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Raccolta di poesie di Andrea R
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Non resta che un’ora

Non resta che un'ora.

Adagiato nel sonno,

in un candido mare,

ritrarrò occhi di luna

sulle mie mani,

coglierò grumi

di fuoco

dal cuore mio

che denso

canta

in lievi respiri

al pulsare

dei fiori

raccolti

in un cesto

di vimini

colmo di sogni.

 

Geme la vita

tra i resti

di fiori

dispersi

nel silenzio

ancestrale

di fosse

iraconde

scavate

dal vento.

 

Nudi tremano

i corpi

consunti

dallo sguardo

del tempo,

gridano

i rivoli

ardenti

di un cuore

essiccato

allo scarno

tepore

di un pallido

e tiepido

sole,

che luce tenue

nel mondo

in questa

ora deserta

silente

depone.

*

L’ ombra in essenza

Il valore delle cose,

Si scorge negli occhi del mare,

Si ode nel respiro del vento,

Fluisce nel canto del tempo

Adagiandosi sulla soglia

Di una pia terra natale.

*

Scorgo un bagliore inarcarsi tra muti respiri

Scruto

nei raggi

di un cupo

momento

il riverbero

di un atteso

tormento,

l'orma silente

dell' ombra

di un attimo

spento,

il lieve candore

di uno sguardo

sospeso

tra i tenui sussurri

di un rapido

vento.

 

Scorgo

un bagliore

sottile,

denso inarcarsi

tra i muti respiri

del mio turbamento.

 

Socchiusi

gli occhi

al mesto supplizio

che polvere nel tempo

disperde,

non resta che ancora

l' ora supplice

al cospetto

di un cuore

graffiato

dai sussulti

del posarsi

dei petali

che nella notte

ad un cielo

primavera

ha reso omaggio

la sorte

dalla lunga,

folta chioma

ramata

d'abisso.

*

Cuore disperso nelle falde del tempo

Nucleo reale,

lieve fragore,

interrotto

dal denso fruscio

del vento,

che il cielo attonito

con lo sguardo

velato di buio

nel gelo di notte,

con fremito spento

e muto sgomento,

assale.

 

Denso abisso

di mare,

frastuono

colmo

di un vuoto

ancestrale,

che lieve volteggia

tra i rami 

di ogni momento,

fragile onda

spezzata

da un sospiro

nel fondo

del mio turbamento.

 

Cuore disperso

nelle falde

del tempo,

lucido tocco

di un pianto

del male,

che nulla rifugge

e nel tiepido tuono

risveglia

il nudo rancore

che nel petto

lento, silente 

risale.

*

Sul crinale del sorgere del sole

Sorseggia

in un sonno

di seta

la sera

il vento

che sussurra

accanto

ai candidi

grumi

di neve,

posata

sotto il bagliore

di notte,

disciolta

al tiepido

sguardo

del tempo.

 

Cade silente

nei sussulti

del perito

giorno

il fioco

tepore

di un grappolo

di stelle.

 

Tra i rovi

un' anima

incolta

discosta

i rami

di un fitto

dolore.

 

Fermo

l' attimo

solo

che passeggia

sul crinale

del sorgere

del sole.

*

Silenzio pallore, un abbraccio di ore

Sfuma

arricciandosi

il tenue bagliore

di queste ultime

ore.

 

Scivola via,

immerso

nel gelo

di un'aria

stanca,

il silenzio

pallore

di questa 

stanza.

 

Lontano

la voce

delle stelle

e di luna

lieve la luce

si posano

in un vento

abbraccio 

che scruto

sognare.

 

Sibilla

la notte

lenta

le membra

sottili

allunga 

tra le buie

colonne

lambite

dal candido

canto

del nulla.

 

*

Un mondo appena dischiuso al tepore di vita

Di turpi nubi

si infrange

lo sguardo

sfocato

in tenui

riflessi

di limpido

cielo.

 

Sfuma

il lontano

orizzonte

al breve

passaggio

di uno scorcio

di vento.

 

Smuove

un rivolo

di orgoglio

un fioco

lampo

di luce,

che nell'attimo

denso

di una voce

sottile

fiorisce

nel cuore,

e lieve, lieve

svanisce

all'ombra

di uno scarno

sussulto

di un mondo

appena

dischiuso

al tepore

di vita.

