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Raccolta di poesie di Alessandra Carnovale
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Ritorno in ufficio

 

tornare a dimenticare la bici in cantina

arrendersi alla schiavitù della benzina

alle pasticche per la pressione

alla chimica per dormire

al chiuso di palestra e piscina

 

la resa alla furia di “prima”

tira su il circolo vizioso dell’economia

 

smantella pezzo a pezzo la qualità di vita

*

Riaperture

riapre l'ufficio

fredde e vuote le case - 

desolazione

*

Work-life Balance?

Un’azienda è una madre gelosa

che non vuole che la figlia si sposi -

 

la nutre la cura, la veste

di rosa ma le nega passioni, un’amica, un progetto

proprio di vita.            Per sé pretende

 

il meglio del tempo

e l’energia

 

                                  finché, gusci vuoti,

 

non ci risputerà                       tutti via.

*

Rimpianti

Nessun rimpianto per la vita di “prima”

sveglia alle sette, doccia di fretta,

vestitino, trucco, di corsa in motorino

traffico, timbratura, cartellino

caffè alle frasi di rito

tanto, tanto teatro

esproprio del tempo

ore di sequestro in un posto asfittico

e chiacchiere vuote di senso.

 

No, nessun sintomo di nostalgia

per gli sbattimenti ante-pandemia.

*

Maggio 2022 - giù le mascher(ine)

Torneremo ad abbracciarci
e ad ammassarci
nel traffico
o al mattino presto

sui vagoni della metro
gomito contro gomito
puntato dentro al costato
con la ritrovata libertà

di mescolare fiato a fiato.

Praticheremo di nuovo la resilienza

lungo i sentieri
dell'antica transumanza
e sfideremo un’anossica

e ristretta vicinanza
con chi fa un uso assai prolisso
della lingua.

Ritorneremo ad assembrarci fedeli 

nei santuari del consumo

in open space distopici e chiassosi

di nuovo ostaggi degli uffici

e i desideri congelati


giorno dopo giorno
anno dopo anno

ancora una volta, automi

alla mercé di automi.

*

Marginalità

La vita vera respira nelle marginalità

delle molteplici nostre

noiose quotidianità:

poche righe di un libro, un viso amico,

un abbozzo di poesia, un paesaggio,

un passo di ballo,

uno sguardo a una mostra...

 

mentre il resto del tempo

affanna

sotto la cappa

di una rozza sopravvivenza.

*

Smartworking 2020-2021

Marta

 

Marta in casa era più soddisfatta:

meno levatacce, tuta, zero traffico

nessuna transumanza, più attività fisica

e tempo con se stessa.

 

Vive il rientro con tristezza

che le pare tanto un'ingiustizia.

*

Danger awarness

Di cosa saremo a rischio, oggi,

di quale morbo

occulto

ammaleremo:

 

il colesterolo

che si annida nelle arterie,

il fumo

che fa invecchiare,

l’osteoporosi

che farà spezzare in due

le ossa,

 

un virus, una malattia ancora da inventare,

lo smog, il riscaldamento globale

che ci renderà

questa Terra un ospedale

 

o la grettezza

che inquina la vita sociale,

 

la quotidiana noia mortale,

la condanna senza appello

a un’esistenza incolore?

 

Qual è il vero male

da voler prevenire?

*

Il corpo e l’anima

 

Non è dell’anima che mi curo;

se è eterna avrà il suo riscatto,

prima o poi,

 

al suo tempo:

 

è il corpo che è costretto,

affranto, deluso

e stanco

e ogni giorno

ne muore un pezzo,

che diventa difettoso

o va in disuso.

 

Mi addolora quanto di noi

va sprecato

nelle nostre beghe

sciocche

e senza significato.

*

Restate

Restate con le vostre consorti

se siete in cerca

di balie

o di badanti,

se desiderate

cameriere o governanti

che vi sollevino dalle incombenze,

 

lasciandovi ai cazzi vostri

o liberi

di grattarvi la pancia.

 

Se sognate una Beatrice

che funga da tramite

tra voi

e le alte sfere

dello spirito o della fede,

 

per favore:

 

RESTATE CON LE VOSTRE SPOSE COLLUSE

 

e noi altre, cortesemente,

LASCIATECI IN PACE.

*

La Cura

Coraggio, ragazza, che vuoi che sia,

vogliamo solo farti

una lobotomia! Non farà

male, appena

un taglietto e via.

E’ per il tuo bene, cara mia:

così non patirai la noia quotidiana

e la nostra continua ipocrisia;

mica puoi fartene una malattia

a causa di questa

dilagante follia!

