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Raccolta di poesie di Antonella Santoro
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Quasi una lacrima

Mura antiche d'affreschi
e profumi d'incensi nel buio
di un sospeso che sa di infinito.
Le panche e i velluti
tramandano memoria
di lustri remoti
tra tremori di candele.

Qui si è compiuta la vita
fra intervalli di fiori e note solenni
qui si è inculcato per sempre
l'amore universale in cuori bambini.

Sulla pietra consumata
sul legno dei sedili secolari
apro il cuore
discorrendo nella mente
di meriti e intenti
attese e desideri disattesi...
e dal soffitto una goccia cade
che è quasi una lacrima.

*

Sconcerto

Centrare
la propria attenzione
su un rosario sgranato
di riso brillato
di suoni e di canti pregnanti
significanti
uno zero spaccato...
strada percorsa a tre quarti
senza-tregua sensata
coerente
di rosso vestita e bandiere
bandiere bandiere
barbe chitarre e cortei
finiti in un fosso sterrato
colmato di melma
dove solo l'amore ti salva
su un filo di nylon
resistente.

Un niente
che conta una vita intera.

*

Riverbero

Non è nemmeno lo stesso tavolo
a reggere il libro dei miei pensieri
- a capo chino -
quando le lancette acuminate
trafiggono attimi
istanti come questo
di sottofondi parlati
tra stralci di musiche
di realtà sotto la polvere
ancora a pieno respiro.

Un rivivere subitaneo
tra pensieri onusti,
un video a luci spente
mentre il sussurro
rivela le voci.

 

*

Accountants (Contabili)

Quattro schede
di carta quadrettata…

L'attenzione è ormai
nostra padrona
fino a catturare l'anima
e il sorriso diventa avaro
fisso al pensiero.

Che l'amore indovini
il sussurro metallico
dei nostri cuori
che sa di pianto
e le parole informi
dense di affanni
nelle notti
da non poter dormire.

Un amore a mezze maniche
questo
che quadra il bilancio
della vita
dentro un conto
profitti e perdite.

*

A una madre

Per pettinare capelli
ci vogliono mani di donna
che seguano lunghezze da vicino,
con sguardi soffici d'orgoglio.

Sono carezze semplici
che ricuciono stoffe
insieme a lembi di ferite,
con parole che fan crescere,
da ricordare in seguito
finchè non finisce la vita.

È per questo che ho nascosto
pettini e specchi
lasciando spuntar fiori
sul mio capo
- denti di leone selvaggi
più biondi che riflessi al sole -
e che non ho più saputo crescere,
volendo inventare poesie.