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Raccolta di poesie di Roberta
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Sentieri

Le lacrime

di primavera

sono calde 

e leggere.

Percorrono le gote

 come sentieri

appena tracciati

che presto

il vento

cancella.

*

L’equilibrista

Passo dopo passo

misuro uno spazio

senza ritorno,

senza memoria,

che il voltarsi indietro

e‘ cedere al vuoto,

camminando sul filo

di un pensiero

ritorto,

teso,

fino allo stremo.

Ma giungendo 

al traguardo,

occhio di falco

e cuore vigile,

scrosceranno gli applausi?

O sarà un tappeto soffice

di silenzio

ad accogliermi

in caduta?

*

Un sogno

Mi trovo immersa

nel surreale

di una città 

deserta.

Oltre il silenzio,

oltre il vuoto,

l’eco di una festa.

Ed ecco che

mi muovo

tra le case

alla ricerca

di una porta

aperta,

di una luce

che trapeli,

a catturare

piu che lo sguardo

il cuore.

*

Solstizio d’inverno

Gli uccellini timidamente 

pigolano

nel mattino avaro

e m’e’ caro fermarmi

un momento

dalle grandi manovre

della vita,

esercito sempre

in guerra.

Semplicemente stare,

raccolta,

piu’ vicina

alla terra.

*

Non avere fretta

Un guru a pagamento,

centotrenta,

non molto tempo fa,

mi disse che

la donna fu creata

da una costola

di Adamo,

per generare

Diversita’.

Nel caso non sapessi...

Io non cercavo 

spiegazioni,

in verita’,

ma solo il tocco

leggero 

di una mano.

Ma non avrò più fretta

di ricomporre

il Tutto

e sognare il sogno

che compone

l’Unita’.

Nata da una costola...

Sarà per questo

che mi duole il fianco.

Sara’ perché ho già pianto,

per Adamo,

tanto.

 

*

Foglie, parole e polvere.

Il vento,

caldo,

violento

strazio

di una terra stanca.

Soffio incessante

e inquieto

che stronca,

spacca

e scioglie,

porta foglie morte

parole

e polvere.

Rimpiango

il soffio gelido

di tramontana.

Alzare il bavero,

gli occhi al cielo

e con un brivido

strofinar le mani.

*

Gomitolo

Rotola

come un gomitolo

sfuggito

alle mani tremanti

di una vecchia,

la mia vita ritorta,

e ne perdo la vista.

Che sia questa

la conquista 

che da tempo

speravo?

*

Chiara solitudine

Chiara solitudine 

che abiti la notte

come la luna

persa e ritrovata

nel trascorrere lento

delle nubi

in cielo,

mia fedele compagna

nel tormento 

dei pensieri inutili,

nella ricerca vana

di un compenso

che l’anima

ristori.

*

Un grande dolore,

Un grande dolore

non si sazia

dello spazio misero

di un corpo.

Affonda le radici

nella terra scura

di nutrimento

e pace,

poi svetta verso il cielo

per ritornare luce.

*

Otto di agosto

Notte di luce

e di miracoli.

Trame sottili,

oracoli del cielo,

tracciano illusorie presenze

che toccano il cuore degli uomini,

ne fanno scaturire

ardimento e pensiero.

Nel mentre,

oltre il profilo dei monti,

si scorgono bagliori

di temporale.

Distolgo lo sguardo

per l’ansia che m’assale,

per la troppa bellezza,

e mi volgo

alla mia altezza,

al buio del prato

ove m’appare,

discreta,

una lucciola,

palpitante ventre

di stella.

*

Talpa

Sento dita che frugano

e voci deformate.

Perche’ violate

il sacro riparo

di un animale ferito?

Nel mio buio

non ci sono eventi 

a cui presenziare,

ne’ tantomeno banchetti

da onorare.

Mi nutro di terra,

che le mie unghie scavano

incessantemente,

per riempirmi la bocca.

Una comunione

perfetta.

 

*

Una visita

Sono venuta

a visitarti,

avvolta in una bava

di lumaca,

sotto il sole pallido

e la pioggia pigra

d’estate.

Sono venuta

a ripercorrere

le strade

che le mie gambe

sanno.

Ogni giardino

un sogno,

un lutto

ogni serranda

abbassata.

Ed infine la casa

dove tutto

e’ accaduto,

nella cruda realtà 

dei sogni,

strana bambina

permeabile al nulla.