*

Specchio di mare che non oso sfiorare

Ripido,

sordo

rientro

tra le fronde

fitte

di un grande

dolore,

nel muto

passo

che riecheggia

a vuoto,

silente 

abbraccio.

 

Rimbombano

i resti posati

di un ultimo

sguardo

sul sentiero

scosceso

in cui arranco,

aggrappato

a una serpe

rimpianto

nel cui morso

resto impigliato.

 

Triste deserto

l'animo nudo

trafitto da rovi

nati nel male

di un mio fosco 

passato

che mi siede 

accanto.

 

Un candido

pianto

discende

dal cielo

e di rugiada

si posa

il manto.

 

Socchiudo

gli occhi

nel lieve

fruscio

del tempo.

 

Uno specchio

di mare

in sogno

mi appare

tra flutti

lontani

di stelle

che non oso

sfiorare.

*

Casa natale illuminata da un cielo lontano

Denso manto

di questo

frammento

di mare,

che in un attimo

appare,

e lieve scompare,

silente squarcio

nel male,

tra le coltri

immerse

nella lunga

chioma

del candore

di nebbia.

 

Si erge

nel nulla

questo paese

di silenzi

che riluce

appena

tra i lievi battiti

del cuore.

 

Il fiume

degli scarni

momenti

posati 

sul petto

si infrange

sugli scogli

di un mio

antico

risentimento.

 

Veglio 

sotto una coperta

di attesa 

in una casa

natale

illuminata

appena

da un cielo

lontano.

 

Lo sguardo

di un triste

perdono

ivi dimora, 

posato

tra quattro mura 

che il crepitio

di un focolare

riscalda

tra gli angoli

avvolti

da un' immensa

notte buia.

*

Nel tremore di un vento iracondo

Ripido,

sordo

rientro

tra le fronde

fitte

di un grande

dolore,

nel muto

passo

che riecheggia

a vuoto,

silente 

abbraccio.

 

Rimbombano

i resti posati

di un ultimo

sguardo

sul sentiero

scosceso

in cui arranco,

aggrappato

a una serpe

rimpianto

nel cui morso

resto impigliato.

 

Triste deserto

l'animo nudo

trafitto da rovi

nati nel male

di un mio fosco 

passato

che mi siede 

accanto.

 

Un candido

pianto

discende

dal cielo

e di rugiada

si posa

il manto.

 

Socchiudo

gli occhi

nel lieve

fruscio

del tempo.

 

Uno specchio

di mare

in sogno

mi appare,

posato

tra flutti

lontani

di stelle

il cui brillio

di canto

sfavilla

in un buio

appassito,

sfilato

dalle sue radici

nel tremore

di un vento

iracondo

che non oso sfiorare.

*

Il perdono scorgo lontano dal cuore

Sospeso

ai margini

di un lieve

respiro

di una buia

notte,

il perdono

atteso

scorgo

lontano

dal cuore,

nel fondo

di un mio denso

rimpianto,

tra le braci

smosse dal vento

sommerso

nel gelo

di un cupo

momento,

ove cullo

attonito

le membra

scarne

di un tempo

che mi fu maestro,

e che tra le secche 

fronde diradate

dalla voce 

del nulla

mi passeggia

accanto.

*

Tra i fitti resti di mute e scarne parole

Sorto

il fruscio

lieve

di una notte

alle porte

di un cieco

stupore,

irto

sui rami

di un brillio

in fiore,

rifuggo

il velo

frusciante

di questo 

sgomento,

che denso

appena riluce

chino sulle folte

radici

di un porto

dallo sguardo

immerso

negli abissi

di un fervore

disperso

tra i fitti resti

di mute 

e scarne parole.

*

Steso accanto a fiori di stelle

Terso sfondo

di una folta

marea ambrata

si immerge

nel canto

della voce 

del vento,

lieve riluce

tra i silenti

sospiri

di una notte

dagli occhi

socchiusi

che sogna

la vita ardente

nel socchiuso

brillio di un giorno

colto dal nulla

su leggiadre ali dorate

di un sogno furente.

 

Sibila lo sguardo

di una fievole attesa,

scoccano le braci

di una nascente

speranza,

nuda al gelo,

ormai indifesa.

