chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Daniela Ronchetti
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

la sirena.


Aggrappata a profondi silenzi
mi nutro di anime inquiete.
Aspetto paziente colui,
che infrangendo le pieghe del tempo,
vuol dare un senso alla vita.
E' in me il tutto,
l'inizio e la fine,
il desiderio assoluto,
la putrescenza di un ventre d'amore.
Io, ombra oscura
nella morbida luce del giorno,
ti aspetto, ignaro viandante.
Ti daro'
il caldo suadente di un corpo,
in cambio
quel tuo piccolo mondo.
Andrai, poi,
lasciando a me,
infida compagna di un'ora,
l'iniquo bordello
di un'anima in cerca di se'.
Poco male.
Sara' cibo
per la mia bocca affamata
Ascolta il mio canto
mio unico amico.
Discendi all'inferno,
poi,
estremo atto d'amore,
regalati il paradiso .
Lasciami sazia,
diverrai soltanto un'anima persa,
crogiolo perfetto,
senza futuro.
Ascoltami Ulisse,
sono l'ultima spiaggia,
vieni,
abbracciami,
sperduto tra i riflessi del cuore,
sii in me
una volta di piu'..

*

Filastrocca folle della luna piena di mezzanotte.

Una strana, piena luna di mezzanotte,
in questa notte fosca e ribelle,
risplende nel cielo,
e tinge di polvere argentea e fatata
un mondo in eterna agonia tra vizio e virtu'.

Potrebbe una lama scaldarsi
tra le pieghe rossastre
della vagina di una fanciulla,
divenuta per sbaglio
e non per sua libera scelta,
Santa o Puttana?
Magari la lama
essere specchio,
mentre rimescola il sangue
della bella fanciulla,
di quel mare lunare della tranquillita',
che ci guarda
e non sa come fare,
per inpedire lo scempio
di tanta virginale virtu'.

Mentre la luna piena di mezzanotte
impazza tranquilla,
puo' un uomo accettare
che la sua donna
vada in giro vestita
di sesso e di voglie,
in cerca dell'amore eccitante,
di cui vantarsi
con amici e nemici,
come di una scopata tranquilla
fatta senza curarsi di nulla.
E la luna in cielo
si increspa di nuvole nere
e si infuria,
perdendo
il suo argenteo candore lunare.

E il lupo mannaro,
no meglio un serial-killer,
siede confuso sul marciapiede
fumando distratto e tranquillo,
dopo lo stupro
di due o tre maschi non consenzienti.
Quelli furbetti
non si son fatti ammazzare,
in cambio di un'ora d'amore
fatta di gioia e voglie felici.

E questa luna un po' incavolata,
a volte pallida,
a volte splendente,
che occhieggia
tra ingenue stelline lassu',
riuscira',
ancora una volta,
a sopportare il mondo
in eterna agonia
tra il piacere del vizio,
e la stoltezza della virtu'?

*

Paesaggio giocoso


Folate di freschi profumi d'estate
impregnano gli abiti stesi
tra rami da poco nati alla vita.
Il vento rigonfia sottane
tra i fiori di pesco,
che cadono a grappoli
sui tanga dimenticati
tra ciuffi di margherite,
che nude si stendono al sole.
I jeans si allungano stanchi
su melliflui giunchi
che sanno soltanto spezzarsi,
e mai piegare la testa.
Lontano l'oceano
infrange tra cielo e terra
passato e presente.
Due ombre si amano
tra le onde schiumose,
vestite soltanto
degli ultimi raggi del sole,
che, rosso per la vergogna,
affonda nel mare infinito
la voglia di fare l'amore.

*

Amanti.

Scherzosamente ci giochiamo,
Come fossero dadi gettati per sbaglio,
Le ore e i minuti vissuti lontani.
Senza pensare,
Senza tentare il domani,
Esploriamo,
L'uno nell'altro,
L'essenza profonda
Che in um momento
Ti sfascia la vita.
Ci assaggiamo,
Golosi,
Come fossimo fatti di cioccolata.
Esultiamo
Nel vizio che da' un momento d'amore.
Padroni del mondo
Cavalchiamo la gioia di vivere orgasmi
Senza ne' tempo ne' spazio.
Per poi rtitrovarci,
E ridere esausti della santa pazzia
Di un amore vissuto
Con la coscienza del chi se ne frega.

*

Noi ragazzi.


