I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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‘audiodramma tonale’
‘audiodramma tonale’
s’è spogliato l’albero dei fronzoli dorati che l’autunno gli aveva regalato per vestirsi di un colore vivace ramato che al sole adesso danza nel ricordo come quei vecchi canuti che trovano riparo sulla soglia delle case soli abbandonati al vento dei rimorsi senza riscatto senza alcuna pietà gli occhi inumiditi non di lacrime ma di speranza rappresa di brama conchiusa…
s’è spogliato l’albero nell’attesa della stagione grama che i rami rinsecchiti e scarni sono braccia levate a rammentare al cielo la promessa non mantenuta d’assoluzione dalle offese rimesse la viltà d’una vita caparbia mancante di solidarietà reciproca offesa nello scontro generazionale che si ripete pur senza colpa alcuna necessario si vuole al cambiamento all’avanzare di nuova linfa vitale a nuove idee…
s’è spogliato l’albero d’ogni velleità a quale prezzo si chiede se venuto meno l’afflato non trova il rispetto d’una gioventù smarrita perduta nei meandri dell’età se non tenendo il passo al tempo che inesorabile avanza guarda alla soglia con timore prima d’un ultimo passo in cui ravvisa lo sprofondo che gli riserva l’abissale nulla ancorché dall’alto incombe la sentenza che annienta la volontà ogni ragionevole contratto d’antica rimembranza…
s’è spogliato l’uomo d’ogni responsabile incombenza
Id: 72100 Data: 23/11/2024 17:09:45
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’ruvido’
‘ruvido’
li abbiamo lasciati morire tutti quanti ammazzati come cani rabbiosi sulla loro terra nelle case lungo le strade senza colpe solo perché vivevano lì da sempre dagli avi fino ai genitori e poi da figli trasecolati da ciò che gli accadeva senza sapere perché sotto le bombe gli spari dei soldati stranieri che ignari uccidevano le madri i figli del loro stesso popolo senza umanità eredi di uno sterminio non privo di crudeltà lasciati sulla terra nuda senza futuro in nome di uno stesso ruvido Iddio che non lascia tregua né riscatto alcuno
noi senza vergogna
Id: 71994 Data: 04/11/2024 23:58:08
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‘morte di un giorno’
‘morte di un giorno’ (da - Feudo di sale -, raccolta inedita)
s’armano i cavalieri del grande castello del cielo che fortissima luce balena di scudi d’elmi e di spade
acuti vertici nel complesso concerto l’orchestra al completo coi suoi migliori strumentisti solleva ansia al coro
cavalli scalpitano alla piana tenuti a briglia a forza tendono a catene muovono pareti d’universo
cavalieri impavidi d’azzurro cedono al vinto abbattono castelli di nero fumo
posa il coro resta a sussultare il vento maestri a spezzati archi pausa
la ripresa segna echi sferzati di rabbia e già il vinto declina sul fianco s’arretra la battaglia è perduta
a cento a mille le torri crollate ferma a bufera spalancate muraglie del giorno di rosso sangue la piana riposa
placata l’ira iniziale di calma pace la sera s’oscura il vento riporta a primiere note
il coro compenetrato a silenzio
Id: 71686 Data: 07/09/2024 06:27:31
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l‘illusione di esistere’
‘l'illusione di esistere’ … a Gaston Bachelard prima ancora d’essere pensiero parola costante impura ritrovata sorda pigrizia errore prima ancora d’essere verità “che ci inganna mai mentendoci sempre” senza riscatto alcuno nessuna riconciliazione possibile gioia e dolore di essere la vita trascura di vivere il cuore trascura di amare
Id: 70840 Data: 04/05/2024 06:32:25
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’cieco’
'cieco' quasi le sei l'ora in cui mi levo onde assaporare quel che rimane della notte in cui i pensieri sono ancora a dormire e i 'pupazzi della mia ragione' giocano a tirarmi scherzi prima di ritirarsi ma non in buon ordine confondendo una lucidità che non ho smarrita chissà dove durante il 'rem' nel tempo che s'oscura di favole e schiamazzi di treni notturni in arrivo e di partenze senza orari prestabiliti che a malapena le lancette dell'orologio della stazione sempre fermo riescono a trattenere come quel treno mai in orario che senza saperlo abbiamo perduto perché non era quella la stazione d'arrivo né quella di partenza se mai fosse solo di attraversamento inutile attenderne un altro è la 'volontà di vivere' che non lo permette che non ammette alcuna fermata intermedia altrimenti verrebbe a morire in mancanza del binario parallelo su cui proseguire la corsa efferata in cui si trascina in cui tutto travolge portandosi via le emozioni che nella veglia li hanno tenuti in vita 'i pupazzi della mia ragione' svegli loro nel sonno mentr'io tenevo gli occhi chiusi ... accecato nel buio
Id: 70455 Data: 03/04/2024 15:58:58
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in-temporale
'in-temporale' chi mai può dire se stiamo andando oppure tornando dall’eterno oblio? se mai lo spettro della fuga s’aggiri ancora nel passato che crediamo di aver fatto nostro? come sapere se l’avveduta coscienza del presente è reale oppure vacante nell’assoluto spaziale del vissuto? sarà mai possibile uscire dalla disuguaglianza in cui viviamo da quel che l’esistenza si dice certa di affermare? sapremo noi in quanto sopravvissuti alla debacle atomica restituire all’ideologia del senso quel che dell’umano ci sfugge? e se questa nostra contemporaneità non fosse che l’incertezza di un solo istante vissuto fuggevolmente? potrebbe l’ideale di un mondo egualitario non passare dall’abolizione di tutte le frontiere ma dal loro riconoscimento? sarà mai possibile asrivere a questa solitudine costante l’utopia intellettuale e morale del nostro addivenire? e se fossimo solo all’inizio dell’intemporale che cosa ci riserverà mai. il domani?
Id: 70379 Data: 24/03/2024 15:26:29
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’in assenza di meteore’
‘in assenza di meteore’ gestazione marginale afflato assurdo l'espansione di senso decostruzione d'assoluta presenza aspetti di similitudine l'altrove leggero rarefatto conflagrazione d’intenti il futuro prossimo a venire incertezza di mondi estremi transitorietà riconosciuta l’infinita realtà del tutto in assenza di meteore parole come preghiere per un imminente contatto con lo spirito
Id: 69647 Data: 15/12/2023 11:16:36
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‘ANAM CARA’ - forma per dire ‘anima amica’ in lingua gaelica
‘ANAM CARA’ (forma per dire ‘anima amica’ in lingua gaelica)
Anima cara sempre in viaggio nel luogo estremo dove non esiste distanza fra noi e l’eterno rischiara nello splendore della solitudine il nostro cammino interiore come poetica di crescita l’antica saggezza esalta la bellezza dell’invisibile brama cui tendiamo le mani e il petto …
Anima amica accogli nella spiritualità arcana dei sensi il nostro raccolto nel mistero che non ci lascia mai soli affamati di desiderio che nessuna immagine potrà mai placare onde il noto e l’ignoto il temporale e l’eterno quale unico accesso di questo primario e ineludibile senso …
Anima silente fedele all’immagine primaria segno visibile della grazia invisibile specchio inclinato dove vedere e riconoscere l’intimo suffragio dell’amicizia interiore iniziatrice e sovvertitrice della legge segreta della vita dell’universo intero trasfigurazione recondita d’una entità estatica ascosa nell’ignoto nostro essere …
Anima mia rivelazione invocata sublime unità d’un dualismo perfetto che stringe in un unico abbraccio mortale una tormentata separazione segreto del continuo nascere e rinascere dell’amore quale creatività di un’appartenenza relativa e funzionale insieme dello spirito nella morte . . .
dietro lucenti superfici sei tenebra e silenzio il vecchio e il nuovo incedere dei miei passi l’incessante potenza del possibile interiore.
Id: 69534 Data: 25/11/2023 07:02:59
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’interferenze’
‘interferenze’ non qui né altrove né il tempo né la bellezza dei nostri giorni a venire saranno assenti dalla nostra storia utopia e grandezza disumanità e bassezza evocano un duplice orizzonte che hanno marcato le nostre impronte soglie di un passato glorioso presente nell’addivenire quale vizio di forma di un possibile futuro già iniziato scarto e incertezza di un improvviso balzo in avanti nel verosimile di ieri normalizzazione dello straordinario ch’è in noi
Id: 69162 Data: 29/09/2023 16:01:44
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‘senza perdere il senso’
‘senza perdere il senso’ una strategia (se vogliamo) all’estremo margine del tempo saturo d’immagini e messaggi connessi dipendenza disfarsi delle illusioni d'ogni evidenza mediatica esigenza ipercritica uno sguardo d'insieme che semplifichi la confusione iperbolica della comunicazione quivi tornare alla parola al contesto senza perdere il senso d'ogni offesa irrealtà individuale il libero arbitrio incarnazione stessa di libertà un ultimo fronte sul quale combattere l'estrema soglia della nostra libertà
Id: 69068 Data: 20/09/2023 16:01:01
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’performance’
‘performance’ quel che chiede allorquando s’alza il sipario un palcoscenico da cui narrare l’indicibile salvare la volatilità della parola entropica detta con enfasi da ciò che forse è stato senza essere destrutturata dall’opera omnia dissimmetrica soggettività dello sguardo estremo ossimoro percettivo inevitabilmente ipercritico di un sé incompreso nell’immensità smarrita degli anni … …anche avesse detto una sola parola (Artaud)
Id: 68884 Data: 19/08/2023 04:24:23
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‘fermare un’emozione’
‘fermare un’emozione’
nulla s’arresta sull’onda che scalpita nell’insorgere d’una pregnanza d’amore una fuga in avanti che accelera il battito inarrestabile del cuore che incombe tumultuoso nello scorrere linfatico delle vene un pulsare fortissimo intraducibile delle parole che investe i sentimenti e che il silenzio traspone dentro l'attimo
inenarrabile di felicità
Id: 68806 Data: 07/08/2023 16:06:42
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l’una e l’altra
l’una e l’altra la stessa faccia riflessa nello specchio il tuo volto che incontra il mio linguaggio arcano del silenzio stesse identiche movenze contrarie e contrastanti disconoscimento stessa comunicazione verbale concretezza ultima rituale dell'habitus iniziale carente disposizione d’animo identificazione lo spirito recupera il ‘fuori’ il ‘dentro’ nel divenire delle cose attesa desiderio dell’uno il volto autorale dell’altro s'intrecciano nei segreti d'uno stesso vuoto
Id: 68746 Data: 29/07/2023 18:25:50
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‘l’incomunicabile vicinanza dell’ombra’
‘l’incomunicabile vicinanza dell’ombra’ è così come nella scrittura la luce che accende il giorno si rivela l’ombra catturata nell'essenza senza governance custodita nel labirinto della mente dal singolare chiaroscuro che la deforma allorché s’adagia sulle strade lungo i marciapiedi della vita oltre la comprensione che chiedersi cosa s’aspetta non costruisce il futuro nel porsi cosmico dell’esistenza decostruisce il passato che la realtà ossessiva del presente rende sfuggevoli i sogni le illusioni di sempre la cognizione delle emozioni che attanagliate nel letto di porcate e perversa ipocrisia ne sono spazzate via allorché l’urlo impetuoso senza voce erompe dal silenzio che l’avvolge fa tremare l'ombra che l'incomunicabile vicinanza oscura la luce nell'abbraccio ultimo in cui s’adombra la scrittura esangue del poeta …nell’attesa della fine
Id: 68317 Data: 20/05/2023 07:10:24
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’vado’ - ai combattenti per la libertà
Ai combattenti per la libertà.
‘vado’
all’orizzonte che già vide lo sguardo degli avi miei ché la luce s’oscura nel batter di palpebre stanche di rabbie estinte nel fulgore della vita bianche ché di lacrime gli occhi avevano inumidito il cielo etereo ché da vermiglie bocche hanno lanciato il grido
domani?
Id: 68226 Data: 11/05/2023 07:02:25
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’lampi di una guerra fratricida’
‘lampi di guerra' li chiamano bagliori intelligenti durante la notte i tuoni dei mortai che per tutto il giorno ripetono lo scempio trascinato nel fango della terra vessillo di pace cerco che sventoli nel cielo nudo sgombro d’altri vessilli amici di ieri nemici mai uomini contro altri uomini che uccidono i fratelli i figli i padri chiedi al soldato perché di questa infame guerra estrema chiedilo alla madre che inorridita arranca per un pezzo di pane chiedilo al bambino che ha fame
Id: 68145 Data: 25/04/2023 17:41:31
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’espiazione’
‘espiazione’ … a Massimo Recalcati sprofondato in un silenzio senza fine dove per qualche misterioso motivo si riversa e s'espande la luce del giorno lo sgomento dinanzi all’inconoscibile lo sconcerto delle parole strappate al silenzio di sfumature senza poesia il soffio che plasma i nostri destini una particolare intensità dell’esistenza divergenza e conformità onde ‘rammemorare i molti volti della melancolia’ l’assenza come dissonanza del tempo ove custodire ciò che rimane della vita (?)
Id: 68089 Data: 17/04/2023 15:49:01
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Wiva, Wiwa. Viva le Donne
L’Intelligenza Artificiale potrà superare l’intelligenza umana? No, ci hanno già pensato le donne e magari ci riusciranno, sono sulla strada giusta. Sono 'Macchine' che pensano da sole, Macchine che imparano come fare un’I.A. più umana (a loro pro). Sono le nostre controfigure digitali, strane, contraddittorie, splendide e opprimenti, sfarzose e miserabili, amate e detestabili. La loro particolarità fa sì che ciò che è impossibile altrove in loro sia normale e viceversa, in cui verità e finzione si intrecciano a tal punto che non è possibile riconoscere l’una dall’altra. Esattamente come siamo noi che ne scriviamo, che ne parliamo, che le amiamo, che le detestiamo...detto in breve sono 'donne'.
E per fortuna (nostra) che esistono.
Id: 67859 Data: 08/03/2023 05:52:46
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‘la dignità inattaccabile della pietra’
‘la dignità inattaccabile della pietra’ è nel sole che spacca nell’acqua che rimuove le scorie d'un’ultima deforestazione che ha minato il duro nucleo profondo in cui l’essenza vacilla scoscesa giù dal crostone di roccia dal cuore della montagna riarsa che sprofonda seccura d’una vita sospesa fin quando dovremo restare (?) aspettare una qualche sentenza degli alberi bruciati andati in fumo brulicanti d’anime vaghe di stormi d’uccelli che più non trovano il nido figli spuri d’ali dismesse di lacrime rapprese intorno agli occhi saremo ancora qui domani (?) forse
Id: 67820 Data: 01/03/2023 07:21:21
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’ritorni d’eco’
‘ritorni d’eco’ (a un anno dall’inizio della guerra in Ucraina) è nel grido disperato di chi cerca nell’assenza la voce di quanti non ci sono più che pure è vivo il richiamo nel battito del cuore di chi resta sotto le case distrutte venute giù in un anno di guerra la voce di quanti giacciono sotto le macerie che continueranno a gridare dopo oltre la finzione della morte contingente d’ogni catastrofe finché dell’eco non resterà la voce per quante volte chiamerà ancora il nome dalle rovine dai precipizi dalle mancate tombe dalle pareti abbattute dove si frantuma la luce della luna una voce univoca a invocare pace Pace! Pace! Pace! la solitudine dei sopravvissuti per quanto finora è quella di un’eco che non ritorna
Id: 67787 Data: 25/02/2023 16:03:12
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’straniamento’
‘straniamento’
ecco il punto … io conosco io solo una volta che il mito ha preso piede non mi sottraggo indosso la sua maschera il momento della rivelazione ancor che giunto parla con altra voce che non è la mia un’interpretazione efficacissima quanto de-costruita commisurata a ciò che non avrei voluto dire che non dico per diffidenza di linguaggio silologico un parlare artato quanto liturgico ingannevole
“a mascherare a tal punto la realtà da poterla riconoscere solo quando non ne avrà più coscienza” (Eco)
della naturalità in-intenzionale fisiognomica deturpata teatralità tragicomica non cercata di posa scenica quanto voluta – forse (?) che il mito rivela di un castigo divino ambiguità senza rinunce segregazione e abnegazione ribellione di sguardi frugali per un ‘gioco’ di assenze e presenze claustrofobiche (?) sintomatici di timor dèi fallace mistificatorio e performativo d’obbedienza ingannevole onde la costruzione di un mostro io – forse (?)
succube di un complotto
Id: 67672 Data: 31/01/2023 17:34:32
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’essenza’
'l'essenza' tra i rami e fra le foglie dei sempreverdi si respira un'aria di verzura rinascente che nel timore dell'inverno pur attende d'incontrare l'essenza di una nuova vita
Id: 67528 Data: 07/01/2023 08:30:26
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‘l’ultima foglia cade’
‘l’ultima foglia cade’
quale pagina di un diario interrotto l’ultima foglia cade proprio quando vibrante nel vento superata ogni avversità rispondeva al richiamo della vita guardando in volto la fugacità del tempo mai smarrita nei meandri dei passati venti guardando avanti verso un domani che nessuno mai le avrebbe assicurato tuttavia felice d’esserci d’aver vissuto la spensierata gioventù dell’essenza inconsapevole della natura che pure l’aveva donata alla luce del giorno rinascente dall’oscura notte che l’adombrava benché tramasse in silenzio le tristi leggi della caducità
del destino
Id: 67194 Data: 17/11/2022 06:50:38
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’ciò che resta...’
'ciò che resta…' altro non siamo che fuochi fatui guardiani dei sogni altrui che ardono solo perché altri (non noi) li tengono accesi mentre di ciò che siamo in fine di noi non resterà che cenere
Id: 66956 Data: 18/10/2022 16:53:52
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‘se l’anima ho smarrita’
‘se l’anima ho smarrita’ non desideriamo altro che toccare da vivi i mutamenti le imperfezioni che ci rendono umani sopra le righe quando il disgregarsi libera in noi bassezze inaudite improvvide disarmonie né l’imperfezione che oscura i nostri sensi le metamorfosi che abbiamo subite mostrano i segni dell’avanzata età non senza una ragione né lo scivolare lento silenzioso che lentamente muore né lo scorrere della lastra di pietra sull’orlo delle cose passate quandanche ne comprendessimo la lettura i grafici indecifrabili della fine ci invitano a godere della vita senza rimpianti
Id: 66826 Data: 05/10/2022 14:57:10
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‘dalla parte dell’ombra’
‘dalla parte dell’ombra’ inquietudine del tempo tirannia del presente ansia da separazione (da questo e dall’altro mondo) come raccontare la storia di un abbandono che non prevede recupero né superamento dei molti tentativi falliti tristezza del dire supponenza e insolenza di una qualche resurrezione speranza (in questo o nell’altro mondo) approdare nell’altrove svelare quell’ultimo segreto che spieghi cos’è la vita, l’amore
Id: 66483 Data: 26/08/2022 04:26:39
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‘ad infinitum’
‘ad infinitum’ lo sguardo attento furtivo quasi onde carpire alla vita la linfa esperienziale che la fa grande che ne santifica il sacrificio costante devoluto all’altro dal Sé figlio spurio cui donare tutto l’amore quale estensione di un infinitum che pure reclama il senso dell'avventura umana d’un vissuto che non chiede riscatto che d’essere stato eroico nello scontro / incontro con la vita cede a battaglia prima ancora d’essere vissuta appieno persa che d’aver dato l’aggio a Caronte superata l’infernale sponda consegni l’anima (sua) a quel Dio ascoso che di giudicar s’avvale del bene e del male l’umana vanità che del suo voler essere divino ad ogni costo s'impiega sopra ogni cosa sulla miseria di questo mondo altero che di pianto ha gli occhi ricolmi di lacrime rapprese
Id: 66456 Data: 22/08/2022 17:00:31
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’il tempo interiore’
'il tempo interiore' ... di ciò che sono o forse non sono stato mai nient'altro che un inventore di favole un fantasma di castelli di sabbia uno scrittore singolare alla ricerca di chiaroscuri tra luci e ombre che catturino la mente senza alcuna complessità di parole che vadano oltre la comprensione o che presuppongano postulato alcuno oltre la sospensione aleatoria del loro riconoscimento piuttosto come evento attesa emozione dimensione di un vissuto interiore dilatazione di un tempo narrativo che mi è proprio e a cui da sempre dedico la mia esperienza di scrittore alla ricerca di un immaginario artato di ciò che non stento a definire la mia creativa stupidità seppure così infinitamente umana
Id: 66229 Data: 16/07/2022 06:56:51
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L’amore non è tutto ... è molto di più.
“l’amore non è tutto … è molto di più” l’immensità perduta degli anni non ostacola l'andatura dell’amore che la vita pur mi ha donato ché l’amore che dispensa è tutto più di quanto inconsciamente mi aspettavo … né devo chiedere perché (?) permettere bisogna che le cose accadano porsi nel flusso cosmico del mistero della vita è gioire d’ogni attimo che la vita ci concede … l’amore non è che l’incedere nella simultaneità del possibile come destituzione del limine nel coinvolgimento di reciproci sentimenti che attendono d’essere vissuti ... così come disporsi nell’ossessività delle sere da trascorrere insieme presi nel gioco d’amore che coinvolge e attanaglia in un letto di tensioni e poesia nella cognizione sfuggente dell’attimo vissuto ... d'emozioni passeggere che il poeta accoglie nell’abbraccio furtivo del silenzio ch'egli vive se mai d'amore è stato il suo rincorrere nei segni e nei colori ... il senso altero della vita
Id: 66026 Data: 10/06/2022 07:44:06
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‘ondeia’ (Água / Water)
‘ondeia’- Água / Water (aspettando il diluvio)
“…sperar como quem sonha um rio a correr, um lìrio aberto a ser na alvorada, um caminho, uma estrada, para além-mundo. Querer no silêncio do nada o sentimento fundo” (*)
…e sentirla dentro me, l’onda che arriva portatrice di un’ancestrale magia, come di canto o forse di preghiera nella realtà dell’acqua che mi bagna, e che m’avvolge con la forza dell’onda, fra la voglia d’immergermi e il timore che mi trascini via, lontano dalla crudele realtà di questa guerra che ci travolge tutti
…e osservarla a lungo, l’onda dentro la ricercata libertà allontanarsi e far poi ritorno, come di goccia costante nello stillicidio delle esplosioni che ci fa stare abbracciati al richiamo, del suo respiro profondo, attratti dal gesto d’amore che invita a scoprire il segreto riposto, l’arcano sentire della voce silente delle anime dei morti
“…sperar como quem sonha um rio a correr, um lìrio aberto a ser na alvorada, um caminho, uma estrada, para além-mundo. Querer no silêncio do nada o sentimento fundo”
(*) Dulce Pontes
Id: 65425 Data: 23/03/2022 12:07:25
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’quel che resta’
‘quel che resta’
… forse niente di una solitudine sconfessata una casa lasciata vuota la nostra casa sopra le nuvole niente che mi parla di te gli alberi dipinti alle pareti un soffitto senza nuvole i quadri rimasti senza cornice tutti i sogni ch’erano stati nostri i giochi erotici nell’intimità di un letto disfatto la carezza delle tue mani i tuoi capelli di seta il profumo del tuo seno l’abbraccio ansimante del tuo respiro
… o forse era tutto lì in quel momento audace di reciproco affetto nell'attrito dei corpi spigolature di sentimenti artati e quell’aroma di caffè appena fatto fuoriuscito a dirci che c’eravamo persi da qualche parte senza ritorno allertati nella fretta mattutina di andare al lavoro solo il tempo di un bacio l’ultimo una sbirciata d’occhi e nient’altro
… solo ciao!
