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Raccolta di pensieri di Redazione LaRecherche.it
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Viaggio senza ritorno #GiornoMemoria

 

 

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Per noi, oggi, fare Memoria è… #GiornoMemoria

#GiornoMemoria 

 

Prima di ogni altra considerazione, riteniamo utile prevenire ogni “reazione” dettata da ideologismi vari, affermando che celebrare il Giorno della Memoria non è decretare che esiste il “primato” di un popolo sugli altri o stilare una sorta di graduatoria dei genocidi: questa ricorrenza non è in contrapposizione, per rifarsi a eccidi appartenenti a uno stesso periodo storico che hanno segnato il nostro popolo, rispetto alla condanna dei brutali massacri delle Foibe che, a breve, il 10 febbraio, verranno riproposti come monito nel Giorno del Ricordo.

Va, però, riconosciuta l’unicità di questo capitolo orrendo della Storia mondiale e, in particolare, europea nonché italiana dato il coinvolgimento della dittatura fascista nei fatti che condussero, grazie all’introduzione delle leggi razziali, a quello che viene definito l’Olocausto (totalmente arso) o più correttamente Shoah (catastrofe, distruzione). Basti pensare che la stessa parola “genocidio” fu coniata a seguito di tale atrocità.

Ciò che ha connotato la Shoah, è stata la pianificazione e la sistematicità, supportata da ricerche e scoperte scientifiche e da impianti tecnologici di morte progettati e creati all’uopo, con le quali la Germania Nazista, facilitata dai suoi alleati, ha perseguito l’annientamento degli ebrei in Europa e con essi di qualunque cittadino, proprio o appartenente ai territori conquistati, che non rispondesse a precisi dettami razziali, religiosi, politici, di genere e, persino, fisiologici. Chiunque fosse considerato, in particolare ebrei e comunisti, un “nemico interno” era incluso nelle liste dei condannati all’estinzione ma anche quanti definiti “non ariani”, “bastardi” “subumani”, “deboli”. Infatti, la Catastrofe colpì la popolazione di religione ebraica ma, con essa, anche specifiche altre etnie e tipologie di persone:

- Secondi, per “quantità”, agli ebrei furono i prigionieri di guerra russi. I sovietici ebbero un numero di vittime, per mano della Germania nazista pari a circa due milioni di internati su 3,3 milioni che erano. Furono così tante le fucilazioni di massa che gli abitanti dei paesi limitrofi a Mauthausen denunciarono di non poter utilizzare l’acqua dei fiumi perché resa rossa dal loro sangue. Altri furono fatti lavorare mentre li nutrivano esclusivamente con un brodo d’erba e sale, causandone la morte.

- i Rom, i Sinti e gli Jenisch (quelli che i nazisti chiamavano zingari bianchi) furono internati, a partire dal ‘43 e su decreto di Himmler,  in una sezione speciale  di Auschwitz detta Zigeuner e Mengele li scelse come cavie umane per i suoi atroci esperimenti prediligendo i bambini, in particolare, i gemelli: molti vennero infettati con germi e virus patogeni, altri obbligati a ingerire acqua salata fino alla morte. Il campo fu attivo fino all’agosto del 1944, quando tutti gli internati, stimati fra i 250-500.000, ebbero compiuto il previsto “passaggio per il camino”. La loro Shoah la chiamano Porrajmos che in romanì significa il grande divoramento”.

- Untermenschen (subumani): le popolazioni slave e dell’Est furono oggetto di un preciso piano che le voleva sterminate. Solo per i polacchi fu previsto un progetto più elaborato e finalizzato alla crescita della Germania: ne dovevano rimanere in vita, entro una data stimata nel 1952, 4 milioni utilizzati come manodopera: raggiunto il numero programmato e lo scopo, li avrebbero sterilizzati e privati di cure mediche così da “terminare” l’opera di annientamento.

- I “Bastardi di Renania”, cioè i meticci, che tanto disgustavano il Führer: nati dopo la Prima Guerra Mondiale, con l’unione tra donne tedesche e soldati francesi delle colonie, erano un attentato inammissibile alla purezza della razza ariana ordito, secondo quanto scritto da Hitler stesso, dagli ebrei che proditoriamente avevano complottato per “bastardizzare” la Germania portando i “negri” in Renania.