 

Beltà dei minuti

assorti

in un cupo

abisso di pace

riecheggia

nei moti

canuti

del gorgo

immenso

del tempo.

 

Al di là

di questa valle,

tra i riflessi

di un manto

di notte,

una radura

in festa

scorgo

tra i passi

furenti

della Natura.

 

Steso accanto

ai fiori

di stelle

vivo 

in attesa

dell' avvento

di una cometa

che riscaldi

le fredde

radici

del cuore.

*

Sussurra alla tua ombra, o terra fugace »
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*

Tra le orme di un cumulo di stelle cadute

Rovi d'immenso

sovrastano

le sottili radici

che negli scorci

del vento

sussurrano

agli occhi del cielo

in questa silente

valle immersa

nel canto del tuono.

 

Il fruscio lieve

dei flutti

di pallide nubi

si insinua

tra le crepe

del manto

dei rintocchi

del gelo,

che stringe

i sussulti

di vita

e il respiro

che il nulla

cosparso

nelle vene

del tempo

appena lambisce.

 

Rivoltato

lo sguardo

del cuore

al fuoco

candido

di una lontana 

speranza,

mi ergo tra le rocce

in attesa 

che il tepore del sole 

segni una breccia

tra le orme posate 

di un cumulo

di stelle cadute.

*

Nuda si affaccia la pioggia

Curvo

su lembo

di scosceso

perdono,

immerso

nella folta

palude

di questa valle

di nulla cosparsa,

disperso

nel ventre cupo

dei bisbigli

del vento,

resto silente

tra fili

cosparsi

di un sangue

di orgoglio 

fissando

il calar

di una luna

sincera,

dal cuore

di cieca

speranza.

 

Col capo

chino

sulle ossa

del mondo

non scruto

i resti dispersi

di un mare

pensiero,

naufrago

nel gelo

delle onde

del male.

 

Di attimo

in attimo,

si ode

il gorgoglio

di un' infinita

stagione,

che scorre

tra i lumi

di un cielo

vivente,

dai rami

sottili

intrecciati

ai germogli

fragili

di un fitto 

desiderio

di sole

tepore.

 

Il bosco

canuto,

figlio

del tempo,

riluce

di quiete

nel vago

sussurro

di notte.

 

Verrà la sorte

su ali di stelle,

nella chioma

lunga del nulla

adagiata

prima di levare

il suo lento 

cammino

su una strada

deserta.

 

Verrà il pianto

atteso

nello scrosciare

dei lievi passi

di pioggia.

 

Senza sorelle,

quest' ora

si adagia

su un manto

di terra,

che muta

chiama

la venuta

imminente

di una cupa

tempesta.

 

Nuda

si affaccia

la pioggia

del mio terso

rimpianto

negli occhi

bui di questa

candida

rugiada

di inverno.

*

Lembo di sogno sospinto dal mare negl’occhi del vento

 

Cupo rivolo 

abbandonato

lento

scorre e soggiace

al buio del cielo.

 

Un lembo

di sogno,

sospinto

dal vento

tra onde

di immenso,

nel fondo

del mare

lieve

si è posato.

 

Un raggio

di luna,

assorto

tra le falde

dello sguardo

del tempo,

riluce

avvolto

da sussurri

di notte,

mentre

un canto

di fievoli

stelle

risuona

negli occhi

socchiusi

di questo

unico,

denso

momento.

 

Lascia

la scia

del rimpianto

-di attimo

in attimo-

il tepore

dissolto

dell' anima mia

nudo candore.

 

 

*

Brillio di una sola notte immersa nello sguardo del vento

Brillio

di una fosca

notte sola,

respiro

sommerso

di un mondo

dischiuso

al calar

della sera,

tenue bagliore

intrecciato

ai sospiri

di questo 

momento

avvolto

dalle spire

del tempo.

 

L' attesa

di questa luce

di stelle

travalica

le radici

del senso

in questo

turbinio

interrotto

dalla tenue

voce del vento.

 

Fosco

l' attimo appeso

al ventre

di questa stagione,

che scruto

immerso

negli sparsi

frammenti

di un cieco destino.

