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Raccolta di poesie di Angelo Ricotta
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Di lą dalla finestra

Certe poesie oltre ad essere caratterizzate da metrica e rima possiedono un ritmo e una musicalità che si possono apprezzare appieno solo se vengono declamate. Nella declamazione è possibile inserire accenti su altre sillabe, oltre o in luogo di quelle convenzionali, che esaltino il ritmo desiderato. Anzi è lo stesso autore che le ha costruite in questo modo. La seguente ne è un esempio.

 

Rotola rotola rotola via

batte e ribatte sull'acciottolio

voce argentina dello sgocciolio

romba e lampeggia la malinconia

 

Rigonfia di sangue è la nostalgia

vortice grandine un gran turbinio

è squarcio di mente del lampeggio

nuvola nera della mia ubbia

 

Ride frastorna la tua allegria

stimola forte le mie bramosie

è solo un gioco di pelvimetria

 

Resto in silenzio non vedo altre vie

folle badessa dell'anima mia

scroscia più intensa sulle fantasie

*

Bifurcations

Bifurcations! Bifurcations!
The events troubled me
I'll never come back again
You know...tempus fugit...tempus fugit
Change! I need an A-Change!
Abandon the sterile paths
Seek the light! Seek the light!
You know...tempus fugit...tempus fugit
Go on! Go ahead!
Over all the miserable things
In the true reality
Jump the gun! Jump the gun!
You know...tempus fugit...tempus fugit
------------------------------------------------------
Biforcazioni! Biforcazioni!
Gli avvenimenti mi hanno turbato
Mai più tornerò indietro di nuovo
Sai...il tempo vola...il tempo vola
Cambio! Ho bisogno di un deciso cambio!
Abbandona gli sterili sentieri
Cerca la luce! Cerca la luce!
Sai...il tempo vola...il tempo vola
Procedi! Vai avanti!
Oltre tutte le cose miserabili
Nella concreta realtà
Affrettati! Affrettati!
Sai...il tempo vola...il tempo vola

*

Nevica ancora

Nevica! Nevica!
Venite a vedere!
Che tenerezza mi fai
tu che gioisci alla neve
Oh certo è bella
volteggia lieve
ogni cosa ricopre
di puro candore
Eccoli ritornano
i miei giorni di neve
sono neri capelli
affacciati a un balcone
in visi più belli
freddo non c'era
Vergini menti
dietro vetri scheggiati
soffitti sbreccati
e un futuro migliore
Nevica ancora
nel lontano giardino
sul candido fiore
del tempo remoto
che vide un mattino
il perduto amore

*

elles kermelles

elles kermelles s'essuyaient au soleil
les peaux blanches nues et vermeilles
j'adore ces lèvres prêtes au baiser
les corps élastiques et brûlants de geysers
viens à moi ma belle des beaux cheveux
nous attendent heures très heureux
parce que les ans à venir seront un mystère
sans plus tarder éteins la lumière
................................................................................

elles kermelles s'asciugavano al sole
le pelli bianche nude e vermiglie
adoro queste labbra pronte al bacio
i corpi elastici e cocenti di geysers
vieni a me mia bella dai bei capelli
ci aspettano ore molto felici
perché gli anni a venire saranno un mistero
bando alla ciance spegni la luce

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Il gabbiano

Dov'è finito il gabbiano
n'eran pieni tutti i campi
per poesie dei bei stampi
ora è ferma la mia mano

Langue vuota questa carta
non ho più l'ispirazione
colpa di quel mascalzone
che a svernare andò a Giakarta

Ora c'è la neve bianca
ma non è la stessa cosa
sembra un abito da sposa
non m'ispira anzi mi stanca

Ma ridatemi il gabbiano
sole mare spiagge ardenti
donne in topless e frementi
ecco parte la mia mano

*

Flames

Che diavolo succede
fiamme vedo solo fiamme
sono lingue biforcute
sputate da lanciafiamme

