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Raccolta di poesie di Massimo Castiglia
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Il caffè

Sapore dolce e amaro di stille liquirizia

di crema liquorosa del cielo sei tempesta,

effluvio di ardimento, alcova di speranza,

tributo  del lavoro, onore alla pazienza.

 

Taumaturgica sembianza d'elisir di lunga vita,

né sirene né altri incanti mi rapiscon l'esistenza,

sei solfeggio, t'assaporo, del tuo assaggio m'innamoro,

sei Divino e incantatore, seducente ammaliatore.

 

Avviluppi le mie labbra come amante calda e audace,

liquefatto vaticinio, ch'io di te suggo il potere,

non resisterti potrei, dei servigi tuoi abbisogno,

ora inebriami di nero, col tuo aroma odor d’incanto.

*

Forse qui

Forse qui, sulla mia bocca, madida delle tue labbra, v’è un luogo che del nostro Amor racconti, come afflato che leggiadro di vento e carne s’adorna, ed aulente disegna ai miei occhi, la tua sinuosa, muliebre fiamma.

Soggiaccio all’etereo tocco delle mani tue, eburnee ed impudiche, che, su me, percorrono e sostano sulle vette maestose e recondite dell’anima, fino a che essa non si libri, esule e rea, ebbra di sittanta quiete, nel tuo mare.

In quel guardarti, fra conflitto e pace, apprendo che di te, il visibile m’inebria ed odo, tra festanti, innocenti voci, lo sciabordio del mio cuore che si schianta, come spinto dai flutti in questo amore immenso, che mi travolge e ti assale, laddove tu, perduta rotta, non immagini che un baleno del mio gravido ardimento.

E se, al corpo tuo trovar ristoro posso, che a tal pensiero la mente mia snatura, la luce tua che dentro me trascende, vittoria sull’oblio, saziar vorresti?
Certo che se schiavo mi facessi, io suddito d’amore in te arderei.

*

Mezzomarinaio

Sulle mappe Tu disegni il mio domani,
poi d'un tratto la mia vita scarabocchi,
ridipingi d'illusioni le mie mani,
sol miraggi si disvelano ai miei occhi.

Ora aggiusta quella bussola al mio cuore,
bocca fischia forte vento di Maestrale,
via l'ormeggio dalla rotta del dolore,
sento l'anima dal fondo che risale.

Di sottecchi mi propini la bolina,
io m'affranco già mutando invelatura,
vedo terra e lesto lancio la mia cima,
nuovo approdo trovo in quest'insenatura.

Nella mente mi s'invola quel pensiero,
non più roso dalle fauci del soffrire,
solo adesso vedo il Tutto nel suo Vero,
anche il Dopo di quel nostro non morire.

*

Salvami!

Nostalgici i sipari del passato,
che s'aprono in immagini confuse,
d'un tratto mi ritrovo raggelato,
al precipizio attirano le Muse.

Rifuggo dal dolor dei loro Canti,
qui tosto devo uscir dal loro inganno,
accorre la Speranza in pochi istanti,
giapprima ch'io sia vinto dall'affanno.

Morente ormai quel sordo sentimento,
che mette al cuore maglie di catene,
del mio sereno il solo detrimento,
risorge già il mio sangue nelle vene.

Abbracciami e concedimi Alleanza,
profumi ed io respiro la tua Essenza,
incedi e giungi in me con Eleganza,
commuovi la mia muliebre Coscienza.

*

Il rischio del Non Esistere

Non amare,
potresti annegare.

Non gioire,
potresti soffrire.

Non sognare,
potresti cadere.

Non odiare,
potresti marcire.

Non mentire,
potresti arrossire.

Non temere,
potresti atterrire.

Non morire,
potresti svanire!

*

Alter Ego

Rischiara oltre le nubi il mio pensiero,
tu Diva ambasciatrice dell'Incanto,
rivelami quel luogo o sentimento,
sussurrami nell'Anima o nel Sogno.

Lo so di quel che cerco più non trovo,
dev'essersi nascosto all'improvviso,
ricordo del mio vivere bambino,
il Magico arrivar di Fate in sogno.

E m'indicavan posti sempre nuovi,
del mio pellegrinar mi feci schiavo,
sapessi quanta pena il ricercare,
che quel che, già dentro me, io custodivo.

Bastò sentir volare i miei pensieri,
scoprire di quel nascere il profumo,
assurgere a quell'Alito Divino,
spiccare con Me Stesso il primo volo.

*

Spes ultima Dea

(alla ex-moglie tanto carina......)

Del sangue mio t'imbevi,
tu bestia imputridita,
immonda la tua razza,
dall'anima cariata.

L'arsenico e il curaro,
ti son corroborante,
non Legge di Natura
governa la tua mente.

L'Amore m'hai stuprato,
corroso dai miasmi,
con tutti i tuoi discorsi,
ti faccio enteroclismi.

Sei madido ritratto,
intriso di vendetta,
l'orrore a te ricada,
voragine t'inghiotta.