*

Lieve ticchettio tra le crepe del buio

Ruba

la notte

il fresco sorriso

della sera

a passeggio 

tra i canti lontani

delle ore del giorno.

 

Trepidante

il tepore di una nube

di sogni,

lieve si allunga

silente

tra le lacrime dense

del cielo.

 

Il ticchettio

sommesso

di questo gelo,

giaciglio

di sonno,

si infila

tra le crepe

di un soffice

buio

che i sussulti

di scarsi minuti

tra gli attimi

lievi

del nudo riposo

lambiscono.

 

Discendo

sulla riva

cosparsa

di fini desideri

che un tempo

hanno vagato

ciechi

al perdono

di una parola

immersa

in un eterno

respiro.

*

Al calar del chiarore di sera

Tra i gigli

smossi dal vento,

lento attorno

mi guardo

e scruto

-intrecciato

tra sottili

filamenti

del cielo-

un folto ramo

di muto deserto

che lieve sorvola

il manto del giorno

lambendo

l'aguzza cima

di una riva

silente

ove giace 

un morbido

scorcio di vita.

 

Il rumore

di questo momento

illumina

il denso chiarore

di un mondo

che sorgerà

abbracciato

al calar della sera.

*

Accarezzo il respiro di una marea dal pallido volto

Passeggio

nel corso

di un lungo

passaggio

che intreccia

una coda di stelle

con le radici del cielo.

 

Sorseggio

un canto

di silente rugiada,

fluttuante sui rovi

del tempo.

 

Veleggio

in mare

con gli occhi

alla sorte,

accanto 

ai flutti dei sogni,

stretto

ad una balaustra

di tenue speranza.

 

Accarezzo

il respiro

di questa notte,

folta marea

dal pallido volto,

nei momenti

ove il battito

di una luna

di quiete

scandisce

lento

i fievoli resti

del crepitio

sommerso

del mio focolare.

*

Canto velato di una notte ove nacquero i sogni

Misuro

il soffio del vento

in questo buio candore,

resto in ascolto

puro e assorto

del lieve pulsare

di un timido cuore.

 

Scruto gli occhi

di un folto passato,

intermezzo 

di un grido di vita

ormai spento

nella fossa degli anni.

 

Resto aggrappato 

a un ramo sottile

del tempo, 

steso

nel corso del fiume

dei giorni 

mentre riluce appena

lo sguardo appassito

di una notte

ove nacquero i sogni.

 

Accarezzo il manto

nevoso di un viottolo

triste,

che la pioggia silente

ha lambito

con un pianto velato.

 

Rivolgo

il mio fievole canto

a un nulla

che l'eterno sorvola,

al tenero tocco

di una lacrima

sola

che il cielo terso 

sulla nuda terra

ha posato.

*

Tra gli scarni respiri di un cieco vento maestrale

Scruta lontana 

il fioco candore 

di questa nascente

mattina, 

la notte

che nel suo sguardo

veleggia 

tra le spine dorate 

di un canto dei sogni 

oramai disperso

tra le ceneri silenti

di un tenue 

manto universo.

 

Tuona l' ora deserta

che dei passi natali

fece scempio.

 

Vibra la vuota carcassa

di questa muta stagione,

perita 

al farsi del primo sonno

di gelo,

al nulla

abbracciato 

tra i fitti sussurri

del fuoco del mare

e tra gli scarni

respiri,

anima densa

di un cieco vento maestrale.

*

Rupe, densa d’orgoglio

Rupe,

densa di orgoglio,

nuda si staglia

tra le celesti

pieghe

del giorno.

 

Muta parola,

donata dal vento, 

retta si erge

sulla soglia

di questo vano

tormento,

fiore d'abisso

colto dal cielo

che langue

nel crudo livore

di un mondo

perso,

reciso dal morso

del buio,

sospeso

nel ventre

di una lenta

eternità cadente.

*

Nel guscio di una candida, lieve tristezza

A bordo

di cieco fruscio,

colmo

di tiepida luce,

si rifrange

il nodo più cupo

di un ceppo

d'angoscia,

nell'ombra

di un buio

frastuono

immerso.

 

Fragile

la rotta

che un' anima

scruta,

dispersa

tra le smosse 

frange

di un intrepido

vento.

