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Raccolta di poesie di Cinzia Marulli
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Ferite

Ferite

L’ho dimenticate quelle mani sporche

che scavavano tra le mie gambette

(mi hanno resa sorda all’amore)

m’hanno portato nel silenzio interno

delle costole

e non c’era sapone, niente acqua

per lavare via

l’ombra sporca sulla pelle, la pelle impaurita

di carezza

che ha il volto mostruoso di satana.

 

Il mio biancore immenso mi rende luce

tra quel nero

e mi avvolge nel mio stesso bene.

Questo bene ho per combattere,

quella pura essenza di bambina,

quegli occhi aperti e il pudore

tanto, tanto il pudore di sentirmi profanare.

 

Niente reggerà il peso del mondo

atomi più grandi delle molecole

 

ognuno trova poi il suo riparo,

quel luogo sicuro e sacro dove

non sentire

 

Cinzia Marulli Ramadori - inedito


*

L’apocalisse del male

( Per il giorno della memoria - 27 gennaio 2012)

Non sono le ossa a lacerarmi il pensiero

ma gli sguardi persi dei miei fratelli

il rumore sordo del loro urlante silenzio

le rughe dei bambini emaciate del sorriso

Non sono le sbarre delle loro camicie

sporche a imbrattare le immagini

ma l’alito sfinito della loro nonvita

quelle loro spalle scese

costrette a portare un peso inaudito.

 

Il fumo si leva ancora alto

non è quello delle nostre case

calde, dei camini accesi con la gioia

intorno: è un fumo nero, nauseabondo

fatto di carni e di dolore

Ci sono le urla isteriche dei mostri

che tagliano l’aria satura di paura.

 

Tutti quei corpi ammucchiati

le ossa contro le ossa

quelle ossa sulle ossa

milioni di anime sospese nel tempo

sopra i loro cadaveri a guardare pietose

ciò che erano, a guardare tristi i loro

fratelli aguzzini.

 

E l’aria si smosse perché tutte quelle anime

sature di bene, ma ancora sanguinanti

avvolsero quei mostri, li abbracciarono,

li accarezzarono come fossero figli amati.

Il male cadde, cadde sotto la dolcezza del bene

cadde nella polvere

si sgretolò e divenne  polvere

anch’esso finché il vento,

lo portò con sé, lo disperse - granello a granello lo distrusse.

 

                                                                Cinzia Marulli Ramadori