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Raccolta di poesie di Beatrice Preti
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Il tocco dell’infinito

Il tocco dell'infinito è dentro il mio cuore

e vibra

sollevando la polvere di questo sentiero che porta

nel mio profondo.

E' una musica che somiglia ad un inno sacro,

a una ninnananna,

a un canto di battaglia

o al racconto di un sogno.

Di vita in vita mi segue,

ma non la riconosco mai

se non quando si avvicina l'ora di andare,

di cambiare tempo e luogo,

di abbandonare ogni amore e ogni tramonto.

Ed è quando i tramonti diventano dolorosi

e le albe quasi sconosciute,

che la musica dell'infinito torna a trovarmi.

E' fuori dal tempo la sua origine,

è fuori da questa terra,

lontano da queste stelle che si spostano su ogni orizzonte

e sono millenni che osservo

e cammino

senza mai arrivare dove tutto inizia.

Non imparo mai abbastanza

nonostante provi da sempre a tenere lontana ogni menzogna,

ogni desiderio di corona

o di dominio.

Mai è abbastanza,

mai,

ma mi consolano queste note che germogliano da ogni granello di sabbia

e che mi rassicurano che ogni volta,

ogni volta,

l'arrivo alla meta è sempre più vicino.

 

 

*

Nelle barbe degli gnomi

Ricordo i gabbiani che sfioravano il sole
e come il rumore del vento copriva

il suono del tempo.

Tengo gli occhi fissi al di sopra delle nuvole

dove luci di fiamma si rincorrono

dall'inizio del mondo

perché ancora credo di poter trovare

la fabbrica degli arcobaleni.

Ancora cerco sentieri di briciole di pane

e orme di passeri sulla neve.

Ancora cerco abbracci,

anche se so che le storie si creano nelle barbe degli gnomi

e finiscono in fuochi di streghe

lasciando vuoti,

baratri profondi,

che bisogna imparare a riempire.

 

 

*

Non ho sonno stanotte

Da tempo c'era troppo rumore

e non sentivo più i miei pensieri,

ma ora è silenzio

e posso di nuovo parlare con me.

Nel pozzo,

quello antico che ho da sempre nel cuore,

sono tornati,

limpidi,

i cristalli del sale della terra

e al tramonto si sente arrivare

da ogni parte dell'universo

il suono di un piccolo flauto di canna.

E' una melodia dolce

e potente

che allontana le menzogne

e la mia anima conosce di nuovo il sollievo.

I miei occhi si chiudono perché nulla,

assolutamente nulla,

mi distragga dall'ascolto della silenziosa canzone perfetta

e torno sola,

nonostante la folla.

 

Non ho sonno stanotte

e sarà una delizia aspettare l'alba

in questo mare di ritrovato silenzio.

 

 

*

Vado verso la luce che non ha notte

Saluterò la luce,

quella misera della Terra,

quella del sole che illumina solo un piccolo cielo.

Andrò a cercare la luce che non ha notte,

quella dei colori perfetti,

l'oro dell'alba di quello che spero paradiso.

La fine del tunnel è vicina,

è solo questione di qualche giorno,

qualche mese

o qualche ora.

Andrò via da qui,

da questo posto

dove non hai saputo amare con dolcezza,

dove non hai saputo ascoltare se non la tua rabbia.

Non ti vorrò mai più parlare,

in nessuna vita mi convincerai a farlo.

Quando rinascerò vorrò incontrare 

solamente

chi ha saputo ascoltare i miei silenzi,

chi li ha capiti,

chi sapeva che quello che importa non è piangere per sé stessi,

ma è amare.

*

Anche se sei oltre, ti vorrei

Ti vorrei qui,

silenzioso come eri sempre,

amorevole,

dolce come uno sguardo di un bimbo che ha appena rubato i biscotti,

amabile

e bello

come le calle in riva al fiume quel giorno di mille anni fa,

Ti vorrei qui,

vicino,

col maglione blu con i buchi sul gomito

e il fazzoletto che ti spuntava sempre dalla tasca dei pantaloni

e vorrei quel tuo canticchiare fra una sigaretta e l'altra,

mentre mangi con l'anima il profumo dei fiori

in quel vasetto sbeccato messo sul camino.