In questa spessa tenebra
non si vede un accidente
solo c'è un caldo ardente
e la punta di un tridente

Si agitano nel buio
vaghe forme sì mostruose
che mi fan tremare tutto
certo è proprio un posto brutto

In assenza della mente
non capisco quasi niente
ma non sarà quel belzebù
su cui tanto scherzavi tu

Forse è solo fantasia
del vino di malvasìa
e fosse magari questo
ma la verità è che sono

Inutili polemiche
e sterili discussioni
comunque son contento
per ora ho scampato l'inferno

*

Sabbie marziane

Nella casa del bosco
ove si raccoglievano le stelle
la porta del tempo
è ormai chiusa
la polvere ha spento
ogni scintilla di vita
La fede
gli amici
gli amori
la patria
ho perso
ogni speranza
Ora vivo altrove
in nessun luogo
con la mia corte
di spettri remoti
nel tuo insano
desiderio di vita
Se mi chiedi chi sono
ti rispondo Ero
figlio dei torrenti
delle uova rotte
nel cappellino rosso
sotto una pioggia tropicale
dietro la siepe alta
torrida e buia
di una chiesa aliena
Sui gradini di un altare
il teatro è morto
sosia disperato d’un attore
Rendimi i miei voti
maledetto gridasti
nell’affollata pizzeria
rivelandoci a sorpresa
la tua estrema ingenuità
Ma io non ascoltai
il vostro pianto
veleggiavo su sabbie marziane
giocando col vento rosso
libero alfine
dal dolore

*

Il balletto elettorale

Ora aperte son le danze
non abbiate più esitanze
c'è un posto assicurato
nella camera o in senato
per ciascun raccomandato
da un politico o prelato
Se il tuo voto ci darai
tu non te ne pentirai
ti daremo la pensione
e fors'anche una magione
ma di certo una pigione
e senz'altro un minestrone
Ci sarà anche lavoro
e faremo un bel po' d'oro
diverrem ricchi sfondati
così dicono i dati
Bloccheremo gli africani
fin da subito domani
abbiam libici amici
che saran più che felici
Anzi li accogliamo tutti
estraendoli dai flutti
qui ci servono bambini
che oramai sono pochini
colpa di questi italiani
che son diventati inani
Se sei un giovane poeta
qui non serve un alfabeta
per l'industria non va bene
riciclarti ti conviene
e se no rischi l'Aniene
Basta ne ho piene le palle
di sentir tutte 'ste balle
mi prenoto per la luna
vado lì a cercar fortuna

*

Nero galattico-Illuminazioni-Ci salveremo

 

*

Amore pagano

Ti donerò fiori aulenti dai morbidi colori
e per l'inverno guanti e sciarpe di chiara lana
e intonerò un canto che sa di primavera
lievemente danzando al flauto di Pan
E ornerò i tuoi fianchi di eteree trine
né Cerbero o Caronte mi negheranno il passo
d'incenso mirra e oro aspergerò il tuo seno
e alti lai udranno gli aurei Celesti
Virginia amata mia luce del tramonto

*

Ritorno ad Erat

Sugli spalti di Erat ci rivedremo
tra i guerrieri nel ferrigno clamore
delle spade i lampi orrido clangore
nell'aurea tua armatura supremo

 

Veginto amico mio di bagordi
nei postriboli d'Erat lussuriosa
dissipammo la giovinezza ansiosa
gai canti turgidi seni ingordi

 

Ora ci attende una ferale azione
forse l'ultima della nostra vita
il barbaro oramai preme alle porte

 

Vita tanto incerta ci toccò in sorte
ma ora non abbiamo via d'uscita
giù la visiera inizi la tenzone

 

*

La cozza pelosa

Da noi cozza è una ragazza
invero un po' bruttina
ma se pelosa è di razza
al dunque potrebbe essere divina

 

Ma ora non vorrei sconfinare
visto che lontano siamo dal mare
non vorrei farmi censurare
e più spinte parole non oso osare

 

Perciò mi rassegno al mio destino
toh vedo lì un ristorantino
la cozza pelosa voglio ordinare
in qualche modo mi devo pur soddisfare

*

Anonyme

Anonyme

 

Une petite madeleine

extraite par un four moléculaire

naturellement sans saveur

J'ai compris le message caché

pour celui-ci as tu été effacé?