*

Onore all’Amore

Osservo questo padre, nascosto al suo vedermi,
s'abbraccia al suo bambino, fatico a trattenermi,
già lacrima il mio sangue, per figlie ormai perdute,
ghermite dalla madre, mai più le ho rivedute.

Ripenso a me adorante, riverso sulla culla,
sorrido e mi commuovo con anima fanciulla,
carezzo le manine a pugni ancor richiusi,
occhioni di smeraldo, riposano socchiusi.

Perché mi son trovato in questo camposanto
nell'eco del rimorso, si schianta il mio rimpianto,
con salme di ricordi, che pace hanno perduto,
di questo viver mio, finito in un imbuto.

Difficile spiegare e anch'io non so capire,
s' è spento il nostro Sole, che più non sa guarire,
per scelte già passate, bruciate dal rancore,
non posso che pensare, sia morto anche l'Amore.

*

Fratello Sole Sorella Luna

Vorrei poterti chiedere perché,
hai preso il nostro fiore e l'hai reciso,
ricordo a tratti e a stento il tuo sorriso,
d'infanzia non trascorsa insieme a te.

Capisco, ci son fatti molto gravi,
può darsi, tu non veda più rimedi,
ma se alle mie parole tu, non credi,
nell' unghie la tua acredine celavi.

A questa nostra madre che divide,
al posto di far pace con il mondo,
ti ho perso trascinata verso il fondo,
di un mare indifferente che ci uccide.

A te la sospirata decisione,
di farti scudo e farmi indietreggiare,
nel verso tuo, m'arrischio all'alto mare,
subisco ancor quest'altra esecuzione.

*

Tutto ha un prezzo

Ho preso tutto quello che m'han dato,
perché l'avevo chiesto,
ho sempre ringraziato.

Poi "doni" ch' avrei certo rifiutato,
dolore e sofferenza,
nel perdere chi ho amato.

Di certo son "mestieri" che c'insegnano,
sospendi la lezione,
già l'anima m'impregnano.

Dell'altra vita, il conto, m'hai portato,
nemmeno un pò di sconto,
al figlio Tuo adorato.

*

Viaggio astrale

E' un mano che mi sfiora,
sempre più pesantemente,
col suo messaggio criptico,
che dentro me, si decifra.

E' l'Eterna sensazione,
di non essere mai solo,
agguantato da una voce,
che su di me, trascende,
e che mi chiama Amore.

Nel mondo mio sussurra,
bisbiglio di parole, fatte amanti,
mi giunge,
come fiume muore al mare,
un mistico estuario, che mi congiunge al Sole,
che vedo chiaro,
ma senza occhi,
né bocca,
per poterlo commentare.

E' l'antica Perfezione abbandonata,
ma ritrovata,
che mi richiama,
si fa guida,
ed indica il percorso delle Stelle,
che già rimischiano i Tarocchi,
e mi confessano,
del Dopo,
la Magia.

*

Pragmatismo

Quel bel gioco del Pensiero che ci porta a teorizzare,
sarà vero o sarà falso, siamo tutti in alto mare.

Senza briglie e senza lacci, lui c'arriva a confortare,
nella mente m'abbandono e dimentico il "da fare".

Aristotele e Platone, sono grande insegnamento,
vaniloqui e digressioni, fanno perdere il tuo tempo.

La cultura ed il sapere, sono grande accrescimento,
se ti aiutan nella vita e nel suo combattimento.

Se un "trattato" non sai fare, sull'epistemologia,
poco importa, sii sereno, scoprirai tutt'altra via.

E con ciò ti voglio dire, senza troppa ipocrisia,
sa d'inutile e di vacuo, questa tua Filosofia!

*

Sublimazione

Dischiudi il tuo madido calice,
le labbra salate salsedine,
m'avvinco a quel gravido rivolo,
del grembo Supplizio di Tantalo.

Promessa d'amore anelato,
già sotto i tuoi veli fuggito,
mi schianto nel mare segreto,
mi perdo nel mondo tuo ignoto.

Dicesti sol poche parole,
mia Amante che 'l cuor mi disveli,
io volo al tuo sbattere d'ali,
d'Amarti per Sempre m'implori!

*

Omosessualità

Stessa medaglia se tu la riversi,
sembrano uguali le facce a specchiarsi,
sguardi sinceri, di mondi diversi,
Amare, Donarsi, Bruciare, Innalzarsi.

Occhi bigotti di che ne ha paura,
anime sorde, rimuoion la sera,
cantan la storia, d'un'altra Natura,
gridalo al mondo, d'Amor tu sia fiera!

Se Dio t'ha creato, con tal dedizione,
così come l'acqua, che sfugge alle dita,
dell'esserGli uguale, tu sei l'Emozione,
difendi il tuo cuore, fin oltre la Vita.

*

Extrema ratio

Dovessi retrocedere nel Tempo,
ancora nel tuo sguardo affonderei,
non posso che abbracciare il pentimento,
che scelta fatta prima, tu non sei....

Dovesse inabissarsi questo Mondo,
nell'altro, senza te, non volerei,
Amor per te richiamo dal profondo,
io zattere di nuvole farei.