Eravamo felici, un tempo,
Seduti al tavolo vecchio dell'osteria,
La' fuori, la sera,
Dopo lo studio o il lavoro,
A bere un bicchiere di troppo.
Parlare, giocarci la minigonna
Della ragazza seduta proprio di fronte.
Era bello assaggiare l'aria un po' bieca
Di quei tramonti fatti di pace e di fumo.
Mischiarla, quell'aria, al vino annacquato
Servito in brocche di vetro stinte dal tempo.
Sognavamo un domani pieno di niente,
Nella speranza di un futuro migliore.
E li', a raccontarci le auto e le moto,
E le ragazze da cui prendere sempre,
Senza mai dare.
E poi l'amore,
Fatto per gioco o per sbaglio.
E il coglione di turno che vuole ammazzarsi,
Per farla finita con quella vita
Piena di inganni impossibili da superare.
....................................................................
Ed ora chi siamo?
Seduti di sbieco intorno al tavolo vecchio dell'osteria,
Beviamo, fumiamo, giochiamo anche a carte,
Senza guardare la ragazzetta
Con le cosce scoperte li' accanto.
Il bicchiere di vino ci brucia la gola,
Ci appesta la voglia di essere,
Una volta di piu',
Liberi di respirare,
O sputare sulla vita di merda
Di questa schifosa citta'.
Ma non possiamo.
"E' la vita, e la vita e' fatta cosi'',
Ci hanno costretti a pensare.
Ma se potessimo....
Vorremmo tornare a sperare,
Seduti al tavolo vecchio dell'osteria,
Quando scoppia la notte,
E la luna si specchia
Nel bicchiere di vino annacquato,
Con cui abbiamo sognato di bere
Tutta d'un fiato la vita,
Come se fosse una bella illusione.

*

L’attimo prima del tradimento...



In bilico tra il come e il quando,
Risolvo l'angustia della tua rovina
Nella ceretezza del mio tradimento.
Un attimo....
E assaggero' il frutto succoso della vendetta.
Un attimo ancora...

Ma uno stupido gallo canta il suo inno di gioia,
La luce, lenta, si espande sul mondo.
Accidenti a lui,
Mi ha fatto perdere il gusto del tradimento.

*

La lumaca



Lenta, indolente signora,
Una lumaca attraversa il giardino.
Spire maestose,
Ne attorcigliano il tempo,
Alla conchiglia sul dorso.
Speranzosa degusta il presente,
Tra insalate affogate
Nel cielo nerastro di una pozzanghera.
Improvviso
L'incontro con il destino,
Ne affoga l'eternita'
In una bottiglia di sale.

*

Poesia d’amore


Nei tuoi occhi,
Tra ombre nascoste,
Ritrovo cio' che siamo
o eravamo.
Angoscia che allontana
o riunisce.
Ti sfioro la mano.
Un piccolo passo.
Il presente e' gia' ieri.
Di noi restera' la tiepida orma
Di due corpi abbracciati.

*

Un corteo di carnevale


Uno strano corteo
Fatto di assurdi fantasmi vestiti di luna,
Irrompe la notte.
Pierrot prigionieri del buio,
Arlecchini vestiti coi colori che fanno il risveglio del sole,
Pulcinella abbracciati a pentole piene di niente.
Cavalca lo strambo corteo l'Unicorno fatale,
Che abbandona i sogni ai piedi dell'arcobaleno.
La gente rincorre gli astrusi fantasmi,
Affondando nel sogno del c'era una volta che non ci sara'.
Ma e' solo un momento nel ritmo del mondo.
Domani e' gia' pronto un vestito di frasi non dette
E occasioni da sempre perdute.

*

Il vecchio saggio


Con mani infinite
Vestite di buio assoluto,
Mi porgi
Strani artifici di luce.
Esplosione assoluta,
Indefinita,
Scontro totale di energie contrapposte.

Attimi sfuggenti.
Equivoci momenti di eternita'.
Fuoco fatuo
Che acceca il presente,
E lascia al suo posto
Assurde visioni.

Passato e presente.
Sguardo infinito
Nell'unico occhio di Dio.
Eterna saggezza.

Sei forse tu
Che vendi le stelle
A prezzo scontato?