Réponds-moi à travers le vent alizé

On y pense à une madeleine détrempée

dans un chaud thé à la lavande

lors d'une grise journée normande

Tête à tête en nous échangeant l'haleine

 

Anonimo

 

Una piccola madeleine

estratta da un forno molecolare

naturalmente senza sapore

Ho compreso il messaggio nascosto

per questo sei stato cancellato?

Rispondimi attraverso il vento aliseo

Si pensa a una madeleine inzuppata

in un caldo the alla lavanda

durante una grigia giornata normanna

Testa a testa scambiandoci l'alito

*

Falene

Si snoda questa vita come un canto
sicura e insensata  eppur rigogliosa
attraverso deserti di parole
tra sonni agitati e bruschi risvegli
 
Di notte vive in grappoli di note
purissima incoscienza terminale
onda bella e malinconici refrain
rifiuta la saggezza ch'è volgare
 
Nel morbido alveo dei sogni adagiata
a carezzare addii mai realizzati
falene erranti in cimiteri campestri
alla ricerca di un perduto vago amore

*

La nińa revoltosa

Alle radici delle mie aspirazioni e ispirazioni poetiche vi sono alcune poesie in spagnolo, le prime poesie che abbia mai letto, contenute nel mio sussidiario "Quinto y sexto grado enciclopédico-Asia Medina De Dam-Caracas-1957" di quando frequentavo le Elementari in quel di El Sombrero in Venezuela. Una delle poesie che più amavo è la seguente, leggera come una piuma ma con un ritmo musicale che mi affascinava. È stata composta da uno scrittore spagnolo (non venezolano), maestro elementare, che ai suoi tempi era famoso per i suoi romanzi rosa.

La niña revoltosa
por Rafael Pérez y Pérez

La niña mira al reloj
El libro puesto al revés
Es tan fácil la lección
y no la quiere aprender.

Los bancos de dos en dos
Las niñas de tres en tres
En los altos del pupitre
pajaritas de papel.

La niña salta a la comba
La maestra no la ve
La comba del arco iris
que no la puede coger.

Un cero lleva la nota
La niña sabe por qué
Un caballito en la noria
galopando sin querer.
            
           ***

La bimba ribelle
di Rafael Pérez y Pérez

La bimba guarda l'orologio
Il libro posto al rovescio
È così facile la lezione
e non la vuole imparare.

I banchi di due in due
Le bimbe di tre in tre
Sopra il banco
uccellini di carta.

La bimba salta la corda
La maestra non la vede
La corda dell'arcobaleno
che non riesce ad afferrare.

Uno zero riporta il voto
La bimba sa il perché
Un cavallino sulla noria
galoppante senza volerlo.

*

Incubi d’estate

La macchina infernale nera e gialla
metallica era sospesa nell'oscurità
beffarda rimirava il mio incubo sottile
di riccioli neri in un corpo infantile
 
La macchina ci ucciderà lo sento
sta aspettando un mio sorriso
possiamo partire domani mi dicevi
galleggiando fra le mie braccia
 
Intanto l'acqua saliva dalla terra
era di un verde più chiaro del verde
e mi faceva soffrire per l'incombente
presenza di tutta quella gente nuda
 
Avrei voluto essere ancora in alto
sulla rupe falsa del tuffo impossibile
con la pelle scura tersa e invidiata
nell'affollata stazione Termini
 
Ma ero invece in un sogno angoscioso
davanti alla macchina minacciosa
siamo carne da macello mia cara
la macchina infine ci maciullerà