- Disabili e malati di mente. Anche questa fragile categoria fu inclusa tra i subumani. Per loro fu decretato l’Ausmerzen. Mette i brividi la scelta del termine, dato che descriveva la pratica che adottavano i pastori in primavera, prima di portare le greggi in transumanza: si uccidevano tutti gli agnelli e i capretti deboli, dato che non avrebbero retto le fatiche della marcia. Si conta che, dal 1939 e in base al programma Aktion T4 finalizzato all’annientamento dei disabili entro la Soluzione Finale, ne furono uccisi 250mila tra i quali cinquemila bimbi, quasi tutti per mano di medici, infermieri e, persino, suore. Farmaci letali, sperimentazioni o morte per fame furono gli strumenti preferiti adottati da chi avrebbe dovuto accudirli e curarli.

- I triangoli viola, internati a motivo delle fede religiosa: in particolare Testimoni di Geova che il 1° aprile del 1935, vennero dichiarati fuori legge. Nei campi di concentramento ne furono internati oltre 10 mila: a morire furono tra le 3 e le 5 mila persone. Dalla ricostruzione di William Shulman dell’Holocaust Resource Center and Archives di New York sappiamo che gli furono tolti i figli, già espulsi dalle scuole, per essere rinchiusi in orfanatrofi, i più fortunati allevati da famiglie naziste secondo un modello che l’Argentina ripropose con i figli dei desaparecidos. I Pentecostali, invece, furono perseguitati e assimilati ai malati di mente a causa del loro parlare lingue sconosciute. Molti altri, fra cristiani e cattolici, in quanto dissidenti e socialmente pericolosi.

- Comunisti, socialisti e sindacalisti. Furono condannati dai tribunali nazisti per “crimini politici” a centinaia. È impossibile dire quanti furono, data la tipologia di “delitto” ascrittagli: di fatto, chiunque fosse, fosse stato o venisse additato come tale, anche solo perché non collaborazionista.

- Molto prima di altre categorie, sin dal 1933, ebbe inizio il cosiddetto “Omocausto”. Gli omosessuali e i transessuali o ritenuti tali, quasi tutti tedeschi, vennero rinchiusi nei campi di concentramento. Per loro un triangolo rosa cucito sul “pigiama”, ogni tipo di umiliazione e tortura; molti furono oggetto di esperimenti che conducevano inevitabilmente alla morte. Quello che contraddistinse questa categoria di predestinati fu la distinzione di genere (le lesbiche furono più spesso catalogate quali elementi asociali) e l’effetto stigma che condusse i sopravvissuti a dichiararsi, anche dopo l’apertura dei campi, delinquenti comuni, e a reintegrarsi continuando a celare la propria identità, spesso contraendo matrimoni che dissipassero ogni dubbio. Il film di Giovanni Coda, “Il Rosa Nudo” (https://youtu.be/kzy2V-pMo7U) narra la storia di Pierre Seel, l’uomo costretto ad assistere all’assassinio del compagno fatto sbranare dai cani. Il trauma lo portò a sposarsi e avere figli, a tacere per cinquant’anni sino a quando, nel 1982, costernato dalle dichiarazioni del Vescovo di Strasburgo (città presso la quale era situato il campo che fu scenario di quello sconvolgente episodio) che bollavano l’omosessualità quale una “malattia”, sentì di non poter più tacere. Solo nel 2014, in Israele, un parco di Tel Aviv ha visto la posa di una stele con tre triangoli rosa che ricorda i 15mila morti per il loro orientamento sessuale tra gli anni trenta e quaranta del novecento. Alcune fonti dimezzano il numero, riferendosi agli identificati nei campi ma, aggiungendo i gasati negli autocarri della morte, i fucilati e i non dichiarati si arriva a raddoppiare il numero delle vittime. E la componente femminile? Abbiamo appena accennato al fatto che le lesbiche erano associate al gruppo eterogeneo degli “inaccettabili” a livello sociale. Ci fu un campo destinato a sole donne: Ravensbrück diverso da Auschwitz, Dachau o Bergen-Belsen. L’assenza di immagini filmate alla chiusura dei campi e l’oblio al quale sembrava destinato, data la scarsità degli studi a riguardo, hanno trovato riscatto nell’opera di Sarah Helm, giornalista britannica: autrice di una lunga ricerca, spulciando gli archivi e intervistando le anziane sopravvissute, ha condensato informazioni e racconti in un libro pubblicato nel 2015: Ravensbrück: Life and Death in Hitler’s Concentration Camp for Women. Nel campo istituito da Heinrich Himmler, c’erano solo donne: 130.000, venti Paesi diversi, solo il venti per cento ebree. Più di centomila erano colpevoli di comportamenti “devianti”, figlie di quel liberismo che aveva contraddistinto l’epoca della Weimar e che il nazismo annientò perché nocivo all’ordine e lesivo dei patrii valori: lesbiche, prostitute, socialiste, comuniste, abortiste, rom, testimoni di Geova. Donne sorvegliate da donne, kapò spesso scelte anch’esse in quanto lesbiche. Furono denutrite e fatte oggetto di massacranti turni di lavoro, orride mutilazioni, esperimenti per testare gli effetti di virus e, come gli altri, affamate sino alla morte. L’ultimo oltraggio: Himmler, quando cercò una pace separata con gli alleati, le propose addirittura come derrata di scambio.