 

Stretto

nel ventre

del mare,

il sibilo

di una notte

accesa

si chiude

nel guscio

di una candida,

lieve tristezza.

*

Scarno sussulto di un mondo appena dischiuso alla vita

Di turpi nubi

si infrange

lo sguardo

sfocato

in tenui

riflessi

di limpido

cielo.

 

Sfuma

il lontano

orizzonte

al breve

passaggio

di uno scorcio

di vento.

 

Smuove

un rivolo

di orgoglio

un fioco

lampo

di luce,

che nell'attimo

denso

di una voce

sottile

fiorisce

nel cuore,

e lieve, lieve

svanisce

all'ombra

di uno scarno

sussulto

di un mondo

appena

dischiuso

al tepore

di vita.

*

Si raccoglie tra le mie braccia il tepore di questa notte

Quasi si infrange

questa parete

nei densi

sospiri

di un nulla

reietto,

con sguardo

volto

a un velo

sottile

di sogni

precoci,

avulso

da un cieco

tormento.

 

Quasi risorge

nel volto

di questa rugiada

lo sguardo tenue

di una notte

densa di abbracci,

caduta in pezzi

nei rivoli di pioggia

di un cupo dolore.

 

Si raccoglie 

tra le mie braccia

il tepore scarno

di questa notte

che volge alla fine,

e spenta esala

un diffuso respiro

che permea

le radici del tempo.

*

A Quiet Little Place

Rapida

insorge la notte

nelle vene scarne

di questo muto

cordoglio.

 

Luce d'essenza,

colma di tiepido

canto,

lenta svanisce

tra le irti strade

di questa città

fiorente

un pianto

di denso dolore.

 

Vagano le sorti

dormienti

di un nulla

da tempo

contrito,

negli occhi

uno sguardo

sfocato,

che dimora

silente 

in un placido

posto 

scavato

nel fondo

di un cuore

disciolto.

 

Il volo

di un filo

d'incanto,

lieve sorriso

di stelle

appena accennato,

rompe il velo

di gelo

di una sorda

tristezza

a cui immemore

resto aggrappato.

*

Ancora riarde il velo scarno di un cieco rimorso

Luce d'intorno

sussulta

slegata

dal tocco

di un mondo

fitto

di buio.

 

Vibra

il lento

pulsare

del respiro

di questo silenzio.

 

Smossi

dal tenue

urlo del vento

vagano

i germogli

di questa

notte immatura

che terra distesa

ricopre

coi flutti

di un pianto

di stelle.

 

 

Immerso

nel vano

sospirare

di un riflesso

muto,

giace

adagiato

nel folto

sguardo

di un lontano

perdono

il velo

scarno

di un rimorso

che tra cenere

di petali

ancora

lieve

riarde

graffiando

il ventre

di un giorno

nascente.

*

Ruba di stelle il chiarore un sussulto di valle tristezza

Lembo

di notte

sfocata,

questa nota

di triste

cordoglio,

una cupa carezza

arsa nel vuoto

di un vago

avvenire,

sospeso 

tra i fili sottili

di un lontano

perdono.

 

Pulsa

l'urlo

cieco

del vento

tra le rocce

immerse

nelle acque

terse del cielo.

 

Vibran le voci

soffuse

di foglie

morenti,

adagiate

sul freddo selciato

cosparso

da tenue

luce

di pianto.

 

Si adagia

lo sguardo

folto

che il nulla

respira

nel silenzio

dei sussurri

del mondo.

 

Ruba 

di stelle

il chiarore

un sussulto

fermo

di questa

valle tristezza.

*

Nella polvere di un ultimo, terso momento

Le onde

scuotono

il velo assorto

della mia casa 

natia,

naufrago immerso

in questo attimo

scarno

dalla voce sgretolata

dal furore sommesso

di un lieve soffio

di vento.

 

I muti riflessi

di questo squarcio

negli occhi

del mare

riverberano

nel cieco destino

di questa anima

tra i flutti silenti

del cielo

dispersa.

 

La vertigine

di questo rogo

deserto

passeggia

silente

tra le falde

del mio tiepido

cuore.

 

Verrà la notte

al farsi luce

nel cuor

di una stella

del canto

lontano

del tempo.

