I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Ultima preghiera a metà
Ultima preghiera a metà
E grazie per la tua poesia
che i muri fende in rughe e bolle
e la mia mente ha liberato
d’ogni superstiziosa attesa.
In specchi credi e quel che vedi,
l’invisibile, non esiste.
Altro mondo non c’è fuorché
di questo: un profeta che aspira
in appannate repulsioni
e sbadigliamo: – avanti il prossimo!
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Prima che il tempo scada
Prima che il tempo scada Stava nuotando e risaliva la corrente cristallina e fredda della vita intorno ai trentanove. Poi fu il momento d’annegare. A piombo colando a picco, siluro senza spinta. Fu allora che si decise a camminare sul letto del fiume. Era mio padre. Me lo ricordo come fosse ieri. Dopo i cinquanta quello cominciò a restituirne pezzi, un dito, un orecchio, un brandello di pelle, frasi sconnesse, ciocche algose che si precipitavano a valle verso l’estuario dell’Impossibile. Tento alle volte di recuperarne una reliquia, pescando a mosca dalla riva, più spesso mi limito a seguire con occhi sognanti la deriva di quei giorni. Accade questo alle figlie di un fiume, più spesso di quanto si possa immaginare.
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questo tempo
Padre, ho questa mia piccola poesia. È una poesia dell’amore infelice. La restituisco a Dio perché agli esseri umani piace solo distruggere la vita e la sua bellezza. Non canterò più nulla finché durerà questo tempo di assassini. Un’acqua era nel pozzo degli sguardi / e dolce fuoco in pioggia memoriale / sul giardino segreto delle membra. // All’inverso della loro natura / agivano: incendiavano le lacrime, / in deserti annegava l’amore.
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un angelo di fiamma
furono il tuo solo nuovo mattino bagliori lividi su bramosie
una rosa memore, un angelo di fiamma non ha mai spina di cui vergognarsi
lume d’amore tremulo nell’anima è il tempio malinconico del sogno
su ! fugace è il tempo, una tromba squilla
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un flauto daddio
un flauto chiama e dice addio - che amore non implori più! addio alle cose della terra quando il messaggio sarà il mio che l’alta musica disserra? e poi diverrò silenziosa rivolta al cielo, alla mia casa lontana eternità dorata
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foresta inquieta
poi, piacevole e strano, con alti stridi e canti lamentosi alcuni rivolando in libertà, altri restano miseri e afflitti, davanti a noi sgomenti, tordi cantori, merli, che temendo la minore, s’involano a minaccia in cui goffi cadranno, ed è la grande, sottilmente irretiti
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in una notte vuota
nel travagliato passo d’angeli s’è invaghita non sai se mai approdi a densa superficie che tu ami dormiente in un pallido addio a lugubre magia il suo sole è notturno il suo nome è un volo e cresce nostalgia
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al mattino
il cielo evocherai con le parole azzurre, prima di diventare nero il vuoto fu blu sorte annuvolata dolore mi turba discordante e quando ero felice di nascere mi forza tenebrosa a cantare
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l’odore della natura
guardami intera la pietra è fredda la carne è calda solo un istante braccia, delizie ma… oh biancore - guarda, vuoi ? basta ♥ scendo i gradini del sonno lentamente, notte d’argento e di lacca è l’alba, mi vede ? ♦ ogni mio suo sogno rassomiglia al miraggio di un’onda è poesia oppure già malinconia ? ♣ ma NO ! ecco si sveglia realmente è realmente in cammino ♠ chiude gli occhi qualcuno era là quando li riapre la sua ingrandita angoscia ma sa
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