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Raccolta di poesie di Federica Bardi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Manarola

Nella calda domenica di giugno

nel silenzio del paese in siesta

volteggiano candide le lenzuola 

tra la bouganville  e la ginestra.  

Bianche vele sull’azzurro del mare

anelano  un giorno a navigare

ma ben ancorate ai robusti fili

vigorose danzano nel vento.

Molto presto il sole le asciugherà

e distese su di un grande letto

a chi…

doneranno il profumo del salmastro

dal vago sentore di nostalgia?

 

*

Manarola »
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*

A occhi chiusi I

Dai,

portami a ballare

un tango appassionato

pestandoci un po’i piedi

guardandoci negli occhi

finché la melodia

riempirà i nostri corpi

allora un caldo abbraccio

ci guiderà al di fuori.

Lontani dalla sala

ci stringeremo forte

per imparare quel che

si vede ad occhi chiusi. 

*

I disegni del cielo

Ho bisogno che qualcuno resti,

qualcuno che  voglia

capire  e sognare  

vivendo in una pausa rubata al tempo.

Qualcuno che non chieda

permesso o scusa

e resti ad ascoltare il silenzio.

Qualcuno che respiri

lentamente o sospiri

guardando i disegni del cielo.

Qualcuno così vicino

a un palmo di mano

da stringere quando ho paura.

 

25 luglio 2015

*

La felicità

Se volessi comprarla

pagherei un prezzo alto

sì irraggiungibile.

Vedrei la gente fuori

guardar dalla vetrina

l’ effetto strano che fa

sognare forse un giorno

di potersela dare.

Rovinandosi alcuni

e facendo prestiti

o peggio ancora imbrogli

riuscirebbero a dire:

“E’ mia, l’ho conquistata!”

Quei pochi fortunati

che già la possiedono 

la lasciano marcire

nascosta nell’armadio

o sotto un grande letto

per paura di un ladro

o forse solo per timore

di non saperla usare. 

*

Il clown

IL CLOWN

Sul cerone troppo bianco

si dipingeva un sorriso

ogni giorno  più rosso

e andava

senza guardare indietro.

Lanciava in alto tre palle  

e poi le riprendeva 

finché una cadeva  

come una lacrima.

Camminava leggero sulla fune

dondolando l’ ombrello

inciampando nelle scarpe

troppo grandi

e finiva nella rete.

Continuava ad inchinarsi

salutando

chi rideva a crepapelle

mentre usciva di scena

inghiottito dal buio.

La sera nello specchio

cercava qualcosa

per cui ridere.