Ti vorrei,

vorrei quella tua risata che ricorda il gorgoglio di una fonte,

vorrei le tue lacrime per un libro, un film, una poesia.

Vorrei averti intorno

sempre e sempre,

e vederti ancora cercare gli occhiali,

la penna,

la sciarpa,

il coltellino che perdevi in continuazione,

il quadernetto a quadri dove scrivevi pensieri, emozioni

e dolore.

Vorrei il tuo sguardo assorto,

quel tuo strano modo di annuire,

le tue mani che segnavano il ritmo della tua musica sul tavolo,

sui mobili,

sulla spalliera della sedia

e vederti fare colazione, quando imitavi i montanari divorando pane e sogni

e osservarti ancora mentre accarezzi quel gatto con gli occhi storti che ti ama alla follia.

Vorrei averti, sentirti, vederti.

In questo momento della mia vita vorrei solo te, padre.

Te solo.

*

Fra l’ortica e i narcisi selvatici

Cercami

perché sono lì,

fra il nulla e l'espressione di Dio,

fra il profumo dei giacinti selvatici

e le foglie pungenti dell'ortica.

Mi sono nascosta per sopravvivere

in questo buio che sta sommergendo il mondo,

al riparo da chi crede di sapere tutto di me.

Io provo a trasformare il cielo nel mio nuovo nido

e nelle notti di tempesta cerco,

con determinazione,

di trovare la forza di non tradire me stessa

e la voglia di spazzare via le cianfrusaglie che ancora abitano,

nel grande disordine,

la mia anima.

Cercami,

ho voglia di mattino, di sole che sorge da dietro il monte.

Sono stanca di contemplare le stelle.

 

 

 

*

Era e sarà

Raccolgo i semi del non ti scordar di me,

quelli piccoli come pulci,

quelli forti come il vento,

quelli d'acqua,

di verde prato,

di memoria antica e silenziosa.

Seminerò

nelle zolle del tempo che deve venire,

perché tu non possa scordare,

con l'azzurro-viola dei piccoli petali,

le ore passate a parlare,

i silenzi,

i sospiri,

le solitarie albe rosee di sole giovane,

il sole a picco sulla valle,

i fulmini

e quel freddo pungente che arrivava a gennaio

a cavallo dei draghi di ghiaccio

che ci costringeva davanti al camino

rendendo dolci le sere

quando aspettavamo la notte

e i sogni.

*

Scordami, ho da camminare

 

 

Scordami,

ho da camminare sotto nuvole scure

e devo combattere col vento dei brutti momenti.

Non far caso agli aquiloni strappati dai fulmini che bucano il cielo,

i fulmini della rabbia degli dei riguardano me sola,

è solo per me questo momento di guerra con il perfido cane del tempo

e so che devo difendermi dai suoi morsi.

Lascia che la nebbia del non ricordo mi avvolga

e che porti te dove ancora le luci fanno festa,

dove io non sono mai stata,

dove non sarò mai

e dove tu non rischi di incontrarmi.

Pensa che tutto quello che capita

è solo il suono di un sassolino che rotola giù dalla montagna.

Presto arriverà a valle

e sarà solo silenzio.

*

Io sono

Io sono la prima luce del giorno,

la nuvola bianca che arriva da est

il maestrale che rotola giù dal monte sulle ginestre spoglie d'autunno.

Io sono la coda di volpe al collo della vecchia signora,

l'inginocchiatoio donato dal conte Di Miglio che dorme da cent'anni nel bosco.

Sono il mostro della storia peggiore,

il fumo che sale dall'orto al mattino di un inverno avanzato.

Io sono il dolcetto ammuffito, la fragola ancora non nata,

il nocciolo sputato lontano.