Id: 65292 Data: 03/03/2022 07:52:52
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‘il giardino dei melograni’
‘il giardino dei melograni’ ancor che manca il silenzio della mia vita il residuale adattamento al cambiamento l’inorganico transitorio … sì che gli occhi accecati tendo al buio a vedere solitudine dei giorni a venire onde agognavo alla scelta … nel ‘giardino dei melograni’ il paradiso riflesso di quell’amore riposto intimo d’una poesia affabulatrice … per un investimento di benevolenza d’uomini e altri animali di quelle storie che scrivono solo … le ali degli uccelli in volo
Id: 64946 Data: 09/01/2022 10:47:09
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l’essenza della cenere
‘l’essenza della cenere’ … una dicotomia ineluttabile (se mi è concessa) tra l’essenza interiore e l’espansione dell’anima che nel silenzio della solitudine (per presa coscienza) avalla una remissione di colpe senza nemesi contro il passare del tempo inappellabile nell’atto di sottrarsi all’apparenza al giudizio ultimo onde spente le istintive voglie (vanità della giovinezza) tutto rimette sul filo del crinale il proprio ‘corpo di guerra’ l’insana voglia di condurre nel gioco a perdere di fuochi arsi (forse inutilmente) il consumarsi in ceppi dei sensi e delle ostentazioni per una pace che altro non è che l'essenza stessa della cenere … l’equivalente indecidibile della perdita dell’anima
Id: 64887 Data: 29/12/2021 08:22:04
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‘dancing with nature spirits’
‘dancing with nature spirits’
of shadows following the soul reinvigorate in the dim light of the evening that urgent of a figure corporal of you abandoned of weight some years just stripped of a past artifact to search of a loner
that come
‘ballando con gli spiriti della natura’
d’ombre al seguito dell’anima ritemprate alla fioca luce della sera urgete d’una figura corporale di voi dismessa del peso degli anni spogliata appena d’un passato artato alla ricerca d’un solitario
avvenire
Id: 64665 Data: 21/11/2021 16:06:37
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’attesa’
'attesa' c'è un'attesa che infrange pareti di cristallo i muri della stanza traspaiono a costrutti senza domani dove non accade nulla dove non arriva nessuno in ciò che si ha manca qualcosa in ci ciò in cui si crede non v'è determinazione all'attesa segue un'altra attesa che non arriva a compimento ove i pensieri trasmutano interrogativi diversi eppure sempre uguali dove? quando? perché? allorché non si aspetta nessuno dove non ci aspetta nessuno un perché di sospensione rifratta l'ansia emorragia del tempo attuale
Id: 64493 Data: 01/11/2021 08:46:46
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‘eppur s’intona’
‘eppur s’intona’
con questo corpo straziato dagli anni che ho vissuto in pieno senza rancore alcuno
nel bene e nel male di questa vita di desideri assolti nell’illusione d’una giovinezza dimenticata
nell’andare nel tempo lineare dei giorni tutti uguali che stanchi evadono la fierezza andata
per nascondersi ignari della fine che pur sento incombente oltre le dischiuse porte di un ultimo cielo
oltre il sereno sprazzo dell’amare gioie delle glorie d’amore sì che il passato difficilmente ritorna
né restituisce al cuore i battiti pulsanti dell’ebbra sua fervida cocente passione
che non concede alla rimembranza i tormenti dell’estasi degli abbracci voluttuosi la profusione dei baci
né delle carezze dei corpi come degli schiaffi ricevuti in pieno viso né degli applausi
e pur ne rido al pensiero con la sola faccia che mi porto dietro
senza ipocrisia
Id: 64306 Data: 12/10/2021 06:29:48
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‘riflessi’
‘riflessi’
specchiati in bianco nero per un riverbero di luce notturno che tutto cambia colori vite sospiri ricordi del tempo senza tempo abbracci lasciti partenze ritorni effluvi di un vissuto che pure è stato nostro senza rancori o forse senza rimpianti dolori e risate spasimi d’amore lacrime di gioia o pura sofferenza vagiti di un bimbo appena nato o forse mai nato riflessi della mente che chiede che spera
in quel che non è dato
Id: 64060 Data: 18/09/2021 03:58:53
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‘in memoria di vento’
‘in memoria di vento’ sospingendo nuvole di pioggia s’aprono sprazzi dell’azzurro cielo onde il sole s’effonde maestoso per un altro giorno … ove lo sguardo oltre l’orizzonte per difetto di fantasia vago in memoria di vento riporta ricordi di un passato avito … dietro lo sguardo che gli occhi hanno abbandonato da tempo dentro le nuvole d’una età fuggevole indeterminata … memori di giorni che ritornano dimentichi o forse solo smemori di luce apocrifi d’inquietudine … di voli di farfalle che fugaci prendono il volo dentro una realtà affabulatoria per un investimento di benevolenza … iperrealista di sogni intrapresi anzitempo che avremmo voluto avverati nel disimpegno … ragioni di una scelta tardiva che il vento stenta a cancellare in ragione d’una matura età che la rivendica al tempo … al passo di un ‘cammino che lo si fa camminando’* disgiunto senza voltarsi indietro in assenza di vento … prostrati senza indugio in avanti * Antonio Machado
Id: 63872 Data: 26/08/2021 04:48:21
*
‘in assenza di nuvole’
‘in assenza di nuvole’
diradano aprendo spazi a cieli sovrastanti s’inalba il giorno
dilagano nell’attesa velature di silenzi macchie d’inchiostri
albe di mari pennellate di colori acquarellati
sconfinamento d’ampie campiture di grano in espansione
nelle radure dell’estate è la memoria l’afflato del tempo
della pittura spigolature d’una cifra poetica che avanza
verso l’infinito
Id: 63579 Data: 07/07/2021 16:53:21
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‘in tondo’
‘in tondo’
in un mare senza sponde fui acqua che dilaga goccia dell’immenso oceano
oltre l’esigua terra fui dapprima orma traccia di vero passo
nel tempo in cui non fui ancor vecchio giovane ero nel corpo
d’argilla inviolata fui calamo di Dio e diaspro la tavola su cui
scrivere un’ultima parola forma di senso plasmata verbo
destino dicasi l’afflato di giorni stupefatti ed ebbri ch’io mai più rividi
fui spiga di grano fremente al vento di giorni sereni quale purissimo vino di feccia
tornato a primiera dimora fui astro infuocato sul fondo dell’anima amante
diamante di luna taciturno e schivo fui sasso e polvere negli anni
che s’aggiunsero agli anni canuti e stanchi che Egli impietoso accolse
cimelio d’una battaglia vinta sul campo che ne ha cassato il nome
infinito e limite mancante di un’ultima parola che ha nome vita
‘finis nusquam’
Id: 63268 Data: 24/05/2021 18:04:53
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’..nell’oscurità’
‘..nell’oscurità’ affabulazione del verbo appreso nell’oscurità dei sensi come di cecità pregressa di una vita spesa nel riscatto d’una esistenza rifratta affrancata dal buio come di vuoto compenetrato e recluso di un sé obliterato nella ricerca spasmodica del verbo annunciato d’eternità preclusa nell’oscurità di quel che mai fu detto
Id: 63069 Data: 04/05/2021 04:30:15
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‘deboli tracce’
‘deboli tracce’ domani quando non saremo che gocce di rugiada non sarà quello il giorno della festa e neppure un lunedì ma il primo mattino del mondo il giorno in cui oltre ogni dire avremo espresso un desiderio di reciprocità
Id: 62136 Data: 08/02/2021 07:22:18
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‘Terramare’ (..sulla musica omonima del Mauro Sigura Quartet
‘Terramare’ (..sulla musica omonima del Mauro Sigura Quartet).
… se l’Oud segna il ‘tempo’ sonoro nel ricordo d’una musica d’oltremare la memoria sbarca alla costa e la rinfranca del vento che la incalza
e sono gli innesti odorosi della terra riarsa nel richiamo avito di deità marine che ascose lanciano voluttuose innesti di sapori arcani
che i maschi dei capridi afferrano nell’aria satura quasi gocce di rugiada lasciate nella notte sulle foglie ruvide lanceolate dal vento
e sono tagli di diamante le note percussive del ‘basso’ come degli strumenti altri che l’accompagnano nel ‘canto’ armonioso della voce-solo
che di lontano riverbera nell’eco sordo di ‘corde’ e ‘pelli tese’ nelle vibrazioni del ‘piano’ di narrazioni antiche leggende di cavalieri alati di vele fenicie giunti
a insediamenti remoti di giganti e janas vocianti nel ricordo di un mondo perduto che il suono dell’Oud riporta
ad ancestrali note
Id: 61855 Data: 19/01/2021 13:15:05
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‘in-blu’ / in-blue
‘in-blu’ / 'in-blue' … per una coreografia del mare / … pour une chorégraphie de la mer
notte profonda della profondità dell’abisso onde che si concentrano s’ammassano sospingono verso l’alto degli occhi cerchiati il guardo in cerca di luce
blu cobalto si stempera nel sonno di sogni intravisti appena che il ricordo confonde come biglie traspaiono trasparenze di vetro in lapislazzuli preziosi
solitudini in-blue che d’acque marine liquido arcano disciolgono l’angustia dei giorni passati a marine assolate rivolgono flusso di silenzi inascoltati
‘in-blue’ … pour une chorégraphie de la mer
nuit Profond de la profondeur de l'abîme vagues cette concentration ils s'entassent pousser vers le haut des yeux cerclés Je le regarde en quête de lumière
bleu cobalt se dissout dans le sommeil de rêves entrevus aussitôt que que la mémoire confond comme des billes transpirer transparents de verre en lapis-lazuli précieux
solitude en bleu celle des eaux marines liquide arcane dissoudre la détresse des jours passés aux marinas ensoleillées ils tournent flux de silences inouï
Id: 61819 Data: 17/01/2021 08:20:22
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‘la musica e il vento’
‘la musica e il vento’
lo senti (?) attraversa i ricordi il vento di ieri s’accalora dei sentimenti prostrati consumati nell’aurora dei giorni che furono dei letti disfatti nell’attesa dell’alba dei sogni dispersi dov’eravamo poco più che contorni d’ombre smarrite nella sera che della notte s’avean le chiavi abbagli deliri fantasie inquietudini di un corpo a corpo accecato violento quasi nella carne le lingue intrecciate sanguinanti di morsi camole di miele che assaporavamo festanti nell’esultanza della stagione della vita che viene
la senti (?) la musica di fondo che l’eco dei giorni rimanda al domani che fu parvenza d’orchestra filtrata attraverso le nuvole nell’andare del tempo che si colora d’assoli d’assonanze e controcanti nell’ottemperanza delle metamorfosi vissute nel canto e nelle lacrime degli incontri nel pianto assetato degli addii d’un’ultima fermata stazione ferroviaria di binari morti risonanza metallica di stridii e urla chiassose che nella notte hanno assorbito gli ultimi attenuati crepitii d’un fuoco che si va spegnendo
dentro l'indissolubile esperienza dell'amore
Id: 61539 Data: 29/12/2020 07:07:33
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‘assenza / presenza’
‘assenza / presenza’
assenza anamnesi del vissuto restituisce intensità alla luce dimensione e misura d’ogni cosa
volumetria carpita d’incesto edonico concettuale evaporato attraverso l’irrealtà gassosa dell’assenza
… pur nella presenza
presenza oggettivazione materiale rivelazione sensibile alla luce visualizzata d’ogni forma
spazialità volumetrica di pensiero concettuale come d’epifania esistenziale che s’impone quale essenza / presenza
…di possibile decostruzione
Id: 61331 Data: 13/12/2020 17:03:26
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‘ad occhi chiusi’
‘ad occhi chiusi’
a non vedere eppure esserci muovere piccoli passi lenti attenti a ritrovare la misura del tempo attenti a non cadere nel vuoto esistenziale che si trascina
attenti anche a respirare che tutto che pur sembra stante nelle nostre mani s’oscura nell’ombra di ciò che siamo stati in quanto prestito di un significato conrapposto preghiera o polvere di stelle (?) che la gioia di vivere ha il sapore della saggezza
Id: 61169 Data: 01/12/2020 15:45:31
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a un paese lontano
'a un paese lontano'
si riversano fugaci siccome il vento le pioggie a sferzare le coste rocciose di rughe profonde scavate sul volto di nostra madre terra a predire ai naviganti d'aver smarrito il senso
nella ricerca costante d'una meta feconda che induca alle parole il necessario silenzio per quanto inorriditi siano nel guardarsi attorno di ritovarsi da soli del 'vuoto' all'esiguo cospetto
e voler tornare a navigare per mari impetuosi e oceani profondi cercando nell'addivenire un paese lontano nel tempo sognato e subito obliato spinti dal desiderio che li allontani
o che li avvicini a porti sicuri restando a ritrovare se stessi onde posare la voce all'emozione endemica della poesia per reinterpretare il tutto la propria umanità
obliterata
Id: 61073 Data: 24/11/2020 16:12:07
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‘contro ogni altro dire’
‘contro ogni altro dire’
…e ancora! come pensieri ormai scoloriti dal disuso che l’atto volontario del ricordo ingannevole struttura dentro l’immaginale arbitrario del sentimento
…e ancora! come la musica che immateriale sfugge alla presa dell’irripetibile addivenire che pur rimane o forse ritorna effimera alla mente d’un esclusivo possesso
…e ancora! come la voce catturata da un fonografo s’avvale d’essere contro ogni altro dire illusoria sinopia del discanto prima di raggiungere l’armonia del tutto
…e ancora! come i segni lasciati dal tempo sui nostri volti trasparenze dell’età che senza inganno mostrano le cicatrici quali avalli di un volere senza dominio alcuno
…e ancora! come arbitraria è la notte dei nostri costrutti oscura senza libertà di scelta di prelazione su ciò che immeritoriamente la morte s’appresta
a esigere
'against all other words'
…it's still! like discolored thoughts from disuse that the voluntary act of memory deceptive structure within the arbitrary imagination of feeling
…it's still! like music that immaterial escapes the grasp of the unrepeatable come which still remains or perhaps returns ephemeral to the mind of exclusive possession
…it's still! like the voice captured by a phonograph is used to be against all other say illusory sinopia of the discanto before reaching harmony of the whole
…it's still! like the marks left by time on our faces transparency of the age that without deception they show the scars as endorsements of a will without any domain
…it's still! how arbitrary is the night of our constructs dark without freedom of choice of pre-emption on what undeservedly death is preparing
to demand
Id: 60952 Data: 15/11/2020 10:44:08
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un volo di farfalle
'un volo di farfalle'
come in un volo di farfalle che non conosce età i nostri morti se ne sono andati troppo presto o troppo tardi (?) sprovvisti di parole dalla culla dei principi alla fossa della pietà lasciandoci attoniti nello sconforto di quanti li avevano vissuti
costrutto di desideri convissuto di libero arbitrio e falsi proclami rivalse di libertà licenza e licenziosità abbandonati al vento di annosi misfatti e buone azioni cancellati in un momento in grazia di un ultimo riscatto meritorio (?)
li abbiamo visti sfilare a migliaia sui camion di notte attraversare in silenzio le città senza un saluto come in un battito d’ali levato .. come farfalle senza un addio che dopo aver succhiato nettare di vita s’involano ignare della vicina morte (?)
se ne sono andati … senza un epigramma che li ricordi una fossa dove recare un fiore alla vita che rinasce dentro il soggetto che muore secondo i dettami dell’anima ‘unica e irripetibile’ evoluzione dello spirito innato nella scintilla di fuoco (?)
germinazione di vita spinta a conoscere a voler scoprire che la riflessione filosofica percepita nel tempo elabora in fenomenologia dotta in pandemia di morte cui alcuna risposta è data se non di avvertire vicino chi nell’assenza può sembrarci lontano
'sepolto nella nostra interiorità' (*)
(*) Vittorino Andreoli 'La gioia di vivere', Rizzoli 2016
Id: 60739 Data: 28/10/2020 03:12:15
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trittico dautunno
'trittico d'autunno' ..che lieve viene nel tempo del distacco
‘autunno’
..colori giallo intenso e bruno di rosso sangue che la terra a sé richiama di volontà affermate sulla brace accesa di soliloqui stanchi
crepitio di rami prigionieri sonorità di spazi interstiziali epitaffi di un’attesa che si consuma in giorni d’ozio e di fuoco
tra ciottoli arsi e pietre come di pianto di foglie cadenti ancor vive come epitaffi di un’attesa che scorre lenta come di lagrime sparse
in giorni d’ozio d’infiniti ritorni sopra i misteri di un canto accorato che ritorna l’ultima come la primeva nota
dell'universo avito
‘arpeggio d’autunno’
..d'una melodia risuona il sussulto pacato dell’anima d'orchestrazione d’archi e di fiati il timpano irrompe nell’adagio con moto
a ondosità di ricordi violini di vento tornano alla mente nell’allegro giocare con brio un fluttuare di possibili solitudini
della stagione il motivo ripete l’accordo arcano di soliloqui vaghi di un amore dimenticato come di musica iniziale recuperata al tempo
rubata al silenzio
‘canzone d’autunno’
..e già il vento reca il sapore dell’uve dorate le danze della vendemmia il profumo dei mosti allietanti l’allegria saporosa racchiusa nei tini
come il sapore dei baci che irrorano le labbra tue vermiglie e il profumo delle mele raccolte nei giorni di tiepido sole
di quest’autunno che lieve viene nel tempo del distacco
Id: 60415 Data: 02/10/2020 15:08:27
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‘il momento imperfetto’
‘il momento imperfetto’
..un refolo improvviso scompone le pagine già scritte abbandonate al vento
..c’è attesa nella memoria che indugia nella ricerca incessante della parola mancante
..d’una verità che avevamo tenuta nascosta a noi stessi nel momento imperfetto dell’esistenza
..un concetto univoco sfuggevole di senso che della vita disvela il mistero
..la certezza di morire in un giorno di vento allorché un soffio mi strapperà
l’anima
Id: 60253 Data: 19/09/2020 08:20:31
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strie
‘strie’
strie nel cielo dell’alba come di scogliere senza peso che si gettano nel mare
rincorrersi d’onde che avanzano senza sosta tra il nascere e il morire
come di note sul pentagramma della vita che s’inseguono e s’annullano
strie di un pallido silenzio nel volgere del tramonto allorché la luna …
solitaria appare
Id: 60083 Data: 05/09/2020 04:35:28
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‘dove poggiano le ore’
‘dove poggiano le ore’ (*) nello scolorire dei muri riarsi delle case dietro le imposte chiuse delle finestre denro le stanze avvolte nella penombra negli armadi silenti che pure parlano di noi di certe solitudini che pensavamo dimenticate appese alle pareti racchiuse nelle cornici nei portaritratti sul mobile antico che mute s’avvalgono dell’arcano del tempo del tempo che ritrovato posa nel silenzio della polvere ricordi d’una felicità ingenua condivisa coi fratelli e le sorelle di ieri che dell’oggi hanno svanita l’essenza dietro le porte socchiuse o forse mai aperte coi genitori la cui assenza rende all’illusione ciò che pensavamo fosse per sempre una realtà in illo tempore dismessa nelle sere d’inverno quando agli schiamazzi seguivano gli strepiti del nascondino e i rimbrotti: ‘fate piano’ e ‘non correte’ quando poi raccolti d’intorno alla stufa si cavavano le caldarroste e il buon vino rosso come i nasi e le orecchie d’ognuno ad ascoltar le fole cui pure credevamo partecipi dei timori della notte fole che nella quiete delle ombre si posano lasciando spazio ai sogni che della realtà hanno talvolta solo i colori d’una tavolozza confusi nel quadro che dell’esistenza rende un luogo di commiato senza meta che la sosta è solo permanenza soglia di nocumento o forse pregiudizio per chi non crede nell’alterità del pensiero acciò che l'oggettività nega del mondo estremo di quel non-essere che pure incombe sinonimo di diversità indice di differenza cui siamo legati da indissolubile parvenza capaci/incapaci di misurare il tempo della nostra resilienza allo sgretolarsi dei riarsi muri che hanno plasmato la nostra logora identità e ci hanno visti crescere e morire nell’illusione del tempo, dove poggiano le ore (*) Un grazie di cuore a Giovanni Baldaccini e a Luciana Riommi per la gentile concessione della foto qui utilizzata e per aver dato il titolo a questa mia composizione.
Id: 59765 Data: 10/08/2020 04:38:37
*
un battito dali
'un battito d'ali' (... whom!)
un whom sommesso ha crinato il velo cupo della notte
una sola nota in levare sorda senza seguito
non un fruscio né sibilo alcuno poi un sordo silenzio
assoluto magistrale da provato maestro
sul podio d'orchestra quindi la nota prima il crack-up iniziale
un do sospeso a mezz'aria dello spiccare il volo
che il ramo dell'albero ha tremato di un brivido dolente
contenuto nell'occhio giallo del gufo che ha avvistato
la preda
Id: 59677 Data: 01/08/2020 17:50:44
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Iprigionieri / The prisoners
I prigionieri (ai ‘prigioni’ di Michelangelo Buonarroti)
scolpiti che il fango li ricopriva si levano i volti austeri tesi che la forza di Titani erompe nei muscoli attratti all’eterna vita che pulsa nelle vene della dura pietra
sì che alla vita noi umani antropomorfi restiamo si come pseudo-divinità soprannaturali nel varco d’Olimpo a guardare antenati del tempo passato che un ‘altro’ destino
ha forgiato
The prisoners (to the ‘prisons’ of Michelangelo Buonarroti)
sculptured that the mud covered them they rise the austere faces thesis that the strength of Titans erupts in the muscles attracted to the eternal life that pulsates in the veins
of the hard stone
Yes that to life us anthropomorphic humans we stay yes as a pseudo-divinity supernatural in the passage of Olympus watching ancestors of the time past that an 'other' destiny
he forged
Id: 59465 Data: 15/07/2020 04:47:40
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“l’offerta” (..nel tempo dell’epidemia)
“l’offerta” (..nel tempo dell’epidemia)
votata all’umana comprensione per quanti pur non conosceva ai primi come agli ultimi ponderava che alla fine sarebbe rimasta immune all’umbratile presenza in agguato silente pandemica il gesto esperto ad accudire nel ripetersi di tutta una vita dei giorni il rincorrersi delle stagioni devota donna, sorella madre l’intesa fatta di sguardi costanti esili certezze di vita negli occhi seccura di lacrime nelle bocche riarse amaro di fiele ai margini delle parole taciute eppure ascoltate dai cuori la stanchezza incoffessata la stessa solitudine l’offerta che si ripete giorno dopo giorno fino allo stremo d’una stagione a nessun altra eguale palesando semmai che in vita avrebbero avuto ancora più bisogno di lei per quel vago umano sentore d’eternità
che li consuma
‘The offer’ (..in the time of the epidemic)
rated to human understanding for how many though he did not know to the first as to the last pondered that in the end she would remain immune in the humble presence lurking silent pandemic the expert gesture to look after in the repetition of a whole life some days the chasing of the seasons devoted woman mother sister understanding made of looks steady slender certainties of life in the eyes dry with tears in parched mouths bitter of gall on the margins of silent words yet listen from hearts unencumbered tiredness the same loneliness the offer that repeats itself day by day to the extreme of a season to no one else equal if anything than in life they would still have need her most for that vague human feeling of eternity
that them consumes
Id: 58619 Data: 17/05/2020 12:43:57
*
’bersaglio mobile’
‘bersaglio mobile’ del folgorante inizio nella quieta ora del dolore un appuntamento al nero fin da principio il versante oscuro che domina la vita il dovuto ottimismo opta per il sentimento allontanando la verità il solito entusiasmo l’ignoranza (della morte) l’unica voce vera preoccupa dei giorni ciò che rimane sul fondo l’aver speso ogni momento di non aver lasciato nulla per dopo l’esistenza di oggi bersaglio mobile perché domani (?)
