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Raccolta di poesie di Angela Giannelli
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Maggio

(Da "La via della seta/e parte II" Ladolfi Editore)

 

M A G G I O
IL PARADOSSO DI SCHRÖDINGER
a Giovanna

Parole ondeggiano nell’aria
come folaghe sul ciglio dello stagno
poi nel canneto d’improvviso
si scagliano per nidificare

Di chiazze viola si tinge
lo sterrato dei penta - bilobati
petali dei fiori della malva
e cespi di margherite gialle

M’ama - non m’ama …
Due piccole dita sfogliano
impazienti le corolle
M’ama - non m’ama …

Sfrecciano lucertole eccitate
arraffando formiche
Sul muro un gatto al sole
Minuscole lumache sugli sterpi

M’ama - non m’ama …
cantilena irremovibile la piccola
stringendo fiorellini fra le dita
Di falchi neri rombano le piazze

Un treno sferraglia di passaggio
Brucia ancora Damasco ?
Kabul muore? A Il Cairo s’ammazzano?
S’accampa tra le rose un altro maggio …

M’ama - non m’ama …
canticchia tremolante la bambina
accucciata tra i fiori
e giochi di farfalle fra le trecce

Dal cielo le aquile sorvegliano
caprioli ipnotizzati sulle rocce
Dalla scarpata spiovono ginestre
Scroscia dal costone una cascata

M’ama - non m’ama …
S’affanna nel conteggio la piccina
sommersa ormai dal giallo
fino alle ginocchia

Nell’ombra c’è qualcuno
che spara o ch’è sparato
o arde come torcia nella notte
o si torce appeso con il cappio al collo

Avanti e indietro svolazzano le api
dai fiori fino al favo
Sotto le pietre sbadigliando
dal letargo si destano le vipere

Si scuoiano da vive le fochette ?
Un colpo secco al collo delle cavie
ma talvolta qualcuna
sfugge sanguinante alla mannaia

Per te un ibisco rosa - figlia -
disperata per la tua imperizia
Mistero della luce : brucia e non
acceca Damasco che s’offusca

I nostri giorni - petali scanditi
ad uno ad uno dalla lontananza
- non posso più tacerne ora -
con il cuore nel cuore

C’era una volta … C’erano un cane
un topo un’oca un passero tre rane
In bare di cartone nel freddo
della terra li abbiamo sotterrati

Schrödinger dal mantello albicocca
pure è da un’altra parte
e non sappiamo dove fa le fusa
o intuisce catastrofi

E non ci è dato di sapere se è vivo
o morto o vivo e morto
contemporaneamente … Anche la sua vita
è una scatola chiusa impenetrabile

Ora la tua mano sfoglia le foglie
dell’acero maestoso del giardino
talvolta nella neve
tal’altra nella solitudine

Dalla finestra entra un breve sole
a carezzare i gatti sulle tue ginocchia
oppure s’affaccia uno scoiattolo
o ti sbircia una coppia di procioni

Anche i tuoi sogni
come rubini blindati in un scrigno
danzano fra le nubi
e non temono altezze o precipizi

Ma non si priva maggio del maestrale
e ancora scuote l’argento degli ulivi
e l’erba nuova e le corolle viola
e accende granate nelle piazze

Sapessi … ! Come tacerne  ?
Qui negli slarghi si levano patiboli …
C’è grande confusione per le strade
di scavi e recinti e di rifacimenti …

Io sfrondo ancora margherite :
enumerando ad uno ad uno
i petali del tempo che mi resta
erro i totali con grande maestria

Senza pudore alle voglie del grembo
ancora m’abbandono ?
Nella mia bacheca io sono pressoché morta
ma pure viva - contemporaneamente

e non m’importa dell’atomo casuale
che mi truciderà all’improvviso
senza anestesia lasciando
solo il cuore a martellare all’infinito

Viviamo a volte vite
che non sono nostre - acquistate
a due soldi su un banco del mercato
e indossate per un giorno solo

Non io - che vivo vivendo la tua vita :
come criceti sulla giostra - figlia -
nessun abisso o giro sulla ruota
le ali ci spaurisce

Nel tempo che s’incurva
ancora fioriranno margherite
che di giallo tingeranno le tue mani
e le tue gambe fino alle ginocchia

Anche di storie come queste
altre ce ne saranno :
fra calcoli errati tumulti e indecisioni
tante resurrezioni come la fenice

Forziere di Bellezza la tua vita
fino a quando le dita
i petali di un fiore sfoglieranno
T’ama - non t’ama - T’ama !

*

Da ’La via della seta/e’ Secop Ed., Corato (BA) 2011 (2°)

G I Ǎ    S C E N D E    L A    S E R A

 

S I   S C H I A N T A   I  L    C  U  O  R  E

 

SERA ???                         RESA ???