*

Il dole d’inverno


Che strano
Il sole e' assente o innocente questa mattina,
Dipende dai punti di vista.
Non veste le strade, la gente, le cose del mondo,
Dei consueti riflessi-diamante
Che danno vita alla luce del giorno.
Sta li' un po' obliquo
Ad aspettare cio' che sara'.
Fatica a scaldare gli spettri assonnati
Di una mattina che non vuole finire.
Sta li',
E ci guarda serioso
Tra nuvole nere che affondano il cielo.
E' un sole d'inverno,
Freddo padrone di un mondo affannato
Tra cascate di pioggia fuligginosa
e spruzzi di neve biancastra,
Tetre cortine
A questo freddo sole invernale.

*

Sabba


Strane fenici rinate dalle braci del tempo offuscano il cielo,
Argentea impalpabile seta.
Volteggiano e cercano
Il dio un po' bestia, un po' uomo,
Che zufola ai piedi di un'albero vecchio
L'antico richiamo dell'eros mai conosciuto.
Ha gli occhi di fuoco,
E una strana barbetta caprina.
Sorride,
Scoprendo gli abissi infuocati del nulla.
Scrutando il notturno, lunatico buio,
Intuisce,
Gia' pronto a putridi orgasmi,
Il battito lieve di ali,
Creato dal sogno di mille streghe fenici.
Arrivano i morbidi cigni
Dalle bianche carni selvagge.
Adorano, col cuore inondato di rabbia e paura,
La vile erezione del mitico capro,
Partorito dal sogno di una dea
Sperduta nel flusso del tempo.
Cercano, non piu' magiche ombre,
Il fuoco mai spento di quel capro in calore.
Urlando straziano l'aria,
Belati,latrati. sconci squittii.
Nubi di fiamme cavalcano il cielo,
Per rovesciare su quei corpi avvinghiati
Torrenti di stelle cadenti.

Lontana una luce
Rischiara improvvisa quel buio disfatto.
Un raggio di sole,tiepido, appare.
E' la fine.
La luce irrompe
Lenta e potente padrona,
E quelle ancora avvinghiate
In strani miscugli che sanno di bestia,
Bruciano lente nel roseo chiarore dell'alba.
Un momento,
Tutto scompare,
Nel tiepido aroma di un vento leggero,
Che alita
Il fresco profumo di fiori appena sbocciati.
Poi il nulla.
La fine del mito,
Di favole antiche nate nell'infanzia del mondo.
Torna il tiepido sole a scaldare la vita reale.

Ma un'ombra appare furtiva,
Ai piedi dell'albero vecchio,
E zufola lenta l'antico richiamo.

*

Bad girl.



Vestita di lusso o di stracci.
Non ha progetti,
Non crea il futuro.
"Domani potrei essere morta,
Chi se ne frega".

Ti sbatte in faccia
Il suo amore codificato
Per un vecchio gattaccio,
Che dai tetti,
Ogni notte,
Implora alla luna
Un'ora d'amore.

Non cerca nessuno.

Ieri l'ho vista parlare
Ad un tipo un po' strano.
Lui le diceva
Che voleva ammazzarsi,
Per aver rinunciato a qualcuno
In cambio di niente.
Lei gli ha risposto:
"Sei scemo, aspetta domani,
Perche' oggi dobbiamo contare
Tutte le stelle del cielo."

Cattiva ragazza,
Non sa regalare
Neanche un consiglio.

*

Vicoli


Cammino tra vicoli antichi

Sbrecciati da mura,

Ancora piu' vecchie di questa citta'.

Con una carezza fugace

Sfioro le porte di case vicine,

Amiche-nemiche da sempre,

Che appena si guardano in faccia.


Finestre incassate in infissi

Piu' vecchi del mondo,

Accostano liete le ante,

E sbarrano al sole,

Il buio nascosto di stanze negate,

La noia, i segreti, il sudore.


Odore di fango rappreso,

Spaghetti caduti nella immondizia,

Carne fritta e rifritta,

Il piscio non trattenuto

Nell'angolo oscuro accanto alla casa,

Il panettiere, che in fondo alla strada,

Vivacchia dal dopoguerra.


Gli odori mi seguono,

Molesto ricordo del tempo perduto,

C'era una volta di tanti anni fa.


E le voci!

Arrabbiate,felici, arrochite, insolenti,

Stupidamente inbrattate di urla,

Vuoti commenti su cio' che sara'.


Le voci si intrecciano lente,

In cori che salgono al cielo,

Per raccontare la gioia di vivere,

E la paura di perdere cio' che si ha.


