chiudi | stampa

Raccolta di pensieri di Dzemile Jusufi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Coronavirus e altro

Sono giorni difficili per tutti e forse ora sto avendo pure un crollo emotivo.

Succedono cose che non mi fanno dormire la notte, ho discussioni con persone che non conosco su temi che reputo importanti, ho fatto della mia campagna su Facebook una questione importante e la porto avanti quasi a tempo pieno.  

Perché? Perché sento che è mio dovere. Sento che lo devo fare assolutamente. Perché? Perché sapere ogni giorno cosa sta succedendo nel paese che io sento MIO mi angoscia profondamente.

Più di ogni altra cosa mi angoscia quando scopro situazioni aberranti dove a pagare il prezzo sono state le vite delle persone. Voi mi dite “ma cosa ti importa? Sei a casa, sei al sicuro !” E’ vero, io sono a casa al sicuro, ma quello che sento non l’ho mai sentito prima, non lo so nemmeno spiegare. Quando un minino di buon senso avrebbe potuto salvare la vita di tante persone io non mi sento al sicuro. Sento rabbia, non riesco ad accettare questa realtà. Voi mi dite “devi lasciare correre, ti fai prendere troppo”, è vero mi faccio prendere troppo, ma questa realtà ci ha travolto e mi sento come se ogni singola morte sia passata anche sopra di me, perché?

Perché il nostro comportamento può costare veramente la vita a qualcuno, senza sapere come o dove o quando. Da un lato questo mi porta a sentire profondamente vicino quello che succede, dall’altro mi porta a voler condividere un senso di vera responsabilità e coscienza. E quando scopro di un cittadino, di un politico o di un medico che ha sbagliato nel buon senso, sento come se avessi sbagliato anche io e piango, perché l’errore è alla portata di tutti e ognuno di noi deve essere vigile e presente, perché l’errore di ognuno di noi, su qualsiasi scala, può costare la vita a qualcuno.

E concludo, ribadendo che dobbiamo smettere di semplificare con “stiamo a casa”, è tutto molto più complicato, che ci piaccia o meno. Prima ce ne rendiamo conto e più vite salveremo.

*

Pensiero filosofico

Una volta, da qualche parte, lessi che lo svilutppo scientifico era da sempre portato avanti grazie all'amore, dell'umanità o di qualcuno in particolare poco importa, senza la motivazione sentimentale non avremmo mai ragginto lo stato attuale. 

Poi l'uomo ha imparato a tirare fuori anche il peggio di sè in questo progresso, ha saputo organizzare e sviluppare, far crescere e coltivare il suo lato malvagio, sfruttando ciò che dal bene è nato. Ora la portata del male potrebbe essere potenzialmente superiore a quella del bene, perchè la totaltà del bene non potrà mai concentrarsi per ostacolare il male. E forse giungeremo a uno stato in cui ognuno guarderà con sospetto il prossimo e vincerà il più forte, come natura vuole. Spero solo che il più forte sia un buono. 

*

attimo denso

Come una esplosione silenziosa che spande dentro e logora,senza dire dove andrà a influire, senza spiegare, senza avvertire. Accade fiera del suo esistere e non conosce comprensione, non fa sconti, si propaga e confonde, squote le certezze e incatena le debelozze; le somma, le moltiplica e ti rende fragile. Così fragile che la tristezza traspare dai tuoi sorrisi, la solitudine gratifica e niente è più come trenta secondi prima. Cambia tutto, è solo un attimo. Chi vive gli attimi è speciale e cambia ogni giorno, ma ogni attimo che ti rende triste, dietro a una equazione dal risultato impossibile, o dalle infinite soluzioni, tra cui nessuna certa e probabilmente nessuna a cui davvero vuoi arrivare, ogni attimo che ti rende triste, piccolo o grande attimo, è qualcosa che contiene una rabbia violenta. Troppo violenta per una vita a cui prometti gentilezza, e si scinde in frammenti la bellezza di tante prospettive, per un attimo triste che nessuno ha visto, un attimo triste che non puoi credere di aver provato, per quel attimo di cui la sfida non è trarre i lati positivi, ma essere costretto ad ammettere lati negativi. Per un attimo senza parole, nel silenzio di un delitto che non viene riconosciuto, perchè uccidere chi eri, trasformandolo in chi sei, non comporta processi e pene, ma solo quanto è dura andare avanti a testa alta.