*

Poesia

Non basta andare a capo
a fare una poesia
Però l'andata a capo
ha metodo in poesia
Geometrica questione
di ritmo ed emozioni
Di sogni e d'illusioni
genetica ragione
Se intendere non vuoi
son solo affari tuoi
Se cerchi spiegazione
impara la lezione
Sorrido e mi addormento
alfine son contento
Ho già l'ispirazione
nel cuore una canzone

*

Κλέις

Che ne è stato di te Cleis gote rosate
il tempo altro non è che movimento
ogni cosa di noi fugge e si disperde
             
Mai più godrò del tuo leggiadro canto
delle ghirlande di rose e le vesti vaporose
allor che lieve sul fiore dell'erba danzavi

Tra le prime perisce l'alata bellezza
muta la grazia in polvere letale
e nessuna voce o eco più resta

Anche gli dei abbandonarono l'Olimpo
si credevano potenti e immortali
e di loro s'è persa ogni traccia

*

Neve

Non ho bisogno che la neve cada
per sentire il silenzio
che la vita sospende
Posso vedere ogni cosa muta
in rotondo soffice bianco
e tutto s'acqueta
Mentre le nubi vaporose
scendono su di noi
la vita risorge forte
nel tuo sorriso
Scaldano ancora le tue mani di ghiaccio
come allora e nel volteggio lieve
dentro le pieghe del tempo
quelle lacrime candide fise sono
nei serici fili dei tuoi capelli

*

Rimazłu

Antico Rimazùu
che pinto stai lassù
Bella quell'estate
quante innamorate

Me ne sono andato

ora sei cambiato
È pieno di zulù
o forse di bantù
Vogliono la luna
tutta la fortuna
E se non gliela dai
allora sono guai
Fan la rivoluzione
bloccan la stazione
Non tornerò mai più
in quel di Rimazùu

*

Ai poeti sconosciuti

Poveri morti abbandonati
in un gelido azzurro
tra gl'irti rovi
oltre il cancello rugginoso
di questo cimitero di campagna
Lapidi dirute e solitarie
di una folla anonima
Piangerò anche per te
vecchio poeta sconosciuto
da tempo confitto nella terra
Dove sono le tue poesie
che io mai conobbi?
Aspetterò qui nel silenzio
di questo consesso d'ombre fruscianti
che qualcuno mi racconti
delle vostre vite trascorse
Nel mezzo della fitta sterpaglia
tra nomi cancellati
sbiadite fotografie
ove finiscono tutte le nostre ambizioni
sotto corrose scritte di pietra

*

Dove vivi?

Non c'è nulla che ci separi
solo l'illusione di una distanza
Veleggiano i sogni
nei letti di torrenti prosciugati
là dove le vite si nascondono
in case corrose dal silenzio
oltre siepi d'asfalto e muretti sbreccati
Spuntano nel mezzo di fatali incidenti
e mi chiedono come stai?
Sono voci lontane e ben note
le conosco da sempre e non so perché
Nei tuoi obliqui aggettivi brucia il desiderio
ansioso d'amore rovente di follia
Non è una distanza che ci separa
Io vivo in mezzo a miliardi di croci
tu dove vivi?

*

I Lupi

Ennio e la sua jazzband andavano a Roccaraso
con tutti gli strumenti su una giardiniera
in quel lontano inverno attesi a una fiera
ma sulle cinquemiglia accade il tristo caso
Forarono una gomma li beccò una nevicata
non si vedeva a un passo una cosa disperata

Faceva un freddo cane e nessuno osava uscire
aprirono l'aria calda e si misero ad aspettare
ma la tormenta fuori non sembrava voler cessare
così il batterista si decise a intervenire
Posò bacchette e piatti s'imbacuccò per bene
contro la neve e il vento s'offrì spavalda speme

Dal vano anteriore prese la ruota di scorta
velocemente con il cric sollevò la scocca
posizionò la ruota spingendo con la nocca
riavvitò i bulloni girando la ritorta
Ma ecco che un ululato fosco il sangue gli gelò
dal buio più infernale di colpo il branco s'avventò