Arrivo alla fine

Di questo vecchio vicolo buio,

Inseguita da immagini e suoni,

Che fanno il mondo diverso,

Da quello che c'e'

Al di la' della strada.

*

Gotica



Non ho alternativa
Il male e' in me.
Una mia libera scelta.

Vago innocente e voglioso
Tra la stupida gente
Che si ciba di buoni propositi.
Li guardo innocente e sereno,
Io ho gia' scelto.

Ieri giorno perfetto ho regnato.
Ho colpito la vittima inerme,
Provando pieta' solo per me.
Forse ne ho divorato l'essenza profonda.
Mah...si vedra'.

Piacere perverso il mio,
Fatto di stille che scendono lente.
Poi ho capito
Di aver forse sbagliato
E sono fuggito in cerca di quiete.

Ed ora cammino leggero
Tra nuvole e terra
Passando tra i corpi,
In cerca di un raggio di luce.

Cavolo, dimenticavo,

Mentre mi allontanavo
Da quel corpo innocente,
Un branco di cani ,
Ha sbranato e ridotto in brandelli,
Con morsi selvaggi,
Anche me.

.....................................................................

Chissa' cosa mi aspetta in fondo alla strada.

*

Nel campo dei miracoli la vecchia quercia riflette

Ascolto il ruscello sciogliermi il corpo

Nel rumore assordante dell'acqua,

Che feconda penetra la valle.


Il vento mi solleva in grappoli bruni,

Ed io ricado sulla terra dolciastra,

Di cui piu' nessuno conosce il sapore.


Il sole mi brucia,

Scheletro nodoso abbandonato a se' stesso.

Io sto li',

Incapace di frutti e di ombre,

Ed imploro

Un solo momento di feconda promiscuita'.


Ma il fulmine schiantandomi mi investe,

E la pioggia mi abbatte,

Picchiettante di furiosa distruzione.


Riesco soltanto a cullare

L'usignolo chiacchierone

Col racconto di terre lontane,

Che bevendo l'arsura del cielo,

Dissetano chi vaga in cerca di ristoro.



*

Terra, In Requiem.


Lenta affogo,

Nei silenzi oscuri del cosmo.

Generata

Dai corpi infuocati di amanti stellari,

Ne ho pianto la morte feconda

Aprendo alla vita viscere sazie.

Nello sconquasso di oceani in rivolta,

Ho partorito.


Terre,

Affondate nel fuoco di bocche eruttanti.

Foreste,

Irrigate da fiumi selvaggi.

Pianure,

Sollevate ad altezze mai viste.

Montagne,

Umiliate tra fianchi sinuosi.

Cinture al mio corpo perfetto:

Diamanti di pioggia e raggi solari,

Corolle di fiori nettate dalla rugiada.

Ora,

Ferite mi appestano il corpo,

Strupata, abbruttita,maleodorante,sperduta,avvizzita,invecchiata,

Vivo,

Avvolta tra veli scuri di dense foschie.

Raggi mortali mi splendono il volto.

E aspetto,

Una morte che nasce da pustole che ho generato.

*

Avatar. L’uomo del futuro.Cogito ergo sum.


Naufragato da un'onda anomala,

Bagnato dal sole,

Mi vesto di sabbia dorata,

Sferzata dal vento.

I coralli piu' accesi,

Ornano lunghi capelli intrecciati a tenere alghe fosforescenti.

Cavallucci marini,

Ornamento alle braccia che asciugano lente nel sole.

Squame chiazzate da mitici draghi purpurei.

Stelle marine,

Aggrumate tra rocce scoscese,

Mi coprono il petto, il ventre, i fianchi.

Le gambe arrancano in abissi

Che spruzzano acqua nel cielo,

Per scrutarne il volto segreto.

Mi ergo con sguardo sereno

Tra il nulla ed il mare.

Io figura,

Catarsi emotiva,

Immagine priva di corpo,

Ma...

Cogito, ergo sum.

*

Dacci oggi il nostro pane quotidiano



Dacci il pane quotidiano...



A volte rubato,



O anche vinto,



Per caso o per sbaglio,



alla lotteria in fondo alla strada.





Il pane,



Spesso sudato,



O spezzato,



Con chi non capisce



Il valore perduto



Di un gesto d'amore.





Il pane



Che nutre,



Dallo



Al nemico di sempre.



