I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
*
da Lavinia
Grandine martello sul sereno sul tappeto di primule sbocciato in seno. Sentivo il cane mordere la rabbia sulla carne scorcio di tenerezza fatta a pezzi squarcio di veli. Un tremore di petali a forma d’esili dita di bachelite. Tu, mille chicchi improvvisi a spaccarmi gli occhi
Id: 27225 Data: 04/09/2014 09:54:57
*
da Shes waiting for a portrait
I Ogni notte si muore nei torcigli di fiamma che ci esalano filamenti di ventre verso l'alto o spirando speranze inconsapevoli da tenaglie di carta riciclata di giornali bisunti ai tavolini di una polisportiva. I paesotti ci tagliano le vene e con le lame degli occhi che hanno visto troppo niente s'incide il cannocchiale, lungo i tubi cercando una texture - vertigo d'optical su pied-de-poule di plastica - per snaturare il nero dell'immenso parato innanzi al naso non appena si guarda verso un Carro. Un dito ci percorre risale in un reflusso verso un labbro cucito da parole sbriciolate in testa e nelle mani insieme al pane. Giacere, resta nel quieto finto vivere dei nostri cimiteri d'ossa rotte.
Id: 26971 Data: 20/08/2014 10:18:19
*
da Senza titolo
37 Ma povera scema, cretina che ostenti parole alla piazza cos’altro disperi del mondo che orrenda orripila il chiodo schiacciato nel tuo cartongesso. Parole, farfalle nell’aria frattali di calce spirati nel nero cancrena di labbra, gorgheggio scaduto da mani di pesca e trivelle di fogli da rutti di viola flautata e stravacchi di grugni. Silenzio perfetto
Id: 23983 Data: 19/01/2014 22:28:20
*
Lettera a colei che mi amò
Sono gelido di te mi tengo il volto scrostato tra le mani - monumento che non ristrutturi - penso e quello che fuoriesce me lo tengo nella teca del petto da cui cade una cellula per sbaglio su ‘sto foglio distratto che ti porgo. Non credi più, t’ho allontanata e adesso io potrei lasciar cadere tantissime, infinite briciole di rughe dalla torre inclinata e ciondolare a pendolo il verdetto ma cosa importa ora ormai viaggi da sola in risalita stai compensando il fiato, altro non senti che un dolore rovente e il mio lamento - che ti giace nell’ombra - continuerà a gridare solamente nel mio vuoto
Id: 23346 Data: 02/12/2013 10:19:35
*
da Senza titolo
10
Passano gli anni, ma l'assenza è un fantasma che duole sempre più. Dovremmo boicottare i pensamenti falcare a testa bassa restare senza ossigeno nei bronchi sperare di schiantarci contro il muro di un fine o di una fine per non sentire più il peso dei giorni passati al colabrodo verso sud e non udire più il bisogno d'acqua lamentarsi dalle fauci. Avere tutto il nulla necessario
Id: 23296 Data: 27/11/2013 19:28:41
*
Tu
Tu nell'oltre solo tu
mio cielo - che so d'essere -
mio cielo
tu
Id: 23265 Data: 25/11/2013 15:42:33
*
da Senza titolo
5
È chiaro il sole chiaro e cocente. È scura l'ombra scura e potente. Il canto è chiaro la voce è l'ombra
Id: 23246 Data: 23/11/2013 19:31:09
*
Metà della sua terra
Poi scrivere così, con leggerezza
di tutte quelle palle da calciare
per conquistare ancora qualche porta
per farti immaginare in una corsa
il corpo di una donna che si allunga
e mira l'orizzonte, la sua meta
metà della sua terra
Id: 23190 Data: 19/11/2013 22:11:16
*
Sulla battigia
Dimmi dov'eri
ché un soffio di Maestrale sull'incontro
stendeva separati, sulle tempie
sbuffate di distanze.
Le ciglia aggrovigliate in mezzo ai sogni
disfatti su lenzuola e nervi a pezzi
fremevano rugiada sui capezzoli
di madri accartocciate fra le dita
e buttate nell'Ade.
Dov'eri, stella mia, sollievo al tempo
che corre e che tu fermi nel cestello
del ghiaccio di una boccia di champagne.
Mia voce d'alter ego
sei tu davvero, amore, il mio sgomento.
