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Raccolta di poesie di Guido Balbo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Distratti alla vita

 

Distratti alla vita

l’indecente.

 

Infine prosciolti, si va

con formula piena.

 

Il grande schermo

ci scorre

pressoché tutti invisibili

nel palcoscenico primario

ai titoli di coda

su canali familiari.

 

Eh facciamoci un bel regalo:

il magico Natale

… non rimanga sempre solo.

*

C’era una volta il fiume

 

C’era una volta il fiume

scorreva semplice

dalla fonte al mare

… era tutta acqua

 H2O, vogliosa solo

di immissione.  Ora

da un qualche altro mondo

ha assorbito

 As,  Es,  Tc,  S e

a gradimento

il resto della tabella

acquisendo voglie d’evasione.

Acqua nova.

Ora vuol diventare

tutta emissario

senza più costrizioni

di sorta  e salato

consapevole dell’aumento

di pressione arteriosa

creatrice di danni

effetti  collaterali

 

per perdersi nel nulla

di strade che hanno

diversa direzione

rispetto il mare.

 

 

*

Di 110 in 110

 

 

Apri sul mondo

la tua finestra

e non faticherai

a notarlo.

Avrebbe per coperta

identica monnezza

in proprietà sociale?

 

Stato di degrado. Stato

”tuo l’uso dell’appezzo

e di poggiati pezzi

un unico onere

tenerlo pulito”

di soluzione

tentativo intrigante.

 

Ché da più tempo è nitido

chi troppi ne ha, non sa

cannette di vetro

e corte braccine

nemmeno più sian suoi e

da dove poter cominciare.

 

E procedi Governo

modifica i tempi

senza scarichi

a destra e manca ed espropria

abbandono ed incuria.

 

Non solo un occhio lo vuole

 

è parte di vita importante

vellutato viaggiare

nel poter solo ammirare

senza quel riccio

che sempre

si appiccica al naso

chiudendo anche l’altro

per  crear l’incidente

 

ma pure

chi potrebbe realmente

averne bisogno.

*

Aforisia di (in)differenza

 

Cos’è diversità

se non lo schiocco di un sorriso.

 

Differenza

che poi per paura

si pone traversa

e diffidenza incalza

per elevato senso

d’amor proprio deviato

alla ricerca di spazio

in un terreno errato, frutto

di percorso sbagliato.

 

Distorta politica insinua

insiste, nel voler raddrizzare

un bel nulla a parole

con unica intesa

dare estremo piacere

ai propri vizi.

 

Mentre morte

è posta tra le spese

preventivata sempre

in provvidenza altrui.

 

E muti sguardi

restano perduti

tra le urla di un drink.

 

 

*

Haiku nr. 66

 

 

 

 

Prova dicembre

 

a fare il simpatico.

 

Indizi di festa.

 

 

 

 

 

 

 

*

Altra musica

 

 

E non serve cambiare sala

il mondo è bello

così com’è.

 

Magico

è scendere a patti

con gli scarni risultati

di quei resi

a provocazioni e insulti

con identica moneta

o mano appesantita

- mai paga è la violenza -

mutano solo le tensioni.

 

Mentre magica risiede

nello spostare di pazienza

 i confini tutti, acché

maggior sostanza pregni

anche per chi

evidenza del primo mattino

ne sia rimasto sprovvisto.

Poi, magari s‘accorge

- è sacrificio

che se pur non appare

appaga tutta una vita -

 

Solo in coppia fissa

dimostrerà il mondo

di poter scandire il tempo

nelle gradite musiche

di volano le ore

sotto temporali

e le avversità di sorta

 

… proposte della sorte.

*

Aforisia del vincolo

 

 

Preassegnate …

saranno proprio quelle volute e dovute

le strade spianate?

 

Maniche di vincolati.

Colletti e polsini indorati

camicie nate.

Bianche, rosse, lise, nere

ben poco importa.

 

Di poppate in pappette

costruiti su misura

per trasformare vicoli.

 

E via del presagio si riempie

… diviene corso

 

Vincolo

che a farsi tarlo

impiega un attimo.

E rode, rode

 erode.

Sinché pressante

richiesta non resta

solo necessaria, muta

e muta indossa

indispensabile. Per l’aria

che si fa acqua gelida

nel sibilo del vento, che

nemmeno di notte tace

 

e umano beneficio

… cessa.

 

 

*

Ma che fine deve fare la brava gente

Semplificazione, semplificazione

- che mai s’arena -

è l’annuncio che  anche un bimbo

serenamente, altro non potrebbe fare

che comprendere

il suo vero onere, quel non potervi

proprio più provvedere personalmente.

 

Scendi agenzia d’entrata

dalla posizione tua, immacolata

è finito

il tempo della crociata

- e mai fosse cominciata -

 

Gli infedeli hanno dato forfait

restano in pista

solo quelli che lanciano bombe

che usano il molo per la loro barca

non  mera colpa in errore

 che accade palese

a chi lavora e paga le spese.

 

Con la buona fede

non ci si fa il brodo!

 

Tra l’altro, d’ammanco un buono postale

nell’anno del misfatto, si fosse fatto

manco gli iu delle spese, l’attuale percepire

- che sarebbero state due lire -

a fronte di una iono, oltre la sfera.

 

Guardate più a fondo e sviscerate

chi davvero risulta fresato! Entrata

che pretende il primo mondo, e in uscita

nemmeno del terzo, si fa garante.

 

Ma davvero …

che fine deve fare la brava gente?

*

Sunto

 

 

Finché non telefona carenza fisica

per danni evidenti  - decreto benessere -

finché non pianta tra  la carne i denti

finché corpo, non paga di persona …

snobba la coscienza. Stratega.

Con lei nessuna comunella.  Quasi

non fosse come lui, di serie A.  Delusa

chi ci anima lo sa, si rende irreperibile

lasciando pancia, padrona indiscussa.

Adeguati  a paradossale realtà fittizia

che ci imponiamo fissi, perdiamo mano amica

tra le dimenticanze e il benefico calore

di un sorriso sincero e la soddisfazione

nascosta in un dare e l’indiscussa serenità

 della socialità e anche ...

Restiamo inventori di situazioni sature
di “meritevoli” , di predestinati e unti

di razze superiori, di velleitarie eredità

di corpi scultorei, privi di nei e addobbati

con trucchi del mestiere, per far trasparire

quotidiano il Natale. Sostenitori restiamo

di borse a riempire con formule bieche

con cui si comprano amori

per convenienza o esposizione. Del potere

restiamo “poeti” a recitare salmi

inversamente proporzionali

al personale razzolare. Artisti

d’opportunismo, ricercatori di primeggio.

Tant’è ch’essenzialità di vita 

si rende utopica, costringe in guerra

con se e gli altri. L’evidenza

è tra  vivi e  morti bazzicanti

in questo nostro mondo, dove nessuno

sembra poter passare soddisfatto

alla fase opposta. E vincere

quel riuscire a privarsi

anche di quei maledetti chiodi fissi

d’avrei potuto,  rimorso

ho buttato, del chi sono.

Ma poi, perché …

continuare a non voler vedere, né sentire?

 

Qualcuno vuole il numero?

*

A te che giungi

 

Nessuno a chiedere

di venire al mondo.

È pretesa o errore

di abitanti in loco.

 

Ciliegina sulla torta

coronato sogno

o peso eccessivo

da liberare in sfogo.

 

Sai, poi si fruga

tra carte o macerie

si ruba da noia

o d’esigenza. Si trafugano

immagini sacre

per eliminarne l’affanno

dovendo scegliere

tra spadroneggiare

la larva e la fuga:

difendersi o morire fuori

morire dentro o scappare.

 

Ché qui si va a forgiare

 “British Guiana One-Cent Magenta”

per ogni prosecuzione di cammino

che era giunto al suo destino.

 

Rarità deviata, perennemente

da facili latrati al sole

copie deformi del semplice

ululare alla luna.

 

Io …

chiedo perdono.

*

Eh destati!

 

Illuminiamoci

fallaci pagliacci

anche da soldati semplici

sempre distanti.

Siamo seguaci di risate facili

feudatari inclementi

e seriali odiatori.

Giochiamo solo al potere

in ogni atto dovuto

per far perdere le tracce

e, tutt’attorno, le speranze.

“Divide et impera”

ha fatto buona scuola.

 

Ma per poterci chiamare Stato

ci dobbiamo trattare

di presupposti identici e risultati.

 

L’interprete

dev’essere unico

e  la sua voce rimanere accesa

grossa per tutti

dal piccolo al grande

dall’importante all’ininfluente

- resta pur sempre un affluente - Nessuno

a poterla spezzare, nessun movimento

nessun potere terzo

nessuna ragione, Regione, Comune

salvo …lo Stato.

 

Ché per un urgente

non si pretende l’oro

fermo al suo possesso

ma nemmeno sia di piombo

capace solo di rallentare, oltremodo

 

possieda almeno

l’argento vivo addosso

da nord a sud

da ovest ad est

… isole incluse.

*

Non urla solo Munch

 

 

Scaltri ignari, viviamo di un grido

richiesta  unica d’aiuto

che pressoché nessuno

è in grado di ascoltare.

 

Gridano le vite in successione

senza soluzione di continuità.

 

Per successione ereditiamo l’urlo, solo

per  accrescerne persistenza e intensità.

 

Stridente e reboante

c’investe già dal primo istante

è travolgente

non lascia scampo a chi resta

 

… privo di salvagente.

*

La slittainer di Babbo Natale

 

Natale sta  per arrivare.

Non può

non essere anormale:

s’è fasciato di stranezze.

Tasche vuote di regali

porta solo la speranza

in un altro anno ancora.

 

Tutto in Cina fermo

anche le emozioni dei bambini.

Tutto aspetta

tempi migliori.

 

Là si trattengono

pure i giocattoli

in attesa che giunga

la portacontainer giusta

quella famosa, di Babbo Natale

- la slittainer -

… comodità del viaggio

prima di tutto.

 

Famosa ma unica.

In grado creare un’atmosfera

natalizia … o meno.

Fare bello e cattivo il tempo

 

in monopolizzato gradimento.

 

 

*

Accendi il tuo pensiero

 

Libera il tuo pensiero

… sarà seguito dal sorriso.

 

È modus vivendi

tra Stato e Chiesa

tra parte e arte

coscienza e intelletto.

È discesa a patti

per la vocazione.

 

Accendi il tuo pensiero

privo di pregiudizi, tabù, vizi

e pacchi regalo annessi

tutti persi

in un reale furto

all’anima

- sono servi di carta dorata

e piatti argentati -

 

e   accedi alla vera vita.

 

Perché fregatura, pei sensi

rimane ferita profonda

 

pressoché

irrimarginabile.

 

 

*

Si fa deserto

 

Sfoltito d’inezie

resta vuoto il diario.

Bardato di tutto.

 

Ma fuoribordo è l’allarme

da raggiungere a nuoto.

Nessun salvagente

che accorre a sostegno.

Nessuna luce.

 

Grande di fauci

si spalanca il mare.

Inghiotte anche il vuoto.

 

Galleggiano solo ipotesi

si fanno miraggi.

E non sempre, si diffida.

Intanto

 

la terra ferma si allontana.

 

 

*

La nuova tela

 

 

Maggioranza del bianco

è perso nei  tempi

oblio di sistema profondo

e nessuna necessità di  libertà

che assale.

 

Maggioranza del nero

in lotta perenne, orgoglio

di  ritorno all’aria

di  piedi  poggiati

sulla crosta almeno.

 

Rosso sperso in vicolo chiuso

vincolo di pensiero aperto

e giallo sparso - formica di peso -

su metà del globo

sull’altra costa.

 

E  minor si sazia.

È minoranza che costringe

camminata a testa bassa

difensiva per non pestarla.

 

Minoranze nel segno del ragno

dove consueto si regna, disegno

senza alcuna esigenza

di  potere  sapere vero.

 

La vera telanovela  …

 

 

*

False partenze

 

Secoli e secoli

di continuo svernare.

Tempi e colori

si fan meraviglia.

Uomini … mai pitturati

a gratifica del cuore.

 

E gran parte dei pregi

restano al palo appesi

delle possibilità, fermi.

Scalpitanti e attenti

al non mostrarsi. Partenza

perennemente rimandata.

 

Avanzano solo pretese

 che riducono il percorso

protese inconsciamente

nel solo tentativo

di coprirlo di ridicolo.

 

Ameno sarà almeno

quel provare

a non partecipare?

 

Ma la gara del sorriso

comunque terrà banco

priva di vincitori e vinti.

E, Padre permettendo

Madre Terra

di certo la vedrà

 

senza banchieri

né debitori

 

di soli fiori

all’occhiello.

 

 

*

E-vita barcolla

 

 

È buio.

Uno scuro affilato

e tensioni.

L’andar per tastoni

è comunque sicuro.

 

Dissotterrata la scure

si procede testoni

in fila indiana

 

di clamori festanti

e d’amare distanti.

 

Spugna

torna pure a mare.

 

Inutile spronare

come inutile

è sperare

 

in chi è rimasta

solo voglia di sognare.

Quella ricerca vana

di scansare incubi

che si fatica a superare.

E nessuna, di sudare.

 

Passerà la notte.

 

L‘altra vita

è già in attesa

 

al varco del morto.

 

*

Piumazze - che tamburi -

 

 

Viviamo di occhi

che non sanno leggere

di leggere congetture

di giudizi prematuri

in immaturi fini.

Di prima vista

di pance senza fame

di gusti ammutinati

di voci soliste

di elefantiaco tatto

e di sole puzze, al naso.

 

Senza trattenere spazi

da esplorare - dove

l’interesse svanisce -

Senza comprendere

la marcia in più dell’uomo

che persiste di mancanza.

 

Migliorabilità

da sempre risiede

nella disabilità che spinge

a sana ricerca

di parità.

 

Non è partita la vita …

 

resta, una strada percorsa

fianco a fianco con chi crede

nei propri simili.

 

Né arroganza, né desistenza

la illuminano, solo la resistenza

a sirene di spessore diverso.

 

Perché ininfluenti

senza verità, sono anche

 

gli occhi degli altri.

 

*

Una volta c‘era

C’era una volta

una leggenda.

Riguardava

ognuno di noi

e parlava chiaro

a finestre aperte.

Come si potesse

non avere

paura di nulla.

 

Era la culla

dei desideri celesti.

E vive ancora

sottomessa però

a bramosia nostra

incessante

figlia di avidità crescente

che ha disconosciuto il Padre

per praticare un credo

d’estremo opposto.

 

Libertà

da padre amore

inqualificabile pretesa

che nasce

tra diffusa indifferenza

e psicolabili modelli

che si dicono maestri

pronti a credere al potere

di chiunque utilizzare

pur di sorreggere

il proprio mondo, fatto di

quel carciofino in più.

 

Un sottolio

che per quattro soldi

- probabilmente già nostri -

purtroppo

 

troppo spesso riesce.

 

*

Non mente

 

Ascolta il cuore

non mente

 

mai parlato a vanvera

dalla mente distante

profuso speranze a vuoto

perché fiuta

i mali del mondo

e li rifiuta.

 

Usa senso critico

e non pone confini

con russi e cinesi. Cuore

viaggia a pelo d’acqua

alla luce del Sole e rinuncia

ai sottomarini.

 

Non vuole

fantasmi in colonna

o barricati in botti

tra assi di compensato

il cui unico pregio

è togliere l’aria

- uno sfregio

che nelle viscere affonda -

 

Più alti di un metro

lo spaventano i muri

che fucili guardano

e i mari in tempesta.

Ché di sicuro

non mettono vino alla gola

che arde, di sicuro

toglie il respiro

e tutto giunge all’estremo.

Poi, dopo l’urla

non certo di gioia

 

… tace.

*

Buon anniversario

 

Annualità si sommano

a decenni armoniosi e lievi

di un cammino irto

di sorrisi e qualche pianto

incomprensione del momento

mano nella mano.

 

Ci ha lavorato ai fianchi

il tempo, smussando angoli.

Resi ancor più belli. Dicono

aggiunga rughe, ch‘io non vedo

sento solo pressante

l‘esigenza festante

di averti accanto

ancora un millennio.

 

Perché ripida

la nostra vita in salita

con te si è fatta discesa

pur nelle sue alture

- normale contrasto del fato -

 

È divenuta piedistallo, un podio

… una medaglia perenne.

 

 

 

*

Sapessimo

 

Eppure orientava

almeno a casa, ci riconduceva.

Anche polare, una stella

perde  il suo scopo principe.

Il nostro tormento ha vinto

ha preso il sopravvento.

E si naviga

nel mar della speranza.

 

Nessun tracciante

indicativo del presente

in un mondo saturo di so.

Quel sapere dilagante

che „diligente“ opera

in ogni circostanza

 

dove, per un nonnulla

non si contano più morti.

 

E continua il pianto

di strade, porti e periferie

in espansione

verso il centro.

 

Concentramento

ai piani bassi.

 

Campo che inaridisce

persino le coscienze

si perdono nel passato

 

e tutto si tinge di carente

roseo futuro.

 

 

*

Non posso parlar d‘amore

Potremmo

potremmo rubare alle mele il tempo

ma manca la voglia. Impensabile

l‘inerpicarsi tra i solari meandri

di rituali amor duali.

Secolari impedimenti

incastonati tra maestri muri

di questa nostra vita

contrastano e solerte

a inverosimili mostruosità

sempre si prostra.

 

Sì che cavernicoli dovremmo

oltre trapassato

al remoto relegare

ma nel tempo ha remato, purtroppo

e, senza sbiadire, ne è rimasta al passo.

Tant’è costretti s‘appare

al non potersi disgiungere

dal proprio masso.

 

Accesi l’occhi

d‘accecanti emozioni, e meno, lucidi

per insano egoismo, che ingrato

mai la propria brama spenge

anzi, per tangenti inconsistenti

che offuscano le menti, spinge

e tra nebbie avvolge

di sogni evanescenti.

 

Mentre per bisogni - d’altri -

assopito resta lo spiraglio

giace all‘angolo

da boria relegato.

 

E assottiglia il tempo

come una tenaglia

al loro collo stringe.

 

Narcisa e tenace

è prigione

 

che ragioni

non vuole sentire.

*

Stretta l‘appartenenza

 

L’unica pecca

bianconera

in un prolificare di colori.

 

Peccato eterna …

come il donato riposo

che giustamente ti spetta.

Diritto

acquisito da tempo

già dal primo conflitto

quello spezzare

di vita ad un figlio.

Nella scelta, il prezzo.

Cercato

e meritato successo

per una vita

dedicata al mondo

in attimi di ristoro

pastiglie di benessere

in pillole serali

o, comunque, programmate.

 

In questo mondo cala

il tuo sipario, solo s’alza

dalla parte opposta. Ora

da gratificare ci sono quelli

dell’altro mondo

- altroché riposo

per l‘anima in sorte

gioca ironica, la morte -

 

Ancora ci penso

chissà tu sia stata

… solo italiana!

 

 

*

Aforisia d‘amore

 

 

L’amore è dare

e qualunque sua storia, senza volere,

non potrà mai finire.

 

Altro il cessare

quando finisce un amore

- apertura di un patto chiuso -

è conclusione

di un errato punto di vista:

l‘ossessione del possesso.

 

Benefico termine

di mero dominio, struccato

privo dei se

dei suoi ma

i forse, i può darsi,

crudo e brado.

 

Primordiale scultura

di un micidiale analfabetismo

libero, al primo ostacolo

di poter passare la mano.

 

Boa costrittore

amante dello stringere

del fingere, e trattenere

del far sentire

al sicuro tra le spire

senza costruire

… né coltivare

sinché conviene.

 

Lascia vivere le sue prede

finché la fame non si fa sentire

nel suo mutato tatto

d‘avariato gusto.

 

Nessuna fiaba finisce

innaffiata d’amore

 

è pianta rigogliosa

che cresce … sempre.

*

Furbi furti

 

 

Non è il poeta

a far sorridere

a lustrare gli occhi

bagnando di reazione

il terreno a l’emozione

a sprigionare riflessioni

per togliersi catene

o raddrizzare ipotesi

di vite sterili.

 

Attrae il Poeta

fuori portata

ai margini del cuore

è acrobata incallito

lusinga su trapezi

a varie altezze

per giungere maestà.

Propenso a decretare

senza più poetare.

È umano il poeta.

 

Disumana è poesia

anima che danza:

dipinge  logico l’assurdo

è tonifica psico-fisica

che scolora le tensioni

e imprime spinte

valide a frenare

esondazioni facili

in giardini confinanti

o distanti religioni.

 

Dolore trattiene

al tempo stesso

… perché sia speso

 

alla meno peggio.

 

*

Senza avere non siamo

 

Certo che come umani

siamo veramente strani

 

inquisitori incalliti

dei momenti migliori, quelli di

- al rogo le streghe

- potrebbero anche parlare -

 

datori altolocati

di vuoti numeri dati

marcati a fuoco

- operai e meno -

 

mosche che ronzano

intensamente

alla sostanza attorno

- quella scartata

naturalmente -

 

contante sonante

comunque, di lavatrice lindo

per stonare, ma poter contare

- con l’applauso finale -

 

vuoti postriboli

per evitare patiboli

come mancasse, come

non ci fosse altro mezzo

 

mezzi e anche meno

ché l’intero spaventa

serve pazienza, serve coraggio

serve …

andare oltre il miraggio.

 

Eppure un cuore

lo possediamo, bastasse solo

rispolverarlo?

 

*

Intubatizzante

 

 

Da sempre propiniamo

nella copia che s’incolla

il nostro singolare

carnevale personale

- aberrante moda -

 

E, solo per ovviare

al possibile smascheramento

di quel maschio

vivere quotidiano

 dovrei rischiare?

Proponiamo altro

 

anche sotto

il tetto massimo

è esperienza

di cui faccio

volentieri a meno

 

ed io sono …

l’uomo mascherato.

 

 

*

Caronte, santo subito

 

 

 

Mitigasse lo sconforto

la scalinata per il morto?

 

Cimiteri

a parlare di pretese

per la spianata delle attese.

Terra

di riposte speranze

coltivazioni private prive

di croci in fila.

 

Effetti tombali

di spine e alloro speso

per mantenere alunni

e maestri anche dopo.

I numeri primi

e gli altri …

- pagando s’intende -

 

Ignoto conguaglio

dalla sponda dei vivi

a che ronte

di monete si riempia

e nel domani lasci transitare

sulle proprie gambe.

 

Eppure sgravati, tutti

… impariamo a nuotare!

 

*

Eppur gridava aiuto

 

 

Bocciature pressoché tutte relative

ad iniziare dall’insegnamento

…  mancato. Pietra miliare

di un fallimento che dall’incisivo

è spostato al caino

con promozioni amare

di carie.

 

Dolenti come  indolenti posposte note:

“buono solo per lavorare”

- tac, un giro di chiave

avviato -

“non dimostra impegno

nessuna partecipazione” probabilmente

non aveva neppure la chiave, forse

sarebbero serviti  due fili …

 

Bocciature

tracciano solo ipotesi

sostanzialmente labili

perché troppo impegnate

impregnate, di sapore altrui

- di panni sporchi irrisolti

e lavabili altrove -

 

Scartare è facile: sentenziano

il gusto di una caramella

ma non sostanziano. Impongono

e lasciano a tutti tatuaggi caustici.

 

Cicatrici

insopportabili spesso, qualcuno

- ne sono sicuro -

 

pure la strada … ci ha perso.

 

*

Labirinto illuminante

 

Costruisce gelosia

percorsi indecifrabili

dove marasma incombe

incontrollabile.

 

Misantropo d’amore io

ricalcitrante, e tu soave

rivolgi altrove

inconsueti sguardi

e non ti accorgi di seguitare

a sguarnire ogni difesa.

 

D’ingenuità recondita

parlano devoti

non sentono dubbioso

l’accesso di diritto

a quanto non negato

tra pensieri inconsistenti

giocattoli e pregiudizi

di amor preteso. Proteso

 

ad uno scarno possesso

a sola carne interessato.

Non privato di piacere

ma certo l’anima

non può tacere

quel mancato

tacito incontro.

 

E avvolto tra le spire

dove involute urlano

sentenze arcane

- prolifico esempio

di tempio arcaico

consueto in ogni tempo -

dubbi e paure

mi riempiono le tasche

 

restano anche mosche

da prendere a pugni

ad un palmo di naso.

 

Ma ora, il grido tace

- dov’è il ladro!

 

Perché silente insinua

quel - da dove …

potrò ricominciare?

*

Stato sempre più lontano

Se mai fosse stato, ora è certezza

non la sovranità appartiene al popolo

ma l’appartenenza ai nuovi ceti

- costola strappata, già dal primo articolo -

Ceto de’ gaudenti, de’ cementati

degli intrigati, dei servitor de ceppi

degli assolutisti e dei dissoluti

dei non coagulati, degli menestrafotto

e degli avanti … il prossimo.

 

Ma a guardar bene, finanche popolo

è parola persa, tra i meandri delle sale dei bottini.

Privilegio a pulsante, per spiragli di gloria.

 

S.p.c.f. lo Stato, società per corti fiorite.

 

Castelli vecchio stampo, questo è nuovo Stato

con tanto di ponte levatoio e fossato alligato.

 

Massa all’esterno, col kit per qualche giorno

borsa alla mano aperta, che saluta e arretra

per terre sempre più lontane, in logico baratto

… per ben altro. Esce dal reale ruolo, dove troppo

troppe interpretazioni giocano

in favore del bene o del male

e il sangue si fa RAL seimiladiciannove.

 

È comprensione logica che si adegua al campo

d’oggettiva situazione di diritti e di doveri

ma l’arbitro non fischia sempre a dovere

e il diritto vero, nel gioco si fa straniero

 

prende altre strade, per spinosità irrisolte

di gloriose menti appunto, zelanti placente

attaccate al senso del proprio piacere

più che del dovere per il fratello … Abele.