Volessi cimentarmi a non pensarti,
nemmanco senza l'anima potrei,
potessi dal dolore dispensarti,
sii certa, anche la morte, ucciderei!

*

Chiave di Lettura

Ricordati che devi Morire!
.......come se ce ne potessimo dimenticare.......
Ricordati che devi Mangiare!
.......come se ci potessimo sottrarre.......
Ricordati che devi Dormire!
.......come se potessimo Vegliare.......
Ricordati che devi Amare!
.......come non esserne sopraffatti.......

E tu,
Uomo Libero,
ricordati soltanto
che di tutto ciò
SEI SCHIAVO!

*

Abuso

Le tue mani,
in accordo,
alla tua mente,
senza cuore,
che non sente,
mi frugano,
dentro.

Rovistano,
mi bloccano,
s'organizzano,
complici,
della tua voce,
che gracchia,
di cornacchia.

Il possesso,
d'entrare,
nel mio sesso,
col tuo corpo,
di carogna,
con la bocca,
tua di fogna.

Non ho voce,
per gridare,
è umiliarmi,
che ti piace,
artigliarmi,
nelle carni,
ormai inermi.

E' dolore,
che sai darmi,
qui condanni,
ciò che resta,
della bestia,
che ti rode,
Dio ti vede!

*

Abissi

Inspiro e ti sottraggo,
al tuo dolore pregno,
di calma acqua di stagno,
di nere ali di cigno,
di chiara falce in sogno.

Decido e ti coinvolgo,
ti mostro quanto valgo,
per fare del mio meglio,
mi lancio allo sbaraglio,
son salvo sul tuo appiglio.

Sorrido e ti distraggo,
sconfitta io non leggo,
io vado all'arrembaggio,
per scongiurare il peggio,
mi serve del Coraggio!

*

Rivelazione

Sei Bella,
così come ti voglio,
ciglia adunche di vaniglia,
di fragole con panna;

Sei Chiara,
sibaritico profilo,
sapore dolce amaro,
di dolce alla cannella;

Sei Fragile,
ferita nel profondo,
per lacrime di sangue,
dal gusto d'amarena.

Sei Mia,
spettacolo policromo,
di favola bambina,
di Donna trasognata.

*

Sicilia

Emerge terra d'acqua, incontro d'orizzonti,
scogliere madreperla e mare acqua di cielo.

Con l'alito scirocco, che spettina i palmeti,
aneliti di zagare, inebriano gli amanti.

I mandorli già in fiore, ancora nell'inverno,
preludio della Vita, di frutta Martorana.

Di riti millenari, d'audaci ed omertosi
di canti in voce querula, profumano i limoni.

I dolci ed i salati, di mani consumate,
sapori e nostalgie, soggiunte dal passato.

Trionfali architetture si stagliano sui cuori,
sui volti nuovi e antichi, solcati dagli aratri.

Le reti stese al Sole, riposi di guerrieri,
baluginio di onde, su visi arsi di sale.

Le chiome dei papiri, i capperi e gli ulivi,
il magma dalla bocca, sa tanto di vendetta.

Che strano il mio sentir, di te l'appartenenza,
dimenticar non posso, annullo la distanza!

*

Insonnia

In ore antelucane
mi svesto di parole,
pronuncio il mio silenzio,
lo uccido, ma non muore.

Immerso in pece nera
che ruba il batticuore,
m'avvolge mani al collo,
fa forte il mio dolore.

Le grida mia son mute,
con l'ugne io m'appiglio,
soggiunge il suon dell'alba,
nel sordido groviglio.

*

Essere o avere

Alle volte m'imbarazzo, osservando tra i "normali",
quel che va per la maggiore, sono corpi tutti uguali.

Gambe, braccia, vista, udito, sei ben proprio rifinito,
Cuore, Anima e Cervello, non ti manca neanche quello.

Ma ti senti "fortunato", per quei doni del Creato?
A guardarti sei un eletto, chissà chi t'ha progettato.....

Ma tu no, no t'accontenti, che diresti ai non vedenti?
A spostarsi in carrozzella, quella scala è ancora bella?

Figlio mio ti mostri ingrato, avanzar maggior pretese,
a coloro che non hanno, giungerebbero le offese.

Or mi sono ricreduto, ti pensavo più evoluto,
loro si, sono "speciali", sanno sbattere le ali!

*

Apostasia

Eppure son sicuro, dovrebbe funzionare,
la lampada che sfregano, miracoli sa fare.

Tu credi che sian favole, rinunci anche a provare,
non pensi sia possibile, t'appresti a rinunciare.

E' questo che fa l'uomo, la mente sua non crede,
il cuore non parliamone, nemmanco lui s'avvede.

Soltanto in quel che guarda, che sente e ch'egli tocca,
lui parla della Fede, ma è fiato dalla bocca.

Tu ascolta il predicare, di chi non ha problemi,
che trema al sol pensiero, di uscire dagli schemi.

Son tutti bravi a ciance, usando le tue terga,
fin quando li raggiunge, lo schiocco della verga.

E se la vita frusta, fra grida e blasfemie,
preghiere di perdono, rinascono in bugie.