E sia, morire in te, sia dolce e lenta
l'attesa già innescata da quell'onda
venuta nell'orgasmo della notte
incontro a noi
Id: 23159 Data: 17/11/2013 20:23:16
*
La mia bocca è ninfea
Una voce di mondo
assonnato, dalla tua gola roca in viaggio, alla tempesta
di un sonno mosso verso la vetta
luminosa, da cui
ti ergi ogni notte va dopo il sole di un giorno
qualunque. Non vacillare la mia bocca è ninfea
Id: 23129 Data: 15/11/2013 13:42:09
*
No sing and no song
Inamidato
nel bianco del colletto
specchiato nelle scarpe di vernice
velato
da un pensiero nebbioso
calato nella gola di un gorgheggio
sarebbe decollato
a bordo di canzoni e giradischi
nei giorni in cui la meta era la luna.
A terra, invece, solo un posacenere
Id: 23099 Data: 13/11/2013 11:36:27
*
Velo e perle su un filo deterno
Incontrammo in un sogno le calendule e le spine dei cardi, nelle veglie ribellate al flagello di quei tarli del cervello e dei travi di loggiati crollanti mentre donne d'asfalto tratteggiate di quel bianco impazzire delle gambe sconcertavano il nero dei flautisti nei campi. Sono sempre le stesse, le muraglie che s'innalzano in mezzo alle carezze troppo attigue ai minuti ed alle stanze allora stringi forte i miei silenzi e spalmati sui globi delle dita. Pensarti sarà sempre a volte toccheremo ciglia e vette noi due, colori e rotte. Sappiamo che la somatizzazione del precario si annoda alla fortezza del sentire, soffiamo sulle lacrime asciutte del costato cascate giù tra foglie di castagni a sgranocchiarci l'anima. Abbiamo soste e spiagge per amarci e certo sgretolare i nostri pugni dimentichi di drappi e frange dolci. Forze sospese restiamo tesi e stesi sulle frasi sicure della fune che unisce costa e piana. La donna che ti parla ti ama e tace l'impeto che sgrana la sua sanguigna pura per disegnare teche di reliquie inabissarle rifrangerti il sapore delle labbra velo e perle su un filo d'eterno
Id: 23084 Data: 12/11/2013 15:19:21
*
Due pantere
È nel denso impazzito delle vene
nella notte lucente delle fiere
a cavallo del giallo rifrangente
e del nero affamato della pelle
che danzano pantere innamorate.
Si lisciano di bava, pronte al balzo
Id: 23058 Data: 10/11/2013 13:41:18
*
Sarà immensa la paura
Sarà immensa la paura - condensa di vapore nell'attimo infinito della fine - fibrillerà un istante di lanugine cadremo in volo verso la luce più leggeri dell'aria a primavera saremo ali d'immenso - dolore a terra a disfarsi coi vermi in mezzo ai fiori - puliti dall'incenso blu-universo meriteremo spazio per una scia aliteremo sulle cose concrete aliti di chissà quale energia a zittire i rumori della carne. Un frusciare di tende al nostro via poi silenzio perfetto e il tuffo
Id: 23005 Data: 06/11/2013 11:32:49
*
Luce
Ovunque si nasconda - questo è il compito di ciascun buon poeta - va stanata con cura di tenere la distanza di sicurezza. Non c'è alcun pericolo non ci è dato trovarla, ma rifarla fiorire, senza dire una parola
Id: 22987 Data: 04/11/2013 16:07:07
*
Amputati
L'odore immaginario di un acquario svagato su tratteggi d'onde morte spumoni d'alghe cotte lo schiumeggiano
s'incollano alla schiena, a metà reni
dolenti e l'indolenza dentro l'anima le dita inanellate, rena d'oro rimbalzano la notte che pretende di tingere di buio il fondo e il raschio
in cui stanchi - gli amori - si affogarono. Pericolo di vita le astinenze sbalzate sulle lamine degli occhi poi remi, rane, insetti per uscirne.
