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Raccolta di poesie di Teresa Cassani
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Ordine naturale

ORDINE NATURALE

Lei era espansione
lui, misantropia.
Nel vuoto del deserto
guardavano
le siepi d’alloro
diademi per l’eternità.
Mordente iniziale
e scambio di visioni
Poi l’affievolirsi
lento e graduale

Come un tronco vecchio
lui si era inaridito.
Lei passava
il bitume
sui germogli freschi.

*

Sconosciuta

SCONOSCIUTA

La macchina veloce curvò verso il cancello aperto
il vento agitava le piante.
Lei era già scesa dal mezzo e mi venne incontro.
Come stai? Come stai?
Eh, come sto, come sto… Non sai di me?
No, cosa?
L’alluvione...
Ah, già. Ah, già. Ma tu- aggrottò le sopracciglia- sei di Ferrara, no?
No, di Ravenna.
Ah, già. Di Ravenna, di Ravenna.
Non se lo ricordava ancora, dopo vent’anni.
-Povera gente! Tutta quell’acqua! Quell’acqua!- strinse le labbra.
Adesso ristagna.
Già… scusami, non ti ho telefonato per papà- fece un sospiro.
La guardai.
Per mamma- si corresse.
Non importa.
Ti offro un caffè?
No, non lo prendo mai.
Ah, già! Ah già.
Guardò l’orologio impaziente.
-Un’altra volta parliamo!
Adesso doveva proprio andare.
E anch’io.

*

Cosmicità

COSMICITA’

Piansi per la violazione
per la profanazione.
Piansi per l’ingenuità.
Per aver creduto che la pietra
mi fosse stata tolta dal petto,
quando un’altra più grande incombeva.
Piansi per la rabbia, per l’impotenza.
Piansi per il silenzio,
il terribile silenzio
di chi credevo amico,
presente e partecipe.
Piansi per l’indifferenza,
per i discorsi banali, le narrazioni inutili, le sequenze fatiche.
Piansi perché dovevo elemosinare aiuto e comprimere angoscia.
Piansi perché di nuovo il mondo mi appariva crudele,
disarticolato e incomprensibile,
così come l’avevo visto per anni
e mi ero illusa
di poterlo vivere in modo diverso.

Piansi a lungo nel sonno
come non avevo fatto
da tanto tempo.



*

Dentro le celle

Dentro le celle

Mi dissero ben poco
Rimasero chiuse nei loro sepolcri
Ostinate
Mute
Lontane
Ciò che mi colpiva
Con tanta violenza
Ciò che produceva dolore
Sordo
Acuto
Non muoveva
Le loro voci

Immobili
Attonite
Rimanevano
Dentro le loro celle

*

Il suo addio

Il suo addio

 

Si era fatta 

più piccola

e aveva sentito

la suola di scarpa

sul petto.

 

Buffo

o tragico

o crudele

che le avesse chiesto

come stava

avendo ordito

la sua trama.

 

Inatteso

di certo fu

il suo sguardo mesto,

resa disperata 

il suo addio.

 

*

Risalita

RISALITA

 

La mia fragilità

mi spinge sul fondo.

Invoco

la fede nella vita

il desiderio

che contrasta l'immobilità

del destino.

Essere nell'altro

è sentire profondamente

me stessa.

*

Bellezza

BELLEZZA

Occhieggiano intorno al bordo dei marciapiedi
con le corolle fucsia e gialle
piccoli e ridenti al sole.
La terra sotto il fiume è dolce e friabile
I baccelli ingrossano
tra i melograni e la fila delle tamerici,
i cavoli sono in rigoglio,
ronzano api sulla corteccia resinosa,
le arnie fanno cassa di risonanza
la nube nera
scarica acqua sui campi arsi.

Il decotto di bacche rosse
è nella teiera di ceramica
a fiori.
Sulla creta del Lamone
si forgiano le icone faentine:
le nobildonne dei Manfredi
occhieggiano nel servizio piatti
opulente
nella loro Bellezza.

*

Il patto segreto

Il patto segreto

Una sigaretta, una battuta, rigirarsi verso l’azzurro
cercare la direzione del vento, quella delle nubi.
Poi prendere la circumetnea
guardare le pendici scure
pensarle di una montagna sacra.
La pietra lavica plasma i prospetti delle chiese
lastrica le strade
Il vino della terra nera è forte, odoroso.
Buttare il quotidiano
sul tavolo al caffè:
un giorno sì e un giorno no
parlano del porto turistico.
Lui avversa l’iniziativa:
è solo cemento rumore e speculazione.
Che valorizzino il già esistente, invece.
Ma decidono i burattinai.
La natura, però, nessuno gliela può togliere.
Almeno per ora.

Quando il brulicare del paese lo opprime
e le voci diventano fastidiose
se ne va alla curvatura
segue il sentiero, raggiunge il pescheto e gli ulivi.
Lì è silenzio, colloquio
libertà di pensiero, vittoria dell’essere.
Il rivolo d’acqua che asciuga
gli dice la sua utilità.
Se guarda le stelle alla sera, si sente al sicuro.