Id: 58280 Data: 27/04/2020 07:17:55
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‘la linea invisibile’
‘la linea invisibile’
le ragioni di una scelta nel colore cangiante delle note la forza del vento trascina trascolora
un dialogo d’armonia la danza nel silenzio dentro il mistero della vita sconfinato
scorrono cicloni nel cielo tempestoso dell’esistere squarciato da fulmini
l’episodio di un incontro si scrive e si cancella il suono di una voce s’invola
nel giardino dell’amore profumo di melograni maturati al sole non conosce mai fine
vagheggiamento di fiabe di soliloqui la poesia s’evolve nel dialogo dell’assenza
come le nuvole nei cieli di Magritte
Id: 57968 Data: 10/04/2020 18:33:23
*
in tempo piano
'in tempo piano'
..è del tempo piano
l'incedere dei ricordi
quando tutt'attorno
la mente
ricrea ciò che credevamo
dimenticato
..è allora che
recuperiamo
il tempo in cui
si era interrotta
la linearità
della vita
dove ogni cosa
trasfigura nella luce del creato
Id: 57264 Data: 08/03/2020 07:30:34
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nous
‘nous’
nascere rinascere venire alla luce comete ceneri abissi
ancorate sottigliezze stratificate bagliori di luce sull’acqua infiniti rimandi
cielo vuoto immateriale la parola poetica parte liquida
del senso
Id: 56705 Data: 12/02/2020 05:37:23
*
‘fra punto di partenza e divenire’
‘fra punto di partenza e divenire’
laddove l’esperienza notturna del pensiero svela l’indefinito albale della parola si leva vibrante il gesto della mano che veemente l’accompagna nel dire sì che il risuono di sillaba al pari di grido nel buio incute alla luce risveglio improvviso onde fra punto di partenza e divenire febbrile e ostinato s’accende di poetico afflato impercettibile ai sensi ineludibile
la verità dell’essere
Id: 56384 Data: 29/01/2020 05:16:46
*
in-Sé
in-Sé illusione della scena invisibilità dell’orchestra e oscurità della sala sdoppiamento necessario l’Io e il Sé unica esistenza possibile l’Altro antropico la mente materiale e l’effimero immateriale in dialogo costante (come da copione) per un precipuo concetto di finitudine
Id: 55937 Data: 31/12/2019 06:49:11
*
’della musica ... della poesia’
‘della musica … della poesia’ allorché nell’intimità del silenzio sento d’essermi distratto da tutto ciò che impedisce di conoscere la mia finitudine è allora che avendone ascoltato solo il suono nella parola sopraggiunge la musica a restituirne il senso che la poesia è dell’essere non della forma è del poeta il canto che al musicista incombe di trasformare in note è del sublime l’idillio che talora ne scaturisce ancor prima d’esser parola è nella solitudine del suono il prender forma della poesia l’oltre linguaggio che provoca il risveglio è della vocazione poetica l’indissolubile inquietudine che mi coglie allorché immerso nel silenzio giungono alla mente come parole vive d’una musica arcana le note inenarrabili che mi porto dentro di quali accordi quali melodie mi chiedo si racchiudono nell’intimità del silenzio quali amori quante assenze precluse ai sentimenti quand’anche il cuore chiede di continuare la sua folle corsa verso l’unità indivisa della musica e della poesia nell’ancestrale forma che le accomuna dell’impenetrabile evidenza che la bellezza negli occhi ha contemplato
Id: 55436 Data: 19/11/2019 01:18:06
*
’lampi’
'lampi' tempo sospeso oscillometro del ritrovato clangore vuoto di note pure per una danza arcana sospesa a tempo e luogo di libertà feconda movimento di corpi sul battito affannoso delle mani poi una pausa di silenzio in totale assenza di suono a ritrovare l'intima verità del sogno dei momenti più veri epica essenza di una vita sospesa
Id: 55299 Data: 09/11/2019 07:12:31
*
‘ritorno di pioggia’
‘ritorno di pioggia’ mai o forse sempre i colori dell’autunno m'hanno donato l’esperienza di un’emozione che persiste oltre i ricordi che mai l’indifferenza la tristezza che permane rende visibile al guardo il cuore che affoga nel sangue versato o forse sempre quando il ricordo svanisce l’emozione resta provata un giorno d’autunno spoglio dei colori per un ritorno di pioggia scevro del domani
Id: 55224 Data: 02/11/2019 16:05:54
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‘al liminare dell’essenza’
‘al liminare dell’essenza’
le ragioni di una scelta quale rimozione di un desiderio vacuo
la rivelazione di un ombra nell’assenza quale enfasi dell’oblio
né so per quanto tempo o quanto a lungo arriverà il momento
la dignitosa percezione in cui avrò dimenticato
Id: 55170 Data: 30/10/2019 08:07:34
*
di cuore (… a Tommaso Landolfi)
di cuore (… a Tommaso Landolfi)
quand’anche le foglie ingiallite e rosse di quest’autunno della vita ricoprissero la tomba dove giace il mio cuore …
certo non smetterei di scrivere della bellezza di questo vivere altero che mi riempie l’anima …
tanto da colmare pagine bianche di trasudo onde lasciare al vento d’asciugare languide l’inchiostro delle parole …
distillate lacrime d’ardore per questa vita che a morte rimena ancorché d’amore (di libri, di musica e poesia)
… è assai vissuta “Ecco perché i versi sembrano essere un vizio osceno una contraffazione del dire.” (*)
(*) in Mario Nicolao (“La stella sibillina” – Archinto 2019
Id: 54950 Data: 13/10/2019 06:01:49
*
’logos’
‘logos’ (ordine del chaos) orizzonte di riflessione principio invariabile soprasensibile infinito supremo inizio / mezzo fine di tutte le cose materiali e immateriali riferimento iniziatico prioritario dell’essere metafisico linea di demarcazione dell’intelletto non manifesto alpha e omega dello stato edenico primordiale visibile e invisibile celebrazione divina sovraesistente senso originario della ragione ‘verbum vero - ubertas a necessitate’
Id: 54869 Data: 03/10/2019 18:51:17
*
a futura bellezza
'a futura bellezza' ... delle Sirene il riscatto
lame d'acciaio l'onde mare d'inverno sferzano scoglio denudato di temuta esperienza
lamenta Prometeo Il destino infame che lo tormenta all’efferato Poseidone che più non ascolta
venti furiosi a forza levati ammutoliscono il pianto delle Sirene il riscatto
di giorni a venire nel tempo prolisso s'avvera del canto ritorno sublime invocante
giustizia divina obliterata agli occhi accecati di futura bellezza
mancata
Id: 54628 Data: 07/09/2019 05:32:16
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’fluf’ / ’pluf’
‘fluf’ (..spostamento dell’aria nel voltare pagina) soffio interstiziale d’avvio dall’inizio alla fine ossimoro legato al verso al senso poetico libero e/o arbitrario dell’immaginale ‘pluf’ (…caduta della goccia nello stagno) della memoria liquida che inzuppa di nero inchiostro la pagina bianca aperta sul diario della vita che del vivere ognor segna la sorte
Id: 54617 Data: 05/09/2019 21:49:51
*
’venti di mare’
‘venti di mare’ veleggiare di nubi portano dove tutto trasfigura in luce per una geografia dell'immaginario onde tumultuose dell’oceano cosmico che l’anima segreta proietta nei cieli paradisiaci dell’aldilà di questo glorioso mondo nostra terra celeste tanto esecrata quanto amata nel profondo
Id: 54470 Data: 20/08/2019 17:02:33
*
inside the frame / dentro la cornice
'inside the frame'
occurrence or apparition beginning of the carrying form creative of becoming of a transitory role
impulsive expansion of apparent identity evolutionary of the work of art germinal future
it forms or it shows up visible image of reversible relationship analogical and cathartic
of condition of the being suprasensible
‘dentro la cornice’
accadimento e/o apparizione inizio della forma portante creativa del divenire di un principio transitorio
espansione impulsiva dell’identità manifesta evolutiva dell’opera d’arte germinale futura
forma e/o figura immagine visibile di attinenza reversibile analogica e catartica
d'una condizione dell’essere soprasensibile
Id: 54447 Data: 18/08/2019 18:26:25
*
in-senso
'in-senso'
travisamenti livelli di senso effetti interpretativi sottratti al silenzio laddove il presente si fa introspezione canalizzazione di eventi dell'immaginario individuale come proposta
in-senso di ricezione catalizzatrice rovesciata etica sublimata attinente a livello concettuale del filosofico pensare qualcosa di più della tela di fondo dove abbiamo abbozzato sommariamente
la sinopia della nostra esistenza
Id: 54291 Data: 30/07/2019 16:30:33
*
‘linee di fuga’
‘linee di fuga’
..di trappole vuote impianto teoretico di sbaragliamento di una realtà ‘altra’ parallela
..di percorsi imprevedibili inseguimenti di conoscenza artata fonte di peculiarità
..di coscienze emergenti sostitutive di ideologie folli precostituite
..di linee che si allungano che s’intersecano e s’aggrovigliano a formare trame
..di esistenze in fuga opportunità di trasformazioni artate a dismisura
..di falsi protagonismi prolegomeni di miti dismessi di cui vorremmo riscrivere i copioni
..del nostro viaggiare interiore impetuoso il mare che lo circonda silenzioso il moto delle stelle
Id: 54225 Data: 21/07/2019 16:04:09
*
’..di felicità’
‘..di felicità’ lo sciabordio dell’onda costante suggerisce il verso al canto che nell’anima presto s’infonde e che la mano furtiva lesta trascrive sulla carta come di palpito improvviso all’emozione trasferisce l’attimo fuggevole al ricordo d'una emozione nuova immagine fulminea del tuo sorriso lo sguardo amorevole ...di felicità ricolmo
Id: 54044 Data: 06/07/2019 11:27:06
*
‘dias in luminis oras’
‘dias in luminis oras’ (Lucrezio: “De rerum natura”) viviamo ‘nelle divine regioni della luce’ avvolti dell'alone immanente delle cose create nell’imprevedibile ricchezza d’ogni dove nell’aria in cielo in mare mai soli dei segreti svelati della terra tesoro dei sensi dei colori dei profumi variopinti dei fiori l’essenze dei mari salsedini di rocce crostose alle rupi nei picchi montuosi sui piani sapienziali del desiderio in divenire della potenza di compiere il salto predestinazione dell’altro arbitrario del divino compiersi moriturus nostri
Id: 53932 Data: 27/06/2019 16:16:22
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‘trasposizioni’
‘trasposizioni’
come d’immagini capovolte proiezioni di un’esistenza artata dentro una cornice di cielo che ostenta limpidore trasparenza d’intenti la volontà tiene all’età che cede del corpo sostegno e fisicità come lascito eredità generazionale di ciò ch’è stato nella ragione del tempo come di storia che si ripete nei meandri di tutta una vita dentro se stessa nei lustri di quattro stagioni consequenziali l’una dentro l’altra in un tutt’uno come d’incontro che ritorna al mittente scritto su lettere bianche mai spedite mai ricevute la storia di un amore che non conosce mai fine come promenade di nuvole immobili fermate nelle tele
di Magritte
Id: 53829 Data: 16/06/2019 21:13:49
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‘illusione di un giorno’
‘illusione di un giorno’ erronea-mente prospettiva del tutto unico che non è parte del tutto miopia del desiderio attinenza eccesso di desiderio infinito ‘sentimento oceanico’ (Freud) di comunione col tutto esigenza dell’Io conflittualità insondabilità del perché insignificanza delle cose psiche e techne condizione di infelicità sospensione dove il confine minaccia di dissolversi contro ogni attestato dei sensi coscienti
Id: 53616 Data: 29/05/2019 15:41:21
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fragile / 4
‘fragile’ / 4
… come di unità profonda edulcorata quale opera d’arte consuntiva di senso concreta d’attività creativa
… come espressione di ciò che siamo molecole del cosmo espansivo sogno musica poesia del linguaggio significativo
… come risalire e discendere filosofia dei quanti costruire de-costruire l’entità dell’essenza per cui ex-sistere risale al divino ch’è in noi
la ritrovata concretezza dell’unicità
Id: 53589 Data: 27/05/2019 17:57:34
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’fragile’ / 3
‘fragile’ / 3 … come distinguere ex-sistere psicologico e soggettivo nella contemplazione della bellezza pura se esiste per chi esiste … come commozione esistenziale del tempo in cui non siamo mai stati metafisico spaziale e temporale in cui ci siamo ritrovati … come nostalgia dell’origine primordiale e assoluta uno fuori dell’altro uniti e dispersi nella materia di cui pur siamo fatti umana e androgina nostalgia di molteplicità disperse
Id: 53530 Data: 23/05/2019 06:23:46
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’fragile’ / 2
‘fragile’ / 2 … come sottile increspatura dell’alba fra le nuvole basse di lame d’acciaio e di vetro a infrangere specchio di brame ove indiscriminato s’affaccia il mio volto … deturpato dall’ombre della notte profilo sconnesso di sfinge l’età che nulla concede al plauso momento di quiete che vita concerne … alterità d’indicibile assenza senza principio né fine d’orizzonte distante che lieve s’adombra di lame d’acciaio e di vetro d'indefinito crinale profondo sotto l'increspatura dell’acqua
Id: 53417 Data: 14/05/2019 07:15:15
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‘rimembranze’
‘rimembranze’ qual musica! si rincorrono le note sul pentagramma delle parole a comporre il nostro dialogo costante il coscente afflato dell’amore in quei giorni di tarda estate come le onde nel respiro profondo del mare i ricordi di spuma sapore di sale i baci rubati alla riva silenziosi ritorni dei sospiri nel vento che agitano gli animi rimembranze di corpi distesi al sole le corse affannose sulla spiaggia le mani furtive alle carezze dei giorni felici il richiamo della coscienza l’orgoglio nel reciproco orgasmo la prossima estate è ancora qui che aspetta le nostre invisibili presenze i nostri baci di sale bruciati dal sole
Id: 53365 Data: 10/05/2019 05:43:06
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’emanazioni’
‘emanazioni' solitaria chiamata effonde del mistero cosmico manifestazione di nascita ‘verbo’ si propaga in forma d’uomo polvere fatta corpo anima di luce plasmata nel buio s’accende scintilla d’intelletto procreata da istantanee illuminazioni ‘senso’ di creativo intento subliminale di percezione ‘soglia’ livello e discernimento dell’inconscio astratto coscienza indeterminata dell’essere imperscrutabile esoterico
Id: 53179 Data: 25/04/2019 12:24:32
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’fragile’
‘fragile’ / 1 … come scriminatura di vento che repentino cambia a sferzare le cime che modella di montagne il canto … di vele che il mare rigonfia e sospinge dell’orizzonte la linea più in là oltre il confine … fragilità del mondo afflato rigeneratore che dà vita ànemos di volontà superna che toglie infine senza ragione
Id: 53079 Data: 17/04/2019 06:30:43
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Pasqua
Crucifiggi
a te . . . che ancora uccidi per trenta o poco più denari . . . che ancora gridi le verità nascoste che non sai . . . che ancora sputi la menzogna oscena dei bari . . . riposa le spoglie tue mortali oggi è un giorno di pace . . . che Cristo risorgerà per una Pasqua ancora . . . se lo vorrai.
Pasqua...
è tempo che i falchi riposino che tornino a volare le colombe della pace e s’intreccino palme ...come preghiere.
da La stanza dei giochi impossibili - (1980 - 2000) - raccolta inedita
Id: 52993 Data: 10/04/2019 06:50:02
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Mantra - OM
‘OM’
M - utazione A - ntropica N - aturale T - rasformazione R - igenerativa A - strale
A - lterazione R - igenerazione T - ransustanziale N - emesi A - ncestrale M - antra
M - utazione A - ntropica N - aturale T - rasformazione R - igenerativa A - strale
A - lterazione R - igenerazione T - ransustanziale N - emesi A - ncestrale M - antra
.. ripete
Id: 52980 Data: 09/04/2019 05:27:42
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flamen / soffio
‘flamen / soffio’
lieve di vento propizio modulazione di suono di strumento / a fiato
silente di fiato in fiato a rinverdire sacerdozio di spirito / elevato
esuberanza di vento prosperità nel dono dignità dell’essere /
sovrumano afflato
Id: 52876 Data: 01/04/2019 05:57:35
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‘evocazioni’
‘evocazioni’ degli spiriti ancestrali che la natura custodisce nel seno latteo della madre terra orché gelosa del segreto passare del tempo s’acquieti rimembranze d'arcana memoria significazione temporale d’un ricordo sfuggito ad ardua corsa impellenza di un vivere minaccioso soddisfacimento d’un desiderio come promessa rimossa obliterata alla nascita per elargizione d’un giuramento ingannevole d’espiazione
Id: 52767 Data: 24/03/2019 11:38:36
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‘canto corale’ (..a Edvard Munch)
‘canto corale’ (..a Edvard Munch) ‘prélude’ una goccia d’acqua limpida e un’altra pura un’altra ancora ed è pioggia ‘choral n.1’ cento mille gocce a formare un coro come di voci assunte nel silenzio che implora ‘reversing’ una voce cristallina unita a un’altra che sopraggiunta si unisce nel canto ‘choral n.2’ cento mille voci levate nel pianto a formare una sola voce all’unisono ‘prélude’ sì che nel gemito esplode il rombo del tuono il grido che si leva sul mondo d'una pace preclusa
Id: 52651 Data: 16/03/2019 06:39:23
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‘congiungimenti’
‘congiungimenti’
rischiara dietro le quinte oscure della notte per un eccesso di profondità la luce che non è ancora fatto giorno a dare un senso ai desideri dismessi che riaffiorano al primo levarsi di ciglia che s’attarda sull’apice parabolico del tempo per un consenso all’eternità che il mistero profana
spalanca il colore che muta il cielo cangiante d’ogni pensiero che a un’andare fuggevole delle nuvole all’orizzonte sospinge l’audacia del vento il richiamo tumultuoso degli zoccoli di cavalli che scalpitano al suono di tamburi lontani percossi nel vortice della danza arcana
ineluttabile il fato che si svela nello sguardo che incredulo ravvisa l’inesorabilità nell’intento proponimento di un qualche congiungimento fra ciò che non è mai stato e ciò che non ha luogo ancora per una imperfezione del creato
in assenza del volere di Dio
Id: 52507 Data: 05/03/2019 07:56:06
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‘abbandono’
‘abbandono’ ..c’è un gran silenzio in cui le nuvole basse abbandonate dai venti stendono chiazze di bucato appena asciugato vuoti improvvisi di cielo nel contrasto meridiano avallano impossibili voli di gabbiani smarriti sulla linea dell’orizzonte vago similitudini di un abbandono riflesso surreale d’involontario moto come discorsi infranti nutriti in un no-luogo né tempo né riflessione senza ragione alcuna solo silenzio di nuvole di oceano sconfinato su cui s'avventurano cicloni che muti avanzano nel tumulto e nel mistero d’una esistenza smarrita
Id: 52409 Data: 26/02/2019 17:51:47
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‘mare d’inverno’
‘mare d’inverno’ (in forma di haiku) rigurgito fluttuante le onde del mare alludono a masse d’acqua turbolente spostamento continuo a riempire vuoto interiore in superficie incombente immobile ciò che rimane sul fondo nel silenzio di quiete come mutismo percepito di verbo indicibile il senso profondo s’increspa il mare d’inverno di flutti salmastri negli occhi di sale muto di grida trasparenza del nulla intimo sentire intraducibile in parole d’una quietudine rafferma stanziale di fango onde trovare il silenzio fermato nel tempo come di istante senza nome senza parole alcune ove raccogliere il respiro dacché finanche la morte sublimata s'arresta sul fondo dalla morte sconfitta
Id: 52222 Data: 11/02/2019 16:16:13
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pari intervallo
‘pari intervallo’
sulla musica di Arvo Pärt ‘Pari Intervallo’ per piano a quattro-mani eseguita da HOCKET Ensemble - Sarah Gibson e Thomas Kotcheff.
..come di linfa limpida e pura trasuda adagiata alla foglia che inerte l’accoglie in forma di rugiada la notte al risveglio del mattino silente di vita che avanza
..come di neve si posa pacata sull’erba dei prati distesi che attendono di quiete sperata la pace il solitario abbraccio che amore richiama
..come d’abbaglio in sogno ritorna in sequenza di ‘pari intervallo’ meravigliata bellezza vagheggiamento di remota speranza che allieta
..come d’incontro sublime assoluto di desiderio estremo che incombe quale rifugio infine nelle amorevoli braccia genitoriale dell’Eterno
..come
'pari intervallo' on the music of Arvo Pärt 'Pari Intervallo' for four-hands piano performed by HOCKET Ensemble - Sarah Gibson and Thomas Kotcheff.
.. as of clear and pure sap exudes abandoned to the leaf that inactive it welcomes it in dewy form the night to the awakening of the silent morning of life that advances .. as of snow is placed peaceful on the grass of the extended lawns that await of hoped quiet the peace the solitary embrace what love recalls
.. as of glare in dream returns in sequence of 'pari intervallo' amazed beauty vagueness of remote hope that gladdens
.. as sublime meeting absolute of extreme desire that looms which shelter finally in the loving arms parental authority of the Eternal
.. as
Id: 52166 Data: 08/02/2019 02:05:13
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senza cornice
‘senza cornice’
paradosso sostanziale dell'ignoto essere o esistere mera illusione o forse tramite consapevole …
come l'eroico Prometeo di non sottrarsi al proprio limite preoccupato della morte mentre è ancora in vita …
paura di vivere percezione e terrore d’essere nel mondo sensazione vaga incapacità di fuggire nel nulla …
intraprendenza e presenza contrapposizione d’idee obsolete e concezioni utopiche …
il migliore dei ‘mondi’ possibili s’addensa nella concentrazione antropica del sé …
opposizione ‘to be or not to be’ essere qui o non esserci vivere non vivere sopravvivere (?) forse …
allora l’esser-ci è come morire ogni attimo di vita significa consapevolezza di morire …
la parola mancante o forse il verbo sta nell’immortalità …
che non ci è data
Id: 51915 Data: 19/01/2019 09:45:36
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‘per note solo’
‘per note solo’ (*)
- do come do-lore …
un ostacolo un disturbo della mente dentro il tempo che scorre fuori della realtà che definisce un disagio la fatica di vivere di dare e di ricevere senso
“la dimensione individuale acquista il suo significato umano quando contiene la risposta a un bisogno dell’altro”
- re come re-spiro …
relazionare e relazionarsi lo sforzo di interagire avvertendo nei propri bisogni il bisogno primario di cercare nell’altro l’altro che è in sé o diverso da sé comprendere
“credo sia possibile costruire una comunità in cui ciascuno possa considerare l’esistenza un’esperienza straordinaria”
- mi come mi-stero …
scisione del tempo della realtà in no-tempo presenza / assenza sostanziale fondamento indicibile di un mondo ‘altro’ diverso dentro e fuori da sé in sé
“testimone della fatica di vivere avvinto soprattutto dal dolore, dal dolore della mente”
- fa come fa-scino …
fascino dell’uomo senza aggettivi ciò che definisce una realtà un oggetto che rimanda a una dimensione concreta nello sforzo quotidiano di adeguarsi al mondo in cui si trova a vivere e che riguarda il corpo la mente
“non sono un scrittore che parla dei propri voli fantastici e, ma un uomo che vive tra gli uomini”
- sol come sol-itudine …
snaturamento della condizione umana biologicamente portata verso l’altro ‘nessun uomo è un’isola’ (Thomas Merton) nel senso che ogni uomo non è solo nella necessità quotidiana di affrontare la paura di esistere ciò che rende il bisogno dell’altro imperativo
“una relazione trasforma la vita […] partendo da un sorriro, da un gesto d’aiuto, dalla consolazione e dalla speranza, e allora si sente di appartenere al mondo, a un suo frammento”
- la come la-bile …
come percepire nel buio una luce che sia pure tremula che diventa essenziale frammento in cui credere e officiare una propria ‘religione’ che per capire un uomo bisogna essere un uomo nel suo divenire ‘persona’ consapevolezza
“l’uomo in quanto tale, possiede un’identità unitaria e complessa, impossibile da semplificare o dividere, perché ciò significherebbe la perdita delle caratteristiche fisiche e mentali che la identificano”
- si come si-stema …
ineccepibile di un comportamento acquisito (non naturale) che pur coinvolge l’uomo e il suo destino nelle sue funzioni sistematiche nella sua grandezza e nella sua miserabile miseria ‘capace di creare e distruggere ciò che ha creato’ (?) l’attività più elevata della specie capacità di comporre e scomporre l’arte come primaria categoria della bellezza …
dimentico talvolta di averla ricevuta in dono
“Una civiltà imperfetta, che ha al proprio interno la cognizione di ciò che è necessario perseguire per essere meno imperfetta, potendo guardare all’ipotesi di un mondo umano” … per la gioia di vivere.
Note: *) Liberamente ispirato al “I segreti della mente” di Vittorino Andreoli – ristampa RCS 2018. I virgolettati sono di Vittorino Andreoli, psichiatra di fama internazionale, studioso del cervello e del comportamento umano.Direttore del Dipartimento di Psichiatria di Verona –Soave, membro della New York Academy of Sciences. Autore di importanti pubblicazioni scientifiche, affianca da anni un’intensa e seguitissima attività divulgativa.
Id: 51771 Data: 07/01/2019 10:05:20
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’germinale’
(Liberamente ispirato a ‘Nudità’ il capolavoro proposto da RAI5 per RomaEuropa 2018, un incontro ad altissimo livello artistico tra due maestri della performativa internazionale: Virgilio Sieni ‘danzatore’; Mimmo Cuticchio ‘puparo’ dell’Opera dei Pupi, sulla musica ‘meditata’ di Angelo Badalamenti). 'germinale' di due anime dentro e fuori l’oscurità della scena l’attore/danzatore e pupo/puparo a confronto sulla natura del gesto dialogante e la danza recuperata al suo concepimento in dialogo costante incontro/scontro tra l'uomo e l'eroe tra la nudità del pupo e la vestizione dell’essere l'uno di fronte all'altro l'uno dall'altro divisi apologia del movimento nel riscatto della carne messa a nudo lì dove in sequenza il pupo defraudato dei propri orpelli torna ad essere l’uomo e viceversa il puparo (colui che lo restituisce alla vita) dacché dal buio risorto si ridesta l’attore che è in sé germinale d’una nuova presenza dentro e fuori l’oscurità della scena ove s’interseca l’unica esistenza possibile nell’eroico a-solo per voce di entrambi
Id: 51658 Data: 26/12/2018 06:35:14
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qui / dopo - here / after
'qui / dopo' - 'here / after'
‘qui’ uno sguardo all’oggi il privilegio d’esserci in mezzo alla folla irridente orchestrazione selvaggia del fuggire da sé
argomentazione sociale manifesta concettuale nevrosi da paura trasformazione del presente paradossalmente teorizzato
fusione d’insieme prendere / perdere il controllo appartarsi nei propri spazi di solitudine abbracciare il vuoto agorafobia irrazionale
‘dopo’ graffi sulla tela protagonisti del domani non scritto eccellenze di creatività da moto a luogo e viceversa
e ritrovarsi nel tempo piano l’oggi il domani e dopo oltre paure e fobie trasformate in rilevanza umana
aprire uno spazio nuovo che fuso in insieme conduce a vivere uniti stretti nella fisicità del tempo impatto emotivo narrativo
per un contributo alla creazione
Id: 51549 Data: 13/12/2018 07:23:55
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‘here / after’
‘here / after’
‘here’
a look to today the privilege of being there in the midst of the mocking crowd a wild orchestration to escape from oneself
social argumentation manifested conceptual fearful neuroses transformation of the present paradoxically theorized
combination take / lose control settle in their own spaces of solitude embrace the void irrational agoraphobia
‘after’
scratch on the canvas protagonists of tomorrow unwritten excellences of creativity from motion to place the other way around
and meet again in the plan time today, tomorrow and after beyond fears and phobias transformed in human relevance
open a new space that fused together leads to live together tight in the physicality of time emotional impact narrative
for a contribution to creation
Id: 51521 Data: 10/12/2018 06:09:47
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‘il mancato silenzio della neve’
‘il mancato silenzio della neve’ nevicherà, o forse no / inebriato dal respiro breve dell’istante s’apre a sprazzi il cielo / intrappolate nel lampo di un’esperienza nel mezzo le nuvole / si buttano a capofitto nella stregua … incombenti / una lenta processione che giunge a nascondere una definita oscurità / nella luminosità del giorno / che la metafora del viaggio / pur s’attenua nella volontà inespressa … o forse della notte / tra la memoria e il tempo della storia non so dire, o forse sì / di un sogno che vince la realtà di ciò che sò, che provo e che / un’allegoria di me o forse di un luogo … d’essermi presente infine / nell’odissea dei giorni / vagabondo immerso nel fitto buio / inafferrabile e lontano di un'alba mai stata / come di primavera mai sbocciata … in cui cieco abbandono / fra gli interstizi d’una stagione che avanza / una dopo l’altra / che mai risponde all'imperativo d’una logora inquietudine / che pur manca di un gesto estremo … oltre l’apparenza il vuoto / di un passato altrove dimenticato / quasi a cancellare memoria / senza interprete sicuro / racconto di una vita / provata nelle proprie membra … come di teatro senza palcoscenico / senza quinte / d’una percezione esclusa di volute barocche / marmoree / necessità interiore d'una qualche ragione velata / e abbatterle una ad una / fino a scoprirne l’identità obsoleta … onde restituire all’azzurro / la pienezza di un cielo rubato potenziale e latente / sfuggente e precario di versi / per una poesia della vita che sfugge / un verso dopo l’altro … dacché il passo rende / precario il cammino del viaggiatore / labile la scia dello smarrirsi / decostruzione senza ricostruzione contro la pagina bianca / su cui ha smesso di lottare / oltre il mancato silenzio della neve ... . . . nevicherà, o forse no, chissà?