 

*

Frammento d’amore - Fragment of love

Come nuvole

sono gli amici.

Vengono

vanno

dissetano

e adombrano

- mezzo bicchiere -

sotto lo stesso sole.

 

Intarsiano

un angolino di te

e mutano.

Variano ruolo

movimento.

Meteore, a volte.

 

Separate strade

a portarli lontano.

Finanche destino

si pone traverso.

 

E fuoriescono

dalla portata

di baci e abbracci

per altro spazio

a volte celeste. Ma

 

nel portafogli del cuore

su cui poter contare

incastonato permane

 

frammento d’amore.

 

 

 

Like clouds

are friends.

They come

they go

they quench your thirst

and they overshadow

- half glass -

under the same sun.

 

They inlay

a corner of you

and they change.

They vary role

movement.

Meteors, sometimes.

 

Separate roads

to take them away.

Even fate

stands sideways.

 

And they come out

from reach

of kisses and hugs

for other space

sometimes heavenly. But

 

in the wallet of the heart

you can rely on

embedded remains

 

fragment of love.

 

*

La tratta continua

 

 

Certo che noi umani

siamo veramente strani

 

vogliamo soprassedere a Dio

già, sedercisi proprio sopra

 

… a Lui, che tutto governa.

 

E tratteniamo capro

ad espiazione dei nostri peccati

trattando i nostri simili

peggio di cani e spiccioli.

 

Lasciamo che sparisca un Tibet

in una voce grossa

come priorità del ricco

in un vaccino, perché darebbe

lavoro al povero. Inconsapevole

della sua preziosa vita

senza la quale, cadrebbe

dallo sgabello di ricco.

 

E non consideriamo il globo

che persiste nel suo peso

col rimanere a galla.

 

Avesse mai un’orbita

preassegnata

 

su cui sdraiarsi!

 

 

*

Rotta su nede

 

 

 

 

Serve far da balia al proprio credo

per non ritrovarsi

in balia del mondo intero.

 

Far rinvenire le proprie basi

e rinforzarle

adeguatamente.

Serve gettare al vento

i ma se forse e può darsi

di irrisolti dubbi che da sempre

fanno scricchiolare  ambienti

riempiendo di paure.

 

Serve humus per dissolvere

quel contratto dispiegar di vele

alla mercé di troppi porti

che da adeguata rotta

mantiene ben distanti;

 

come se alto mare fosse

prestabilita meta

dove non sentire

il peso della vita.

 

Anziché sbandierare

libertà plastificate:

quei facili adattamenti

a leggi di mercato, per l’oltre

da inframmezzar tra i denti

 

ciò, che ad altri è stato tolto.

 

Tanto magni da apparire immuni

e coi piedi … ben piantati a terra!

 

 

 

*

Non siamo più capaci di amare

Non siamo più capaci di amare

ma lasciar nascondere “infantili”

dietro l’indice puntato contro

chi crede in Dio, mi affama.

 

Non essere un cavallo - forse lui

non crede - mi trasporta al credo

e dell’idea convinco

che ateo si sia integrato

nell’indecoroso questo sistema

alla ricerca di tonica giustifica;

 

tra bene e male, a me

è stata regalata l’opportunità di scelta.

 

Siamo cianotici pezzi

d’anima unica, umani in prova

tra diversi punti di vista

e sempre più distanti

da quell’ingenuità iniziale

che si chiamava amore.

 

Incantati dai nostri difetti

ne restiamo soggiogati

e sempre più affiniamo

sino a scordar la via

 

del benessere.

Di quel naturale che si basta

mentre, mai contento

artificiale insiste, costringendo

a incrementare la dose.

 - Assuefatti

e d’amor smarrito -

 

L’amore … non lo si può comprare

lo si può solo conquistare come Stato

ribelle allo stato, ché per tutti

ha medesimo primordio.

 

 

*

A miglior vita - To a better life

A miglior vita

 

  

Preziosa ogni vita

diversi carati

vicini e distanti

 

alla deriva.

Siamo pezzi

della stessa arca

a quell’ora

costretti a staccarci.

 

Prestabilita   assenza

indispensabile presenza

a librarsi protesa

per portare

a l‘altrove sorrisi.

 

Ma a terra resta

di profuso spessore

un vuoto profondo

 

aureo alone

che traccia ricordi

bagnando solchi

con lacrime amare

per semi d’amore.

 

 

 

 

To a better life

 

 

 

 

Every life is precious

several carats

near and far

 

adrift.

We are pieces

of the same ark

at that time

forced to break away.

 

Predetermined absence

indispensable presence

to hover reaching out

for bringing

smiles to elsewhere.

 

But it remains on the ground

of profuse thickness

a deep emptiness

 

golden halo

that tracks remembers

wetting furrows

with bitter tears

for seeds of love.

 

 

*

Giudizi

 

 

Scevri dal vincolo

di culturale vicolo

pochi ne nascono

e meno crescono.

 

Si nascondono

dietro al solito dito

e sparano.

Millimetri vari

da relative distanze

e mire parziali.

 

Cannoni di poche salve

e tanto abbattere, salvo

quei diversi canoni …

 

Troppo spesso giudizio

è della volpe la caccia

o di sua sorella faina

cui prevenire preme

quanto a l’animo proprio

potrebbe solo dolere.

 

 

 

 

*

Ho un sogno

 

 

Ho un sogno

ricorrente

 

reiterar quel sì

nel respiro di ogni giorno

per la poesia

di cui s’impregna

tattile ed etereo terreno

coro di angeli in trasferta

gioia per l’anima

a dissetar la fame

che la terra insegue

e singolare sguardo

che percorre il mondo

 

- due conti nel volere

contenitore del potere -

 

È un sogno

minore o maggiore

risiede solo nel tempo

e nel punto di vista.

 

Piccolo di sicuro

nella pista sociale

anche se

granello sereno

 

si trasmette al mare intero.

 

 

 

 

*

Quore

 

 

 

Quore

- non crosta sua sorella

che non vola e galleggia -

cuadro luminoso, da troppi

considerato errore

seguirti.

 

Pare tu voglia

redimere anime

ricucire strappi

ridurre gap

rubare comprensione ai ladri

rievocare paradisi utopici …

 

Persino a lanciare

in aria moneta

… la testa

è vincente assoluta.

 

Nulla lasciato al caso.

anche i sassi lo sanno.

 

Infatti si scagliano

senza osservanza alcuna

colmi di peccati

e sicurezze. I politici

nel cambio strada.

Gli amici nel bisogno.

I nemici

per quattro soldi

o tre monete

fatti o finiti.

 

Quore (senza nulla inventare)

resta una croce

- rossa squola -

 

delizia di pochi eletti.

 

 

 

*

Il cerchio magico

Il cerchio magico

 

 

 

Sembra attenuare

il giro vita malagire

agitare bandiere

di solo prevaricare.

 

Per quattro soldi

passare sul morto

schiavizzare, stuprare

il voto infedele

 

l’appalto vincente

- ritratto di bisca -

Senza mai ritrattare

pentirsi, né risarcire.

 

Ma indole si ammala

e indolore seguita.

Recede la fiducia

… sinché si azzera.

 

E cerchio più non chiude

stratifica a spirale

e involge e stringe

e il risalir si perde.

 

Si resta a caval dorato

col dente avvelenato

verità che mente preme

e dentista, si fa miraggio.

 

Coraggio, nell’arsura l’acqua

a nessun si nega, sai

nemmeno al bieco o a chi

d’indifferenza si sia avvalso

 

ma il vino no, quello … mai.

 

*

Breve poesia

 

 

Breve la vita per buttarne. Certo

la si può vivere di matematica

 

ad essere perfetti.

Dai numeri è richiesto. Ma noi

riusciamo a trattare gli altri

come numeri, credendoci ben altro

- in più o meno - Usando

impropriamente radici

ed ennesime potenze. Ritmi

troppo logoranti e tangenziali

troppo distanti dal centro.

E il fulcro ne risente.

Con preferenze di operazioni

moltiplicazioni e somme

in casa propria e, per l’altro mondo

sottrazioni e divisioni;

 

o di storia, al rogo i restanti

in personali fasti;

 

geografia, col proprio fertile terreno

nel deserto altrui;

 

o di tutto il resto: io dottore

e pazienti gli altri, vicini e distanti.

 

È sotto tutti gli occhi

… telecamere comprese!

 

E penso al vivere di poesia

dov’è inutile ogni verso

senza suo fratello, ché nel insieme

trova il suo senso.

 

Dove si stringono patti esclusivi

a stretto contatto

 

ma, d’adiacenza e lontananza

partecipano tutti

alla stessa singolare

e inimitabile poesia.

 

 

 

*

Era … ora non più

 

 

 

Preordinato era il creato.

Era già tutto previsto, ma

non da tutti accettato.

 

Il peso maggiore quel ruolo. Troppo

troppo secondario. Per qualche io

vile attentato, un vero massacro.

 

Nemmeno fosse tribuna

perenne panchina, non convocato

oppure, partita da vincere

a tutti costi

con qualcuno che perde.

Chissà se si diverte?

 

Ma Adamo con Eva insiste

e dal semplice trasformare

 pretende l’impossibile:

scalare le vette più alte

di quelle esistenti

forare la terra

e scendere nell’oltre.

 

E con nuovi svaghi fare faville

ponendo simili in cattività

tra discariche e bidonville.

 

E sconvolgere

con usi diversi

per dissetare un insano

e personale divertimento, col sangue

da altri  versato

lucidarsi le scarpe.

 

Voglia inventare il diritto

di vita e di morte?

 

*

Grato

Grato alla terra

culla del viaggio

d'andata e ritorno

 

grato anche al mare

al suo respirare

un abbraccio sincero

 

e grato alle cime

riserve di vita, saggezza

in alto loco riposta

 

alla luna grato

aperti o chiusi non importa gli occhi

sempre in un sogno ti trasporta

 

grato anche al sole,

alla sua luce e al suo calore

recano tanto buonumore

 

al buono e al cattivo grato

attingo da entrambi, anche da chi

non può dare di più

 

grato ... a te

che sei parte di me

indissolubile presenza

 

e grato anche a te

che non sai nulla di me

ma pensi ... e può darsi.

 

Tutta energia vitale

propellente sostanziale

... voluti da Dio

 

a cui sono

oltremodo grato.

 

 

*

Dati aggiornati

 

 

Morsa che non attenua.

Chiaro il monito pandemico

nella mondiale evoluzione.

Quasi fosse attentato

alla nostra Costituzione

a questa nostra prassi comune.

 

Sarà per strada la sconfitta

e attesa con speranza

ma meglio non sarebbe

parlar di bocciatura?

 

Di covid la Cina proclama

un solo decesso

da ben otto mesi inatteso

mentre il tricolore

- di ben altri numeri

Giornalieri - discute ancora

 

un divorzio all’italiana, sconfortando

sondaggio, che a maggioranza

relativamente assoluta

vuol sicurezza solo

da buon senso dettata.

 

 

*

Amore e rispetto

 

 

Sarebbe ora

per amore e rispetto

di vederli andare a braccetto.

Invece pare che il nostro amore

pensi solo a scopare

e rispetto scompare

fra le braccia di ricco signore

così ... per dispetto.

 

Senza pensare

si distraggono a tennis

dire e fare, a giocare

e nel marasma si permane

di responsabilità rimbalzare palla

di totale indifferenza.

 

Ma senza osare

si riesce a disfare

a trasformare l‘umano

in martire e boia

per continuare a giocare

a mostri e vittime

 

il primo paga, perde il secondo

e vince l‘astuzia

di stare alla finestra

a muover le fila

puntare l'indice

e sentenziare che schifo

 

riuscendo persino

a tirare a campare

e dando anche

la colpa a Dio

 

ché non interviene

in nostro gradimento.

 

*

Bandiere a mezz‘asta

Bandiere a mezz‘asta

 

 

 

Sì che sventola ogni vessillo

d‘affusolata mise, gradita veste

che tanti, a raccolta chiama.

 

- Virtù di gentilezza

a l’asta relegata -

 

Verde prato incantato

soave bianco neve e rosso

del sangue versato.

Come leggende

 

la gatta, da saper carezzare

senza fusa altrimenti, graffia

in lieve sconfinare

tra agiato e dissociato

tra straniero e partigiano

 

e l’altra …

 

la speranza di apprendimento

oltre il lockdown, dopo il confinamento;

 

knockout per tutti

ma non per noi.

Per noi non conta

il colore del sangue

ma la divisione

anche da lisa

 

diversa divisa.

 

*

Trapassato tra presente e futuro

Trapassato tra presente e futuro

 

Trapassato

 ***

Tra silenzi

di facce che si voltano

cercando altro

emozioni, pulsioni

brame e desideri semplici

decise azioni o recise

di volontà e passioni

 

come se la vita scandisse

i battiti del cuore

 

ci trattengono criteri incomprensibili

avvolti nel mistero più profondo

interrogativi

 in viva persistenza

 

come se la vita

non fosse solo un volo.

 

Eppure chiare sono l’orme

 che oltrepassano confini

passaggi nel mar morto a cielo aperto

presagi di pertugi

di scappatelle e scappatoie facili.

 

Come se la vita

iniziasse solo ora

 

allorquando inanimati

di solo involucro si resti

con anima a seguir l’istinto posta

 

a cercar la luce, per ritornare.

Tormentoso inizio d’ognun rientro

difetti e colpe scaricando.

 

Come se la vita salisse

con la morte, ai piani alti

 

dove riparte  a contare il tempo

oltre ben poco sereno limbo

se troppo piangono rimorsi

 e tacciono … chiari percorsi.

 

Come se la vita scendesse

con la morte a patti.

 

***

Tra presente

 ***

Di patti

gelati e distanti

a l’apparenza

… inganni della sorte

 

di fulmini a ciel sereno

e annunciate esondazioni

chiari di luna trafitti

dove il giorno affievolisce

e tutto, già dai primi istanti

tramuta in nebbia.

 

Stracciate vesti

e capelli strappati

prefiche o meno

di dolci lacrime amare

che illustrano solo

uno stato diverso

un opposto cammino.

 

Come se la vita non potesse

morire d’apparenza;

 

sì che tutt’attorno scorre

nel nulla fosse.

 

***

E futuro

 ***

Fosse e nulla più

tra tre colpi di tosse

dove sciama il ricordo

e si perde ogni traccia.

 

Resta un afflato

quello che regge intemperie

terremoti

e dubbi astrali

 

che resiste

ai morsi della fame

e alle frenesie del tempo

 

quello che vive e risiede

… solo in chi ama.

 

Come se la vita scegliesse

il nido del domani.

*

Desideri

Desideri

 

 

Nessun merito

in bellezza abbagliante

nello sprezzare il pericolo

nel color della pelle

possedere un’ugola

o upupa d’oro

polmoni d’acciaio

fantasia creativa

corpore sano

o mozzafiato

dribbling sopraffino …

 

nessun demerito

nel esatto contrario

 

sono semplici punti

di vista o partenza

regalati dal fato

 

da cui opportuno

è spingere.

 

Ché si rischia

nel farsi trainare

di non riuscire a mollare la presa

prima del pozzo.

 

*

Dai non prendiamoci in giro

 

 

Si fuma in continuazione

nella pretesa di offuscare occhi

e ragione compresa.

Siamo solo fumo, a prendere e dare.

 

Pronti ad accordi comuni e bilaterali

che tolgono pezzi alla piazza comune

- esiguità di un municipio -

per cassa che piange

la battuta d’arresto.

 

Dai non prendiamoci in giro

siamo fermi, stazionari

negli stessi identici errori di sempre.

 

Sempre a bandiera lo sguardo

al colore della pelle, a

un’inflessione dialettale

sessuale

paesana, contadina

cittadina

cantonale, regionale

nazionale

 

un’etnia

… l’Etna

 

giustificando tutto:  tu

che sei, non è certo colpa mia.

 

Che mai saranno tre

quattro milioni di dosi spostate

ora, dal gregge comune

per la priorità di pecore

senza alcuna macchia

a confronto del sacrificio

per dare buon esempio?

 

Dai non prendiamoci in giro

a noi basta un arrosto comune

di cui, comunque

restiamo in attesa.

 

 

 

*

Poveri diavoli

 

 

Ragione

un residuar di briciole

che sempre più in disuso

annaspa,

 

tra ottusi benpensanti

che scagliano pietre

per tonificarsi

peccato

gli acuti boomerang

ad angoli sinistri

 

mentre di stampati

superficiali sorrisi

si estasiano i ricchi

anche se nei loro bunker è forte

lo scricchiolio di fondamenta

desolante

delle anime il lamento

 

intanto che giacciono

poveri ai margini

in attesa di un pugno

di riso al pianto di stelle

tra gli infedeli servi

di sovrani abusivi

 

e gran poca cosa

la massa posa

una ruga che manca

- dalla realtà una fuga

senza vittoria -

sfoggiando pettorali

seri dipendenti di big jim

per inesistenti wonder woman

col frivolo pettegolezzo di turno

sempre in bocca e tatuato

il pensiero più banale, sempre

meno originale,

 

ma resiste la speranza

in un prossimo futuro colmo

di artificiale intelligenza.

 

 

*

A noi

 

Mai uomo fu per caso

e non si comprende come

sia riuscito a perder peso

eppure nasce e cresce brado.

Potrà mai esser colpa

di tutto questo suo brodo?

 

Anche se pare si sia dissociato

dal proprio disegno d’amore.

 

Progetto di decorosi spazi

- nel oltre si rompono equilibri -

che per l‘avvio richiede

autorizzazioni immacolate

se regge l‘aperta vicinanza

se il fuoco non si spenge

e l‘anima, tempo debito,

procede consenziente 

ad adeguate fondamenta

prive di frammezzi scheletri

impermeando, ad evitare possa

già corroder l’acqua.

 

Accoda robusti e seri pilastri

della vita il gravame portanti.

Di cappotto spessi muri corazza

per il loro sonno a fragori profondo

e che a fremiti non tremino

in paura della terra. Fornendo inoltre

caloroso tetto a preservare

dai rigori il tempo

- ché i gol sono duri da rimontare -

 

Rivestimenti d’avanguardia

che traspirino l’usura, evitando

si mantengano le rughe e

chiarifiche inespresse  tra le righe.

 

Impianti a regolar d’ognuno l’arte

per equa legge che vuole parte

e abitabilità partigiana, senza

coloniali ambizioni.

 

Anima

a costruire l’uomo giusto

che finanche regga

il soffio a confronto

di qualsiasi lupo.

 

*

Abissi

 

 

 

A levante si direbbe:

baratro augusto

ricco a paure e mistero

spende di gusto.

 

Ma a stretto avviso a ciotola s‘astringe

nel buio totale la luminosa idea

e al di là della vita l’altro contratto.

 

Disperazione il contatto

tra novità, ancor priva di nome

cognome, tasso tecnico

e fantasia prolifica

 

profili di realtà accatastate

sotto la fitta coltre delle scoperte.

 

Da Calpe e Abila a porte aperte

si era estesa all’orizzonte

appena oltre

 le colonne d’Ercole.

Mentre tuttora attuale

è croce verticale.

Esempi di spaventosi maelstrom

trascendenti il tempo

e tempie martellanti

buchi neri, scellerati steep

anche in - challenger deep -

oceanica fossa, lieve discesa

sottopelle, di questa grande crosta.

 

E l‘uovo in piedi approccia ritto

vuol sostenere la tensione

di quel milione di pensieri neri

dove nulla può, nemmeno la luce del sole

ci si tuffa a capofitto.

Rarefatto l’occhio schiuso vede altro

come ogni anima rinchiusa in se

che tutto, giù nelle foibe

a piene mani spinge

 

fortificando il forziere

delle proprie fobie.

 

*

Carenti di filo o mollette?

Appoggiati al caso

si resta

al filo appesi

 

come panni stesi

 

in attesa

che giorno giunga a sera.

 

Di solo vento

ci scomponiamo

per gongolarci al sole

convinti che

siano nostri

entrambi.

 

Tutto per noi

occhio di Dio compreso.

 

Preoccupa solo

che la notte non faccia sforzi

nel cercarci.

 

Troppo pesante

il secchio dei fradici

 

… fratelli

rimasti nel secchio.

*

Cavalieri erranti

Cavalieri erranti

 

 

Inseguire

il giorno del silenzio

quando scrivere

non sarà più necessario

per sopravvento

dell’assordante desiderio

di sacralità della vita

per tutti

 

al cessare

tra prescritti gigli

di figli prediletti

 

celate prede

- pur se non appare -

di perversi sentimenti.

 

Plasmati disinvolti calchi

ad astio crescente

di altri futuri ingrati

integrati

con l’originale gusto

 del mai visto

 

per bottino

ancor più nascosto

al mondo intero

 

proprio universo

compreso.

*

Impronta vitale

Impronta vitale

 

 

 

Proficuo e creativo

canta armonie decise

soliloquio del mattino

- anche se giusto

è ogni momento -

Anima senza veli

né timidezza

che contraddistingue

i suoi leggeri passi

 

che arrossiscono

al cospetto del mondo

felici dell’invito

a prodursi in ballo

 

d’energia

promotore indiscusso

mentre gioiosa

sinergia s’avvera.

 

Coprotagonisti di film già visti

colmi di momenti unici

da l’origine dei tempi a d’ognuno

nella scarpinata propria

digitale o meno, l’era.

 

Mentre isolato resta

tra mici dalle vuote voci

aggrovigliato tatto

in inquieto fermo immagine

 

vero chiodo fisso

che, sempre, rimane al palo.

 

 

*

Haikusia nr. 2

Haikusia nr. 2

 

 

 

Fiore da sogno

che lo sguardo raccoglie

… spoglia la morte

 

e più del singolo

occasione gioviale

di un mazzo riunito

 

una foto di gruppo

una classe …

 

dove il pensiero

s’insinua

tra opachi meandri

in sottrazione facile

di residui bellici

decretata dal tempo

 

e gradito ricordo

diviene

… nostalgia pulsante.

*

Di mascherine

 

 

Nocive fobie

gettate nella mischia

per stravolgere;

chissà il domani!

 

Nessuna ragione

combatte il virus, salvo

  quella perfetta, qui

inesistente ovviamente

che sul fronte

a bandiere diverse

nemmeno s’accosta,

 

o un cuore

che religioso pulsa

producendo

coscienza e rispetto

trasformatore

l’apatia che attornia.

 

“Non uscite”

sentenzia un’aria infetta

in clausura, infatti

si deve arieggiare;

è proibizionismo

di scontro con anti

e gli altri diritti.

 

Come è vero che

con una Milano

non reggono il confronto

due paesotti

di se limitrofi

anche in opposte

regionali fazioni

che giocavano

sin da bambine

 imparentandosi pure

a volte.

 

Con parole

che illudono gli italiani

d’esser bravi

a rimboccarsi le maniche

nei momenti del bisogno

ma i fatti

hanno un suono diverso.

 

Mentre

cercare di evitare

nuvolaglie umane

facendo mantenere

indistintamente

le distanze

non sarebbe più appropriato

in suolo pubblico

 

in questo

carnevale perenne

privo di carri

tirati da veri buoi?

 

 

 

*

Indispensabile variare non solo il tema

Indispensabile variare non solo il tema

 

 

Che colpa nel cavalcare impronta?

Anche d’attenuanti colma, urge

cambiare rotta, prima che si spacchi tutto.

Il pianto della natura affranto

ha già scatenato proprie o Divine ire.

 

D’obbligo prendere atto

d’aver globalmente sbagliato

dal giorno in cui, in castigo

non abbiamo mangiato.

Giurando mano al petto

che a prole non sarebbe successo

e, a obiettivo di vita, assurto.

Ricci di città, apparenza esclusa

periferie e case sparse incluse.

Ininfluente tutto il resto come

non esistesse niente, salvo

pasturante personale orto

a rimpinguare il conto

o gonfiare più di una piastrella o

creare montagne, rialzo materasso.

 

Percorrendo la propria strada

a occhi chiusi sul tutto e attorno tutti

nel mancato rispetto, sino al campo

santo diritto - prima del tempo -

privandosi di doveri essenziali,

esclusi quelli sotto i riflettori.

Pseudo onore trattenendo

solo odore di benefattore.

 

Urge correggere perché inalienabile

è diritto-dovere d’amore.

*

Haiku Nr. 19

 

 

Scaldan parole

sia anima che core

anche al gelo, ora

 

 

 

*

Quadrumvirare logico

Quadrumvirare logico

 

 

“Maschi e femmine si nasce,

uomini e donne si diventa”*

 

Residuino, di maschio e femmina

piccole tracce, ma uomini e donne

partecipino a formarci in maggioranza.

 

Alla donna si fa festa nel dì del fumo

che l’occhi insinua, da maschio e femmina

gradito. Milf che conosce fumi e fiumi

vuole fare l’asso pigliatutto, ma nel vuoto resta

deprecabile e incolmabile, di una partita vinta.

Fata svilita per aver seguito orme maschili

cadendo nella trappola

degli identici fatali errori.

 

Una rosa la donna, a l’uomo donata

con l’onere, di renderla beata.

Per uomo e donna l’incanto vive

tra la sostanza che ogni giorno condisce.

 

A maschi e femmine, che gioco prediligono

il ridere, quasi sempre tramutato in piangere,

è incomprensibile che solo uomini e donne

integrino costruttiva parità che ognuno

di noi completa, producendo barca che vira

la famosa arca. Ininfluente in dimensioni

per galleggiare basta presenza

di falle …  la vera assenza.