*

Sigillo


Sigillo

Medaglione
marchiato in petto
a fuoco.
Incancellabile
ritratto
segno
invisibile al mondo.
Accorda il battito
il ritmo del pensiero,
accompagna la chiarità
del giorno.

Campanello
e chiave
è beneficio perenne.
Sigillo.

*

Trinità

Trinità

 

Pochi cristiani

uno dietro l’altro

a posti alterni.

Immoti, sospesi

dentro lo spazio sacro

aspettano.

Di fuori la waste land

è luce e arsura

nell’ultima domenica

di maggio.

 

Sullo sfondo 

il biancovestito

predica

del Padre e del Figlio

dell’assoluto e straordinario 

Amore

ordinando le parole

con precisione esatta.

In primo piano

semplici vite

arrancano 

nel Mistero:

pazienti  attendono

che la Parola

liberi.

 

*

Volo

VOLO

 

Scelsi

tra le sue parole

quelle che facevano per me.

Le disposi sul foglio

e le ingigantii 

sotto la lente.

Vi alitai sopra 

e le vidi lievitare

Vi allacciai il mio filo

e sentii

un frullo d'ali.

*

Approdo

APPRODO

 

Il ricordo

degli affondi subiti

assediò la mente.

La benda cadde

e rivelò

la divergenza incolmabile

dei pensieri.

L’evento più sentito dell’anno

riaffermava soltanto

lo schiattare invariato

di un io.

 

Pensò che sarebbe stato 

tempo buttato al vento

e duplicità colpevole.

 

Dalla sponda 

avrebbe guardato

la fiancata del legno corroso

schiantarsi

e sprofondare nelle acque fangose.

Per sempre.

 

*

Vuoto d’aria

Vuoto d’aria

 

Manto di stanchezza

capitolazione sui fronti

L’oltre sprofonda

in voci di contestazione

Iconoclastia

incendiaria.

 

Il vento dentro

lascia una tempesta di pensieri.

*

Preghiera

Preghiera

 

I Beni

che mi concedi,

o Signore,

sono superiori

ai miei desideri.

 

Fa’che ne abbia

persistente consapevolezza.

*

Esposti

ESPOSTI

 

Un tempo

ci si sentiva spesso.

Io mandavo cronaca familiare

esternazioni

e fantasie.

Tu sintesi illuminanti

scandagli ragionati

dall’osservatorio privato.

Adesso c’è alzata 

di muro

e silenzio che strangola.

 

Siamo vittime e autori 

poveri esserini

esposti

al vento e alle lune.

*

Giro

GIRO

 

La tua libertà 

ti fa schiva e solitaria, 

rintanata vorrei dire.

Peccato:

era bello udire la tua voce

o, meglio, le tue voci

segno di presenza.

So che non è facile 

trovare sintonie

e motivi d’espressione.

Io ti vorrei raccontare

di piatta quotidianità

e già ti annoio.

 

I miei tempi

non sono i tuoi tempi

e ci vuole fiducia

per aspettare un nuovo giorno.

*

Chimera

CHIMERA

 

Lui si ostinava

si ostinava a non crederle

a non credersi

l’eletto protagonista

oppure non apprezzava.

Lei lo vestiva

di panni diversi,

gli attribuiva gesti diversi,

diversi da lui,

per moltiplicarne all’ infinito

l’immagine,

affinché il mondo

di terra e di polimeri

di campagna e di città

di memorie e di quotidiano

lo riflettesse

in tutte le sue dimensioni:

reali e immaginate.

Ma lui, il pedagogo,

temeva di non capire

o non gli importavano

gli enigmi insidiosi

di una donna:

li rifiutava

e vi riversava

il suo fiato

di drago.

E lei continuava ad affannarsi

ad affannarsi

inutilmente.

Dietro una chimera.

*

Dopo

DOPO


Le ha detto
Siamo diversi
Si tronca.
Sei anni annullati
Con due parole.
Impossibile
Irreversibile
Percorso.

Lei ha risolto:
dirotta emozioni.

Lui è immobile,
Si mimetizza
Sul sasso
Come una salamandra.

*

Noto per altro

Corinaldo

lo ricordi per le mura medievali

per le porte antiche

e soprattutto

per la casa di Maria

i richiami

a un’esistenza casta.

 

Poi ne senti parlare

per un episodio triste

che non fa pensare

alla virtù 

e ti viene un nodo amaro

perchè 

l’hai sempre associato

quasi con rispetto

ad una vita Santa.

*

Indesiderata

INDESIDERATA

 

Amalia 

non poté vedere

Guido morente.

A lei che lo amava

non fu permesso.

Che ne sarà stato

o sarà 

di una piena arrestata

di uno slancio frenato

di un grido zittito

 

Di quel meglio respinto?

*

Cambiamenti

Schizzi di fango sui fari

una sciarpa a colori 

e quella fronte alta 

per le sue filosofie.

Mi risponde con due frasi

e un sorriso 

che sottolinea.

Scompare nell’abitacolo

e sembra così naturale

non rivederla

per un tempo che non si precisa.

 

Ricordo il prato

sotto il ciliegio

quando intrecciavamo sogni

e la vita 

sembrava offrire di più.