*

Per Aspera ad Astra

Disvelami il percorso, Tu là nell'Universo,
corrompimi nel credere, sia tutto tempo perso.

Or devi raccontarmi, di mie difficoltà,
di come rinnovarle, in opportunità.

Tu credi me distratto, ingenuo o forse illuso,
ma guarda l'ho capito, in gabbia m'hai rinchiuso.

E' cella senza sbarre, un muro di vergogna,
un mare 'sì fetente, è "pura" acqua di fogna.

Non voglio imputridire, ma il vertice salire,
così ti chiedo aiuto, nel viver son cocciuto.

Tu sordo non sarai, del figlio Tuo al richiamo,
Tu cieco non verrai, a tendermi la mano.

Mi disegnasti a caso, nell'ultima mia forma?
Son certo vuoi per me, io lasci la mia orma!

Nel Cuore degli Amici, è viva la mia impronta,
nel corpo dei nemici, tu scaglia la mia onta!


Il canto mio si libri, nell'aere dell'Amore,
la vita è così breve, respirane il sapore!

*

Io ti salverò

Divengo equilibrista, fra queste tue parole,
le lacrime che scendono, io presto asciugo al Sole.

Di loro resta sale, sapore della Vita,
non senza giocatori, si vince la partita!

Se adesso vuoi lasciare, il tavolo da gioco,
rimpiangere saprai, l'aver vissuto poco?

Terribile l'immagine d'un cielo senza stelle,
senz'alba né tramonto, né Luna sulla pelle.

E' tardi per pentirsi, è presto per rialzarsi,
in ogni nuovo giorno, di nero colorarsi.

E tutti quei progetti, del nostro amor domani,
se alzi quel tuo sguardo, son ali di gabbiani!

Uccidi la sconfitta, quel senso d'abbandono,
accetta il tuo dolore e fanne un dolce suono.

Sei Angelo Custode con occhi smaragdini,
recupera la Gioia dell'essere bambini!

*

Buco nell’acqua

Il cuore mio s'annega nel ricordar di bimbo,
ancora aspetto Amore e attendo nel mio limbo.

M'han detto che del Tempo, curar è il suo trascorrere,
son certo che si sbaglino, io vivo nella polvere.

Sperai ancora imberbe, mutassero le cose,
riaccender le speranze e farle luminose.

Inutili i miei sforzi per vendermi migliore,
rinchiuso in una stanza, sprecando le mie ore.

Non posso rassegnar all'anima scompiglio,
non riesco a dipanar del dubbio il suo groviglio.

La mente mia è confusa, ma l'alma non s'arrende,
per il suo sopravvivere, la curo con le bende.

E più non sono aduso, a raccontarmi inganni,
guardando in faccia il Vero, scongiuro i miei malanni.

Convincermi io devo, non compro il farmi amare,
dal baratro mi tolgo, non voglio più aspettare.

*

Bersaglio

Son fonte, forza d'animo e coraggio,
è questo il sol bagaglio, per il mio lungo viaggio.

Dimenticar non posso, la mia valigia piena,
di cose nuove e usate, che spezzano la schiena.

Io nacqui per missione, non certo seme a caso,
ramingo e dolorante, in cerca del mio vaso.

Son anima errabonda, con far da scopritore,
sostar non m'è concesso, potente è il mio Motore!

Tragitto così infausto, quest'ultimi miei anni,
risarcimento attendo, per tutti questi danni.

Pensavo d'esser buono, onesto e rispettato,
e a proferir sentenza, quest'uomo sia impiccato.

Nessun edulcorante per questo delinquente,
ma giudice tu sbagli, ti giunga il mio fendente!

E' forse per talento oppure per Valore,
che mi voleste in Guerra coi chiodi del Signore?

Se questo decideste, per me l'infausto ruolo,
di spade e lance armatemi, finché non spicchi il volo!

Non sono anacoreta, da sol non so combattere,
e fatti orsù vedere, nemico mio da abbattere.

Tu dammi solo un segno, ch' io possa figurarlo,
un uomo 'sì vigliacco, chiunque può sfidarlo.

Sei preda designata, il corpo tuo t'assedio,
le spoglie tue già scarne, per te nessun rimedio!

*

Epitalamio

Con marcia nuziale s'incontran gli opposti,
la danza tra 'l giorno e la notte già fosti,
lo senti anche tu l'infrangersi d'onde,
le spiagge già spose, con l'acque profonde.

In tal cerimonia s'alternan marosi,
tra l'Odio e l'Amore, più tu non riposi,
Celeste Regia di questa tempesta,
il regno dei vivi non nuota: protesta!

Se ascolti le note, sul tuo pentagramma,
sfuggire potrai leggiadro al tuo dramma,
interprete primo di musiche e canti,
sirene di Ulisse avrai già distanti!

Dei giorni di Vita, deciditi il Gioco,
tu non soddisfarti, di niente, di poco...
se chiedi e ringrazi quel Dio Universale,
sii certo vivrai, una vita speciale.

*

Gesticolando

Non sento la tua voce, io leggo le tue mani,
le labbra tue rincorrono, parole incomprensibili.

