chiude l'arringa!

;-)

*

Lieta



Smangiucchio le pellicine
intorno alle unghie
ogni volta che provo disagio
(cosa assai frequente)
poi spalmo sulle dita
un pensiero ammorbidente
e do la mano a tutti
come se fosse niente.

*

Voglia d’emozioni



... siccome non ho voglia
di tuffarmi in un gomitolo
di strade
m'istrado in un gomitolo
di tuffi.


*

Dolce con l’uva passera

(nonsense con strafalcioni)

Ora che siamo alle sogliole della primavera
mi troverai già mangiata, breve e succinta.
Non ti curare se rido sguainata
pensa piuttosto al mio assaggio di danza
ho studiato da sola
sono un’auto di latta
ma ho un dubbio a croce:
la forza di gravidanza
riuscirà a farmi oltrepassare i ragagnoli di tempo?
Il mio patè d’animo è come un pazzo da 200 pezz
i
e inutilmente affliggo manifesti.
Sto come la Torre pedante
putrefatta di fronte a certe cose
il non super ultrà
una trop-modem entrata nei jeans dei primati!
Ma ho fatto un proposito:
compro una moto che costa una cifra gastronomica
faccio venti riflessioni sulle ginocchia
mi fumo le droghe di legno del mio letto
e coi miei pantaloni a zanna d’elefante
mi ritiro in un altro aceto sociale!


*

Sul dorso delle favole


C'era una volta il Barone Lamberto
- extraterrestre alla pari -
elfi e draghi,
novelle orientali.

L'idea del secolo:
favole al telefono!




Nota: Per la stesura ho utilizzato i titoli di sei libri che ho nella mia libreria.


*

Quel marzolin di Lori

(perla di stoltezza)


Sai che faccio?

M'arzo
e me bevo un Marzemino!

Me vojo 'mbriacà
adesso ch'è Marzo,
er mese birichino!

Dice infatti un saggio
in modo assai virile:

"Chi beve a Marzo rutta poi in Aprile"!


*

mah...

Da quando scrivo d'amore ho perso tutte le amicizie!

*

Dice il saggio...


Meglio una trippa a Trapani che una truppa a Tripoli.

*

Una poesia di Lorena su Poeti e Poesia

Cari amici,
sulla rivista Poeti e Poesia n.21 del dicembre 2010 diretta da Elio Pecora, nella sezione "Mappe e Percorsi", tra le poesie segnalate, a cura di Maria Novella Tarantino, a pagina 90, si può leggere una mia poesia già presente ne LaRecherche:



http://www.larecherche.it/testo.asp?Id=2497&Tabella=Poesia



Ho titubato un po' di tempo prima di comunicarvelo, poi ho ritenuto che è bello condividere con gli amici di percorso le gioie e le soddisfazioni, anche le più piccole.
Sono contenta e ancor di più perchè non me l'aspettavo.

Ringrazio vivamente la signora Tarantino.

*

Il mio dirimpettaio


Gianni non è colto, ma è un uomo saggio.

Ogni suo gesto, ogni parola insegna qualcosa.

Gianni è un uomo in gamba,
con quella sua gamba malandata

e il suo incedere strambo.

Conosce la miseria e il dolore
e con amore accudisce sua moglie

che ha il cervello distrutto da un terribile morbo.

La magnolia era malata - mi ha detto -
e al suo posto pianterà un’aiuola di fiori.


Gianni è il mio dirimpettaio.


Io lo osservo come fosse un Angelo venuto dal Cielo
per insegnarmi a guardare da una finestra.


*

La magnolia di Gianni


Gianni ha tagliato la vecchia magnolia

scavato intorno una fossa

divelto radici

quando tornerà il freddo

sarà legna da ardere

e un crepitio di ricordi.


*

Ai poeti de LaRecherche


Buon San Valentino a tutti i poeti da una poetessa un po' strampalata che vi ama!

Lorena

*

Differenza tra ’volere’ e ’desiderare’

Due esempi banali a riguardo:

1) Sul tavolo della mia cucina c'è un cestino pieno di frutta. Lo vedo e penso: "Voglio mangiare un frutto". Prendo dal cestino un frutto e lo mangio.

