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Raccolta di poesie di Carla Tombacco
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

In punta di piedi

La vecchia madia
custodiva legna, chiavi
arrugginite, barattoli
e confetti accartocciati
che le dita sfioravano
senza mai svelarli.

Passi inestricabili
si avvicinavano lievi,
scivolando sull’orlo
di marmo un verso
d’indaco e argento.
Quando bastava uno sguardo
a spiegare il lembo sfilacciato
dei giorni in un volo.

Mentre sbriciolavi il pane
assolato di ieri nella polvere
dell’uscio da aprire.
Lasciandoti alle spalle
quell’impensabile stanza
da attraversare per dirne
il cielo, in punta di piedi.

*

Fuori mano

 

Una brezza di luna

s’inerpica fuori mano,

risalendo l’autunno.

Dove l’assenza combacia

con la rugiada che scoppia

i suoi spilli più lievi

in bolle di mondi.

Ne resta a capo

un profumo di cedro

asprigno che frulla

acquoline d’emozioni.

Intridendo il velluto

ramingo, già vestito

a sera, dell’uva fragola.

*

Postilla all’estate

 

Pescando, con mani d'acqua

e spuma nel sale d'onde

esauste, un messaggio.

 

Annegherò di nuovo

allo stremo di ieri.

Fino a gocciolare

il respiro del fondale,

fenice dell'alba

tra i colori dell'estate.

*

Quasi universi

 

 

Giochi bambini

grappoli di ciliegie,

quasi universi

*

D’arabeschi e Mocarabes

Si è spezzato il filo di sole
che ci legava a quel giugno
d’arabeschi e Mocarabes.
Una luce cresciuta a
dismisura, attraverso
spigoli aperti in realtà.
Solo per ritrovarti
nel risveglio più terso,
sulla soglia del mattino.

*

Scoppi d’abissi

Scoppi d'abissi
non cancellano i volti
della giustizia

*

La stanza

  La stanza vuota

dove intrecciavi fiori

profuma ancora

*

Luna d’inverno

Luna d’inverno

apostrofo di ghiaccio

dentro a un catino

*

Brumali

Aspri graniti
in cima alla montagna
fonti dell'ombra


Tradita perché
non hai il sangue del buio
che li coagula


Nebbia di stelle
disperata saggezza
vaga la notte

*

Secondo novembre

Crisantemi di nuvole screziate
d’acqua che stilla con occhi
lustri di ricordi ancora vivi.
Rivoli di ghiaia e cipressi
storti in cima, come piegati
dal peso di un cielo senza fine.
Ci ritroviamo tra le croci,
per le vie del tempo, a passare
nel corteo destinato ad andare
oltre la breve sosta di un addio.

*

Lucernai

Nel fine mese che invecchia
l’estate tangenziali traboccano
indietro sulla chiatta di Caronte.
Tornando a ogni giorno dopo
piccoli morsi di mare, ferite
ancora aperte in scogli vivi.
Lucernai antifonali d’ombre
sparse, ci portiamo a casa
qualche granello d’acqua libera
appiccicato alle suole dei ricordi.

*

Nervi scoperti d’autunno

Dove se ne va questo folle,
tra i nervi scoperti delle strade
e colori imbruniti di sangue?
Anche il cielo all’improvviso
scappa, spandendo una clessidra
infranta e livida di foglie morte.
Mentre il sole inchiostra le sue pupille
bianche, fino a gelare sui tetti.
Tra fiumi di nubi e rive d’indaco
mi rimane il grido che ha percorso.

*

Di nuda pioggia

Pezzi di vita acerba
da rimettere insieme,
ma non è detto che reggano
di nuovo al tempo che cambia.
Creature di nuda pioggia e neve
si disfano in mille rivoli iridescenti,
tra fili d’acqua assetati di terra.
Ogni giorno mi cura il cammino
il profumo che marzo bisbiglia.

*

Di dove in dove


Di dove in dove,
serpeggiante forma
inquieta del vagare
che ci trasale i passi,
lo spazio germoglia
ricordi in profumi
di volti e paesaggi.
Forse il tempo
non brucia al rogo
le sue magre carni,
solo per vedersi
sfumare altrove
in cenere d’istanti.
Dentro umidi falò
che disperdono
anche il vento.
Lasciando nell’aria
un’essenza appena
impalpabile,
come di cuori
scesi a largo.

*

Trittico d’inverno

Un sole avaro

occhieggia dietro sterpi

in dormiveglia

 

 

 

La porta si apre

all'aria vagabonda

entra una foglia

 

 

 

Nuvole basse -

serpenti  fra le pietre

strisce d'inganni

*

Trittico d’echi

Carne del vento

il suo corpo svapora

d'alba le stelle

 

 

Senza stagioni

un tempo capovolto

si ferma a sempre

 

 

Terse sorgive  -

dentro ai tuoi occhi il cielo

riflette un volo

*

Isola di luna

L’isola che non c’è
è trono per la luna
quando, stanca di girare
intorno a terre
così buie da attutire,
distoglie alle stelle
le sue orbite cerchiate
dal grave peso insonne.
Scaturita dal folto
a rovistare lacrime
di sole, fra sentieri
intricati d’ombra.
Sembra quasi sorridere
perdutamente dolci
rimbombi sperduti
d’immensità.

*

Haiku

 Il fuoco muove

su maschere di cera

gocce di sole

 

 

L’ombra disegna

impronte di rugiada

in fondo al chiostro

 

 

Molli colline

cadenzate dal mare

funghi nel muschio