In tutto il tuo frastuono, ascolto il mio silenzio,
incudine e martello, s'inebriano di laudano.

Rimbombo ed eco d'anime, io solo percepisco,
la musica funambola, non cade nel mio bosco.

Rassegnazione muta, immersa nell'assenzio,
i canti della vita, per me son fatti inganno.

Del pianto d'un bambino, non colgo l'emozione,
e tu che udirlo puoi, 'sì nullo è il suo valore.

Il trotto delle onde, il frangersi dei flutti,
il sibilo del vento, un stormir di fronde;

non odo tutto questo, ahi quanto il mio dolore,
nel mondo mio v'è altro: il Suono dell'Amore!

*

Dubbio

E' questa la mia stanza, pareti silenziose,
riflettono le ombre, rimbalzano le cose.
Parlando con quel muro, eterno soliloquio,
mi scivolano i giorni, ascolta il mio sproloquio.

Lepidi pensieri, mi scorron nella mente,
di quel che ne rimane, il mondo è indifferente.
Mi voglion far guarire, il Druido ed il Galeno,
ma è medicina vana, or sono già allo stremo.

Un solo desiderio, mi è più pervicace,
il glauco mio vestito, mi tolga l'uomo audace.
Non devi aver paura, tu scimmia antropomorfa,
tu credi me demente, conosco la tua solfa.

Chi proprio sia "normale", davvero non conosco,
idee così geniali, che lascian chiaro al fosco.
Spaventan le parole, che io ti sto scrivendo,
ha vinto la mia gabbia, dagli occhi sto piovendo.

*

Batracomiomachia

Tuona il mio cuore, lampi i miei occhi,
non spingerti al largo, laggiù più non tocchi.

Approdo sicuro è ciò che cerchiamo,
ma sempre il periglio ci tiene per mano.

Avere paura ci fa compagnia,
le rotte serene annoian la via.

Sol per l'emozione qui vale la pena,
sol quando la vita diventa un'arena.

Su questo bel mondo noi siamo arrivati,
soltanto due razze, perdenti o soldati.

Combatti o sii vinto, alfiere o pedina,
su tavola a scacchi, affronta la cima.

E' tutta una lotta per poi conquistare,
quel "nostro" che un giorno dovremo lasciare.

*

Giovinezza

Ne più mi occorrono,
quei tristi mattini d'inverno,
aridi di vita, gravidi d'attesa,
silenzio di siepi e d' alberi mesti,
galaverna di fragili petali,
ciglia odorose e fragranti,
che un tempo ebbero,
la loro più grande occasione.

Dove tutto non capita,
ma è Progetto,
tutto cogliesti, del tuo tempo migliore,
coi tuoi capelli pampini,
colore già di vino,
groviglio imperscrutabile,
di vita rigogliosa,
che mai ti chiese scusa.

Con quei tuoi occhi impervi,
di chi non sa aspettare,
il tempo di quel frutto,
acerbo, ma non troppo,
tu rapida fuggisti,
sugli anni tuoi a cavallo,
indietro mai guardasti,
la fretta rincorresti.

Ma non volea pensare
che il corpo a lei sfioriva,
guardava e non vedeva,
il Fiume suo che andava,
ed arso alla sua foce,
il Tempo suo attendeva,
le membra fatte vetro,
a infrangersi portava.

*

Serendipità

Dipingo arcobaleni nei pensieri, più luce non consegna il mio domani,
sol quattro doni per "guardar" la vita, perché Natura tu, fosti nemica?

Portarmi via così, vigliaccamente, nel mentre ch'io dormia protetto al mondo,
inerme, solo e placido bambino, io nacqui con quest'orrido destino!

Sipario che non s'apre a questi occhi , suadente manto nero di velluto,
seduto al posto mio non v'è un'uscita, al viver mio preparo la sortita!

Stampelle del mio buio or gambe e braccia, ascolto attori che non riconosco,
se pensi che a guardar, tu sia sicuro, su "Sveglia!" ciò che guardi, è solo un muro.

Non servon le pupille per vedere, sol quando l'alma tua sa respirare,
lì tutte le mie foto custodisco, di dire ch'io non veda, Ti proibisco!

*

Honor et Fidelitas

(al nostro adorato Cane)

Ti ricordi quando lesto, sulla strada t'abbracciai,
occhi persi 'sì spauriti, tu affidarti a chi non sai.

Solo Amore posso darti, che già li m'affezionai,
il tuo manto 'sì sgualcito con le mani riordinai.

A chi desti devozione, che così ti ricambiò,
quale premio l'abbandono, che la Vita t'oscurò.

Vile, pavido e codardo sulla gogna stia quell'uomo,
possa esser deprivato, della Gioia del Perdono!

Cucciolino mio adorato, son l'Amico Tuo Migliore,
col mio cuor per te novello, io m'accendo al Tuo calore.

Col pennello che brandeggi, tu dipingi la mia vita,
non sei "uomo" che mi chiede, tosto la contropartita.

