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Raccolta di poesie di Attilio Falchi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Esbat

Dal bosco profondo sei chiamato alla festa

creature magiche attendono 

e il cerchio di pietre invita alla danza

 

La luna della semina è vicina

l'Esbat di Marzo chiede il sacrificio

della freddezza dei disillusi

 

Regala all'amore una ragione per esistere

offri il sorriso migliore e braccia sicure

fai del tuo tempo la casa dei suoi bisogni

 

La giovane Dea annuncerà la nuova stagione

cancellando dal cuore ogni traccia d'inverno

e dando un altro giro alla ruota della vita.

 

 

*

A un palloncino rosso

Ti guardavo quando i tuoi occhi non erano per me
lasciavo la mente libera di immaginare
ladro di desideri ed emozioni
 
Il clandestino vive di sogni e di speranze
che bastano a preparare un futuro
già vecchio e tradito al suo annunciarsi
 
Ma chi abita il doppiofondo della vita
non rinuncia al profumo di libertà
e si accontenta anche delle illusioni
 
Per questo respirerò la polvere della strada
e viaggerò nascosto quando non avrò un biglietto
perchè ho una scommessa e un'avventura nuova da vivere
 

*

Assenzio e laudano

Marmellata all'arancio e odore di gelsomino

pane caldo come quelle sere lente

che si spegnevano come candele

nel buio profumato delle lenzuola


Per quei momenti e di questi giorni

è fatto il mio niente

con ore nuove da colorare

e mani sconosciute da avvicinare al cuore


Assenzio e laudano hanno protetto il mio sonno

ma adesso che il tempo è finito

mi accorgo che è ora di andare

che la strada è lunga e la notte arriva presto

*

E’ ritornato Billy

<<E' ritornato Billy!>>
annuncia la voce dalla strada
L'odore della salsa di pomodoro
e un vociare confuso di bambini
Nel mezzogiorno assoluto
dove il cibo
la vita
il sudore
intagliano la mia anima
come la lama dell'arrotino.

*

Fort Escape

Dalla palizzata traguardo tremuli orizzonti
sotto la cappa della vita quando si fa pesante
e mescolo i miraggi alle speranze
inebriandomi spesso di illusioni

La nuvola di polvere annuncia un galoppo
più si gonfia e più mi sollevo oltre il riparo
preparando muscoli e nervi a sciogliere l'adrenalina
che blocca il mio corpo e che nutre l'incertezza

Nella sabbia altre traiettorie
molte lontane e qualcuna vicina fino a distinguere le orme
in mano la tromba per suonare la carica
aspettando un assalto all'altezza della mia attesa

Ma è la giornata giusta per fare la guerra
e quelle cavalcature saranno il mio bersaglio
perchè è ridicolo difendere una fuga
senza avere la giubba rossa di sangue

*

L’uomo vestito di vento

Ogni sera la leggenda del mare
mi veste di vento
depositando come sabbia ricordi
salati come lacrime.
Gli errori come conchiglie vuote
feriscono ad ogni passo
e cerco la schiuma delle onde
da spruzzare fresca sull'anima.

*

Il Principe inquieto

L'eleganza è un brivido freddo
ti offre il giusto distacco dalle cose
ti ricorda chi sei malgrado il contesto.
E' un segreto da tenere con sé
è sotto i tuoi pensieri e le tue paure
e quando ne senti il profumo tutto il resto torna piccolo.
Prima dell'alba e del brulicare del mondo
prendi sempre il tempo per decidere
come difendere la tua storia
e in quale tasca custodire il cuore.

*

I miei aquiloni

Infilo perline nella mia collana
color sabbia e tabacco
qualcuna preziosa in foglia d'oro
Ho scelto tutti i grani sui toni della terra
tra un'emozione e l'altra
Figlio delle certezze
innamorato dei sospiri
Come i miei aquiloni
troppo pesanti per il volo
Così perfetti da attendere sereni
il giusto colpo di vento

*

Momenti fuori stagione

Il viaggio dei pensieri si ferma solo davanti ai tuoi sorrisi
al tuo collo di cipria tenero di tepore notturno
Ho la freddezza dell'inverno
e occhi bianchi di gelo che sembrano spezzarsi
Ma le tue risa riempiono le pause del cuore
e colorano anche i giorni in cui non sei nei miei cassetti
Che non profano con la mia biancheria sempre uguale
perchè conoscono solo l'odore della lavanda
Ho deciso che mi tufferò tra i tuoi capelli
la prossima volta che li abbandonerai sul cuscino
Perché è meglio annegare nella tenerezza
che coltivare l'orgoglio spulciandomi dai brividi.

