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Raccolta di poesie di Fausta Genziana Le Piane
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Nuova maternitą

Nuova maternità

 

L’inganno delle parole

l’innocenza della penombra

e sarà una nuova maternità.

L’arcobaleno del ricordo

plasmerà una nuova creatura

e sangue fertile percorrerà

spazi aperti del corpo.

 

Fausta Genziana Le Piane, La notte per maschera. Edizioni del leone, 2003

*

Il triciclo di Shinichi

IL TRICICLO DI SHINICHI

 

                            A Shinichi Tetsuta, morto a tre anni a Hiroshima con il suo triciclo

 

Veloci sono i tuoi anni

ed i tuoi passi di bimbo

mentre giochi

con Kimi nel cortile di casa.

Tuo il desiderio irrefrenabile

infine esaudito

di un triciclo

rosso fiammante.

Impaziente

laceri la carta

i fogli

e subito…

 

una pedalata rossa

una pedalata arrugginita.

 

La piccola mano

stretta sul manubrio

-        non poté l’esplosione separartene -

tuo il desiderio irrefrenabile

infine di volare.

Neppure il sellino

ti fu da ostacolo…

 

una pedalata rossa

una pedalata arrugginita.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

A mio figlio Alberto

A MIO FIGLIO ALBERTO

 

Di qua,

ancora non ti conoscevo:

fu la voce a

farci ritrovare.

Ti guardavo parlandoti

di acque lontane

colorate.

Tu giravi verso me

il capo

e sapevi seguire

il filo della mia voce

sussurrata.

Come un rabdomante.

Oggi ancora

ci stupiamo

del nostro essere uno.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Pan

PAN

 

Al fresco del crepuscolo

esausto

Pan s’addormenta

con i piedi incrociati

sulla buccia d’un pomodoro

dell’orto appena annaffiato.

 

E non s’accorge

che il suo flauto

continua

ad emanare nell’aria

note fino alla lontananza

mentre

Selene ed io

dondolando da un ramo d’un ulivo

con i piedi liberi e nudi

ci arrendiamo alla sua seduzione.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Stonehenge

Stonehenge

 

Un lampo

e la notte fu mistero.

La luna scese

lentamente

a posarsi

come bianco coperchio

sul cerchio delle pietre

che,

come lance,

la trafissero.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Purezza

PUREZZA

 

La purezza ha snobbato

Il giglio che,

esangue,

imputridisce

nel fango,

e si è fatta

cravattino

al frac

del diavolo.

 

Fausta genziana Le Piane

*

Vado a caccia di luna

VADO A CACCIA DI LUNA

 

Come Artemide

vado vagabondando libera

per foreste e rovi

giunchi e papiri

cipressi  e ninfee

boschi e palme

Vado a caccia di luna.

La trovo,

asola luminosa,

appuntata sulla giacca di strass della notte

che copre ulivi e fichi d’India.

Ma non uso arco e frecce.

Con l’uncino più tagliente

la catturo nel buio

per servirtela

sul piatto dei sogni.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Nuova maternitą

NUOVA MATERNITÀ

 

L’inganno delle parole

l’innocenza della penombra

e sarà una nuova maternità.

L’arcobaleno del ricordo

plasmerà una nuova creatura

e sangue fertile percorrerà

spazi aperti del corpo.

 

Fausta Genziana Le Piane, La notte per maschera. Edizioni del leone, 2003

*

Sisifo

SISIFO

 

Ogni mattina

la luce

toglie le bende del sonno

alla donna abbandonata

nel letto.

Una gomma s’ostina

a cancellare lo sguardo

poi scende

e spegne il sorriso.

Ancora non paga,

decide di annullare le mani,

il ventre

-caverna d’incontri -,

le gambe veloci,

i piedi che volano.

Ma

c’è un genio del bene

che premia la lotta

e ogni mattina

il manichino riprende

la sua forma.

 

Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2009

*

Nebbia

 

 

NEBBIA

 

 

 

Una striscia di nebbia

 

si annoda

come sciarpa

al collo del dio dell’ulivo che

silenzioso protettore

vigila

su un cielo

scarno di voli.

 

Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2002

 

 

 

*

Il regalo

Il regalo

 

Fu questo il regalo:

un fragile castello di carte

in equilibrio sul cuore

che il primo alito di vento

fece precipitare.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Il regalo

I il regalo:

 

Fu questo il regalo:

un fragile castello di carte

in equilibrio sul cuore

che il primo alito di vento

fece precipitare.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Iuta

IUTA

 

Riempire di carbone dolce

il sacco di iuta della solitudine.

Riporlo per l’inverno,

per la festa del nuovo anno,

nell’armadio all’ultimo piano

dell’antica casa

dove salgono

ripide le scale

e lente le ore.

 

Prima di riprenderlo

per le curve spalle dell’andare.

 

Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’autore, 2009

*

Stonehenge

Stonehenge

 

Un lampo

e la notte fu mistero.

La luna scese

lentamente

a posarsi

come bianco coperchio

sul cerchio delle pietre

che,

come lance,

la trafissero.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Carnac

Carnac

 

Un granello di sabbia

attraversa tessere di vento

e si adagia

nell’incrinatura secca

della grigia pietra celtica

a rompere

l’equilibrio del tempo.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

L’armadio

L’armadio

 

Entrare nella stanza,

nel buio dell’armadio

cercare appesa

la forma del mio corpo,

non trovarla:

scoprire che ha preso la pelle del tuo

ed è rimasta

prigioniera delle tue braccia.

