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Raccolta di poesie di Gian Franco Galasso
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Il giullare

IL GIULLARE

 

Un antico simbolo

sorride dietro la maschera,

scende le scale in silenzio,

mentre fluttua senza sosta

impalpabile demiurgo

portando il vaso prezioso

e inosservato

all’oblìo della vuota mente.

Il seno acerbo e bagnato

dal turgido

 e dolce sapore del peccato,

attira il signore

dell’oscuro altro mondo.

La Regina delle messi

si appresta all’ipnotico rito,

Proserpina incanta la morte

e così piange la mia anima

lungo la sua discesa

 dal tempo ormai scandita.

Nulla sfugge

all’eterna legge

che nella solitudine del distacco

muove i primi passi

di un bimbo dorato.

La ruota circonda ogni cosa,

l’arcano scopre le sue carte,

tra i simboli perduti

di antiche civiltà.

 

01/02/2012


*

Hera Lacinia

 HERA LACINIA

 

Il silente passato

sgorga tra i pensieri,

con l’immagine d’antichi vessilli,

mentre quel bimbo

guarda alla finestra.

Nella penombra della fantasia,

riecheggia il suono di quei passi,

tra vecchie scrivanie,

mentre la nebbia in quell’antica stanza

cela allo sguardo

ciò che si confonde

nel gioco degli specchi.

Poi, tornare accarezzando,

di là dal tempo,

medesime emozioni,

 donando immensa gioia,

all’immagine di un passato

che nel presente coglie

il centro della vita.

Rivedere l’unica colonna

dell’antico tempio,

effluvi di danze e di preghiere

sotto i sensuali veli

di innocenti fanciulle,

sul Capo di Colonna.

Per te immortale Dea,

riprendono vita

i colori ed i profumi,

il magico suono dei tamburi

nei rituali sacri del desìo.

L’azzurro  mare

contempla archetipi e visioni,

che ancor oggi

nel silenzio del mistero

muovono i fili

dei mortali ignari.

Nell’anfiteatro della vita,

dell’istinto e della morte,

 immutabile dal Tao,

l’eterna legge,

scandisce l’alternar

dei lumi e della notte.

 

Tor San Lorenzo, lì  21/03/2011

                                                                  


*

Sei

SEI

 

 

Sensazioni che travalicano il tempo

lentamente compongono un mosaico di archetipe immagini,

ed i pensieri di una vita, le paure, i problemi, le gioie,

si dissolvono in un quadro senza tempo.

Il sole tramonta in un rosso letto di fuoco,

la luna dall’alto osserva il suo amato sposo

adagiarsi lentamente al suo crepuscolo,

Anima Mundi,

arcana e sensuale ambasciatrice tra mondi paralleli.

Il mare riflette l’argento e il rosso,

mescolandoli a tonalità che gli appartengono,

ed il suo sciacquio ci ricorda che vive

e dalla sua schiuma si rinnova eternamente

la magia della tua nascita.

Sei la creatura che emerge dalle acque

ed affascina il pescatore,

sei la luce che illumina la vita,

sei la Regina di antiche leggende alchimistiche

che unendosi carnalmente col Re

nell’acqua della fonte primigenia,

realizza la coniunctio oppositorum,

facendo nascere la pietra filosofale.

Alchimia interiore, reminiscenza,

sei lo stretto ponte che bisogna attraversare

per rinascere.

Sei nei miei sogni, nell’aria che respiro

come un alito di vento che dona la vita,

sei come una ragazza che in solitudine va a surfare

sfidando ogni volta l’ignoto,

sei una sirena, sei il messaggero,

il ponte verso la pienezza della vita.

Senza di te tutto si perde, nulla ha più senso,

sei la ricchezza, il tesoro,

 la perla che giace nelle profonde acque di un mare archetipo

e che occorre recuperare per far sì che la vita abbia un senso.

Sei quel sogno che non si realizza,

che si rimanda sempre a domani,

un domani che non è oggi,

un domani che non esiste,

se il sogno coglie il presente

si realizza nella realtà e tutto scintilla,

l’universo intero assiste

alla mistica unione tra il dentro e il fuori.

Magia di un gabbiano che ti passa accanto,

di una vela in lontananza

sei sempre con me,

nel mio sangue, nel mio cuore,

nella mia mente, nella mia anima,

sei la luce che brilla nei miei occhi,

sei bellissima,

 sei la mia Regina.

 

GIUGNO 2001

 

 

 

 

 

 


*

Rinascita

RINASCITA

 

 

Il sogno di un fanciullo si adagia su un sentiero,

il fato tesse le sue trame nel regno dell’eterna linfa,

  inconsapevole la vita scorre lungo un solco già tracciato

ignara di quanto il tempo, come un fanciullo giochi con lei.