 

Sicché tepore a illuminare salga

schiarendo ogni momento e anche nelle notti

di luna prive, sviluppi farfalle

lasciandole libere di volare e costringendo

insipida vita a rientrare nei ranghi

levitandoci da  paludi, paure e fanghi.

 

Produciamoci in crescita costante

ad invertire questa tendenza insana

 

noi soli abbiamo chiavi

per convincerci umani, oppure

rimanere del regno animale

quali facili schiavi!

 

 

 

*Simone de Beauvoir diceva “Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa”

*

25 novembre

25 novembre

 

 

 

 

Ricorrenza scandita, memoria rincorre

tra rituali simbolici di feste scondite

che laudano zuccherato assenzio.

 

Si fanno fate di smeraldo - arte mi sia -

 

Ma ora palpebra, calante piano piano

l’attenzione spunta a incisività tagliente

- di un giorno - togliendolo di torno.

 

Maschi e femmine a normalità feroce

bramano un veloce ritorno

a offese, percosse, lividi e oltre …

 

per la prima pagina, la solita

medaglia d’oro

 

da donne e uomini

schifata da sempre.

 

 

*

Condannato

Colpevole di crederci

 

in coscienze che si appoggiano

a sorreggersi l’un l’altra

fondamenta in predisposizione

di ben più ampio complesso

a raccogliere l’immenso.

 

Dove anche l’ultimo resta

senza fame e senza sete

con la sola gran voglia di fare.

 

Dove i belli, i bravi

gli inarrivabili …

scendono i gradini del podio

e stringono mani, abbracciano.

 

Dove grato è l’ascolto

assorto, prima che parola

sfugga al controllo

e prometta tempesta

 

anziché tempestare

di diamanti altri:

… domande

senza brillanti risposte.

 

E ingabbiato nel mio credo

volo nel gelo

sudato di gioia

a cercare sorrisi

 

… pago.

 

*

Serenità malata

Serenità malata

 

 

Pasticca antidolore

con destinazione diversa

da escludere infiammazione

ora, emozione

è evasione, ridotta

a frazione di secondo.

 

Bicchiere, canna, vena squarciata

indifferenza …

ciò che dal tempo ti esclude.

 

Assente apparenza

che piace alla gente

dolce carezza di realtà tradita.

 

Anche se nostra verità insiste

rivuole parte spettante

e a gran voce chiede

di uscire di prigione

a noi

che non siamo più in grado

di sentire, di vedere

… di volerci bene.

 

E in desiderio d’anima di volare

torniamo a volere

pasticca e bicchiere

canna o vena squarciata, in più

e sempre di più;

nel mentre si chiarifica

differenza tra chi siamo

e chi dovremmo – di potere

incluso nel volere -

 

Meglio non sarebbe

d’antibiotico giusto

quello che del carcere

abbatta le mura?

 

 

*

Tesi

Nascosti

i mali del mondo

nel nostro sistema nervoso

mai

sotto controllo.

 

Audaci

esterniamo ipotesi

e li ricerchiamo

antropici agli antipodi

 

sempre, e comunque,

negli altri

in speranza

di un verde rinvenire;

 

come s’ego

non fosse complice

- invece

di un taglio netto -

 

Eppur distesi

non complicherebbe

sarebbe solo, tutt’altro vivere

 

… e apoteosi resta

in attesa ancora.

*

Tassello

 

Tratto il tempo

come fosse un amico

e lui l'ala distende

i suoi preziosi istanti

me li regala ... resi

come tanti diamanti.

*

Orologi

 OROLOGI

 

Lancette del diavolo

a scandire il tempo di questo mondo

dove nessuno

si gradisce postico.

 

Dove una strada sbagliata

resta segnata

e redimersi non è concesso

neppure a debiti saldati

con le patrie galere.

 

Tutto scontato

solo per scansare dubbi

su pentole diverse

e relativi coperchi.

Dove parrucconi privi d’elastici

optano per quel futuro

già assegnato. Farsa

 

il consesso si è espresso

in sicurezza di partecipanti

… a farsi tutti santi.

*

D’occhi luce per l’anima

 

 

 

Sprizzano i tuoi pori

illuminando i fiori

d’umanità

che ti contraddistingue.

 

Il sangue che ti  scorre

raggelerebbe il male

ma, ben pochi altri

sono in grado di vederlo

 

e gridano al veleno

quello che trattengono

da quando lo hanno assunto

da quando … ne fanno uso.

 

Genuino amor tenace

alla lotta sei costretto

ma piano piano

nel suo campo farai breccia.

 

Ora però accoglimi

tra le tue braccia

ho tanto

e tanto è il bisogno di te.

 

 

 

*

Furbo il soldo

Furbo il soldo

 

 

 

Eletto a minoranza

per sovrastare Dio

anche nel diritto alla salute

fede di vita e di morte

in esclusiva dipendenza

dell’angolo di spesa

… ulteriore, soldo furbo

 

non si trattiene.

 

Traccia confini

tra buoni  e cattivi, tra

solventi e vernici.

 

Anche se a preservare

dalla ruggine il futuro

non è certo l’acqua

seppur regia, che rimane

fortemente ossidante

- condizionante - ma

preliminar costanza

armonica sostanza

 

l’indispensabile goccia

di ogni altra formica

 

giacché non sbricioli

il castello

 

lasciando solo carte sparse

sopra il tavolo … operatorio.

 

 

*

Stielhandgranate (la bomba in mano)

 

Meglio stare nel bunker

è stato detto da più parti.

Parti anche di certo pregio

perché avevano partecipato

sì, magari solo giocando a

nascondino, quello si poteva

ancora bambino. Peggio che

la guerra. Almeno là sapevi

da dove il pericolo giungeva

ora è un guardarsi da tutto

 e tutti, sperando nel domani.

Allora meglio stare nel bunker.

Attendono

coriandoli

e caramelle

migliorino,

e ritornino

quei tempi

di abbracci

e baci, ora

relegati

al vento

regalati a

inoculati

parassiti

Dicevano…

ricadranno

tante colpe

dei padri sui

figli. Oggi

par’inverso

l’assente

mascherina

toglie lavoro

al padre che

smarrito

 si trova a

dover lottare

con barriere

salute e fame

dove l’unione

si fa forza.

 

*

Piccola idea di guerra per chilovid e chi no

Covid or no covid.

 

Mascherina, mascherina

per piccina che tu sia, dovresti passare

per il marito di cava, più che per cavalleria.

 

Quale la tua poesia, la tua pista

l’obiettivo. Preservare …

Chi, quando e cosa?

 

Lo sporco ed il pulito

che, in concreto, ben altro appare

- pur se la sensazione rimane

di doversi lavare -

altruistico pensiero non pare:

 

al servizio del negativo

è solo per farsi contagiare

- ferma l’interno e assorbe l’esterno -

di contro l’infetto costringe

ad auto infettarsi, trattenendo

birus in zona, che si riprende

dopo averlo cacciato

perché assorbe, assorbe, assorbe

… e poi?

 

Meglio, quindi, siano due

contraria la prima, ma non la sua amica

affinché il nemico, mettano in mezzo

- un semplice e piccolo consiglio

per le persone a rischio –

 

Ma da inesperto, pressoché perfetto

spero proprio in un mio sbaglio.

*

L’albero della vita

Dirada il vento

tra pensiero che resta acerbo

quel crescere esteriore

che all'albero non trattiene

 

mentre d'inverso pari passo

senilità e senno

si predispongono agli opposti

e senza fretta

l'invaiatura attendono

per l'invernale brucatura

 

- bacchiati o pettinati siano -

che lascia spazio

a nuove foglie

... a nuovi frutti

 

ché si è formato

il tempo.

 

*

La presuntuosa

Muorsi tra morsi

di fame per strade persi

in tutto un mondo feroce

 

costruito selvaggio

da belve e cani sciolti, sioux

raggruppati in riserve

 

senza rimorsi

per libertà che langue

in vacanza perenne.

 

Mangio di tutto, m’abbuffo

eppur non placo l’arsura

che regna sovrana.

 

Obesa massa

adipe sciatta

fa pure l’offesa

 

si sente incompresa

… la presuntuosa.

*

L’occasione

 

Il bisogno ci accomuna

solidifica rapporti

che pur se sconosciuti

vivono nella penombra

 

produce passioni, fiumi

che lasciano sgorgare i cuori

 

la solidarietà di cui siam colmi

 

è tanta la sostanza che ci lega

e si desta nell’occasione

 

con l’altro lato della sua medaglia:

strade pullulanti di nuovi cani

- reali e virtuali -

con le loro stronzate

… abbandonate

 

l’uomo ladro che se ne frega

 

 e ci slega.

 

*

Haiku nr. 21

 

 

Secondo Coppi

giro di carte umide,

primo Bartali

 

 

*

Zizzania

Pure il Papa l'ha detto

che è una pianta strana

... la zizzania.

 

Annaffiare cattive notizie

produce fiori d'angoscia

a petali pendenti

 

e perdenti, sgradevoli

alla vista, tatto, olfatto,

anche l'udito ne risente

 

se troppo t'accosti

te ne accorgi, stridula

non sparge musica

 

 per niente adeguata

al palato, mi somiglia

a cicuta di specie migliore.

 

Prendendo tutti i sensi

altro non può fare

che spegnere co & scienze;

 

e da piccole piantine, nate

solo per mancanza d'acume

sortiscono brecce

 

che le porte non fanno pie.

*

Tappi o marionette

 

 

Corrono in delirio  anni animati

... come cartoni,

scatole tutte uguali,

pare sempre carnevale.

 

Quando s'esce,

nemmeno nel medievale

c'erano facce tanto celate,

quasi tutte ... a pesce.

 

Brillerebbero 'ste stelle

ma poche son  rimaste,

purtroppo le trainanti  vanno perse

troppe all'invisibile catena legate

per una lodata scia viziata

... tremendo tappo.

 

Ma lasciamola 'sta strada

e  andiam per  la campagna,

nuova e sconnessa sarà l'antica

ma tutta un'impresa

all'aria pura, d'apparir pulita.

 

Lascia 'sti stampi

e pure i serragli

siamo multi, ma non nazionali,

l'indipendenza c'è stata,

ma ... non si sa bene da cosa!

 

Da una potenza

all'inusata sapienza, cui ora

hanno tolto anche il vento,

per non lasciar che si spanda

l'odore di libertà ... che sento;

condizionamenti

senza spostamenti d'aria,

nemmeno una mosca si muove.

 

Restiamo stanche e stantie

marionette grigie.

No, tu no, già lo so,

 

tu ... fai parte del tappo.

*

Riproviamoci

 

 

Una raccolta è rispetto

di panorami osservati

da sopra un calesse. Di criterio

occhi ricolmi. Bianco

che si regala al nero

per dare forma e movimento

coi colori che si aggregano

al ballo dell’arcobaleno.

 

Oggi rispetto ha gli occhi lucidi

ché costretto, senza altra possibilità

 a vedere in frantumi

il proprio grandioso progetto;

astratto ci aspetta. Non è prepotente

ma, vincolato a l’attesa

di prosperosi e operosi

ravvedimenti. Lui sa

che sissignore è una parvenza

che il lei è esca, a fondo lenza

che troppo è d’errata provenienza.

 

- Ha ben altre pretese, rispetto

esempio, da ignobile velox

da trenta, fuori dal centro

… dal centro vero;  esiste

e, contro la pericolosità, lotta

quella che andrebbe estinta

come fosse una specie infestante -

 

Rispetto è miraggio

 che, spesso, salva la vita

ma, forse, ancor non abbiamo

 

raggiunto il deserto.

*

Condizionàti

Altro la libertà

da vite intrise

di sudore estremo

e d’estremo opposto,

di egoistici contatti

d’abuso, d’ufficio

incolto e sgradito

di dovuti parziali incontri,

private del piacere vero,

del gradito bicchiere

di vino. Sangue d’amore

ch’estingue il male

e permette al cuore

d’esplodere, per prendersi

lo spazio che gli s’addice.

E s’annegano dispiaceri

tra un ponte e l’altro

nell’attesa che passi

l’acqua sia chiara e

non ne occluda la vista.

Ma il morbo insiste

scontento investe

ogni pertugio riempie.

Scaltro ricama …

non lascia scampo

e spegne, piano, piano

 

tra le atrocità del tempo.

 

- Se te n’è rimasto

… condizionati -

*

Torti

Sovrastati dal superfluo

nell’apparente correre

a perdifiato … eppure fermi

nelle proprie posizioni

da sazietà distanti.

 

Siam moscerini

a ridosso degli occhi

intransigenti in ciò

che ad altri concerne

 

concentrati

nei privilegi nostri.

Diritti …

regalo del buon vento

- che ha spostato il seme -

muniti d’interessi

che, nello scapito altrui

non badano a spese

 

fosse anche la morte.

*

Coovidde

Qua dove le pretese

continuano a salire

e a scendere le possibilità

di raggiungere equilibrio

nella desertica aridità

del nostro spingerci

dei nostri più intimi

e acuti sentimenti

 

effettivamente inutili

tutti i baci e gli abbracci

… persino i contatti.

 

Chi se n’è accorto

per primo?

 

Non di certo bacillo

prescelto figlio di ascella

e del rude influencer

spregiudicato e loquace

sempre al passo coi tempi

quanto basta al lockdown

per spostare l’ago a wall street

e giocare a ping pong.

 

Qui siamo oltre le case

i bianchi castelli e i terreni

sentimenti ottusi e sbiaditi

qui siamo nell’oltre pregresso

che già da prima del tempo

si  prodiga ad indirizzarci

solo verso il progresso

 

- … a comprenderne nesso -

*

Costume e società

Confusi per idoli, inseguiamo fantasmi

sagaci espedienti che pare recidano il male.

- Superficiali -

Siamo imperfetti artefici del nostro domani

dal facile attratti. Privilegiamo la panza

e il ventre basso. Disegno estasiante

per versi perverso: s’appropria dei sensi.

 

La base ci crede e lavora, l’altezza ragiona

e si sposta. Sceglie altre strade, quelle

del profitto maggiore, di battaglie cruente

per dare spessore alle proprie insane voglie

- … vite dei pochi che appaiono elette -  e, i più

a lasciarci le penne, a non poter più scrivere,

per ludica altrui, la peculiare miglior poesia.

- E consistenza viene a mancare -

Cerchiamo l’america per sempre nuove avventure

la luna per una buona novella. Ora su marte

che, certo, avrà la sua arte, ma inutile

è insistere, volgendo sempre lo sguardo altrove

quando vincente è lo spirito che ci unisce.

 

Per sfamare realmente l’anima che ci governa

mai che si cerchi sinergia tra realtà e poesia.

*

Concludendo

S’estingue …

 

Piove col sole.

L’estate folleggia.

La ghiacciaia si riduce.

Si riappropriano

i corsi dei letti, ma

non dormono più.

 

I venti

divenuti cinquanta

e forse più.

 

Escludo

il nostro non essere

 

convinti animalisti.

Infatti desideriamo

che non muoiano

tutti i grilli che abbiamo per la testa.

 

Giova comunque secludere

la naturale armonia del tempo

dalle pretese sperse

 

- varierei l’incedere -

 

per evitare d’incidere troppo

inducendolo ad imitarci

nei nostri capricci enormi

 

tsunami compresi.

 

*

Adamo

Ma il nostro

è un partito preso

o una presa

della Bastiglia

l’idea

che si fa strada

o una Dea

nella sua posizione

estrema

di tenue luce

che neppure abbaglia

una voglia

di non spostarsi

nemmeno al chiaro

all’evidenza

di aver abboccato

ad amo

di finta esca:

esistono

 

la voce del popolo

la voce di Dio

voce d’anima pura

 

e sempre ci si tiene

a debita distanza

da tutte, tranne che

dalla voce grassa, magra

 

la consolazione

perché il debito … resta.

 

*

Disse il cane

 

 

 

 

Nella cognizione degli effetti

 

del propugnare oltre i limiti

di propagare fiamme

di pugnalare

… anche alle spalle

 

di arrendersi

a, seppur minime

difficoltà immanenti

o rendersi

alle necessità indifferenti

 

respingono i conflitti

le stelle

 

conoscono la forza

degli affetti

 

sanno della causalità

e casualità

del loro incontro

 

e mirano

a gestirlo al meglio

 

centrando l’obiettivo

di unione tra affini

 

- osano

non usano -

 

 

*

In fuga col rispetto

 

 

 

Nascono e crescono

all'ombra muovono

alternati difformi passi

sviluppando spregi

 

- di scudo e spada privi -

 

e in celati mentali sfregi

costretti alle segrete

a stress s'inducono.

 

A dirlo la vera

che faccia si fa scura

 

e mentre l'amaro ghigno

s'affaccia al mondo

feroce scende feccia

la bile va in eccesso

 

e il campo di fiducia

ulteriormente si restringe

... fugge:

 

si resta ...

a una sola porta.

 

*

Tendenze e tentazioni

Tendenze e tentazioni

 

 

Bianca è la carta

messa da Dio

nella mano dell’uomo.

 

Ma noi ci areniamo

su l’amore rosa

tendente al non bastare mai

che sospinge al rosso, ai rossi

e restiamo alla mercé dei sensi

oltre i limiti del lecito

verso gruppi di colori

branchi che si perdono

nel viola lividi

 

e di tentazioni in assuefazioni

puntiamo saturi a l‘amore nero

ma alla fine che vince

è sempre il banco.

 

Mentre l‘amore è il bianco

quello color colomba

che candore effonde

del cielo terso

quando a l’infinito tende

 

giglio e magnolia in fiore

del bianco latte che, da sempre 

la statura alza

 

neve e separazione

della nostra bandiera

tra speranza e attrazione

- mai dire dopo il verde -

 

e bianco è amor di denti

- la tenacia -

che afferrano e trattengono

l’aroma della vita, quello …

 

che assai spesso sfugge.

*

Controcorrente

Controcorrente

 

 

Si vive di solo politicismo.

Step, app, blog, spam …

abbreviando la vita al tempo

a divenire divi, ismi, dei

probabili precursori

di tempi morti.

 

Inesistente

l’uomo del politichese

che per il bene comune

non bada a spese

- che lavora al chiaro

anche di luna -

 

Sussiste

chi di politecnico insiste

 o, almeno, ci prova

pone basi

ma, prive d’altezza

dove lo spessore

è fondamentale.

 

Qualcuno entra in pista

fuorché quella dove si corre

- in cui ci si dà da fare –

 

Tutti nell’antagonista

che il tutto sposta

nel versante opposto

 

quello …

del proprio conto corrente.

 

 

*

Fame

Fame

 

 

 

 

Gusti sono gusti

 

ma la fama

è costruzione umana

 

molto raramente

sfama

anzi …

 

mai

 

cerca sempre

un altro patto.

 

 

*

Voce per la pace

Voce per la pace

 

 

 

Le scelte non occasionali

sono occasioni di vita, treni

 

dal percorso fisso e fermate varie

pochi, per la luna meno

 

per giove, saturno e plutone

figuriamoci … per l’olimpo;

eppure esiste ancora

chi ci crede.

 

Scendi uomo

nello spazio tuo vitale

tra gli uomini e da l’alto

della tua snazionalizzata democrazia

osserva

come varia il fato.

 

Sciogli finalmente le catene

che ti vincolano finemente

obbligando a libertà virtuali:

la realtà … può esser altro.

 

Perché nell’olimpo

regno della solitudine

non sei libero di amare

 

e solo nell’amore il tarlo esce

dalla sua beatitudine

per un cuore che più non adagia

 

lo sguardo altrove.

 

*

Stile

Stile

 

 

 

 

Potrà mai essere tappo che trattiene

del buon vino che tra se decanta

silenti note, sapienti inviti

- esplosivo - nel recipiente costretto!

 

Lo stile è modo di esser vita

disgiunto da pretese di potere

che involve tra le viscere, catene

di sortilegi antichi e meschini

 

è vena ironica che indugia

sulle trappole della vita, indaga

cerca riscatto per l’uomo degno

di navigare oltre l’errore, scoglio

 

di acuta crescita o insormontabil blocco

nel peccato di restare vincolato al gregge

privi di aquila, tigre e di delfino, a l’esilio

confinati tra dogmatici modelli;

 

anelli con diamanti incastonati

di una mano mozza … in copertina

 

travestiti … che non siamo altro.

 

 

 

*

Oltre l‘indifferenza

Oltre l‘indifferenza

 

 

 

 

Ferma immagine

riprendo l’evento.

Non posso aiutarti

perderei solo tempo

lo sai che è denaro.

 

Salto nel vuoto

mentre fuoco s‘espande

conquista l’anima, brucia

sempre più inaridisce

… sinché uccide

 

nella ricerca di gloria

fasto in tragedia altrui.

Allori come allora

tutto diviene arena

 

gladiatori app esi

all’eco di applausi

integratori di vita

d‘incerto spessore.

 

- Vergogna s’è persa

spostata su Marte -

 

Domani, mi credi

potrei chiederti scusa

 

… finanche perdono.

*

Daj e daj

 

S’eri fiss

in di me penser

 

saltavi i foss

par long

e m’incorgevi no

da quant s’eri fess

 

ma ti fa ss-ilenzi

ingianò ma salta

la mosca al nass

 

e i nerv insèma.

 

Fuss ca fuss

la voeulta bona

ch’impari

a saltà i foss

par larg

 

inscì

ma bagni pù i pè.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dagli e dagli

 

 

Ero immerso

nei miei pensieri

saltavo i fossi

per il lungo

e non mi accorgevo

di quanto ero fesso

 

ma tu fai silenzio

altrimenti mi salta

la mosca al naso

e i nervi insieme

 

fosse che fosse

la volta buona

che imparo

a saltare i fossi

per il largo

 

così

non mi bagno più i piedi.

 

 

*

Perché …

 

 

Perché

si è Alzheimer Parkinson

disturbando anche il sonno

di Huntington

 

perché tubercolava peste

di schizofreniche parafrenie

 

perché …

cecità non coglie

quell‘implacabile artiglio

del sordomutismo

che arti e voglie toglie

e viceversa

 

perché nanismo

di paget malattia

il morbo di buerger

la sindrome di cushing

 

perché …

 

Perché down, autismo

morbo di basedow

… lyme

aids (dove seppur appaia

non è ancor tutto risolto)

 

ma soprattutto

 

perché la maggioranza

non s’accorge della gran fortuna

che le è capitata addosso

e insiste

in forsennata ricerca

 

di decapitarla

 

… perché?

 

 

*

tenoM, il ritorno delle ninfee

TENOM, IL RITORNO DELLE NINFEE

 

 

 

Graffia un dilemma

insinua la mente, spinge

 e di risposta, in attesa resta:

 

imprimere d'espressione

o esprimere impressionando?

 

Difficile che  quei colori si perdano,

- ... sempre in casa propria giocano -

meno male non sono invadenti,

 che d'umano ... non hanno niente.

 

Tondo

come 'l mondo,

nella tela del  novecentotto

nuovo, ma  per  niente  nuovo,

in evidenza quasi tutti i confini,

solo  l'uomo ... a  non vedersi

eppure c'è stato,  di letto

quel  rigo  d' acqua

ha pure spostato.

 

Strano però ...

quel non notarsi d'alcun conflitto,

nemmeno al medio dell'oriente

quant'altrettanto

quel non esser del sol levante

il punto più bello

 

l'impressione migliore,

 

là ... da dove il tutto trae spunto

da dove tutto ... è germogliato.

 

 

*

Terre forzate

Terre forzate

 

 

 

 

Disparate ipotesi

hanno solcato mari

alla ricerca

di nuovi orizzonti

 

tutte rientrate

disperate

 

orizzontali

alcune.

 

Acquietate

 

non tutte

si accontentano

di due passi

sul selciato

due calci

ad un pallone

dell’aria

e del tempo che passa

 

l’uno più uno

di certo

non manca a nessuno

 

e nell’acclimatarsi

scendono a patti

 

… o scelgono.

 

 

*

Usi

USI

 

 

 

… e diversi costumi

dirigono consumi verso

gli stati unti d’italia

 

- united states of italy -

(con perdite

più o meno consistenti)

*

Santa Sofia

Santa Sofia

 

 

 

Necessità di una società

civile, sarebbero dei geni

pionieri di ponti e tanti

tanti posti  a sedere

 

per dei  liberi passaggi

comodità calzanti

che parlino da soli, distanti

da lamentele inefficaci

 

di certa, pressoché pari

opportunità.

 

Ma prevaricazione vince

e tutta l’umana opera

verso il basso spinge

 

nel tentativo vano

di potersi scoprire

il primo della classe.

 

Dal mancato accordo

serve andare oltre:

 

finiamo questa scuola

maturando …

risplenderebbe il tempo

rendendosi fecondo.

 

 

*

Ritornerei al latino

Ritornerei al latino

 

 

Da brexit un invito declinato

e noi a prostrarci ancora.

Malati d’inglesismi

nove sulla scala de Rossi

Forel, paonazzi.

 

Sarà la traduzione che incanta

che le idee confonde

come se una sterlina brillasse

più della lira; talleri di un tempo

- opachi talloni - nemmeno Achille

sarebbe d’accordo

 

o un recovery surclassasse

quella semplice casa di riposo

che se posta in un fondo inglese

avrebbe dimensioni più ampie

fautrice … di ben altre pretese

 

l’uscita di un pollo (Exit poll)

collimasse col parere dei più

su quel dito verso

 

oppure  il festeggiare con una escort

credendo di poterla poi sostituire

tranquillamente con una passant.

 

In questo „mond lader“, fatto di fiere

giusto un leader … prende

solo ciò che gli spetta

 

tanto quanto sono fiere le slot machine

rispetto pantagrueliche mangiasoldi nostrane.

 

Io, sapendo che di flame in flame

mai  - sa pizzarà ul ciar -

si accenderà la luce … solo ulcera,

 

ritornerei al latino.