 

Sarà un respiro

di brace,

un tuffo 

sul fondo

secco del mondo,

un vago sospiro

che tenue si spegne

nella polvere

di un ultimo,

terso momento.

*

Nuda terra lambita da un’azzurra primavera

Arida fonte

immersa

in un terso

fuoco di nulla,

il giorno

ivi risorge,

e silente

e lieve 

si fa breccia

tra un cumulo

di sospiri

intagliati

nella nuda carne

del tempo.

 

Il guizzo

di un lampo

squarcia

il velo sottile

di una quiete

adombrata.

 

Ceneri sparse

dal respiro

del vento,

i sogni fanciulli

vagano

tra i resti

dei petali

di rame

cosparsi

in una terra nuda,

lambita

da un'azzurra

primavera.

*

Un cielo lambito dalla voce di un pallido buio

Gelo riposto

su un gracile

prato

con gli occhi

rivolti

al tenue

grigiore

di un velo

sottile

che lieve

ricopre

i soffici

sospiri

del tempo,

questo rimpianto

ammanta

i passi fermi

in cui sfuma

ogni mio

scarno momento,

per levarsi appena

sui primi strati 

di cielo lambiti

dalla voce

di un pallido buio.

*

Tra le amorevoli braccia di un tenue tepore mattino

Tramuta

un sogno

in scorci

di nulla,

questo

manto

di nebbia

che morde

le vene

di una muta

città.

 

Trafitte,

l'ombre

della sera

giacciono

tra la polvere

di una nuda

terra

che grida

il silenzio.

 

Lieve 

sfuma

l'ardore

del buio

tra le amorevoli

braccia

di un tenue

tepore

mattino.

*

Tra lunghe trecce di rovi

Verrà 

silente

una tenue rugiada,

posandosi

su questo perdono

si insinuera' 

nel fresco

rivolo del giorno.

 

Uno scorcio

lieve 

di vento

scuote appena

l'ardore

dei petali

di questa attesa

sinuosa.

 

Stride

una pendenza

su cui scivola via

il vago senso

del mondo.

 

Battiti

e sussurri

amalgamati

tra le pieghe

del tempo

si risvegliano

sulle mute

pietre

di un sonno

che il suo manto

al cielo

ha donato

tra lunghe

trecce

di rovi.

*

D’improvviso verrà l’ora che resta

Lacerata

soglia

di un fosco tormento,

questa veglia

su cui si affaccia

il cupo sguardo

di una notte

densa 

di baci

disciolti

in un velo

di odio

e di sussurri

spezzati

nel loro

cuore freddo

d'inverno.

 

Non rimane

d'improvviso

che un'ora

al cospetto 

del cielo,

languido petalo

caduto

sul fondo

di un gorgo

sventrato

dal delicato

pianto

di questo

tempo ancestrale.

*

Fisso il volto di questa notte smossa dal vento

Riverso

su un folto

velo disteso

ai margini

del perdono,

rimembro

lievi scorci

passati

di un legame

tra il mare

e i rami

di una terra

perduta,

di cui ancora

odo il respiro.

 

Fisso

il volto

di questa notte

adagiata

tra le onde

del buio,

smossa appena

dal crepitio

della voce 

del vento,

scossa in una

lieve nevicata

che ammanta

le cime

di ogni peccato.

 

In questa valle

che serbo

nel cuore,

luce riflette

le danze dei fiori,

nel loro sonno

tenui e vibranti,

accarezzati

da un fulgido

sguardo 

di una tiepida luna,

madre celata

dietro gli occhi

chiusi

del tempo.

*

L’ attesa dell’ avvento del tempo

Triste strascico

di un feroce dolore

lieve, lieve

lambisce i silenzi

fitti e annodati

al tormento

che ammantano

le nude strade

intrecciate 

con scheggie

di ricordi,

sparse 

dal canto

di una tenue

brezza

di luna.

 

Un grumo

di sogni dispersi,

nella lunga

attesa dell'avvento

del tempo,

tende le braccia

a un cielo spento,

che con gli occhi

tinti di un vuoto

fecondo, 

non ha

più voce.

 

Lo sguardo

sbiadito

del mio perdono

rende questo

placido mondo

un luogo sfocato

che le sue membra 

in frammenti

si accinge a raccogliere.