*

Mi son persa dentro a un sogno

Mi son persa dentro a un sogno.

Era notte, all’improvviso

tanta gente

s’accalcava in un locale,

e la scena ritornava

all’infinito.

Tutti in coda

per prendere un caffe’.

E io, prigioniera

tra la folla,

cercavo con lo sguardo

un alchunche’

di familiare,

una traccia

di vita.

Battevo i pugni

contro le pareti

vischiose e molli

della mia prigione;

non un rintocco,

neppure un’eco

mi davan ragione.

Sono sola,

pensai,

forse son morta,

e non c’e’ porta

per ritrovare

la strada di casa.

Ma una voce bambina

sussurrava piano:

”Apri!”.

Dapprima,

non prestai orecchio

a quella che sembrava

un’illusione:

”Apri!”.

Provavo una pressione

sulle palpebre,

come qualcuno

che spinge per entrare.

Ed ecco, una luce velata,

di stanza familiare,

filtrava lieve

attraverso 

il sipario

infernale.

 

*

Ritorno

E ritorno

a parlare con te,

pagina vuota

che generosamente

accogli,

senza chiedermi

niente.

Di me tutto sai,

del mio oscillare

tra luci ed ombre,

non per diletto

ma per sofferto

e necessario

divenire.

*

Tutto quello che non sono.

E’ del vuoto

che ho certezza,

della mia imperfezione.

Delle ciglia

che non filtrano luce,

del viso angusto

che non irradia

bellezza.

Del carattere schivo

e impertinente,

sempre fuori dal coro,

ma con riservatezza.

Rimpiango ogni giorno

tutto quello che non sono.

Peccato.

Per questo sentire

e’ negato il perdono.

*

La strega dell’ovest

Non verso gli inferi

ci dirigiamo,

stiamo solo 

viaggiando.

E ci colpiscono

oggetti immaginari,

che illesi

restano nella memoria.

La nostra storia

ne e’ catalogo

e somma.

Ma tu, Strega

dell’Ovest,

sorvegli ogni mossa,

scateni

le forze del male

e ci svegli,

agguerrita,

ogni notte,

carica di livore.

Solo le lacrime

disciolgono

la  tua presenza,

e di te

altro non resta

che una piccola pozza,

un rivolo

di sudore.

 

*

Preghiera

Ci sono infanzie,

e’ vero,

di poverta’, di guerra,

di famiglie rapaci.

E non per tutti

e’ pace

e buona vita

e amore.

Ma per favore,

proteggiamo

i bambini

dal “ troppo pieno”.

Che trabocca

dai loro pensieri,

accesi di fretta

e d’impotenza,

dai loro occhi

vigili e riarsi.

Regaliamo

un po’ di vuoto,

di necessita’.

Regaliamo spazi

grandi,

in cui essere pensati

e ripararsi.

*

Rintocco

Si sente appena,

come un rintocco

di campana

che annuncia

il vespro.

E’ il mio cuore,

cucito

e ricucito:

misero resto

di una spesa

avventata.

*

Bugiardino

Una compressa

di paroxetina

il mal di vivere

ogni mattina

dissolve prontamente

e senza imbroglio,

come dice anche

il foglio

illustrativo.

E che ne dite

della pastiglia

che ci protegge

dai focolai?

Infiammazioni

senza rimedio

per chi del vivere

subisce il tedio:

e’ una passione

il cortisone!

Poi c‘e’il contesto

che tanto disturba

del mondo esterno,

cosi’ aggressivo.

Virus, batteri,

inquinamento,

intolleranze,

sono un tormento.

Se sei un soggetto

immuno-depresso

puoi stimolare

le tue reazioni,

ripristinare

le tue funzioni...

Per ogni cura c’e’ sempre

un malato,

una pastiglia

per ogni 

palato.

*

Sentieri

E cosi un altro inverno

e’ passato

scavando rughe

profonde,

voragini

di terra scura

e ricca.

Ha spezzato alberi

intralciando

i sentieri della memoria.

Il vento freddo 

si e’ fermato

sulle primule,

e della loro grazia

ha fatto incanto

di brezza.

Ora e’ tripudio

d’oro e di fiori

e le piccole orchidee

selvatiche

son pegno d’amore

per occhi assetati

che ancora chiedono.