Riuscì a tornare dentro balzando con vigore
i lupi s'accalcarono ringhiando con furore
raspavano la macchina con feroce ardore
i musici gridavano senza nessun pudore
Aiuto aiuto ci sbranano accorrete gente
ma le voci si perdevano nel nulla di quel niente

Finalmente riuscirono a partire a mo' d'espresso
s'avviarono sobbalzando e slittando molto spesso
i lupi non mollavano e inseguivano dappresso
qualcuno se la fece sotto ch'era un po' più lesso
Ma finalmente a valle la neve rimase ai lati
i lupi si fermarono ringhianti e scornacchiati

Così la jazzband tornò sana e salva a casa giù
anche se un po' maleodorante a causa dell'impresa
a Santa Cecilia un cero accesero in chiesa   
promisero a se stessi di non andare mai più
In quel di Roccaraso col rischio di nevicare
sballarono gli strumenti e si misero a suonare

 

*

Bevendo da solo sotto la luna

月下獨酌 Yue Xia Du Zhuo - Sotto la luna, bevendo da solo

Poesia di 李白 Lǐ Bái (Lǐ Bó) - Li Bai (Li Po) (701-762 d.c.)

 

花間一壺酒,獨酌無相親。
Seduto lì tra i fiori, con la brocca di vino -,
sono io solo, non un amico con me -,
舉杯遊明月,對影成三人。
élevo il mio boccale e invito il chiaro di luna.
Insieme all'ombra, dopo, saremo in tre,
月既不解飲,影徒隨我身。
giacché la luna non si negherà al bere.
E mentre l'ombra seguirà il mio corpo,
暫將月陪影,行樂須及春。
intanto, al fianco suo, io scorterò la luna.
La via della gaiezza termina a primavera;
我歌月徘徊,我舞影零亂。
mentre la luna ondeggia, al mio canto, qua e là.
E ha un sussulto l'ombra, fremendo, alla mia danza.
醒時向交歡,醉後各分散。
Da sobri, noi viviamo di una gioia comune;
poi, nell'ebbrezza, ciascuno si disperde.
永結無情遊,相期邈雲漢。
Noi tre, per sempre uniti, vagando senza affetti,
infine, in lontananza, ci ritroveremo nel Fiume delle Stelle.

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Ho seguito la traduzione di Arena prendendo da Benedikter solo il titolo e un paio di altre espressioni . (trad. di Leonardo Arena, Poesia cinese dell'epoca T'ang, Rizzoli, 1998, p.52  -  Martin Benedikter, Le trecento poesie T'ang, Einaudi, 1961, p. 89)
Gli audio mp3 in cinese li ho trovati su http://www.gutenberg.org/etext/20968. Qui ho riportato solo l'audio in dialetto Hokkien. 

 

*

Dolci onde

Ho comprato una collana

di piccole conchiglie

dolci onde che mi spingono verso casa

C'è il sole qui

il sole che ti piace

scogliere e vento

dolci onde che mi spingono verso casa

E le fanciulle

le fanciulle colme di sole

come il mare in tempesta

dolci onde che mi spingono verso casa

I gatti di questo paese

hanno anime chiare

dolci onde che mi spingono verso casa

Vorrei dimenticarti

dimenticare

verde antico

desolato cimitero

dolci onde

dolci onde che mi spingono verso casa

*

QuattroTreDueUno

Panni stesi sulle occhiaie vuote
protese a cercare un senso
solitaria stai nelle tue paure
fredda esposta ai venti
 
Il sangue dilaga intorno
mi chiedo la ragione
di un tale abbandono
 
Ma tengo le distanze
dalle punte acuminate
 
È difficile non sentirsele negli occhi

*

San Martino

Anche la tua estate non è più la stessa
più non sento l'aspro odor de i vini
e ho perso anch'io il mio mantello
non per un punto o per un dono
ma per colpa delle biforcazioni
Adesso i poveri hanno bisogno d'altro
e la mia generosità non arriva a tanto
Ieri marciavo sognando l'infinito
oggi ho dei ragni da accudire
Non chiamarmi
piove