Le colonne d’ercole, baluardo dell’impossibile,

dietro la cui soglia danza la follia,

il varco è oltrepassato l’oscuro dissipa i suoi segreti

le labbra di dionisio baciano la purezza e

gli opposti si uniscono superando le barriere della morale.

Il fuoco del destino unisce le anime ed

Il cielo è spettatore dell’audacia,

il coraggio di un bocciolo che diventa fiore.

Luci che dall’alto appaiono fuochi,

gli occhi dell’anima incastonati nella notte

brillano attirando nella profondità della carne

un fanciullo avido e curioso

che con passione abbraccia lo sguardo dell’infinito,

viaggiando lungo le rotte di lontane costellazioni.

Un bacio, una carezza, un sorriso,

al tavolo la roulette gira,

Rien  va plus.

Malizia ed innocenza sorridono alla vita

che dischiude le sue ali ad un profondo

e magico momento,

la rugiada scorre sulla candida pelle,

gettando nell’oblio un passato

che il presente trasforma in attesa rinascita.

Un’onda deposita sulla sabbia una conchiglia,

nel raccoglierla so di non essere solo,

di non essere più solo mentre il mare

bisbiglia il tuo nome

al mio cuore.

 

DICEMBRE 2010

 

 


*

un giorno no

UN GIORNO NO

 

Oggi vedo tristezza,

le strade sono vuote,

l’oppressione introduce al nulla

mentre si chiudono le porte.

La dolce pinscherina

ha bisogno di calore,

sale sulle mie gambe

mi lecca il viso,

abbasso la musica

e guardo dentro,

il dolore svanisce

chiuso nel ripostiglio dei ricordi.

Perché vivo?

Per questo?

So che nelle tante sfaccettature

dell’esistenza

questo è solo un momento

e passerà.

Ma quanti sono

i colori delle emozioni?

L’arcobaleno

sorge dietro la torre,

e questo suono

che sa di magia

scioglie la chiusura,

clausura dalle antiche chiavi

torna nel monastero di pietra,

e tu

fuggi come nebbia

tra gli ulivi nella notte.

 

12/02/2012

 


*

epifania

EPIFANIA

 

Chiuso m’appare

il filo d’oro

che dal cielo scende

in immagini ormai perdute.

Chiuso m’appare

il sentiero della vita,

senza respiro

al triste risveglio

tra le anime

di questo purgatorio.

I nodi del passato

si sciolgono

nel clima ovattato della musica,

il fumo del fuoco perpetuo

si insinua tra i nodi,

incattiviti e chiusi,

ed il tepore della vita

scioglie ogni durezza.

Accarezzi il mio cuore,

sali lungo le vertebre

del mio Spirito,

corallo in un mare dipinto,

ti richiudi nella paura.

Ma sì, oggi è festa,

magia e sacralità

si uniscono in un canto

profano e mistico,

sacro come la tomba di marmo

nella chiesa della chiaroveggenza.

Soffia il vento dei ricordi

tra le fronde del passato,

e nel presente tu vivi,

il tempo si scioglie

tra i rami dei pensieri,

e le foglie sussurrano di te,

lungo l’alito del destino.

 

 

nel giorno dell’epifania  06/01/2012

 


*

ad Alda Merini

AD ALDA MERINI

 

Il freddo marmo

acquista un’anima sensuale,

un’anima sacra,

tra le reliquie

di una vecchia chiesa.

Dolore e infamia

si accoppiano

nel silenzio di mura ingrate.

Quanto dolore giace inascoltato,

lucciola nella notte

fuggi dal sangue

che ancora fuoriesce

dagli occhi

di esseri innocenti.

Tace la realtà

come mummia

in un sarcofago di menzogna,

esseri ignobili

torturano i più deboli,

e tu, sola,

tra le urla

che riecheggiano nel buio.

Anelli e gioielli

portano al Re,

ma la piaga non guarisce,

mentre la musica

vibra le membra

tra il sudore

di un’effimera gioia,

per poi tornare

nel grembo della malinconia.

 

28/01/2012

 


*

anima

ANIMA

 

Alla mia anima,

alla parte più bella e più profonda

di me stesso.

La realtà è un riflesso dell’anima

e l’anima si riflette nella realtà.

Mi rivolgo all’anima mia,

profonda e ineffabile,

e mi rivolgo alla donna

che ora la incarna nella realtà,

a voi due che siete uno

io mi rivolgo.

Il cielo e la terra,

il sole e la luna,

il mare e la torre

mi sono testimoni.

La sacra piuma riposa

sul suo bastone.

La vita ha apposto il

suo sigillo,

che il dentro e il fuori

possano finalmente unirsi.

Non ha senso vivere

senza un pizzico di follia.

E tu sei la mia follia

e sei anche la chiave dell’amore.

 

2001