*

Chi lo sa?

Sara’ che nell’abbraccio

del tuo ritorno,

profumo d’erba tenera,

distolgo lo sguardo

dal brutto del mondo.

Sara’ che l’amore

e’ mistero.

Sgorga senza tempo

ne’ ragione

e si oppone

ai maneggi

di una mente

senza fiato.

*

Nubi

Lo sguardo va

ad ogni lembo di cielo

che sopravvive

a questo lutto,

a questi giorni

di tempo incerto

e muto.

Anche il pensiero tace

sotto la coltre di nubi

che mi tiene

in ostaggio.

*

Mareggiata

Furiose

s’innalzano

in ritmica danza,

le onde,

in ampie volute,

schiumanti

di vita

e di rabbia.

 

*

Non avere fretta

Non avere fretta.

Lo scandire del tempo

è una iattura,

è solo falsità.

Il tempo è divisibile

per infinito,

dunque,

non frustiamolo

come un cavallo

in corsa.

Viver non sarà 

come deve,

per umana

ingiunzione,

ma come può,

per sua stessa 

necessità.

*

I fiori del pruno.

Di nuovo

stamattina

piangono le persiane

imperlate di pioggia,

mentre fuori

gesticolano al vento

le piante del giardino.

Eppure

son sbocciati

all’improvviso

i fiori del pruno,

senza che nessuno,

nemmeno il sole,

sia venuto

a far festa.

*

Luna di marzo

Ma dove sei

luna di marzo,

che t’invoco

alla vista del solito

grigio

tramonto invernale.

E sale

il desiderio di te

e della luce

di un giorno

di primavera.

Sentir schioccare

le ossa

e sperare

di sciogliersi,

nel rinnovato

calore

del sole.

*

Negli occhi di mia madre

Ti ho cercato

nei sogni,

negli sguardi

distratti

dei passanti.

Talvolta,

eri un’ombra,

tra le piante

e fremevi

ad un alito

di vento.

Ti ho cercato

nel viso spento

dei morti,

nel primo vagito.

Ti ho cercato

negli occhi di mia madre,

in quelli di mia figlia.

E lei, 

che mi somiglia,

scrutando i miei occhi

si interroga,

invano.

 

 

*

Passaggio

Mistero e polvere

questo nostro

fremito

sulla terra.

*

Le ragioni di una vita

Restano,

sepolte

in profondità 

le vere ragioni

di una vita.

Un pulsare

sincopato,

nel garbuglio

ritorto

delle viscere,

tra le sinapsi

in moto.

Albergano

in quell’altrove

che a molti è caro

chiamare anima.

*

Astigmatismo

Se non metto

gli occhiali,

la mia vista

si sdoppia

e se guardo

lo specchio

vedo un’altra da me.

Fin qui nulla di male,

il problema è che quella

che riflessa

si affianca,

è una tipa

un po’ stramba,

tanto sana non è.

Si dilunga in rimpianti

per presunti

abbandoni,

è irascibile alquanto,

senza giuste ragioni.

E’ gelosa,

un po’ tirchia,

sofferente

e ribelle.

Convivenza assai dura

in un’unica pelle.

*

Vuoto

Dicono che il vuoto

non esiste.

Particelle, Quanti,

flussi di energia.

Ma qualcuno

venga,

nella mia stanza,

in questo pomeriggio

invernale.

A dare un’occhiata,

a guardare

se davvero il vuoto

io l’ho dentro,

o se si tratta

di un Quanto,

di solitudine

prossimale.

*

Quinte di scena

Nel bel mezzo

di un crocevia,

ferma sulla banchina,

una mattina,

aspettavo l’autobus.

Ho assistito, allora,

alla visione

di un mondo parallelo.

Case, persone, strade,

senza vita,

parevan quinte di scena

e attori

senza una regia.

Vado a prendermi un caffè,

dissi tra me e me,

ma la facoltà di muovermi 

era persa

e cosi pure il pensiero.

A dire il vero,

l’unica cosa viva

eran le lacrime,

copiose, di bambina.

 

*

Notte silenziosa

Notte silenziosa,

assorbi i nostri passi,

lenti,

su, fino alla collina

che guarda la città.

E raccogliamo

il saturo profumo

del gelsomino,

i fruscii delle foglie

e l’eco sommesso

delle armonie terrestri.