 

Ci si chiede come sia potuto accadere e la condanna è universale: eppure la Storia spiega bene come e perché accadde ma anche come l’Occidente, che ogni anno commemora le vittime della Shoah, abbia rifiutato i rifugiati. Usa, Canada, Gran Bretagna e altri Paesi avrebbero potuto accettare i profughi ebrei già alla fine degli anni Trenta, ma li respinsero. Nel 1938, trentadue Paesi presero parte alla conferenza sugli esuli ebrei che si tenne a Evian-les-Bains, in Francia. Nessuno, tranne la Repubblica Dominicana e la Bolivia, ridefinì le proprie quote d’immigrazione. Una colpa onerosa, che il Centro Simon Wiesenthal, organizzazione ebraica internazionale per i diritti umani, oggi imputa loro. Non basta: nel 1939, 900 ebrei, tra cui molti bambini, partirono da Amburgo sul transatlantico St Louis alla volta di Cuba, sperando di raggiungere così gli Stati Uniti. Giunti all’Havana, furono rispediti in Europa. Almeno 250 di loro sono morti nell’Olocausto.

La lista delle “altre” vittime soprariportata e rinvenibile ovunque su internet o nei “Bignami” di Storia, non è che un parziale e misero resoconto di ciò che è stata la Shoah: Catastrofe è il termine più giusto. Catastrofe per un popolo, quello ebraico, per tutte le nazioni europee e per il Mondo intero che ancora ne porta non solo i segni ma, purtroppo, ne incuba anche il più letale fra i suoi prodotti di morte: l’odio per il “diverso”, per il “non allineato”, nutrito ad arte al fine di tutelare specifici interessi economici.

 

Ora, sappiamo che al di là della proclamazione dell’ONU, il giorno della memoria è istituito in Italia tramite la legge 211 del 20 luglio 2000, non solo secondo gli intenti che accomunano tutti i Paesi che hanno fatte proprie le dichiarazioni delle Nazioni Unite ma con scopo di commemorare le vittime del nazismo insieme a quelle delle leggi razziali fasciste nonché tutti coloro che si opposero al regime e sacrificarono lo misero a repentaglio le proprie vite per tentare di sottrarre le vittime al loro destino e contrastare fattivamente l’ideologia nazifascista.

 

Come Redazione de LaRecherche.it ci chiediamo, dunque, cosa voglia dire celebrare il Giorno della Memoria in un Paese che permette manifestazioni accompagnate da emblemi nazifascisti e dai saluti romani di massa di quanti hanno rispolverando l’epiteto di “camerata”, il cui governo ospita Ministri che promulgano decreti con politiche di genere esplicitamente omofobe, chiudono i porti, limitano l’immigrazione e sanciscono il primato italiano sui diritti degli stranieri, il cui Governo si pone quale alleato delle nazioni europee più retrograde e meno democratiche.