Sono grato alla Natura che parola non t'ha dato,
i tuoi sguardi e le tue pose, han più gran significato.

Questo ben dell'intelletto, appannaggio degli "umani",
ci fu dato per dispetto, a che servono le mani?

Non conoscon tradimenti, dell' Amore son sovrani,
hanno Nobili Ardimenti, non distruggono il Domani.

*

Epitaffio

Qui giace su culla di terra natia, l'ultima forma dell' anima mia.

Caduta in deliquio nel suo divenire, non tristo l'evento del mio non morire.

Veli d'organza e fiato di trombe, sorridi esultante qui non si soccombe.

Marmoree traverse non voglio sul prato, laconica mostra di tempo già andato,
soltanto un soffitto di gigli e di rose, io qui nutrimento, che vita depose.

Or intimo sono con chi m'ha creato, da sonno profondo qui m'han ridestato,
se leggi e m'ascolti or io son felice, non piangere Orfeo la ninfa Euridice.

Nemmeno le Erinni più gridan vendetta, ovunque io sia, Amore m'aspetta!

*

Fatica di Sisifo

Quel tuo esistere esitante, di una vita che ti duole,
mi fa naufrago su zattere,
del mio ghiaccio,
sparso al Sole.

Reclamar ardentemente, chiara Falce morte invochi,
mi fa spegnere il tuo esistere,
sul mio prato,
più non giochi.

Figlio tuo ancora sono e di me, tu madre e figlia,
non pretendere il mio amore,
assopito,
che sbadiglia.

*

Simbiosi

Caro me stesso ti scrivo, vincendo l'inerzia, io Vivo.

Di mille fardelli vorrei liberami, sei ancora disposto ad amarmi?

Labbra gemelle, foglia sul ramo, sentirci un tutt'uno, tenerci per mano.

Empiricamente e sol per diletto, or fammi un po' uscire, lo spazio è ristretto!

Devo proteggerti, ucciderti ora, farti sparire dentro l'aurora.

Ma che vuoi sapere di come io appaia?

Latrati, guaiti, di cane che abbaia.

Or ora mi sporgo all'altre persone, così che a ferirti non abbian ragione.

Caro me stesso ti scrivo, risorgi ridente e giulivo,

sii forte perciò nuovamente, ahi fosti tu troppo indulgente!

*

La strada dell’acqua

Come bottiglia in mare, di secche e di correnti,
in cerca dell' approdo, racchiudo il mio messaggio,
di speranza,
di amore,
di coraggio.

Il mio fluttuar continuo tra creste e calma piatta,
mi spinge alla Tua costa, smerlata anima mia,
oltre il rischio,
che il Tuo sguardo,
voli via.

*

Mitridatismo

Demiurgo del dolore madre mia, cancello rugginoso di caligine,
vano il tentar mio breccia al tuo cuor, m'angustia la vertigine.

E quando il "padre" mio già ti trafisse, il corpo tuo letto di fiume, sapea d'amore?
Il mio venire al mondo di bambino, del corpo mio cullato in te, assente fu il rumore?

Sol con il mare d'acqua dei miei occhi, allora affogherei la tua vergogna,
con l'unghie e i denti miei, adesso uomo, sconfiggerò con gusto la menzogna.

Pensavo d'esser io l'inadeguato, chissà che t'attendevi dal Creato!
Sbagliando tu facesti ordinativo, un bimbo in carne ed ossa, un bimbo vivo.

Ma quando le mie man sfioravan chiome, di alberi ambiziosi ed allungati,
fu li che la mia mente ora comprese, che il cuor, mio di pulcino già s'arrese.

Così, io devo dirti 'sì fetente: "Son ebbro del tuo amore Indifferente!"

*

Icastica

Specchiata in te stessa, smarrita, confusa,
vivi la notte, irrequieta, smaniosa!

Schiocchi, scintille, balocchi, profumano intensi i tuoi occhi,
realtà transeunte è ciò che tu vedi, le gambe, le braccia, i tuoi piedi.

Ma tu cosa credi che tutto sia il Vero? Ti resti immanente il mio sguardo foriero!

Dimentica a forza, tradisci te stessa, disciogli i capelli, si tanti, si forti , si belli,
ritrova l'agguato, l'istinto, il tuo fato, immergiti adesso in ciò che sei stato!

Fiera anelante, criniera ruggente, guarisci con piglio il tuo cuore indolente,
non farti sopprimere da tempo ch' erode, la Vita che è adesso e con gioia t'esplode!

Assaggiala, azzanna divora, del Grande Guerriero or giunta è già l'ora,
a viverla tutta ci vuole Coraggio, ad essere Forti si vive il Vantaggio!!

*

Ossimoro

Certezza vana, ghiaccio bollente,
or tu mi dicesti, adesso sei niente.
Sicuro è l'incerto, la tua aridità,
fontane che sgorgan la mia siccità.
Così come un Sole, gelato d'estate,
le tue cattiverie, vestite da fate.
Correte correte, con gambe amputate,
plaudute plaudite, con mani legate.
E' questa una vita di contraddizioni,
di vivi già morti, di mille ambizioni.
E quando diranno che il bianco sia il nero,
avrò la conferma ch'io esisto davvero.