*

Rovine

Rovine
Ruderi
Macerie
Non sempre antiche
Vi sono rovine
nuove di zecca
interi quartieri
di periferie degradate
Centri rovinosi
di città rovinate
Milioni di persone
violentemente affastellate
Tessuti urbani disumani
oceani affollati di solitudini
Rovine architettoniche
di edifici mal progettati
mal costruiti
mal localizzati
Ci sono rovine romantiche
rovine belle
rovine brutte
Vi sono rovine malinconiche
come case disabitate
edifici diroccati
Le rovine possono essere
naturali o prodotte
dall'insensatezza umana
Ci sono persone
anime menti
corpi rovinati
Vi sono rovine interiori
molto più dirute
di quelle esteriori

*

Non una preghiera

Francesco che elevi una preghiera
dal tuo rifugio umbratile e sicuro
oltre l'azzurra trama di quel cielo
non c'è un dio che possa ascoltarti

Affondo le mani nella polvere
alla vana ricerca di altre mani
ma sassi aguzzi e corpi senza vita
feriscono questa debole carne

A nulla serve piangere o gridare
gli angeli custodi sono fuggiti
ci siamo solo io e te ormai
abbandonati in mezzo all'universo

*

La bellezza

La bellezza cammina
tra l'arida festuca
di un angusto marciapiede
Intorno la vita scorre
ermetica e veloce
Non andare non andare
sui sentieri del dolore
La bellezza siede
solitaria nel parco
sulla panchina più remota
Gambe accavallate
attende un messaggio
Non arriverà non arriverà
il cielo è troppo lontano
La bellezza mi sorride
bionda e slanciata
nella sua gonna eterea
Misteriosa sei donna
nell'oscurità vicina
Amami amami
finché la vita dura

*

Qualcosa resti

Perché qualcosa resti

di ognuno di noi

sia pure una parola dolente

un breve commento

ho estratto dal centro del cuore

ogni più segreto dolore.

Ho sparpagliato la mente

su duri sentieri di sassi aguzzi

per raggiungere ciascuno di voi.

Se vivere fu così difficile

amarsi impossibile

almeno questo estremo sacrificio

di sangue lacrime e sudore

lenisca sia pure di un poco

le nostre vite disperse.

Partimmo con un’esplosione

dal luogo dei nostri sogni

solo rimase un acre odore

morti casuali

e l’attonito silenzio

di un grido.

 

*

Mare della vita

Da un gelido silenzio

notturno sono nato

Nel silenzio ho vissuto

fra beghe e lotte inani

e più che inutili discorsi

Ancora in silenzio voglio andarmene

proprio da tutto e tutti disgustato

MaredellaVita mare Della vita Mare stavolta sarà davvero in silenzio dellaVita mare Della vita Mare della

senza luce né l'ultima parola

*

Fuochi fatui

Esili faci notturne
in silenzi azzurrini
Viandanti del sogno vaganti
in solitari cimiteri campestri
Smemorate risorgenze
in visi ricurvi
Lievi sorrisi
in sfumate penombre
di miti greci
Timori ancestrali
d'assonnate trepide notti
scandite da scope di saggina
Instabili refoli della mente
spazzati via
da rumorose scavatrici
Cadesti dalla preghiera
al suono del clacson
e tra un amore e l'altro
annotavi gli eventi
Ogni cosa turbina
e si confonde ormai
nel vortice del tempo
Rimangono soli
i fuochi sulla collina
e il volto nascosto
della vita

 

da "A poesie spiegate" - Amazon.it - www.lulu.com -  2010-2011

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Nota: I versi "Cadesti dalla preghiera..." hanno una storia che può interessare. Quando fui iniziato al Kriya Yoga da Daya Mata, nel lontano 1969, nel momento delle domande, un singolare tipo di una certa età si alzò e confessò emozionato, rivolto al guru, che mentre levitava in profonda meditazione un colpo di clacson l’aveva fatto cadere a terra e chiedeva lumi per ovviare all’inconveniente! L’ilarità fu generale ma l’espressione m’incuriosì e nelle mie elaborazioni è divenuta il paradigma delle cose futili che hanno il potere di distoglierci dalle cose veramente importanti.