Cosa significa Memoria per una società in cui vengono tollerati o, al massimo, deprecati con un tweet cori razzisti negli stadi considerati manifestazioni goliardiche, profanazione di luoghi e simboli ebraici, atti vandalici contro targhe o istallazioni che celebrano l’antifascismo… una società che accetta o, peggio, sostiene decisioni di giunte comunali che annullano i programmi ministeriali di contrasto al bullismo, all’intolleranza e alle discriminazioni di genere e orientamento in nome di un’inesistente teoria gender e di un fantomatico complotto per l’omosessualizzazione delle giovani generazioni, che riversa con odio e coprolalia messaggi razzisti e, persino, negazionisti dell’Olocausto come fatto storico, che si dimostra ogni giorno più chiusa, a dir poco campanilista, che improvvisamente si riveste di un cattolicesimo di maniera ma insulta il Papa se parla di odiatori praticanti, che plaude alla cacciata dello straniero, che in questo istante siede tranquillamente a cenare mentre sugli schermi, perennemente accesi, scorrono le immagini dei morti in mare, degli esuli senza terra d’approdo, dei bambini nei campi profughi uccisi dal freddo e dall’indifferenza mondiale?

 

• Per noi, oggi, fare Memoria è dichiararci disobbedienti e dissenzienti di fronte a questa deriva che tanto ricorda gli esordi della Catastrofe.

• Per noi è indispensabile stabilire che lo studio consapevole della Storia sia un deterrente contro tale deriva.

• Per noi è fondamentale dichiarare che qualunque discriminazione e intolleranza su base etnica, religiosa, politica, di genere, di orientamento sessuale è già un crimine e che nessuna democrazia può dirsi tale se non le riconosce come tale.

• Per noi è urgente che si concretizzi un fronte d’opposizione che rivendichi i diritti umani e civili già aboliti e in via di abolizione.

• Per noi è indispensabile ricordare che 12 milioni di morti accertati e 15-20 milioni di vittime stimate, dovrebbero far rizzare i capelli sulla testa di chiunque, qualunque siano le sue credenze, ravveda anche solo un pallido riverbero delle idee e dei disvalori che sostennero quel piano sistematico e programmatico di distruzione che ricordiamo come Shoah o Olocausto.

•        Per noi è obbligatorio dichiararci al servizio di ogni attività – culturale, sociale e politica nel senso più ampio – che contribuisca a diffondere la coscienza attiva, umanitaria e pacifica del “MAI PIÙ”!

 

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Partiamo fin da oggi a celebrare il Giorno della Memoria (27 gennaio). Chiediamo a tutti di intervenire su LaRecherche.it con proposte in memoria dell'Olocausto, scrivendo vicino al titolo delle eventuali opere proposte nelle varie sezioni del sito (poesia, narrativa, articolo, saggio, video, evento, eccetera) l'ashtag #GiornoMemoria in modo che tutte le proposte possano essere raccolte nell'apposita pagina dedicata.

 

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Fonti on line:

https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-04/olocausto-vittime-prigionieri-nazisti-115313.shtml?uuid=AbujEPaH

https://www.studenti.it/il-giorno-della-memoria.html#s-23786

http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/giorno-memoria-porrajmos-omocausto-olocausto-a97dad1b-c8bb-4ffe-ba83-314e88ef5ac5.html?refresh_ce

https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/26/giorno-della-memoria-10-cose-che-forse-non-sai-della-shoah-per-esempio-gli-stati-che-respinsero-gli-ebrei-in-fuga/2401087/10/

https://www.linkiesta.it/it/article/2015/05/16/ravensbruck-il-campo-di-concentramento-per-lesbiche-e-prostitute/25926/

 

 

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Comunicazione

Gentili Autori e Lettori,

alla luce di fatti recenti e sulla scorta delle passate esperienze, diamo avviso che - durante il periodo estivo - ogni testo che sia seguito da commenti inappropriati o offensivi sarà tolto integralmente dalla pubblicazione. Tale azione non sarà irreversibile e, appena possibile, verrà “ripulito” da tutti i commenti scorretti o ingiuriosi e rimesso in pubblicazione.

 

Siamo amareggiati dal fatto di dover ricorrere a tale escamotage che, indiscutibilmente, a causa delle altrui intemperanze, penalizza l’autore ma ci vediamo costretti dall’impossibilità tecnica di garantire la rimozione istantanea di ogni commento che violi il regolamento interno o la normativa vigente in materia.