A quello che



Gira le spalle,



Mettendosi in tasca



Amicizia e rispetto.





E conserva



un pezzo di pane,



Per chi uccide,



Distrugge,



Ruba,



Le speranze degli altri.



Affinche',



Un giorno,



Pentito,



Possa guardare gli occhi,



Di chi



Ha avuto paura di lui.


*

Riflessioni solitarie di un povero corpo.....


Guardo,

Avvolto

Da bianche

Vesti infangate,

Gocce assordanti

Di pioggia,

Scalfirmi.


E aspetto,

Che il corso

Irreale del tempo

Mi dia nuova vita.


E' inutile,

Il tempo e' fuggito,

Dissolvendo la vita

Tra mille rivoli d'acqua.


Dicono:

L'anima.


Ma forse

Quella non c'e'.

Perduta

Anche lei,

Nei labirinti

Di un fuoco,

Che tutto distrugge,

E tutto ricrea.


Ed io,

Sperduto,

Continuo a star qui

A sperare il domani.

*

Perle



Perle diafane lungo la strada,

Gocce di luna.

Mi fermo,

Abbagliata da tanto opaco splendore.

Le sfioro,

Cogliendone essenze nascoste.


Ecco il nemico,

Giunge alle spalle,

Colpisce iracondo.


Rotolano,

Lente perle

Lungo la china,

In discesa.

*

Clandestini-Nuova piaga dell’uomo bianco.


Lacrime amare,

Stille di un pianto,

Voluttuosamente misero,

Avanzano lentamente;

Rendendoci,

Inquieti padroni di un mondo,

Che stiamo perdendo.

Per darlo a chi,

Bisognoso di linfa vitale,

Pretende soltanto un posto,

Per viverci in pace.

*

Homo sapiens


Parto faticoso,

Lento,

Feto imperfetto.

Emerge dal buio.

Si guarda intorno,

Curioso,

Ma non sa ricreare

Cio' che e' gia' stato creato.

Gli resta soltanto

Un pugno di polvere,

Da buttare in faccia

Al presunto nemico,

Per poi accoccolarsi sui piedi

E sperare

che qualcuno venga a salvarlo.


Se verra'

*

Vieni


Vieni,

Se hai voglia passeggia con me

tra lune di carta stagnola.

Sediamoci stanchi a guardare

I molti colori del buio.

Cerchiamoci

tra gli specchi fantasma di un vecchio bazar .

Ancora una volta facciamo all'amore,

vestiti di polvere d'oro.

Amandoci

Fermiamo tra le nebbie del tempo,

La vita che tace le nostre paure.


Ma tu non ne hai voglia,

E forse e' meglio per noi.

*

Sciocca filastrocca narrante un viaggio di Alice.


Il vecchio cappello

Nascosto tra gonne e sottane,

Per gioco ha eruttato

Bianchi conigli un po' scemi,

Regine di cuori e di picche,

E poi re,

Che giocano a scacchi

Tra vecchie teiere sbrecciate.


Alice ritrova il cappello

E lo indossa,

Per passeggiare sulla grande muraglia,

Che brilla tra le lune di giove.

Che belle le trottole in cielo.

Girano, girano,

E lei cade giu'.


Si affaccia curiosa

E guarda la gente,

Che va al quotidiano gioioso lavoro

Del cavolo...blu.

Alice e' interdetta.

Scruta nel mare

I pesci piu' belli del mondo.

Tinti di nero,

Saltano in aria

Per ascoltare il respiro del sole.

Alice li tocca.

Ma che puzza sulfurea,

Proviene dai pesci piu' belli del mare.


Alice,

Sfiorando foreste,

Con gli stivali del gatto fatale,

Raggiunge la terra da tutti sognata,

Che poi non esiste,

Ed e' solo una grande.....


E si risveglia nel letto di mamma e papa'.

Ha solo dieci anni meno di me.

Prende il vecchio cappello,

Nascosto tra gonne e sottane,

Per sbatterlo al muro,

E andarsene

In cerca di gloria e avventure,

E di un si,

Da non dire

Per sbaglio,

Al primo venuto.

*

Miraggio



Granelli di sabbia

Si alzano lenti

Nell'alito caldo del vento.

La luce,

Argilla di fotoni impazziti,

Modella,

Strani fantasmi

Danzanti nel vuoto.

