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Raccolta di poesie di Giovanni Barlocco
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Nassiriya #SaveAshrafFayadh

In primo luogo la colpa

è all'assassino che l'ha messa,

la bomba.

Selim Taliban, O' Hara, o Pablo 

o Vassili o Francesca.

Fa niente.

E non mi importa un cazzo se

è saltato anche lui,

si è mondato dei peccati

e anche

di falangi, falangine, falangette;

un dito nell'occhio

diventa

un occhio nel dito,

abbraccio beccaio

trita carne

e ossa aguzze

unisce di botto.

Ma io

fratello suo non sono 

frate nel sangue,

fratello suo non sono

e mi tocca 

e mi nausea

il suo umore di morte

confuso nel mio,

il suo odore di morte

aggrappato al mio naso,

qualche metro più in là.

Ma subito dietro

di lui,

anche prima vedevo

volare sopra tracciando

cerchi di nitrico rapace

i pazzi benedicenti

con una mano aspersoria

speranza tossica

su menti disperate e svèlte,

e l'altra intenta a strozzare

quella vera.

E ancora dietro

e ancora sopra,

i pazzi con l'uccello duro

per la Patria

per lo Stato

per la Razza

per Dio

per il Petrolio

pe la Loro Tasca Inesausta.

Li vedevo far sempre

calcoli ematici,

funebri Travet,

per far tornare i conti

di guerre sempre esatte,

dalle loro pedane.

Scesi da lì

son nani ora,

ed io gigante

in ogni lacrima sparsa.

(Quante?

Per quanto?)

Ed io che l'ho fatto,

anche adesso, da esploso,

io so ancora che è giusto

il peso piccolo

dei bimbi in spalla,

e dividere quello

grande dei vecchi.

E' normale.

Ma i figli di troia

ci han detto

che serviva una guerra

guerra giusta 

per farlo.

Diglielo tu

per favore

che non serviamo

la stessa bandiera

che si intride su quel

rimasuglio di petto

e mi pesa

appena meno

del sorriso abortito

di mia moglie e mio figlio.

Non lo posso più sognare

non lo sento più sbocciare.

Da qui, ormai,

posso solo guardare.

E ancora meglio li vedo,

senz'occhi,

i burattinai indaffarati

a nascondere la coda.

E si capisce bene 

da qui

l'origine del puzzo

che li accompagna,

che già da prima

avvertivi.

Ma io son morto

adesso

e loro 

vivi.

 

*

senza titolo

così

tra quel che sei

e quel che sei

come tra miele e fiele

esile

solo una lettera

*

senza titolo 1

Bagliori

uomini

come pietre di Dio

zavorrate

la fertile iperbole

dolosa

né consona

dove labbra aggrottate

consumano sorrisi

*

Quattordiciquindici ottobre 2006

Quel che più è vivo

di questa notte perfetta

e quindi sospesa

è la tua anima

poggiata sulla mia spalla

come il capo di un passero all’ala

dice -questa è casa.-

A dispetto del mondo

a dispetto

perfino di noi

troppo spesso

smarriti nel mondo

spesso troppo

strappati nel mondo.

 

Per essere è amore

nuovo o antico

non so

ad un faro

si chiede

soltanto la luce.

 

*

Manin

Dalla cima della piazza al fondo

della retta vertigo della via.

Vette quadre sono qui

al cielo contese

dal mare

in argentata  sfida

di dorsi d’onda.

 

Sto

ammirando  azzurri

non distratto

da furie metalliche passanti

dentro applaudo

e ringrazio.

 

*

il raggio verde

Come traverso  nitida

goccia sospesa

sospesa appare

la limpida soglia

della notte rapace

indisturbato frammento

d’eternità  tersa e specchiata ,

innocente ed ignara

dei sussurri del mare.

 

Per quel che posso

desiderare

desidero fermare

ogni  e tutto

nella quiete.

 

L’altro me arma  invece

la rincorsa

perché sia

più lungo il balzo

più ampio il volo

più fondo il tuffo,

schianto e frantume

in mille pezzi  di voci

tra le onde scure.