Facciamo appello alla collaborazione e al buon senso di tutti affinché tale avviso rimanga preventivo e non diventi attuativo.

Invitiamo, pertanto, autori e lettori a commentare senza esprimere giudizi personali, alludere o riferirsi esplicitamente a fatti o condizioni esulanti il testo pubblicato e/o riferiti all’autore e/o ad altri commentatori. Aiutateci a mantenere un clima comunicativo corretto e sereno.

 

Ribadiamo che non si tratta di censura dei testi ma di un provvedimento transitorio atto a garantire il rispetto della norma, a tutela di questa Redazione e di tutti gli autori e commentatori che, altrimenti, potrebbero anch’essi incorrere in forme assimilabili a reati di calunnia o di ingiuria.

 

Certi che vorrete cooperare per scongiurare il momentaneo oscuramento di qualsivoglia testo, vi ringraziamo e vi auguriamo un’estate serena e armoniosa, ricca di lettura e scrittura.

 

La Redazione de LaRecherche.it

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Che cosa ti aspetti da un Premio?

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Addio Gabriella, con amore

 

Nel pomeriggio di domenica 27 marzo 2016 (S. Pasqua), è morta Gabriella Maleti.

Se esiste LaRecherche.it lo si deve anche a lei che ha accompagnato con la sua esperienza, il suo carisma ma, soprattutto, la sua amicizia i fondatori di questa comunità letteraria.

È una grande perdita per il mondo della letteratura benché il suo lascito di poesia, narrativa, critica, fotografia ed editoria è un dono prezioso che nessuno potrà sottrarci. Ma, prima di tutto, è un profondo dolore perché se n’è andata una bella persona, una grande amica.

Vogliamo ricordarla, riproponendovi quanto ha avuto piacere di pubblicare su questo sito.

Addio, Gabriella, con amore.

 

Breve nota bio-bibliografica

 

 

Gabriella Maleti è nata a Marano sul Panaro (MO) nel 1942. Ha vissuto molti anni a Milano. Dal 1981 abitava a Firenze. È stata fotografa e autrice di video-film, documentari e video d’arte. È stata redattrice de “L’area di Broca”. Nel 1984, con Mariella Bettarini, ha fondato le Edizioni Gazebo che ha curato fino alla sua morte.

È presente in molte antologie e rassegne di poesia e di narrativa contemporanea.

Web: www.gabriellamaleti.it

 

 

Per chi volesse rileggerla su LaRecherche.it

 

 

Poesie settimanali

 

Prima o poi - anticipazione

www.larecherche.it/testo_poesia_settimanale.asp?Id=249&Tabella=Poesia_settimanale

 

Silenzio (inedito)

www.larecherche.it/testo_poesia_settimanale.asp?Id=14&Tabella=Poesia_settimanale

 

 

Libri liberi (e-book)

 

Fotografia

www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=7

 

Cosmo vegetale

www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=50

 

Esperienza

www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=90

 

Vecchi corpi

www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=194

 

 

Poesie proposte dalla Redazione LaRecherche.it

 

Per protesta... per anarchia

www.larecherche.it/testo.asp?Id=6&Tabella=Proposta_Poesia

 

Che succede? #controviolenzadonne

www.larecherche.it/testo.asp?Id=2929&Tabella=Proposta_Poesia

 

 

Le recensioni dei suoi libri

 

Queneau di Queneau

www.larecherche.it/testo.asp?Id=80&Tabella=Recensioni

 

Sabbie e altri racconti

www.larecherche.it/testo.asp?Id=291&Tabella=Recensioni

 

Prima o poi

www.larecherche.it/testo.asp?Id=832&Tabella=Recensioni

 

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Altre pubblicazioni

 

Poesia

 

Famiglia contadina

(Editrice Forum, Bologna, 1977)

 

Il cerchio impopolare

(Salvo imprevisti, Firenze, 1980)

 

Madre padre

(Società di Poesia, Milano, 1981)

 

Il viaggio

(con M. Bettarini) (Gazebo, Firenze, 1986)

 

La flotta aerea

(Quaderni di Barbablù, Siena, 1986)

 

Memoria

(Gazebo, Firenze, 1989)

 

Fotografia

(Gazebo, Firenze, 1999)