*

Prima di Civitanova

La ferrovia vicino al mare è una splendida contraddizione
ferro e puzza di catrame insieme alla spazzatura delle onde
sulla riva passanti quasi felici rubano all'inverno il tempo della domenica
nascosti dai pensieri leggeri e da filari ordinati di pioppi.
La linea dell'acqua taglia l'orizzonte come una lama
e scivolo sugli scogli senza ferirmi
davanti a me sguardi sconosciuti
dietro una vita che comincia a presentare il conto.
Percorro il cortile del mio mondo
nella mobilità degli invitti
con i piedi asciutti delle mie certezze
ed il cuore che mi trascina come un grosso cane al guinzaglio.

*

L’isola di Wight

Rincorro quegli sguardi
nessun fuoco rischiara la notte
non odo il suono della chitarra

Avrei voluto che il sogno continuasse
che mio figlio affondasse i piedi su questa sabbia
e si perdesse tra queste nuvole

La nebbia del canale nasconde l'imbarazzo
quello che resta dei nostri sogni
dispersi nell'isola del vento e delle parole

Una generazione di sorrisi e lacrime
bianche d'amore e di schiuma
si cerca tra i gabbiani del porto

*

La notte ancora

Il dolore della stanchezza si abbatte sulle spalle
e il freddo morde le gambe nude
la stanza suona un cupo rumore di silenzio
unica compagna una lampadina.

Faccio fatica ad arrendermi alle coperte
anche se domattina le stringerò come un'amante
m'accompagno alla notte
e ai pensieri randagi che preludono ai sogni.

Lascerò il mondo cosciente per qualche ora
e le mie ossa potranno riposare
il sacco delle preoccupazioni giace abbandonato
nell'angolo buio della mente.

Mi racchiudo nel battito lento del cuore
e ogni tanto inciampo in un sospiro
mentre invito la mano delle tenebre
alla carezza affettuosa di una madre.

*

Il sogno di Red

La strada sottile si separa dalla statale
come un arto ammalato dal corpo sano
il fondo di terra e pietre
solca profondamente l'erba fino all'oceano.

La traccia continua dei muri in pietra
mi orienta laddove la natura riprende il suo posto
e punto diritto verso le isole Aran
seminascoste dalla nebbia e dalla mia incredulità.

Alla foce il fiume sposa il mare
l'acqua terrosa del Connemara si veste di bianco
avvolta in un mantello di sassi e conchiglie
che suonano sotto il passo di un ospite inatteso.

In un luogo regalato dal destino
nel freddo di un'emozione di marzo
scorgo l'ultimo rifugio di Red
un pugno di pelo arancione tra il bianco e il verde della costa.

Un grande masso si oppone al vento
e difende la dignità di un irlandese
venuto a cercare la pace del mare
nel giorno in cui ci si rassegna alla solitudine.

Disteso sulle zampe anteriori
il muso appoggiato come se dormisse
il cane ha spento la luce buona del suo sguardo
sognando le isole della libertà selvaggia.

Turbato dalla mia stessa presenza distolgo lo sguardo
dedicando a quel muso un'immaginaria carezza
come all'amico fedele che non ho mai avuto
e affidando quel sogno all'alta marea.



*

Istinto di cane

Ho infilato le dita nella terra
per riavvolgere il nastro
respirando la polvere
dei pomeriggi delle partite di pallone.

L'istinto era il mio capitano
un piccolo cuore ne era innamorato
e batteva lento seguendo ogni suo passo
fino alla fine della partita.

Mi guardo adesso e mi trovo inadatto
la giacca ed i pantaloni sbagliati
troppi oggetti da portare
e senza il sorriso del viaggiatore.

Cercherò le scarpe comode
nel cassetto più basso del vecchio armadio
troverò un posto segreto per le cose care
e le parole per ingannare i perché.

La mia vita è una scoperta
e l'istinto un destino che non posso tradire
il battito lento del cuore di cane randagio
dice che sono sulla strada giusta.

*

Il giorno preferito di maggio

Un'aria albicocca apre alla speranza
i minuti battono al ritmo del mio cuore
e vedo auto gialle di sole
scorrere placide sullo sfondo del mare.

Esagero con un paio di occhiali da sole ed un berretto
sopra una camicia bianca e fresca di stiro
gonfia di vento e liberata dai pantaloni.
Come una clamide.

Pochi rumori fuori e voci contenute
questa mattina è perfetta al suo debutto.
Seguo il profumo di pasticceria del mio bar
affamato nello stomaco e nel cuore.

So di ricevere e dare sorrisi che non mi disturberanno
e bevo da una tazza calda come una carezza
con il giornale ancora piegato al braccio
che promette momenti di ozio lussuoso.