*

Musicale



DO ve sei dissi a mio padre, quando Amore io cercai
se lo presero due "ladre", se le agguanto saran guai.

RE stai immobile così, nel silenzio mio perfetto,
mi portasti a questa vita, forse solo per diletto?

MI lle e mille son le notti, che piangean gli occhi miei,
temporali s'ì dirotti, a far rabbia anch'agli Dei!

FA mmi almeno un pò sognare, bimbo che si meraviglia
e sembravo naufragare, dove l'anima s'impiglia.

SOL o pavido e ferito, fu crudele l'abbandono,
solo adesso l'ho capito, ora che io sono un uomo.

LA su braci sempre accese, l'ugne mia a strapparti l'ossa,
mi pensavi sì cortese, da lasciarti nella fossa?

SI ricordo tue carezze, con la cinghia sulla schiena,
tu mi amavi mi dicevi, con le fauci tue di iena.

*

Finis Terrae

Venga avanti querelante lei denuncia d'ogni cosa,
ma una volta di quest'uomo, lei già fu amica e sposa.
Impensabile trovarsi, in un aula ad azzuffarsi,
avvocati e cancellieri, tutt'insieme a fogli sparsi.

E così "allegramente", a discutere de'figli,
lei gridava sono i miei, come fossero conigli.
Vanto tutte le ragioni, mio marito è un masnadiero,
niente soldi, niente amore, sol per me destino nero.

A guardare l'apparenza, con lo sguardo compiaciuto,
giudicanti e spettatori preparavano il dovuto.
Ma a sorpresa la beota, vien dai fatti sbugiardata,
è con testi e documenti che Liscisca è ormai domata.

Con quell'aria da gradassa, pronta è già la lignea cassa,
manderemo a sepoltura lei e i suoi canti di sventura.
La Ragione e la Vittoria spesso fan percorsi strani,
usan solo la Giustizia, anche quella degli umani.

E' così che da conigli, si ritorna ad esser figli,
a se stessi appartenenti, senza lacci né grovigli.
Ora tu che stai leggendo e condanni la congiura,
spero mai abbia provato, della "legge" la tortura.
E' un sottile marchingegno, che ti trita e nulla più,
francamente non saprei, decantarne le virtù.

*

Infingimento

Financo così sai fingerti buono, amico mio caro,
sembravi salvezza, la luce, il mio faro,
ma dalla tua bocca fuoriescon menzogne, ritriti vagiti di vecchie carogne.

Così approfittasti di mie debolezze,
ma ciò che facesti or son nefandezze,
tramate ed ordite dal mio destino, disegnerò io il tuo cammino.

Eppure fu mia tutta la colpa, nemico mio vero,
soltanto un regalo per te, il futuro più nero,
fidarmi di te fu giuoco d'inganno, perché sol dolore gli amori mi danno.

*

Ciclica

La mia vita adesso Estate,
è nel pieno suo vigor,

non allignano le gemme,
sono già spuntati i fior,

odorosi freschi e nuovi,
più non vogliono appassir,

sono tanti i miei boccioli,
per chi coglierli vorrà.

Tu viandante fai attenzione,
cogli senza esitazione,

non con lame o con dolore,
ma destrezza e tanto Amore,

altri fiori sbocceranno,
ed allora capirai,

quella pianta sono io,
e poi Autunno arriverà.

Or che il caldo s'allontana,
tu ricorda dei miei fior,

pianta alta, forte e fiera,
a mostrar la mia criniera,

di virgulti e di boccioli,
me ne avevan colti tanti,

pensa adesso a chi son io ,
quando Inverno giungerà.

Solo quello che ti appare,
ora perde il suo colore,

foglie e petali svaniti,
solo rami rinsecchiti,

ma i miei piedi son coperti,
caldi, vivi, ormai esperti,

dopo questa dipartita,
già mi aspetta "l'altra Vita"!

*

Ritorno

Ed io sarò la tua carezza della sera,
quella che ti calma, quella che non ha fretta.
In te ho trovato prati e fiori a primavera,
con il mio vento caldo, che il cuore Tuo l'aspetta.

Lo sento singhiozzare, il pianto Tuo vivace,
di bimbo così puro , di Uomo così audace.
Eppure mi ricordi, oppure é il mio sentore,
sei Vita pura e rara, sei cosa che non muore.

Ma come t'incontrai, dopo sittanti inganni,
chiesi: "Chi ti manda?"a scongiurar periglio....
Con guardo alto e fiero guaristi i miei malanni,
capii in un momento, dicesti: "Son tuo figlio!"

*

Perché



Ma se nulla è ciò che sembra ed è tutto ciò che è,
ora aiutami a comprendere se per tutto c'è un perché.
Un perché per ogni cosa non è certo "cosa umana"
son sottili sfumature è davvero cosa vana.

Vita, morte, amore, odio, solo questo non fan l'Uomo,
forse tutto si racchiude in quel luogo ch' è il Perdono.
Né livori né rancori niente armi niente asprezze,
solamente con l'Amore tu cancelli le amarezze.