 

 

 

Muore Occidente in caveau dorati

Raccolte l’ali

mille nodi scarlatti snoda lentamente

come alla moviola

 

Che lascerà di sé?

Carte. Segreti. Sparsi pensieri

Un ronzio lieve come d’un cieco scarabeo

Un profumo verde d’oblio

 

Ricordava :

era un’icona cesellata

d’epici canti risuonava il grembo

In gare eccelse se la contendevano

 

Sorte senza destino

l’hanno adorata a frotte :

versi rime baciate stanze ballate

anche di notte desti per carpirle il tormento

 

Con tutti giacque celando il suo sgomento :

fu morbida voce del Sahara

e freddo rimbombo dell’azzurro abisso

Dea del Parnaso e Gorgone mortale

 

Da tutti concupita non amata

niente rimpiange né nulla ora rinnega

Mirabile disegno : volle fermamente di se stessa

essere l’impareggiabile congegno

 

Nelle penne d’oca si rigenerava :

 con il nero furore della stilo

tutti li stregava

con loro figli / fogli  nel vento generando

 

Vergini papiri i suoi sospiri :

Fu anche lei una infante dalle labbruzze rosa ?

Anche lei ha lallato ?

Godeva dei suoi suoni ...

 

Delle sue visioni si fidava

Bambina dalle trecce scure carponava 

su un arazzo d’erbe

avvinta da enigmatici frastuoni

 

Udiva e trasaliva

Reminiscenze : la memoria del mondo ?

Comprese ripudiata il viatico dolce del dolore

Nell’inchiostro di fuoco si rigenerava

 

Segnali incomparabili : graffiti - simboli arcani -

sulla pietra dell’antro arso dalla prima fiamma

sulla sabbia - sulla lattea cera -

al mondo schiudeva i suoi misteri

 

Ora dai vetri guarda come la sera scende :

dapprima solo a oriente s’acquattano le tenebre

e già più ombroso orla la rada il mare

poi anche a ponente lo scarlatto muore

 

Al chiaro d’una sola stella

s’appostano furtivi drappelli di silenzi

sui volti nudi e sulle cose morte

 (Le andrebbe forse un caffé se non fosse tardi)

 

Quante fosse comuni per tumulare amori !

Quanti versi insepolti !

Che arruffate piume !

(Un buon film le andrebbe se così tardi non fosse)

 

Ricordava …

Qualcosa … A tratti … Forse neppure un niente

Quale macigno non rimosso !

- un arcigno forziere la sua mente -

 

Si dispiegava casta sulla carta bianca

e riannodava con il tenue filo

la lunga strada della seta e della sete

Poi si rimirava - perfetta e luminosa

 

(Le sarebbe andata forse una passeggiata ?)

- Non sono ancora pronta  - dice

- Oggi piove ed io non ho (risposte) l’ombrello -

Non mi ….  ! …  -   Eva … !!!

 

Sono sbocciate erbacce nello stazzo

Dove un tempo sereni dormivano gli armenti

ora sotto gli olivi serpeggiano mottetti

versacci inenarrabili

 

Chi parlerà di me? - si domandava -

se  ogni parola scritta m’uccide a poco a poco ?

Pure sorda o azzoppata qui devo restare :

devo dettare al mondo il mio epitaffio

 

   (Ma che va imprecando ?

   Non è lei l’immortale ?)

Forse solo un po’ stanca forse solo un graffio :

del resto anche per me scende la sera

 

Nella stanza in penombra tanti visitatori :

sempre presenti gli errori (amori ?) del passato

dalle pareti muti la guardavano

(Non c’era un luna park da visitare)

 

Grazie a tutti sto bene non mi …

non ne abbiate sdegno se ora parlo poco

cercate di comprendere

è franata la strada - una svolta impensata -

 

quel tanto incalcolato che nel nulla precipita :

prima una breve scossa poi un terremoto

ora poi … la tempesta : tuona saetta e  … piove

(dove potrei andare senza l’ombrello?)

 

Allegramente affronto i miei monsoni

(la giostra pazza di caduchi ardori)

La meraviglia d’un imprevisto arcobaleno

che di notte si staglia

 

Incorruttibile urgenza di volare !

(non sono date a me pure le ali ?)

Mi librerò più alta per rasentare il sole …

Non sono forse io l’unica Immortale ?

 

Come aquilone dal filo liberato

come le foglie che prillano sul prato

in una stilla d’acqua annegano i pensieri

Come ero ieri sarò anche domani ?