*

Gli esclusi

A quale dio appartengono gli esclusi
Non al Dio delle Chiese
Non allo Stato non alla Società
Sono i figli miei i figli tuoi non altri
Con la loro dignità soppressa
Senza una vita senza un futuro
Figli di nessuno come i fallimenti
Ingannati e mandati allo sbaraglio
Dalla presbiopia degli stolti
Che vedono una lontana umanità dolente
Ma sono ciechi alla moltitudine prossima

*

Cuore moderno

Il blocco di silicio monocristallino
cresciuto nel chimico brodo epitassiale
di perfetta struttura dappertutto uguale
come wafer nel forno cuoceva a puntino

 

Drogato a raro indio arsenico letale
mascherato con involuti litogrammi
alluminio di misteriosi diagrammi
d'oro e ceramica elettrico canale

 

Contiene nel suo core atomici anagrammi
gigapulsazioni salvezza tra le dita
nel mio cuore organico d'irti cardiogrammi

 

Sono essere androide vecchio semita
con un peso di appena pochi milligrammi
mi tiene ancora desto regala la vita

*

Nero

Di una nuova luce oggi mi vesto

nera come il fondo del buio

aspetterete invano il mio ritorno

Sono occupato ad arginare il nulla

che straripa sulla pelle e arde

nelle frasi insensate dei retori

di sentimenti disumani e contro natura

dai volti di pietra grigi e putrescenti

Non voglio più ascoltare

sto erigendo un muro gigante

che mi schermi dall'orda dei barbari

dall'arroganza impudica di questo sole

Ho scelto un pozzo senza fondo

un algido cantuccio interstellare

vuoto assoluto cui appendere questa vita

corpo davvero opaco un buco nero

Fuggo dal caos rintanandomi nel suo nucleo

nella morte della notte la nera luce m'inghiotte

la vita corrompe guasta inquina infetta

*

Sorrisi

I bambini di Djibouti mi rincorrevano
per le strade polverose e tra i candidi sorrisi
gridavano bakshish bakshish

Il venditore di Al Khalili mi sorrideva
sorseggiando insieme tè con foglie verdi
poi mi condusse nel labirinto dei sogni
per vendermi un antico scudo istoriato di rame

Giuda baciò l’amico di una vita
e sorridendo gli sussurrò
è tardi ora devo andare

Il cammelliere rimase imbronciato
fino a che non salii sul cammello
solo allora sorrise e intonò Viva l’Italia
e volle anche una fotografia

Casanova ammiccava sorridente
verso la timida giovinetta
pregustando un sicuro piacere

Quanti splendidi sorrisi in tv
tra perfetti denti trapiantati

Sull’assolata spianata della moschea
il mendicante esibì quasi un sorriso
e sentenziava era molto meglio
ai tempi del grande re Fārūq

Il taccheggiatore sorrideva chiedendo scusa
mentre sfilava destro i portafogli

Il militare egiziano mi mostrò sorridendo
la foto di famiglia nel momento
di lanciare pilots luminosi nella fonda
notte del Great Bitter Lake

La madre inviò un ultimo
furtivo sorriso al suo bambino
prima di scomparire per sempre

Non basterà un sorriso
per curare i mali del mondo

*

Pioggia senza fine

Piove ancora sui sentieri fangosi
sugli orti solitari
sui verdi melograni
Piove sulle spoglie pietre
sulle case dirute
sulle vigne incolte
Piove sulle risa gioiose dei bimbi
sulle mantelline gommate
sulla scoscesa dei torrenti
sui nascosti elmetti tedeschi
Piove sulle poesie ingiallite
sui vetri scheggiati del tramonto
sui soffitti screpolati
Piove sugli amori spezzati
sulle case abbandonate
sui laghi silenti
sulle barche arenate
Piove sui cuori nudi
su tombe sconosciute
sui volti grigi dei padri
Piove su di noi
sulle memorie dolorose
sulle speranze di ieri