E ci troviamo

sull’erba umida

di un prato,

mondo rovesciato

dove le lucciole

evocano per noi

la luce intermittente

delle stelle.

 

*

Fotografia

Ecco.

Un fuco,

di bianco

vestito,

con l’espressione

incredula 

e imbronciata

di un ospite,

che non ha capito

perché si trova lì,

e, soprattutto,

chi lo ha invitato.

Un padre,

il responsabile 

di quella festa

a sorpresa.

E poi una madre,

tesa,

con gli occhi di chi

non ha dormito.

Una foto a colori,

che vira

al verde acido.

Chissa’...

*

Estate

Tu mi attraversi

come il vento d’estate

che scuote 

gli ulivi.

Scateni

bagliori d’argento

e fruscii di filigrana.

Piccoli frutti

cadono

ai piedi

del vecchio tronco

rugoso.

 

 

( estate 2007)

*

Gomitolo

Un mistero

vela il tuo viso

chiuso

in una maschera.

Sospesa sei

in una bolla d’aria

che fluttua

nel flusso rapido

del tempo.

Aspetti

che qualcosa accada,

gomitolo

che ritrova il grembo

dove tutto comincia.

*

Sotto la pioggia

Sotto la pioggia torrenziale

canta,

arruffa le piume bigie,

con il becco

ghermisce un insetto,

prigioniero

in una goccia d’acqua.

Io, lo sguardo ai tetti lucidi,

mi arrendo.

Mi lascio penetrare

dal mal tempo.

*

Avvertimento

Ieri è stato un’insolito

insistente cinguettio,

come di nido

in allestimento.

Oggi un tormento,

nell’animo sopito dall’inverno.

Finché, affacciandomi al balcone,

per un momento 

mi ha stuzzicato il naso

un profumo d’erba tenera,

come un avvertimento.

*

Ritorno

Domenica sera.

Sulla soglia del crepuscolo,

sono la passeggera immobile

del ritorno all’ altrove.

Dove mi condurrà 

questo esausto tornare?

Questo guardare

luci che si accendono

nelle altrui case,

nostalgico rituale.

*

Geometrie

Succede davvero di tutto

in quest’angolo ottuso

di mondo.

Sì perché,

in queste mie allucinazioni

geometriche,

il mondo rotondo

non è.

Acuto, a volte,

d’innumerevoli punte

che feriscono,

trapassano,

lacerano i sentimenti 

e ci lasciano soli.

Oppure intersecato

d’infinite rette,

a formare prigioni

e sezionare l’Uomo.

Non rimane che il Punto,

d‘ogni cosa origine

e meta.

Un punto che oggi

io guardo,

con garbo

di esteta.

*

Dolore

Se il dolore

non ci rende umili

meglio non portare

che lo scudo dell’indifferenza.

Non temiamo, dunque,

di scavare la terra,

masticare il sapore amaro

delle radici,

strofinare la faccia nell’erba

e mescolare le lacrime

alle prime gocce di rugiada.

*

Futura

Inaspettato dono

della vita che urge,

che si palesa

con leggerezza

e ostinazione.

L’occasione

che non ho perduto.

Quando sei nata

le infermiere

mangiavano ancora

il panettone,

e insieme a te

venivo al mondo,

vestita di paure.

Sognando il tuo futuro

ho riscoperto il sogno,

crescendoti,

la lezione dell’errore.

Di quel sognare audace,

figlia mia,

dovrei chiedere scusa.

Scusa,

per averti consegnato,

ignara,

all’utopia.

 

 

 

 

 

 

*

Il tempo passa

Da questa casa

son spariti gli specchi,

i mobili son vecchi,

le persiane abbassate.

Il mio rifugio

è un angolo di poltrona

dal quale fisso la penombra 

e ascolto le voci di strada.

Parole sparse 

come zucchero a velo

sull’immobile giornata.

Sento

il sussurro del tempo

che passa.

*

Parole

Arrivano solitarie

come lapidi

oppure a frotte,

strafottenti e leggere,

meretrici del profondo sentire.

Le ascolto

come un sottofondo,

come un gracidare di rane.

Tra queste, alcune,

inconsciamente vere,

diventano poesia.

*

Inverno

Da un groviglio di sterpi

colsi uno stecco.

Ma che ci fa un rametto

secco

in un bicchier d’acqua?

Sta.

