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Raccolta di poesie di Anna Laura Longo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Sono lastricati i polsi

Sono lastricati i polsi

e la foce ricoperta di muschio.
Senza uno sforzo
o un impedimento
si proiettano grumi di sale.
 
Fondono i ghiacci
su ampie vedute.
 
Mordila
la cautela,
quasi simile a oliva.
 
Nelle costole
verrà distillato
un colpo.

*

Bocca drastica investigativa

Bocca drastica investigativa
sul litorale [frizzante] di un'evoluzione
avviata in affiancamento
al nuovo slancio ricurvo
che sottintende un mattino lucente. 
Aleggia un nome 
sulla dedizione offerta e stesa 
come fosse un' algida protuberanza. 
La divergenza tocca il cuore e l'angolosità
 di un volto sommerso.
 
 

*

Giorni mutanti

 

Prove vaghe di germogliazione

per varcare una soglia ignota.

 

Giorni mutanti

poi uno in particolare

di calamitica forza

e destrezza.

[Vivida impronta autoimpressa]

Sui lineamenti di un campo

sfocia denso un equivoco,

che si tramuta in suoni di sofisticazione.

Gesti iper - rotatori riescono a frammentare

labbra neutre: una voce astratta

più che mai sa imbracciare

i brandelli caldi di fragilità.

 

*

C’è una dirompenza

C'è una dirompenza
nelle aree estese della musicalità.
 L' incombente aroma abissale
ingigantisce e freme
in una ritmicità della gioia.
 
Ora il passo informe
dà volume a un dissodamento.
 

*

Voci ondose

Voci ondose
quasi  immesse in tempi 
nutrizionali
dislocando i corpi
tra magie implosive
e gesti limpidi
medicamentosi.
 
Rifrazioni arcuate
pronte a tessere sfondi
verso un'ideologia della lingua.
 
Diluizione calda del mondo
da cui emerge un passo libero
ma accentuativo.
 
 
 

*

Perno di libertà

Abitacolo denso e onnicomprensivo:
nell'artista la Mano
è nuda e ferrea visione
o inarcato àmbito di cecità,
dove il tempo a tratti si addensa
per proficue e agili trasmutazioni.
Terra di connettivo
tra il nucleo fertile di una mente-spazio
ed il senso acerbo o ipermaturo
di un vissuto magico, esperienziale.
La Mano è vivo suolo scosceso,
è promessa mitica
di un plausibile sforzo realizzativo,
risultato di calde accensioni
e talora emblema di vastità.
La Mano è un' àncora,
che accetta il pegno
di un cocente sogno ancestrale
e sceglie il moto
o l'istante etereo e sospensivo
di una latente espressività.
Insegue rapida
un suo flusso abile e indagatorio,
inesplicabile o in parte misterico.
Talvolta è Attesa
liberata in gènesi o fluttuazioni.
In una redistribuzione audace di intenti
si fa corpo in configurazione:
attraente perno di libertà.
 
 

*

Nei porticati acerbi

Nei porticati acerbi

della dimenticanza

c'è un arretramento

e una stabilizzazione incauta,

che prelude ai passi

della meraviglia.

*

Dentro mani illese

C'è un visibile fondamento
dentro mani illese [peninsulari].
Si nutre di onde
arroventate da un'instabile dismisura.

*

Dislocate dal sole

Dislocate dal sole
 le ombre accettano forme
 malleabili e ricettive.
Conta il peso di un architrave:
le chiama altrove,
nella latitanza onirica
che si avvicina ai grandi interrogativi.
 

*

Il coraggio è stato trovato steso

Il coraggio è stato trovato steso
e aderente a un'isola,
come un blocco acerbo,
ma diluito tra sottili colpi
e formidabili ondate:
ha un sapore nitido
e abbastanza forte
da vivificare il sogno.
Si ricondensa intanto il volto
del maliardo passato,
(senza linee prefigurate)
mentre stride il sasso
sull'indelebile e ribollente
mutazione sociale.

*

L’ imminenza

L' imminenza

sono pronta a inghiottirla di nuovo

come fosse emulsione invisibile

o ventata di molle fragranza.

 

Una voce che disveli limpidezza

ricerco.

 

Quando temo sono figlia di un soffuso dipanare,

sono clone di un subacqueo fiore

fotosensibile.

Ma del resto io mi forgio

in lineamenti di divario

e sconfinando mi protraggo

fino a farmi racconto.

 

*

L’imminenza

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