Id: 51247 Data: 12/11/2018 16:40:55
*
Sur leau - poème symphonique
'Sur l'eau' - poème symphonique
- no tempo
à l'intérieur de la lumière et au-delà nouvel Icare jamais éteint jamais né sans vie l'empreinte du père feuilles au lendemain de l'aube
les ailes dissoutes en larmes de cire automne dans la mer champagne vague en forme des îles ensoleillées
falaises émergentes des eaux cristal clair ils s'épaississent dans beaucoup de liquides hélicoïdal à la fin du tourbillon
où déjà Dédale poser sans revenir en arrière avant même de briller du jour perdu dans le vagues de la mare profond
aller à la prière la voix des sirènes collectées sur la pierre de lave brûlé par ardeur consommée sur la ligne arquée de l'horizon submergé
- adagio
à l'intérieur du mystère de temps la fléchette a éclaté de l'amour ça fait mal au cœur d'Icare grand le désir de l'extase divine
cette euphorie du vol se transformer en pleurs le cri sauvage du sublime oiseau bien sûr la mort sinistré
les nuages s'épaississent retiré du soleil au coucher du soleil saupoudré d'ombres les stagnations du lotus et des nénuphars d'or
à l'opale le visage d'Icare s'éteint en fluorescence mortel dans douloureux fondu d'un père
de plumes et de frondes des arbres somptueux bienvenue la pluie des larmes quelles chutes instantanées en pur enchantement d'un Éden terrestre trouvé
- largo / cantabile
ils appartiennent au ciel les nuages donc les vagues à la mer seulement la terre payé a l'homme s'utilise aura éternel
il accable et trompe le grondement du tonnerre qui provient du ciel clair en fragilité constante oui, orchestrations bruyantes où la nuit est perdue au plus fort de la journée du temps édénique perdu
et ce réveil soudain que le rêve n'annule pas retourner à être ce qui n'a peut-être jamais été qui dépasse chaque éventualité se lever de la même manière qui est valorisé de l'épiphanie
quand la transparence de l'air utilise de la possibilité que même s'il y a des données d'un arbitrage hors du pentagramme celui de la création retourne à la mélodie de fond
que le vent cosmique ça bouge en silence des nuages dans la chanson des sirènes et des marées qui enveloppe et durcit et qui renouvelle constamment le mouvement des sphères
- andante
Je me demande si le frisson de beauté c'est en nous peut un jour trace ancestral beauté édénique du monde
si cela Symbolique 'humain' naturel ce que nous sommes viendra comprendre l'essence de création qui tourne autour de nous
si cela vit ensemble à l'intérieur de nous en dehors de nous saura saisir dans le futur la vérité de la raison c'est aussi en chacun de nous
si perdu avec le temps nous apporterons avec nous ce que nous aurons mûri des émotions des sentiments et de la poésie de cette vie
et si réconcilié avec tout nous trouverons le chemin balisé de notre existence et pourquoi de la philosophie d'où la mort par exemple
- allegro moderato
une goutte de bleu (encre) et c'est tout de suite la mer - c'est comme ça reflets de l'eau croissante mouvements narratifs - mémoire silence d'interruption reprise du motif de chant
espaces pour écouter - chanson d'élargir la liberté réminiscences et réveils - cherche-les qui sont en expansion pour une réflexion éternité
quelle est cette existence (?) si la chanson ce n'est pas chœur si le chœur unanime ça ne devient pas une symphonie de cet amour qui fait aussi l'éloge à la vie
c'est alors que le 'corps émotionnel' il est teinté d'une agitation opaque continu de soi mutable différée
signe clair d'une condition stable d'une sensibilité peu commun des voix comme des hiéroglyphes d'une langue extensible à l'infini
- solo
un soulèvement de boucliers pour un 'corps à corps' contre un ennemi invisible qui utilise des épées et des lances tranchantes dans la 'guerre constante' non défini sans se rendre
et donne le vent le souffle nécessaire au son la vie sur les cordes la résonance vibratile de lumière aux percussions le rythme de danse de l'éternité qui palpite
l'indulgence est en hausse au gagnant peut-être oui peut-être pas pour une remise de fautes détournées jusqu'au dernier jugement impitoyable et violent contre lui-même
vagues au passage de temps la chaleur brûlante est éteint les désirs instinctifs l’ivresse de la vanité de la jeunesse l'avidité du pouvoir le désir fou de son propre 'corps de guerre'
réorganiser tout au bord de la crête le nécessaire 'Tranquillité d'esprit' d'une 'guerre à perdre' qui ne sait pas égal
- barcarolle
le guerrier repose couché sur le lit de bataille épuisé gagné au gagnant il gémit à ses côtés blessés ennemi affamé fraudé au fond de semences illégitimes
comme un souffle il l'attrape le souffle du vent qui vient d'annuler les mythes et les rituels d'un existence c'est difficile à reconnaître son
laissez-le en tirer il demande que l'âme le moque ça déchire aux préoccupations arraché des racines collé dans la terre nue l'accueille
et il manque son souffle les vagues le bruit de la mer et soudain il voudrait crier contre l'abysse alors que la voix est perdue en l’air
c'est en accueillant le souffle profond du monde que nous trouverons l'inspiration faux de 'temps' qu'un jour il a poussé êtres ailés que nous étions à la recherche de demain
- berceuse
et nous sommes des nuages baroque dessins d'un symbolisme profane si près du ciel comme des corps en lutte des héros qui enveloppent dans la prise
quand la terre élevé dans les airs dispersa formes objectives des masses rougie de la fureur mistral du vent
averses d'eau cette croix l'espace sidéral sans bornes comme de l'orthographe élargie qui se propage inscrit dans l'arc de temps
alors ce sera l'étreinte de l'éternel pour accueillir au printemps des jours ce que nous avons été myriade de poussière de plomb et d'or que dans la 'vie' terrestre il a couvert les casques et les armes des héros
nous des fils d'Icare signe tangible de la 'concaténation du destin' essentiellement constant l'ancien et le nouveau le passé et le présent d'une faute qui va banni pour toujours
- romance
nous ne sommes que des anges déchus et leva les yeux montrer dans les yeux vivants de larmes toute l'horreur de l’hybride divin au-dessus de ce monde tourmenté
alors nous nous tournons vers Dieu à cause du destin qui c'incombe qui nous voit obligé forcé de racheter une humble prière qu'il soit restauré 'l'ordre éthique du monde'
comme vos enfants en vertu de la vie nue que vous nous avez donné saisir l'essence de l'intellect faible que pendant un moment il croyait qu'il possédait l'ombre de l'absolu tout
- notturno
quand le ciel tombe nous serons poussière d'étoiles noires enfants parasites d'une apocalypse annoncée atomes perdus les voix dans le grondement du tonnerre qui éclate dans l'univers incompréhensible
que j'ai pris dans le viseur de flèches puissantes au coucher du soleil esquissées des anges perdus et seuls sur la crête du temps dans la fosse nous allons faire des fouilles
nous voudrons fumer aspiré dans le vortex noir des silences cosmiques nous des héros mythiques d'une galaxie maintenant éteinte dans la gloire perdue peut-être pour toujours
- la mer
profondément à l'intérieur d'une errance audacieuse Dédale solitaire à cheval sur un tourbillon marin recherches d'Icare son corps aimé dans l'abîme infini cela aveugle
de son fils ailé perdu Dédale est désespéré trouver les restes dans les îles d'or sur les falaises hautaines des forêts vertes des arômes collectés
de la vérité obliterée chercher des chansons des sirènes inquiétantes dans les légendes dans les mythes dans les actes des héros des nombreux guerriers resté inconnu
son des flux phrasé d'onde marée haute horizon mélanger de rythmes différents dans l'agitation de l'eau profond
- solo
écho sonore des marées que du passé retour de calme apprivoiser le rivage orchestrations étourdissant comme des formes silencieuses eau
implacabilité inopportune les vagues qui s'énerve au bord d'une saison plate quelle poésie du temps linéaire atteint le sommet de la fin des plages désolées de 'marée basse'
du vide quintessence du néant des anges le désir presque une masse pour le moment présent commencé à la dérive inexprimable
eau conteneur profond des flux impétueux de passions accablantes ne payez jamais glisse déversements des courants abyssaux
sorties difficile des passages lourds la levée des vagues puissant régurgitation de sel de mousse comment raccourcir la vie - no tempo
des ailes qui traversent le ciel redessiner le fil horizon donner de la continuité au sublime inconnu et imaginez un 'autre monde' au bord du ciel échapper à où (?)
progrès imparable du temps de calme apprivoiser le rivage où dans l'obscurité il remplace un paisible espoir de lumière d'un moment suspendu harmonie
étourdissant orchestrations quelles formes silencieuses de la mer comme une extension de l'arc du jour dans la nuit au-delà des apparences pour un manque total de sens
qui s'estompe la vérité cachée l'absence violée déchiré à l'ombre des roches caduques entouré par l'eau former autour tourbillons
comme des labyrinthes d'une expérience silencieuse de l'épiphanie rendue du corps sans ailes qu'Icare mourant accueille à la lueur de la lumière
là où l'invisible est vu il est créé l'incréé '(Cusanus)
Id: 51151 Data: 05/11/2018 08:20:22
*
’fractus’
‘fractus’ si smemora la mente nei ricordi viaggiare di passate nuvole ritorno di avvolgenti mareggiate ore assolate di voglie inespresse fuga in avanti di concettuose realizzazioni frattali di una vita dismessa obliterata
Id: 50963 Data: 21/10/2018 08:44:41
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Una donna, una voce ... Montserrat Caballe
MONTSERRAT CABALLE … UNA DONNA, UNA VOCE
‘Piangete voi? … il mio candido ammanto / il crin m'ornate del mio serto di rose...’. Al dolce guidami / castel natio, / ai verdi platani, al quieto rio, / che i nostri mormora / sospiri ancor. Colà, dimentico / de' corsi affanni, un giorno rendimi / de' miei primi anni, / un giorno solo del nostro amor. (*)
.. se mai voce di donna abbia suggerito all’anima l’intimo sussulto del canto che in preghiera si leva di furtive tensioni trepidante
..se mai al sol udire sì leggero afflato di grazia eccelsa all’eco risponde eco sì che l’empireo cielo raggiunge
..se mai i ‘pianissimo’ stendessero un velo al solitario cuore i ‘fortissimo’ sarebbero strappi rapiti all’amore
..e se mai il senso vago d’una indefinibile ispirazione fluttui ancor nell’aere altresì è l’enfasi naturale che all’emozione guida e s’arresta
il canto
‘Giusto ciel, in tal periglio / più consiglio, più speranza / non ci avanza, / che piangendo, che gemendo / implorar la tua pietà’. (**)
Note: (*) Anna Bolena (prima 1830) Lirica: Felice Romani Musica: Gaetano Donizetti
(**) L’assedio di Corinto (prima 1826) Lirica: Luigi Balocchi e Alexandre Soumet Musica: Gioacchino Rossini
Id: 50871 Data: 12/10/2018 17:46:26
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interstiziale
'interstiziale'
sogno d’argilla la terra compone
s’imbeve la nuvola di pioggia
interstiziale l’assenza di parole
pianissimo sibila il vento sottovoce
in ipotetico futuro sospinto cerco una via di fuga
che non c’è
Id: 50835 Data: 10/10/2018 15:40:47
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alta marea / bassa marea
‘alta marea’
sonorità di flussi fraseggio d’onde
orizzonte mescolanza di ritmi diversi
maree agitarsi d’acque profonde
eco che dal passato ritorna
inopportuna implacabilità dell’onde che s’agitano
alla riva
‘bassa marea’
poesia d’onde nel tempo lineare piano
stagione giunta ormai all’apice
spiagge solitarie desolate
vuoto quintessenza del nulla
messa per il tempo presente
alla deriva
Id: 50623 Data: 18/09/2018 22:10:48
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’solitudini’
‘solitudini’ quasi che l’espansione dell’anima avalli dentro il silenzio similitudine d’assenza o forse di presa coscienza del corpo trasudo d’effimere presenze come di statue di carne vive da montare/smontare testa braccia corpi gambe senza fili per un teatro della fine in assenza di applausi né di compianti
Id: 50392 Data: 04/09/2018 02:36:09
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Por Amor / Per Amore
Por amor … (letra)
Deja que yo sea aquél el que secretamente deseas qué el deseo es audaz más que la fuerza del amor … deja que el mistral viento fugaz de acuerdos se encienda de repentina luz qué toda la Pampa se inflama de pasión … deja que yo sea el momento qué en la oscuridad de este milonga descubra tu cuerpo apretado al mío en este tango sin ya razón … dejados ir una vez todavía en esta mordaza ardiente qué el placer captura en el retortijón infinito de nuestros cuerpos … deja que este corazón viva prisionero de tu adverso amor contra cada tuya repuesta intención … dejados violar en la pureza de cada tu pensamiento de un actuar furtivo brutal casi qué me mata … deja que persiga el tiempo qué yo pregunte a ello de parar cada cosa al sol de quemar todo de lo que nos gira alrededor … deja envolverme tu cuerpo ch'io viola tus rescisiones ocultas qué estas mis manos queman mía misma gana … como el verano de una vez sola quema todas las otras estaciones tu cuerpo tu cara dentro de mis ojos ciegos de una pasión oscura.
Per amore … (tango)
Lascia che sia io quello che segretamente brami che il desiderio è audace più della forza dell'amore … lascia che il maestrale vento fuggevole di accordi s'accenda d'improvvisa luce che l’intera Pampa s’infiammi di passione … lascia ch’io sia il momento che nell'oscurità di questa milonga scopra il tuo corpo avvinto al mio in questo tango senza ormai ragione … lasciati andare una volta ancora in questa morsa ardente che il piacere cattura nello spasimo infinito dei nostri corpi … lascia che questo cuore viva prigioniero dell’avverso amore contro ogni riposta intenzione … lasciati violare nella purezza d'ogni tuo pensiero d'un agire furtivo brutale quasi che mi uccide … lascia che rincorra il tempo che io chieda ad esso di fermare ogni cosa al sole di bruciare tutto di ciò che c’è d’intorno … lasciami avvolgere il tuo corpo ch'io violi i tuoi recessi segreti che queste mie mani bruciano della mia stessa voglia … come l'estate in una volta sola brucia tutte l'altre stagioni il tuo corpo il tuo viso dentro i miei occhi ciechi d'una passione oscura.
Id: 49922 Data: 30/07/2018 18:53:44
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’forme silenti dell’acqua’
‘forme silenti dell’acqua’ dell’acqua contenitore profondo di flussi impetuosi d’irruenti passioni mai paghe scorrimenti fuoriuscite di correnti abissali deflussi ardui di passaggi gravosi sollevazione d’onde possenti rigurgiti di sale di spume come abbrevi di vita di calme addomesticate alla riva fragorose d’orchestrazioni quali forme silenti del mare (da - l'arcana memoria dell'acqua - silloge inedita)
Id: 49730 Data: 16/07/2018 04:49:12
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’in limine’
‘in limine’ con quali occhi guardiamo al limite del cielo i mondi che s’aprono davanti a noi gravidi di un passato senza avallo concepito in amplessi furtivi per un misero aborto d’idee appassite ancor prima d’esser fiorita in noi la speranza di un futuro sagace con qual purezza accedere se scomparso è l’amore che pur ci è dato contemplare di qua dall’orizzonte che alla vita conpete che scendere nell’immensa voragine del profondo nell’incerto mondo che ci accoglie furtivi con qual sentire se l’armonia del cosmo sfugge alle nostre orecchie che frastornate dal chiasso fanno di ferri battuti le dispute eccessive gli scismi e gli squarci abbacinati delle guerre che ‘bizantini’ siamo sopravvissuti o ancorché scomparsi di quali accordi s’annota il futuro aspro che sulla soglia s'apre a noi davanti instancabili cercatori d'oro e di perle di muse e d'eroi di meraviglie già viste consumate fino allo stremo immagini che hanno ighiottito finanche le parole fermate sul liminare del tempo
Id: 49298 Data: 14/06/2018 07:52:48
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rimandi
‘rimandi’
sillabe di un silenzio assordante onomatopeiche come nenie di prefiche voci dell’indicibile connesso rimandi di un’ansietà pacata sommessa
sul pentagramma di un finire estremo
Id: 48930 Data: 19/05/2018 06:32:16
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sembianze
‘sembianze’(*)
immagini velate tra opacità e luce nel fitto d’una notte eterna sospesa come il mondo a Prometeo incatenati nel sonno dell’attesa d’una possibile visione che pur avvolge il tutto
sembianze il peso d’una vita che ci lega l’uno all’altra nella memoria di luce sottratta alla fucina di Efesto che in fine acceca come d’ombra l’immagine in chiaroscuro
velatura di memorie passate di canti e orazioni appartenute a reminiscenze mitiche arcane d’una volonta scemata nell’oscurità del nulla nell’attesa della fine . . .
dacché si leverà la notte senza mattino
(*) a Flavio Ermini autore di ‘Della fine’ – Formebrevi Edizioni 2016
Id: 48749 Data: 06/05/2018 12:37:56
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ali sullacqua / wings over water
'ali sull'acqua' / 'wings over water' .. ho veduto ali attraversare il mare ridisegnare il filo dell'orizzonte e dare continuità a un mondo a me sconosciuto che pure ammiro ..ho ascoltato lo spostarsi silenzioso dell'aria al suo passaggio come di un soffio che mi sfiorava la nuca che m'accarezzava il viso ..ho immaginato un mondo al limite del cielo che un airone bianco illuminava l'inarrestabile procedere del tempo d'una momentanea sospesa armonia ..ho creduto a un possibile prolungamento dell'arco del giorno fin dentro la notte dove all'oscurità s'andava sostituendo una pacata speranza di luce
wings over water .. I have seen wings to cross the sea to redraw the thread of the horizon and give continuity to a world stranger to me that I also admire .. I have felt the move themselves silent of the air to his passage as of a puff that the nape grazed me what the face caressed me .. I have imagined a world to the limit of the sky what a white heron illuminated the unstoppable one to proceed some time of a momentary suspended harmony .. I have believed in a possible prolongation of the arc of the day until inside the night where to the obscurity he went replacing a peaceful hope of light
Id: 48362 Data: 08/04/2018 10:54:26
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nella luce del tempo
‘nella luce del tempo’ ..dentro il mistero della vita nato e rinato un’infinità di volte senza coscienza del trascorso d’intraprendere mai stanco nuove strade nel segno dell’avventura d’ogni giorno ciò che mi suggeriva di spingermi alla ricerca di continenti visti forse ignorati sempre
luoghi e paesi diversi luminosi e oscuri mai dove risorgere e rigenerarmi felice infelice d’elemosinare l’acqua al cielo nutrirmi di radici trovare linfa e forza nella madre terra la cui natura forse ho calpestata violata mai genti diverse volti conosciuti mai e sempre
con gli stessi fardelli portati sulla testa con dignità dentro il peso degli anni sulle spalle stanche di un vivere conteso a un destino benevolo solo talvolta iroso crudele solo un modo di dire l’afflato della vita che scorre a oltranza è un fiume mai nato
mai morto
Id: 48149 Data: 25/03/2018 18:58:07
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’debussiana’ études et réveries
'debussiana' ... études et réveries estampes et images nocturnes dans la mer riflessi della sera sull'acqua delle foglie ingiallite d'autunno preludés d'une melancolie che s'appresta ad arrivare che risuona nel gocciolare d'una fontana come musica leggera che si perde in lontananza nella sera esiti del crepuscolo sull'andante per pianoforte d'une réveries che sconfina nell'oltre images che lasciano allo stillicidio del tempo le parole per un a-solo di mani che scorrono veloci sulla tastiera formidables études et nocturnes dans la mer
Id: 47595 Data: 01/03/2018 03:29:35
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’relitti’
'relitti' .. di ciò che non è per sempre come l'amore sovrasta ogni altro sentimento che vivere è costruire una nave alla deriva vararla per un viaggio che sarà il primo e l'ultimo .. .. dell'inconsapevole avidità della vita la preziosa illusione dell'immortalità tessitura di un senso smarrito partecipe dell'amaro destino delle illusioni .. .. dei sogni che sanno essere crudeli nella delusione che infliggono a quanti hanno la sventura di svegliarsi in questo travaso d'inverno .. relitti di questa logora modernità
Id: 47416 Data: 21/02/2018 07:10:51
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d’ombre – (haiku)
d’ombre – (haiku) è d’ombra il sussulto che loquace la notte risveglia la goccia che cade ingannevole dalla grondaia solitario è il battito del cuore che s’arresta è senza tempo lo scorrere sabbioso della clessidra il ciottolo del fiume non è la pietra filosofale né forma la chiave di volta è d’ombre la vita che si conduce oltre le sfere il piede nudo sulla terra ricalca l’orma dei padri felice è colui che dimentica d’essere stato … e che la morte sublima
Id: 46536 Data: 15/01/2018 07:31:09
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Human - On the Music Composed by Armand Amar
HUMAN* (On the Music Composed by Armand Amar) Faces… how furrows of plow in the Earth beds of ancestral rivers as roads highways of a pierced remote what returns on the wake of the Time abandonment and gone up again awakening and recovery and then again regress and deceleration renouncement and decline . . . how ravines in the Rock of lived life joy and pain job and work in the lamented one of a something of not repeatable what has been of waters it flowed in vain not between loneliness and silences of vain words (those yes) . . . how roots of Trees pregnant of lifeblood of virginal secreted milky substance of generous breasts berries and leaves of greenery tasty fruits of a virile and feminine match testicles and ovarian to the origin of the life animal and human . . . how molecules in to progress some water in the becoming attended and hope idyll and feeling interpenetration infinitesimal trivial details of an evolution inexpressible holistic and philosophical . . . how science of the Language fluctuating in the air in the breath of human confirmatory determination form of thought interstitial enunciated confirmed and disproven connected to an extreme theory of sense . . . how discipline of the equilibrium rationality and separation approach and aspect of the Form objective human experience of the art what the nature draws (and insignia) dusts of dunes and rocky mountains lakes and rivers that to flow some water it outlines on the numerous Faces of our existence of a human experience of living. HUMAN* (On the music composed by Armand Amar) Volti … come solchi d’aratro nella Terra letti di fiumi aviti come strade autostrade d’un trapassato remoto che ritorna sulla scia del Tempo abbandono e risalita risveglio e guarigione e poi di nuovo regresso e decelerazione rinuncia e declino . . . come anfratti nella Roccia di vita vissuta gioia e dolore lavoro e fatica nel compianto di un qualcosa d’irripetibile ch’è stato d’acque scorse non invano fra solitudini e silenzi di parole vane (quelle sì) . . . come radici d’Alberi pregne di linfa vitale di secretezze verginali lattea sostanza di generosi seni bacche e foglie di verzura frutti saporosi di un connubio virile e muliebre testicolare e ovarico all’origine della vita animale e antropica . . . come molecole nel progredire dell’Acqua nel divenire attesa e speranza idillio e sentimento compenetrazione minuzie infinitesimali d’una evoluzione inesprimibile olistica e filosofica . . . come scienza del linguaggio fluttuante nell’Aria nel respiro d’umana determinazione convalidata forma del pensiero interstiziale enunciata confermata e confutata connessa congiunta a un’estrema teoria di senso . . . come disciplina dell’equilibrio raggiunto razionalità e distacco approccio e aspetto della Forma oggettiva sapienziale dell’arte che la natura disegna (e insegna) polveri di dune e montagne rocciose laghi e fiumi che lo scorrere dell’acqua tratteggia sui numerosi Volti della nostra esistenza dell’umana esperienza di vivere.