 

La sentenza scandita dal lampo e dalla pietra

Il responso emesso dal gallo del comignolo

Dal maestrale il giudizio sommo

e dall’assenso pavido del sole

*

Da ’La via della seta/e ...’ Secop Ed., Corato (BA) 2011 (1)

I  O

 

S  O  N  O

 

D    O     L      O      R      E

 

 

Sono il dolore dell’indio e del bisonte

dei lupi delle rupi e delle steppe

sono il dolore dei fiori della notte

 

Io sono l’indicibile chiarore della notte

e  l’ineffabile odore della vita

Sono l’invisibile segreto della neve

 

Io sono il delitto impunito nella neve

Vermiglio è il colore della neve?

Vermiglio è l’aquilone al vento?

Vermiglio è a Oriente il vento ?

 

Vento fra gli Oleandri bianchi. Falchi

Medioevo dell’anima. Lotta

Flotta di tenebre che la luce implora

 

V     O     C     I

 

Voci lontane di lontre di iene e di pantere

La solitudine del pianto ed il latrare di vati

che per latrine vagano analizzando feci

 

F    e    c     i      di loro un’ecatombe :

- Misera me foggiata per modellare altrovi

costretta a osceni mugolii nei cessi ! -

 

Sì, io sono il folle furore del Verbo

che si strozza in grotteschi amplessi

redatti in tutta fretta alla stazione

 

E dunque io sono Osiride - Plutone

Sorveglio frontiere e visto passaporti

Non a tutti  permetto il (tra) passare

 

Sono Caronte figlio della Notte

Tra la vita e la morte solo un miglio di gloria :

diademi di cartone per falsi imperatori

 

Sono Caronte e veglio il mio guadare

Voglio che nel suo attraversare la mia spoglia

sia preziosa come la fine di una fiaba bella

 

F    A   B   U   L   A :

 

 

C’era una volta … in Cina …

la principessa dall’illustre nome Xsi Lin-shi 

I n f i b u l a t a

 

E   V   A

 

Avida mordendo un gelso rosso

scopriva il lungo filo caldo della seta

Oh, meraviglia !

 

Filo di seta sul suo dito avvolto :

Avvoltoio sul filo appollaiato

Eros e Morte l’offerta del serpente :

 

L    A           P    A    R    O    L    A

 

( Fui Io Pandora ? )

 

Io sono Parola !                         Sono io l’Universo?

Sono Eva Creatrice : vaso d’ambrosia

Sono dunque Poesia ?

 

Sono Poesia e narro la mia Storia :

 

Sono la fredda arsura dardeggiante

nel deserto utero (baratro) di Eva

Io sono la lunga strada della Seta / e della

 

S    E    T    E

 

La mela dalle labbra fulgide di Eva

serpeggia inesorabile

fra le dita pavide di Adamo

 

S    E    R    P    E

 

é pure una parola ?

 

F   A   T   O

 

Sono le mille strade che da Oriente

portavano all’Impero serici tessuti damascati

Sono i cammelli stanchi e il cammelliere

 

M   U   T   O

 

Prospettiva che muta : la vita una savana :

iene termiti grilli scimmiettine dal sedere rosa …

La carovana in marcia verso altri misteri

 

Sentieri. Il sogno alessandrino ?

Esuli in transito. Migrazioni. Diaspore

Deportazioni. Dune. Confini. Oceani

 

Recinti. Fili spinati. Barriere insuperabili !

L’oasi: il miraggio la palma e la sua ombra

Ulisse: Nausicaa. Le correnti marine

 

I mutevoli intrecci delle strade

Perdersi nei grovigli nebbiosi di Esmeralda

Il Big Ben. Roma e la sua Storia

 

Homo erectus. Rappresentazione …

Scena : L’indizio. L’indagine. Il giudizio

Platone sapiens sapiens ?

 

Trasgressione. Piena. Pena

Il riso e il pianto.

Il nome della rosa

 

E    C    O

 

Echi. Voci (sibilline)

Sibille nel vespero morente

La memoria del mondo. Il coraggio di andare :

 

Il vello di Giasone. Marte

Medea. I figli morti. Le Creature Sognanti :

un Totem e la sua religione

 

L’ira funesta di Didone (o del Pelide Achille?)

Vele. Leve delle galassie

Lave. Vulcani. Note. Per Elisa

 

In A maggiore. Le particelle elementari

Sono Mimosa e Crisantemo

Sono Ponzio / Pilato - Atum Javeh Giove

 

H  E  R  A  -  G   E   A

 

Gli avi. La Sacra Terra. Il grano

Sono dunque il pane? L’acqua? L’ulivo? Il vino?

Ebbrezza. L’estasi e il canto

 

Puro Spirito Orfeo ? L’Arcangelo Michele

San Giorgio e il drago incandescente. Satana

Diana - Cassandra - Fata Morgana

 

Il seme. Uscire dal seminato :

Precipitare e ascendere : I nove cerchi

e il decimo per chi mente a se stesso

 

N U L L A   O S T A

 

di Zeus all’Universo

 

 (- Posso andare ora?  Ma dove? -)

 

Bivi

 

Il Trono. Il Regno. Suddita e Sovrana.