Mentre

Il crepuscolo esplode

Nell'alba del mondo,

Una donna

Vestita di anni,

Contempla

Con occhi stupiti,

I millenni,

Che intonano lenti

L'atroce nenia del tempo.

Ma il vento disperde i fantasmi.

Ed ella,

Crepitante figura,

Incarnazione

Del bene assoluto

O del male piu' oscuro,

Disperde nel vento,

Insieme ai granelli di sabbia,

Santi e profeti

Demoni e streghe.

*

Agosto 1945- In principio fu l’atomo......


Un aereo nel cielo,

Falco vestito di acciaio.

Stupende vele,

Brillando nel sole,

Scendono lente.

Il sesto sigillo ormai rotto.

Lei ,

Messaggera di pace,

Discende leggiadra.

Finalmente la guerra e' finita.


A quale prezzo.......


Ombre

Di uomini e donne dissolti,

Stampate su pietre ormai bianche.

Bambini,

Con visi e corpi a brandelli,

Avanzano,

Cercando rimedio al dolore.

La carne cuoce lenta sui corpi.

Occhi ormai bianchi,

Per non vedere vivi gia' morti.

Cancri che nutrono lenti

Il sangue di chi e' rimasto.

Padri e madri piangono i figli,

Dissolti

in nubi gassose,

Che hanno lasciato dietro di se'

Soltanto un triciclo da sotterrare.


Agosto 1945...

Dio,

Come possiamo ancora guardarti negli occhi.


*

Nessuno tocchi Caino.



Succo di fragole amare

Macchia dita incredule,

Contratte,

Sugli occhi sbarrati del fratello innocente.

Abele,

Immobile ghigno di morte,

Scruta il cielo in cerca di Dio.

Caino,

Fratello mai troppo amato,

China la testa colpevole,

Aspettando il perdono

Che lo fara',

Maledetto per sempre

A se' stesso.

*

La tela perfetta.


Con mano insicura

Traccio linee sinuose,

Sul bianco imperfetto

Di una tela perfetta.

Il pavone regale

Porge turchesi di seduzione,

Per omaggiare

Il colore del cielo.

Spruzzo la tela

col rosa argentato

Di giorni

Narranti la fiaba,

Di un mondo rinato

Dal tetro squallore

Delle sue distruzioni.

Dipingo di viola

Alberi,

Ornati da fiori di loto,

Che scordano il male.

Racconto prati smeraldo,

Annebbiati da un pianto di pioggia,

Possente ombra di spazi infiniti.

Ritraggo vite beate,

Sazie di amore perfetto.

All'improvviso mi fermo.

La tela dissolta.

I colori liquidi guanti.

Ed io,

Mi allontano paziente.....

*

Cammini sperduti



Stanze prive di ombre,



Illuminate da arbitrari silenzi.



Vite spezzate e domande irrisolte.



Porte sbarrate alle spalle,



Cammini perduti lungo i viali del tempo.



E' forse questo che noi,



Vecchie speranze del futuro



Abbiamo sognato,



Guardando i ricami stellati del cielo notturno?




*

Venere... Oggi ...Rinasce...


Splendida nudita'


Incarnata nel sogno erotico di sempre.



Oggi,



Tra spruzzi verdastri di acque ormai impure,



Rinasci



Dalla vulva della conchiglia



Che ti ha partorita.



Sfiori,



Con passo esitante,



Schiumose ondate di plastica incolta.



Accarezzi le lucide piume



Di uccelli marini,



Che,



Incaute vittime,



Giacciono accanto al tuo corpo,



Disteso nel sole incupito



Da raggi infernali.



Tentatrice



Sfiori il ventre con mano lasciva,



Ma,



Il colore cinereo della tua pelle,



Gia' si confonde



Con granelli di sabbia,



Sollevati



Da sibillini vortici



Di aria putrefatta.

*

Fate


Pioggia di lapislazzuli evanescenti,

Vi aggirate per boschi fabulosi

Dove i fringuelli

Solfeggiano

Le astruse melodie dell'amore.

Sfiorate con ali di rugiada

Le profumate corolle

Che ombreggiano i campi.

Con tocco leggero.

La brina drappeggia

Il flessuoso incanto

Di corpi,

Da sempre sconosciuti

A mani mortali.

Ma se incaute fuggiasche,

Rompete l'incanto

Di un sogno senza fine,

Entrando

Nei tunnel oscuri della realta',

Vi sottraete

Esterefatte,

All'astruso orgoglio

Di chi,

Non legge

Nel vostro sguardo,

Gli incanti del futuro.