2) Sono in camera a rifare il letto. Mi viene voglia di mangiare un frutto. Penso: "Desidero un frutto". Vado in cucina. Si possono verificare due casi:

a) il cestino è pieno di frutta, allora prendo un frutto e lo mangio. Il mio desiderio si è realizzato.

b) il cestino è vuoto. Il mio desiderio non si è realizzato.

"Voglio fare una domanda" significa avere la volontà di fare una domanda, mica stare a fissare le stelle prima di fare una domanda!


*

Niente da dire

Non ho niente da dire.
Che peccato!
Chissà quante cose belle avrei potuto dire...


*

Cambiamenti

(Chi ha spostato il mio formaggio?)

 

 

Chi ha spaesato il mio paesaggio?

Chi ha spossato il mio coraggio?

Chi ha spesato il mio ingaggio?

Chi ha sposato il mio sondaggio?

Chi ha spelato il mio piumaggio?

Chi ha spalato il mio maneggio?

Chi ha spiato il mio passaggio?

Chi ha spaiato il mio dosaggio?

 

Sarà stato un grande saggio

coadiuvato dal suo paggio

che un lontan mese di maggio

ha spostato il mio formaggio!




Nota: Rif: "Chi ha spostato il mio formaggio?" di Spencer Johnson - Speraling & Kufer Editori - 1999


*

Forse un addio


Saluto tutti gli amici de La Recherche, compresa la Redazione.
Vi auguro un nuovo anno pieno di soddisfazioni. Io non so se sarò ancora con voi.
Ringrazio per tutto quello che mi avete dato e abbraccio tutti, ad uno ad uno.

Lorena

*

e così sia!


Ancora un Natale
sempre in controtendenza
al risparmio energetico
perchè di firmamento privo
o di una stella lancetta
spegnerà i suoi fasti di luce.

Finita sarà la festa
e così sia!

La festa dei rossi fantocci
- bianche barbe e sacchi vuoti -
pencolanti dai balconi come impiccati
o ladri di sogni talora di scrigni.

Dov’è il Bambinello?
si è chiesto qualcuno

Nel buio dei derelitti
- credo -
ma non so dire
di un luogo preciso.

*

Buon Natale »
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*

Le domande stancano

Piangere e ridere
E’ inutile?
Mangiare e dormire
Per vivere?
Amare e odiare
Fatale?
Andare o restare
Dove? Con chi?

Le domande stancano

credere e sperare
e un poco sognare 
su cui riposare 

*

Oro, mirra, incenso


è oro la gioia
che ho riposto tra le mani
fattesi conchiglia
é mirra la preghiera
che recito nel silenzio
opalino della sera
è incenso la speranza
che spando nella stanza

*

Il potere delle cose belle

Quella volta che mi disse:
"E' bello parlare con te"
e non si fece più sentire.
Un dimostrazione
che le cose belle
hanno anche il potere
di ammutolire.

*

quando si dice il destino!

Si dice che nel nome e cognome che portiamo sia contenuto il nostro destino.
Allora provate ad anagrammare questa frase e scoprite che nome viene fuori:

"Con Rubi si sollevi"


;-)))


Ho trovato la frase su "Lessico e nuvole" - rubrica di www.la Repubblica.it

*

Quello che il Cielo non sa



Il Cielo non sa
il male che fa il riverbero
dei nuvoloni scuri e rumorosi.
Il Cielo non può saperlo
se nessuno glielo dice.

*

Quello che i bambini non dicono


Dalla cameretta
giungeva disperato
il pianto del bambino.
Nessuno seppe mai
dell’incombere mostruoso
nei suoi sonni
della casina delle api.

*

Crucci economici

Presa d'atto:

- Tremonti deve fare la finanziaria.
- Io devo pagare l'acconto delle tasse alla fine del mese.
- Tremonti ha bisogno di sette miliardi ma ne ha solo cinque.
- A me mancano tre mensilità che un inquilino moroso non mi ha pagato.

Domande:

Come farà Tremonti a fare la finanziaria?

Come farò io a pagare l'acconto di novembre?

