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Raccolta di poesie di Pietroluigi Marozzi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Padre dell’ uomo, che guardi ad Occidente

Uomo, che conoscesti il mare

ed ogni terra vedesti.

 

Tu che hai accecato il selvaggio Polifemo,

tu che hai vagato

nel regno delle ombre

ed udisti delle sirene il dolce canto,

del veggente il vaticino.

 

Molto ti condusse

fra le onde,

il Ponto divino,

e molto naufragasti

per volere del destino.

 

Ma è grazie a te, alla tua sete,

che ora noi tutti sappiamo

il Vero nume 

che muove ogni cosa.

 

Possano, gli uomini di questi eoni

ove tutto è dimenticato,

perseverare di te

memoria perpetua,

oh Odisseo, padre dell' uomo

che guardi ad Occidente.

 

 

*

La menade

Va menade,

ove Bacco ti chiama,

dai tuoi crespi nidi

l' ebrezza si dirama.

Danza, nel fatuo bosco bruno,

disciogli il tuo volto e le tue membra,

oh arpia soave,

con satiri

su allori.

Cavalca centauri, emblemi di furia, e bevi,

dai calici della vittoria,

l' essenza di Dioniso Nostro Signore.

I tuoi occhi riflettano,

nell' ombra di un olimpico fantasma,

un vortice eterno di secoli:

il cieco volere che, croce crespa,

nel cielo ti appende e regina ti fa

di questo mondo.

*

Lontani dagli albori

 

LA DANZA MACABRA:

 

Danzano

in una sala dai vaghi sapori

fantasmi

lontani dalla gloria degli albori

immersi

fra miriadi di opachi/dorati colori

in un' atmosfera di languidi odori.

 

Nebbie

nei sinistri giardini delle statue spettrali

si addensano

nei cunicoli dei sotterranei abissali

e resuscitano

dalla pace dei luoghi cimiteriali

i morti

dolenti figure viscerali.

 

Nell' aria un grammofono spande

una tetra musica

mesta.

 

LA FUGA:

 

Cantano

sotto le finestre di bionde ossa femminili

spiriti irrequieti;

in questi luoghi,

nelle tenebre,

inquieti.

 

Spettri opachi volano in cielo

sfregiando grigie catene;

dietro di loro

nel silenzio 

un velo.

 

Cavalieri senza testa infuriano

cavalcando neri cavalli

verso una macabra festa.

 

Nell' aria un grammofono spande

una tetra musica

mesta...

 

LA PROFEZIA

 

... Mi sovviene del gargoyle nella roccia la testa

e le fauci

e la bocca aperta.

 

Infondo agli occhi ha rossi bagliori,

come vive scintille degli albori.

 

 

 

 

*

La dolce vergine dell’ aurora

                                            Celeste trascendenza:

 

                                    Una vergine, risplendente in biondi

                                                 crini ed alloro,

                                                    s' avanza.

 

                                         Passo sommesso e soave;

                                           Un velo la copre sottile

                                                      con lei

                                                    fluttuando.

                       

                                          Dove il suo piede poggia

                                                       leggero

                                      rifiorisce la brezza di primavera,

                                             le colonne dove le sue

                                                    dolci perle

                                                       poggia

                                              languide disciolgono

                                                  le dure fattezze.

 

                                                 Canti di uccelli,

                                                  suoni di flauti,

                                                 danzano i fauni

                                                    nelle selve:

 

                                           il Divin Bacco incorona

                                                 la dolce vergine

                                                    dell' aurora.

                                                       

                                       

*

Occhio malato

Nella bianca sala del torpore: il mio occhio

riflesso.

 

 

Dolcezza innocente e vivace                                 Orgoglio stanco e freddezza.

come d' ingenuo bambino;                               Una statua si sgretola nel grigio,

Gioconda e malinconica                                          uno stallone rensicchito.

si staglia                                                           Signore di ricchezza svestito e  

goffa sul cuscino                                                       cavaliere ferito.

irruenta e pacata cullata                                              

dalla musa.                                     

                                                          

                                                     Ciò leggo

                                              nel mio pallido occhio

                                                    sonnambulo  

                                              da una lieve febbre

                                                       colpito.                                              

*

La confraternita nel teschio

In una valle arida e bianca,

in un' asprezza irta di crepe,

sotto un oscuro albero

un teschio.

 

Involucro morto di una mente liquida

dove si agitano vipere e visioni.

Immobili

come statue nel nero le emozioni.

 

Dentro il liquido universo marciano

le negre soldatesche/fra ossa ed avvoltoi

avanzano i boia della peste.

 

Un ricordo infante

questa tetra confraternita

emozionante.

*

Il gufo

Nel nero erebo si perde il mio sguardo;

Dinnanzi a questo abisso il tuono del cuore:

 

Un gufo apre le ali.

Vola il signore della notte nel buio

scrutando senza fine

dove ad esso niente è ignoto.

 

Nel suo silenzioso volo si perde

in un groviglio di arborei spiritelli

negli alberi a vegliar.

 

Le tenebre

 

inghiottono il loro

signore.

*

La gatta nella stanza

Una camera nel buio denso di opaco

sopra un vasto letto una gatta.

 

Soffice ispido batuffolo.

 

Fissa i suoi occhi attenti nel mio vuoto immenso

come acide luci verdi di ambiguità.

 

Graziosa e misteriosa come te

ocra musa che fuggi da me.

 

 

*

Il vampiro nella notte

In viaggio.

 

Fuggendo da opachi silenzi.

 

Vaga per l' avventura,oltrepassando

 

l' oscurità dei viali alberati,

 

dal maniero del silenzio

 

lontano.

 

 

 

La vita notturna attraversando

 

fra luci dai pigmenti di musica e liquori e

 

cortei di maschere vagar mirando

 

nel comune teatro la borghesia

 

a recitar.

 

 

 

Tra veglie, amori e concerti di luci

 

uno spirito da altrove

 

come un vampiro nella notte.

 

 

*

Amor titano

Angelo dei cieli metafisici

solo tu,

inquietudine nella mia quieta anima conduci

languore nella roccia che è il cor mio effondi.

 

La tua dolcezza è d' immenso

quindi sovrasta, oh

divino volere,

i tetri succubi che t' addolorano.

 

Ascoltando la tua melodia

mirando i tuoi dolci diamanti

 

 

il mio spirito,

come l' aquila, violento

 

vola

 

titano verso l' immenso.

 

La tua ambiguità non spegne la perpetua

fiamma che arcana accese la tua dolcezza.

*

Viandante nella tempesta

Pungenti, i bianchi chicchi, cadono.

Soffici solcano il cielo/di nebbie

 

candido.

 

Un lieve venticello turbina,

i chicchi candidi

avvolgendo,

su di un viandante

 

nella tempesta.