Ah l'amor smarrito dono, in un mondo di "stregoni",
tutti vendono qualcosa, con le loro religioni.
Religione non è Fede, dico agli uomini smarriti,
salve Anime sarete se verrete convertiti?

Ciò che l'uomo pensa saggio non significa "Coraggio",
solo a te m' affido o Fede, questo si va a mio vantaggio.
Solo un Dio nell'universo può dipingere l'esistere,
sol l'amore così Grande può permettersi d'insistere!

*

Raggiungimi

Se corri e saprai dove andare,
ti aspetterò qui,
tra le mie dolci palpebre dischiuse e feconde,
naufraghi giacigli che ricordano il grembo,
gravido di gioia, di respiri di vita battente,
come pioggia che adagia le lacrime tue, su fili di prato.

Solo non sarò ad aspettarti,
avrò la mia solitudine con me,
ma via volerà al tuo incedere leggiadro,
come nembo sospinto dalle correnti dell'anima mia,
quella stessa che si schiude come bocca ad un bacio,
col suo brivido caldo, di ghiaccio bollente e salato.

E mi assaporerai celeste mia,
sferzando il mio cuore coi sussurri tuoi,
che di me fanno incetta e bramano,
com' avido pasto di fiera in agguato,
d'amore ferito, ma sopravvissuto,
ai perfidi attacchi di questa mia vita, che m'hanno donato.

*

Nemesi

Per te infida madre m' han detto non posso,
ma il mio cuore ormai pietra, io ti scaglierò addosso.
Per il Male venisti a trarre in inganno,
e ti consolasti a creare l'affanno.
E proprio non eri com'io t'aspettavo,
celavi il tuo Io e dentro tremavo.
Tremavo di rabbia, non di paura,
quand'ecco d'incanto mirar la radura.
Doma Natura con animo fiero,
di Donna ammantata su bianco destriero.
Orsù Cavaliere a salvarti io venni,
i giorni passati son giorni solenni.
Chi sei Tu io chiesi, stentando la voce,
io sono colei che ti toglie la Croce.
Ma io ti ricordo, le dissi più volte:
"Tu forse ricordi ferite già tolte!"
Così come un lampo portommi al galoppo,
sentendo lontano una voce, uno schioppo.
Oh madre infingarda moristi d'un fiato,
neanche potesti vedere il passato.
Un tempo sarà per tutte le cose,
giustizia sia fatta che l'armi depose.
Così io rinasco a nuova venuta,
con l'anima mia, paziente e diruta.
Or sono chi fui, del mio cuore Sovrana,
ci aspetta la vita a suonar la campana.
Rintocchi di glorie e d'antichi splendori,
nel mentre che il tempo cancelli i grigiori.
E' questa una storia di lotte intestine,
la fine raggiunse chi toccò le bambine.
Son figlie del vento, arrivan dal fato,
le cose più belle che io abbia mai amato.

*

Figlie mie

Tempra gentile e nobili virtù,
occhi come strali,
a crescere tra i rovi,

Dove l’animo d’infante,
ebbro d’aria muliebre,
già diventa intemperante,
ad un gravido fardello,

Padre Vento e Madre Fuoco,
perché ci chiamaste,
a quest’assurdo giuoco,

Parabole e scintille,
ricche di buone nuove,
giungete a confortare,
quest’esili creature,

A conquistar il mondo,
di facili promesse,
non nasconda a noi la gioia,
d’un battito d’ali.

*

Mistero

Quando anche l’ultima stella caduta dai tuoi occhi mi avrà infuocato l’anima,

quando il sapore del primo raggio di sole m’inebrierà suadente il guardo,

quando le onde reciteranno i versi del mio richiamo col tuo sale sulla pelle,

quando tutto condurrà a te, eterno Padre custode di tutti i sentimenti,

solo allora saprò che anch’io, piccola fiaba d’un prezioso libro,

son cresciuto come un chicco, in una spiga d’infinito amore.

*

Maieutica

Vita,
sfidarmi tu vuoi,
ed io agognerò raggiunger gli eroi,

Amore che taglia i finimenti,
che strugge coi suoi tormenti,

Vita,
che petali doni,
ma di sfiorir ci proponi,

Sfiorir senza appello,
come prezioso gioiello,

Donato alla morte,
in cambio del cuore,
ferito in duello,

Or lasciami ancora,
ardito pensiero,
se il mondo sia falso o sia vero.

*

L’inganno

Mani eburnee d’antica fattura,
ricordan le gesta di ladri di gloria.

Sorrido a costei, di lignea armatura,
che brucia imponente mostrando la chioma.

L’ anima parla, silente è lo sguardo,
oltre non fa che intraveder l’averno.

Adesso son stanco di canti mendaci,
com’esili fili di ragni in agguato.

Apocrifi scritti i temi d’amore,
suadenti parole d’un mondo perduto.

Ceduto a buon prezzo in cambio di niente,
effimera gioia di calde carezze.

Soltanto rimpianti per l’essermi dato,
a chi con disprezzo m’aveva venduto.