 

Fausta Genziana Le Piane

 

Da Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2009

*

Nuovą amaternit

Nuova maternità

 

L’inganno delle parole

l’innocenza della penombra

e sarà una nuova maternità.

L’arcobaleno del ricordo

plasmerà una nuova creatura

e sangue fertile percorrerà

spazi aperti del corpo.

 

Fausta Genziana Le Piane, La notte per maschera. Edizioni del leone, 2003

*

L’omino invisibile

ino invisibile

 

L’omino invisibile

mi sorride

con il suo sorriso invisibile

per mormorarmi

che la vita è una scommessa da rischiare,

mi guarda con i suoi occhi invisibili

per sussurrarmi

che la vita è nascosta dietro le palpebre.    

L’omino invisibile

-misterioso-

mi abbraccia

con le sua braccia invisibili

per bisbigliarmi

che la vita è possibile oltre le ombre.

Mi tira per il braccio

e mi fa volare

a cavalcioni di un palloncino colorato

verso altezze inusitate

 

Sei forse il sogno,

tu?

 Fausta Genziana Le Piane, inedita

*

Sisifo

SISIFO

 

Ogni mattina

la luce

toglie le bende del sonno

alla donna abbandonata

nel letto.

Una gomma s’ostina

a cancellare lo sguardo

poi scende

e spegne il sorriso.

Ancora non paga,

decide di annullare le mani,

il ventre

-caverna d’incontri -,

le gambe veloci,

i piedi che volano.

Ma

c’è un genio del bene

che premia la lotta

e ogni mattina

il manichino riprende

la sua forma.

 

Fausta Genziana Le Piane, Gli steccati della mente, Penna d’Autore, 2009

*

Fiore

Fiore

                A mia figlia Scilla

Ti ho smarrita

in un campo di papaveri,

petalo tra i petali.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

A mia figlia

A mia figlia

 

Non conosco né il giorno né l’ora

In cui hai lasciato la mia mano.

 

Fausta Genziana Le Piane, Ostaggio della vallata, Tracce Edizioni, 2014

*

Purezza

PUREZZA

 

La purezza ha snobbato

Il giglio che,

esangue,

imputridisce

nel fango,

e si è fatta

cravattino

al frac

del diavolo.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Purezza

 

PUREZZA

 

La purezza ha snobbato

Il giglio che,

esangue,

imputridisce

nel fango,

e si è fatta

cravattino

al frac

del diavolo.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Vorrei essere croce

Vorrei essere croce

 

A mia figlia Scilla

 

Vorrei essere croce

fra le tue braccia

e percorrere

fino in fondo

con te

il Cammino che ci è dato.

 

Vorrei che tu

-croce della mia croce-

baciassi le mie stimmate

cicatrici dell’Anima immensa

che invoca il cielo.

 

Vorrei essere croce

fra le tue braccia

e piangere

tra gli ulivi incandescenti

il nostro essere donne.

 

Fausta Genziana Le Piane, Incontri con Medusa, Calabria Letteraria Editrice, 2000

*

Beslan

BESLAN

 

Ho stirato il grembiule

ho inamidato il fiocco blu

con attenzione

alle pieghe delle tasche

per il primo giorno di scuola.

 

Ho lucidato il portamatite di legno

e adagiato i pastelli colorati

con attenzione

all’ordine

per il primo giorno di scuola.

 

Ho allineato quaderni

gomma

temperino

righello

squadra

pennarelli

 

Tutto ho sistemato con te

nel sacco nero di plastica

per il tuo ultimo viaggio

nel primo giorno di scuola.

*

Hiroshima

HIROSHIMA

 

6 agosto 1945

6 agosto 2009

 

Non arcobaleno in cielo

ma striscia di luce

scolorita da vento forte.

L’impronta dei tuoi geta,

Yoko,

col nodo fatto

dall’intreccio d’amore

delle mie mani,

è solo un fantasma.

 

O forse un sogno.

 

Seguo

i tuoi passi nel giardino,

dolce Yoko,

mentre vai a scuola

e il rumore del legno

sui sassi

martella

la superficie del mio cuore.

 

Ti raggiungo

infine.

 

Nel tuo mondo di polvere.

 

Fausta Genziana Le Piane

 

*

Pan

PAN

 

Al fresco del crepuscolo

Esausto

Pan s’addormenta

con i piedi incrociati

sulla buccia d’un pomodoro

dell’orto appena annaffiato.

 

E non s’accorge

che il suo flauto

continua

ad emanare nell’aria

note fino alla lontananza

mentre

Selene ed io

dondolando da un ramo d’un ulivo

con i piedi liberi e nudi

ci arrendiamo alla sua seduzione.

 

Fausta Genziana Le Piane

*

Barbona rivestita

BARBONA RIVESTITA

 

Barbona rivestita

di stracci d’apparenza

rovisto tra gli avanzi

di parole scartate

alla ricerca di sostanza.

Nel sottoscala della casa

a riparo dal ponte

faccio un mucchio

delle insolite sillabe

e lo rinserro

sulle spalle

nel sacco di stoffa.

Mischio

mescolo

mischio ancora

e sorteggio

ad una ad una

le parole della tombola

vincente.

 

Fausta Genziana Le Piane