Id: 46081 Data: 31/12/2017 17:19:25
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’sconfini’
‘sconfini’ oltre lo spazio vuoto incorniciato nel cielo terso tensione contemporanea di un fuggire da sé onde non essere più nessuno nell’indifferenza degli altri andare oltre scomparire scivolare nell’erranza nell’infinito virtuale onde cancellare le destrezze dei vincoli di una dissolvenza desiderata sconfini moltiplicarsi d'una esistenza vaga superare l’oltre sospensione di coscienza erranza di una identità smarrita burn-out sfinimento di esistere assenza sdoppiamento di personalità multiple onde il raggiungimento di un probabile infinito
Id: 45269 Data: 23/11/2017 09:13:27
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‘mutazioni’
‘mutazioni’ (veniamo dal silenzio) dimentichi della fragilità antropica per una disposizione naturale alla perfezione l'incoscienza incorsa nella creazione vuoti d'incoerenza debellare sconfiggere estirpare 'libero arbitrio' l'altrui volontà nostra l'acme del raggiungimento ha partorito il nano-temperamento del gigante causa involuta dell'ingegnoso soccombere … rifiuto e germe ascetico formula di una consuetudine appresa ‘in illo tempore’ successiva al pronunciarsi del Verbo predisposizione al cambiamento leviamo il canto supplichevole e misericordioso con voce interiore dacché l'afflato al sublime la rivelazione del Tutto … mutazione d’intensità di tono di volume per una maggiore definizione che sale dal profondo incontaminata ‘soglia’ dell’inconscio conoscitivo fonte aurea di ciò che siamo allorché venuti al mondo facciamo ritorno alla Terra Madre onde riabbracciare al silenzio …
Id: 44951 Data: 06/11/2017 15:29:10
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’de-costruendo castelli’
‘de-costruendo castelli …’ giorni asssolati di un’estate amara di fiele albe e tramonti di un’età che avanza inesorabile senza riscatto alcuno senza pietà un ultimo castello costruito sulla sabbia (che l'onda porterà via) né mura né torrioni né contrafforti onde resistere al vento che soffia tempesta solo rovine di un’epoca remota nuvole oscure levate al di sopra di un orizzonte di liquido salmastro d’acqua di mare spiagge deserte abbandonate all’incuria senza speranza d’ombra sospinte nel vortice finale nel frangersi dell’onda de-costruendo castelli ... onde trovare rifugio e re-interpretare il futuro
Id: 44215 Data: 14/09/2017 22:36:43
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‘blinded’
‘blinded’ … in a night that is not mine I'm just crying out to be one voice alone free in time to tell to wave to overcome sting rayed soul peace called of anxiety to die I repeat the echo to the diapason words to be horrified
Id: 43949 Data: 28/08/2017 04:38:12
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Zen VII addizionare / levare / dividere
Zen VII: addizionare / levare / dividere alterità poetica a inseguire un’ultima istanza parola dopo parola legare / addizionare unicità della parola detta donazione come separazione da allontanamento presenza di forma contorno / ombra parvenza figurazione rappresentazione come ritorno d’immagine in levare dissociazione essenza della realtà nella luce rappresentazione come ‘verità’ profondità di sé violenza / dominio linguaggio nudo essenza di cose espiazione d’un donare coatto mancanza d’ascolto ‘non c’è fine al principio’ la poesia esclude un ritorno al silenzio antepone al parlare l’ascolto sostituendo al vuoto un pieno di vuoto
Id: 43241 Data: 20/06/2017 04:36:30
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’quando’
'quando' quando parlare non ha senso piani e dirupi della memoria pensieri di nulla attendono gli alberi spogli del parco tanti corpi nudi una foresta di pazza gente che attende attonita in silenzio l’angolo buio dove nascondere il viso è nel bosco della solitudine . . . quando si ha voglia d’assoluto
Id: 43010 Data: 31/05/2017 07:41:42
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’sul filo dell’acqua’
‘sul filo dell’acqua’ scorre silenziosa la vita sul filo dell’acqua che dalla sorgente del fiume s’affaccia a lambire le sponde quindi sussulta fra i ciottoli lungo i seni scoscesi della terra in rivoli sparsi a voler trovare la via affannoso è l’andare d’ostacoli i salti di argille e dirupi fino alle coste arenose uno scavare di rocce massicce rotolare di sassi incontrati lungo tutto il cammino nella corsa che la riporta al mare ed è un’esplosione di gioia un fragoroso abbraccio di spume onde poi sparire in silenzio la solitudine è quando non si ha più nessuno da amare
Id: 41901 Data: 12/03/2017 06:58:58
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’come farfalla’
‘come farfalla’ sono stato farfalla d’ali meravigliose mai stanca di volare sugli sterminati prati incolti della fantasia sui dirupi irti della selvaggia utopia e i recessi indocili d’una inquieta mania sono stato chimera di sublimi voli di desideri transoceanici e viluppi d’estri capricciosi d’ingegnose figurazioni colorate rappresentazioni d’un sentire astrale sono stato folgore nel miraggio d’un esistere soprasensibile che del volare ha ceduto all’illusione e del cadere ha fatto espiazione per un possibile futuro rinascimento
Id: 41773 Data: 02/03/2017 07:55:47
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De Sphaera: Solstizio d’Inverno
De Sphaera: Solstizio d'Inverno Guarda! Lassù, oltre la collina, le dita flessuose dell'alba vanno tessendo di un insolito chiarore il mattino: ..il sole vi appare come sospeso nel breve incedere del giorno. Di un'emozione nuova, segreta, si veste tutt'intorno la natura: ..e già la siepe del biancospino dischiude i germogli al presagio della lontana primavera. Là, dove l'occulto e il sacro si compenetrano il solstizio d'inverno assolve a una remota certezza: ..il sorprendente prodigio del ciclico rinascere alla vita. La nascita del sole precede l'inizio del tempo, riporta a un'antica promessa di eterno ricongiungimento: ..onde il passato è il presente nell'affermarsi di antichi ritorni. Il futuro è contenuto nella memoria cosmica del mondo, fissato entro immagini archetipe: ..in cui l'uomo si sorprende nella ricerca del proprio essere segreto. Dimentico della propria solitudine, il fanciullo ch'è in lui recupera la seppellita coscienza: .. per cui la vita è sul nascere veritiera promessa Il dono più grande. da 'Anno Domini' di Giorgio Mancinelli - Grafica e Arte Bergamo 1992.
Id: 40676 Data: 21/12/2016 08:51:37
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Khatmandu: diario dal Kali Yuga libro/cd
“Khatmandu: diario dal Kali Yuga” - libro/cd
Sabato 10 dicembre, alle ore 21.00, presso la Biblioteca comunale di San Matteo degli Armeni (Via Monteripido, 2 – Perugia), verrà presentato il libro con CD Kathmandu: diario dal Kali Yuga (Paris, Le loup des steppes, 2016), creato da Martino Nicoletti e dal compositore Roberto Passuti grazie alla collaborazione artistica di Franco Battiato, Teresa De Sio e Giovanni Lindo Ferretti.
L’opera – che costituisce il primo volume della neonata collana di poesia e immagini La pupilla di Baudelaire, creata da Martino Nicoletti e dal poeta Paolo Pistoletti – rappresenta un vero e proprio itinerario iniziatico fatto di suoni e parole alla scoperta della mitica città sacra di Kathmandu, la splendida perla dell’Himalaya incastonata tra le scintillanti vette del Nepal. Un autentico diario dal Kali Yuga – l’oscura epoca finale che, secondo l’antica mitologia indiana, conclude un ciclo cosmico – composto da testi, fotografie e da ben 20 tracce musicali che narrano di una metropoli in pelle viva e di come questo stesso universo urlante sappia ancor oggi dispensare bagliori di autentico splendore e d’indicibile quanto affilata bellezza.
L’incontro, introdotto e accompagnato dalla presenza dell’autore Martino Nicoletti e del poeta Paolo Pistoletti, sarà accompagnato dall’ascolto guidato di una selezione dei brani del CD, nonché da letture eseguite dell’attore Francesco Bolo Rossini e da spunti critici proposti dallo psichiatra e psicoterapeuta Davide Albrigo.
Id: 40569 Data: 10/12/2016 17:08:39
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One touch - on the ceiling of the Sistine Chapel
One touch - (on the ceiling of Sistine Chapel) there, where the fingers meet in the notice the sovereign touch a touch of the divine innervates as a spark of fire it kindles the flame Life sprang tenacious body shakes ready to impose his presence in the world created in emotion of desire healed there, where the sovereign touch the essence of man shaped since being in paradise aroused what sublime interpreter of a dream come true One touch – (nella volta della Cappella Sistina) là, dove le dita s’incontrano nel preavviso del tocco sovrano un che di divino s'innerva come scintilla che del fuoco fa ardere la fiamma scaturisce la vita tenace il corpo si scuote pronto ad imporre la sua presenza nel creato còlto nell'emozione del desiderio sanato là, ove il tocco sovrano l’essenza dell’uomo ha plasmato dacché l’essere nel paradiso si desta quale sublime interprete di un sogno avverato
Id: 40242 Data: 15/11/2016 11:50:54
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’nuvolaglia’
‘nuvolaglia’ … (di un mistico sogno) vanno sospinte dai venti fin dove aspirano di andare nella sospensione effimera del giorno mutevoli nella danza senza posa nel ricercato emisfero di luce che ne svela l’arcano delle brame fluttuanti oltre la distesa liquida del mare inarcandosi rigonfie sulla linea segnata appena dell’orizzonte cariche di pioggia nella sospensione effimera del tempo montanti in barocche volute di cielo sollevando speranze d’acqua a dissetar distese d’arida aspettanza di bruschi pascoli e boschi rinsecchiti nella calura estiva che s’avanza lì dove un ultimo sguardo un dio comprensivo di qualche temperanza ha lasciato cadere nelle mani prodighe dell’uomo il seme d’una possibile/impossibile sopravvivenza
Id: 39586 Data: 30/09/2016 16:07:19
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Tango Malo
Tango Malo - letras ,narrativo por dos voces y dos bandoneon,
(sólo narrativo) En cinco esperaron Alonso al Barrio de Las Muletas sobre la manera de la noche… 'Tango'! - exclamó uno de ellos 'Tango, tango, tango, tango'! - los otros evocaron en secuencia
, narrativo sobre bandoneon en fondo, … reclamaron el precio de la usura con bastones a la mano, haciéndolos repicar sobre el adoquinado… 'Tango malo'! - enfatizó a uno 'Malo, malo, malo, malo'! - repitieron los otros por consiguiente 'Tango Malo'! 'Malo, malo, malo, malo'! - repitieron, cruzando entre les pasas de tango y figuraciones… 'No lo tengo!, no tengo el dinero que me preguntas' - Alonso acusó 'Malo'! - enfatizó a uno de ellos 'Tango malo, malo, malo, malo'! - los otros reprocharon por consiguiente haciéndose alrededor a de… , sólo / choque de bandoneon luego el silencio, , narrativo, Alonso intentó una explicación pero el Argentinita fue inamovible en preguntarle la restitución del dinero… un tiempo se quisieron con pasión pero luego… Alonso dirigió sus atenciones a Lola, una chica más joven y a ella este no fue gustado… y a distancia de tiempo reclamó su venganza… , sólo / choque de bandoneon luego en fondo, 'Malo'! 'Tango malo, malo, malo, malo! - repitieron como fuera una llamada de la suerte...
¿Por cuánto para Alonso aquel no fue verdadero amor, o al menos no una pasión como fue la ustedes… sólo un tormento… un afán sin esperanza, que le royó dentro y le quemó el alma… Solicitar más de lo que recibido pareció a Alonso un despecho, el objetivo apartado de una revancha sin escrúpulos… aquél que incluso al principio fue un regalo de amor, se transformó ahora en un chantaje sin motivo, por qué? , sólo / choque de bandoneon luego en fondo, 'Malo! 'Tango malo, malo, malo, malo'! - repitieron los cinco cruzando entre ellos figuraciones de tango. Pero no se manda al amor… si acaso lo se invoca abriendo las puertas a la pasión… viviendo él en lleno sin reluctancia sin reproche por aquél que ello de… 'el descubrimiento del instante', la belleza llena de la eternidad… el celos nulo puede más que el amor… puede ofenderlo, ultrajarlo, herirlo, también matarlo… pero en fin vencerá sobre todo, en cuánto es 'suma de infinitos' que decide sobre nuestra suerte, todavía de lo que se quiere llamar suerte… , sólo / choque de bandoneon luego en fondo, 'Malo'! 'Tango malo, malo, malo, malo'! - insistieron los demás cruzando entre ellos figuraciones de tango. Como los Caballeros del apocalipsis en cuatro se arrojaron sobre Alonso destrozándolo a muerte con los bastones, cuando el Argentinita revelándose en fin, se acercó a descubriéndose al jefe por un último beso… 'Tango Malo'! 'Tango malo, malo, malo, tango malo'! - los otros repitieron en coro 'Sí, ahora yo muero por amor, pero que esta pasión infame se haya amarga más que la suerte que tienes reservado a yo' - logró decir a Alonso antes de golpear el Argentinita con la hoja del cuchillo en lleno pecho, partiéndole el corazón… Unánime fue el grito de los dos enamorados que aquella noche repicó por el Barrio de Las Muletas… un grito funesto de muerte que se quitó hasta el cielo… colà dónde para siempre el alma ausente calla... 'Tango'! 'Tango, tango, tango, tango'! 'Malo'! 'Malo, malo, malo, tango malo'! … .. los otros le repiten a jefe doblado, alejándose mientras con amarga exuberancia los dos bandoneon se calmaron lentamente, apagando en el sonido afligido lo llanto.
Id: 39531 Data: 26/09/2016 18:07:41
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de la parte de las nubes sp/fr/ted
'de la parte de las nubes'... migratorios sobre los extensos desiertos incomprendidos dónde el encuentro con el tiempo remoto sucede al presente hasta dentro del futuro del mundo y qué van empujadas por los veinte de un remolino de fuego qué arde quemando cada cosa de alrededor… a pies desnudos afrontan en peregrino ir masas de gentes que desnudas en el alma ambicionan de sobrevivir en este mundo extremo migratorios qué se envuelven sobre las ramas resecados de los árboles sin frondas dónde la pantera hambrienta ha buscado una vista mejor antes de atacar la presa qué estancamiento se arrastra en la travesía… hombres contra ávidos de cada cosa que se adueñan vidas de los otros que vender al mercado de los nuevos esclavos de la contemporaneidad migratorios de diferente creo aunados qué validan el duro al actual barquero de almas por un insensato viajar vierto un mismo infierno ultramundano en el espacio indefinido de un mar de atravesar sin vuelta qué ancla los tiene atados a una ancestral suerte prisionero ciega y abandonada a la luz de un porvenir que no se encenderá migratorios en la oscuridad de aquellas profundidades marinas qué los acoge sin identidad cómo papuda de dar en comida a los peces a las divinidades melifluas qué avaras de cada razón se avanzan a contrastar de ello el antropico / humano reconocimiento
'de la partie des nuages'... migrants sur les incompris déserts étendus où la rencontre avec le temps lointain il succède au présent jusque dans l'avenir du monde et qu'ils vont poussée par vingt heures d'un tourbillon de feu qu'il flambe en brûlant tout d'autour… ils affrontent pieds nus en je pérégrine aller masses de gens que nues dans l'âme ils ambitionnent de survivre dans ce monde extrême migrants qu'ils se roulent sur les branches ratatinés des arbres sans rameaux où la panthère affamée il a cherché une vue meilleure avant d'attaquer la proie que fatiguée il se traîne dans la traversée… hommes contre avides de tout qu'ils s'emparent des vies des autres à vendre au marché des nouveaux esclaves de la contemporanéité migrants de différent je crois rapproché qu'ils oblitèrent le sou au passeur d'aujourd'hui d'âmes pour un insensé voyager vers un même enfer supraterrestre dans la place indéfinie d'une mer à traverser sans retour qu'ancre les tient lié à une destinée prisonnier aveuglée ancestrale et délaissés à la lumière d'un avenir qu'il ne s'allumera pas migrants dans l'obscurité de ces profondeurs marines qu'il les accueille sans identité comment souteneur à donner en repas aux poissons aux divinités doucereuses qu'avares de chaque raison ils les avancent en contrarier l'antropico reconnaissance 'vom Teil der Wolken'... wandernd auf die ausgedehnten unverstandenen Wüsten wo die Begegnung mit der entlegenen Zeit es folgt zur Gegenwart bis in die Zukunft der Welt und daß sie gehen treibt von den Winden von einem Wirbel von Feuer daß es auflodert, da verbrennt es jedes was von umher… zu Fuß nackt sie treten entgegen in ich irre umher, Massen von Leuten, die Nakte in die Seele erstreben, diese äußerste Welt zu überleben, zu gehen wandernd daß sie sich auf den Zweigen einwickeln trocken der Bäume ohne Laubzweige wo der hungrige Panther es suchte eine besser Sicht bevor das Opfer überfallen , daß müde es schleppt sich in die Durchquerung… Männer gegen begierige von jedem was, daß sie die Leben der anderer zum Markt von den neuen Sklaven der Gleichzeitigkeit zu verkaufen in Besitz nehmen wandernd von verschiedenem glaube ich vereint daß sie den Pfennig entwerten dem heutigen Fährmann von Seelen für ein unbesonnenes reisen ich gieße ein selbst überirdische Hölle in der unbestimmte Raum von einem Meer von überqueren ohne Rückkehr was Anker hält er sie zu einem Ur gebunden, ich bestimme gefangen, blendet und verläßt im Licht von einem morgen, daß es nicht sich entzünden wird wandernd ins Dunkel von jenen Meeres Tiefen daß es sie ohne Identität empfängt wie Vielfraß, von in Mahlzeit geben, den Fischen den süßlichen Göttern was geizig von jeder Vernunft sie rücken heran davon behindern der menschliches Wiedererkennen
Id: 38468 Data: 01/07/2016 08:58:28
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‘dalla parte delle nuvole it / ing
‘dalla parte delle nuvole ...’
migranti sopra gli estesi deserti incompresi dove l’incontro col tempo remoto sussegue al presente fin dentro il futuro del mondo e che vanno sospinte dai venti d’un vortice di fuoco che avvampa bruciando ogni cosa d’intorno …
a piedi nudi affrontano in peregrino andare masse di genti che nude nell’anima ambiscono di sopravvivere in questo mondo estremo
migranti che s’avvoltolano sui rami rinsecchiti degli alberi senza fronde dove la pantera affamata ha cercato una visuale migliore prima d’assalire la preda che stanca si trascina nella traversata …
uomini contro avidi d’ogni cosa che s’impossessano delle vite degli altri da vendere al mercato dei nuovi schiavi della contemporaneità
migranti di differente credo accomunati che obliterano il soldo all’odierno traghettatore d’anime per un insensato viaggiare verso un medesimo inferno ultraterreno nello spazio indefinito di un mare da attraversare senza ritorno
che ancor li tiene legati a un ancestrale destino prigionieri accecati e abbandonati alla luce d’un domani che non si accenderà
migranti nel buio di quelle profondità marine che li accoglie senza identità come broscia da dare in pasto ai pesci alle divinità melliflue che avare d’ogni ragione s’avanzano a contrastarne l’antropico riconoscimento
'from the part of the clouds... migrant above the wide misunderstood deserts where the meeting with the remote time it follows to the present until inside the future of the world and what they go pushed by the winds of a vortex of fire what it catches fire burning everything of around… afoot naked they face in I wander to go masses of people how naked in the soul they aspire to survive in this extreme world migrant that they wallow him on the branches shrunken of the trees without leafy branches where the hungry panther you/he/she has looked for a best view before attacking the prey what it gets tired he drags in the crossing… men against avid of every thing that you/they take possession him some lives of the others to sell to the market of the new slaves of the contemporaneity migrant of different I believe united what they obliterate the penny to the today's ferryman of souls for a foolish to travel I pour a same ultra mundane hell in the indefinite space of a sea to be crossed without return what anchor holds them tied up to an ancestral destiny imprisoned blinded and abandoned to the light of a tomorrow that it won't ignite migrant in the dark of those sea depths what it welcomes them without identity how glutton to be given in meal to the fishes to the mellifluous divinities how stingy of every reason they are advanced to oppose of it the entropic/human recognition
Id: 38467 Data: 01/07/2016 08:56:11
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Locura del Tango
Locura del Tango – tango ..como el silbido del viento que levanta el polvo en la Pampa argentina y hace rodar fuera los matorrales secos de una pasión ya apagada en la calle quemada al sol del verano que todo quema incluso por la noche en el cielo rojo vivo como de sangre en aquellos de Buenos Aires Ciudad qué el silbido del viento reclama a la ceniza aquellos que desde siempre ya quema junto a los cuerpos de los amantes que desnudos se abrazan por un encuentro extremo de un tango que estalla . . . ..y es fuerte el olor llevado por el viento y sabe a polvo de la Pampa Argentina te toma a la garganta en el suyo lento avanzar constante es el suyo lo siento es el mío y tú odias aquel silbido sonoro que en crecer se aleja y va fuera por luego volver a recordar al corazón perdido del enamorado qué de ceniza son hechos los sueños y las ilusiones y de ceniza somos nosotros polvo cósmico de ángeles rebeldes sobre el punto de caer en el vacío perdidos en un tango de amor y locura . . . ..ángeles a punto de remontar la tinta china hacia el cielo 'a contemplar las estrellas' de aquel paraíso de carne sin derroches que renguea incluso con indecisiones al sonido de una orquesta scrausa que del fondo se avanza y qué danza tomada por la turbación de tierra y escupitajo en el orgasmo absoluto de un Dios qué implacable y soberano acoge cada instancia de su creativa fobia y qué cumple en modelar las figuras abstrusas de un hombre y de una mujer a su misma locura de hacerlos 'a su imagen y a parecido.'
Follia del Tango – tango
..come il fischio del vento che solleva la polvere nella Pampa argentina e fa rotolare via gli arbusti secchi d’una passione ormai spenta nella strada arsa al sole dell’estate che tutto brucia finanche di notte nel cielo rosso vivo come di sangue in quel di Buenos Aires Città che il fischio del vento reclama alla cenere quel che da sempre ormai brucia insieme ai corpi degli amanti che nudi s’abbracciano per un incontro estremo d’un tango che divampa . . . ..ed è forte l’odore portato dal vento e sa di polvere della Pampa Argentina ti prende alla gola nel suo lento avanzare costante è il suo lo sento è il mio e tu odi quel fischio risonante che in crescendo s’allontana e va via per poi tornare a rammentare al cuore perso dell’innamorato che di cenere son fatti i sogni e le illusioni e di cenere siam noi polvere cosmica d’angeli ribelli sul punto di cadere nel vuoto perduti in un tango d’amore e di follia . . . ..angeli in procinto di risalire la china verso il cielo ‘a rimirar le stelle’ di quel paradiso di carne senza sprechi che arranca pur con esitazioni al suono di un’orchestra che dal fondo s’avanza e che danza presa dal rimescolio di terra e di sputo nell’orgasmo assoluto d’un Dio che implacabile e sovrano accoglie ogni istanza della sua creativa fobia e che adempie nel modellare le figure astruse d’un uomo e d’una donna alla sua stessa follia di farli ‘a sua immagine e somiglianza’.
Id: 37838 Data: 20/05/2016 09:49:41
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awakening’ / risveglio
'awakening’ (a piano-composition of Fabio Giachino) dormant above a bed of leaves yellow and brown with the united cheeks hardly redden from the kisses color of the pomegranate to the shade of the tree of the life and they were audacious dreams those that we did stained of blu(es) of scarlet vigor cradled by the wind in the lukewarm evening loving us to be re-loved to the awakening in the faultless light of the crack of dawn pursuing the night deceptive what also ours was in the impassioned song of a consumed youth without appeal what it still complains us to the light of the best years without ransom from the being to the other and vice versa us alone in the full opened space that never-ending what our was already to return to sleep many years still without leaving nothing not even the certainty to flow some time for the next day pursuing what stayed of the fire to wake up again anchors us to the sudden one inside the deafening din of the thunder free without conventions without commandments in the pretense of our ashes that’s all forget about abandoned how fallen leaves sweep from the wind of the days what followed without din some . . . that’s the poetry of the silence and the love doesn't make noise (it always catches us with the touch of the fingers)
‘risveglio’ (composizione per piano-solo di Fabio Giachino)
addormentati sopra un letto di foglie ingiallite e brune con le guance unite appena arrossate dai baci color del melograno all’ombra dell’albero della vita ed erano sogni audaci quelli che facevamo macchiati di blu(es) di vigore scarlatto cullati dal vento nella tiepida sera
amandoci per essere riamati al risveglio nella luce appariscente dell’alba inseguendo la notte ingannevole che pure era nostra nel canto appassionato d’una giovinezza consumata senza appello che ci reclama ancora alla luce degli migliori anni senza riscatto
dall’essere all’altro e viceversa noi soli nel pieno spazio aperto verso quell’infinito ch’era già nostro per tornare a dormire molti anni ancora senza lasciare niente neppure la certezza dello scorrere del tempo l’indomani inseguendo ciò che restava del fuoco per risvegliarci ancora all’improvviso dentro il fragore assordante del tuono liberi senza convenzioni senza comandamenti nella finzione delle nostre ceneri obliate abbandonate come foglie cadute spazzate dal vento dei giorni che seguirono senza fragore alcuno . . . che la poesia del silenzio e dell’amore non fa rumore (sempre ci sorprende con il tocco delle dita)
Id: 37557 Data: 29/04/2016 18:00:49
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passi nel buio – tango
'Pasas en la Oscuridad' – tango Esta noche necesito sentirte de sentir tu perfume que me envuelve tu cuerpo junto al mío el frotar de tu enaguas bajo mis manos.. el calor de tu piel sobre la mía. A que me sirve tener la voz para llamarte una guitarra que lángue en mi mano una canción en el pecho qué te dice te quiero.. y un escofino en la garganta que me embota. Siento pasos sobre lo adoquinado y veo una sombra que se acerca tiene tus formas las bonitas formas que yo quiero es mi corazón que siento palpitar eres tú o quizás no, que me llamas.. (?) y mis 'penas' que se hincha. Sube la llamarada de la profundidad es todo un exultar de notas memorándum, glosas, chiosas el paso que de espabilado se hace audaz tu pierna que frota sobre la mía la saliva en boca que se amalgan..
tus labios un fuego bermejo que se apaga dentro de un beso, como las nubes que suben inobservadas el cielo de medianoche.
