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Raccolta di poesie di Andrea Bruni
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

senza titolo

Dall'est programmano il dissenso
dall'opposto conteggiano l'infinito.
I passi di una guerra sceglie volti
e nuovi televisori in sconto.
Voglio non esserci per queste voci
e certi occhi che stridono piacere
-ho sognato il caldo, il caldo meridionale
colorava la terra e la pula del grano,
dall'odore azzurro del cielo estivo
si liberano i giorni privi di dolore-
un domani avrà fine e nel percorso
alcuni troveranno labirinti e sentieri da percorrere
altri siederanno sui gradini d'ingresso di una chiesa.

*

Sai questa bocca

Sai questa bocca vorrebbe verità
e spigolare negli angoli del buio
i fatti spogli che macchiano corpi.

Girano le parole nel caffè, e

questo glicine che cerca un cielo
nell'ala verticale di un profumo
poi lacrima a terra i suoi fiori

la vivacità del vento e del sorriso
da questa antica terrazza paradiso
si inonda viva di panorami altrui.

*

Confuso nelle pareti plastiche

Confuso nelle pareti plastiche
attendo di risuscitare senza voglia
fuori c'è un labirinto d'incertezza
e questo sepolcro con mura decorate
ha già visto solitudini posarsi ai fianchi

il viale dei platani resta al giorno
immobile nel freddo indifferibile
nella nebbia un respiro e poi ancora
la primavea reclama il coraggio del tempo
come nel marmo le sue vene brune.

*

(Vania)

(Vania)
Sospiri piano il passo
leggero a profondità,
un bacio di Dio
che nega celle alla follia
ma vede figli
al chiaro vetro dei volti
sfolti, i rami, nei ricordi
ritrovi segni e lacrime
ai piedi
una bruna radice in erba
le foglie degli anni, superba.
Giudica sentenza
al convenuto non distante
da quella cima verde
che senza eccezione arde
similmente al primo sole.

*

Al maschile

Al maschile ho fatto oltre cento flessioni
per evitare la torbida pozza della notte
non ho una voce, non ho mai avuto
una voce femminile che mi parli dentro,
di solitudine, di tormento
gli occhi l'angoscia, sfuggono ai liquidi lo sguardo
non hanno ricordo le tue parole, amore,
stanotte ho sognato il bacio di una sirena
il sapore amaro ha bagnato il giorno, voglio uscire,
uscire da questa marea incoerente.

*

Le linee parallele e l’infinito

Le linee parallele e l'infinito

Allontanarsi -da me o da te- una cecità
mi è equivalente a palpebre abbassate,
inghiotte diottrie indifferenti alla realtà.
Questo chiaro di fogli nella buia parete
luccica di sogni nel crespo dei giorni.

*

Anche queste gocce cadono

You got a face not spoiled by beauty I have some scars from where I’ve been.
-U2-

Anche queste gocce cadono
inconsistenti
rumoreggiano nei miei abissi,
ritrarsi al contatto è così naturale
come acqua cerco insenature vive
per sentire ogni fiato e respiro
nella complessità dell'esistere.
Dentro di me non c'è il tempo che sono
il tempo che da ieri decorre e scorda
cammina sulle parole
con due anime aderenti.
Lui, si specchia sulle pietre
levigate dall'attesa, una resa
dilania gli occhi nei riflessi
di un letto grigio di fiume.
Accanto l'altro raccoglie
sentieri nelle golene
come un antica mappa
del silenzio, attraversa
nella nebbia le sue nere cicatrici.

*

Eppure il giorno filtrava

Eppure il giorno filtrava, e il cielo in negativo sull'asfalto sfiniva un varco lento di nebbia sul resto gocce, aderenti alla veste. Sempre quella, la strada quotidiana quella per la scuola e poi il lavoro non più visibile alla memoria. L'impossibilità di abbracciarti è diventata scontata prima, -prima dell'egoismo- ho celato margini nell'educazione. La pioggia che ora cade, comprende punte di ombrelli colorati, e mi accecano il cuore, batte senza versare ripari.

*

That’s fine for me

Questa età lascia il dubbio
di un giardino invernale

solo pulsioni di nervi interni
tra incroci e qualche croce

luci e rumori di un corpo
vorace dentro la gola

c'è ancora qualche pazzo
che indossa una cravatta
a tinta unita, senza amore.

*

Anche queste gocce cadono

You got a face not spoiled by beauty I have some scars from where I’ve been.
-U2-

Anche queste gocce cadono
inconsistenti
rumoreggiano nei miei abissi,
ritrarsi al contatto è così naturale
come acqua cerco insenature vive
per sentire ogni fiato e respiro
nella complessità dell'esistere.
Dentro di me non c'è il tempo che sono
il tempo che da ieri decorre e scorda
cammina sulle parole
con due anime aderenti.
Lui, si specchia sulle pietre
levigate dall'attesa, una resa
dilania gli occhi nei riflessi
di un letto grigio di fiume.
Accanto l'altro raccoglie
sentieri nelle golene
come un antica mappa
del silenzio, attraversa
nella nebbia le sue nere cicatrici.

*

Io non so

Io non so
il male veramente
nuovamente.

Sarò ferita
taglio sulla corteccia
una lesione sull'asfalto
sarò quella cima
di boschi verdi,
collina
sopra la nebbia
di un qualunque giorno

nei cristalli di Gennaio.

*

ho imparato a perdermi

ho imparato a perdermi
senza alcun rimpianto
deriva negli occhi
un nuovo tremore
Di mio padre ricordo il sorriso
di mia madre le parole di madre.
Richiuso in un cerchio
quella cornice umana
impressa nel rivedere
l'immagine di un giorno,
l'indice felice di un ritratto

*

Bruma sociale

Il vetro si appanna e condensa
lunghe lacrime spoglie, sotto
lo specchio, lo sguardo riflette
la vestizione parziale del giorno,
scende a tratti sul volto dove abito
un'interlinea di pelle, ruga notturna
di un passo, accanto, lo stesso io
sul pianerottolo affossa parole
minime di rive e morsi di rovi
un sonno comune e vento.
Come tutti,guardo il cielo.
Razionalizzare la bruma passata
la discesa arcata delle stelle
il cosmo ambiguo del silenzio,
spacca il ventre della mente
nei minuti, nei nervi inermi
ancora congiuntivi fermi.
L'indice è un gorgo di lancette
un cerchio nell'opale della nebbia
l'attesa periferia d'un sorriso.