Sono la prima pietra del nuraghe che domina il colle

e l'ultima, quella che è rotolata lontano.

Sono una roccia,

un covo di spie, un rovo con le spine d'acciaio,

un chiodo piantato nel muro della tua sfacciata arroganza.

E sono la nebbia,

un raggio del cerchio infinito di questo strano universo che rotola su se stesso,

trascinandomi inesorabile,

verso mete che non sono ancora alla portata

della mia immaginazione.

 

*

La nostra fragile bellezza

Restami accanto,

donami la tua attenzione,

l'ascolto

e l'abbraccio della sera

perché tutto resti fertile prato

e il deserto non trovi la strada per espandersi.

Lascia che cadano le mura,

che gli astri vedano il nostro mondo

e invidino le ali dei gabbiani

e la piccola fiamma delle lucciole.

Lascia che gli dei ci osservino il cuore,

che muoiano di invidia per la nostra voglia di sperare,

per il nostro desiderio dei domani

che ci fa evadere dalla prigionia del tempo.

Fai in modo che io e te possiamo liberarci

dall'abisso scuro dell'indifferenza

e facciamo del mistero

il bel miracolo

della serenità.

E nelle notti brevi,

nelle albe di superbo oro

raccontami di te,

delle tue delusioni e delle tue radici

e cerchiamo noi stessi

e la nostra fragile bellezza

guardando io nei tuoi occhi e tu nei miei.

E' solo questo il modo di imparare

l'eternità.

*

Quando spuntano le ali

Quando arriva la sera

i pensieri diventano leggeri come foglie

e lascio che scivolino via 

come fumo d'incenso.

 

Finalmente serena

ho di nuovo voglia di scrivere,

di intagliare emozioni su un foglio

e lasciarle scorrere 

come fossero formiche alate che sciamano via.

 

Spengo le luci

e accendo stelle di candela

perchè un piccolo sole colori le ombre

e dia voce al silenzio.

 

Finalmente spuntano le mie ali,

come ogni sera,

belle più di ogni cosa

e cadono gli aculei e le scaglie cresciuti nel giorno

mentre la penna di diamante appare fra le mie dita

e io scrivo

e racconto

per non morire.

*

Nei giardini degli immortali

Quando si apre quel sogno che non è concesso che a pochi,

succede che tu ami.

E' silenzioso, l'amore.

E' muto perché non chiede

e ha mani grandi per portare doni.

Ti accorgi che le lepri di giada vestite d'abbraccio

ti cercano

e ti vogliono.

Ti si insinua nel cuore, l'amore

e ti chiedi com'è che hai vissuto nel gelo

e non sai perché,

per tanto tempo,

hai sopportato la carestia delle carezze.

E sorridi perché,

nel tuo profondo,

momento dopo momento,

sbocciano

e profumano

tutti i fiori dei giardini degli immortali.

*

Saremo Silenzio e Parola

Ricorda, mia diletta parte di cuore,

ricorda sempre, 

in ogni attimo della tua vita,

il rumore della foglia che cade

e la luce del sorriso al risveglio

e quando sia dolce creare il giorno.

Ricorda, amato d'anima,

l'armonia del canto che nasce nell'infinito

quando giochiamo sull'altalena per non scordare

il dondolio della culla

perché la nostra parte bambina non ci sia sconosciuta.

Ricorda, mia libera emozione,

quanto sia facile trasformarsi in danzatori con le spade

e come sia facile ucciderci

e uccidere

senza il tepore del bello

e del buono.

Andiamo oltre la stanchezza della riflessione

e i nostri misteri non saranno più tali

e nulla ci mancherà per essere 

due bellissimi Alberi del mondo.

Le nostre radici sfioreranno la sorgente del sole

e saremo,

per sempre,

Silenzio e Parola. 

*

Prove Zen

Non agisco, eppure niente resta incompiuto.

Non combatto, eppure la vittoria è sempre mia.