*

Aurora

Vola
Aurora
Sul tuo
Cavallino
Nere
Treccine
Vispo
Musetto
Occhi
Profondi
Vola
Sul mondo
Spargi
I tuoi sogni
Lenisci
Il dolore

*

Senza speranza #SaveAshrafFayadh

Pulsa l'onirica barriera all'approssimarsi del sonno
Dormi abbracciata al tuo morbido sogno
Le pallide guance appena rosate
Veglio solitario in queste fredde silenti nottate
La nebbia e la neve occultando ogni cosa
Nel buio la nuda verità m'appare
Sono giorni tormentati
Non sappiamo dove andare
Cosa siamo cosa fare
L'orologio confitto nel cervello
Scandisce con assoluta precisione
I secondi i minuti le ore
Tutti gli appelli sono esauriti
La condanna pronunciata
La pena eseguita
L'innocente è morto
Il colpevole vivrà
Ridotti siamo al silenzio
Costretti all'inazione
Straripano i mediocri e gli arroganti
La vita rendono una desolazione
Tasche piene e pance satolle
Mentre ormai tutto crolla
Predicano i potenti l'ottimismo
Incitano alla misericordia al perdono
Ma di noi nessuno ha pietà
Tempi degenerati e drammatici
Fosche prospettive sul futuro
Impazzano i malevoli dovunque
In sindromi d'onnipotenza avviluppati
Da diabolica furia di autorealizzazione accecati
Il male è tra noi ci istiga gli uni contro gli altri
Dissolve tutti i buoni sentimenti
Infine oggi anche tu sei nato
Ma qui da sempre si muore
Senza pace senza amore
Sotto un vitreo cielo traverso
Una luna sfasata e bava dalla bocca

*

Haiku d’inverno

donna in attesa
fermata dell'autobus
strada ghiacciata

 

muro sbreccato
giardino abbandonato
coltre di neve

 

parco pubblico
fontana congelata
bimbi giocano

 

nel parco giochi
immobile altalena
palle di neve

 

lago dall'alto
passanti incappucciati
freddo candore

 

fosso nel bosco
opus reticulatum
manto di neve

 

chiesa silente
residenza papale
sotto la coltre

 

cantiere vuoto
villetta in costruzione
fiocca all'interno

 

casa diruta
fumo dal comignolo
intorno neve

 

scende il passero
innevata campagna
fruscìo d'ali

 

*

Infinito

Non puoi ascoltare
ogni cosa che parla
Innumerevoli salgono
le voci dalla terra
e piovono dall'immenso
fiume delle stelle

*

Luci di Natale

Notti fluorescenti

di tiepidi abbandoni

rosse di luci al neon

e geometrie scomposte

 

Bioluminescenze

sui volti e sulla pelle

antrace o antracite

è pece appiccicosa

 

Bar semideserti

scie elettrochimiche

è un umido Natale

di fosfori e paillettes

 

Lampi tuoni e saette

pandori e panettoni

bianchi e rossi pregiati

brut o frizzantini

 

È un'ora luminosa

di lancette radioattive

ore piccole al buio

tante persone sole

 

Bellezze imbellettate

che vagano a gogò

si muore sulle strade

tra i fari allo xenon

*

Dalle torri del crepuscolo

Sonnolente vetrate

delle torri del crepuscolo

sulle ombre sognanti della sera

dispiegano le candide reti notturne

 

Inseguivo un pensiero

nella notte leggiero

un sogno sarà stato

che là mi ha riportato

dove in luce primeva

pura dea viveva

 

Nei campi di fenicotteri rosa

rosei come campi di fiori

vagavo assorto

le inquiete sponde

del fiume a consolare