Trovarci qui mutati e senza coda
Id: 22946 Data: 01/11/2013 13:44:27
*
Sole e impotenti
Sole e impotenti nei giardini di novembre che ci annebbia la vista, lo sentiamo l'amore e il suo destino. Ingannate voi stessi uomini senza gambe, ché la mamma non vi lascia, né sfascia. Voi reclamate solitudine sola il mento vi ricade sui ginocchi siete sempre più schivi impauriti, aspettate la vittima di turno per il rogo. Quante ne avete fatte fuori prima? O scappate, o schiacciate non sapete sfoggiare il sorriso più bello quando il gusto di fiele vi pugnala il retrolingua non sapete mutare la fiala in vino buono da servire. Il creato è un bimbo nudo e ancora sporco di sangue e di placenta
Id: 22922 Data: 31/10/2013 10:42:44
*
Dipingimi un poeta
Dipingimi un poeta
C'è un poeta che sogna ancora schianti altri evadono la noia col tormento. Notte. I pittori sventrano le luci saltano addosso al rosso e alla materia amoreggiano gigli fra le setole di ogni colpo che va in riproduzione
Id: 22881 Data: 28/10/2013 20:49:32
*
La tua mano sostiene il mio respiro
Sestina
La tua mano sostiene il mio respiro
La tua mano sostiene il mio respiro che si calma soltanto alla tua voce mentre il ventre si muove ad onde larghe e la pelle di latte si distende sopra il cuore e il tumulto delle palpebre sognanti quel futuro di follia
di noi, soltanto noi, ché la follia - intesa delle labbra e del respiro sospinto a pelo d'acqua sulle palpebre - scatena angeli e demoni di voce sconvolge il fiato e l'anima, distende il corpo, il pathos, l'eros delle larghe
lingue di fuoco ai seni, delle larghe lenzuola bianche e nere, ché follia sconvolge, solo morte ci distende. Amore, tieni forte il mio respiro gustami nelle viole della voce che ti poso sull'alba delle palpebre
assorte sul contrario. Le mie palpebre sul rivolo che forma ciocche larghe di biondo e di piacere, danno voce ai lampi dei tuoi occhi, alla follia incendiaria dei boschi di respiro che mi soffi sul viso e che distende
i nervi delle querce, ci distende sul raso delle foglie, delle palpebre ed ogni bacio caldo, ogni respiro dimentica il passato. Sono larghe le ore che ci separano, follia questa brama di carne, poi di voce
tanto che questo giorno non ha voce se non torni con l'aria che distende le mie ali flosce d'olio. E' una follia pensare di vederti oltre le palpebre adesso, senza spazio, sulle larghe lingue, mentre mi togli ogni respiro.
Voce dei sensi, grida! La follia distende sul mio corpo vele larghe. Respiro, non svegliare le mie palpebre...
Id: 22858 Data: 26/10/2013 21:23:15
*
Dislivelli di sole
Dislivelli di sole
altopiani di rughe e pelle spessa
lo xilofono brinda
riflesso cupo
dei pasti luculliani di una volta.
Questa è la dimensione
del dondolio
in braccio ad una morte barattata
per polsi liberi.
Un incappare
al contrario, nel posto
dove la testa in giù
promette altre viste.
La campagna disdice
l'appuntamento al buio con le spalle
avanti, nebbia e carri
viti sfoltite
odori muffi.
Le acetaie affrante
reclamano sostegni dai solai
crolli
transenne legno e plastica arancione
mille all'ora sui passi carrai stretti
e stanno
facce sbucciate e fichi marci, cotti
mentre nulla è più nullo
di un'ape fuori luogo
sui capelli increspati
di un fiore spento.
Questo, scrive la pace
dal fiato concentrato dell'allodola
che scortica i ricordi
e intasa il labbro
di croste e pane nero
imbocca piccoli
senza poltiglia.
Questo, scrive la gioia ammutolita
nel buco ameno
della pentola d'oro
arcobaleno
tracciato di un sorriso
fuso con i dobloni
della distanza.
Cosa, noi non dovremmo dire mai
allucinati e stanchi dei galoppi
moltiplicati
dai bai su terra dura
male agli zoccoli
unghie di ruggine
e saliva di ferro.
Tutto
ché da dentro ci evade
senza più creare
se non dissenteria
curabile
con capsule d'amore.
Aspetta, che sia ancora il rosmarino
a scrollare la neve
sulle viole selvatiche
là dove sopravvive ai metri bianchi
di coltri avvezze
all'asfissia
allora ti vedrai, senza mutare
il contorno di pali
che descrivevano
il tuo equilibrio
Id: 22844 Data: 25/10/2013 21:23:30
|