*

il calendario


Non sono io che sfoglio il calendario, è il calendario che sfoglia me.

*

Litania


Gli occhi azzurri
che non ho
I capelli lisci
che non ho
Il nasino all’insù
che non ho
La taglia quarantadue
che non ho
La pelle di pesca
che non ho
Le mani vellutate
che non ho
La voce suadente
che non ho

(e poi ancora)

La scarpina di cristallo
che non ho
La bacchetta magica
che non ho
Il castello incantato
che non ho
Il cesto di mele
che non ho
Gli stivali fatati
che non ho
L’isola del tesoro
che non ho
Il principe azzurro
che non ho

è tutto quello che ho.

Se può bastare...

*

Anacronismo


Vivo sempre anacronisticamente il giorno. Oggi, ad esempio, in cielo non c'è una nuvola.

*

La pagliuzza e la trave


Improvvisamente
una pagliuzza
mi entrò nell'occhio

Col tempo
inspiegabilmente
divenne trave.

*

Diceva Kafka...


"Io vivo con gli occhi”, diceva Kafka e anch'io vorrei poter guardare, guardare e vedere quel gran teatro che è il mondo.
Solo l’arte, che mai si scinde dall’evoluzione della società, è capace di oltrepassare i confini dello spettacolo e diventare, appunto, teatro del mondo.
Si ricordi lo sguardo di Cabiria (nel film “Le notti di Cabiria” di Fellini) che, voltatasi verso la macchina da presa, incrocia quello dello spettatore. E’ uno sguardo che reca un messaggio di verità.
Ed è quello sguardo che strappa lo spettatore dalla sua poltrona di spettatore per condurlo con sé a vedere il mondo di Cabiria che è parte del mondo.

*

Fuga d’intelligenza


Mi dissero che ho
una intelligenza fuori dal Comune
(la maiuscola è per non sapere
né leggere né scrivere)
Allora corsi a cercarla
- la sciagurata –
per ricondurla a casa
(con le sue compagne)

Non la trovai

Mi resta il dubbio
(ma quasi una certezza)
che sia espatriata
in tutta fretta!

*

Il carpe-diem non è il mio forte!

Amici cari,
il carpe-diem non è proprio il mio forte.
A volete si spera in un momento di gloria, che a nulla probabilmente serve, comunque fa piacere e, quando sta per arrivare, per distrazione o noncuranza ce lo lasciamo scappare.
Così ho fatto!
La scorsa primavera avevo inviato alla redazione del programma radiofonico “L’uomo della notte” di Maurizio Costanzo, alcune mie poesie poiché ogni quindici giorni, durante la trasmissione, vengono lette poesie scelte inviate dagli ascoltatori.
Avevo utilizzato, per l’invio, l’unico indirizzo di posta elettronica che possiedo recante il mio nome, perché un nome mi sembrava più credibile di un nickname. Ma è un indirizzo presso il quale mi scrive solo il ragioniere per comunicarmi, due volte l’anno, il conto delle tasse da pagare e pertanto, apro la posta in prossimità di quegli eventi.
Lo scorso giugno,con mia sorpresa, trovai anche la mail della redazione del programma suddetto.
Con cuor contento iniziai a leggere e cosa scoprii?
Che una delle mie poesie sarebbe stata letta trasmissione, previo l’invio per posta ordinaria o fax della liberatoria allegata! Evviva!
Ma la mia esultanza si trasformò immediatamente nel suo contrario perché, controllando le date, mi accorsi di essere arrivata troppo tardi, avendo aperto la posta qualche giorno dopo la data stabilita per la lettura.
(Lorena, Lorena… sei incorreggibile… )

No, il carpe-diem non fa proprio per me!