¡Tango!
'Passi nel Buio' – tango
Stasera necessito sentirti di sentire il tuo profumo che mi avvolge il tuo corpo accanto al mio lo strusciare della tua sottana sotto le mie mani..
il calore della tua pelle sulla mia.
A che mi serve aver la voce per chiamarti la chitarra che langue nelle mie mani una canzone nel petto che ti dice t’amo..
e un raspo nella gola che m’ottunde.
Sento dei passi sull’acciottolato come un’ombra che mi si avvicina ha le tue forme le belle forme che io amo è il mio cuore che sento palpitare sei tu o forse no, che mi chiami.. (?)
e il mio ‘corpo’ che s’inturgidisce.
Sale la vampa dal profondo è tutto un giubilare di note promemoria, glosse, chiose il passo che da svelto si fa audace la tua gamba che struscia sulla mia la saliva in bocca che si amalga..
le tue labbra un fuoco vermiglio che si spegne dentro un bacio, come le nuvole che ascendono inosservate il cielo di mezzanotte
Tango!
Id: 37268 Data: 09/04/2016 15:49:11
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‘silenzio’ (a Marcel Marceau)
‘silenzio’ (a Marcel Marceau dentro l’essenza della sua arte) ..e già s’arresta la voce che un’unica speranza a me s’adduce di ritrovare nella perduta speme il canto agreste del silenzio che fugge al sibilar del vento nell'infinito attimo che tace ..e non c’è gioco che del vociare di bimbi nel cortile fastidio m’arrechi quando sul finir del giorno cade nell’assenza di parole ma di sol grida e risolini al richiamo della sera dei miei lunghi affanni ..e allorché il gesto si fa lento nell’arte che fu mia d’ascoltatore mesto onde pensar a come sarà la notte quando nell’assenza totale di parole al gioco del silenzio a sostituir vado del sentimento la poetica del gesto ..e qual che sia l’emozione nel ritrovar me stesso o che non mi ritrovi affatto vagabondando vado per strade sconosciute inseguendo il primordiale assoluto d'una qualche eloquenza gestuale ..e rendere l’invisibile al visibile immaginato nel contesto che mi vede libero di sognare libero disperato e solo di vivere nello spazio temporale cui attingo nel fuggevole atto d’ogni rappresentazione ..e sia che lo sguardo e il viso nudi nonché le mani e i piedi e tutto quanto il corpo riveli una sola voce possente e ardita di ciò che la natura svela del gioco del silenzio . . . onde godere di questo nostro mondo altero
Id: 36677 Data: 06/03/2016 09:46:18
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a Ninfa ..un luogo dell’amore
A Ninfa (..un luogo dell’amore) ..e la vedi levarsi sull’acqua nel cambiare delle stagioni come nebbia leggera verdeazzurrata .. Ninfa ..e la senti sbocciare nell’aria come fosse ogni volta primavera lì dove la natura più bella richiama .. Ninfa .. e la senti cantare nel silenzio immaginifico con la voce del cuore un canto sempre nuovo e ancor più antico .. Ninfa .. nel risveglio dei sensi e delle parole più audaci che fanno rima con amore. Buon S.Valentino a tutti!
Id: 36314 Data: 12/02/2016 17:08:11
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’fino all’ultimo istante’#SaveAshrafFayadh
'fino all'ultimo istante'- #SaveAshrafFayadh rinnega! disonora! uccidi! parole senza senso nel tempo sospeso dove s'affaccia la morte dove la libertà di dire è negata nel flusso del sangue che ribolle dove la voce dei molti non s'incontra con la tirannia dei pochi dove la verità grida vendetta nell'animo frustrato di tutti noi che stiamo solo a guardare l'ora della morte che s'avvicina allora gridiamola insieme questa parola il più forte possibile fino all'ultimo istante della nostra vita: LIBERTA! e sarà canto e preghiera e sarà poesia sulla bocca d'ogni poeta.
Id: 35773 Data: 14/01/2016 18:53:41
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’se il cielo cade’
‘se il cielo cade’ ..saremo polvere di stelle oscurate figli spuri di un'apocalisse annunciata atomi smarriti ..voci vagole nel rombo del tuono che irrompe nell'incomprensibile universo mai profondamente appreso ..saremo strali d’un tramonto adombrato volute di fumo aspirate nel nero vortice di cosmici buchi lontani ..smarriti e soli sul crinale del tempo nella fossa che noi stessi ci saremo scavati angeli caduti di una gloria ormai spenta ..noi, mitici eroi di una galassia perduta forse per sempre
Id: 35461 Data: 22/12/2015 07:46:51
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‘Donna: madre, sorella, amante’#controviolenzadonne
‘Donna: madre, sorella, amante’
Madre è sentire il battito del cuore il pulsare regolare del respiro la linfa che scorre nel reticolo venoso il formarsi del piccolo corpo che s’allieta in noi
è l’eremo ascetico del silenzio il soffio vitale del labbro adorno di vita una pausa infinita nell’approssimarsi del dubbio
è la paura devastante che adombra la ragione l’acuto del dolore il grido liberatorio il vagito primario del mondo
è il seno donato al poppante che sugge gioioso ciò che alla vita lo induce nel corso degli anni a venire
è l’animo quieto nel levarsi della coscienza nell’incontro col sole il silenzio dell’infinito che tace
Sorella
è immemore dell’ombra dell’albero che abbiamo allevato del sibilare del vento che pur la distoglie dal racconto della nostra venuta
non chiede libertà di vincolo né giustizia di pace nell’accogliere il fardello della costola d’Adamo nel proprio corpo diviso
è parte di noi come noi siamo parte di lei in assenza di verbo come noi siamo presenza del verbo ch’è stato
è lei che ci ama che ci comprende e difende è lei che ci consola donandosi alla stregua della madre ch’è stata
ancor prima che fosse la foglia caduta dall’albero ancor prima di giacere sulla terra spoglia a nuova germinazione
Amante
è il verso del racconto ‘l’ultima riga delle favole’ l’attrazione profonda la percezione segreta di ciò che i sensi incarna
è la forza misteriosa la passione incandescente la forza irresistibile l’affetto significante del disincanto
è l’incolumità amorosa la ferita che si risana l’infinitamente presente il mondo delle infinite passioni degli improvvisi ritorni
l’indissolubilità del desiderio l’epilogo d’ell’odierno dramma lei sorella, lei amica, lei amante tutt’uno con la natura che ci circonda
lei, lo scopo e la fine che s'incarna nel tempo del sacro che ci lega all'eternità di Dio il segreto dell’estrema felicità . . . lei: eterna Madre
Id: 34972 Data: 13/11/2015 16:33:27
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’l’ombra del tempo’
‘l’ombra del tempo’ (a Bartolomeo Colleoni) s’aggira silenziosa nella notte fin sopra gli spalti della torre antica lì dove l’orologio segna irrimediabilmente il passare delle ore lì dove il tempo s’arranca e stanco s’addormenta il Signore nel giaciglio dei suoi misfatti a voler arginare la rivolta che stenta nel volgere supremo del suo feudo di sale sfiancato sul suo piedistallo bronzeo ardito cavaliere di cento battaglie di cento vittorie senza senso che la polvere e la merda dei piccioni adesso ricopre nell’ora che giunge silenziosa a infliggere vessazioni dovute a quel suo essere despota a cavallo d'angherie e soprusi, di inflitti tormenti dacché il primo bagliore dell’alba riflette dal lontano orizzonte la luce nell’occhio avido che lo fa rivivere l’orologio segna le cinque in punto allorché il Signore declina lo sguardo il primo rintocco della campana lo trova addormentato nel bronzo dagli spalti della torre antica levasi nefasto un nugolo d’uccelli neri corvi come fantasmi intrappolati nella passata notte unici superstiti d’una battaglia dimenticata vinta o persa forse monumento ai posteri obliato nell’ombra del tempo . . . se hai occhi davvero vedi i cavalli spronati al galoppo sul campo rosso di sangue che spavaldi lo seguono da ‘Feudo di sale’ (raccolta inedita)
Id: 34645 Data: 17/10/2015 06:15:45
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Desengaño - tango
Desengaño - tango No, no es sinceridad aquel del desengaño… Hiere más que el engaño qué lo ha procurado como una lanza dolorida qué penetra en el costado y deja sin aliento No, no es sinceridad aquel del desengaño… La que parte la roca bajo el sol qué deja en boca la quemazón qué rocía de hiel aquel sentimiento qué llamamos amor No, no es sinceridad aquel del desengaño… Qué la hiel saboreada lentamente envenena por fin quien tiene sed de ello como de un río que se introduce en las arenas y no encuentra salida al mar No, no es sinceridad aquel del desengaño… Qué el amor solicita lealtad cambio, desilusión qué mira en cada mañana y espera que el sol se quita radiante en el azul del cielo No, no es sinceridad aquel del desengaño… Es el mismo engaño que silencioso camina como una lanza dolorida qué lentamente penetra en el costado y deja el pecho y el corazón . . . sin aliento. Disinganno – tango
No, non è sincerità quella del disinganno …
Ferisce più dell’inganno che l’ha procurato come una lancia dolente che penetra nel costato e lascia senza fiato
No, non è sincerità quella del disinganno …
Quella che spacca la roccia sotto il sole che lascia in bocca l’arsura che irrora di fiele quel sentimento che chiamiamo amore
No, non è sincerità quella del disinganno …
Che il fiele assaporato lentamente avvelena infine chi ne ha sete come d’un fiume che s’inoltra nelle sabbie e non trova sbocco al mare
No, non è sincerità quella del disinganno …
Che l’amore richiede lealtà scambio, disillusione che guarda in faccia il giorno ogni mattina e aspetta che il sole si levi radioso nell’azzurro cielo
No, non è sincerità quella del disinganno …
È lo stesso inganno che silenzioso incede come una lancia dolente che lentamente penetra nel costato e lascia il petto e il core . . . senza fiato.
Id: 34516 Data: 06/10/2015 16:58:11
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’terra incognita’
‘terra incognita’ s'avanza la carovana dei migranti attraverso deserti e varchi di mare portandosi dietro il destino d’una vita senza riscatto che alcun Dio in verità reclama d’una esistenza irta di rischi nel divario tra libertà e realtà tra cadute e sconfitte di questo vuoto mondo obliterato che non sarà colmato nell’irrimediabile solitudine che l’aspetta di fredda e distaccata diffidenza nello scetticismo d'una umanità che non comprende che chiede un obolo dovuto a un popolo sgomento nel perseguimento della propria fine limite estremo d'una smarrita sopravvivenza . . . o sì, io credo “..credo negli esseri umani che hanno coraggio il coraggio di essere umani” (M.Mengoni) da "Feudo di sale" (raccolta inedita)
Id: 34354 Data: 21/09/2015 03:58:14
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’medioevo futuro’
'medioevo futuro' rovine di mura e di torri abbattute sequenza d'archi sotto le volte crollate vuoti spazi di passate memorie di città rase al suolo che ritornano come echi distanti di vicine guerriglie a riempire spazi assolati di future architetture sospese a verticalismi estremi/mixofobici che disorientano e alienano il potere sovrano a esclusione d'una comunità umana in disavanzo presenza/assenza di un diritto fluido che occlude l'orizzonte irrazionale raggiunto dalla disgregazione sferica che si fa liquida d'una storia vanificata entro un vuoto spaziale assordante universalità d'una catastrofe annunciata una catena d'interminabili errori di macerie abbandonate a memoria di un medioevo futuro messaggero di sventure per quanti sono stati e che saranno . . . guerrieri d'una vecchia storia che perdura e che dobbiamo scrivere ancora da 'Feudo di sale' -(raccolta inedita)
Id: 34267 Data: 13/09/2015 21:33:11
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Recuerdo del Cafè Azul – letras
Recuerdo del Cafè Azul – letras Pedro toca la guitarra sobre la entrada poco notas de un viejo tango qué toma nombre 'Caminito.' Un pasaje del Boca dedicado al célebre tanguero Filiberto es su nombre. Al interior Carlos y Fernando José hablan en lunfardo delante de un vaso de vino teñido. Una letra cosmopolita febril y fascinador del hampa del género portegno. Antonio y Osvaldo juegan a los papeles con otros dos hombres de que no conozco el nombre qué pelean a alta voz. Dicen sean barrio de Boedo qué se vende para proletario y ganzo en verdad disreputable y sgarro. Los cuatro se disputa parece delante de sus compadritos de pie una sobra de terreno confinante. Un nuevo asentamiento a Puerto Madero dónde un tiempo se irguieron los antiguos docks portuarios de Baires. Algunos dicen se juega el partido de la vida el viejo y la nueva suerte del tango porteño llegado con el habanera de Cuba. Una danza derivada del candombé llevada por los negros de África prodigue o quizás nacida en una milonga orillera. El tango dice Carlos es pasión pura improvisación la danza infinita de una tierra: la Argentina. Fernando José añade ser una danza antigua y siempre nueva confiada a la fantasía de los patanes. Antonio de socalce juega de remesa anuyendo al milonghero Osvaldo el antagonismo que ata el tango al Boca. Los otros de revancha reivindican a la danza el arte apasionado de los tangheros de Boedo. Un sentir y concebir la vida en cuanta expresión de una vivencia desolado y solitario que vuelve. El encuentro de un hombre y una mujer protagonistas de él mismos qué se reconocen él un el otro en el baile. Una letras hecho de miradas de instantáneas expresiones de pasos de abrazos y de abandonos despiadados. Como despiadados son los antagonistas a la mesa de juego la condición diferente de los un y de los otros. La soledad y la melancolía de los muchos frente al pasar del tiempo delante de los recuerdos que afluyen a menudo a la mente. Junto a los ritmos pulsantes de los esclavos negros las melodías inolvidables de Andalucía la música popular de los migratorios de Europa. La nostalgia de los gauchos llegada por los pampas y aquel de los criollos sobrevivientes de las guerras por los estados de la independencia. Los milongas de periferia y los prostíbulos desolados de los barrios de los círculos 'por bien' y el destierro de Gardel Evita Peron y la revuelta de los descamisados. Las madres de Plaza de Mayo y los desaparecidos tras las porras de la Policía y el resplandecer ocasional de las hojas de los cuchillos. Todo esto fue y todavía es tango identidad de una música instrumental vuelto canto en los sellos de la guitarra y el violín qué se mezclan al bandoneón. Al sonido de la flauta y el piano extraviados casi al graznar de una radio encendida a un Victrola que llora. Músicos como Villoldo, Canaro, Fresedo, De Arienzo Goyeneche, Troilo, Pugliese, Piazzolla y los poetas Manzi, Castillo, Flores, Cadicamo, Discépolo… Qué del Cafè Azul otro no queda qué un pasaje soleado de un barrio arrabalero y el silbar de un hombre milonguero. Nacido en los suburbios sórdidos y oscuros de un tiempo que no hay más. Pocas notas convenidas de un viejo tango qué Pedro señala toca a la guitarra para los transeúntes y qué tiene nombre 'Caminito.'
Ricordo del Cafè Azul - letras
Pedro suona la chitarra sull’entrata poche note d’un vecchio tango che ha nome ‘Caminito’. Un pasaje de la Boca dedicato al celebre tanguero Filiberto è il suo nome. All’interno Carlos e Fernando Josè parlano in lunfardo davanti a un bicchiere di vino tinto. Una letras cosmopolita febbrile e affascinante della malavita del genere portegno. Antonio e Osvaldo giocano alle carte con altri due uomini di cui non conosco il nome che litigano ad alta voce. Dicono siano del barrio di Boedo che si spaccia per proletario e ganzo in verità malfamato e sgarro. I quattro si contendono pare davanti ai loro compadritos in piedi un avanzo di terreno confinante. Un nuovo insediamento a Puerto Madero dove un tempo si ergevano i docks portuali di Baires. Alcuni dicono si giochi la partita della vita il vecchio e il nuovo destino del tango porteño arrivato de Cuba assieme all’habanera. Una danza derivata del candombé portata dai neri dall’Africa profonda o forse nata in una milonga orillera. Il tango dice Carlos è passione pura improvvisazione la danza infinita di una terra: l’Argentina. Fernando Josè aggiunge essere una danza Antica e sempre nuova affidata alla fantasia dei tangheri. Antonio di rincalzo gioca di rimessa annuendo al milonghero Osvaldo l’antagonismo che lega il tango a la Boca. Gli altri di rivalsa rivendicano alla danza l’arte appassionata dei tangheros di Boedo. Un sentire e concepire la vita in quanto espressione di un vissuto desolato e solitario che ritorna. L’incontro di un uomo e di una donna protagonisti di se stessi che si riconoscono l’un l’altro nel baile. Una letras fatta di sguardi d’istantanee espressioni di passi di abbracci e di abbandoni spietati. Come spietati sono gli antagonisti al tavolo da gioco la condizione diversa degli uni e degli altri. La solitudine e la malionconia dei molti di fronte al passare del tempo davanti a i ricordi che spesso affluiscono alla mente. Assieme ai ritmi pulsanti degli schiavi neri le melodie indimenticabili dell’Andalusia la musica popolare dei migranti immigrati d’Europa. La nostalgia dei gauchos giunti dalle pampas e quella dei criollos reduci dalle guerre per gli stati dell’indipendenza. Le milongas di periferia e i postriboli desolati dei barrios dei circoli ‘per bene’ e l’esilio di Gardel Evita Peron e la rivolta dei descamiciados. Le madri di Plaza de Mayo e los desaparecidos dietro i manganelli della Polizia e il risplendere occasionale delle lame dei coltelli. Tutto questo era ed è ancora tango Identità di una musica strumentale divenuta canto nei timbri della chitarra e del violino che si mescolano al bandoneón. Al suono del flauto e del pianoforte smarriti quasi al gracchiare di una radio accesa a una victrola che llora. Musicisti come Villoldo, Canaro, Fresedo, D’Arienzo Goyeneche, Troilo, Pugliese, Piazzolla e i poeti Manzi, Castillo, Flores, Cadicamo, Discépolo … Del Cafè Azul altro non resta che un pasaje assolato d’un barrio arrabalero e il fischiare di un hombre milonguero. Nato nei sobborghi sordidi e oscuri d’un tempo che non c’è più. Poche note accordate d’un vecchio tango che Pedro accenna appema alla chitarra e che ha nome ‘Caminito’.
Id: 33958 Data: 16/08/2015 19:13:17
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’maree’
‘maree’ - all'amico Nicola Aurini ho viaggiato a lungo sul limitare del mare affrancando nei porti le bianche vele della mia giovinezza lì dove il susseguirsi delle maree mi conducean nell’avventura dei giorni allorché l’adulta età ritrovasse il canto delle onde ove il cambiare di sponde altri luoghi e altre genti appresi a conoscere tutte diverse e pur tutte uguali nel giubilo danzante della vita come di creature che insieme concepiscono un'unica velleità di sopravvivenza altresì compresi che il canto poteva farsi preghiera levata al misterioso Iddio che sovvede d'ogni cosa dell'andamento umano ciò che all’arbitrio reclama il continuo riscatto della cercata felicità che di maree la vetusta età ricolma allorché lasciata la sponda l’onda ritorna a ritrovare l’altra che d’apprima avea lasciata sì che la senile età delle burrasche e le tempeste solo ricordar vuole le nuvole che come bianche vele un dì vide passare sul limitare dell’immenso mare
Id: 33813 Data: 31/07/2015 17:19:51
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waters line
'water's line' the thin line dwells him on the thread of the immaterial horizon as impalpable border between dream and reality focal point of departure and arrival of the trip through lilts that from the light to the obscurity they change toward the twilight up to the night and over again from the aurora a full day as to be born and to die and to revive in solution of continuity on the line of the water as of hola from a head to the other of the world in the silence broken from I rub him/it some water light under the hull in the furrows traced of the waves almost the breath as of shade that crosses the liquid extension of the sea metaphor of a dark desire to go the destiny how place of every possible rebirth to the limit of the unreal supersensible . . . (of the human existence)
‘la linea d’acqua’
si dilunga il tratto sottile sul filo dell’orizzonte immateriale
come impalpabile confine tra sogno e realtà punto focale di partenza e d’arrivo del viaggio attraverso cadenze che dalla luce all’oscurità mutano verso il crepuscolo fino alla notte
e oltre di nuovo dall’aurora al pieno giorno
come nascere e morire e rinascere in soluzione di continuità sulla linea dell’acqua
come di hola da un capo all’altro del mondo nel silenzio rotto dallo struscio dell’acqua leggero sotto la carena nei solchi tracciati dell’onde quasi il respiro
come di ombra che attraversa l’estensione liquida del mare metafora di un oscuro desiderio di andare il destino
come luogo di ogni possibile rinascita al limite dell’irreale soprasensibile . . .
(dell’esistenza umana)
Id: 33050 Data: 12/06/2015 16:28:04
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Nunca mas - tango
Nunca mas - tango No, no hay nada otro de decir tú con tu aire arrogante… siempre sobre los labios la frase apropiada la réplica oportuna… Tú que sayas crear fuegos artificiales con las palabras y dibujar melancólicos paisajes con los silencios… Las manos serenas que abrazan ágiles el cuerpo de cada mujer que rozas… Tú que con lánguida mirada reales conjunciones del sabor obsceno… Ahora resbalas fuera de la cama y de mi habitación sin añadir palabras… Describiendo como pasos por un arabesco hecho de encuentros y alejamientos… En un silencio oscuro casi rencoroso en busca de una fuga que sabe a derrota… O quizás sólo de abandono a imitación de una lucha en que ambos somos perdedoras… En un tango que pareció sublime qué ahora cede el paso a lo grotesco… No, no hay nada otro de decir si no que somos dos estúpidos sin sentido… Lo que queda nuestro loco amor no otro que un bandonéon que se aleja… Alargando los notas sobre un aire portegna qué melancólica repica como un quejido… ¿Qué fosos este la palabra justa? adiós (!) qué acompaña tus gozadas… . . . sobre lo adoquinado arraballero.
Nunca mas – tango
No, non c’è nient’altro da dire tu con la tua aria strafottente … sempre sulle labbra la frase appropriata la replica opportuna … Tu che sai creare fuochi artificiali con le parole e disegnare malinconici paesaggi con i silenzi … Le mani serene che abbracciano agili il corpo di ogni donna che sfiori … Tu che con languido sguardo regali congiungimenti dal sapore osceno … Adesso scivoli fuori dal letto e dalla mia stanza senza aggiungere parole … Descrivendo passi come per un arabesco fatto d’incontri e d’allontanamenti … In un silenzio cupo quasi rancoroso in cerca di una fuga che sa di sconfitta … O forse solo di abbandono a imitazione di una lotta in cui entrambi siamo perdenti … In un tango ch’era sembrato sublime che adesso cede il passo al grottesco … No, non c’è nient’altro da dire se non che siamo due stupidi senza senso … Ciò che rimane del nostro folle amore non altro che un bandoneon che s’allontana … Allungando le note su un’aria portegna che risuona malinconica come un lamento … Che fosse questa la parola giusta? addio (!) che accompagna i tui spassi … . . . sull’acciottolato arraballero.