Appena fuori i polmoni si riempiono d'aria
e anticipo i saluti dei passanti
insolitamente lieto ed ottimista
come ogni anno nel mio giorno di maggio.

*

Sveglia alle sette

Lo sento alzarsi la mattina presto
con l'atmosfera rarefatta dall'assenza di luce e di suoni.
Dal mio letto mi concentro sui preparativi
cercando di intuire i gesti ed i pensieri.
La prima acqua del rubinetto
un breve tintinnio di spazzolini.
Poi i cassetti chiusi e riaperti
ed i passi incuranti del presunto sonno altrui.
Il cuscino caldo non mi conforta più
e il chiarore dietro ai vetri risveglia un inatteso malessere.
Sento sillabare lo scatto di una serratura
una porta si chiude e un alito di caffè si libra nella stanza.
Mio padre se ne va con l'ululato dell'ascensore
e come un contrappeso sale l'angoscia del mattino.
Ho cambiato molti letti da allora
e non vesto più pigiami di acrilico.
Ma prima delle sette sono sempre nella mia stanza da bambino
zeppa di sogni e di fratelli.
Devo ricordare di spostare la sveglia
perché ho nostalgia del tepore di quelle coperte.

*

Le bugie di Gabriele

Non ho mai guardato Gabriele negli occhi
proiettori che scrutano la notte
cercando punti di riferimento
lontani dal perimetro del tuo corpo.

Quando è solo ha l'aria soddisfatta
per riuscire a sostenere una realtà
sempre in equilibrio instabile
come un castello di carte.

Ogni tanto qualcuno l'avvicina
con cordiale falsità
e l'arroganza degli ultimi di fronte agli esclusi
cercando riscatto alla loro frustrazione.

Gli chiedono di raccontare delle storie
e Gabriele spalanca le porte del suo mondo
dove i sogni si realizzano sempre
e la verità sfuma nella fantasia.

Dicono che sia un bugiardo
e ridono delle spalle troppo deboli
per sopportare il dolore dei suoi giorni
mentre la sua sagoma curva si allontana.

Ma Gabriele ha già un'altra storia da raccontare
soffice e calda come un cuscino di piume
perché le bugie sono il suo dono
ad un mondo annegato nella mediocrità.

*

La bussola

La giro nel palmo di una mano
semplice nell'era tecnologica
potente nel significato simbolico

L'ago ondeggia e si posiziona
allontanando paure ed emozioni
con lento e delicato rigore

Ti chiedi il senso di una rotta
scoraggiato dal desiderio di avventura
e dalla direzione del vento

Mentre imprecando manovri vele e timone
per distrarre ancora una volta il cuore
e risalire la vita di bolina

*

Da Aldo

Un'ora insolita per un sabato sera
quando la festa è altrove
e non hai voglia di celebrare nulla
fuorché la fortuna di avere tempo per i tuoi pensieri.

Tra le strade vuote di una città spenta
nelle traiettorie di qualche automobile eccitata
ti ricordi di quel posto
aperto solo per chi non ha un luogo da raggiungere.

Dall'unica vetrina una luce senza vanità
accoglie priva di entusiasmo i delusi della notte
e chi è affaticato dalla vita
offrendo a tutti l'ultimo giro prima di chiudere.

Ti domandi se hai voglia di riconoscere qualcuno
e scoprirti stanotte parte di un mondo senza scopo
dove il forte odore di cipolla fritta
è un ottimo alibi per giustificare qualche lacrima.

*

Que reste-t-il de nos amours

L'odore muschiato della Senna sul collo
e quelle mani spogliate dei guanti di lana
per cercare calore nelle mie tasche.
E' un momento perfetto.
Avvolta nel bavero di astrakan
sei bianca e raffinata come un lilium.
Ho paura di tradire il mio imbarazzo
mentre ti guardo negli occhi
scivolando velocemente da un'iride all'altra.
I pensieri non trovano parole
e l'entusiasmo non vuole sporcarsi
con un forte accento italiano.
Abbiamo sciolto l'adrenalina passeggiando per ore
e una vecchia giostra gira ancora per noi
davanti a una panchina affacciata sulla felicità.
Centinaia di lampadine brillano come stelle
dal mio punto di vista su Parigi
mentre il mio orizzonte incerto è attraversato
da bianchi cavalli di legno e piccioni dispettosi.