Comunque, son contenta ugualmente.
Se, per caso, vi interessasse sapere quale poesia era stata scelta, vi rimando alla pagina seguente:
http://www.larecherche.it/testo.asp?Id=2040&Tabella=Poesia

*

Tre desideri tre



Porto sempre con me del sidol
e uno straccetto - non si sa mai –
che in qualche discarica non trovi
una lampada antica da lucida’
così che mentre lucido con forza
m’appaia il Genio come per incanto.
Avrei giusto tre desideri tre
alloggiati – qui - in mezzo al petto
una casa
un po’ di tranquillità
e un lavoro certo
- insomma –
tutto quanto serve per poter campa’.
Tant’è che un giorno - mentre rovistavo -
trovai l’oggetto tanto ricercato
e con vigore cominciai a sfrega’
- hai visto mai che il sogno si realizzi! –
Comparì d’un tratto quell’omone un po’ sfocato
(uguale uguale a un cartone animato) :
non esitai un secondo e prima che parlasse
gli chiesi tutto quello che mi stava a cuore.
S’adombrò in viso e scosse un po’ la testa
(sembrò volesse fare una premessa)
ma non gli detti il tempo di parlare
dicendo - rassegnata e con mestizia -
“C’è un limite a tutto - anche alla genialità -
ho ben capito: nun se po’ fa’!”

*

Poesia semiseria di un amore semiserio



Seduta al tavolo di un bar
davanti a una tazzina di caffè
io penso a te
e ti mando un messaggio col telefonino:

“ Ti amo
e tu, mi ami?
Non me l’hai detto mai.
Che sbadata!
Forse perché
io non l’ho mai detto a te.
Oh!
Nella mia sconfinata sbadataggine
sono riuscita a dirtelo.
Meriterò un posto nel tuo cuore
o in un cioccolatino?”

Bevo un sorso di caffè,
scarto il mio cioccolatino
ma subito sento un suonino.
E’ la tua risposta al messaggino!

“Ritenta,
sarai più fortunata!”


- Signorina, per favore,
mi porti un altro boero,
grazie. –

*

Guarda chi c’è!



toeletta

to(h), Eletta!!!

*

Nel grigio chiarore



Nel grigio chiarore di questo giorno
a noi che grandi non siamo
il suono amarello* di una tromba
ci tocca l'anima.



Nota: amarello= mia italianizzazione della parola portoghese "amarelo", cioè "giallo"

*

I due lati



Certe volte mi chiedo
se la vita
sia il lato oscuro
dell’esistenza
perché a pensarci bene
l‘altro lato
deve avere tutta un’altra
luminosa consistenza.

*

Cercando l’ispirazione


Ogni volta che cerco l'ispirazione trovo il silenzio... bisogna che cominci a cercare il silenzio!

*

Separati in casa


Destra e sinistra, le due grandi mani della politica, sono riuscite a dividere in due un Paese, un'Italia che è l'unica e vera casa degli italiani.
Complimenti davvero!
Tolte di torno le mezze stagioni, le vie di mezzo, le mediazioni e la virtù che sta sempre nel mezzo, gli italiani si presentano così: da una parte i belli e dall'altra i brutti, i buoni di qui e i cattivi di qua, intanto che Paperino cerca Quo a “Chi l’ha visto”, i ricchi e i poveri, che già c'erano ma cantavano "Che sarà", il giorno e la notte, così senza la sera non ci immalinconiamo più e, dulcis in fundo, la torta con ciliegina: lo schiavo e il padrone!
Fine di una democrazia (?)
E così mi prende una certa nostalgia dei bei tempi andati quando il mondo politico era come un firmamento costellato da tante stelline: la DC, il MSI, il PCI, il PSI, il PDUP, il PSDI, e via dicendo, compreso il PRI.
Il PRI: PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO!
Aveva come simbolo la foglia di edera.
Erano i tempi in cui l'edera andava per la maggiore, anche se non proprio grazie a quel partito.
Comunque il PRI non perdeva occasione di sfruttare i consensi che riceveva quella semplice fogliolina per farsi propaganda.
Il successo di Nilla Pizzi con la canzone che recitava "avvinta come l'edera", scatenò le fantasie degli orafi e nelle vetrine dei gioiellieri luccicavano foglie d'edera di tutte le specie e di tutte le dimensioni.
In quel periodo mariti, amanti e innamorati regalavano, come suggello del loro amore eterno, alle loro donne, la spilla a foglia d'edera.
Signore e signorine sfoggiavano, appuntate sui baveri delle giacche e dei cappotti o sui colletti delle camicette, il romantico simbolo d'amore come un vessillo. Vessillo che poteva essere scambiato per il simbolo del PRI!
Ricordo che fu per questo che mia madre smise di portare l'amata spilla. Un giorno incontrò un tale che si complimentò con lei per il coraggio di esibire l'emblema del suo partito.
Mia madre ci rimase così male, che da quel giorno depose nella sua custodia la foglia d'edera e non volle più saperne. Mio padre comprese questa sua scelta. In fondo l'amore si può anche non sbandierare allorché dia adito a fraintendimenti.
Quelli sì che erano tempi!
C'era posto per tutto e per tutti, anche per l'amore, quello che avvince come l'edera!
Ora invece, siamo divisi a metà, siamo coppie di separati. Separati in casa. Senza più amore.
Siamo due mani di uno stesso corpo che ora possono solo congiungersi per pregare.
Pregare che qualcosa possa davvero cambiare!