Id: 32960 Data: 08/06/2015 08:23:21
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‘bastioni di pietra’
‘bastioni di pietra’ dalla rupe di scisto il levarsi scheggiati d’alabastro minacciosi ed oscuri s’innalzano nel cielo turbinoso striato di nero di rosso fuoco al tramonto cui chiede vendetta d’una tirranide senza riscatto che d’oltraggio rifulge dentro la tenebrosa notte che i merli trattengono al levarsi dell’alba il tempo fuggitivo s’avvolge schernito nel tremito che ne sgretola la polvere degli anni e ne disvela i massi che il sussulto frastuona impavido a morire domani sarà ancora oggi la notte che l’alba ha svegliato diradando ossessioni di flutti che il mare agitato cerca di carpire antropica volontà di levarsi fin sopra i bastioni di pietra che il tormento dei venti fustiga sbrecciandone i muri dacché paura di tormenta maledizione d’una contrada oscena lascia pendere l’ultimo impiccato ma non ha memoria la pietra porta seco i segni del tempo né il vento d’urla straziate nel levarsi continuo di strali saranno i corvi a mangiargli gli occhi ancor sia fatta sera da 'Feudo di sale', raccolta inedita
Id: 32754 Data: 29/05/2015 00:43:37
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‘il cocchio del sé’
‘il cocchio del sé’ corre filtrati a smemori di luce cavalli scalpitano all’impazzata sollevano polvere argentea d’euforia a sciogliere catene di perplessità corre ad abbracciare teoremi insoluti di giustizia di fede di socialismo di sesso e democrazia che esasperano corre il tuo cocchio aggrappate ad esso palafrenieri le meschine ragioni tengono a briglia . . . per una sosta condizionata da 'Feudo di sale', raccolta inedita
Id: 32694 Data: 26/05/2015 16:44:22
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‘Anam Cara’
‘ANAM CARA’ (forma per dire ‘anima amica’in lingua gaelica)
Anima cara sempre in viaggio nel luogo estremo dove non esiste distanza fra noi e l’eterno rischiara nello splendore della solitudine il nostro cammino interiore come poetica di crescita l’antica saggezza esalta la bellezza dell’invisibile brama cui tendiamo le mani e il petto …
Anima amica accogli nella spiritualità arcana dei sensi il nostro raccolto nel mistero che non ci lascia mai soli affamati di desiderio che nessuna immagine potrà mai placare onde il noto e l’ignoto il temporale e l’eterno quale unico accesso di questo primario e ineludibile senso …
Anima silente fedele all’immagine primaria segno visibile della grazia invisibile specchio inclinato dove vedere e riconoscere l’intimo suffragio dell’amicizia interiore iniziatrice e sovvertitrice della legge segreta della vita dell’universo intero trasfigurazione recondita d’una entità estatica ascosa nell’ignoto nostro essere …
Anima mia rivelazione invocata sublime unità d’un dualismo perfetto che stringe in un unico abbraccio mortale una tormentata separazione segreto del continuo nascere e rinascere dell’amore quale creatività di un’appartenenza relativa e funzionale insieme dello spirito nella morte . . . dietro lucenti superfici sei tenebra e silenzio il vecchio e il nuovo incedere dei miei passi l’incessante potenza del possibile interiore.
Id: 32508 Data: 17/05/2015 15:31:47
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’a cavalieri arpe’
'a cavalieri arpe' cavalli bianchi spronati alla corsa a rincorrere al vento arti schiene criniere entusiastica spinta in avanti gioco di fili a tenere di cavalieri fuggevoli ideali esploratori dell’infinito universo di matematiche sfere a me sconosciute a meta raggiungere arpa a canto ambizioso tendo da "Feudo di sale" (raccolta inedita)
Id: 32350 Data: 08/05/2015 15:24:22
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gotico
'gotico'
cattedrali di pietra tengono a pareti di storia a frastornare cieli cupi bifore trifore ogive vetri istoriati a sollevare echi
offuscano a luce cuspidi vertiginose sospese a puntare indici
statue marmoree a benedire a maledire giganti dell’intelletto tengono al tempo s’ergono a nessun volere col tempo forse crolleranno
da 'Feudo di sale' (raccolta inedita)
Id: 32162 Data: 27/04/2015 07:22:31
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‘eidos / aneidos’ – a Franco Rella
‘eidos / aneidos’
inizio e fine punto d’ogni circonferenza dove la materia prende forma e rinnega se stessa
nella non-forma
dove l’idea occultata nelle intenzioni si ferma dove per contro ciò che non è detto rimane celato
come di cosa informe
che della forma fa esperienza sua sale dal nulla e va alla deriva dell’umana concezione del tutto
infinito luogo d’assenza
dualismo etico-estetico quale paradosso insanabile d’un volere che si fa esperienza di ‘principio filosofico’
presente
che nella forma si esprime quale idea archetipica di bellezza ciò che solo è concesso all’effimero e all’immagine composita
dell’immaginario
quel nulla in cui sempre cerchiamo il tutto ciò ch’è privo di forma e d’idea del volere che si fa esperienza ‘soglia’
da 'Feudo di sale' - (raccolta inedita)
Id: 32049 Data: 21/04/2015 10:27:30
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ferratura
'ferratura'
bulloni d’acciaio nel cranico scaffale s’avvitano a supporti che gli vanno stretti rondelle a colmare esigui spazi d’evasione stempiati prezzari impongono l’utile necessità del gioco delle cose tessere a incastri del tedioso giorno a sera tornano a stridere bulloni forzando la morsa cedendo a scaffali
da 'Feudo di sale' - (raccolta inedita)
Id: 31999 Data: 19/04/2015 09:11:15
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strutturazione
'strutturazione'
ideali sfusi a listelli a incastri tengono verticalismi arditi segmenti infrangibili succedenti a calotte di cristallo a trasparenze di luce abnegazione e incredulità affabulazione vizio vanità sesso e tedio concatenazione e promiscuità strutture nelle strutture
fra relativi sforzi a tenere la debolezza di cedere
(da 'Feudo di sale' raccolta inedita)
Id: 31952 Data: 15/04/2015 18:03:21
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determinazioni
'determinazioni'
e sono un passo un alito un rumore il pensiero il riso il pianto la stanchezza la quiete il dolore abito una casa spaziosa di regalità ariosa di sogni e illusioni amplessi e complessi irrisolti
spesso dietro a maschera felice teatro del disordine nascondo ambizioni avidità delitti e congiure mentali spendo parole senza senso uccido giustizia nelle tasche
a urla a strepiti da inorridire chiudo porte di sentimento di riscatto impietoso e sono uomo tra gli uomini rondella bullone della macchina mangiapersone
da 'Feudo di sale' (raccolta inedita).
Id: 31854 Data: 10/04/2015 04:30:04
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’castello’
'castello' fantasmi a richiamo aprono a trabocchetti infimi di torri audaci cedenti a impalcature nè l’urlo di paura serve a tenerle nè la forza forche gettanti chiamano a distanza visione di penzolanti campane ideali cosparsi d’egoismo serenità impiccatela! tranquillità è già stata impiccata! specchi apatici di saloni immensi ricolmi di vuoto scricchiolio di travi s’abbattono porte in solaio destreggiato di vento gira un arcolaio filatura di vita arde nel camino avanza sul pavimento infrange pareti tendaggi avvolge candelabri d'immaginarie candele che dileguano in fumo carbonizzato il ceppo contorto esaurisce a vita hanno bussato alla porta il signore ha chiamato sospira da 'Feudo di sale' (raccolta inedita)
Id: 31839 Data: 09/04/2015 12:16:21
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’accecato’
'accecato' in una notte che non è la mia grido a essere sola voce libera nel tempo a dire a vibrare a spregiudicare stramaledetta pace dell’anima chiamato d’ansia a morire ripeto l’eco al diapason parole da inorridire (da 'Feudo di sale' raccolta inedita)
Id: 31739 Data: 02/04/2015 22:51:28
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il tiranno
'il tiranno'
si diverte il tiranno schernisce l’imparziale dose delle necessità a procreare altri infiniti tiranni a prendere possesso di feudi assillanti
neon pubblicità auto pubblicità plastica computer
sintetismo linguistico artificiale
plastica plastica plastica computer neon computer auto pubblicità auto
nel contesto quotidiano gioca il tiranno al dominio delle cose scarpe auto ufficio auto ufficio auto pubblicità
televisione radio pubblicità radio televisione radio radio
a combattere il supplizio inferto la contemplazione delle cose astratte
(da 'Feudo di sale' raccolta inedita)
Id: 31529 Data: 23/03/2015 03:19:33
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Il giorno era di pioggia …
Il giorno era di pioggia ... come se la luce emanasse da sotto il manto di nubi fradice d’acqua piovana un riverbero d’opale davanti alla finestra lei chinò il capo facendo una pausa appena percettibile avevo imparato ad apprezzare la sua espressione liquida poi sussurrò qualcosa non sapevo che dire e rimasi in silenzio persino le sue parole mi parvero senza colore uscì dalla stanza e dalla mia vita con leggerezza così come vi era entrata mi distesi sul letto coi vestiti addosso ero provato dall’incertezza zuppo fradicio di parole non dette mi addormentai alle prime luci dell’alba al risveglio il cielo si distendeva lucido la pioggia scandiva il timore di affrontare il passato nel battito del cuore il peso di chiudere i conti di una vita . . . nelle parole mute l’andare silente verso un destino che non conosce riscatto
Id: 31506 Data: 21/03/2015 14:17:27
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’il piano parallelo’
'il piano parallelo' i pensieri e le idee tiene legati a se l’utopia dei molti a formulare costrutti e amplessi di ferrate argomentazioni l’uomo strutturale filosofo nel tempo riporta il piano parallelo a verità cosmica a sollevare ciò ch’è inferiore a sé ad abbassare ciò che lo sovrasta (da "Feudo di Sale" raccolta inedita)
Id: 31411 Data: 17/03/2015 05:23:29
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’defraudato’
'defraudato' riposa il guerriero disteso sul letto a battaglia esausto vinto a vincitore a carni percosse a disciolte giunture geme al suo fianco ferito nemico affamato defraudato a sostanza d’illegittimo seme da "Feudo di sale" (raccolta inedita)
Id: 31166 Data: 10/03/2015 05:06:30
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i pupazzi della mia ragione
'i pupazzi della mia ragione'
che ti proclami ambizioso spronato a tutto a sventolare bandiere pronto sul campo sopra ogni campo di battaglia ad urlare il tuo grido avanti! a conquista avanza a conquista indietreggia vinto a vincitore guerriero di me a seguire cavallo impavido impazzito di vento e il crine all’aura e zoccoli alla terra a narici avida spuma a labbra sete di sangue al petto battito irrompente ambizione avanti! avanti!
cavalli pazzi guerrieri straordinari senza posa pupazzi della mia ragione a guerreggiare nelle notti insonni nei bicchieri vuoti fra le coperte del letto nel gioco di luci ed ombre a sventolare bandiere stravaganti per una guerra a morte di nobili cavalieri
(da 'Feudo di Sale' raccolta inedita)
Id: 30982 Data: 03/03/2015 15:48:01
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trono del nulla
'trono del nulla'
ascesa forzata dell’intimo volere ideali solidificati a crinature di vetro stalattiti negli occhi stanchi a scrutare costruzioni impossibili dell’io immaginario
il re assiso sul trono trascina con se un destino non suo
visione di rocche poderose di mura insormontabili cavalieri armati fedeli all’ambizione tengono una battaglia antica a difesa di un feudo di sale
da 'Feudo di sale' (raccolta inedita)
Id: 30870 Data: 27/02/2015 08:00:01
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’sovrastrutture’
'sovrastrutture' fondamenta a sorreggere pareti bugnate d’una segreta stanza ricca ad oltranza d’agili scarabei sovrastrutture impossibili d’un cornicione troppo sporgente tele d’argento di ragni chiuse le porte ferrate geloso trattiene a sé poeta stanco scarabei d’oro e d’orgoglio logorio di pilastri sul fondo d'impalcature a cedere nello sforzo a tenere frantumazione d’ideali la testa si stacca dal corpo cade sui piedi e li schiaccia da "Feudo di sale" (raccolta inedita)
Id: 30768 Data: 24/02/2015 05:16:47
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’potere’
'potere' orda mecenate chiamata a raduno occupa la rocca più alta sopra le spalle l’alto monte cristalli azzurri degli occhi a infrangersi folti steli biondi e neri tramano ragnatele scale porte finestre ponte levatoio rigurgitante d’avida sete Sua Maestà da solo a sbranare necessari vassalli incatenati nessuno accorre nessuno nessuno si fa difensore Sua Maestà inghiotte carogne morte d’inedia evviva Sua Maestà evviva! alla rocca s’ammaina bandiera orda feroce esce necessariamente e scorazza non suoni di trombe né di tamburi urla implacabili di Sua Maestà altre rocche altre carogne non leale battaglia sul campo distruzione stupro! violenza! l’orda abbatte torri d’ideali rocche di speranza calpesta germi di spiriti eletti le mani insozzate di sangue ride volgare Sua Maestà fa il giro dei saloni vuoti specchi d’argento macchiati di fiele lacera carni putride a brandelli alla finestra cristalli azzurri degli occhi s’infrangono a follia sazia la sete s’affaccia quinto elemento il tiranno potere leva alta la voce orda malvagia chiamata a raduno libidine al cervello lo acclama: . . . evviva Sua Maestà evviva! A morte Sua Maesta! A morte! da "Feudo di sale" (raccolta inedita)
Id: 30588 Data: 17/02/2015 07:42:06
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Memory of Skin
MEMORY OF SKIN
It is the memory of you that it binds me tonight Under this emaciated moon What she clutches my broken heart. It sprinkles of a bitter saliva The lips of pomegranate What desire of my kisses they were. The language that audacious it was penetrated In the intimacy of your proud nature Of woman. The maternal perfume of fragrant lover It befriends hostile of my sleepless nights In which got drunk me of you. Now I confess only this desire Hidden that I have of you Met in an emaciated night. How lost I was me inside the dawn Of the dreams of a burnt youth Without ransom. What pardon worth me from you, perhaps To have you beloved without reservedness More than my same life. Drowning the feeling of yours Naturalness of woman in the liquid desire of my greed. Yes, I confess It is the desire of you that it torments me Under this emaciated moon. The memory of your skin Delicate and soft velvet Of your shining breasts. How hills and valleys flooded by the sun Your thighs in the fragrant scent Of when I felt you come. And I catch me to look for In your eyes the rest of mine inside your silence. I wait for one gesture of yours an attended cruel it will be still tomorrow your fool pride To whip my crazy desire. Yes, I confess, and I already feel the flow of the blood To wind anchors me the senses that get excited in the shade To complain moments of intimacy. It preserves memory the skin Perfume of erotic effusions Overlaps, penetrations, separations. Miserable excitements of loneliness In the call of a solitary erection Coition sudden drop on the quilt of the bed… And it bathes it.
HA MEMORIA LA PELLE
È il ricordo di te che m’avvince stanotte Sotto questa luna emaciata Che abbranca il mio cuore spezzato. Cosparge d’una saliva amara Le labbra di melograno Ch’erano desiderio dei miei baci. La lingua che audace s’addentrava Nell’intimità della tua orgogliosa natura Di donna. Il profumo materno di amante odorosa Amica nemica delle mie notti insonni In cui m’ubriacavo di te. Solo adesso confesso questo desiderio Nascosto che ho di te Incontrata in una notte emaciata. Che perduto m’ero dentro l’aurora Dei sogni d’una gioventù bruciata Senza riscatto. Quale perdono merito io da te, forse D’averti amato senza ritegno Più della mia stessa vita. Affogando il sentimento della tua Naturalezza di donna nel desiderio liquido della mia brama. Sì, confesso È il desiderio di te che mi tormenta Sotto questa luna emaciata. Il ricordo della tua pelle Il soffice velluto delicato e soffice Dei tuoi seni lucenti. Come colline e valli inondate dal sole Le tue cosce nell’effluvio odoroso Di quando ti sentivo venire. E mi sorprendo a cercare Nei tuoi occhi il riposo dei miei dentro il tuo silenzio. Aspetto un tuo gesto un’attesa crudele domani sarà ancora il tuo stupido orgoglio A frustare la mia matta voglia. Confesso, e già sento il flusso del sangue Avvolgermi ancora i sensi che s’agitano nell’ombra A reclamare momenti d’intimità. Conserva memoria la pelle Profumo di effusioni erotiche Sovrapposizioni, penetrazioni, distacchi. Misere eccitazioni di solitudine Nel richiamo di un’erezione solitaria Coito repentino gocciola sulla trapunta del letto … E la bagna.
Id: 29896 Data: 18/01/2015 11:50:10
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sopra le foglie
'sopra le foglie'
chiuse fra le pagine bianche del mio quaderno voi che un tempo gridaste al passero al prato al vento adesso state zitte ed ascoltate
voi che gridaste aiuto quando al nuovo dì ‘l passante vi calpestava a me che vi ho raccolto e portate in casa mia voi portate solo malinconia
eppur vi amo piccole foglie frali che al sol toccarvi già mi duole e tremo sopra le pagine dei ricordi
così cammino lungo il viale del tempo e in sul mattino penso che sul più bello anche l’uccello muore sopra il ramo e voi vivete fra le pagine bianche
del mio quaderno lontano
(da ‘Carte sparse e dimenticate’ 1970 – 1980)
Id: 29537 Data: 28/12/2014 03:22:09
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UNA DONNA - a Carla Fracci
Coinvolgendo il Cielo.
Io tacerò, per rimirarti ancora pallida e radiosa amante che t’involi sulle due punte verso quel cielo che la musica dei tuoi passi silenziosi e scaltri rende sublime. Io tacerò, che rincorrerti anelo per le antiche scale di quel maniero che ti vide una sera -or son passati gli anni- in quel di Verona del Ponte scaligero attraversar gli spalti. Io tacerò, per ascoltare ancora il vento dei tuoi passaggi sulla cortina merlata della muraria cinta del Castello e uno ad uno conterò gli istanti che in fin ti condussero all’Arena. Io tacerò, d’averti vista scalza e scarmigliata danzare sopra un tavolaccio ruvido e legnoso un appassionato ‘bolero’ degno di un focoso amante. Io tacerò, quel che dei danzatori fu il corale affanno l’afflato della luna e delle lontane stelle del pubblico il respiro che nella danza s’involse ed inebriò l’amante. Sì, io tacerò, ma invano dunque del trionfo dell’arte che della musica e la danza s’avvalora e del movimento arcano delle sfere onde s’avvia festosa coinvolgendo il cielo.
Id: 29133 Data: 03/12/2014 12:21:33
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reflections / riflessioni
'reflections / riflessioni'
- reflections… by the Sea
a drop of (ink) blue and it immediately is sea-so that reflections of increasing waters narrative movement-memory silence taken back break space of listening-song of liberty that spreads reminiscences and revivals i- circles that they expand him for a reflection on her-life - reflections… by the Wind a light puff and to be air-wind dance and movement determination of the music-spirit creative of a profit-sharing melodic and spirituality-aleatory seduction transport trap meeting / clash of tones - quid intensity of vibrations how sounds of a great score-musical - reflections… by the Clouds wild orchestration of the clouds introduction expansion explosion-movement of bodies in the dance emotional impact of a narration-ferment conceptual of narrative spaces horizontality and vertical - choreographies animation and phobias neurosis of the time that crosses-cosmographies spatial of spheres in motion liquid barter of a possible - creation - reflections… by the Shadows a point marked by the index a dark panel in the light-shade place of meeting of looks I lost in the mirror-loneliness to burst out of a nonexistent reality of hidden colors-chaos of a feeling that lies in the most delicate and morbid shades-tendency to the shade of motions admixture of human ingredients - mixture of events
'riflessioni - riflessioni … vicino sul Mare una goccia di (inchiostro) blu ed è subito mare - così è riflessi d'acque in aumento movimenti narrativi - memoria silenzio ripresa interruzione spazi da ascoltare - canzone di libertà che si espande reminiscenze e revival - cerchi che s'espandono per una riflessione su di lei - la vita - riflessioni … sul Vento un soffio leggero ed essere aria - vento danza e movimento determinazione della musica - spirito creativo di una compartecipazione melodica e spirituale - aleatoria trasporto e seduzione incontro / scontro di toni - quid intensità di vibrazioni come note di un andante - musicale - riflessioni … sulle Nuvole orchestrazione selvaggia delle nubi introduzione esplosione espansione di - movimento di corpi nella danza impatto emotivo di una narrazione - fermento concettuale di spazi narrativi orizzontalità e verticalità - coreografie animazione e fobie nevrosi del tempo che attraversiamo - cosmografie spazialmovimento di sfere nello spazio permuta liquida di una possibile - creazione - riflessioni … sulle Ombre un punto marcato dall'indice un pannello scuro nella luce - ombra luogo di incontro di occhiate perse nello specchio - solitudine lasciate fuori di una realtà inesistente di colori ignoti - caos sentimento che giace nelle ombre più delicate e morbide - tendenza ombra di moti mescolanza di ingredienti umani - mistura di eventi
Id: 28916 Data: 24/11/2014 07:59:53
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UNA DONNA - ad Amalia Rodriguez
'..una donna' uno scialle nero sulle spalle che s'agita alla brezza dell'Oceano ..i capelli neri scomposti dal vento un volto aperto ammirevole uno sguardo lontano ..una voce il fragore dell’onde contro la scogliera il palpito del cuore ..negli spazi liberi di un volo di gabbiani lo sbattere dell’ali nell’affanno del volo ..una voce un assolo d’amore il crepitio del fuoco ..l’incendio che avvampa di passione il tremolio d’ogni tramonto e d’ogni primavera nel bosco della vita ..una donna rapita dal ‘fado’ che avvolge l’esistenza nelle storie di sempre ..una voce, un incantesimo. (da 'Carte sparse e dimenticate' 1974)
Id: 28596 Data: 11/11/2014 12:05:03
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Hacia la libertad.. tango por los desaparecidos.
Dedico este escrito a todos aquellos pueblos y a los amigos latinoamericanos que sufren hoy todavía la opresión de una dictadura que les niega la libertad de expresión cultural en la total indiferencia del Papel de los Derechos a la humanidad.
'Hacia la libertad'.. tango por los 'desaparecidos.' ¡Jamás, mi Madres, que no ocurra jamás! Qué lloréis para la muerte de vuestros hijos De los difuntos Aquéllos hijos que han luchado y que todavía luchan Por un justo vivir ¡Por la libertad! La tierra les reclama a las Madres que lloran Qué llaman con su nombre Las almas de los hijos Qué vocean por su vida Qué gritan a las nuevas generaciones la amarga verdad A los niños natos sin padre Sin futuro Cuyo nadie dice pena que los 'desaparecidos' En los muchos Plaza de Majo de la latina América Han tenido que sufrir y todavía sufren ¡Jamás, mi Madres, que no ocurra jamás! Qué tengáis que testimoniar con mucha amargura La incertidumbre e indefinido ánimo Del ustedes apenas caminar hacia el futuro Qué tengáis que reclamar más allá de la mística desacralizadora Los cuerpos de cuánto han muerto ¡Caídos por la libertad! Jamás Madres míos que la sangre derramada queda insepulta Dentro de este 'tango de muerte' que vaga más allá de las notas De una guitarra que se queja Dentro del silencio y las mentiras del poder Ni bajo el látigo del dictador que impone su voluntad Qué por cuanto un tirano usas su ferocidad nunca su injusticia se alineará con la justicia de Dios. El que nos ha hecho inequívocamente iguales hermanos de los hermanos ¡Para vivir todo en libertad!
Dedico questo scritto a tutti quei popoli e agli amici latinoamericani che ancora oggi soffrono l'oppressione di una dittatura che nega loro la libertà di espressione culturale nella totale indifferenza della Carta dei Diritti dell'umanità.
'Verso la libertà' ..tango per i 'desaparecidos'. Mai più, Madri mie, che non accada mai più! Che piangiate per la morte dei vostri figli Degli scomparsi Quei figli che hanno lottato e che lottano ancora Per un giusto vivere Per la libertà! La terra reclama alle Madri che piangono Che chiamano col loro nome Le anime dei figli Che strepitano per la loro vita Che gridano alle nuove generazioni l'amara verità Ai bambini nati senza padre Senza futuro Cui nessuno dice della pena che i 'desaparecidos' Nelle molte Plaza de Majo della Latino America Hanno dovuto soffrire e soffrono ancora Mai più, Madri mie, che non accada mai più! Che dobbiate testimoniare con tanta amarezza L'incerto e indefinito coraggio Del loro camminare a stento verso il futuro Che dobbiate reclamare oltre la mistica dissacrante I corpi di quanti sono morti Caduti per la libertà! Mai più Madri mie che il sangue versato resti insepolto Entro questo 'tango di morte' che vaga oltre le note Di una chitarra che si lagna Dentro il silenzio e le bugie del potere Né sotto la sferza del dittatore che impone la sua volontà Che per quanto un tiranno usi la sua ferocia la sua ingiustizia mai s'allineerà con la giustizia di Dio. Colui che ci ha fatti inequivocabilmente uguali fratelli dei fratelli Per vivere tutti in libertà!
