C'e stato un tempo nel quale
ero sempre infelice,
triste e innaturale,
come qualcuno dice;
e secondo quel qualcuno
ero sempre preoccupato,
ancorato ad ognuno
dei miei fantasmi del passato.
In realtà devo confessare:
non è così che mi sentivo,
non potevo respirare,
nulla di me era più vivo;
non riuscivo ad avanzare,
fermo sempre in quel momento,
quando stavo per dare
ma non sono stato attento.
E questo al di fuori
non riusciva a trasparire,
non giungeva ai cuori
di chi mi vedeva sparire.
Poiché il problema degli altri
è che non potranno mai capire,
per quanto siano scaltri,
cosa veramente vuol dire.

Tutto è relativo.
Sei tu a decidere.
Non che sia vivo
Ma se degno di vivere.
Quello ha valore,
quello è da buttare.
Quello ti fa onore
ma non è amare.
Un gesto gentile,
ma perché lo fai?
Fifone, sei un vile,
deciditi e vai.
Sei bravo, sei carino,
Sei dolce, sei meschino,
Sei orribile, un mostro
terribile, un disastro.
Cosa fai? Fai così,
è meglio, si sa.
Cosa? Proprio lì?
È troppo, di qua.
Segui la mia strada,
non te ne pentirai.
No non lo fare
Presto scapperai.
Rimani, vedrai:
ci divertiremo.
Tanto te ne andrai,
presto lo sapremo.
È giusto? Ho sbagliato?
Ho ragione? L'ho ferito?
Non dovevo? Ho esagerato?
È troppo... L'ho colpito...?
Non potevo
Non sapevo
Ero solo
ma dovevo.
Tutto è giusto
Ma tutto è sbagliato.
Ho deciso:
mi sono appena svegliato.

Ieri si era.

Ieri si rideva.

Ieri si soffriva.

Ieri si viveva.

Oggi si è. 

Oggi si ride.

Oggi si soffre.

Oggi si vive.

Domani cosa sarà?

Domani per cosa si riderà?

Domani chi soffrirà?

Domani chi vivrà?

Ieri è andato.

Oggi è presente.

Domani è ignoto.

Ieri il passato.

Oggi la mente.

Domani il vuoto.