*

Come mi sento


A volte mi sento come una dama di San Vincenzo, altre come una rima, insistente, noiosa e sempre quella!

*

Roberto Maggiani su Poeti e Poesia

Cari amici,
sono a informarvi che sulla rivista "Poeti e Poesia" Ed. Pagine e diretta dal poeta Elio Pecora n. 20 - Agosto 2010 - è presente, tra gli altri, anche il "nostro" Roberto Maggiani
con alcune sue poesie tratte da "Insistenze" e "Spazio espanso".
Mi permetto di proporvi la lettura di una una di esse che mi è piaciuta particolarmente. Quasi un haiku.

Da "Insistenze" - Marea (3)-

Indugia il cielo
nel suo fulgido nitore -
silenzi impercettibili
dilagano.



Complimenti a Roberto.

*

A warm woman


Sono l’impasto caldo dei colori d’ottobre
Il muschio bagnato del sottobosco
L’ultima foglia che al vento resiste
Una castagna tremante dentro al suo riccio
Il forte amamelide dalla magica bacchetta
Il grappolo d’uva che non sai prendere
La capra testarda che s’accoppia in autunno
Il fungo boleto che ti scoppierà dentro.

(Chissà se una donna d'autunno
farà cadere la foglia ad Adamo...)

*

Tentativo di poesia metasemantica


La lolimia e il frustabo

A una lolimia che smancia
e sbecchia la brancia
s’accasta semendo
un brusto frustabo.
Con sbrinca caliva
– pastente in sordiva –
marza maldenze
di merchia sfargianti.

Chi, ande, cardire
sequanime e astarto
sarvà, se berca un ferente?



Prometto di non riprovarci!!! ;-)))

*

Una farfalla

Una farfalla
ha scelto la mia casa
per morire.
L'ho seppellita
in un vaso di fiori.

*

Il drittofilo


Che una pezza di stoffa
non si straccia
la solerte sarta lo sa
perciò le cuciture
del tuo abito nuovo
che girano sui fianchi
sono indici evidenti
di una mano inetta.

Così
in ogni operazione
è da seguire sempre
il drittofilo
perché al fine
tutto calzi
e stia a pennello!

*

Gesti quotidiani


Mi alzo al mattino svogliatamente
accendo una sigaretta che sa di niente
leggo il futuro nei fondi del caffè
senza sapere come e perché.

Poi vado in bagno e mi guardo allo specchio
e vedo un volto che pare più vecchio;
non mi spavento, già lo sapevo.
Prendo un foglio e sul water mi siedo.

Mannaggia la penna… è di là sul divano!
E resto lì, col mio foglio in mano.
Penso qualcosa mentre faccio un bidè,
lo scriverò dopo, se tempo ce n’è.

Raccolgo i miei stracci e torno di là.
Accidenti è già tardi… che ora sarà?
La solita ora di ogni mattino
quando la mamma sveglia il bambino.

La merenda, lo zaino e la colazione...
manca qualcosa?

Sì,
la giu-sti-fi-ca-zio-ne!

*

La poesia è corta per definizione

Durante una intervista, il premio nobel Eugenio Montale affermò:

‎"La poesia è corta per definizione...la poesia lirica è verticale e anche breve perchè un'emozione che dura tre quarti d'ora non è più un'emozione, è uno spavento per chi legge e anche per chi crea..."