Per prima

fu la fogliolina

poi un esile stelo 

a chiamare la vita.

*

Casa

La mia casa,

mio carapace,

mio sogno avverato.

Mi ricorda ogni giorno

che il dolore

non ha desertificato 

la mia vita.

Inespugnabile punto d’incontro

d’intricate trame,

nascosta da fitto fogliame,

è il luogo segreto

ove coltivo la quotidianità.

Il disordine sulla scrivania,

la brocca sbeccata

e l’ultimo fiore d’orchidea.

Persino la polvere

mi appare vestita di luce.

Bellezza inerte,

silenziosa

compagna di vita.

*

Leggendo Gozzano

Da qualche tempo,

prima del giorno,

accendo una candela

sul mio desco.

E’ tutto buio intorno...

E poi, leggo Gozzano

da poco riscoperto.

 

Mentre la voce, stamane,

si spezzava per la commozione

trovai che la candela s’agitava,

e si faceva rossa e tremolante.

”Che hai candela, piangi?

Anche tu, come me, 

per via del Poeta Galante?”

 

Lei si ricompose con sussiego,

e io sorrisi del suo pudore,

nel nuovo chiarore

dell’alba.

*

Gita in battello

Lento il battello va

svelando ai nostri occhi

di bambini in gita

la città del mare,

che l’altra, terrestre, occulta

e lascia immaginare.

Chi s’improvvisa guida

chi racconta, perso nei ricordi,

chi si stupisce e tace

nel guardare

la scia di vapor d’acqua

che il tramonto

d’iridescenze colora

*

Rintocco

Rintoccano le otto

ben oltre il tramonto del sole.

E’ inverno,

e inverno vela

cose persone e strade,

e m’invade la voglia di casa.

E mi rintano,

a coglier nella mano

gocce di malinconia,

che stilla, vischiosa e dolce

come miele.

*

Pietra filosofale

Il sole inonda la città dal mare

e si protende in un abbraccio ardente

verso le case,

verso i brulli giardini

e cambia in oro

il piombo di quest’alba invernale.

*

Alba

Primo chiarore

brilla l'ultima stella

pigola il merlo.

*

Risveglio

Volute di fumo leggero

salgono

dal nero pozzo

della mia tazza di tè,

specchio mattuttino

che non riflette.

Piuttosto cattura

i primi confusi pensieri

e gli ultimi bagliori

del sogno.

 

*

Digiuno

Il lupo ha lo sguardo vacuo.

Annusa l'aria,

rovista tra le foglie,

stuzzica un cespuglio.

Lo attende un'altra notte di digiuno.

Acciambellato

col muso tra le zampe,

s'agita nel sonno.

Appena sfiorato dalla luna,

anch'essa digiuna.

*

Mattino autunnale

Oggi vince la notte

e il giorno si ritrae guardingo.

Resta a sognare al di là delle montagne

la città sommersa da un mare di nebbia.

Sia fatta la luce!

Romba il temporale.

E i primi sommessi rumori del giorno

tacciono

alla vista del fuoco.

*

Buona giornata

Buona giornata

 

 

Scendo gli scalini

e lo vedo:

un nero brizzolato,

troppo coperto

in una giacca prestata.

Lo vedo quasi ogni giorno.

Apparecchia uno zaino sdrucito

come  piccola tavola,

con un fazzoletto pulito.

Sopra ci mette

una moneta dorata.

Non so perché tutto questo mi agita,

allora mi metto a cercare

il giusto per partecipare.

Una moneta accanto alla sua.

Lui alza la testa e mi guarda

con occhi da vecchio, velati,

poi poggia una mano sul cuore

e io:" Buona giornata."

*

Luce di mare

Luce di mare

mare di luce

e la risacca

che bolle

che spacca.

Occhi feriti da tanto splendore

fermi i gabbiani

nel culto del sole

*

Guardando le ombre che danzano

Faccia di bambola

corri giù per le scale

a perdifiato.

E' corsa vana.

L'orologio si è inceppato,

segna sempre mezzanotte,

attimo di fuga

e di speranza.

 

Questa sera hai indossato 

il vestito più bello

e un sorriso sfacciato

ma le tue spalle nude

son già cosparse di cenere

e col pensiero vai al focolare.

 

Attizzerai il fuoco

rannicchiata in un angolo

a catturare sogni,

guardando le ombre che danzano.