 

 

*

La sfera del domani

 

 

 

Tratto il futuro con tanto

quanto possibile rispetto:

è quel domani imprevedibile.

 

Lo tratteggio costellato

dal farò che non lascia fiato

acché fatichi anche il peggio;

 

privato del suo tempo

non potrà più premeditare il fato

e tutto giungerà

 

per quel che é giusto

sia.

 

 

 

*

Par condicio

 

 

Albe confuse s'accalcano

tutte vorrebbero presentare

un giorno migliore.

 

Avanzo spesso assurde pretese

salire e scendere ripe scoscese

orientarmi guardando le stelle

e calarmi nei panni d'attore impegnato.

 

Ma oggi vorrei ...

che il bene delle mamme

non affossasse i propri figli

caricandoli in eccesso

d'Edipo e dei suoi fratelli

- sesto senso di sole colpe -

per rivincite inventate

in egoistici ritagli

di precedenti fallimenti

 

ché da cerotti e garze

l'antibiotico giusto

rispettabile disinfettante

e necessaria meditazione,

remake risorge miracoloso

per un futuro d'altri tempi.

 

E i papà no

loro ... non sono da meno.

 

 

*

Poesia

 

 

Non è un’accozzaglia

di imbellettate parole

straripanti termini

in uno scialbo groviglio

che l’egoismo misurano

per esclusivo

stupore arti(mi)stico

 

la poesia

 

ma semplice mezzo

per una globale crescita

 

… volendo.

 

Ché qui,

 

dove mai si germoglia

 

dove il ricco ingrassa

senza ingrossare

dilata e si dilania

 

dove di recise ali

non sale il povero

e vegeta o ruba

- se così si può dire -

 

dove resta il resto

sgomitante alla finestra

a guardare e additare,

 

qui non serve il poeta

 

... ma tanta

tanta poesia.

 

 

*

Tutti indispensabili

 

 

Dei cresciuti a pane e schiaffi

conditi con quei „tutti utili

e nessuno indispensabile“

ben pochi hanno compreso

il chiaro uniformarsi

a leggi di mercato

 

… il più scaltro

dove tutto

appartiene al lecito.

Quel bieco mantenere

numeri a distanza

lontani dagli amori

 

da l‘amore di sé

se privo di cash

da curve fantasiose

dove, normale

riemergerebbe il morale

costringendo al protuberare

di un portafoglio gonfiato.

 

Sempre sulla stessa pista

ignoriamo: nessuno è utile

 

siamo tutti indispensabili.

 

Essenziali

al benessere sociale

per evitare che il solito furbo

sia sempre il più figo

 

quello che fiducia marchia

col fuoco dell‘inezia.

 

 

 

*

Val d’Eden

 

 

 

Cinciano allegre

Tosca ed Elsa

festose coccinelle

sui poggi

tra bonsai o meno

 

amena alta valle

tra i segreti dei tempi

sepolti in colline

templi di chianti

e oli benedetti.

 

 

 

*

Senryu nr. 4

 

Paura agisce

nel razzismo incalzante,

fumetti gli eroi

 

 

 

*

Sai

 

 

 

 

 

Voglio entrare in sorpasso:

 

essere o saper essere

 

ma solo per uscire

prima dal tunnel

 

sia mai la vita

 

... un'altra cosa!

 

 

 

 

*

Debito dei siti

 

 

 

Ogni sito

il suo sinedrio.

Fiore a l’occhiello

per vestito diverso.

Momento armonico

che resta sgomento

di quel trangugiare

libagioni opposte.

Piccole proteste

a regnare.

 

 

 

 

 

 

*

Ticino

 

Eccolo vivo e fermo nel suo movimento

di tanto in tanto sul ferro scorre un treno

e folaghe a fare all'acqua il contropelo

inseguendo  sogni spensierati e naturali

 

artificiali  appaiono due germani,

non hanno paura  e  s'accomodano a due passi

dal gigante che spara, forse buono lo sanno,

ci sperano o la buona stella inseguono

 

riflette lo specchio del verdeggiante contorno

di cui nitidamente s'avvolge

lasciando trasparire limpido il fondale

dove l'uomo si appoggia e riflette.

 

Oggi solitaria brezza, come una carezza

pelo dell'acqua che s'increspa, tappeto crea

in attesa di papere in formazione aerea.

 

Qui quattro passi alleggeriscono il peso

di spalle da tutti  quanti portato appresso,

 

afa carente e nuvole poco intransigenti

aiutano genti a gustarsi magicamente

l'incontro d'aria, acqua e terra ... strano

 

come tra loro finisca sempre pari e patta.

*

Cavoli, ma le capre

 

 

 

Pupille che nelle scelte

mai si guardano tra loro.

Sono occhi rivolti, sempre

a risvolti propri

a quel tornaconto che piace

ovviando ad altro ragionare.

 

E logica assiste attonita;

dell’uomo, tornato alle caverne

disconoscerà la paternità?

 

Tra parchi gioco bimbi che

di certo aiuteranno i nonni

intrattenendo i pargoli

ad efficaci sanificazioni sottoposti

già dalle cinque di mattina e a protrarsi

sino al giorno dopo

contro qualunque parassita

 

e quel gioco delle carte

- momento d’aggregazione

che rallenta l’invecchiamento -

in congrui e disponibili spazi

- tra interno ed esterno -

dove mani opportunamente

e preventivamente disinfettate

in soggetti muniti di guanti o meno

- a gradimento degli esperti -

con eventuali virus trattenuti

in mascherine apposite

di smazzata in smazzata

sanificano il mazzo

giovando solo a parassiti

 

il rischio maggiore

potrà mai essere, tra  le carpe

dentro il fiume?

 

 

*

Tutt‘altro l‘arrosto

Al top l’allergene, un niente

eppure il mondo travolge.

 

Basta proprio poco e tra noi ci mangiamo

tutti da Tiffany per colazioni apparenti

senza latte e caffè, solo briose supposte

e surrogati essenziali

 

oli e patchouli a spremere papille

dove la salivazione è resa inarrestabile.

Irresistibile richiamo e nessuno al gioco

più riesce a sottrarsi.

 

Lasciamo che resti un gioco la vita.

Chi perde e chi vince. Chi perde la vita

e chi vince la fama.

 

Fame che insiste e la giocata raddoppia

sinché insostenibile si fa la puntata. Poi

sono solo lacrime amare che belle asciutte

vengono in avanti sospinte.

 

Crosta evidente per una spontaneità

che a casa resta ristretta, tra mura

ormai spesse e catene, d’evasione

a privarne la voglia.

 

L‘alternativa costa ma, ad ora, resta

lontana visione fumosa.

*

Costruire è ben altro

 

 

È il protagonismo

che ci fotte.

Fiume in piena che

deviando dal discorso logico

travolge.

 

Frotte di espedienti

solo per darsi luce

che lasciando primattori

riescono a fare testo

tra il caos

 

- mattoni gettati

quali ostacoli sparsi -

 

Dal benessere oggettivo

ci defiliamo

infrange regole precise:

la tua morte è la mia vita.

Come se per due

mancasse spazio!

 

E chi vuol spostar pensieri

come fossero consensi

chi  d’istinto agisce

come un partito preso

 

chi interessato  è solo a se stesso

i panni degli altri

non li ha mai provati nemmeno

e chi si veste col senno del poi

ché non vuol dar per scontato

di quanto sia bello.

 

Infine c’è chi, sulla soglia

attende una linea

per sciogliere dubbi e uscire

potendo così tornare

a respirare

 

... e chi no.

 

 

 

 

*

Haiku nr. 61

 

 

 

 

 

Cose accadono

come s'accascia il giorno

quando fa notte

 

 

 

*

Unione … ma di che

 

 

 

C’era una volta tutto un mondo paese

oggi, sempre più, solo quel che conviene.

Vero, non siamo tutti fratelli, individui

purtroppo nemmeno.

 

Italia unica terra di malaffare, pare

da cui ci si deve proprio guardare. Un paese

dove non si fa altro che sparare

corbellerie - avrei detto cazzate

ma pare volgare - uccidendo di fatto

possibilità presunte di poter pretendere

quel doveroso e reciproco rispetto

necessario per mantenere nel disagio

quell’aria da conflitto che s’affaccia

di tanto in tanto.

 

Ché altrove, si scagliano grovigli di parole

e si lasciano sferrare decisioni che, degli italiani

fanno untori, di livello maggiore.

 

Altro lago di cazzate - dovrei dire di fesserie

ma centrerebbero meno il bersaglio -

sparate nel fascio.

 

Eppure lo sanno tutti

che l’erba cresce, dolce e amara

in ogni paese

 

… come le mele.

 

 

 

*

La prova

 

 

 

 

Dove pregiudizi e diffidenza

restano padroni indiscussi

pesi e misure sono diversi

chissà … se si risolve la vita

nel mettersi in mostra

a questo mondo

emergere dalla massa

attraverso la media dei mass?

 

Quanto non sia piuttosto

lasciare tutto - come al trapasso -

al vaglio di nostro Signore

cui certo non sfugge

nemmeno l’attesa!

 

Il celato non resta con Lui

altro minuto nascosto - scioglie -

nella chiara visione anche del buio

raccolto strada facendo.

 

Nei tempi di gioia immensa

e strozzati sorrisi farà luce

su chi potendo ha lasciato fosse

e su l’impotente

per quel suo, seppur piccolo

tenero e fulgido passo in avanti.

 

E del nove imperfetto

per pochi, sarà felice il riscontro

dove, sempre più, uguaglianza

somiglia a un passo di danza

fratellanza insiste

e i confini incrementa

e libertà resta vana utopia

anche per chi crede

 

di avere il comando in mano.

 

 

*

Increscioso

 

 

 

Piace quello che stende

pietosi veli

su passi drammatici

passeggiandoci sopra;

colpi di grazia

senza cercare fatica

per soluzioni plausibili

 

piace appassire

rosolati al Sole

apparire volpi

in tartarughe misto

appendersi su grucce

… uniformate gocce

 

e piace passare

di fiore in fiore

un marcare confini

salvo quello

del proprio piacere - lì

il diritto cancella -

 

come piace impostato

al gradito ritorno

d’interesse legittimo

che mai si disgiunge

lo dice la legge

e il mercato completa.

 

Sicché l’amore …

resta senza difese.

 

 

*

Viti

 

 

Siamo dadi e utili bulloni

di questo meccanismo.

Usi, misure e passi

di vite varie.

Viti similari al via

- a tatto, piccoli cubi -

d’immediata deformazione

già dal primo contatto

con quest’atmosfera.

Tutte sullo stesso piano

poi a variar di tornitura - nel breve -

con teste per tutti i gusti

esagonali, esalobate, a taglio

cilindriche, svasate, a croce

anche vuote o a brugola

proprio, proprio … senza testa.

A filetto globale o parziale e dadi

normali, flangiati

o con anello di maggior tenuta;

che si cercano per accoppiamento

o, almeno … ci provano.

 

Quando s’incontrano affini

amorosi divengono gli intrecci

e s’avvitano … anche per tutta la vita.

 

Purtroppo ognuna ha il proprio fardello

d’ignoto e implicito obiettivo

e continuo è il bordello: viti

 

ad alto indice di resistenza

a plasmar nel morbido

e magnati dal grasso calibro

a volersi misurare con vitine

consenzienti e snelle, e viti ad anello

con l’interesse per i cavi perso

e autofilettanti

e chi più non trova il suo legno

e chi fa ruggine a l’addiaccio

e chi agiata è finanche troppo oliata

e chi in quel muro più

non ci vuol stare.

 

Siamo la minuteria maggiore

di questo mare, col cuore uguale

ma, troppo spesso

… lo lasciamo da parte.

 

 

 

*

Arrivati

 

 

 

Giunti a l’estremo

di un oltre in contrasto

con l’estro dell’artista

con la movimentata stasi

di uno stato

di fatto ormai assorbito.

 

Come non vi fosse

alcun’altra destinazione

una fucina

senz’altra ispirazione.

 

È cuor

che comunque si dispiace

perché  troppo raramente

un buon poeta

un autore …

intende veramente

il concentrato

lo spremuto di altri

e lo sa valutare

in sé

senza mercato

 

- dove il pugno

non è proprio

purtroppo, pare

faccia solo male -

 

D’amor proprio

se lo vieta

per sola umiltà

che prende il volo.

 

Eppur potrebbe

insegnarsi

e di molto insegnare

… a saperlo fare.

 

Dai andiamo - in carrozza

che si riparte.

 

 

*

abbraccio assente

 

 

Abbraccio assente

 

abuso assiste attonito

 

alba attendendo

 

 

 

*

C’è un sogno

 

 

Un sogno mi rincorre da una vita.

Voglia di affacciarsi al mondo reale

che nella pelle più non si trattiene.

Sordo al mancato effetto del buon viso.

 

 

Sente grazia danzante del sorriso

scorrere dolce a un passo dalle vene.

Sobrio e antivirale, amico leale.

Vuol riequilibrare farsa fallita

 

 

di chi trattiene per farsi trainare.

Malaccorto incedere di una zoppia

in protagonismo con la stampella.

 

 

E abbraccia il nemico da disarmare

disorienta e invita a terapia

"rispetto", l’altra guancia ... la più bella.

 

 

 

*

Ma la finite … serve solo una magia

 

 

Nella necessità si sente

il peso della nostra proverbiale

incapacità di ragionare.

Ma che ci state tutti a raccontare

anche nel pericolo palese

c’è solo volontà di far carriera.

 

Mentre quel che servirebbe

nel perverso meccanismo

di queste nostre leggi

è solo un incantesimo.

 

Quello sì … che ci aiuterebbe

a superare la malinconia, la paura

che già tante autostrade sta costruendo.

 

Ché quel che servirebbe

nel perverso meccanismo

di queste nostre menti,

che pur d’evitare di sottostare

alle centrali direttive del potere

trovano capelli e mosche tra le righe,

è solo un incantesimo.

 

Chi ancora, deve dare dei consigli

il buon esempio, nel percorso d’affrontare?

Può predicare, esplicare e pure razzolare.

 

È sempre puro e semplice incantesimo

quel che serve, nel perverso nostro meccanismo

di queste interpretazioni

 

che recano messaggi a gran contrasto:

mascherine a non meno due metri

inviati che, con gli invitati

ne possono pure fare a meno

 

mostri e virus avversi all’uso

e raramente eco-solidali e guanti

con tutto il resto buttati

come al solito nel bosco e dubbi

là nei carri che sfilano lenti, ma

 

senza la magia del nostro carnevale

certo, non  si può pensar di progredire.

 

 

 

*

Del furto

Del furto

 

Mondo spartito

dove non è musica

a dividere la torta

che, nelle sue fette

dovrebbe

sfamarci tutti

dove pochi paperoni

l’hanno trafugata per tre quarti

e privilegiato paperotti

- la metà del mondo -

nel finirla tutta quanta.

 

Residuano le briciole

per il divertimento

nella cui spigolatura

già si sparava a vista

ora, resta valido

il solo gridare - al ladro

ti si deve condannare

e dovrai pure risarcire, esiliato

da questa buona società.

 

Mondo spavaldo:

agli sparvieri

gli strumenti tipici

e i corvi a litigar tra loro

per sorreggere gli spartiti

 

mentre passeri affamati

dovrebbero solo

restare ad ascoltare.

 

Da che mondo è mondo

chi ruba è costretto

da qualcosa manca

come al cleptomane

a parte quel continuo

sbagliare albero.

 

Un mondo da sogno, invece

non scruta la valle

 il suo sguardo

è dal monte rapito:

 

del furto …

 

potrebbe trattarsi

di quel semplice frutto

dal torto mancante?

*

I grandi

 

 

Nell’ampia gamma  fornita dai media

si fanno cognomi e nomi e si narra

di ogni ben di Dio o di altri

spiazzando.

 

È più probabile che un grande uomo

sia tra i piccoli nascosto, tra chi

nelle avversità si mantiene integro

tra chi fa l’amore senza rubare

tra chi trova espedienti e

come pane li spezza.

 

Il grande è tra i belli, in più

ti strappa solo la stima

come fosse un sorriso

ché il grande riempie

specialmente il cuore.

 

Il grande non ha prezzo, si riconosce

tra chi non chiede mai nulla

e non avere non lo conosce, si basta

di quello che è

… è gonfio d’amore.

 

Un grande porta pesi

che nemmeno le formiche

… schiaccia

e nessuna necessità gli invade la mente

di dover abbattere altri

 

sa

 

e apprezza la grandezza

di chi lo affianca. Il grande

non abbisogna di nulla

e d’essenza, tra noi, permane

a differenza degli altri.

 

 

*

Mia sino alla fine

Mia sino alla fine

 

 

 

 

Tra ideali, aleggiano anime perse

nel mentre perfettibili occasioni

prede ambite di sleali coscienze

cadono al suolo rovinosamente.

 

Vite che si inchinano al  fuori luogo

ché costrette nel tentativo vano

di riaccendere dei rapporti forti

tra i torti, degni di chiamarsi amori.

 

Sfilacciati e schiaffeggiati amori

dalle morali finte, che inseguono

mirabili miraggi naufraganti

al solo lieve tepore del Sole.

 

Sole che anticipa la sorte e accoglie

a gran voce richiama mosche bianche

nelle forze, dal dramma oltrepassate

aprendo, fuori orario le sue porte.

 

 

*

Verde arcobaleno

 

  

Costretto …

dall’irrealizzabilità di un centro

tra nord e sud, di un grigio

tra bianco e nero, del medio

tra i ceti, di qualcosa che piaccia

tra quanto spacciato per bello

e di un buono da salti di gioia

 

ho cercato la disuguaglianza

e l’ho trovata. Era nascosta

nel pagare lo stesso importo

nelle targhe alterne

negli euro, sette, otto e nove

nella velocità, per strada

con tutti i suoi limiti

 

in chi per iva può e sa fare faville

mentre c’è chi è costretto

solo a pagarla e nell’erre.ci.a.

tra chi, coi danni, è risarcito

pure degli interessi e chi

di un solo valore commerciale

si deve accontentare

 

e nell’erre.ci.erre.

- quel reintegro del capitale rubato -

tra chi fa salir l’asticella

stimolando, con appetibili auto

e la villa più bella

prevenzioni connesse  e

chi resta a guardare

senza più nemmeno una finestra

per poterlo fare.

 

Aprirei un conto in erre.ci.esse.

 

 

 

(Rivoglio il centro del sole)

*

Oltre il danno la beffa

Appurato che la vera convenienza

è appostata, sempre, dalla parte opposta

 

non credo d’essere il solo capitato

al supermercato, dove il cartellino

del prezzo, pare, sia stato spostato

- opera di quel burlone del solito cliente! -

 

o di riscontrare un prezzo

a risultato pressoché raddoppiato

o la certezza d’aver pagato per pollo

allo spiedo del semplice macinato.

 

Il brutto è che oggi per la fretta

e ieri per “prescia”, sua sorella

te ne accorgi quasi sempre a casa.

 

Ma ora, io almeno

mi armo di tutta calma

a meno che qualcuno non inventi

un bel “riscontrimetro

- anche per gli altri -

 

*

La bella vita

 

 

La bella vita è sempre un’odissea:

di ogni buon proposito o

potendola da l’alto osservare

 

- l’unica differenza da attore

… o spettatore -

 

*

Pranzo tra disastrificieri

 

 

L'antipasto

 

Di poca nebbia e molto fumo.

Incalza, a volte la domanda

se funerale sia su misura

per chi resta o chi va via

 

e, nell'unità stessa

dove sia posto il confine,

a ridosso del punto, poi morto

o del vivo, che frenetico balla,

tra il sì ed il no. Capisaldi

d'evoluzioni inverse

da barriere indivisi.

 

Neppure scoscesi livelli

affaticano il passo

da un estremo all'opposto.

Sicché facile risulta la scelta

un piede salva l'altro

e la palla avvelenata

non fa più da giustiziere.

 

Vien diviso il fai dal faccio

e poi tutto... diviene intreccio

un laccio - radicato groviglio -

e nel districarsi in questa vita,

nascosto, è l'atto di coraggio

di un eroe... vero.

 

 

 

 

Il primo

 

Di poco sole e molti lumen.

Come quel: cerchiamo il pusher

l'altro gladiatore gettato nell'arena

buttato, per le fiere in pasto

sacrificato per il buon nome

che deve mantenere questo colosseo

ristorante d'avanguardia

- finché pentola non bolle -

 

Ma oltre il dito verso, oltre i fili

cambieranno le sembianze?

 

Di fronte iene, facilmente

i veri leoni del circo

che, nel circolo vizioso

cercano solo d'allietar la noia

 

- pori animali, anche loro, pare

debbano campare -

 

... e domani all'atelier, oggi

tocca cercar tra 'l fumo

con la lampada negli occhi

... fissa.

 

 

 

Il secondo

 

... e se

ancora non bastasse

ogni angolo di mondo rimasto

senza voce, per aver urlato al pasto

a buon mercato, di bombe e artiglierie,

certo non tace inique, immonde nefandezze

di molto caro petrolio e la troppo poca acqua.

Dove la raffinazione incide e più sono versanti

dove purtroppo uccide, senza lasciare traccia

tra i rannicchiati agli angoli rimasti al mondo

nascosti tra la pece per aver usato la peste

in modo improprio piuttosto che artigliare

e difendere re, ori, reliquie e bandiere

a spron battuto. E sembra che

finanche l'aria arranchi.

Osare, ma non per Marte, per riuscire a fermare abusi e poter servire

un mondo nuovo su piatto d'argento.

 

 

 

- Ed il futuro, se vorremo

ci regalerà frutta, dessert

caffè e chi l'ammazza

e un grazie

per un conto a basso costo -

 

*

La svolta

 

 

Giace la svolta

nella tatuata voglia

priva di se

ma, forse e può darsi

dove diventano grandi

finanche gli altri.

 

Nel bullo di turno

giace la svolta

al cui gioco sia precluso

persino un sorriso.

Sono solo ragazzi

… anche gli altri.

 

Nello scarto ferito

esangue e morente

giace la svolta

dopo aver capito

che pure negli altri

esiste la fame.

 

In ciò che s’impara

senza vizio d’imperio

- suggello d’amore -

giace la svolta.

Anche agli altri

quel che compete.

 

D’immagine

e somiglianza

che è anche d’altri,

nel rispetto inciso

nel cuore di tutti

 indelebilmente

 

giace la svolta.

 

 

*

Precipuo

 

 

Vivere per vivere

anche stelo o arbusto

si lasciano scorrere dal tempo

che sfugge rapido

 

vivere per vivere

anche un sasso

cuoce al Sole

e si lava col suo tempo

 

vivere per vivere

anche le nuvole

si caricano d’incombenze

e migrano

 

vivere per vivere

anche le conchiglie giocano

alla più bella, nel mare profondo

sanno … che non v’è merito

 

vivere per vivere

anche gli animali

fanno branco … greggi

di piccole nazioni

 

solo all’uomo l’occasione

di vivere vivo o vivere amorfo

di poter sperimentare altro

- amor compreso -

 

ma, purtroppo

perennemente spreca

e, oggi, nuovamente

si affaccia la speranza.

 

*

Libretti e libri

Il mio libro ho sfogliato rapido.

Ai titoli principali, distrattamente

una fuggevole sbirciata. Narra

di un’amorfa superficie, piatta.

 

Anch’io ho sfogliato il mio.

Qualcosa di latente, la scrittura

nemmeno più la riconoscevo, quasi

d’apparire vissuto d’altri: il corso deviato

di un fiume, bloccato, e poi … esondato.

Con parenti e amici  intenti a gridare

e scappare, a cercare salvezza altrove.

 

Ripudio il mio. Un abbaglio

solo ad aprirlo. Gemme e ori

da tutti i pori. Diamantate escrescenze

ne fanno un volume ingombrante.

Cesellato con altro, dall’arte distante

che ne fa monumento. Si sfoglia da solo

io … non centro più niente.

 

Io, invece, il mio l’ho sfoglio rapito.

Certo, il casino è tanto, pagine vuote

strappate, doppioni e pagine di farina

ancora sporche. Ho faticato a fare il pane

ma, tra le ultime scritte, della crescita

mi sono accorto, delle pagnotte mancanti

 

… e ne sono felice.

 

*

La produzione è nostra

 

 

Pronte al raccolto le nuove distese

prodotti di semine errate e protratte.

- Risolto …  sia dato ai poveri l’eccesso.

 

Ipotesi di tutti i tipi che si rincorrono

da tesi agglomerati, coordinati al peggio

che, pare, debba ancora arrivare

 

a claudicanti note poggiate su stampelle

di un benessere esclusivo e personale

che, ancora, non sanno fare i conti col domani.

 

Bige esperienze, presunte dai toni, parole

 d’esperti ancorate a doveri e come consueto

candore desueto nel tornare dal fronte.

 

Per ora reggono i tralicci, ma la tensione s’alza

una portata che poco importa, improntata

al volere dell’occhio che al cuore ruba la parte

 

e, come sempre, esiste chi non perde tempo

che come nulla fosse opera mercato nero

o del non proprio con dialettica s’appropria

 

pensieri a ponte … per sorvolare

la tragedia di chi è nella fossa, in trincea e lotta

contro odierne realtà e fantasmi futuri.    

 

 

 

*

Spostata

 

 

Mossi a stormi d'artificiali botti

a seguir nudi delle false rotte.

Momenti

che entrano ed escono,

un passaggio

che  in noi vera traccia non lascia,

quell'attimo ...

e di nuovo ti ritrovi insoddisfatto,

pronto

per altro pseudo nuovo viaggio.

 

Benessere e serenità

non si ritrovano nei colpi di coda

o di testa che dir si voglia.