*

La dolcezza di una sera

Le sere d'autunno non sono sprecate
hanno solo bisogno della loro occasione
per rimanere nei ricordi di una vita.
Sono sere solitarie
con la luce che incomincia a mancare
e un piacevole anticipo di freddo
subito cancellato da una maglia leggera.
Sono sere che conservano tracce d'estate
dimentiche delle sue esagerazioni e delle sue volgarità.
Sono sere come questa
in cui senti tuo il lungomare
e riesci ad ascoltare le voci lontane
in alternanza alla periodica presenza del rumore dell'onda.
Sospesa tra il giorno e la notte
sta la mia passeggiata clandestina di fine stagione
tra gli odori di una natura ancora sveglia
e luci gialle di lampioni accesi anzitempo.
Prima di perdere il respiro questa sera mi persuade a tornare a casa.
Con dolcezza
come si fa con un bimbo per non farlo piangere.
Cambio direzione e pensieri
e sento nello stomaco la differenza
tra una partenza e un ritorno.

*

Arkù

Avevo timore del tuo sguardo
e della grandezza di quelle mani
rispetto alle mie piccine
ma la tenerezza che ritrovo nel ricordo
ha il colore dei papaveri sulla tua ultima dimora.
In questa vita hai fatto il rumore delle persone sole
stretto nelle tue spalle grandi
e chiuso in un abbraccio senza consolazione.
Ti vedo ancora fiero
sollevare al cielo i capelli all'umberta
sorridente sotto i baffi sottili.
Spero che tu sia contento, Sergente
e che riconosca in questi occhi la tua luce
accesa con l'esempio e senza le parole.

*

Giuliana dei caffè

Seduta all'ennesimo bar sta Giuliana dei caffè
confezionata nel suo abito a sottolinearne il contenuto.
Vive l'età di passaggio in cui una donna non ha appartenenza
né giovane e né vecchia nel corpo
né ingenua e né cinica nei pensieri.
Sente avvicinarsi il momento dei bilanci inevitabili
ma il suo libro dei sogni è ancora alla prima pagina.
E lotta da sempre contro i mulini a vento
affidandosi agli occhi buoni e alla fortuna.
Cerca chi possa aiutarla a girare quelle pagine
leggere solo per le sue lunghe dita.
Non importa quanti caffè è stata costretta a bere
e quelli che accetta ancora non li conta più.
Ha bisogno di zucchero per una vita che sta diventando amara
e di una mano gentile che le giri il cucchiaio
per nascondere a lungo il sapore della prossima delusione.

*

Lungomare

Poesia di mezzora
una sera d'estate che diventa buia.
Il popolo del lungomare ha smarrito il sole
e i bar accendono luci ammiccanti
come gli sguardi che passeggiando sfioro.
E' curioso come corra il tempo
quando la gente desidera fermarlo.
Sale la stagione e il desiderio di vita
perché il sole è una promessa
che tramonta quando sta per diventare realtà.

*

I fall in love too easily

Bere dalla bottiglia
perchè la vita è corta.
Non accorgersi del mondo
e nemmeno della propria età.
Quando suonano un pezzo come questo
il cuore accelera il battito.
E respiri profondo
come se dovessi fare spazio ad altra vita.
Ossigeno puro brucia le narici
da troppo tempo intorpidite.
E la bestia si scuote
perdendo la pesantezza dei fallimenti.
A notte sfoggerò un manto ancora lucido
rinfrescherò una fierezza appannata
e offrirò a Diana ciò che questa tromba si aspetta.
Il feroce spettacolo di un orso ammaestrato.

*

L’anno buono

L'anno buono non esiste
è un'invenzione per dare spazio alla speranza.
Di buono c'è il piacere della fatica spesa per realizzare i progetti
la gioia per i risultati raggiunti
e il sollievo per non conoscere l'invidia.
Di bello c'è che la vita offre sempre una chanche
e che fino alla fine vale sempre la pena di tentare.
Di giusto c'è che un'esistenza degna
nasce solo dal rispetto per noi stessi e per gli altri.

*

Il dritto di Chicago

Avrei voluto essere come Sugar Bing
per la sua freddezza
per il suo cinismo
perché sa bastare a se stesso.
Ho trascorso l'adolescenza a misurare sguardi
a studiare i passi
a far correre il pensiero e la lingua.
Avrei voluto rifiutare Ava Gardner
e sparare la pistola con lo swing.
Ho creduto di poter stendere Peter Kan
e traboccare di fascino latino.
La vita mi ha assegnato un posto diverso
non ho sfidato bulli
non ho amato pupe.
Mi sento Ferdinando e non Fred
un uomo a metà tra sentimento e caricatura
un uomo tranquillo su una thunderbird lilla
che è consapevole di averla fatta grossa
e che gioca a fingersi incorreggibile
maledicendo whiskies facili che non ha mai bevuto.