Rif.:http://www.youtube.com/watch?v=1jHQnSXBV9U ‎

*

Se...



Se percorrendo col pensiero
le stanze alacri della tua casa
ti avessi trovato intento
- chino sul tavolo dei ricordi -
a leggere tra gli eventi
di quel mattino sereno
tuttavia nel fragore
di un tragico settembre
avrei posato il mio anemone bianco
con foglie incise da sofferte preghiere
nel cassetto del tuo cuore
aspettando un palpito commosso
sulla soglia fredda delle tue labbra
tradursi in fil di voce a dirmi:

“Non andartene.
Dammi la mano e parliamo”.

*

Amare un poeta


Per amare un poeta bisogna leggerlo e poi rileggerlo e rileggerlo ancora.
E' quello che sto facendo con le mie poesie!

*

tra gli alberi e le case

Ho i piedi in queste stanze
ma la testa è
da ogni muro assente
a volte viaggia sul tuo treno
che velocemente passa
tra gli alberi e le case
e nel baleno dell'istante
- se stai attento -
puoi scorgermi
mentre resto
affacciata alla finestra
a pensare ai treni
che passano veloci
(tra gli alberi e le case)
e mai sostano sulle cose.

*

Un verbo


Dev’esserci
in qualche vocabolario
(il tuo, il suo o il mio)
un verbo da coniugare
che ridia una ragione
alla foglia secca
e rigeneri Lazzaro.

*

La lista dell’ISTAT

Premessa: Questo testo di satira economica (detto così sembra chissà cosa, ma in realtà è una scemenza)risale al 15/01/2004. A quel tempo ricevevo per posta gratuitamente (incredibile!!!), ma solo il sabato, il Sole 24ore che mi informava sul panorama economico italiano e non solo. Invero io non ho mai capito nulla di economia!
L'ho ritrovato nel mio dimenticatoio dove nulla si dimentica del tutto.

LA LISTA DELL'ISTAT (OVVERO: IL CESTINO SVUOTATO E SUBITO RIEMPITO)


Spesso si sentono notizie che entrano da un orecchio ed escono dall'altro, talvolta, invece, entrando dall'orecchio (destro o sinistro non fa differenza per le mie note difficoltà innate a discernere la destra dalla sinistra, avvalorate dal fatto che quando vado a comprar scarpe, porgendomene, la commessa, una soltanto, la infilo regolarmente al piede sbagliato!) vanno, non si sa per quale strano meccanismo, direttamente in testa innescando un processo che definirei "rimuginamento".

La notizia di oggi che inconsapevolmente ha avviato questo processo è stata quella dell'aggiornamento ISTAT per l'anno in corso del cosiddetto "paniere dell'inflazione" introducendo nuovi prodotti ed eliminandone alcuni ritenuti ormai superati.

Dunque, prima di apprestarci al "picnic" dell'anno, mi son detta:

"Fammi un po' riflettere... sarà o non sarà un "bel paniere" ( anche anatomicamente parlando)?"

Una volta eran le comari con i "bei panieri" sotto le gonne floreali e le grandi sporte a far girare l'economia, ora invece è l'ISTAT che l'economia la gira come vuole!

Veniamo al dunque: ha svuotato il cestino e ha buttato via gli zoccoli (sostantivo maschile plurale).

Vuol dire che anche i cavalli calzeranno le infradito cinesi e le frittate le faremo con gli asparagi.

Una scelta molto attenta dal momento che, da tempo, ci eravamo accorti che gli zoccoli (quelli duri)

trovavano la loro ragion d'essere soltanto nelle menti di nostalgici pensatori.

Certo si prospettano tempi difficili per i produttori di lampadine e affini, ma ne gioiranno le farfalle che, senza luce, riacquistando il senso dell'orientamento, potranno finalmente uscire dai lampadari!

E le zoccole (sostantivo femminile plurale)? Quelle restano, come sempre, in mezzo a una strada!

Ma sarà più difficile sparare e chissà che non si riesca a trovare un po' di Pace...