*

Elogio di Santippe.



Piangendo la morte dell'uomo

Da te sempre amato,

Ti copri i capelli scomposti

Con veli funerei.

Lo piangi e lo chiami inorridita

Da un cupo destino.

Tu, Santippe,

Moglie delusa di Socrate,

Uomo di gran qualita',

Ne piangi le mille virtu',

La forza morale,

Il senso del giusto,

Che fa partorire

Dalla bocca dell'uomo

La vera essenza dell'essere umano.

E,

Mentre piangi cotanta virtu',

Ricordi gli sguardi annoiati ed assenti,

Di chi,

Troppo preso da grandi ideali,

Dimentica moglie, casa, e famiglia.

Non risponde, lui, ai rimproveri

Che ti han fatta leggenda,

E solo guarda sprezzante,

Quel tuo vestituccio fatto di niente.

Anche alla fine

In punto di morte,

Annoiato da pianti e rimbrotti donneschi,

Ti ha allontanata,

Per restar solo

Con le sue idee e i suoi discorsi.

Tu ora lo piangi

Con cuore sincero,

Senza sapere

Che la sua vita,

Dara' anche a te

Un riflesso di eternita'.

Dalla parte sbagliata pero',

Di chi guarda in faccia la vita ogni giorno,

Senza murarsi dietro le idee

Che fan grandi ed eterni,

Ma che non soddisfano

Le voglie meschine

Di una semplice donna

Chiamata Santippe.

*

Viaggiatore cosmico folle

Ho attraversato i sentieri di tempo e di spazio



Prigioniero del nulla.



Ho giocato con spire impietose nel vuoto.



Ho guardato,



Minuscola stella,



Le mille fusioni fatte del fuoco che tutto divora.



Sono caduto,



Precipitosa ascesa,



Nel mondo reale,



Che ha esposto



In teche di cristallo,



Al pubblico ludibrio,



La mente grinzosa, rosea, libera e folle



che ho salvato da questo mio inutile e folle viaggiare.




*

Lo sballo......

Ancora una volta lo sballo.
Non importa se e' l'alcool,
O cio' che mi porta lontano da qui.
Ancora una volta ho voluto,
Ho cercato,
La vita non mia
Fatta di luci e colori,
Di suoni e veleni,
Tossici eterni della realta'.
E l'ho avuto lo sballo,
L'ho perso il senso di cio'
Che ormai vive lontano da me.
Un tempo no,
Non era cosi'.
Serena e vogliosa,
Guardavo allo specchio la vita degli altri,
Cercando di essere migliore o peggiore.
Plagiata dal fatuo amore della perfetta felicita',
Inglobata in caroselli di mille finzioni.
Poi lo sballo e' arrivato da solo.
Mi ha trascinata aggrappata ai cavalli della irrealta',
In cieli infuocati da mille colori,
Vibranti ogni volta di suoni diversi.
Ora vivo felice in un mondo fantastico
Fatto di esseri strani
Che a quattro zampe mi rodono il cuore,
Fatto di sogni inebriati dal sangue e dal nulla.
E quando dopo mi guardo allo specchio,
L'immagine e' strana, deforme,
Di chi ha perso la forza di ridere e piangere
Per un qualcosa che valga la pena.
Ma non fa nulla,
E' lo sballo che conta.
E non mi interessa se dietro la porta
Sta il nulla o la morte
Ad aspettare una vita
Che oramai e' solo l'ombra dell'essere umana.

*

SilenziI silenzi che si assembrano nella mente,


I silenzi che si assembrano nella mente,



Come tentacoli ne districano i pensieri per renderli vivibili.



Silenzi penetrano lentamente nei meandri della coscienza,



Per leggerne le strade infinite



E renderle chiare al nostro io.



Che,

Percorrendo le strade silenziose dell'essere uomo,



Come un bambino stanco,



Si fa prendere per mano



Dai silenzi della mente.

*

L’indovina



La vecchia indovina,

China,

Ingobbita sul suo tavolino,

Illude il presente alle giovani donne,

Con sogni fatti di carte e di re.

Le giovani donne la guardano

Stanche,

Illuse,

Ammaliate dai fanti e dai cuori,

Cullando la lenta stanchezza del tempo presente

In un sogno lontano,

Irreale e sfuggente.