*

Il lago di Eco

Il canto delle cicale sottolinea l'assenza d'aria
e il calore piove dal cielo impregnando la materia.
Vorrei attraversare lo spazio
trovare il modo di fuggire da questa troppa luce.
Non c'è pace per chi salta un turno.
Nessuna pietà per chi non lancia i dadi.
Vorrei nascondermi nei boschi di Eco
e fissare ancora le acque del lago
dove sono annegati molti dei miei sogni
ma dove ho imparato a respirare sott'acqua.

*

Le variazioni di stato

La prima volta è stato sporgendomi su un orrido
da una balaustra che mi teneva come le braccia di una madre.
Un suono, simile a un richiamo
e l'eco mi restitui' l'imbarazzo con polmoni di roccia.
Lo specchio è un inganno
perchè gli occhi non sanno distinguere.
Vorrei far parlare il cuore senza l'abituale pudore
ed aver paura solo dei miei giudizi.
Devo sentire sulla pelle l'effetto delle parole
e percepirne il gelo o il calore.
Il tempo che passa mi spinge ad osare
e a sperimentare formule meno garantite.
Ho perso il gusto del simmetrismo
perchè inizio ad apprezzare il sincronismo.
Mio figlio osserva e nota le differenze
un cuore che ama comprende immediatamente.
I sentimenti sono figli dell'istinto
e usano l'olfatto come i cani randagi.

*

Come si scrive padre?

Ho camminato nelle tue scarpe.
Come si scrive padre?
Ho inseguito i tuoi sogni per comprenderti
ma la strada mi conduce ad un vecchio.
Ho bevuto nel calice della tua ironia
ma sul fondo ho trovato la paura.
Ti ho cercato nelle pieghe sconosciute di una vita
per scoprire il senso della tua fuga.
Dei ricordi di bambino e delle tue notti insonni
resta la fierezza e l'orgoglio.
Del futuro che cercavi
una domanda che non aspetta risposta.
Ho le tue mani e la tua stessa schiena
e notti su un tavolo da spingere lontano.
Vedo la tua eredità e fuggo i tuoi fantasmi
accontentandomi spesso delle tue ragioni.
Come si scrive padre?

*

Le parole dipinte

Scrivere poesie è disegnare con l'acquarello
le parole messe in fila dilatano i contorni del testo.
I pensieri si spandono come colori sulla carta
fino a sovrapporre immagini ed emozioni.
Tonalità cangianti si materializzano all'improvviso
offrendo l'incanto della mutevolezza
a chi è ossessionato dalla morte.

*

Il lupo

Curvo nella sua pelliccia
il lupo abita i luoghi segreti del bosco
Radure senz'acqua e senza sole
solo muschio e odore di foglie marcite.
Occhi gialli come la paura
scrutano quello che non appare.
Muscoli tesi come flettenti
si preparano a scoccare la freccia.
Il capo è chino
apparentemente schivo.
Ma l'animale compie traiettorie
che stringono a spirale.
La solitudine è la forza del lupo
ed il lamento la sua bestemmia.

*

Perdido!

Sabbia nelle scarpe e nella gola
la polvere s’insinua nel mio corpo.
Il sole schiaffeggia questa paura
bruciando le speranze e le risorse.
Acqua salata per ricordare la sete
rami secchi per desiderare l’ombra.
Tra i flutti le spalle non bruciano
e la salsedine è una carezza.
L’illusione è un veleno lento
che addormenta prima di uccidere.
Il respiro greve ossigena i pensieri
mentre percorro il labile confine
tra mare e terra
tra il sogno e la mia vita.

*

La civetta e l’oscillazione crescente

Selene è alta nel cielo
la bellezza pallida e una nobile tristezza
orbite cave come occhi senza lacrime.
L'aria è ferma
e il fragore del silenzio ferma il respiro
di chi abita le ore buie su quest'angolo di universo.
Sono di nuovo qui
civetta sul suo ramo
e spalanco occhi d'ambra
per sopravvivere alla mia fragilità.
La notte mi ha allevato come una matrigna
dispensando sogni e un'aurea di magia
ma condannandomi per sempre alla malinconia.
Sconto la mia pena su questo legno oscillante
in balia del tempo che passa
custode della mia solitudine.

*

Venezia in moleskine

Le parole che non ho scritto sono a Venezia
nascoste nelle calli tra il muschio dei mattoni.
Dopo Mestre il treno galleggia
ed il salmastro allaga i vagoni.
La città sognata appare sospesa
e punta i campanili verso il cielo.
Lunghe dita s'alzano dalla laguna
a ricordare che Venezia non è di questo mondo.
Finalmente tocco questa terra improbabile
e il corpo sostiene un'anima liberata.
Non un indirizzo, né una meta
il cuore batte veloce affamato di emozioni.
E mi vesto di pagine bianche aspettando la notte
eccitato come il volo basso delle rondini.