E se pace non troveremo, nessun problema, perché con l'introduzione "dell'onorario del commercialista" (quello che ha l'anima con la ritenuta d'acconto e il CAP e per questo dobbiamo onorarlo)potremo dormire tra due cuscini, di piume o ad aria, vale a dire leggeri come il nostro portafoglio, dal momento che, in previsione del fatto che resteremo senza un cent, il portamonete è stato tolto. E così saremo tutti belli ripuliti come il water...

Eh sì, perché una delle "new entry" è il detergente per il bagno che costringerà le varie Rosette, Gine e Marise a compiere quei servizi che si sono sempre rifiutate di fare, forse perché i contributi per il cesso non erano compresi nella busta paga.

Spenderemo un po' di più, ma vuoi mettere che profumo!!! Non sarà mica un nuovo trucco della Mamma?

In tempi in cui si cura molto l'estetica (il meglioapparirecheessere... infatti le Madonne non appaiono più a nessuno), l'altra eliminazione non poteva non ricadere sulla storica e stoica canottiera, così avremo operai e contadini (che nei campi coi cavalli ci andranno con le infradito cinesi) con abbronzature più uniformi e una salute di ferro.

Tutta la nostra comprensione va a rematori e gondolieri e, naturalmente, ai fratelli Abbagnale. Che dire loro?

Non tutte le ciambelle riescono col buco! E meno male, che tra buchi nell'acqua e buchi nel latte...

Una ciambella senza buco, con un po' di fantasia, la si può chiamar focaccia, allora mi chiedo: " Il paniere ideale non conteneva forse focaccia, mele e vino?"

No, mi sbaglio, le favole non esistono... ma i miracoli a volte accadono!

Ah!, una cantatina, per concludere, ci voleva proprio.







P.S.: Se non altro i baci, senza più le nocciole, avranno maggior spazio per i pensieri d'amore!

*

Di quando in quando



Di quando in quando l'amore
fa capolino
come un grillo
solleticato da uno filo di paleo
dentro la sua tana.

*

Scatola cinese



Talvolta la noia

- artefice di uno sbadiglio
(presa di fiato
di un ispirato respiro
che s’allarga
in un espiato sospiro) -

s’inventa di tutto
per farci divertire.

*

Quando un pensiero


Quando un pensiero
- stanco di volare -
si posa
a volte si posa sui fili del telefono
tra le rondini e i passerotti
trasformandosi
in un garrulo cinguettio

*

... e se fosse per sempre?



Mi sa che ho finito di nuovo l'inchiostro...
Mio Dio!, e se fosse per sempre, questa volta???

*

Domande...



Ma chi è il leone? Chi ruggisce o chi gli chiude le fauci?

*

morte bianca



quando una morte cerea
sopraggiunge sollecita
(e illecita)
vestita di una lunga bianca veste
con due spade nelle mani
(inettitudine e imprudenza)
schiaccia
come si schiaccia
un verme restituendolo alla Terra
- Madre che abbraccia un figlio
piangendo pietosamente -

*

Ogni giorno



Spazzo
struscio
spolvero
lustro gli specchi
sprimaccio i cuscini del salotto
m'affaccendo e m'affanno
ogni giorno
perchè il giorno
entrando nella mia casa
s'accomodi e si senta suo agio.

(a volte mi trucco...
per sembrargli più bella)

*

Perchè le donne?

(riflessione di un uomo sulla felicità)


Non ho più calzini nel cassetto.
Il cestello dei panni sporchi
trabocca.
Non più tracce di rossetto
sul colletto delle mie camicie
soltanto un riga scura
che non so come lavare.

Perchè le donne
quando ci lasciano
si portano via tutto,
anche il sapone?

*

La colpa è dello sguardo



Una gonna sfiorita
ondeggia lenta
e d’afa veste
ancora un giorno

(Si trasuda inerzia)

Fermo resta l’occhio
e muto
dentro al suo sguardo
colpevole di queste
lame di dolore
schegge di cristallo
nel petto
ma non n’è ferito il merlo
che zampetta circospetto
con un lombrichetto nel becco
sull’erba del giardino
sfilacciata e gialla.