 

Non ci pensare, è la vita

- E così sia -

*

A Natale

Natale è tempo di canzoncine:

da Jingle bells, O Tannenbaum

fino alla cantilena

del vecchio Brahms;

nelle famiglie

è tempo di luci e discussioni

per il pranzo dai suoceri

o presso i propri

genitori, nel caso siano

ancora vivi.

E’ tempo di decorazioni

e di inutili regali

e di bambini sempre più rari.

E’ tempo di grandi abbuffate

e di pasti

mal digeriti, fra tensioni

sottaciute

per non guastare

l’auspicato buonumore.

Per i più giovani, Natale,

è tempo di domande invadenti

sui progetti imminenti di studio

o matrimonio, mentre,

i più maturi,

è scontato che non abbiano

desideri. E’ tempo

di sgradevoli intrusioni

e di ricordi

di quando eravamo

anche noi marmocchi.

Ma Natale è pure tempo

di solitudini e finzioni;

eppure, in televisione,

la pubblicità ci ripete

che in questi giorni

siamo tutti più buoni.

*

Roma, quanto sei (…)

Quanto sei faticosa, Roma,

quando tocca andare

da un capo all’altro, da Labaro

a Corviale,

con il traffico, le buche e il trasporto

pubblico carente,

ora anche indagato

per Mafia Capitale.

 

Quanto sei sporca, Roma,

quando si esce la mattina

e troneggia la spazzatura

sui marciapiedi

e sempre più gente vedi

a rovistare

tra gli scarti alimentari.

 

Quanto sei cara, Roma,

al metro quadro, con gli affitti

proibitivi

e la selva dei nuovi quartieri

nati attorno

ai centri commerciali.

 

Quanto sei paziente, Roma,

quando ti ingegni ad ospitare

i pellegrini di un Giubileo

straordinario

rimboccandoti le maniche,

senza fiatare.

 

Quanto sei sorniona, Roma,

quando vedi sfilare

capi di stato, diplomatici

e potenti: alzi lo sguardo

al cielo, ci ironizzi sopra

e vai avanti.

*

Vanitas vanitatis

“Le mucche non leggono Montale”,

sostiene un editore;

neanche le principessine, a quanto pare:

forse hanno paura che gli ossi di seppia

rovinino l’elaborata manicure

e che la bufera possa scompigliare

la piega fresca

di parrucchiere.

Le occasioni non mancano loro

per andare al centro commerciale

e il male di vivere

non suona troppo femminile:

col trucco si intonano meglio

le 50 sfumature

di fard color

mattone.

 

L’aria di vetro, si teme, le potrebbe

turbare e coi cocci aguzzi ci si può

tagliare: tutto sommato forse  è un bene

se le principessine

non leggono Montale.

 

 

*

Gloria

Gloria

non va più a scuola;

preferisce stare sola:

ha capito che è una fregatura

tutta quella storia

della donna

in carriera, che il potere

è ricattare

schiere di persone

che non le hanno fatto alcun

male; solo

che non lo sa

dire, che non vuole servire

gli interessi velleitari

di una f(r)azione

sociale e allora

ride

e beve e lascia sfumare

il suo sfavillante

futuro

di nascente astro

manageriale.

*

Amorevoli assenze

Il pupetto, dove lo metto?!

Non ce lo avevano detto

che sarebbe stato un diavoletto!

 

Certo, non possiamo lasciarlo

                                               a spasso;

è un periodo difficile, al lavoro, adesso

e non si può, ogni giorno un permesso.

 

Per fortuna è sempre impegnato:

basket, scout e canto, oltre alla scuola,

così, alla sera, ci torna stremata, la creatura;

altrimenti            sarebbe solo una seccatura.

 

Per l’educazione facciamo un po’

a scaricabarile: tra noi

e la scuola, chi se ne dovrebbe

curare? Noi abbiamo altro

a cui badare e la scuola

                               non ne vuole sapere;

così ci cresce ribelle – con tablet

e televisore mettiamolo

a tacere-!

 

Se poi in pagella riceve

un brutto voto, ecco che l’orgoglio

ne è ferito;

però che noia doverlo

aiutare a recuperare, non abbiamo neanche

tanto tempo da buttare: molto meglio

andare a protestare!

 

E si sta pure a lamentare, lui,

con tutte le responsabilità

che abbiamo, noi,

da sopportare!

*

L’occhio e la trave

Lo diceva già 2000 anni fa

un tale  

di diffidare

di chi fa la morale

e vede la pagliuzza

ma non la trave
- che poi una trave

dentro un occhio

deve pure fare male,

oltre ad essere scomoda

e un peso

da portare

a spasso: se sono stai attento

col fulcro

ti può  sbilanciare -

 

Però vuoi mettere il gusto

di vedere inciampare

tutto impettito con il suo occhio

e la trave

chi è sempre pronto

a far la morale?