chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Rima
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Ultima preghiera a metà

Ultima preghiera a metà

 

 

 

E grazie per la tua poesia

che i muri fende in rughe e bolle

e la mia mente ha liberato

d’ogni superstiziosa attesa.

 

In specchi credi e quel che vedi,

l’invisibile, non esiste.

 

Altro mondo non c’è fuorché

di questo: un profeta che aspira

in appannate repulsioni

e sbadigliamo: – avanti il prossimo!

 

*

Prima che il tempo scada

Prima che il tempo scada

 

 

Stava nuotando e risaliva la corrente cristallina e fredda della vita intorno ai trentanove.

Poi fu il momento d’annegare. A piombo colando a picco, siluro senza spinta.

Fu allora che si decise a camminare sul letto del fiume. Era mio padre. Me lo ricordo come fosse ieri. Dopo i cinquanta quello cominciò a restituirne pezzi, un dito, un orecchio, un brandello di pelle, frasi sconnesse, ciocche algose che si precipitavano a valle verso l’estuario dell’Impossibile.

Tento alle volte di recuperarne una reliquia, pescando a mosca dalla riva, più spesso mi limito a seguire con occhi sognanti la deriva di quei giorni. Accade questo alle figlie di un fiume, più spesso di quanto si possa immaginare. 

 

*

questo tempo

Padre, ho questa mia piccola poesia. È una poesia dell’amore infelice. La restituisco a Dio perché agli esseri umani piace solo distruggere la vita e la sua bellezza. Non canterò più nulla finché durerà questo tempo di assassini.

Un’acqua era nel pozzo degli sguardi / e dolce fuoco in pioggia memoriale / sul giardino segreto delle membra. // All’inverso della loro natura / agivano: incendiavano le lacrime, / in deserti annegava l’amore.

*

un angelo di fiamma

furono il tuo solo nuovo mattino
bagliori lividi su bramosie

una rosa memore, un angelo di fiamma
non ha mai spina di cui vergognarsi

lume d’amore tremulo nell’anima
è il tempio malinconico del sogno

su !  fugace è il tempo, una tromba squilla


*

un flauto d’addio

un flauto chiama e dice addio

 

- che amore non implori più!

addio alle cose della terra

 

quando il messaggio sarà il mio

che l’alta musica disserra?

 

e poi diverrò silenziosa

rivolta al cielo, alla mia casa

 

lontana eternità dorata


*

foresta inquieta

poi, piacevole e strano,

con alti stridi e canti lamentosi

alcuni rivolando in libertà,

altri restano miseri e afflitti,

davanti a noi sgomenti,

tordi cantori, merli, che temendo

la minore, s’involano a minaccia

in cui goffi cadranno, ed è la grande,

sottilmente irretiti


*

in una notte vuota

nel travagliato passo

d’angeli s’è invaghita

 

non sai se mai approdi

a densa superficie

che tu ami dormiente

in un pallido addio

 

a lugubre magia

il suo sole è notturno

il suo nome è un volo

 

e cresce nostalgia


*

al mattino

il cielo evocherai con le parole azzurre,

prima di diventare nero il vuoto fu blu

 

sorte annuvolata

dolore mi turba discordante

e quando ero felice di nascere

mi forza tenebrosa a cantare

*

l’odore della natura

guardami intera

la pietra è fredda          la carne è calda

solo un istante

braccia, delizie          ma… oh biancore

- guarda, vuoi ? basta

 

 

scendo i gradini

del sonno lentamente,

notte d’argento e di lacca

 

è l’alba, mi vede ?

 

 

ogni mio suo sogno

rassomiglia al miraggio

di un’onda

 

è poesia oppure

già malinconia ?

 

 

ma NO !

ecco si sveglia realmente

è realmente in cammino

 

 

chiude gli occhi

qualcuno era là

 

quando li riapre

la sua ingrandita angoscia

 

ma sa