Felicità par radicar

ora rapida nella facilità,

giostrando in artifizi, 

sempre a maggior ricercatezza,

per vendersi l'effimero

nemmeno tanto a buon prezzo.

e di futilità narrar

d'inverosimile superfluo,

inverecondo eccesso.

 

Ma non si pensi non serva,

la felicità vera, quella brezza leggera

su cui sali per quel breve volare,

è contraltare di secchi deserti

e di folli uragani.

 

 

 

*

Di verso in verso

 

 

Apostrofa la vita

e si dirige altrove

tra l’anima e l’arterie

nel puro, a respirare.

 

Le stringe quel guinzaglio

non è cane da passeggio

ricerca tartufi di pregio

aggiungendo fragranza.

 

E vaga tra le sfere

- tra tropi, strati e mesi

in termini esoterici -

anche più improbabili.

 

In quella che predilige

d’ermetico si tinge

trasuda sentimento

sospinge a l’emozione

o, almeno, di riflesso

matura un bel sorriso

 

perché …

se anche non appare

non smette mai

di amare.

 

 

 

*

Haiku nr. 3

 

 

Tempo mancante ...

varianti primavere:

un'incompiuta

*

Vecchio dopobarba

 

 

 

 

Inalo

 

ad ampie bracciate

si fa impertinente

e ricordo pressante

che occhi chiusi

tramutano in desiderio

via, via impellente.

 

Imbellettata a primavera

una volta ancora, ancora

dallo yacht cala

 e nell’alta palpebra

ora, nulla si cela

allo sguardo fisso

che toglie il respiro,

in incantevole rada

 

il pelo d’acqua

restato uno specchio

dove traspare il tempo

leggerezza del mare

che si lascia carezzare

come in quel giorno di sole

io, te e il pedalò

 

… vecchio dopobarba

ti disegna ancora.

 

 

 

*

Diamante

 

 

Vanto dei suoi carati

quel sentirsi tanto

già dal dire, fare

baciare e la lettera

carattere di un monumento

per sempre

e oltre.

 

Concretamente astratto

è l’amore, un diamante

in ricerca perenne

di quel contrasto

seppur minimo, al dolore;

 

del bene coccola gli affetti

da se, vuol scardinare il male

coi suoi effetti 

 

farli brillare

gettarli tra i rovi

dove nessuno

li trovi

 

da poterli

ricomporre.

*

Rivoluzionati

 

 

 

 

 

Rischio

 

ricerca riduce

 

rebus ribelle risolto

 

ranghi ripresi, redenti ridiamo

 

radiosi.

 

 

 

*

Festa rimandata

 

 

Mano Divina nella reclusione umana

per non infettare la primavera.

 

Invitata da ben predisposto inverno

e sino all’uscio sospinta

primavera rimane attonita

e sopita riduce l’incedere

 

non apre le danze. Chi la trattiene?

 

Sarà paura di non ritrovare tenui

colori presunti estinti, i suoi preziosi calori

le famose attenzioni di un mondo che ora

nella privazioni dei sensi

è chiuso in se stesso e parla da solo

 

di mascherati profumi e di ferite, di mani

dal tatto esentate e menti altrove rivolte.

 

L’insolito cinguettio è disegno che attenua

l’usuale raggiante profusione alle anime.

 

Ma la tinta preclusione di primavera

è solo la prima mano. Pittore attende che asciughi

 

che virus… resti senz’acqua.

 

 

*

Sereni si vince

 

 

 

Nonostante Kocis-19

fortuna d’addiaccio

che l’unghie trattiene

lezione in indiano

da qualche scacciato.

 

 Nella umana figura

che si tramanda meschina

rimasta

a tacerne l’assenza

la natura è amica

 

dal braccio d’albero

l’abbraccio sincero

 

le manca il ghiaccio.

 

È speranza

si assentino pure

la pioggia e il vento

 

di quel tanto che basta.

 

 

*

Bisesto

 

 

Gronda sangue tra le pieghe

e, a fatica, rimarginano le ferite.

Memorie di indipendenze

per separazioni, colpi di stato

sfiorati in seno, terremoto

del Belice e di Managua

diecimila e oltre … i morti

e altre magnitudo sul podio

da che l’uomo registra

 

e fuoriuscite di diossina

di metile isocianato

e poi scandali,  stragi …

cloni e mucche pazze

tsunami nel quarto mandato

e psicosi dei Maya

e Zika il virus

 

ed ora l’incoronata

con il suo fare da ciliegina.

 

Sessant’anni di repliche

di quattro in quattro trappole.

Riemerge bisesto

pressoché funesto

in qualunque contesto

sempre maldestro.

 

Di ignorarlo proposta ai voti

per escluderlo dal novero

saltarlo dal conteggio

- diretti al successivo -

 

Risentiti …

spariranno anche i disastri?

 

 

 

*

Strada stagliata

 

 

 

Tracciati percorsi

da pesanti leggerezze

tra bello extraterrestre

feudi e fedi deludenti

 

amori sopra i coni

e parole gelate

mosse da scompensi

 

cherubini sotterfugi

e serafiche malvagità

per fatti consumati

in tragedie annunciate

- inenarrabili delitti -

e i graditi disattesi

 

mentre calibrati

scorrevano sorrisi

in pulsioni controllate

per inutili evasioni

 

… tutte

portatrici insane

di semplici illusioni

- allusioni da deserto -

cadute in disgrazia

in fondo al burrone

in un colpo di virus:

 

vele spiegate

nel mare in tempesta.

 

Chissà se ora …

si troverà quella giusta!

 

 

 

*

Non suona primavera

Non suona primavera

 

 

 

 

Al secondo piano

primavera lo è per prassi

ma quest’anno …

scende ben oltre

 

in una ribalta

da l’assolo rubata

del parassita

 

replicante assoluto

di un quadro esposto

a sgomento infinito

 

astratto nemico

strumento di guerra

che suona la carica e stona

continua … e peggiora

 

però migliora la forma

il mondo si ferma

svolta, in calda ricerca

 

… e tanta speranza.

 

 

 

*

Sciacalli

Sciacalli

 

 

 

Ci sono eroi

che si prodigano per noi

ignora gli altri

 

e costruiscigli  castelli

prima di pensare

alle tue tasche.

 

Sciacallo

 

la linea

scelta a paravento

strappata alla prima

 

rinforzo del fronte

… a nasconderti

non sarà sufficiente.

 

 

*

Poi si recupera

 

 

 

 

Ignaro scorre il tempo

come nulla fosse

… forse

non si è accorto

e ruba vita

 

costretta a rallentare

a fermarsi

 

trattiene il respiro

ché in ansia

per la nostra sorte.

 

Ma per legge

… si accoderà.

 

 

*

Cosa resterà dal covid-19

Cosa resterà dal covid-19

 

 

Nella solidarietà infinita

dei fratelli, non solo d’Italia

più di bara che ci unisce

preferirei una barca

anche con voglie annesse

- sul pescato e sul raccolto -

e, a mal di mare, connessi.

 

È bisogno che ci unisce

scollegati …

non ci si può certo calpestare.

 

Lui non guarda per le tasche

tanto quanto per le teste

e s’approfitta a piacimento.

Quale grande amante

ha scelto tradimento

debolezza …

pressoché a parvenza umana.

 

Non annega la speranza

ma non so se goder l’impatto

o al futuro affrettarmi, ché so

dell’effimero suo momento:

 

sia per teste, sia per tasche

tacito è l’accordo - Publio Cornelio

da più tempo testimone -

e, come sempre, sarà sciolto

… al primo molo.

 

Mentre continuerà sale

a permanere al mare.

*

Scassimetro

Scassimetro

 

 

Approssimazioni con mire

certo da raddrizzare

ad evitare mine

vaganti tra le genti.

 

Ché per più di qualcuno

è confusione

o gelato per bambini

da guardare e non toccare

quel non togliere induzione

mantenendo alte le serrande

al parrucchiere, al bar

e a quant’altro possa

se di necessità

è palese la mancanza.

 

Mentre di scossimetri

gradirei l’avvento incorporati

al fulcro del distanziamento:

 

led verde sulla mascherina

che dia impulso d’energia

al varcar della soglia il metro

 

e rosso di multa e di vergogna

a chi lo tenga spento

così tra gente a gradimento.

 

Scasserà la scossa

ma potrebbe mantenere

vitalità elettrizzata

 

… pro memoria di vita

e minor paura.

 

 

*

Baratto

Baratto

 

 

 

Otto marzo ... una festa

fumo quello che resta

e la nebbia prodotta

ne impedisce la vista

 

spento il profumo donna

che ha preso sopravvento

lì ... femmina prevale

col maschio a guerreggiare.

 

Maschia attesa intanto

in qualcosa che accada

con mimose alla mano

- una nuova avventura? -

 

Ognuno al proprio ruolo

a sapor compensativo

con voglia  di finirla

magari in pari patta;

 

l'uomo baratta l'otto:

amore a angolo giro e

 

quotidiana ribalta

rosa nera evitata.

 

 

*

Opportunismo

Opportunismo

 

 

Più che uomini

… marionette

 

a puntare dito al niente

d’ignoranza, sempre pronte

sempre pronte a spunti

di guerra, sia calda sia fredda

 

in un feroce nazionalismo

travestito da gattino

dettato da semplice piacere

sopraffino

 

- che vorrebbe Orazio

prezioso e travisato alleato

nel suo “carpe diem

quam minimum credula postero” -

 

­per dar peso

al proprio scarso pregio

che nulla trova di meglio

di una corda intorno al collo

per tirare l’altro verso il basso

 

… sinché

non raggiunga il vuoto.

 

 

*

Haiku nr. 57

Haiku nr. 57

 

 

 

Frastuono a corte

d’infernale corona,

criterio tace.

 

 

 

 

*

E poi

E poi

 

 

In concentriche tazze

sistemate a raccolta

del nostro spremuto

- concentrato presunto -

si condensa l’essenza

di tragicomiche vite.

 

Il pigiato …

- alla vendemmia residuo

o bagaglio del lungo viaggio -

evoluzione di  quanto raccolto

tra gli antipodi di avvolgenti credo,

e sino ai punti estremi

delle sfere di diritti e di doveri

nel loro diametro

… vario.

 

Di perfetto

evidente il vuoto

mentre, straripa ignoto

- vai a sapere

quanto sapere servisse -

 

e cultura insiste nello spandere

e spendere oltremisura

 

invece goccia, goccia

trapela amore, tra scorie

incrostazioni di sentimenti vizzi

di pensieri già vivi.

 

E inginocchiato il male

tuttora striscia

extrema ratio

 

ma ancor … ci prova.

 

 

 

 

*

Circola viziosa sicurezza

 

E prevenzione

resta una cintura appesa,

a trattenere vizi di famiglia

diluenti d’incisività

 

nella melma d’interessi paralleli

dove, senza vera strategia

ogni minata azione affonda.

 

- E allora …

allora continuiamo

a trattenere nostro fiato

per connessione della sicurezza

al buon senso della sola autovettura

- se ne farà una ragione il conducente -

se lo sguardo al cellulare, poi pare

voglia regalare, proprio mentre,

a pochi metri dallo zebrato

che delimita il confine

tra diritto e dovere

e l’animale

 

- che

vede

un

rombo

dai

bordi

bianchi

e gialla la sua faccia al centro -

 

la fortuna ha voluto

che pedina restasse decisa

a non farsi mangiare:

 

ponendo attenzione

anche per te

*

Suo malgrado

 

 

Debutto

in questa società

regno della confusione

dove indeterminazione

si fa bella e sovrana ragna

 

finanche normalità

è invitata al ballo

delle illiceità.

 

Si spengono le luci

mentre gli obiettivi

restano in un drink

cliché di pubs

di apericene piene

di cocktail alla luna

ed extra night

 

… tarallucci?

 

 

 

*

Senza bussola

Senza bussola

 

 

Navighiamo spenti

al buio, con la sola luce

di speranza accesa

 

per riproduzioni

d’oricalco assenti

di ogni perfezione

 

e dovendo faticare

per sentirle nostre

 

- spaventosi mostri -

 

lasciamo che

tornino al mito

 

… inutilizzate.

 

 

*

Cerca altrove

Cerca altrove

 

 

Abbi tanti dubbi

pestare, sfregiare

ammazzare …

non è pane che sfama

 

companatico nemmeno,

è l’infame tratto caratteriale

del debole di spirito

 

è quello che vorresti

fosse fatto a te, incapace

per affrontare il mondo

 

di far pace con te stesso.

Posto anni luce

dall’anima distante

 

ma nel battere di ciglia

per il contatto, lei

è lì che attende.

 

Quel che basta

è la carezza, la carota

che assente ti è rimasta

 

tra le tante bastonate

- anche se stonate -

che incisive e  virulente

han segnato la tua vita;

 

ma, né in carcere

né nell’altrui dolore

mai …

 

la ritroverai.

 

 

*

La scelta

La scelta

 

 

 

Qualsiasi nemico è una sconfitta… battaglia prescindendo.

*

Sua eccellenza

Sua eccellenza

 

 

 

La gioia del vivere

nell’anima le sue radici affonda.

 

Tra gli organi vitali

la tua eccellenza.

 

Senza si resta, infatti

un ghiaione misto

 

a ragnare

tra animale e vegetale

… non sempre inerte.

 

Fonte e del cuore conoscenza

di ciò che soddisfa

effettivamente.

 

Eppure ancora non ci si crede

e s’insiste

per strade che di perdizione

è dire poco

 

ché l’anima lo sa

che paradiso … inizia qua.

 

 

*

Troppa … la brava gente

Troppa … la brava gente

 

 

 

Gran bei progetti

chiudere bianche tratte

nere, baby, under

contrastare usura

alcol, droga e prostituzione

traffici d’organi e flauti

e infiltrazione illecite

nei nuovi mercati

legislativo, giudiziario

ed esecutivo … mai

realmente cominciati.

 

Loschi affari d’oro

- benessere di cosche -

sulle spalle di povera gente

trovano giovamento

nei reconditi vizi

di tanta brava gente

 

- eppure private di sostegno

chiuderebbero i battenti -

 

Siamo mosche, vittime e vizi

d’incomprensibile sistema

regno di un dovere mortificante

 

dove mai impareremo ad insegnare

con amore, il piacere del sapere.

*

Senryu nr. 21

Senryu nr. 21

 

 

 

Quiete estesa

zitte anche  le cicale

si muore … altrove

*

Ritorno alle origini

Ritorno alle origini

 

 

Remote fantasie abitano in noi

e dall’anima alla vita affacciano

per l’aria necessaria e prezioso stendere

melodioso velo, senza veto anomalo.

 

Affrescano poesie grottesche parodie

limitando al sorriso quel ridi-colo tarlo

che presidia il tempo e scavando

l’origine per grotte cercano

di terrea felicità che conduce

 a due passi dal cielo.

 

Aulici momenti quando volano

velli d’oro tessuti a iosa

dall’alto palco della passione

se di vocalità è intesa, e poesia

a note d’armonia intreccia

scendendo altisonanti scale

tra i ricordi del passato a rivangare

e, a nuova semina, dar vigore

 

dove, il pensiero non s’esclude

né in convento si rinchiude.

 

Metri in ridotte rime dotte e musica

accordi su misura a motivi spessi

sono influenza e febbre, emozione

che respiro trattiene

per stupore poter sopraffare

 

ché giusta risposta “soffia nel vento”

e in un attimo cala la notte.

*

La storia continua

La storia continua

 

 

 

 

Tutti, come sempre

passeremo alla storia

probi e virus

con o senza benestare

di un riflettore acceso

o l’altro

- in dipendenza dal prezzo -

 

Dai probiviri

agli eterni pagliacci

coi propri seguaci.

 

Anche chi è nel silenzio

voluto o costretto,

ombre mute

dal passo indietro

- non solo donne -

 

senza le quali

non si parlerebbe proprio

di quei pezzi unici

allo schiamazzo dediti:

 

i prodi

portatori apparenti

del bene o del male.

 

 

*

E il cielo a soffitto

E il cielo a soffitto

 

 

 

Per mura

vorrei il mondo

 

… e il cielo a soffitto

 

non conflitti posti a tacere

- seduti per non dare noia -

e rimandati al futuro

trasformato in remoto

- possibilità incluse -

omaggio al passato

da cui provengono

irrisolti

 

veli e pregiudizi

che si atteggiano profeti

- poeti benedetti -

e pregiudicando voli

non rischiano la patria

né rischiarano il groviglio

del già grave sortilegio

 

ché a salvare

della propria casa

è solo la bandiera.

 

 

*

Haiku nr. 55

Haiku nr. 55

 

 

 

Gnomico seme

vai … a fruttare tra i ghiacci,

grande tornerai

 

 

 

*

Dell’inviolabilità del vivere

 

 

Già, parlar d’uccidere …

ma vivere cos’è?

Di certo non la strada

da vegetale imposta

- troppe le tasse già pagate -

bollo al macchinario

glaciale compagno di viaggio

per l’aiuto non voluto.

 

Sdraiato in catalessi

d’anonimo letto sfinito

per occhi a soffitto

… fissi, sempre imprecanti

trasognanti mai.

 

Il canto delle sirene

almeno sentissi

l’onesto scambio

di due parole

la voglia del domani

nel cogliere l’essenza

di un bacio, una carezza

 

potessi

in leggerezza scrivere

affinché pensieri volino

a trovar rifugio altrove.

 

Ché non sia solo d’altri

la speranza … ultima.

 

 

*

Svegliamoci

 

 

Voglia di testimoniare

non su ciò che appare, dove

ognuno è libero credente

ma sulla torre, che scacchiera

non vede avanzare

 

con alfieri e fanti

resta guardiana,  con cavalli,

che ad allentate briglia

sono liberi di rifocillarsi,

osserva, mentre

 

con sicurezza estrema

chi persevera a morire

per quella che manca

è sempre chi per l’opera

spartisce l’esigua fetta.

 

Svegliamoci

oppure altrove leviamo il volto

lasciando che del lavoro

moneta continui a misurarne il costo

che i morti suoi … piuttosto

Re e regina lo sanno

 

o presidente, rais che sia.

 

 

 

 

*

Maestri

 

 

 

Tutti vorremmo essere

un cerchio di Giotto

- e parola poco importa -

levigati al punto giusto

dal buon tempo trovato per strada, no

non quello della favola incantata

lì si rischia

di crescere bambagia,

 

da chi ruba attenzione

pensando solo alla panza

a chi viene concessa

in virtù di un’origine tersa,

poi persa, il più delle volte;

mentre rarissimi sono i casi

d’originalità  immensa.

 

Maestri anche in vita ridotta

che nasce e cresce perversa,

smarrita e nel lecito vinta

lontana da tutto, dalla ribalta

o che rincorre

solo un pezzo di pane

non è sfortuna …

è una prova diversa

 

e solo chi ride

lo sa.

 

 

*

Di paura o di speranza

 

 

 

 

E il grande sonno avvolse

tutti in attesa nella penombra

che il sogno s’impadronisse

di un mondo nuovo.

 

 

 

 

 

*

D’amore oltremisura

 

Sorda a chiari avvisi

risposta affermativa data

all'eterna chiamata

di pace riposi.

 

Semplice,

come ruspante in vita

genuino amor di famiglia

gioia ed armonia

 

e fronzoli lasciati

ad addobbare alberi

per un Natale perenne,

 

il ritorno al Padre

che ricongiunge al figlio

lasciando incombenza

a madre terra

 

di alleviar le pene

a chi rimane

col suo ricordo.

 

*

Lo si nota anche in viso

 

S'illuminano strade

e distanze si riducono

in confini che s'annientano

 

l'anima si anima

e di ragione non s'affligge

fianco, fianco fanno pace

 

si sfogano pensieri

in discorsi perspicaci

amici anche i rapaci

 

in sinergia d'amore e poesia

tutt'altro che una malattia

tutto è già domani

 

l'io rapido invecchia giovane

austero non mente

come il dolore.

 

*

Vivere poetando

I poeti inseguono
per essere Poeti
semplici sogni comuni

passione li accomuna
all'amore del tempo
che inesorabile scorre

del prossimo tutto
di viva natura o morta
di battaglie nel vento

di complicati allunaggi
sulle alte onde del mare
per farlo piatto

a gustarne prelibatezze
con un goto bianco o rosso
l'abbinamento è d'uopo

poi, chi non abbaia, ulula
sotto la luna vorrebbe
fare fusa fondendosi

teneramente
a risolvere, giornalmente
l'intricata questione.

*

Non servono fucili

 

Attuali anime ribelli

focolaio di semplici pastelli

- sondine -

prendono per mano mondo

d'affetto bisognoso.

 

Presagio in certezza

che luccicante, tracciata strada

- tra ponti e gallerie -

troppo dissestata, annaspi.

 

Ormai sgranate tinte

di guadagni impropri

aggravate fatiche

cumuli d'immondizia

stremati ghiacciai

bellicose parole

evidenziano confini

ai pozzi, privi di barriere.

 

Eppure possiamo ancora

disegnare l'arcobaleno.

 

 

*

A parole è sempre Natale

  

Scontato

come un regalo scartato

o la crescita di un albero

che peggior parola

la sua sentenza ottenga

dal risultato, e silenzio resti

pallina d'oro

 

ché parola s'è addobbata

sculetta, di dialettica forbita

- ipnotica sequela -

vuol'etita alla corda

appesa per la gola.

 

Parola, gran pretesto

in quel suo mostrarsi lesto

esce presto, alla buonora.

Sempre prima

ma vuol'anch'esser l'ultima

per fare, in proprio, effetto

dar spettacolo di se

come se il tempo

le andasse stretto

 

... solo paura

che fatto non la cinga, e rimanga

a fianco esposto

 

per quel ballo ...

da sempre rimandato.

 

*

Colpa globale

 

 

Dietro un dito

nascosto il sorriso

e le colpe di tutti.

 

Dal concorso, ben oltre

la colpa avete sospinto

un osso buttato nel branco

a placarne la sete. Giustiziere

senz'acqua e nemmeno la voglia

per prelevarla dal pozzo.

 

Ali spezzate e in cielo volate

di leggerezze e pesanti accuse

tornano, per ulteriori

desideri violati

 

ché di analoghe circostanze

nessuno, sobrio nemmeno

 

si sarebbe salvato dalle pietre

scagliate dai nostri peccati.

 

*

Mondo illuminato

 

Alterazione

non è stato

 

dell'anima vincente

 

ma solo piccola

insignificante

pungente regione

 

dove quasi sempre

ragione è di parte

 

tranquillamente

urge metterla

- a tacere -

 

... da parte.

 

*

Natale

  

Diadema a posto,

 

cin cin al nuovo metro

misura che s'oppone

al vecchio quadro annuale

visto e garantito

piaciuto di sicuro

come il fiore

che giunge il venticinque

e la vita accende

 

quando in ogni via

profumo d'amore espande

e sapori e colori, inversi

riscaldano il cuore,

anche quest'anno

si rinnova il momento:

 

s'incoroni

il Santo Natale.

 

 

*

Altra professione

 

Per quattro soldi vendo applausi

o li baratto per due commenti

che diano prova di alto gradimento.

 

Stelle al commerciante attento

alla forma del suo centro

gravitante in superficie

 

solo se t'avvicini noti

che quello a galleggiare

é solo plastica che brilla.

 

Come se l'andare a fondo

non fosse poi, così importante.

Tesse ragnatela la ragione

 

che spontaneità trattiene

e discesa all'anima preclude

obbligandola al contatto

 

con la viziata aria del guadagno

ossidandosi ... suo malgrado.

 

*

Senso civico


L'educazione sociale deve partire presto

prendere il primo treno del mattino o rischia

di non giungere a destino.

Là ... dove risiede il sorriso.

 

Costringendosi a cavalcare

grovigli mentali di comodità eccessive

e fittizie esigenze. Col pensiero fisso

che il mondo, tutto, sia bidone indifferente.

Per creare ventagli d'acqua che accompagnino

pedoni incauti;

raccogliere feci del proprio fufi, dimenticandole

sul primo davanzale utile, se non addirittura

lasciate sul posto;

abbandonare bottiglie solo per constatare

se buca il primo che passa

- giusto per farne cenno -


o lo spargere di incuranti cocci

da parte di quel deficiente

proprio dove tu, al buio

devi passare scalzo


che sì, possono indurre grasse risate

ma domani ... piangono.

 

*

E senza licenza

 

Occasione forma ladri

mentre, tenacia cerca traccia

e fortuna gli audaci

che non siano mendaci

altrimenti, per tutto

è un cambiar faccia

 

poi c'è fame che vien mangiando

e sete che non si placa

 

tutto sposta in altro sentiero

dal deleterio che cerca applausi

e riflettori accesi.

 

Caccio pace perché sazi

s'acquietino vizi e spossati sensi

ammessi a pranzo, previo

 

dell'anima consenso.

 

*

Calvo spessore

Convinto o meno

tra gli inquilini del tempo

anche la vita mia guidavo

- quella che ormai

ben poco insegna

nessun principio ... -

 

e nulla, si sa,

che verso altri può

chi nemmeno se stesso

ha imparato ad amare.

 

Capello parla chiaro

l'evidenza è nel suo stato

da nascosto a diradato

tinto, stanco d'esser rasato

oppure lungo, come quel naso

ché capello non mente

come può un sorriso

un dente mancante o parole

dette al dente.

 

Al capello

si misura il disagio

per vedere cos'ha mangiato

qual'è stato il nutrimento

se nell'anima drogato

d'esperienze, carenze,

d'alcol o droghe.

 

Ora sì

che i principi si fanno attivi

 

senza più libertà di scelta.

 

Ma d'analisi ... si può

qualora fosse logica.