*

Pensieri attaccati al finestrino

I pensieri corrono più veloci delle case
e la prospettiva della strada mi inghiotte.
Ho una meta da raggiungere
e tanti motivi per farlo in fretta.
Uso la radio per scaricare i nervi
schiacciando i tasti come un grilletto.
Dalla strada degli occhi seguono il mio passaggio
forse leggono il mio turbamento.
Provo l'illusione di sentirmi compreso
mentre chi mi viaggia accanto
credo conosca solo il mio nome.
Ma sono oltre la curva
e mi concentro sul ritardo,
il solito inconveniente
per chi ha sempre il naso fuori dal finestrino.

*

Treno regionale 12033

Sguardi che non si incontrano
e l'imbarazzo si mescola con le valigie.
Facce che raccontano la vita
mentre dai vetri si esibisce la periferia.
Il vagone ha colori pastello
ma è solo un magazzino di pensieri.
E dal mio posto vivo la sensazione
di essere un attore senza copione.

*

Gli anni senza giocattoli

Quando arriva la paura cerco di stare al caldo
come se la lana possa proteggermi dal buio.
Il suo calore e gli odori buoni delle cose
accendono una candela dove l'angoscia ti schiaccia.
E sussurro una cantilena di quando la vita non mi spaventava
e le ferite si curavano con acqua ossigenata.
Dove sono tutti i miei amuleti?
Mi tornano alla mente i giocattoli preferiti
ne ricordo bene la forma e l'odore di plastica colorata.
Li ho avuti per anni fino a desiderare di seppellirli
ma con loro ho perduto il dono più grande
..la Felicità che non deve essere spiegata.

*

Kastellorizo

All'ingresso del porto il respiro dell'isola
aromi di mirto e ginepro sporchi di liquirizia.
E i brividi salgono su per il corpo
insieme al desiderio di toccare terra.
E' il Mediterraneo profondo
raggiunto da un forte eco d'oriente.

Vorrei essere ulivo
per trovare spazio tra le rocce.
Vorrei essere scoglio
per bere questo mare.
Vorrei essere vento
per arruffare i cespugli ispidi.

Su una terra senza padrone
nell'angolo più remoto d'Europa
vivo la libertà selvaggia
di un'esistenza senza ruoli e senza tempo.
E sento la vita scoppiare nel petto
perché finalmente mi sono smarrito.

*

I peccati dell’architetto

Sedotto dalla superficie sferica
e da una musicale modulazione
mi abbandono al compiacimento
di sentirmi perduto nell'inseguire la forma.
Educati al razionalismo
gli occhi hanno tradito la Regola
indugiando golosi su voluttuose eliche
e morbide e sensuali modernità.
Ho tradito i padri e ho ceduto ai sensi
perché l'Architettura è un'amante imprevedibile
che mi appassiona sempre senza una ragione apparente.

*

La necessaria indifferenza

Voglio vestirmi d'indifferenza
perché non concepisco la violenza.
Ho bisogno di proteggere le passioni e la ragione
scivolando tra i panni candidi del silenzio.
Osservo il branco affamato dilaniare il Paese
e mi chiedo chi ci restituirà l'onore.
Da qualche parte arriva un soffio leggero
che forse muterà in vento.
Allora sarà il momento di spalancare le finestre
e tirare finalmente una boccata di libertà.
Hanno avvelenato la democrazia
contaminandola con la televisione.
E tolgono il pane dopo aver rubato la dignità
ad un popolo ostaggio delle promesse.
Ma la Fame non si inganna con le parole
ed è sempre riuscita a salvare l'Italia.

*

Lea

Mi ricordo i giochi di bambino tra pantofole di lana cotta
e lenti pomeriggi al rintocco di orologi a pendolo.
Ricordo i sorrisi e la tranquilla saggezza
di un vecchio con le girandole sul balcone
E l'abbraccio dello sguardo di un'anziana romagnola
che profumava l'aria con essenze di cucina.
Lea viveva in quella casa
e come una ninfa palpitava con essa.
La sua pelle di sapone fremeva come quei vetri
al passaggio delle auto nel cortile.
Lea era il caffelatte e la minestra
i compiti al pomeriggio e la preghiera.
Mi ricordo Lea e la mia vita
stavano sempre insieme e lei la proteggeva.
Oggi Lea ha novant'anni ed è ancora una ninfa
Per lei sono sempre lo stesso bambino
e lei è quella casa dove sono diventato uomo.
Se a quarant'anni credo alle favole
è perchè è sempre Lea a raccontarmele.