 

Nursia

(in collaborazione con M. Bettarini) (Gazebo, Firenze, 1999)

 

Parola e silenzio

(Gazebo, Firenze, 2004)

 

Trialogo

(con M. Bettarini e G. S. Savino) (Gazebo, Firenze, 2007)

 

Prima o poi

(Gazebo, Firenze, 2014)

 

 

Narrativa

 

Morta famiglia

(Editori del Grifo, 1991)

 

Due racconti

(Gazebo, Firenze, 1992)

 

Amari asili

(Loggia de’ Lanzi, Firenze, 1995). Il libro è stato

tradotto in inglese dalla casa editrice Carcanet di Manchester nel 1999

 

Queneau di Queneau

(Gazebo, Firenze, 2007)

 

Sabbie

(Gazebo, Firenze, 2009) 

 

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Ringraziamenti #SaveAshrafFayadh

 

Gentili Autrici e Autori, Lettrici e Lettori, Commentatrici e Commentatori tutti,

 

sentiamo l’urgenza di ringraziarvi per la partecipazione intensa e sentita, oltre che numerosissima, all’evento Save the palestinian poet and artist Ashraf Fayadh - salviamo il poeta e artista palestinese Ashraf Fayadh, organizzato da LaRecherche.it, in concomitanza con i reading e le manifestazioni, tenutesi in tutto il mondo, per sostenere la causa del Poeta arabo-palestinese e supportare la raccolta di firme atta a chiedere la sospensione della pena capitale, alla quale è stato ingiustamente e pregiudiziosamente condannato.

 

I vostri versi, le vostre parole, il vostro partecipe silenzio hanno inondato il sito e la pagina FB:

www.larecherche.it/SaveAshrafFayadh.asp

www.facebook.com/larecherche.redazione

 

Grazie, in nome dell’umanità.

 

Però, non ci fermiamo alla Giornata Mondiale: la pagina resterà aperta a nuovi o rinnovati contenuti e l’attenzione vigile. Non vogliamo che resti una giornata isolata: la solidarietà e la denuncia devono continuare a scorrere.

Noi non dimentichiamo l’uomo, né la necessità di reclamare il diritto alla sovranità di parola, di scelta, di coscienza e, soprattutto, non vogliamo smettere di combattere il criminale sopruso, le teocrazie, gli integralismi assassini e liberticidi.

 

Sottoscrivi l’appello dell’ONU

 

 

La Redazione

 

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Tre riviste letterarie - proposta di lettura

Abbiamo pensato di portare all'attenzione di tutti i frequentatori, lettori e autori, de LaRecherche.it, tre riviste che hanno reso, e continuano a farlo, un buon servizio alla divulgazione della cultura poetica, ma anche narrativa, in Italia. Le tre riviste (ma ne proporremo altre), una del nord, una del centro, una del sud, raccolgono svariate voci e tendenze poetiche italiane e internazionali. Contengono ottimi stimoli per la scrittura, espressione, nel bene e nel male, di una contemporaneità compositiva. Ci permettiamo di invitare tutti a leggerle. Grazie.

 

Poesia: www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Eventi&Id=1403

 

l'immaginazione www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Eventi&Id=1401


L'area di Broca: www.larecherche.it/testo.asp?Tabella=Eventi&Id=1400

 

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LaRecherche.it un pensiero di Mosi

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Auguri di buone feste

 

LaRecherche.it augura a tutti buon Natale e buone feste e vi invita a leggere:

 

LaRivista LaRecherche.it n. 1/2013

per un’alba nuova. ancora - inedito di Annamaria Ferramosca

Flashmob: Sinfonia n. 9 di Beethoven

 

Vetrata della Cattedrale di Notre Dame, Paris - fotografia di Roberto Maggiani

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fanpage

Desideriamo qui ringraziare Gian Maria Turi per questa pagina su fanpage:
http://www.fanpage.it/larecherche-it/


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Wikipedia protesta per salvare tutti noi

L'edizione italiana di Wikipedia ha lanciato intorno alle 20 una clamorosa protesta contro le intercettazioni. Una pagina bianca e poi un lungo comunicato per protestare contro il nuovo progetto di legge governativo:


http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Comunicato_4_ottobre_2011


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Buona fine 2010 e buon inizio 2011

Carissimi tutti, Lettrici e Lettori, Autrici e Autori,

a voi tutti arrivino i nostri carissimi auguri per un sereno, gioioso, fortunato - e ogni cosa bella - 2011.
Chiudiamo l'anno con più di 274.000 visite a LaRecherche.it, ogni mese sono stati sempre in aumento (dicembre sfiora, ma forse li raggiungeremo, le 30.000 visite), grazie alla vostra/nostra passione e voglia di comunicare e condividere scritture e letture.