*

Senryu nr. 19

 

Sei solo un sorso

prodigioso sorriso, e

disseti il mondo

 

*

A troppi resta la fame

 

Faticoso pranzare del giusto

con mani legate dalla legalità

- minor lega di una latta vuota -

 

ché più non saziano

riscaldate minestrine

maestranze e braccianti

- ora ... non solo -

portatori e servi, da sempre

dati in pasto ad avvoltoi

con leggi in successione

imposte tra complicati corsi

canali sempre più strani

- tortuosi prefabbricati -

 

senza nemmeno il pane

dei non più puliti alvei

di quei semplici e naturali fiumi

che dal monte

aveano unica direzione

 

... il mare.

 

*

Coccodrillo

 

Vociano gocce

d'eterna battaglia

dell'anima è pianto

e strazio

di cuore leso

 

per l'irrisolto conflitto:

 

dell'uomo la guerra e pace

che all'anima piace

 

eterno come il riposo

il solo che per l'uomo

ragiona a conforto, quando

sprofonda e tace

 

amara piange amore

che manca ancora

e lui...

 

lui tuttora le sparge.

 

*

Come stella per Natale

 

Ritorna il clima natalizio

che all'anima regala primavera

quel giusto predisporsi

al calore delle Feste.

 

Scambiamoci attenzione

un sorriso, due parole... l'augurio

che rasserenato resti

anche il futuro.

 

*

Quisquilie

 

Di fantasia

carenza

e altruismo

ma

ottuse frenesie

lanciano acuti

e dito

ritraggono

attirando

attenzioni.

 

Nullità

che acceca

è sempreverde

e spontanea cresce

perennemente

 

in troppi

altri giardini.

 

 

*

Aperitivo tossico

 

Fauci mostruose
affiancano cammini
sovrappesi estremi
che passi
appesantiscono.

Restano possibili
vite piombate
che rasentano
e attraversano
l'inferno
ancor prima
del suo tempo;

feroci intercapedini
di un destino
il cui sapore
... forse
è prematuro.

 

*

Assenti ... e il tempo passa

 

Di passi

sempre al futuro protesi

e nei passati fasti avvolti

 

troppo spesso

per prassi presente

dimentichiamo chi siamo.

 

*

Obiettivo

 

Sgombro il campo

dall'assedio e tende

di ogni inutile battaglia

così da percepire

il battito del tempo.

 

Tutte si son perse

ancor prima d'iniziare

perché comunque sia

l'amore cede il passo

all'egoismo umano

 

per costante privilegio

d'aver tensione accesa

- e qualcuno c'è sempre

a pagare la bolletta -

 

All'armistizio mi costringo

d'amicizia un ampio sodalizio

con e per la vita mia

 

per poi perdermi nell'anima

e poter ...

 

contemplare il mondo.

 

*

Allenatore di vita

 

Continua Miha

negli aurei traccianti

e non solo pei campi,

traiettorie magiche

di potenti calci piazzati

rare iniezioni

di rabbia e coraggio

 

per fame che non schioda

è foraggio

ché non s'abbuffi d'altro,

 

imperterrito

nei tuoi sofferti - dai ...

provaci ancora

e ancora e ancora

sinché non avrai più denti

 

là ti aspetto

ad armi pari

 

nemmeno tu, sai

vita facile potrai.

 

*

Quello che serve

 

E svuotiamo queste chiese

dall'apparenza

per riempirle solo di sostanza

 

di valori

che di testa, anima e coscienza

meglio governino la panza

 

a placare fame

provvedendo alle provviste

per le maggiori esigenze

e riscoprire il bisogno

di valori soppressi

e dei valori nascosti

 

ché lo stato di bisogno

di alcuno

è passo falso di Stato

 

il suo primo piede

che nella melma affonda.

 

*

Liberté, égalité, fraternité

 

Un unico grande difetto

la libertà coinvolge,

risulta troppo,

troppo pronta all'abuso

 

... è umanodipendente;

 

han ragione i sadomaso,

di metter tutti guinzaglio a mano:

sado ad aver da far di solo sodo

maso ad evitar di farsi male

 

e che dir dell'uguaglianza,

anch'essa di molto non si discosta

dall'aver il suo gran difetto

nell'umana ripartizione in classi,

ordine, stato, grado

ceti, caste, ceste

d'ambienti d'esse e d'esser abbietti

e le loro vie di mezzo.

 

Ma può esse' non ci si adatti?

Per via del poi ... del "beati quelli

che poi saranno i primi"

 

e tutti ... a voler esser ultimi!

 

Anche fratellanza è di famiglia

nel gran difetto:

troppo vicina, la parola,

ha sapore di parenti

e nessuno ... ama gli striscianti.

 

Ma i serpenti sì,

loro possono esser come fratelli

... liberamente uguali.

 

 

*

Vezzo d’audace

Effimera apparenza

vestita esteriormente

in ricchezze ed effusioni

di pretesa bellezza

 

frinire estivo

d'una cicala cieca.

 

Canti chi puote

e fortuna plagi, sì

che non si scanti

 

e cambiando strada

vada tra la natura

di campagna in compagnia

d'anime solari

 

a cercare l'armonia

e compiacersi

in verace vezzo.

*

Olofrastici vincenti

 

 

Coppe per scapricciati no

con cui si cresce chiaramente

senza ma e forse annessi

che sono solo ceppi

per scure

... o cappi.

 

 

*

Capolavoro

 

La poesia più bella

è vita. Presente che previene

pescando nel fiume del passato

migliore e preserva scorrendo

verso il prossimo traguardo;

di fatto, preclude al futuro

prematura morte.

 

La poesia più bella

sposta carcasse, incide

prima e dopo, in un incidente

che, magari, più non accada

col venir meno soccorso feriti

e preghiere ai morti

che parola, portino al destino.

 

La poesia più bella

è scorporare colpe, ridurre a

impalpabile la morsa del male

con palmo, che al sul naso cresca.

 

La poesia più bella

è passione

è neve che regge al sole

è nave che raggiunge il Cile

trasportando raggi di sole

 

La poesia più bella

di sicuro ... è solo la tua.

 

*

Sos



Presente lo sei sempre

non so bene come, ma si sente



è un percepire dolce effetto

sicuro che per noi nutri vasto affetto



e noi ... semplici paladini,

soldatini sempre in guerra, costantemente,



mai a distogliere lo sguardo

che è perso, invano, per un errato traguardo,



nemmeno la croce del sacrificio

ci aiuta a volerti, per un vivere almeno sereno.



Non riusciamo proprio a farne a meno

Tu solo sai, quanto bisogno ci sia ... della tua mano.



*

Senzatetto e non solo

 

Nell'amore che manca

annega la vita.

Fiducia

è la prima che affoga

nell'acqua alla gola.

 

Glielo si legge in viso

il doppio del tempo

pel tempio chiuso

e reti

sempre nella porta sbagliata.

 

E più di qualcuno gode

a vederli nascosti

tra le gole della terra

... figli di un altro dio

quell'occhio

che non vede, il resto

 

conscio e indifferente

passa pilato su golette

a prendere il sole steso.

 

Candide e profumate mani

di tintarelle che costano vite

però, di altro portafoglio

 

per un rossore che

sprofonda nel marrone.

 

*

Unici

 

Col dono della vita

anche il nodo relativo

c'è stato regalato,

 

poca scelta per la strada

- già perfettamente assegnata -

solo sciogliendolo

il dono sarà completo.

 

A porsi di traverso,

di resistenza opporsi

- cercando altra avventura -

vita intera non basta

per riuscire a soddisfarsi.

 

Col cuore sincero

senza macchina che macchi

il circondario osserva

... a soggetto

 

di sicuro t'accorgi

di chi - anche ignaro -

al suo perché

viaggia di fianco

 

... e chi no!

 

*

Preludio alla festa

 

Il mondo

è casa di vita per tutti

 

puntelliamo il cielo

ad evitare

che ci caschi addosso.

 

Ah... se chiunque

facesse quel che compete

non spettatore

ma di giusta spettanza

euro più

né euro meno

e nemmeno

prestanza diversa

 

sostanza ...

d'equilibrio per parte

 

dove nessuno

sia costretto ad optare

se cadere

o andare alla guerra.

 

*

Un bagnetto... e vi(t)a

 

Dalla sorgente

come un fiume

scorre perenne la vita.

 

Noi

a tuffarci in lui

in suoi punti imprecisi

prima ... o dopo

- ma non oltre la foce

già grande mare -

 

né nord, né sud

ovest, est

... nei loro colori

ad ergerci o sotterrarci.

 

Noi, non unica

ma, vera e variopinta guida

del nostro breve tragitto.

 

Perplesso sulle zavorre

io eviterei

 

di non imparare a nuotare.

 

*

Questa bomba di vita

 

La vita è cosa seria

e mina vagante

talmente seria

che serve giocarsela

bene, in un'unica mano

ché molto raramente

concede rivincita

 

senza previsioni

né anticipazioni

sull'indolore, propria

esplosione.

 

*

Superarsi... nel tempo previsto

 

Nell'ignoranza del suo stringere

illuminiamoci del nostro immenso,

 

non andremo mai oltre, solo rinchiusi

nell'eventuale obbligo di riparare i danni

retaggio, che i nostri panni impregna

- eredità passiva di patrimoni appesi -

 

di quattro soldi per svenduti ideali

bustarelle e compresse per cefalee

spinte incomprese di complessati

bullizzati distratti confinati

in se stessi e, di cultura, arroganza

rincorsa dalla sua stessa carenza, obesi

dal proprio peso offesi, e invidie

riposte in errati cassetti o al galoppo

sull'asfissiante indifferenza

dettata dal mercato e le sue leggi

con diritti e doveri sempre in lotta

sui banchi di prova e tribunali,

 

perché naufraga l'esteriore bellezza

ancor prima del suo tempo

 

se non rivestita

dal peculiare suo interno.

 

*

Avevamus re

 

Già è un anno di senato

dacché Romoletto,

a trovar gli dei, se n'è andato

 

santi numi solo a crear scompiglio

è arrivato, divise l'anno:

troppo lungo e troppo corte.

 

Li ho per nascita

ostinato il terzo,

solo con le tulle per il Celio.

 

Ancor è marzo

dell'avventato

sceso giù per il cunicolo, quando

 

a Tarquinia si spostò Prisco

cercava un vanto di centravanti

e con Massimo comprò ludi per il circo.

 

Ma serviva un cavallo piccolino

in vimini col crinale,

lì ... ci pensò Tullio.

 

Dopo che 'l Tevere regalò il luccio

con quella tarchiata faccia superba

non si poté più pescare,

 

il luccio bambino volle dare il la

ad uno sport piuttosto brutto: il lucrato violetta

stop di Bruto che ci mise una pezza immediata.

 

Ecco perché ora a Roma mai si vince

troppi sono stati l'essepiquerre.

 

 

 

*

La poesia



Per fare poesia

non serve invito

nemmeno sonoro motivo

neppure sostegno

di quadro stupendo

... se è poesia

esce dal cuore

condita, con un po' di ragione

sposta in un quadro

ad ascoltar musica

di tutti i colori

e ... senza pagare biglietto

le basta solo, un gesto d'affetto



... la tua lettura.



*

Senza freni

 

I freni servono

per non andare a sbattere

contro il muro o la natura

e d'omertà, certo, non si rallenta.

 

Senza freni anche un treno

difficilmente resta sui binari

si spostano le forze, di natura

si violano le leggi – e per tutti

non sono fiori - che deraglia

capitolando; ma treno ...

ne costruiamo un altro.

 

Di passeggeri no, loro deviano

il corso di vita naturale muta

s'affossa la via

il largo si stringe

si chiudono vicoli

impraticabili

divengono i passi:

s'espande un posso

rubando ad altri, dove

s'incrementa il devo

 

e in quel sottostare, previsione

- come per il tempo - l'altro sia dittatore

in libertà e senza freni

per altrettante leggi ...

del nostro falso mercato.

 

*

Chiave di lettura

 

Prendo atto ...

non sarò mai famoso

non ho aggiustato il passo

nel tempo. Più che metafore

lancio meteore e la metrica

la lascio sciolta e libera

di vagare sull'onda

tempestosa di

anima rigogliosa

e non m'affanno

sia già stato detto

in proprio ribadisco

pongo in risalto, dico

dev'essere considerato

poi, ognuno resta libero

di  interpretarlo o meno

perché lo scritto, domani

avrà bisogno d'ossigeno...

Io dalla toppa, controllerò

 

*

Abati e badesse

 

Potremmo mangiare pace

e bere armonia, potremmo

aver per casa il mondo

ma il caso ce l'ha escluso

 

potremmo stare

a contemplare il mare

inebriarci in fiori

parlare con gli uccelli

e gli animali tutti

e a mani nude

raccogliere pesci

... potremmo stare

a parlar d'amore

 

ma senza infierire sul nulla

sul peccato originale

e i suoi fratelli

noi proprio

non sappiamo restare

è come ...

se mancasse il sale

 

eppur si muore

ancor prima che faccia sera.

 

Potremmo ...

purtroppo preferiamo

gustare guerra

e sputare l'amaro suo veleno

 

ché non abbiamo

paura della notte noi, noi

siamo esseri superiori.

 

*

Vitelli convinti - Convinced calves

Vitelli convinti

 

 

Dal proprio offesi

vitelli avvezzi

e di sadomaso oppressi

figli del nulla

e al nulla protesi

carne da macello

che profana tombe

 

ciechi alle trombe

di astri e mobili massi

anche mosse ...

di madre pancia

e devastante

infiammato vento.

 

Di sensori

inefficaci al sacro

a cui ormai

un soffio solo ci unisce

 

sempre più fine e pronti

per lo spezzatino

casomai ...

si spezzasse il filo.

 

 

-o-o-o-o-o-

 

 

Convinced calves

 

  

Offended by their own

accustomed calves

and by the sadomasochism oppressed

sons of nothing

reached out to nothing

cannon fodder

that desecrates graves

  

blind to the trumpets

of stars and movable boulders

also moves ...

of mother belly

and devastating

inflamed wind.

  

Of sensors

ineffective to the sacred

to which by now

a single breath unites us

  

more and more thin and ready

for the stew

just in case ...

the thread broke.

 

 

*

Cinquis d’haiku

 

Arrivo assente

perenne estate tace,

sorda partenza

 

Non preso ultimo

ciao di primavera,

peso in eccesso

 

pensavo autunno

almeno m'aspettasse,

più fretta che mai

 

lasciato inverno

riscaldarsi alla brace,

ancora aspetto

 

intanto godo

variopinti momenti,

vita donata.

 

 

*

Come cala l’asso di bastonate

 

Sciolte piccolezze

assorbite con nonchalance

la pura indifferenza

che appare zucchero nel caffè

 

... assenza di sorriso

mancanza di un buongiorno

una parola persa

un'altra troppo intensa

in colore non gradito

e quel giocare a torto

gli assorti solo in se stessi

inclinazioni al me ne fotto

 

ma di sciocchezza

in sciocchezza

giunge il gigante

che, come nulla fosse

passa sopra la gente

 

e si arriva al dunque

dove, probabilmente

Uno si riprende il gioco

oppure tutto

e tutti gli altri perdono

 

salvo perdono

non privo di bastonate.

 

*

Realtà

 

Rosso

pronto è soccorso

alla prova

dove il tempo non conta

dove i binari di una vita

cambiano, assumono cicuta

e vanno per morire.

 

Un uovo che si rompe

e avvolte nella nebbia

certezze mutano, in indigesti

fusilli allo strike

 

una camicia che si accorcia

si alza ... bianca

come una bandiera

e spasmodica diviene

la ricerca a ritrovare voce

per il capitolo a conclusione;

 

ed ecco, come tutti

dimenticando chi siamo

torniamo bambini

ad esatto contatto

 

con la sostanza.

 

 

*

Al traboccar ... Quante gocce ?

 

 

Balocchi, pulzelli e distratti artifici

fuochi

continuano a brillarci negli occhi

spenti

che non sian vedenti l'esatto insano

stato,

in cui senza accorgerci ci troviamo,

apatico.

 

Nessuno

ritiene di voler far volare il paese, per

amare

solo se stesso e la cerchia ristretta

società

compresa, solo se per azioni non

muore

vive e produce in quel cuorefoglio.

 

Fuochi spenti per

uno stato apatico

 

nessuno ad amare

... società che muore

 

 

*

Ma può reggere il palazzo ...

 

Ruba l'aria l'ego, che circonda la terra

 

permettendo invasione di sentimenti

travestiti di buoni auspici

che ammaliano l'anime

dov'anche male fatto

appare degno

 

creando eccentrico

il disegno

per costruire piani

sfalsati, sino

all'attico

 

il proprio.

 

*

Leccornia dell’anima

 

Poesia, 'na caramella:

se a lettura cominciata

ti prende per la gola

e ... ti trascina in mare aperto,

 

per viaggi immaginari

con tristi personaggi

d'oggi, ieri e pure di domani

 

tra rose leggendarie

primizie di pensiero

o barzellette varie,

 

con veri amori

tra acute sensazioni

e vivi timori,

 

anche senza senso

... scarsa importanza, il nesso

 

ciò che scardina, si gusta,

e aggiusta uno stare,

 

tosta uno stato piatto

d'involontaria stasi

 

inebria, che quasi

ti vien voglia di volare,

... ma come fa

a non piacerti il mare?

 

*

Ridire

Solo parole sole

sole nelle parole

luce d'unione, anche per fatti ... magari ci si levasse il mare.

 

Solo parole di fate

fate solo parole

quando oltre a magiche bacchette, si vedranno ... fatti.

 

Solo parole fini

fini delle parole

sian pure sane e belle, d'aristocratico vestite, ma ... in giustificato mezzo.

 

Solo parole a saldo

saldo con le parole

qualità può anch'essere al minore, ma se unisce, il prezzo si può anche non guardare.

 

Solo parole a versi

versi di parole

stridenti mugugni, latrati e lamenti, lanciali ... e che giungano sino al cuore.

 

Solo parole amare

amare con le parole

senza zucchero solo caffè, ma per la vita serve ... la caramella gemella.

 

solo parole di valori

valori nelle parole

gemme nei fatti, ripristiniamoli a nostri dei, a spianar la strada da Dio indicata.

*

Burlin burleta (la marca)

 

O

 

o

 

o

 

 

Signore

di mezzo

e  sigaro

con  l'età

che  cauta

di  contare

ha smesso

da tempo

e che da

un pezzo

in abuso

 

getta

fuori

fumo

fiori

mai

 

*

La menzogna

 

Estese voci taglienti

minano ambienti,

minimo affanno,

recano danno

solo se pari pari

incontrano

inconsistenti

... povere genti

*

Terra d’odissea

Pare che la nostra peste

siano gli scarsi posti

predisposti per l'olimpo

 

ché a nessuno piace

mettersi in pista

solo per divenire

un lauto pasto, qualcosa

che piace alla gente

 

o da spremere

- come una pustola -

 

Comunque prode intruglio

- l'antibiotico -

nella prateria è sparso

poco importa

se di trotto o galoppo

l'essenziale

è di briglia sciolte

 

- e ingoiarlo senza imbroglio -

*

Un collare per n’amico

La miglior meraviglia

del mondo è la vita

così, com'è stata regalata

nel suo muoversi fecondo

il continuo rinnovamento

di stagionale priorità

e l'aria e l'acqua

sole, luna e le stelle

coprotagonisti

di sogni annessi

 

la morfologia della terra

dalle voragini vertiginose

alle altezze mozzafiato

e della scuola di viaggio

di fauna e flora

che nel dare e nell'avere

si basterebbe pure;

 

peccato l'uomo

e la sua libertà devastante

 

- nemico ... senza collante -

*

Deutschlander

 

Bosco

indecisa foresta

o giungla è l'Unione

 

parola di certo

da ogni albero sboccia

anche tra rovi di razzismo

diamantati divari

del diffidente sottobosco

dove, non matura mai

 

mentre pregevoli frutti

restano in attesa

che l'uomo si ritrovi

distante da ceti

di razze impure

che senza pulpito

con spregio tacciano.

 

Martellanti colpi

di clacson suonati,

calzatura usurata

di superiorità presunta,

per mantener privilegi,

all'unità recano danno

 

ma forse è voluta

per lo scimmiottare

di qualche umile servitore

... a trovarne!

 

Facciamo non resti

un'Europa ceca ...

 

*

Comodino d’amore

Comodo e gratificante

quel reciproco comodato

d'uso gratuito che a suo tempo

ci siamo regalati.

 

Riempiendo ogni vano d'affetto

l'abuso abbiamo precluso.

Privato di ali.

Escluso dal volo.

 

Mentre contiene scintille

effetto del nostro contatto

ogni cassetto che apriamo a caso

 

tra un tempo e l'altro

nelle svariate, concesse puntate

di questo nostro caro film.

*

Quadri

 

Qualcuno

ha dato

e ricevuto

due di picche

ché non tutti

son stati fiori

premurosi

solo i cuori

d'amori

in fumo

ma i ricordi

quelli furbi

sanno restare

ancora

al muro

... appesi.

 

*

Cos’è la vita ...

 

Se non la semplice ricerca

d'equilibrio tra dare e avere

 

che per nascita infetta

manca. Subiamo il peccato,

degli stessi nostri eccessi

ché "le colpe dei padri

- non muoiono con loro -

ricadono sui figli",

 

contrasto del fato

dal diritto lasciato

 

sia sul pacco di soldi posto

in cascina per prassi

a futura memoria

 

dove sfacciato è rovescio

di un dovere sfasciato

- ché senza scarpe si cresce -

 

figlio d'arte o di magnate

privato di quello che serve

per affrontar superfici

di tutti i colori

e nel profondo s'affonda

 

ali tarpate, passioni annegate

è fame ... sfamata

che più non preme

 

sia chi al pacco è costretto

d'indispensabili ed evidenti pecche.

 

*

Amino e Acidi

 

Scorreva buon sangue

quasi assiro babilonese

tra ammino e acidi. Veri amici

stringevano patti proteici

 

a protezione di massa.

Erano anche pro teine

- le veline di un tempo -

e cantavano e ridevano

 

e tutti i giorni giocavano

intrecciando rapporti stretti

coi rami degli alberi spogli

d'armonia riempiendo.

 

Marcate le preferenze

a momenti alterni

con la nina, la pinta e la tina

non senza proteste

della santa maria

 

e con lei cina e gina

rosse in viso per l'intrusa

e l'esser state lasciate da parte

tra l'altro, al domani

e passasse

per rina, sina, lina e ina

ma fano, mico e tico

... non vi dico.

 

Begli amici, si dice

dei veri e propri principi

dal principio alla foce.

 

Chissà ... a rimanere amici

ci avrebbero fatto attraversare

anche l'intero mare!

 

*

Manca coraggio

 

Persi nel buio

di ambiente ostile

cerchiamo lumi,

 

vaga ragione

cerca mulini

distanti dal vento

 

e da battaglie

create in convento

ritratto di resa

o di pretesa

per cosa perduta

e mai avuta,

 

si sentono sguardi

di serpenti i morsi

e speranzose sirene

appoggiano causa

irretiscono senza pausa

creando scompenso

 

nemmeno viandante si volta

novanta paura

 

di entrar nella rete.

 

*

La perla e la verità

Per la verità?

 

Sempre dritto

sino al palo del distratto

poi si sale su

seconda a destra

subito a sinistra

e su, su, sino alla sorgente

là, all'origine del tempo, dove pura

è l'acqua ancora.

 

Perla la verità

tra vanità che cercano consensi

e del contrario, poi, si convincono

disinteressata al seguito:

nell'affamar ... si sazia.

 

Bea restare in lei

poterci sguazzare insieme

senza regole da infrangere

ché leviga accarezzando

lasciandosi assorbire

mentre si scende al mare

 

e sali, sali

senza il complicato tirar di somme

di un computer

ma nel semplice sentire

di un'anima felice.

 

*

Scrivo rette o quasi

Scrivo per me

e di cassetto precluso

nessuno lo vede

 

scrivo per te

veliero proteso

nel numero chiuso

 

scrivo per lei

che sa nulla di me

nella pretesa di se

 

scrivo per loro

ché nel mondo rinchiusi

patiscano meno

 

scrivo per voi

e penetrante contagio

sottile supplica sia

 

e scontando pene

autimposte, a fatica rette

 

scrivo per noi

 

*

Uomini e donne

L'umano ci spaventa

come l'essere diverso

potrebbe ... risultar perverso

- sventata macchia dell'anima

mai tenuta a bada -

 

Nessuno al proprio posto

la femmina, una torta

il maschio e la carota

e dolce la fatica

del mischiar quei gusti

che alla fine

gratificherebbe pure

- inganno dell'attesa -

 

e polari consuetudini del nord

verso sud – viceversa -

dell'ovest a glaciar l'est

e di colori sbagliati

e di dollari contanti

e di origini scontate

e del passo che non cedo

sul tuo credo, dove nulla

mi appar sereno

 

e di castelli costruiti

di sola superficie estetica

- l'affronto per carente -

pregio di eletti

comprati da altri.

 

Accarezza il bene

affondando la ricerca

senza guantoni il male

- nel cui digiuno

non sappiamo stare -

 

Torniamo ad esser angeli

seppur avvolta di beltà

restare sulla terra

senza minima volontà

non è proprio cosa nostra

 

uomini e donne

... hanno ben altra intesa.

*

Abbracciamoci

 

Non siamo frutti

di alberi del mistero

- pregiati o selvatici siano -

ma isole

alla deriva senza peso

 

amorfi pezzi

di risentimento pregni

e divagare

nel mar del vago

 

semi

alla ricerca di terraferma

- amor che ci accudisce -

ché di valenza si possa

andar oltre le braccia

 

ad intrecciar radici.

