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Raccolta di pensieri di Elisa Falciori
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Godimento privato e sacrificio collettivo

Una riflessione di qualche tempo fa. Per fortuna il testo per la legalizzazione è  stato variato nell'ottobre 2016 e del vecchio risulta solo l'ok per l'uso terapeutico...Trovo incredibile la superficialità di quei parlamentari che vorrebbero una società allo sfascio.

 

Punti di vista sulla liberalizzazione delle droghe

Nella vita ci sono cose necessarie alla sopravvivenza, altre usate per abbellirla.

La droga, l’alcool, il sesso senza coinvolgimenti l’abbelliscono, la rendono fluida, senza pensieri.

Poi c’è l’arte, la musica, la poesia, lo sport, ecc.

Ciò che unisce tutto e lo rende fruibile è la libertà individuale che non dovrebbe essere vietata o imposta agli altri limitandoli.

 

Ebbene, chi beve, fa sesso non sicuro, gioca alle slot o si fuma risorse con sigarette normali o marijuana, compie un atto volontario e voluttuario, ma al contempo impone alla società tutta, sacrifici e risorse economiche per rimediare ai danni provocati dai suoi momenti di godimento privato…(tra questi danni, malattie, omicidi, furti e quindi l’aumento della malavita).

E questo francamente mi sembra assurdo.

 

Come agire dunque per cambiare la società ed eliminarne la malavita mantenendo uno standard di salute dei cittadini?

Si può fare, ma non liberando i divieti, bensì lavorando con tutte le forze sull’educazione alla convivenza civile  e  legalità, sulle basi morali che senza essere mistiche sono i mattoni sui quali esiste una società giusta...proprio quello che ci manca. 

La corruzione esiste per questa mancanza.

 

Ora l’etica laica cambia nel tempo, -al contrario di quella religiosa- e ben se ne vedono i frutti specie negli stati in cui si sono liberalizzate sia la droghe che l’alcool o l’uso delle armi.

Risultato? Una società allo sfascio dove anche i bambini sparano a vista su adulti e coetanei, in quanto già alterati mentalmente dall’assunzione di alcool e droghe; questo senza voler citare guerre e deliri vari di morte consueti, regalate dalla avidità di chi è adulto.

 Il problema non è combattere  la droga, ma  lo sfascio morale.

 

Su questo obiettivo andrebbero fatte leggi e regolamenti: insegnare a menti giovani una esistenza meno egocentrica e magari riproporre i valori cristiani sui quali era stata fondata la nostra società.

 

Invece si attivano risorse cospicue (recuperate da tasse infinite) da distribuire a pioggia ai SERD ecc. per aiutare chi spesso cominciando con droghe leggere si brucia la volontà diventando schiavo di abitudini attivate nella sua più sacrosanta e democratica libertà individuale.

E allora, io penso molto democraticamente, che a questo punto non si dovrebbe più sborsare un centesimo alle strutture per il recupero di chi si è volontariamente rovinato… 

Mi sembra troppo comodo il godimento privato e il sacrificio collettivo come rimedio. 

 

Inoltre, conoscendo i nostri illuminati e creativi politici, sono abbastanza diffidente sulle motivazioni di questa liberalizzazione, in quanto sicuramente aumenteranno i clienti di case di cura e dei Serd: risorse da destinare e dirottare dove è più conveniente: vedi finanziamenti ai partiti, ecc.

Quanto agli studi sulle varie droghe, si svolgono già nelle sedi scientifiche consuete.

La liberalizzazione è una scusa per recuperare risorse, dirottarle per permettere agi impensabili a chi le gestisce e non per arginare le sue conseguenze, nell'ipocrisia più totale dello Stato, alla quale già siamo abituati (sigarette, slot, alcool).

Ad esempio nei Serd esiste già la distribuzione legalizzata di Metadone, ma questo non ha risolto la tossicodipendenza.

 

Mi ripeto, quello che dovrebbe essere incentivato sono il rispetto per l'esistenza altrui, umana e animale e non l'ipocrisia di un sistema che ti permette di ammalarti e poi ti toglie denaro fingendo di curarti...

 

10/1/14 

r.g.

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Scelte innaturali

Tutte le scelte innaturali prima o poi pagano lo scotto all’istinto…

Il celibato dei preti cattolici, a mio parere, è contro natura. Così come lo è la pedofilia perché violenta i tempi e le modalità di una crescita sana nei bambini.

Il bisogno di relazione affettiva è presente in ogni essere umano, e negarlo è una cieca ipocrisia.

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Ipocrisia, giustizia fiscale e proporzionale

L'IPOCRISIA DELLA GIUSTIZIA FISCALE NEL PROPORZIONALE: come mai non viene applicato ai servizi essenziali (luce, gas, acqua, benzina) che tartassano gli italiani?

Sarebbe anche facile visto che i nominativi tramite codice fiscale, irpef, bollo auto, sono in possesso del fisco!

Quante persone si rendono conto che l'evasione fiscale è incentivata dalle aliquote proporzionali che annientano i guadagni degli imprenditori?

Quanti comprendono che le mancate risorse sono spalmate in tasse proprio su coloro che il proporzionale dovrebbe tutelare?

Quanti si rendono conto che una quota uguale per tutti dopo una congrua soglia non tassabile, eliminerebbe l'evasione?

Il proporzionale dovrebbe essere applicato sotto forma di sconti, sui servizi essenziali. Solo così i poveri italiani tartassati riuscirebbero ad avere risorse da spendere in altri beni, rilanciando  l'economia e il lavoro.

 

 

 

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Tracce di dolore e vita

È mia convinzione che il dolore sia una sensazione che non potrà mai estinguersi al pari dell’amore, perché credo (un mio credo, vissuto sulla mia pelle) che lo stretto legame indistruttibile dei  sentimenti e delle sensazioni, residua con indelebili tracce in ognuno  di noi.

 

Per questo motivo, nel silenzio di una consapevole riflessione riprendersi i ricordi,  è rivisitare il dolore e sconfiggerlo,  riscoprendone la natura di dono salvifico.

Nel cancellare  l'adagiarsi in abitudini che donano sicurezza e non più gioia, si ritrovano  nuove opportunità di vita.

Forse il primo gradino della lunga scala verso la comprensione dell’esistenza.

 

In fondo il dolore è solo l’inizio di un futuro diverso...

 

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Passi d’intransigenza

Passi ambivalenti nel nostro cammino, abbiamo molto da farci perdonare e troppe certezze d'essere nel giusto...Le nostre ragioni sono erbacce che attutiscono solo qualche volta passi troppo duri.

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Maschere

Maschere e diplomazia...sottile differenza.

Io penso che uno degli atteggiamenti  più difficili  sia quello di vivere giorno per giorno assaporando il dono della vita, ed esperienze sempre diverse mostrando ogni emozione.

Saper dosare quello che può apparire è una forzatura.

La vera libertà è quella di non avere paura.

Se non abbiamo paura di mostrarci sensibili o spiazzati di fronte alla vita, allora proprio questa resa  ci apre agli altri.

È solo gettando le maschere che si trova aiuto e comprensione, perché non tutti sanno leggere in volti pietrificati.