*

Lo scrittoio

Siedo al vecchio scrittoio e mi sento al mio posto
macchie di tazze da the e ombre di oggetti perduti.
Il sole ha trasferito sul legno segni di vite vissute.
Come una sindone.
Un bisnonno mi ha accolto per la tenerezza dei neonati
e per lo stesso nome che la sorte ci ha assegnato.
Ho in dote questo legno per un destino che suona come un' eco
guardiano di un simulacro da consegnare a braccia più forti
quando verrà il momento.
Del vecchio Attilio conservo la macchina dei sogni e dei pensieri.
Qualcuno si legge controluce sul piano da lavoro
troppo impresso nell'animo e sulla carta.
Gli altri sono scivolati via e hanno lasciato tracce più profonde.
Lo scrittoio cigola sulle gambe a cipolla
e i suoi cassetti sono pieni di oggetti e ricordi da conservare.
Come le tasche del bisnonno Attilio.

*

Venerdi’ Santo

Il freddo sale dalle gambe.
E' il respiro della terra umida
che chiama a sé ogni essere vivente.
Scende una pioggia sottile come un velo
e copre ogni cosa sfiorandola appena.
Pochi rumori nella campagna
e i mandorli sono ospiti non graditi nell'ora del cordoglio.
Il mondo scopre una dignità inaspettata
che solo il dolore sa imporre.
E' il momento della consapevolezza
e del coraggio della solitudine.

*

La prima notte

Brividi
e la voglia di arrivare al mattino.
La prima volta è un viaggio nella solitudine
un inno alla vita in compagnia della paura.
Ma quella è la notte da attraversare.
Preso dal vortice respiro aria umida
e il fiato evapora come nebbia.
Solo il mio passo sul pavimento di marmo lucido.
Rompo il ritmo per spezzare quella nenia
che ipnotizza ed uccide.
I portici e le corti rimbalzano suoni
voci di fantasmi sorpresi e infastiditi.
Il cuore è un tamburo
e nelle tasche stringo i pugni.
Le orecchie esplorano il silenzio
e gli occhi inseguono probabili tracce.
L'olfatto è distratto dall'odore del muschio
ma è il primo dei sensi a darmi conforto.
L'odore del pane.
Mi accomodo nel bavero alzato
e mi sento felice.

*

La mezza luna

Una mezza luna nelle notti a metà
riempie un bicchiere mezzo vuoto
senza farlo volgarmente colmo.
Riesce a dare un senso alle cose sospese
e rende compiuto ciò che è amabilmente imperfetto.
Spiega la solitudine e l'amore
e pone l'accento sulle differenze.
Le notti di mezzo a metà della vita
sono un lusso per un uomo di passaggio.
Non chiedono e non vogliono spiegare
e offrono sempre un valido alibi
a chi ha sempre qualcosa da farsi perdonare.

*

La casa delle bambole

L'asfalto di un grigio antico s'avvolge
rotto qua e la da ciuffi d'erba.
E' la fine della strada.
E' il trionfo del bosco.
Si apre il piccolo mondo dei sogni leggeri di bambino.
Ritrovo la casa delle bambole incastonata tra i larici
decorosamente vecchia da apparire elegante
morbida come le cose che sanno parlare all'anima.
Sono contento di essere con mio figlio
saprà prestarmi occhi e cuore per ricordare chi sono.

*

Prove d’Anima

Attimi in cui il silenzio ha il rumore della conchiglia
ed il pensiero è fuori dal corpo.
Sono lo spazio che mi sorregge
e si sente nudo senza la sua corazza.
Non mi allontano e resto sull'uscio
a provare il piacere della paura.
Il respiro è un soffio e volano le dita
a raccontare che sono vivo.
Lascio le membra alla materia
e mi sento d'aria.

*

La vecchia bambina

Non avevo mai visto la vecchia bambina.
Gli occhi distratti da una vita veloce
hanno perso il fuoco della curiosità.
Altre volte ho mancato l'appuntamento con le favole
ma se le racconto qualcuna mi viene a cercare.
Ho scorto entusiasmo e delusione
tra le pieghe nascoste di un animo antico.
Altalenanti segnali di un cuore
nutrito solo dalla speranza.
E occhi di mare lavare con l'onda
vuoti di bottiglie senza messaggio.

*

What a difference a day makes

Mi sento a disagio senza abito scuro.
Lei è sul palco, fasciata di bianco
circondata da un'aura di fumo e di cipria.
Gli uomini mi guardano e forse ridono di me
protetti dagli smoking di sartoria.
E' stato un attimo, un gesto inconsapevole.
In cambio di una banconota ho avuto un sogno
che questo febbraio non riesce a contenere.
Dopo la mezzanotte non c'è tempo per i fantasmi
o forse i fantasmi non frequentano gli autogrill.
In una confezione in offerta di musica jazz
lei mi attendeva per attaccare quel pezzo.
Che differenza fa un giorno?
Nessuna, per chi è senza tempo.