 

*

Mormorò la poesia

 

D'arte propria

poesia distratta

 

costretta a paludi

di stretto potere

 

un cappio che stringe

puro oppio per altri

 

concretamente s'ode

- altra è la strada,

 

nell'astratto diritto

di cantare vittorie

 

non pagan due lire

l'attuale valuta

 

voluttà spiccia

che troppo spiace,

 

s'erge su vette

a ridosso del mare

 

dove sibila il vento

che riunisce sirene

 

e libera l'anima

... coglie motivi.

 

 

*

Dai nemici mi guardo io

 

Gli amici nascono

corrono sui campi di battaglia

spezzano lance o tirano frecce

 

come fossero funghi

levitano o 'l tempo t'avvelenano

tra impropri e riflessi propri

 

vivono di fragori e calde luci

clamori e d'ombre, orientati,

 

in ottimali condizioni,

verso calanti lune prive

di vento e adeguate piogge

 

apostrofando il tempo

personal tiranno

che l'attimo trafigge

 

ma fuggono d'amor assente

vengono e a gradimento

vanno ... restando

 

e nel pregio della distanza

di preghiera coi suoi motivi

ad evitare becerata perdizione

 

cavalcano Divini lidi.

 

 

*

C’entra e non centra

 

Son solo parole che vanno

o meno a bersaglio

come se: t'arriva 'na centra,

quasi perfetta al centro

per allusione che grave

giungerebbe sul grugno

ad un popolare prezzo

terminale inclinazione

di molte discussioni,

fosse giusta chiave

per tutte le toppe.

*

Per non dimenticare

Giungeva il tempo

da troppo privo d'attenzioni

Polcevera ammalato

... collassava.

 

Sotto polveriera scorreva

ora ancora

ne raccoglie le ferite

- cocci, parole e sogni -

 

feritoie da cui osservare

sfollati e feriti

ad aiutare intenti

quei predestinati

 

quarantatre ...

volontari involontari

che sullo stesso punto

stan costruendo il ponte

 

nuovo, non più Morandi

ma Brooklyn, il sogno

non solo americano

ponte dell'esperienza

e della grande speranza

 

viadotto attenzione

che conduce a rispetto

 

han detto:

- anche domani.

*

Professore

 

Gusto e pazienza attingo dal tempo

attempato matusa, bianco di barba

e lunghi capelli, posato nel fare

 

da sempre, si adagia pacato

e trova risposta per ogni palato.

 

Con trasparenza al mondo s'affaccia

raffinato nel gusto, però, più di qualcuno

nemmeno s'accorge e vuol proseguire

pel ristorante successivo - "dal domani" -

 

come se oggi fosse a spese d'altri

e di ieri il diverso sapore che piace.

 

Il tempo è maestro: decresce e cresce

di piace o non piace, e medico

al momento stesso. Nell'insegnamento

gioca benevolo, del brutto e bello

l'adattamento, quando s'arrabbia

ora, son trombe e folate di vento

sbaglia alle volte e l'immenso si piange addosso

nemmeno s'accorge che noi siamo di sotto,

 

ma meraviglia quand'è col sole

dell'armonia sprigiona mercato, da lui

soprattutto ho imparato il richiamo

 

del sereno ... dopo ogni temporale.

 

*

Tragicamente

 

D'origine e poco oltre difettosi

inconsistenti gerle di pensieri

bene assorbiamo il male e, atroce, il bene

male, sul subito ce ne priviamo.

 

Rubiamo spazi e ci proviamo

mentre rubini e perle là sul palco

stanno a ridere dell'opera il pianto

perennemente in scena riproposta

 

senza nessuna variazione al tema

di guerre, vincitori e capi chini

tramanti vendette e freddi ritorni.

Tutti intenti a posticipar problemi

 

noi, rincorriamo sconosciuti miti

balocchi travestiti da farlocchi

di primattori in passerella, perché

lì, ci dice di passare il nulla

 

con spese a solo carico del tempo

che, nulla fosse ... passa inutilmente.

 

 

 

 

 

 

Nota: Ho sciolto un endecasillabo, nella quotidianità di sempre

 

*

Ad ognuno la propria parte

 

Radici affondano in mare d'ideali

purtroppo, non per tutti uguali

 

non che poi sia così grave

son solo spinte, in fondo

che mancano alla gente

 

spingere nord ad abbracciare sud

il ricco ad esserlo un po' meno

al sapere il bello

che a furia di tirar si spacca

e paperino un po' più a est

quell'auto che non parte, tutti

nel sereno versante

 

lasciando da parte i risentimenti

e l'inverno al proprio ruolo

per conservare gli iceberg là

dove servono effettivamente

 

a far del west un faro estivo

e di questo prato ... un vero

giardino fiorito.

 

*

Stelle

 

E

cielo

esplode

notte di mille e più luci si riempie

luccichii di amiche festose

sono tutte in accordo

tengono i tempi che

delicati         svolgono

per                          noi.

 

*

Virtude apparenti

 

Di virtù travestite

da trapassato tempo

dedite a strappare

applausi e consensi

siamo tutti, parenti stretti

 

virtude apparenti

- fumo -

quel che consente

di riempire la panza

- cash -

e nessuna importanza

dell'animo, che ne risente

 

- d'alcol -

un digestivo e via

col pelo si riparte.

 

Gioca raggiro

vuole barare

- con dipendenze

e indifferenza -

 

ma tutto il mondo, no

proprio no

non lo puoi ingannare

 

... ne fai parte

 

e tu lo sai ...

quello che sei.

 

 

 

*

Calende cinesi (questioni di tempo)

 

Guardiamoci nelle palle

che oculari s'intendono

già troppe fregature

fanno bello o brutto tempo

a prima vista e cambiano

d'approfondita ipotesi

 

e francamente ritiriamoci

in camera di consiglio

appendendo al muro

orgoglio e privilegi

gratis dal cilindro

non nascono conigli

né fiori, né colombi

 

che oltre cinquemila

sono le ripercorse orme

tra ombre identiche

che la notte infestano

 

ed è ora ...

che giorno faccia festa.

 

 

*

Di verso in verso l’amore

 

 

Finché c'è verso

c'è poesia

... speranza

che l'anima riemerga

dalla melma, ove

l'abbiamo affossata

riprenda posizioni

e finalmente viva.

 

 

 

 

 

 

 

*

Una mela al giorno

Poeta

è il signor carta bianca

che da qualunque traccia

... se l'inventa

 

e narra, narra

privo d'argento fine

regala recondito

e cantando lascia

oro, bronzo

e cesellati metalli minori.

 

Sfogliando, sfogliando

si coglie il frutto

condito pel re, per te.

 

E crudo o cotto a parte

peccato che di stagione

non a tutti piaccia.

 

 

*

Ad ognuno il suo viaggio

 

Teste per le nuvole

che peso si sobbarcano

di flusso raddoppiato

 

per alti passi e speranza

... restino distesi

nella pretesa concentrazione

 

protesi di distanze

e portafogli

 

per rombi poggiati su spazi ridotti

per l'aria satura e piemme non parla

e ul rastrel par la tera

 

"in diventoo tucc pirla chi alter"

 

e speranza

che restino al posto olter

che loro spetta

insieme agli altri rimedi

 

... estremi compresi.

 

*

Senryu nr. 18

 

Furia del west

due punto zero, perso

è prigioniero

 

*

Doppio mento

 

Animato d'anonima sicurezza

svesto dell'uomo i panni

e l'animale vivo a capofitto

 

mentre pia s'erge l'anima

cerca consensi tra se, forse

e può darsi

 

e non s'accorge del sole

sorto e tramontato

così, come sempre

 

e di pio verso

torno bambino, ricerco l'ala

che dopo mazinga

mi porti alla zeta

 

pressoché certo di far la franca

curve... da capogiro!

 

*

Vivere

Amo azioni

che 'l sogno infrangono

e d'emozione salgono.

 

Traccianti nel cielo

che si spingono alti

mentre indelebile

residua traccia

nell'anima incisa

 

rasentano l'altro

assorbendone luce;

oltre il confine, solo

a motore spento

 

e aldiquà

pane e peccati

trattengono il fiato.

*

Tessere vita

 

Ricami rubati all'arte dei merli

e dei loro figlioli, reattivi risvolti

all'ombra di fasti ... mancati.

Inconsistenza di punti fissati:

ombra che sul giorno incombe

catene a trattener le stelle

vapore che esce dal piatto pieno

nodini spazzolati e ricci ribelli

... infinità di croci. Troppi spazi

adornano differenze, celandole

solo a chi non vuol vedere.

Ben disposta accoglierebbe trama

ordito nel suo telaio vasto

- giardino, giaciglio d'intreccio -

ma l'ingranaggio appare stanco

da più tempo senz'olio, grippato.

 

Motivi ... di una coperta corta

e che mal lavata si è pure ristretta.

 

*

I Poeti

 

Accedono
al mondo che non c'è
dove un sorriso
costa meno di un reso

con tasche piene
dell'armonia che serve
tracimanti...
per un regalo al prossimo

d'anima provata
da vita poco attenta
forse distratta da troppe
attenzioni avverse

che vi han fatto capolinea.
Certo mai capo abbassano
rosicano, ma non demordono
restano attorno al tavolo

il conto
non li spaventa.

*

Essere e avere

 

Nella corsa di tutti i giorni

la paura di non farcela

e quel residuo di adrenalina

che spinge soddisfatti a sera

 

a recuperar le forze

per il giorno appresso;

 

al traguardo gli arrivati

privi d'inquietudini che turbino

spenti, come candelina

che ha consumato il giorno

 

in attesa che 'l calendario

bruci... quel domani oppresso.

 

 

*

Al museo ... prima che sia tardi

 

 

 

- Alveo -

un contenitore vero

di questa nostra vita a volte

infame, quasi volesse copiare

gli istinti peggiori che a sfamare

riusciamo mai. Maldestri maestri

pochi nostri pensieri sviluppano

costruttiva arte, so' tutti di parte,

col suo domani posto a rischio

tanto pare ci aspetti Marte

un miracoloso porto:

aloe vera

 

*

Senza ... il niente

La vita è poesia

senza ... cosa rimane?

 

Un'accozzaglia di idee

informi

un refolo che disorientato

soffia

un natante alla deriva

chiglia forata

che più di tanto non galleggia

la luna

cercata da un aliante

l'orso

in via dell'estinzione

 

diavolo ...

quell'angelo perse ali

sprovveduta terra

soggetta a fremiti.

 

La vita è ritmo

fantasia armonica

tra dare e avere

tra diritto e dovere

tra pretese e attese

 

un complesso che suona

per chi ha fame.

 

Puoi anche avere

tutto il pane che vuoi

 

ma la vita non ha denti

senza poesia.

*

Fedeltà

 

Scarto baci, uno dopo l'altro ... sono tutti doppi.

 

 

*

Ogni posto il suo costo

 

Per salire

si salgono scale

illuminate a giorno

ma non ci s'accorge

del vuoto attorno

 

quel pieno di niente

che avvolge e poi stringe

 

sul piedistallo ignaro

ognuno ignora

che lì proprio

non si è messi per caso

 

abbagliati e distratti

non si nota il prezzo

... eppure esposto

 

che non può

non può di sicuro

 

esser lo stesso.

 

 

*

Tutelati dai tutor

 

Immersi nel pericolo

dettato dalle regole del gioco

proporzionale

alla carenza di rispetto

 

non so quale animale

dell'uomo, sia più strano

 

- capace di colpevolizzare

la semplice violazione

al limite di velocità

causatrice d'incidente

quando

se non è pericolosa

nemmen ne è fautrice -

 

in questo scriteriato

predicare

 

- ben conscio

che anche al di sotto

del limite preteso

il pericolo è latente

e incisivo per l'incidente

solo ... il concretarsi suo -

 

che non sarebbe atteso

per finezza d'intelletto

 

- pur se attenzione

alleata di rispetto, si sbracci

a più non posso, ma purtroppo

par non venga mai accolta -

 

o ... sia ben altro

il razzolare!

 

 

*

Illuminanti

 

Diverse orbite

ospitano i Poeti

per rilasciare stelle

a variati lumen

 

energia

dal proprio centro

gravitazionale.

 

Raro

si resti ad osservare

le più accecanti

 

- ... servirebbero ben altri occhi -

 

ma loro

non hanno certo bisogno

di riflettori accesi.

 

 

*

Una manna

Giostrano Nazioni

ranghi, razze ed etnie

 

nonostante per campi

i terreni sian limosi, sabbiosi,

argillosi, ghiaiosi

 

e ci sono campi e campi

 

campi brulli, campi incolti

campi dei miracoli, terrazze

a raccolto sicuro

e tanta fatica compresa

 

campi ormai collusi

oppure oppressi, campi esausti

campi dei mille usi

 

liberi o da servitù gravati

da ipoteche

 

lussuosi campi

concimati di fresco

o tirati a lucido

per qualche partita soft

palline e bastoni

 

e maestri nei campi

 

con bastone e carota, o

amanti del sorriso

curatori del prodotto

quelli rivolti al ricavato crudo

chi di conoscenze ha un ampio spettro

e chi invece, solo spettri dal passato

chi non sa nemmeno

perché sta al mondo

chi vuole la luna

da mettere nel pozzo

 

o meno...

 

Ahh...

poter scegliere dove crescere.

*

Già ... perché si pubblica?

 

Scrivere per scrivere

poi s'infila nel cassetto riservato

rosso timoroso, in attesa

che al lume di candele greche

si faccia poesia

 

trasformazione ...

che raramente avviene

ben pochi azzurri

baciano rane.

 

Io scrivo in via dei principi

tra 'l sei e il sette

e, perché si legga ... pubblico.

 

Ma pubblicare per pubblicare

il rischio sale

d'incrociare incrociatore

senza fiori nei cannoni

e le sfere son sfinite

da previsioni troppo

troppo dal tempo dipendenti.

 

Pubblico per condividere

per non tenere dentro, per

per ribellione

a questo illogico trantran

- ingarbugliata matassa

di ingiustizia perenne -

 

per regalare

per cercare di creare

e per non morire

prima di quando

sopraggiunga il suo tempo

 

non di sicuro per stimolare

complesso imbroglio

di complessati pregi e/o difetti

- complessivamente interessati -

 

Sia di Cesare

solo ciò che è suo

ché poesia è dell'amore

né di tripudio né di tribunale.

 

*

Essere o saper essere

 

Mondo cadente del proprio assetato

sotto giogo non t'accorgi del poco

e della soddisfazione che manca.

Vince avere su essere inconsistente

 

resta di fatto dal tarlo mangiato

e riempie il tempo di: "io sono" - loco -

magnate, prof, direttore di banca

finanche comandante ... presidente.

 

Yacht, l'avere senza chi detiene,

a deriva privo di timone e rotta.

Di vincenti e vinti consolazione?

 

Saper essere fine acquisizione

da lezione e da null'altro corrotta

mutando senso ... affinato per bene.

 

 

*

Manca la sete, non l’opera

Non senti

 

quegli accordi sinceri

che tengono nel tempo

senza preciso contratto

con poche

non marginali note

 

come precisi versi

reperiti nel vento

prodotto dell'anima

non siano sibili

ma arie ...

 

di bravura e portamento

dopo la sortita, cavatina

prima del sorbetto

 

che però troppo risentono

di caccia, di guerra

e di catene

 

di armonia

... che manca.

*

Specchio fedele di vita

 

Varcato equilibrio

nello specchio evidente

che un figlio riflette

e non sentire il suo grido

 

rifletti, il tempo passa

cessa lo spazio previsto

finisce e più il piatto

rialzar non potrai

 

- barare non serve

bleffare nemmeno

non è poker la vita -

 

Corrosiva resta la resa

ma è male minore

del senso di colpa che agisce

e maggiormente

a fondo ti spinge.

 

Nei nostri problemi rinchiusi

scordiamo costrutto

e senso di marcia

e anziché oculata spesa

 

aspettiamo che giorno

giunga solo a sera.

 

*

Specchio fedele

 

Varcato equilibrio

nello specchio evidente

che un figlio riflette

e non sentire il suo grido

 

rifletti, il tempo passa

cessa lo spazio previsto

finisce e più il piatto

rialzar non potrai

 

- barare non serve

bleffare nemmeno

non è poker la vita -

 

Corrosiva resta la resa

ma è male minore

del senso di colpa che agisce

e maggiormente

a fondo ti spinge.

 

Nei nostri problemi rinchiusi

scordiamo costrutto

e senso di marcia

e anziché oculata spesa

 

aspettiamo che giorno

giunga solo a sera.

 

*

Meno male

 

Mali, mali ...

ammalati ... mai!

 

Dolore a segnare vite

d'antipatico colore

 

d'atipici a sincronici

e stagionali in bianco e nero

 

trascinano sotto zero

e consumano in pochi istanti

se di vernici atroci, prolungati

solo in tinte tenui

 

e meno male

 

però mai preavvisino

psicosomatici

o simpatici che siano

nemmeno per e-mail

 

e con sempre nuove tonalità

colorano mali all'ultimo grido.

 

Parlano, parlano

urlano sempre

i mali, ma noi

ad ascoltare ...

impareremo mai?

 

 

*

Haiku nr. 11

 

Nel grande lago

 

tuffo i mesti pensieri,

 

che s'acquietino!

*

Per l’Ares

 

Teste oltre le nuvole

il richiamo della Luna

dello spirito di Marte

guerriero, la sua arte

 

o spingono ipotesi

alla ricerca di nuovi mondi

 

ci si imbattesse mai

nell'elisir di lunga vita

nel pozzo ... colonizzabile

 

giusto a profumarsi

l'aria attorno, a crearsi

quell'alone di potenza

infinita, fragranza

di nuovi schiavi!

 

Nessuno ha dell'acqua?

Vorrei veder nel Sole

... il padrone di casa.

 

*

Dell’arenarsi

 

Esclusa

menzione di merito

 

menzogna

è una scusa

 

l'escamotage

per evitare giusta sfida

 

è l'incontro

di colpi gobbi

dove l'aria si fa obesa

 

dove non sbocciano più fiori

... solo l'offesa

 

e pennello lì si blocca

è contro blocco di cemento

che di fatto s'è frapposto

e oltre, certo

 

vita non dipinge.

 

 

*

Certezze

 

Poliedriche

e colorate note

la vita

a disposizione pone

 

nessuna ...

perfetta composizione!

*

Indicativamente

 

Ecco  perché l'amore

al solito posto è fermo

 colpa  degli  screzi

tra  l'odonomastica

e  la toponomastica

-appare anche strano

non siano intervenuti

pure gattonomastica

e  sordonomastica -

 la  via  dell' utopia

non andava  posta

in   prosecuzione

di via dei fatti miei

 avrebbe dovuto trovar collocazione

come laterale di via dei fatti

- dalla parte opposta -

tra le vie provaci

ed eccoci

 a senso

magari

unico

eh

.

 

 

*

Vecchio il male del mondo

Palliativo quel sos

reazione di sesso

a qualunque intrigo,

 

trama

che scriteriata ordisce

coprendo quel vizio

che timido

giostra in castigo

spingendosi a fondo

nascosto alla vista

 

e sempre più giù

dove anche al pensiero

si perde

 

il ricordo sbiadisce

e indelebile ...

traccia profondo

ben altro sentiero,

 

sbrigativa

e insensata risposta

alla voglia di turno

 

di chi compra

al prezzo dettato da fame

e chi vende.

 

Nella coppia tutto cambia

anche il nome

... amore

 

dove lo scambio di piacere

mai ... per la gola prende.

*

Di locomozione e libertà

Un dubbio m'assale

ma non voglio pensare

di reptazione, brachiazione

volo, nuoto o deambulazione

 

ma se la vita

è una ruota che gira

la morte cos'è?

 

è linea interposta

e sui binari tracciata

 

è pinza estrattiva

per quella dentata

 

... bastone

frapposto fra raggi

 

banda chiodata

distesa in attesa

di gomma in vasta gamma

 

tritolo per cingolato ...

 

ma se fosse rock?

 

*

L’altra strada

Ogni terra

diverso idioma

nello stesso modo spinge

verso quel fare

inconciliabile

col tuo sagace dire

 

mentre inverecondo

tracci strade che non segui

e di perverso indice

ingiungi

 

consensi

raccolti con seguaci

nel mischiar tra sensi

 

troppe volte

indecorosamente tristi.

*

Frecce

L'amore è fame

che da forma e consistenza

ai sensi, sprigionando gioia

 

rade al suolo vulcano

e suo clamor acquieta

 

 

l'amore è acqua

che gli eccessi spegne

scioglie nodi e l'error diluisce

 

da dare ai fiori ...

per non farli morire

 

 

l'amore è fuoco

non di paglia acceso

ché subito incenerisce

 

arde di sani

e quotidiani ciocchi

 

 

l'amore è trepidar dell'onda

di volitivo incontro con battigia

sua sposa, salvo

 

che orde d'Eolo

la quiete assalgano

 

 

l'amore è fluttuare

tra sogni ad occhi chiusi

o aperti, poco importa

 

rode un solo pensiero, possa

non essere vero

 

 

l'amore è ... di Cupido

il gioco preferito.

 

*

Vita da nonno

Voto per il ritorno

alla grande festa,

mieloso contratto

da perdere la testa

dove lo scettro

è rimesso in gioco

responsabilmente

per abdicato trono.

 

Apparenza

di doveri cessanti,

ora paggio di corte

duca d'appoggio

gran ciambellano

conte in contanti

- istanti

al martirio sottratti -

 

Consigliere sublime

che sa anche tacere

urlando quasi più forte

e più nessuno spaventa,

regala solo intensi momenti,

fette l'affetto

per niente l'etto.

 

Jolly o giullare

nella democratica

vincolata repubblica

 

del regno d'amore

*

Haiku nr. 47

 

Vite da treno

 

fermate già previste,

 

strade d'inverno.

 

 



*

Vitello d’oro

Vitelli in costruzioni

d'esteriore immagine e somiglianza

sfoggio d'esternazioni d'altri tempi

- non andati

solo comodi tornanti -

 

Riempio di figure poesia anch'io

poco retoriche, avantrograde

spingo per l'élite

che al comprendere

preferisce inezie

un bel vuoto cotto

alla sostanza di vita cruda

- nudo che non s'addice -

ché trancia l'estasi

d'estate travestitasi.

 

Esco dal piattume

sparso tra la folla

sperso come foglie

che riempiono la valle

e su cime mi ergo, là

più vicino e affine a Dio

 

anche se non ci credo

sono solo socio

... della tendenza -

 

*

L’io e l’ictus

 

Per riempire mar io

di vario tempo

abbisogna, ma rio

ci prova serio

 

 

credo sia un bene

potrebbe mont arsi

ergersi di testa

poi chi lo spegne

 

 

non è ... semplice tesi.

*

Amore o cosa

 

 

Non ho badato se destro o sinistro

 

ma, senza che l'occhio volesse parte

 

o si fosse schierata la mente,

 

al mio orecchio ha esordito una pulce:

 



 

come fa, di due papi ... o mami

 

irreprensibile figlio

 

a rispettare il Decalogo

 



 

non avendo

 

un padre e una madre

 

da onorare?

 



 

Ché

 

- considerato dai maggiori versanti -

 

ivi non pare

 

ne fossero stati disposti altri;

 

ma si potrebbe

 

anche sbagliare ...

 

 

 

*

Refuso

Refuso refuso

figlio della fretta

e distratto occhio

- o del ripasso -

 

a volte

l'aiuta asincronia:

destra e sinistra

dall'unisono si spostano

- e qualcuno

vuol giocar d'anticipo -

 

ma del leone

fa parte rilettura

che d'assuefatta mente

rimane infetta.

 

Macchia

che contenuto offuschi

dove passo

si fa maldestro

e con fatica

prosegue testo

pel suo traguardo.

 

Raramente, però, pare

sia figlio

di enne enne.

*

Grazie inumano

 

C'era una volta e c'è

d'elargizione il grazie

esce da bocca ricevente

corretto sembra ...

ma solo umanamente

- facile dare

dove ne cresce -

 

Volendo sconfinare

in perfezione, d'altra bocca

lo si dovrebbe udire

 

- più complicato -

quel dovere di ringraziare

la spontanea ricezione

o ringraziare a dovere

 

- ridare

inumano pare ... -

 

ciò che permette

di poter volare.

 

*

Amico

 

Te lo debbo proprio dire:

ho scalato le più alte montagne

e scandagliato profondi fondali

aperto le ali a ventaglio, anche

di lato ho rastrellato in ricerca di te

nessun risultato



eppure la mappa era chiara

ancor sigillata, una fortuna pagata,

solo io, pinocchio entrato in possesso

in quel campo; il gatto e la volpe

me l'avean assicurato.



Poi 'l periodo di cui nulla ricordo,

salvo quella botta tremenda

da cui mi sono lasciato andare

al pescare, senza più ricercare

come mi fossi accontentato



e lì sulla riva … non ho atteso invano

mi hai detto “non qui quell'esca”

e mi hai allungato quel nonsoché



e d'allora … ancora banchettiamo.

 

*

Stele da magg

Anmò anmò d'april

ma l'è ancamò mes

"del dulc drumir",

 

da magg sa po tacàr

a mangià magioster

da sagur senza maggia

 

s'el gust te ciapa

i tensiun sa smorzan tucc

l'è cuma ... pizzà 'l ciar

 

magia tra i dencc

el savor s'impizza

... sa fa da fiuur.

 

Fan diventà fiulasc

par vagan in giostra

i magioster in boca

 

senza incorgess

ca in dree

per vèss mangiò

 

chel alter no ...

foeura d'agost,

san propi de nagòtt.

*

Comprensione ... parliamone

 

Parliamo di te

del mare di guai

che hai attraversato

e imperterrito

hai galleggiato:

 

acqua alla gola

e hai imparato a nuotare.