Grazie per aver pubblicato le vostre immagini/fotografie, questo rende i nostri incontri su LaRecherche.it un po' meno virtuali.

Il 24 gennaio ricordiamo che ci sarà a Roma, sempre al Cheese and Cheers, Via P. Falconieri 47, un altro momento di incontro e scambio de LaRecherche.it. Vi aspettiamo.

Un abbraccio a tutti.
Franca Alaimo, Giuliano Brenna, Roberto Maggiani, Maria Musik

Scarica il Calendario 2011 de LaRecherche.it »

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Grazie e Buon Natale

Carissime Autrici e carissimi Autori, Lettrici e Lettori,

vi arrivino i nostri più cari auguri per un sereno e gioioso Natale. Cogliamo l'occasione per ricambiare i molti auguri che ci arrivano. Vi ringraziamo per l'affetto e la stima che manifestate a LaRecherche.it, sia attraverso messaggi in redazione che pubblicamente. Siamo, tutti insieme, una piccola comunità che cresce nello scambio e nella condivisione delle scritture e delle idee.

Il nostro modesto dono è, anche quest'anno, il calendario 2011 de LaRecherche.it, come augurio di un sereno nuovo anno, il quale sarà liberamente scaricabile tra gli eBook (www.ebook-larecherche.it) a partire dal 28 dicembre, ma vi avviseremo. Intanto l'eBook natalizio che vi proponiamo è Sognagione, di Guglielmo Peralta.


Un affettuoso saluto dai vostri

Franca Alaimo
Giuliano Brenna
Roberto Maggiani
Maria Musik

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Avviso commenti

AVVISO IMPORTANTE: CAUSA GUASTO SERVER LA MAGGIOR PARTE DEI COMMENTI SU LARECHERCHE.IT NON SARANNO VISIBILI FINO AL 16 AGOSTO 2010. CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO.

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Compleanno di Marcel Proust

Come sapete il 10 luglio 1871, nacque Marcel Proust, a cui è dedicato questo sito. Abbiamo pertanto proposto dei testi in tema che rimarranno visibili per una intera settimana, fino al 19 luglio. Tutti gli autori de LaRecherche.it sono invitati a proporre i loro testi sul tema. Per l'occasione abbiamo pubblicato anche un eBook che raccoglie contributi di vari autori. Anche coloro i quali hanno partecipato all'eBook possono proporre gli stessi testi, o altri, sul sito nelle apposite sezioni. Un caro saluto a tutti.

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Nuova sezione: Incontri e scambi di pensieri

Gentili Autrici e Autori, Lettrici e Lettori,

da alcuni di voi è venuta la richiesta di aprire una sezione che possa raccogliere i vostri pensieri liberi, le opinioni e le discussioni che non vogliono prendere forma di un testo strutturato a poesia, narrativa/prosa, aforisma, articolo, saggio. Tali "Pensieri", visualizzabili in prima pagina alla voce "Incontri e scambi di pensieri", sono commentabili da chiunque lo desideri, in modo da avere un luogo di confronto, di incontro e scambio. E' possibile pubblicare nella sezione "Pensieri" dal vostro pannello utente, come avviene per la poesia, la prosa o gli aforismi.
La vecchia sezione "Opinioni e chiacchiere" rimane consultabile ma non vi si può più aggiungere nuovi post, soltanto è possibile rispondere a quelli esistenti.

Inoltre vi informiamo che già da qualche tempo, sulla prima pagina de larecherche.it, è attivo un sistema di ripescaggio dei testi che propone casualmente, ad ogni apertura o aggiornamento della pagina, un testo tra quelli pubblicati, in questo modo i testi non invecchiano mai.

Un caro saluto a tutti.