*

Gorgoglio in esterno d’una notte d’inverno

Sospeso tra le travi

di un antico ligneo 

soffitto

il soffio di questa 

ora silente 

si condensa

in nubi vaganti

senza una rotta 

nelle acque solitarie

del mio risentimento.

 

Tace fuori il gorgoglio

della notte,

riposa la luce d'inverno

tra le dune ambrate

di un muto deserto

del cuore.

 

La fissità

di questo puro

destino

posato sul petto

ha velato lo sguardo

di ombre di sonno

che mormorano

appena, appena

agli angeli

del cielo,

un tempo caduti

sul fondo freddo

di un vasto mondo

accucciato alle soglie

di un giorno nascente.

*

In cammino nell’ ultima ora dei sogni

Fioco lembo

di tenue luce

infiltrata

nelle sottili

crepe irregolari

di uno scarno mondo,

in attesa che la voce

sommersa di un fulgido

lampo, alle dense pareti 

di un cielo avvinghiato,

rompa la coltre fitta di silenzio

che avvolge le terre emerse

e accarezza il manto tremante

delle ondulate acque di mare.

 

Appena, appena smosso

dal respiro di un vento maestrale,

lo sguardo lucente di stelle lontane,

in marcia lenta sul ripido sentiero 

del tempo, scruta un frastagliato

orizzonte ove i sogni vanno a posarsi

nell'ultima ora del loro lungo, lungo viaggio.

*

Lenti passi di un cieco perdono

Affranto giaciglio

immerso

tra aguzze

onde del mare,

ove un cuore,

disteso

tra i fili sottili

del tempo,

erge il suo capo 

sin sopra

le stelle bambine

levandosi

dal riflesso

cupo

di un fuoco

sacro,

dallo sguardo

di un fosco

passato,

dai morsi tetri

di un angelo

che il nudo suolo

ha di regno.

 

Silente

e sfibrato

dal tocco di giorni

di tenebra

e pioggia,

senza commiato,

senza occhi di gaudio,

né alcun respiro

ove trovare il denso

profumo

dei fiori di prato,

il mio rimpianto

si avvolge stretto,

stretto

tra le fluide coltri

di una nebbia

che muta rincorre

i lenti passi

di un cieco perdono.

*

Lenta sorseggia la notte una tenue rugiada

Lenta sorseggia

questa tenue rugiada

la bocca di quella notte

che lo sguardo posa

sui resti di un molo

antico, 

accarezzati da lieve

brezza d'aurora,

dal flebile tocco

del mare

e da una luce discesa

in terra da una fulgida

stella, ormeggiata

lontano, tra i fitti

rovi del cielo,

scuri nel cuore

sepolto.

*

Lacrima incolta

Una lacrima

scende incolta

dal tiepido buio

di questo squarcio

di giorno,

adornato da petali

di stelle adagiate

sul fondo

di un manto

di luna di rose,

che lieve, lieve

socchiude

gli occhi abissini

in un velo sottile

di flebile pioggia,

intinta dal tocco

di un cielo

d'avorio

e dal sangue

rappreso

del cieco sguardo

che fu un dono antico

del silenzio del sole.

 

Mute lande

di un vasto frastuono

vibrano al canto

di voce notturna,

che di rugiada

attonita

nutre il suo pallido

cuore.

 

Il richiamo del fuoco

lento affievolisce

il suo scarno respiro

sino a cullarsi

tra i rovi di un branco

affamato di sogni.

*

Sulle ripide scale di un giorno antico

Iridescente

scontro

che trema nel nulla

e sfuma lento

adiacente

agli angoli

di un incauto buio,

questo risveglio

in grembo

alla notte 

in cui sono immerso

mi trova silente,

posato su fitte

braci di fuoco,

in attesa dei tenui

passi del vento

a donare un confine

sottile e appena

accennato

al mio lungo, lungo

tempo.

 

Appassito

nel ventre

di un sogno

schiarito

dai fitti raggi 

lucenti

di un sole

bruciante

teso

sulle esigue 

assi del mondo,

mi levo ancora

assopito

sulle ripide scale

di un giorno antico

dalla voce sonante,

che fermo veglia 

in soglia alle porte

socchiuse

di un vasto orizzonte

irrisolto