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Raccolta di poesie di Monica Paccagnella
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Il pianto del castagno

 

Notte strana, piena di rumori,

che mi percorrevano a tremori.

Aprii gli occhi, avvolto in fiocchi.

Presagi oscuri di neri futuri.

A stento vedevo,

lacrimando, sudando.

Dov’era il mio mondo?

Al posto dello smeraldo dei miei giorni

vedevo clivi di morte adorni.

Rosso ormai era il tappeto

del mio  bel castagneto

e cumuli di corpi in sonno eterno

tra le sue spire teneva l’inferno.

Scossi le mie braccia, un tempo ambrate,

ora adorne di perle denudate.

Il mio fruscìo fu fremente,

per risvegliare la mia gente!

Un flebile lamento salì dai miei piedi:

“Signore, la vita a lui concedi!”

“Ho fame e sete!” sospirava e singhiozzava.

“Signore!” pregai “Questo Tuo figlio è nel dolore:

dammi per lui l’ultimo vigore!”

Per questo figlio della Patria

le mie rimaste fronde abbassai,

della poca mia vita mi privai

e le mie estreme lacrime gli donai.

 

 

 

 

*

Aurora

 

L'aurora  di rosa immerge

le affusolate sue dita

nel grembo del mare

e solleva stillante di

rugiadoso arcobaleno

un pallido sole

ancora addormentato

nella lattiginosa culla del cielo.

 

La notte è ormai diafana ombra

che svela leggera ai miei occhi

la brezza del mattino

con  baci di velluto.

 

Mi desto al fresco tepore del tuo corpo

e il cuore risveglia alla memoria

il respiro della mia notte,

quando la vita, sorriso di voce

invade in ondate di luce

il vortice di insondata felicità.

*

Papà Mio

È giunto il momento di salutarci

ma non di dirci addio.

Addio è per ciò che si perde

ma noi sfoglieremo sempre

le pagine della memoria,

ritroveremo in ogni frammento di vita

l’amore che ci siamo insegnati e

che in queste mie lacrime si scioglie

come un frammento del tuo cuore,

neve di tepore al freddo sole.

Dolce, immenso cuore

che mai si è negato al più piccolo desiderio,

dolce cuore che si lasciava

trafiggere dalle mie lacrime

e sapeva piangere per esse.

Dolce cuore, che mi hai nutrito d’amore,

prendi ora il mio dolore

e trasformalo nel fiore del tuo sorriso.

Tu, Angelo di eternità, sorridimi radioso

nel tuo profumo d’immenso, tienimi stretta

e, come quando mi sorreggevi da bambina

se vacillava il piede incerto,

guidami per le vie del mondo, incerte senza te,

e spalanca le tue braccia quando, commossi,

ci ritroveremo ancora.

Attendimi nel tuo cielo

che non ha tramonto,

nel tuo abbraccio che non conosce fine.