 

Parliamo di te

di montagne scalate

vette raggiunte

impietrito

dal freddo e dal gelo,

 

eppur di frizione

il tuo calore, ha avuto ragione.

 

Parliamo di te,

del solitario

ritiratosi dal parco

per paura del bullo

per non subire oltre l'abuso;

 

ora grullo fa il trullo

non sa più trastullarsi.

 

Parliamo di te

del più bravo

creato apposta

per guardare

gli altri dall'alto:

 

sempre e comunque

altrove le colpe riposte.

 

Parliamo di te

... e di me

sai esisto anch'io

proviamo a carpirci

i segreti più stretti,

 

i nostri pregi, i nostri difetti

ci sarà da piangere ... forse

 

magari no.

 

*

Padre

 

Ricordo

di troppe tasse pagate

eccessiva

e mal riposta fiducia

ripagata

a sole nascosto

e mai

un grido d'aiuto.

 

Padre ... ora mi beo

m'avvolgo, del tuo "male

non fare, paura non avere"

preziosa semina a prosperare

nel dovere e nell'onore

- vero tocco d'autore -

riposti in una mano

rispettabilmente stretta

in un non so

e tutto è già fatto

nel sorriso

di una fatica mai finita.

 

E pei frutti sui rami lasciati

i bisogni di amici smarriti

scoperte rimaste nascoste

per gli alberi - locali di carta

solo a radice -

 

si pente il tempo

che troppo presto ...

ti ha rubato alla vita.

 

*

Tempo scaduto

 

Cambiano i tempi

e in cattedra sale

- a gettar pepe -

propensione bieca

nel cupo adeguamento

all'andamento globale.

 

Oggi devi penare

se di una penna

vuoi essere artista,

 

più non basta

l'anima che getta

in mente elaborante

più o meno

tappezzata di cultura

e da madre natura aiutata

con pregi, difetti

e i suoi silenzi

d'armonia ricolmi

piatti d'acquolina spiccia

da privar la pelle all'oca

anche se col suo bagnar giungesse

di fertilizzante giovamento

a maggior godimento

di un illogico pagamento,

 

e scendere a compromesso:

metti ... se compri.

 

*

Italiani italiani

Italiani ... strana gente

smuove mari e monti

per una squadra di pallone

- non quella del cuore -

una tav, una tavola imbandita

a consacrazione delle feste.

 

Italiani, italiani creduloni

che la crisi prendono per buona,

 

da tenere fermo il dito

a toppar l'udito, a blocco

e lasciar la chiave in toppa

 

- anziché lo scardinare -

 

e lasciati a lievitare

risvolti di male fatte:

se la sbroglino da soli,

 

quando con un colpo di pennello

d'euro incolore, il confine

dallo Stato è stato allargato

tra chi può e chi no, spostando

- d'anti Robin Hood - la capacità

rubando al povero per dare al ricco

e ... a chi si presta

 

in un soldo

che sempre quello resta.

 

Ma dove son finiti

santi, poeti e navigatori?

*

Prosit

La preghiera è pei campi di battaglia

è per una bottiglia, ancora tappata

nella battigia, in attesa dell'onda.

Oltre si spinge, tra carne viva

sempre a chieder perdono

anche per chi non vede

chi non ha pace

è mancante

di sete

e non

prova

nulla

espia

solo

pene

geme

e con

voce

greve

chiede

un sorso

per poter

tornare a brindare alla vita.

*

Il Libro

Un lusso da sfogliare

troppe volte soffocato

chi di pagine strappate

sdrucite, insudiciate

impregnate col proprio

a tratti o di altri il sangue

non sempre alternati

 

semente la passione stesa

non sempre profonda e

a passeggio col vento

 

cessione del tempo

svenduto o meno da soci

e associati non sempre capaci.

 

Un ripasso

non guasterebbe certo

di tanto in tanto

prima della consegna

 

giusto ad attutir l'impatto

di qualche grave danno

 

ne sia lasciato tempo ...

 

*

Senza tachicardia

 

Se regnasse l'amore

più di qualche lavoro

più non servisse

a cominciare

da chi corregge

 

per armonia che svolge

sorriso di risibile errore

vilipendio soppresso

nell'armadio rinchiuso.

 

Ordine che si mantiene

e nel suo gusto il giudice

carcere tace

e catena svuotata

- più non trattiene -

 

indice al bando

come le guardie

e banditi derisi.

 

Regnasse l'amore

ognuno sapesse

quel che compete.

 

*

Cambio d’aria

 

Come acqua

per fiore

 

amore

per umano;

 

godere del Sole

in quell'altrui

star bene

il resto

 

è pura malattia.

 

Non è possesso

... abuso

né ferro di cavallo.

 

 

*

Uomo dove sei

 

Maschia tacca
tenace macchia
indelebilmente

femmina
che si mischia

da più parti
il tuo privilegio
è spinto

relegando al fondo
il tocco di donna.

 

 

*

E continua, il sonetto continua ...

Comprensione all'amore partigiano

che versa sangue per un pezzo raro

capo pregiato e tanto amato; amaro

infusione di versi e siciliano

 

che gelosi custodi dan toscano.

Millenaria attribuzione al Notaro:

marrano chi caccia i lupi, mannaro.

Pensavo all'unione, solo italiano

 

sventurato e tapino, ma non baro

passeggiare altrove accosta al villano

nel perseverare forse m'imparo

 

vanagloria, di tanto vanto ... vano.

Glorioso resta, ma di cuore avaro

prediligo mangiare e bere sano.

*

Fior fiore

 

Dici che rosa

nel mazzo è felice

tra amici

si ammazzi di risa

... o s'addice!

 

*

Travestiti

 

Disadattati

da negati desideri spenti

forse, nemmeno plasmati

 

- per decreto del dio denaro

... e non solo -

 

stuolo di adattati

gran parte fuori ruolo

e il mondo – sta a guardare -

pare ... una ruota che gira

 

ma spigoli e aculei

anche da altra parte spostati

della famiglia allargata

bucano sempre il suolo

fanno danno.

 

Importante ...

lo stato del cuore

o dell'occhio

la bella vista?

 

Per un piatto prelibato:

congrue dosi

d'indispensabili ingredienti

all'utilizzo sani

il marcio o avariato va buttato

è privo di diritti

così com'è diventato

l'uso gli è precluso

 

sale e spezie

e di cotture

i tempi previsti;

 

sasso o coccio

debitamente sagomato

solo sotto ... trova spazio.

 

 

*

Si rimane sul prezzo

Compra per strada

da chi fa piazza

compra da ford

ché l'arna

è priva di sorte

compra di night

anche di giorno

compra di suite

... l'imperiale stronca

 

che cambia?

 

L'atto rimane

un vecchio matusa

da l'amore distante

 

dal mercato

con le sue leggi

governato ancora.

 

Magnate pure l'impresa

e come parlerei

buona digestione

 

l'amore ...

è ben altro pasto

non è vetrina

né per album

... una figurina.

*

Apri il guscio #poesiapoeti

 

Amo la poesia

le sue gocce di rugiada

passi al sole e scivoloni

 

d'arrampicate sugli specchi

il sapore delle perle, luminarie

di armonie leggere

dal senno avvolte o da leggenda

d'irrituali o suoni dolci

succo del Poeta

 

perché cattura l'attenzione

ma non trattiene

da semplice partenza

per vacanza rinfrancante

stacca la spina al libero sfogo

svincolando da tentazione

d'esagerare, poi ...

 

apro il guscio

e gusto il gheriglio.

 

*

Gara col tempo

Brucio confini

per spaziare nel tempo

 

e di tanto in tanto

sull'acceleratore spingo

così ...

giusto per anticipare i tempi,

 

non sempre

completo il dipinto

ma quando accade

non è sapor d'eldorado

attrazione

che il mio sguardo rapisce

 

ma solo rifiuto, d'essere

sempre alle spalle del tempo,

all'interno

di quegli ingranaggi.

 

Ognuno ha suo passo

e chi si ferma

è perduto, si sa ...

 

ma mi si conceda

qualche evasione soltanto

dai meandri tortuosi

dell'orologio.

*

Colpe ... Domani mi pento

 

In assordanti momenti

travolti da caldo intenso

cerchiamo pace.

 

Ho trovato nuvole

fini pensieri

calati dal cielo

 

cospicua parte cedo

al buon prezzo

di un utilizzo di buon senso

 

per pezzo

- ad evitare indigestioni -

 

all'offerente migliore

così, nessuno si offende

 

uno lo tengo per te

non voglio vederti soffrire

le pene dell'afa;

 

pare siano fatte apposta

per farci mostrare parti

solitamente ai più occultate

ché sono sempre maculate

 

e suonano, suonano tutte

senza più ritegno alcuno

 

ma noi continuiamo

a non volerle vedere.

 

*

Creatura di tutti

Tutti i sistemi

sino ad ora adottati

 

ma anche

i figli naturali

quelli di tanti

di pochi

e di nessuno

del bisogno

di un cesare

da cesareo

d'artificiale

inseminazione

 

non hanno dato

granché

di risultato;

 

persiste

chi eccede

e chi non arriva

a fine mese.

 

Si reitera la scelta

... perseverando

tra figli d'ego

 

non

tra figli dell'amore.

*

Prove d’angeli

 

Anime private

ancorate a grate

proprietà provate

senza più padrone

 

grate

solo a se stesse

s'adagiano

cercano unicamente

profitto proprio

e trovano compagnia

di sofferenza perenne.

 

Nessun riscatto ...

 

ancora non s'accorano

lasciano vagar la pena

che, come fato cieco,

s'abbatte in ogni dove

 

allontanando sempre più

dalle proprie ali.

 

*

Non solo di sabato è sera

Travolto dagli eventi

quello stanco calice

fuori controllo

quando ad una certa

viene l'ora del riposo.

 

Ma io sono tipo tosto, esco

da luoghi comuni e schemi,

come le mie tasche conosco

strade, già spianate

ancor prima d'affrontarle

 

curve raddrizzate

in strettoie intraversato

una striscia ... e salto il fiume

così ... senza ponte

a me non serve, come la patente.

 

Ma mancava il chiaro di luna

e l'occhio in riserva

si dev'essere chiuso,

ho visto tutto il mondo

e d'un tratto

... si è spento

 

una sola luce accesa

è rimasta ad abbagliare

 

... la vedi?

*

Serenità

 

Così diversi, eppure così uguali

indisposti, divisi, ma di guerre uniti

colmi di pregi malamente riposti

privilegiamo opposti e penosi difetti

 

ripercorriamo le stesse strade

ricadendo di medesimi errori

per incapace gestione di un sapere

maldestro sogno tra bene e male

 

che, dalle mani, sempre ci sfugge.

 

Ben oltre l'imperfetto lato umano

si potrebbe, degno solo di sconcerto,

ma senza fazioni ci prende sconforto

e nessuno può darci lezioni, mentre

 

per navigare ci piacciono tensioni

ed essere trasportati dalle onde del mare

dai picchi di quel moto farci cullare

ché di piatto, solo il deserto vediamo

 

- rifuggiamo ... lasciandoci vivere -

 

e con anima e core pervasi

dall'inconsunta agonia

di una minata ragione,

abbagliante miniera di guai,

 

sottostiamo ai polverosi impulsi

delle quattro stagioni dei cervi

- all'apparenza contenti -

senza poter mai essere scevri

 

e già, non sfuggenti al fato

neppure tanto ...

serenità cerchiamo.

 

*

La volontà

Solo quel passo in più, oltre l'angolo di cui ognuno dispone,

impropriamente chiamato limite,

da dove si aprono i nuovi orizzonti del proprio potere.

*

Il baccalà della Luigina

Se al mezzodì della domenica

i baffi ti vuoi leccare

quel che serve è solo stocafisso

procedi senza fissazioni

 

secco secco, un asciutto figurino

che più costa

più la figura sarà tosta.

 

Dopo averlo per ben sfibrato,

menato a cazzotti o meglio di mazzetta

e di sega in più parti separato

stia in ammollo sin dal giovedì mattina.

 

In acqua per due giorni almeno

ad ogni mezza, cambiata, poi

- pinne, lisca e pelle via -

diliscato ed eviscerato

è pronto per porsi, il sabato mattina,

a disposizione dell'arte culinaria

forse meglio dire gastronomica

meno propensa al cul in aria.

 

Ma bandite le ciance

e presa idonea pentola

come tela la si empia:

ci si facciano finire cinquecento

emmelle di verdi guerrieri olio

color dell'oliva in compagnia

di cipolla e spicchio d'aglio

che nudi e ben tritati

si vergognino pian piano,

arrossiscano un pochino.

 

E giunge del reidratato il tempo

dei suoi settecento grammi

aggiunti a lenire i danni

dall'infuocato sole provocati,

 

nella minor misura spaccato

del maggior numero di pezzi possibile

che, con due chiodi garofano,

 

al trito spalmino la schiena

con poca noce moscata,

sale di quel tanto che basta

salsa o concentrato che certo non manca

e acqua

 

di tanto in tanto aggiunta

per far bollire a fuoco lento

un'intera giornata

e con poco ritmo mescolando

giusto ad evitare eccessiva confidenza

nuova amicizia col fondale

 

perchè più cuoce più piace.

 

Poi stanco del bollente trambusto,

tutta notte lo si lasci riposare

... che s'insaporisca

e servito il giorno appresso

in doveroso abbinamento

d'amabile polentina

ad ingabbiarlo, stupirci

e per gola rapirci.

 

P.S. Ho sentito che non esce

a pranzo e cena se non

con bianco d'annata

o giovane rosso

sufficientemente tannico

e discreto tenore alcolico.

 

*

D’indice due

 

Seppur più di qualcuno

ci mangi attorno

il mondo accusa i colpi

veleno, allo stato puro sparato

da avide bocche esploso

 

ché più di qualche altro è morto

- e ancor ... si muore -

 

Si abbassino nuovamente

e vengano - assassini - al banco

momento giunge

 

ovvia è la speranza

che a modo

sia anche il diritto di difesa

vietato all'indecenza

 

e di caloroso abbraccio

si chiami a deporre

 

il signor coraggio.

 

 

*

Meno un altro

M'accorgo

solo dalla carta

di come passa il tempo

- meno in concreto -

 

da una torta

che in un attimo

ti fa sforare l'anno

 

tutto pare bello ...

ma s'accorcia il grosso

resta a ridosso

di quel cero acceso

 

e sento

lo sento tanto

quell'odore di brucio

 

allora vado all'ugello

e di pomello

la fiamma abbasso ancora

di quel che basta

 

alimentando.

*

Haiku nr. 52

 

Luna governa

maree e buonumore,

d'assente sole.

 

 

*

Umana educazione

Su tutto s'erge latente

mancato rispetto

 

d'una precedenza voluta

d'un saluto non reso

del peso ammassato

sulle spalle di uno

- la mano si sporca -

 

di un secondo lavoro

che, tra poveri, ruba

sul giudizio infondato,

in sproloqui sul prezzo

sul pregiudizio, figlio

di un dado truccato

come quel concorso vinto

 

persino in coda alla cassa

di un supermercato, manca

manca ... degradando altri

nell'impropria pretesa

d'essere il migliore.

 

Tutto passato di mano

protocollato e vistato

finanche autorizzato

col timbro "il più furbo"

 

mentre improvviso

preteso esercizio arbitrario

è solo devastante saccheggio

desertificante prodotto, dei morsi

di una fame che punge il cervello

 

per quel latte ... mancante.

*

Passione doppia

 

Rincorre bastone

bianco

quel passo spento

 

ma cuore acceso

ancora

tiene banco

 

versando sorrisi

... vere cure.

 

 

*

Buongiorno

 

Riecheggiano momenti

a taccheggiare menti

vogliono strappare

... trafelato

anche l'ultimo sorriso.

 

Stampato vince

bruciato perde

 

poi

per il mondo espande;

lotta perenne

tra la vita e la morte

- gioia e dolore -

 

Costantemente

pare che il bello vaghi

che le sue verdi mani

trattenga in altri lidi

 

ma son solo proiezione

personale manipolazione

un punto di vista

sempre altrove riposto

 

e nessuno che ce lo riporta

ché ognuno è perso

indaffarato oltre la porta

dei propri grovigli.

 

M'accorgo e allora mi distraggo

stacco la spina e guardo il cielo

 

e al di là del cerone lo so sereno

e volentieri cedo ... al suo contagio.

 

 

 

*

Affievolisce il lume

 

Sensazione allergica

ad allegria insensata

mai lievitata e votata

da una maggioranza

ormai relativizzata

 

e impudente pensiero

prude contrario

vorrebbe far luce

sul cronico inciucio

di povera gente

 

che mente allo specchio

sul mare di guai

che a fianco le scorre

 

è tarlo erosivo

che il domani riduce

sinché proprio non spegne

ragione del tutto.

 

*

Vacua unione

 

Qualche statuto

a render speciale

quell'unità

- misura d'insieme -

rimasta cartacea

particolare velina

dal bello stivale

savoiardo stato

che biscottato resta.

 

Ma nell'angusto vivere

del suo ricordo

in auge torna

quel nudo gusto

 

plauso ducale

all'aspirante regnare

col benestare di marchesi

conti e baronetti

tutti contenti del bel tornare

all'obbligata questua

sulle marchette

 

per popolo assente

che presenzierà al male stare

 

come consueto.

 

 

 

*

Prevenire ... Sarebbe meglio

"Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate"

qui, del Regno di Dio, immacolato

prima d'umano e prematuro avvento.

 

Terra, di madre natura e speranza

figlia che a fini capricci soggiace

figli immaturi in non perduti vizi

 

senza esitare, in crescita costante

tutto ferma indecoroso guadagno;

qualcuno ci muore, chi colpa avrà?

 

Solo colpa sua: miope insensato.

Certo che non sarebbe dipartito

avesse pensato e con pelo agito;

 

sotto quel ponte dentro quel cartone

con quel solo boccone - amaro avanzo -

quel freddo ... no, non l'avrebbe subito

 

- pensa: nel cuor ci sarai, poverino -

Ma le colpe come l'errore vanno

vengono, pare a crescere servano.

 

Tu tapino non potevi aspettare:

giunge il tempo del non perseverare,

 

il nostro ... solo crescita costante.

*

Il giusto sentire

 

Cosa di più bello al mondo

del tornare come bambini,

dove i fini

non sono secondi a nessuno,

frequenti occasioni di corse

solo a perdere il fiato

per appoggiarsi l'un l'altro

e ... poter poi ricominciare,



condizioni di re e regine,

pinocchi e fatine, per tutti

momenti in cui risiedeva la libertà vera,

situazioni d'amore allo stato puro,

dove i cavalli hanno tutte le forme

persino dell'aria

ed una nuvola corre,

più veloce del vento,

vincendo il gran premio.



Cosa di più bello al mondo

del tornare come bambini

aprire la porta del cuore,

creare e produrre come

non fosse solo per tre,

sicuro ... che non sei il solo



aprendo con anticipo

le porte del paradiso.

 

 

*

Dal remoto all’anteriore

Col trapassato

non ci "avebbi"

- avevo prossimo ed ebbi remoto -

nemmeno provato

 

bussai

alla porta di passato remoto

non mi diede permesso

neanche di aprire la bocca

 

sono allora salito di piano

e rivoltomi al passato più prossimo,

mi son sentito dire

- troppo tardi sei arrivato

e fermarti non puoi.

 

Proseguo

e al presente mi presento

esordendo

col quanto mi sento, comunque, assente

e con lui concordo

di seguire l'istinto

 

e mi affaccerò al mio semplice futuro

con la sola speranza di

continuare col tempo a giocare

ridendo, finché non crepi la pelle

 

e, senza rendermene conto

anteriormente,

avrò sfondato il soffitto

per il successivo mondo.

*

Anti eden

 

Quel vento

artificiale capestro

posto a ridosso

d'ogni singolo cartello

pubblicitario, io

lo rifuggo

 

è aria viziata

d'aromi miraggi

un attimo

e sono svaniti

 

millantato rifugio

dall'afa

e, fuori la staccionata

cartone al gelo

 

sogno salmastro

a devastare spinto

della normalità

il tempo

 

per mele ...

che poi restano

sull'albero a marcire.

 

 

*

Gamberi ... Solo a cena

 

Slegati movimenti

di un mondo approssimato

invocano momenti

non solo passatempi

d'involuto approccio

da pinze d'alto forno;

 

pel fuoco della vita

distanza congelata.

 

Contagiato anche 'l futuro:

avvolti in un sacchetto

per limitare i danni, prodotti

di baci, carezze ed abbracci.

 

- Paura dei bacilli?

Neanche per sogno

a noi, nemmeno l'amore

ci comanda, senza padroni

 

capitani coraggiosi

da fossa dei leoni

dove basta la forza

corredata d'astuzia.

 

Siam calamite

girate su se stesse

 

e di nessun passo

in senso inverso

 

aspettiamo sera.

 

 

 

*

Haiku nr. 51

 

Ragno s'impegna

 

sul muro fronte specchio,

 

spalle ... m'assale

 

 

 

*

Corsa in corsia

 

Correva scalzo

un apostrofo gioioso

pensava ad elisa

di vocale gentile

quel gruppo speciale

che sempre cede

in finezza

il proprio posto

per un bacio

 

senza aver fatto i conti

coi vetri sparsi

cocci di un progresso

specializzato

e di spacciato amore

accontentandosi

- se così si può dire –

di punteggiature

garza e carezza

... cacio.

 

 

 

*

Tutto va bene

 

A film più volte visto

assisto attonito

 

film d'orrore e sangue

ora nascosti

 

non più sparsi

per campi di battaglia

 

ora ... scorrono per le fogne

- perle nere ... -

ché gente scantata, perbene

ne rifiuta la vista diretta

 

situazione risaputa

che dalla sostanza

un apostrofo non sposta

 

e con l'occhio

che più non sospinge al cuore

il portafoglio del cervello

 

par si possa

anche far finta di nulla,

usare i piedi

 

... e camminarci sopra.

 

 

 

*

Figli e figli

 

Ma quante ne vuole l'uomo

nella sua incompiutezza

 

fare a piacimento e disfare

ragnare, avvalersi poi

della facoltà di non parlare

perfino tra i figli preferendo

 

- additato ... dai, gli scheletri poi,

bandito mai - di cui forse

nemmeno s'accorge;

 

ma Lui no

benché in suo potere

la Perfezione non può.

 

Ché se esteriormente

non tutti siam belli

attivo e concreto

è comunque il motivo

 

e giacché indivisi

d'immagine e somiglianza

vuoi mai tratti eletta

di altra

 

e più profonda bellezza!

 

 

 

*

Sangue rosso vivo #GiornoMemoria

 

Oltre il recinto

dove fu cancellata

ogni traccia ... d'umanità

e varcato il confine

aprendo la gabbia,

 

d'ingiustificato ritardo

scardinato il cancello

e per fortuna abbattuta,

 

risplende

gropposa memoria

fiammella

di quell'incendio

che anime in attesa

accarezza e paure

e mai venga meno

- nemmeno domani -

 

cognizione e monito

per l'infinito

 

ché non ritorni ...

altra belva assetata.

 

*

Svalutato

Attenti al tempo

stona di tanto in tanto

 

qualcuno muore

e gli si da un perché

per altri ancora

ci si chiede ... perché;

 

in questo mondo

è strano lo spazio

ad ognuno assegnato

 

e da quel gabelliere

intransigente

contrassegnato.

 

C'è chi tenta un baratto

e chi non è contento

... mai

ne resta tanto

 

con un perché

a suo tempo

svelato ...

*

A mali estremi

Al cambiamento rivolgo istanza

apostrofo il passaggio ad altro stato

... brado, affinché permanga

anche una diversa eco.

 

L'umano, così abusato, è ormai sbiadito

stretto nella morsa della spesa e del da farsi

costretto in gimcane di non propri versi

momenti perversi, col patema percorsi.

 

Propenso,

nel qual caso non rispondesse

e attesa l'inefficacia degli estremi rimedi,

a far appello ai superiori
servizi sociali

... quelli Divini.

*

Haiku nr. 10

 

Fiore da sogno

che lo sguardo raccoglie

... spoglia la morte

 

 

*

Haiku nr. 50

 

Fioca voliera

d'assente primavera,

libertà vana

*

Oltre il respiro

No, non credo si fermi

solo a qualche obiettivo terreno,

 

l'amore del buon padre

famiglia compresa

chiuso a chiave

 

l'abuso di schiavi

caricato di lustro

in pubblica piazza

 

il giro del mondo cantando

cosa è più bello

 

il prurito mai sopito

e nella cintola le tacche

delle fatte e mai lasciate

 

la regola dell'arte

portata dal mastro

all'estremo ... e oriente

 

quel sacco di soldi e un busto al parco

per ricordarlo

 

il seguire ideali

a gradimento variati

d'immutati dritto e rovescio,

 

noi ... siamo oltre l'istinto

il prezzo di un fiore

e l'onore trito

 

con un senso

a più ampio respiro;

ci ferma solo la bassa coltre

 

dei nostri desideri

... conditi a piacere.

*

Par condicio

Albe confuse s'accalcano

tutte vorrebbero presentare

un giorno migliore.

 

Avanzo spesso assurde pretese

salire e scendere ripe scoscese

orientarmi guardando le stelle

e calarmi nei panni d'attore impegnato.

 

Ma oggi vorrei ...

che il bene delle mamme

non affossasse i propri figli

caricandoli in eccesso

d'Edipo e dei suoi fratelli

- sesto senso di sole colpe -

per rivincite inventate

in egoistici ritagli

di precedenti fallimenti

 

ché da cerotti e garze

l'antibiotico giusto

rispettabile disinfettante

e necessaria meditazione,

remake risorge miracoloso

per un futuro d'altri tempi.

 

E i papà no

loro ... non sono da meno.