Serenamente riposo

sotto l'albero di ulivo che ha cent'anni

e ascolto la musica del tempo che passa

mentre contemplo il cielo

e i fili d'erba.

*

Non mi importa più

Ti guardo con nessuna emozione

e mi rassegno al fatto che mai più saremo.

Ti osservo con distacco

e mi rattrista saperti incapace di capire

la nostra storia,

il suo senso,

la grande opportunità che sarebbe stata.

Ti osservo da anni,

ma ormai dispero.

So che non riuscirò mai a vederti nudo di te,

serenamente seduto a sentire dentro di te l'amore per gli altri.

Ti vedrò sempre intento ad amarti,

incapace di leggere il primo atto della gioia,

ma in fondo

non mi importa.

*

Spremuta di luna calante

Spremuta di luna calante oggi, a colazione.

L'ultima falce ha un sapore oscuro, 

quasi buio, ma quieto,

riposante come la penombra.

Si possono ancora vedere le stelle brillare

fra nuvola e nuvola,

mentre i merli iniziano a fischiare,

assonnati,

e i capolini delle margherite tremolano un poco

aspettando il sole.

L'umidità della notte che scolora

lascia perle di rugiada sulle foglie del mandarino

che prende a brillare

come un albero di fate

e piccole lumache ricamano tracce di bava perlacea

fra fili d'erba smeraldo.

Tutto brilla di succo di luna

in quest'alba che arriva pian piano.

*

Negli sbagli e nelle lontananze

Sapessi quante volte,

quante,

nel fuoco che mirava alla distruzione

o nella pioggia che risaliva

anzichè scendere,

io,

stupita e stupida,

cercavo nel ricordo il punto d'inizio del percorso

e le soste

nelle notti buie di mostri,

senza mai trovare il modo di fermare il tempo

e di provare l'emozione dolce

della solitudine.

Ora ho imparato,

negli sbagli e nelle lontananze,

che non ho bisogno dei sogni

e del silenzio

per intuire, nelle mie nebbie,

il senso assoluto della mia esistenza.

*

Per loro, ma non per me

Sullo sfondo dell'eterno scorrere

danzerò. 

Sarà solo un breve istante

prima che gli altri,

tutti gli altri,

mi vedano scomparire.

Sarò persa per loro, 

ma non per me.

*

Granelli di gioia

Al risveglio dal dolcissimo sonno dell'alba

getto via il velo che nasconde il mio essere me stessa

e,

con l'innocenza di chi ha imparato a giocare con l'anima,

chino la fronte,

grata

per questo buon granello di gioia

che il sorriso che nasce in fondo ai tuoi occhi

mi regala

ogni volta che mi guardi.

*

Montagna in miniatura

Raccolta in meditazione,

quieta e consapevole,

sono un piccolo sasso, 

una montagna in miniatura sospesa

fra cielo e terra

 

Non ho radice, non ho inizio,

né luogo dove abitare,

ma osservo,

immobile, 

ogni possibile futuro.

 

*

Ho scordato le risposte

Esco, nel buio strano di questa notte, per respirare il cielo e la luce dei lampioni che si riflette sulle nuvole basse cariche di pioggia.

Una falena mi sfiora, ma non mi piace che mi tocchi e mi allontano dalla luce.

Non ho voglia di nessun contatto, non sopporto nemmeno i miei pensieri.

Voglio solo l'abbraccio dell'immensità della notte perché il cuore non reggerebbe nient'altro.

Un solo fremito di paura mi potrebbe uccidere, ma non posso morire adesso.

Non adesso.

Ora io e la profondità della notte dobbiamo parlare.

Ci sono tante cose da dire, ho tante domande da fare

perché ho scordato le risposte

a tutti i miei perché.

*

Sino a sotto il cielo

Era un sogno

e i ciliegi fiorivano

mentre i fauni,

leggeri,

danzavano.

Tutto era bello sino a sotto il cielo

o, almeno, 

fino all'infinito.