*

Le ore orfane

Le ore orfane
danno al tempo che passa
il senso della vita.
Come cani senza padrone
fanno della loro libera esistenza
la ragione di una preziosa indifferenza.

*

La Fortuna e l’Angelo

La fortuna ha ali grandi e candide, io l'ho vista.
I suoi lunghi capelli mi frustavano il viso
e con le braccia al petto mi sorrideva.
Mi ha porto il suo carico leggero
e ho conosciuto la gioia del Dono.
Da allora custodisco la tua pelle chiara ed i tuoi occhi tersi
e specialmente il tuo sorriso affinché non si spenga.
Perché la felicità che mi dai è pari all'illusione
che da lassù qualcuno abbia scelto proprio me.

*

Pausa caffé

Ho bisogno di te.
Cerco consolazione,
la carezza di una madre
e il tepore di una coperta sulle ginocchia.
Ho bisogno di conforto
del vortice di sapore che assume sfumature dense
dalla liquirizia al cioccolato.
Ho bisogno di non essere giudicato
e so che tu non lo farai.
Ho bisogno di un sorriso prima di riprendere il cammino.
Per questo preferisco non avere testimoni
e faccio perdere le mie tracce prima dell'appuntamento.
Sarà un incontro breve e clandestino
perché ti ho avuto troppe volte e nessuno capirebbe.
E mi condurrai ancora una volta nel tuo mondo
piccolo e profumato come il tuo nome.
Caffè.

*

Una delle consolanti sere

Una sera come questa.
Il silenzio comincia ad occupare la stanza ed io sento che sta arrivando il mio tempo.
La bolla, perfetta, si stacca dal liquido saponato e mi avvolge.
Tutto è lontano, senza importanza.
E riprendo a vivere le mie ore lente.

*

Il ragazzo di Creta

Partire da un luogo che conosci, dove ti conoscono.
Sono pronto per il viaggio.
Un senso di lieve irrequietezza risveglia l'adrenalina, da troppo tempo assopita.
Sono contrario agli itinerari programmati, mortificano il desiderio di vivere l'avventura.
Ho stabilito un'unica tappa: la prima.
Quando saro' solo mi guardero' in faccia e mi chiedero': dove?
Mi ricordo la prima volta: era su un marciapiede a Creta, con una porta che si chiudeva alle mie spalle.
Da quel momento ho avuto più volte la sensazione di essere libero.
Sono ancora quel ragazzo che cercava la sua strada con un pesante zaino addosso?
Non ho considerato a sufficienza la paura di essere cresciuto.

*

Bossanova

Liquida, complice e ruffiana
la bossanova accompagna le mie ore
ritornelli prevedibili ma avvolgenti come un caldo cappotto
quantomai opportuno in una notte d'inverno come questa.
Fiati, percussioni e tastiere srotolano il tappeto rosso
sono un gran signore con la bossanova.
E allora prendo la mia peterson,
la carico con il miglior tabacco
e chiedo manforte ad un baby di torbato.
Stanotte sarai mia.

*

Oggi il mare

Oggi il mare sembrava mercurio
grigio, freddo, si sfumava con le nuvole.
Ho cercato il silenzio dei posti irraggiungibili
ed ho trovato sassi e assi contorte.
Tra i relitti arenati della mia fantasia,
come fiori spuntavano blocchi di travertino.
Ho toccato la superficie della pietra nuda e levigata dalle onde
e ho sfiorato le venature, le sue cavità.
Dai fori profondi l'eco degli scalpelli
e l'odore dolce della canapa bagnata.
La materia con cui è stata costruita la storia
giace abbandonata nella speranza di un nuovo rinascimento
anche a due passi da casa mia.-

*

La mia corsa

Ho il sapore del sale in bocca,
la corsa mi allontana dalla noia
e il paesaggio scorre agli angoli degli occhi.
Al centro freddo e lacrime
ma resta la speranza.
Non controllo più le gambe
che corrono a perdifiato
e mi abbandono all'esigenza di movimento.
Finalmente non penso a nulla
mi chiedo solo "come ti senti ora?"
Mi accorgo di essere felice
e cerco nella memoria e nel cuore
l'eco di un brano di bono vox.
Voglio celebrare questo momento,
renderlo indimenticabile.
Perchè per una volta per me diventa importante
quello che sono.
Adesso.