L’albero. L’aratro. L’albatro abbattuto

Galassie. Dimensioni : un ago nel pagliaio

 

Elefante che valica agilmente la cruna

Burattini e burattinaio. Maschere :

Il nobile volto di Tutankamon e la sua sposa

 

Pinocchio e l’Orco. L’Occhio di Horo

Le monete d’oro. Trenta. Ciondolanti sui rami

Tradimento ! La croce. Il sangue. Il bozzolo

 

C  A  O  S

 

Sono ignoranza e conoscenza

Ecco Damasco serraglio di Pensieri

Kashgar Samarkanda Bukhara Tashkent

 

Transumanze. Carovane. Avanzate Indomabili

Mercanti. Predatori. Nomadi arcieri

Anfore d’alabastro rosa all’orizzonte

 

B A G H D A D !!!

 

Dio ha dato :

strade calzari sabbie acque limo sale reti

apostoli fachiri altari minareti

 

Anime : Ombre. Ambre. Nettare e Ambrosia

Ori. Tesori. Miti. Leggende. Confessioni

Fulmini. Fiumi. Numi

 

Vieni : Ecco Betlemme ornata di trofei :   

 

S    E    T    E :

 Taffetà

Georgette

Chiffon

Organza

Raso

Lampasso

Broccatello

Velluto

Broccato

Crepe de Chine

 

 

    IMMORTALE ?

 

     IMMORALE !

 

L’enigma proposto dalla Sfinge?

Doxa : un Enigma è la vita. Senza alcuna risposta

Ma nessuno è immortale

 

E un giorno lontano l’Ifantria mi uccise e dunque…

 

(- Posso andare ora?  Dove?  Per dove? -)

 

Bivi

 

V   A   D    O

 

Di me stessa il qui l’ora l’altrove e il treno :

il viaggio - il conducente - il passeggero

la valigia e la polvere e l’acqua

 

Sono il tetro silenzio dietro di me nel sole

Sotto di me i binari sono meri indizi

Ininterrotte ipotesi senza dimostrazioni

 

E al mio fianco io sono anche le siepi :

rovi di more e pruni

e solo a me che  P A R  L  O  pungono spini

 

Sono anche l’arrivo il restare e il ripartire

e gli occhi miei sono sempre l’approdo

di parole nuove. Idiomi incomprensibili

 

E sono pure il mare che in me s’agita e urla :

Mare che geme sotto la mia chiglia

Misericordia delle ineffabili melodie

 

del

 

M    A    R    E !

 

e della

 

M    A    (D)    R    E !

 

L’argine scosceso e la pescosa altura

Sono la zattera e la fatica del remo

e la vela vichinga che nel vento s’impiglia

 

E sono aria immobile e rabbia di tempesta

La nuvolaglia che minaccia il volo

Sono ali carlinga e fusoliera

 

L’ascesa la planata e l’ammaraggio

Sono talvolta  anche un mortale scontro

L’arrembaggio

 

La deflagrazione del motore destro

L’inabissarsi nel Mare dei Sargassi

e il suo intreccio d’alghe brune in cui morire

 

Io sono l’insaziabile zanna dell’abisso

dove Nettuno accoglie il mio relitto :

cornucopia di schiavi e di dobloni d’oro

 

Sono mozzo timone e timoniere - l’ancora -

Il porto. L’oracolo di Delfi

Il canto lussurioso dei delfini

 

Sono l’antro roccioso che rintana il polpo

e il grazioso polpo che sorveglia la tana

Il filo tagliente del corallo rosso

 

Sono il collo innocente che d’esso s’adorna

Nodo scorsoio la seta che mi strangola

Fola la vetta stagliata nel tramonto :

 

Roccia che lentamente si sgretola nel Tempo

Schegge intramontabili di … Tempo …

Tempo ?

 

I O   S O N O

 

T       E       M        P    O !

 

L’ irreversibile flusso …  di dolore

I sette savi : Simposi. Conferenze. Trame  

… Fame… Sete … Rivoluzioni …

 

S  A  N  G  U  E !

 

Nevi ere terre cieli stagioni guerre fazioni :

Sono Poesia e narro la mia Storia !

Scrivo sulle ali irreversibili del tempo :

 

A     L      I  ?

 

L’  A  N  G  E  L  O !

 

L’Angelo sapiente !

L’Angelo che tesseva il filo interminabile !

L’Angelo bianco che ricuciva anime !

 

La casa da tè. Il crogiuolo di sete. La Crisalide

La Mannaia

La Rosa bianca e la Farfalla scarlatta

 

note per il lettore:

 

° il lavoro si è autodeterminato per associazioni di emozioni, idee e suoni

 

° le parole in corsivo sono titoli di film o di romanzi o versi di altri autori