Id: 28433 Data: 04/11/2014 07:41:55
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EL CHOCLO... - tango
El Choclo de los Pajaros Perdido – tango ¡Tabernero del vino! Y que sea de aquel bueno por el Compadrito que tiene quemazón. Y tú fanfarrón toca el violón y no desgarra una milonghita porteña arrabalera. Y tú Nina de rosa canta un habanera por el Compadrito que sin padece tiene. Y tú Morena baila sedúcelo con la pasión y la sensualidad que sayas. Qué el Compadrito nostalgia tiene já qué de cuando ha dejado el Sur le llora el corazón. Y tú hombre del bandoneon silente ataca una 'variante' que repicas melodiosa. Qué el Compadrito ofrece que beber a quién lo pregunta. ¡Tabernero del vino! Y que sea de aquel bueno qué llega dalla Pampa Argentina. Y tú gaucho de milonga enseña los pasos del canyengue que has aprendido. Qué el Compadrito pueda elegir quién quiere entre los patanes de harrabal. Y desenfunda tu cuchillo guapo en el desafiar de este tango con Miguel. Como dos amantes que en este milonga tanghera se atan estrecho uno al otro y sin embargo se odian. En el 'preludio' del amor que desata en la muerte los pasos listos sobre el entablado de esta Tasca. Qué el Compadrito pregunta arrogancia de guapo y mucho dinero paga a quien tiene de ello. Y tú chico mío que creces harrabalero hunde el cuchillo en el cuerpo de Miguel. Si de veras deseas a esta vida qué ahora el Compadrito ofrece al aquél. Y tú bandoneonista de calle toca la música buena y maldita. Qué al Compadrito pueda arrancarle el alma hasta a ahogarle los latidos. Cómo bandada de pájaros perdidos qué sacuden en desorden en la garganta. . . . Y tú Morena baila… Y tú Nina canta… Y tú violòn repica… ¡Tabernero pronto del otro vino! Y que sea de aquel bueno de la Pampa el vino bueno de la Pampa Argentina. All’Osteria de Los Pajaros Perdido – tango Oste del vino! E che sia di quello buono per il Compadrito che tiene arsura. E tu sbruffone tocca la viola e suona una milonga porteña arrabalera. E tu Nina de rosa canta una habanera per il Compadrito che tien pena. E tu Morena balla seducilo con la passione e la sensualità che sai. Che il Compadrito tiene nostalgia di chi ha lasciato il Sud e gli reprime il cuore. E tu uomo dal bandoneon silente attacca una ‘variante’ che risuoni melodiosa. Che il Compadrito offre da bere a chi ne chiede Oste del vino! E che sia di quello buono che viene dalla Pampa. E tu gaucho de milonga mostra i passi del canyengue che hai imparato. Che il Compadrito possa scegliere chi vuole fra i tangheri di harrabal. E mostra il tuo coltello guappo nello duellar di questo tango con Miguel. Come due amanti che nella milonga tanghera s’allacciano stretti uno all’altro eppur si odiano. Nel ‘preludio’ che l’amore scolora nella morte sostieni i passi scalpitanti sul tavolaccio d’Osteria. Che il Compadrito chiede arroganza di guapo e molto denaro paga a chi ne ha. E tu ragazzo mio che cresci harrabalero affonda il coltello nel corpo di Miguel. Se davvero brami a questa vita che il Compadrito adesso offre a te. E tu bandoneonista di strada suona la musica buona e maledetta. Che al Compadrito possa strappargli l’anima fino ad affogargli i battiti del cuore. Come stormo d’uccelli smarriti che sbattono alla rinfusa nella gola. . . . E tu Morena balla … E tu Nina canta … E tu violón risuona … Oste presto dell’altro vino! E che sia di quello buono della Pampa Di quello assai buono della Pampa Argentina.
Id: 28376 Data: 01/11/2014 06:57:15
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’de-strutturazione’
'de-strutturazione' ideali sfusi a listelli a incastri tengono verticalismi arditi segmenti infrangibili succedenti a calotte di cristallo a trasparenze di luce abnegazione e incredulità affabulazione vizio vanità sesso e tedio concatenazione e promiscuità strutture nelle strutture fra relativi sforzi a tenere la debolezza di cedere da "Feudo di sale" (raccolta inedita)
Id: 28162 Data: 22/10/2014 15:19:54
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Tao del Corpo
TAO DEL CORPO essenza / relatività / scambio / osmosi (Nella filosofia taoista tradizionale cinese, il Tao ha come funzione fondamentale quella di rappresentare l'universo che all'inizio del tempo era in un stato chiamato Wu Chi ( = assenza di differenziazioni/assenza di polarità). Unione di corpi generatività come nell’amore la speranza e la promessa in un unico corpo mascolino / femminino assimilazione dell’assoluto finito nell'incanto e nello splendore né principio né fine dell'eterno impertetto mortale avvenenza e fascino magnificenza del sublime sovrumano eccelso e profano corrispondenza di compenetrazioni l’uno e l’altra nell’uno corporale irraggiamento del plettro solare solstizio ed equinozio del giorno nella notte luce che penetra nel buio e la feconda dimensione dell’istante presente indugio e transito sollecitudine dello scaturire del moto nell'amplesso generoso occultato permanenza e dimora di seme fecondato ‘vita liquida’ portata generativa della promessa iniziale sentimento che si trasforma in amore futuro obbligato disvelarsi di sessualità autentica come unica dimensione dell’istante impegno che apre a promessa di 'passione' sublime a eterna schiavitù che soffoca la libertà corpo dell’uno/a sollecitudini dell’altro/a per uno scontro che sa di disfatta o forse di trionfo dimensione di una bellezza 'altra' colloquio di un corpo a corpo rigenerativo condizione esistenziale per una presa di coscienza incondizionata e definitiva di un nuovo inizio di coerenza deferente della promessa iniziale speranza fragile e preziosa contingente del presente della diversità individuale coerente pur nell'incoerenza dell'esaltazione naturale potere e dovere / mutamento e identità snaturata del corpo che non contraddice il compimento dell' 'emancipazione' particolare nessun ‘tradimento’ generatività costitutiva della volontà che non può essere delusa in quanto trasfigurazione di caducità eventuale . . . costruzione di un ‘se’ corporeo (im)possibile nella spiritualità suprema che si vuole perseguire (che per definizione è riconducibile solo a Dio).
Id: 27608 Data: 24/09/2014 22:06:26
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’Recercare’ 1 - 2 - 3
Recercare 1 (Nella sua più comune interpretazione si riferisce a una forma antica di diversi tipi di composizione musicale. Il fatto che un compositore chiamasse una composizione strumentale 'recercare' era chiaramente non questione di classificazione rigida ma una libera forma di variazione.) Come le nuvole appartengono al cielo così le onde sono del mare … solo la terra prestata agli umani s’avvale dell’aura del Creato … che mai sarà nostra se il canto non si farà Coro se il Coro unanime non diverrà Sinfonia … apostasia di quell’amore che pure inneggia alla vita … affinché l’ 'altro' divenga ‘scelta’ e sia ritrovato il tempo edenico perduto. Recercare 2 Suona strano il rombo del tuono che insorge a ciel sereno … a rammentare la fragilità costante in cui la notte si perde nel giorno avverato … e quel risveglio improvviso oltre il sonno che il sogno non cancella nel ricordo … ma che enfatizza entro l’epifanica volontà di tornare ad essere ciò che forse è stato … ciò che supera l'eventualità di elevarsi alla stregua di quel Divino che in noi s'avalla. Recercare 3 È allora che la trasparenza dell’aere s’avvale della possibilità che pur c’è data … di liberare ciò che di fittizio ha nome ‘libero arbitrio’ … fuori del pentagramma della creazione e che riporta alla melodia di fondo … ma è l’anima del vento cosmico a smuovere il canto delle nuvole e delle maree … che avvolge e tempra ogni cosa intorno e che rinnova costante il moto delle sfere . . . col dare ai fiati l’afflato necessario al suono alle corde la vibratile risonanza della luce … alle percussioni il ritmo danzante della vita che pulsa.
Id: 26931 Data: 18/08/2014 06:42:32
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’Squarci di Cielo’
'Squarci di Cielo' Come somigliano a stralci di poesie quegli squarci di cielo azzurri che al diradarsi del buio sembrano spalancare momenti di un'alba ritrovata allorché gabbiani lunghi al volo inseguono la linea marcata dell’orizzonte e quella vela bianca rigonfia di vento come assomigliano alla rinnovata speranza del domani … e quelle nuvole astanti allineate sulla scena di fondo sospese come volute di panna e caramello che pure tengono alla luce che s’indora nell’ora del mattino prima del levar del sole quando già s’apre al risveglio la palpebra stanca nel sogno avverato d’esser tornati alla vita … quasi che l’acqua del mare s’intorbida a sprazzi e ad altri lascia spiare il buio delle sue profondità ove acquattate sul fondo giacciono dormienti le deità marine che gli occhi splendenti di salsedine riflettono di lacrime vive a proseguire la grande corsa dell’onde sulla sabbia prima di dover morire.
Id: 26756 Data: 02/08/2014 06:29:49
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’PANTA REI’ Aura, Alos, Chakra
PANTA REI (Aura, Alos, Chakra) Bright emanation that is embodied in the conclusive being from the spaces of primordial loneliness that it pushes him inside the present courtly of the exegesis archetype lavishes (alos) for a metamorphosis of the marvelous one that all runs over the spellbound world of the fable of the legend and of the myth inside an existence lived in which ‘all stirs and nothing stays firm' (panta rei) whence the becoming is contrasted to the being for a dynamic excess what it springs in thin energy as of invisible vortex what a wheel (chakra) from the center of the conscience to the elements of the subject that give place to the colors of the imaginary one to the perfumes that inebriate the ephemeral bodies of the reality to the deep harmony of the sounds from which the voice raises him in the song to the light that makes to wave the (aura) in the shine of the skies of which the love of the human ones is dressed again inside the apparent reality only of the unknowable and inexorable one perpetual becoming of the change. TUTTO SCORRE (Aura, Alos, Chakra) Emanazione luminosa che si concreta nell’essere determinato dagli spazi di solitudine primordiale che si spinge dentro il presente aulico dell’esegesi archetipica profonda (alos) per una metamorfosi del meraviglioso che tutto investe il mondo incantato della fiaba della leggenda e del mito all’interno dell'esistenza vissuta in cui ‘tutto si muove e nulla resta fermo’ (panta rei) onde il divenire si contrappone all’essere per un eccesso dinamico che scaturisce in energia sottile come di vortice invisibile che ruota (chakra) dal centro della coscienza agli elementi materici che danno luogo ai colori dell’immaginario ai profumi che inebriano i corpi effimeri del reale all’armonia profonda dei suoni da cui si leva la voce nel canto alla luce che fa vibrare l’(aura) nello splendore dei cieli di cui si riveste l’amore degli umani dentro la realtà solo apparente dell’inconoscibile e inesorabile divenire perpetuo del mutamento.
Id: 26650 Data: 24/07/2014 21:56:59
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CLOWNERIE 2 ’Altre piccole storie di clown’
CLOWNERIE / 2 (Altre Piccole Storie di Clown) La Giostra. Entra il piccolo Clown al centro della pista con una piccola giostra colorata nelle mani mentre il carillon avvia una musica arcana che tutta risuona sotto il tendone illuminato appena … Girano i cavallucci bianchi e neri, fulvi e pezzati con le belle criniere scomposte dal vento che sembra soffi ma che in realtà non c’è, e girano e girano e vanno senza posa sul filo armonioso della melodia … L’effetto è costante nella sua magia e il piccolo Clown si gira e rigira estasiato mostrando alla folta platea il suo giocattolino che s’illumina ed espande raggi di luce azzurrata … Uno schiocco di frusta e via una nuvola di polvere blu si leva a nascondere il piccolo Clown agli occhioni abbagliati degli astanti mentre i cavallucci già scalpitano, scalpitano allegri … E sul tempo della musica che accelera vanno e girano e rigirano tutt’attorno alla pista senza posa fino a che presi nel vortice del tempo lesti s’involano sotto la volta stellata. I Musicisti. L’organetto risuona scordato e la tromba smorzata quando entra il direttore di scena e riprende i due Clown che finendo di sentire ciò ch’egli dice fanno col capo di sì continuando ostinati a fracassare i timpani della platea. C’è chi fischia, chi ride e chi incredulo assiste alla messinscena e chi reclama di fare silenzio con un ripetuto ‘sssit’ ma a quel suono il più anziano dei due si preme una mano sulla patta dei pantaloni come a cercare qualcosa. Che ovviamente non trova mentre con strepito di piedi s’agita correndo in qua e in la in cerca di dove fare pipì quando il più giovane dei due gli suggerisce all'orecchio di farla senza darlo a vedere nel cono della sua tromba. Di tutta risposta il più anziano dei due risponde deciso ‘sei fuori piuttosto non suono!’ quand’ecco il direttore di scena ritorna e con gesto ben fermo sull’orologio da polso li invita a iniziare a suonare e se ne va. I due Clown perplessi non sanno cosa fare cosicché l’uno dice all’altro di far presto quand’anche non potendo la fa nel cono della tromba con rumore chiassoso di sassi e carabattole. Ben presto ritorna il direttore di scena che 'nvita ad uscire ma i due improvvisano all’uopo una musica scoppiettante di molti strumenti con trombe e bombarde flauti e organetti e di coriandoli multicolori un'esplosione per rallegrar la festa.
Id: 26475 Data: 11/07/2014 18:02:29
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IGNACIO, milonga sin palabras
Ignacio … – milonga sin palabra posado el vaso de quilnes toca el bandonéon con los ojos cerrados como a retener la música con las mangas enrolladas de la camisa blanca y el cigarrillo que cuelga encendida entre los labios qué se consume como su vida entre el dolor y la melancolía del amor que se a tenido adentro… 'Sangre, hombre'! - dice Ignacio con un susurro profundo e intenso todavía empujando más rápido sobre las teclas del bandonéon qué invitan a su patán que está en si a cruzar los pasos sobre la madera consumado de la milonga en la espera de Consuelo … ".. adoro sus hombros sutiles, sus brazos ligeros alrededor del cuello, así frágil, así indefensas cada centímetro de su cuerpo; .. adoro estas manos de los dedos elegantes que buscan mi cuerpo, aquellos ojos que escudriñan mis ojos en la quietud del amor"… 'Sangre, hombre!' - Ignacio repite como por un mágico hechizo que ahuyenta el instante infinito e intenso como la eternidad hasta tocar la unicidad de la esencia de su amor 'porqué tus venas tienen sangre de bandoneon una milonga sin palabras amigo': .. adoro su seno tímido y perfecto, sus piernas armoniosas entre las que me pierdo confiado su vientre que no conoce infierno ... adoro el tango amisto, porque el tango es alegría y melancolía, dolor y felicidad, posesión, silencio y olvido; porque tango es morir que se pierde en el polvo del tiempo"… 'Sangre, hombre!' - Ignacio remacha llevando a la boca el vaso de quilnes amargo como la hiel en la milonga solitaria con las mesas pequeñas y redondas y las sillas alrededor de la pista vacía qué nadie esta noche lustrará ... y desgarrando del bandonéon el sonido.
Ignacio … - milonga senza parole posato il bicchiere di quilnes toca il bandonéon con gli occhi serrati come a trattener la musica le maniche arrotolate della camicia bianca e la sigaretta che pende accesa tra le labbra che si consuma come la sua vita tra il dolore e la malinconia d’amore che si porta dentro … 'Sangre, hombre!' - dice Ignacio con un sussurro profondo e intenso spingendo ancor più spedito sui tasti del bandonéon che invitan il tanghero che è in sé a incrociare i passi sul legno consumato de la milonga nell'infinita attesa di Consuelo … "..adoro le sue spalle sottili, le sue braccia leggere intorno al collo, così fragili, così indifese ogni centimetro del suo corpo; ..adoro queste mani dalle dita eleganti che cercano il mio corpo, quegli occhi che scrutano i miei occhi nella quiete dell'amore …" 'Sangre, hombre!' - ripete Ignacio come per un magico incantesimo che fuga l'attimo infinito e intenso come l'eternità fino a toccare l'unicità dell'essenza del suo amore 'porqué tus venas tienen sangre de bandonéon una milonga sin palabras amigo': " ..adoro il suo seno timido e perfetto, le sue gambe armoniose tra le quali mi perdo fiducioso il suo ventre che non conosce inferno ...adoro il tango amico, perché il tango è allegria e malinconia, dolore e felicità, possesso, silenzio e oblio tango è morte che si perde nella polvere del tempo …" 'Sangre, hombre!' - ribadisce Ignacio portando alla bocca il bicchiere di quilnes amara come il fiele nella milonga solitaria coi piccoli tavoli rotondi e le sedie intorno alla pista vuota che nessuno questa notte lustrerà ... desgarrando del bandonéon il suono.
Id: 26134 Data: 16/06/2014 09:27:24
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’Maestrale’
Maestrale ..e ascolto trepido il giungere del vento quando a maree spiegate le vele m’allontano da porto sicuro ..quando ad ali di gabbiani imberbi la spinta audace fa spiccare il volo verso gli spazi immensi dell’orizzonte estremo ..quando fuggevole viene meno alla presa da sembrare che si fermi il tempo e che lo spirito del viaggio vada alla deriva ..è allora che come un relitto che giace nel ricordo d’un qualcosa ch’è stato vago solitario nell’attesa d’una speranza che mai s’avvera ..eppure basta un soffio un alito un respiro sommesso per ritrovare l’afflato quasi che la voce dell’onda improvvisa si trasformi in canto ..è allora che torno ad essere sparviero e spiegate le vele al maestrale vento mi spingo oltre la meta ambita e al mare rigetto la sfida.. per una stramaledetta voglia d’avventura.
Id: 25805 Data: 23/05/2014 12:38:22
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Brothers sad night mine.
Brothers (sad night mine) You forgive if the voice trembles me in to tell you what I tell you if I hardly succeed in finding the words what they allow me to go on and you excuse if I don't leave you a best world as I would have liked that was as you would like that it was. Believe me few things in the great sketch of the life the men are left to despite the good wish that I have put you in to assure you one some coherence what not always the things they succeed as we would like or perhaps as you would like that it was. For this and so much other anchor not ever felt you alone neither abandoned even if you will have to labor for conquering a place in this unknown world in which today goings penetrating what other is not given. Even if in to face with work and superhuman appointment you will finally have to fight to get that that only yours “liberty” and the justice you can give. Neither the love can make limit in the mutual respect to make to be worth other people's reasons side beside how much with affection they reciprocate also for this I make you gift of truthful promise what it doesn't know limit or expiration what it doesn't know age. And still more the voice trembles me in to tell you what in the good and in the evil this life we have to live it until after all without asking nothing or perhaps to pretend everything to live is that it right of each as I would have liked that was or perhaps as you would like that it was. . . . And the voice already comes me less in to tell you what I tell you: "bitter a great deal it is the truth, as much as it is beautiful way of living the life! " what some silence is already satisfied the word.
Id: 25483 Data: 30/04/2014 09:41:14
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Tango Sueño - tango
Tango Sueño - tango Y me despierto en un sueño qué me habla de ti del sabor de tus besos de los legados amorosos de tu piel sobre la mía . . . un fermento que hace me hace volar alto hacia cielos abiertos sin fin dónde más se abre mi corazón en el deseo de ti de tus labios adidos al pecado . . . y me sorprendo a buscarte en la cama colmada de mis tormentos cuál retortijones de amor que azotan la loca gana que ti tengo de de tus abrazos apasionados . . . en el caliente efluvio de la noche siento el acuerdo de la vida que pulsa palabras que el silencio sugiere al amor un idilio que siento nacerme en mí qué me sorprende y coge . . . sumergido en la oscuridad me yergo silencioso casi a deseo ser querido la extraña gana de todavía sentir el fluido tu arcano y puro qué me cuela encima . . . y aquí tu cuerpo junto al mío un incendio de pegajosas lenguas envolverme como de voluptuosa santateresa que emana una señal líquida que me ataca . . . un tango sueño qué me atormenta y tortura inexorablemente a rabia atada oy digo qué he sido loco loco quizás a no tenerte querido.
Tango Sueño - tango
E mi risveglio in un sogno che mi parla di te del sapore dei tuoi baci dei lasciti amorosi della tua pelle sulla mia . . . un fermento che mi fa volare alto verso cieli aperti senza fine dove più si spalanca il mio cuore nel desiderio di te delle tua labbra adite al peccato . . . e mi sorprendo a cercarti nel letto colmo dei miei tormenti sono spasimi d’amore che frustano la matta voglia che ho di te dei tuoi abbracci appassionati . . . nel caldo effluvio della notte sento l’accordo della vita che pulsa parole che il silenzio suggerisce all’amore un idillio che sento nascere in me che mi sorprende e coglie . . . immerso nel buio m’ergo silenzioso a volerti amare quasi a voler essere amato la strana voglia che mi fa sentire ancora il fluido tuo arcano e puro . . . ed ècco il corpo tuo accanto al mio un incendio di vischiose lingue avvolgermi come di voluttuosa mantide che emana un sentore liquido che m’assale . . . un tango sueño che mi tormenta e strazia inesorabilmente se a rabbia legato oggi dico che sono stato pazzo pazzo forse a non averti amato.
Id: 25299 Data: 14/04/2014 16:48:28
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Come un respiro ...#poesiapoeti
Come un respiro … l’alito di vento che viene a derubarmi delle mie foglie gialle, le ultime rimaste d’un inverno senza colori che ha cancellato i miti e i riti d’una primavera che stento a riconoscere mia. E non posso farci niente lascio che mi derubi, anzi voglio che mi frodi che mi strazi l’anima quello strapparmi dai rami e gettarmi a terra nel fango dentro i fossi negli acquitrini d’una volontà non mia. Così come quel sospingermi in mezzo all’altrui gente, amata eppur biasimata così prossima al vortice della doppiezza che al dunque non ci rende migliori da ciò che siamo. Esseri divelti dalle radici eppure conficcati nella nuda terra che ci accoglie, per questo fragili come foglie separate dai rami dell’esistenza eppur unite nel rancore e portate via dal semplice vibrare delle nostre vite …
E mi manca il respiro … quando vorrei gridare contro ogni cosa contro ogni essere vivente contro …, ma la voce si disperde nell’aere della primavera che avanza che mi rinfranca e suggerisce che d’ogni dolore d’ogni stoltezza infine il ‘tempo’ avrà ragione. Delle foglie cadute sferzate strappate rubate, come dei sospiri portati via dal vento dentro quella verità ‘altra’ che non ci appartiene e che pure ci consola. Ed è nell’accogliere l’afflato il respiro profondo del mondo, che ci ritroveremo figli spuri del ‘tempo’ che un giorno fummo foglie esili fragili vibratili in cerca di un domani. Allora sarà l’abbraccio dell’Eterno ad accoglierci, nella primavera dei giorni che siamo stati miriade di polvere plumbea e dorata che nella ‘vita’ ha rivestito gli elmi e l’armi degli eroi.
Id: 24969 Data: 22/03/2014 17:37:11
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Entre dos Aguas - tango ..a Paco De Lucia
'Entre dos Aguas' - tangos flamenco (.. a Paco De Lucia) Todo bajo la misma luna y sólo preguntar de caminar junto viajeros del presente ir todo por la misma fuera 'entre dos aguas' del gran río de la vida . . . de donde los gitanos van teniéndose por mano olvidas pasado para encontrarse por fin en la 'cala' profunda 'entre dos aguas' en la cueva del Padre . . . qué tiene nombre la Puerta Oscura de donde el Cante Jondo brota dónde los 'hombres' altercan al sonido de la guitarra flamenca el desengaño 'entre dos aguas' de la 'petenera': . . . "te llaman la 'petenera' por el martirio de los hombres qué solo mentar tu nombre se matan y mueren te llaman el 'petenera' por el martirio de los hombres ay que penita me da . . . te llaman la 'petenera' de noche cuando te veo llegar con tus pasos lentos se me agotan las palabras que luego llevo dentro dejándome la garganta fría bajío y sin aliento . . . "quisiera yo renegar de este mundo entero el estirpe mi gitana madre de mi corazón dónde yo pueda encontrar remedio 'entre dos aguas' ay que penita me da . . . te llaman el 'petenera' por el martirio de los hombres pero yo 'paro' de madre gitana no temo qué la guitarra tiene en las cuerdas el 'canto' y tú nada puedes 'entre dos aguas' qué ya la voz te tiembla . . . para estos 'hijos' de madre gitana natos todo bajo la misma luna y sólo preguntar de caminar junto todo por la misma fuera ir y cantar 'entre dos aguas' del gran río de la vida.
‘Entre dos Aguas’ – tangos flamenco (..a Paco De Lucia)
Tutti sotto la stessa luna e chiedere solo di camminare insieme andare tutti per la stessa via ‘entre dos aguas’ del grande fiume della vita . . . donde i Gitani vanno tenendosi per mano dimentichi del passato per ritrovarsi infine nella ‘cala’ profonda ‘entre dos aguas’ nella grotta del Padre . . . che ha nome la Porta Oscura donde germina il Cante Jondo dove gli ‘uomini’ altercano al suono della chitarra flamenca il disinganno ‘entre dos aguas’ de la ‘petenera’: . . . «ti chiamano la ‘petenera’ per il martirio degli uomini che solo a menzionare il tuo nome si ammazzano e muoiono ti chiamano la ‘petenera’ per il martirio degli uomini hai che pena mi dai» . . . «ti chiamano la ‘petenera’ di notte quando ti vedo arrivare coi tuoi passi lenti sento venir meno le parole che porto dentro lasciandomi la gola fredda secca e senza fiato» . . . «neppure volessi io rinnegare di questo mondo intero la stirpe mia gitana madre del mio cuore dov’io possa trovare rimedio ‘entre dos aguas’ hai che pena mi dai» . . . ti chiamano la ‘petenera’ per il martirio degli uomini ma io ‘figlio’ di madre gitana non temo che la chitarra tiene nelle corde il ‘canto’ e tu nulla puoi ‘entre dos aguas’ che già la voce ti trema . . . per questi ‘figli’ di madre gitana nati tutti sotto la stessa luna e chiedere solo di camminare insieme tutti per la stessa via andare e cantare ‘entre dos aguas’
del grande fiume della vita.
Id: 24695 Data: 07/03/2014 18:30:18
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Landscape / A new location
Landscape / Altre lettere dal fronte dell'amore. “..pensavo mi cercassi per voler dar seguito a quel nostro romanzo, davvero non t’interessa più conoscere la sua conclusione, o forse ti sei accorta che stava sfuggendo alla tua scrupolosa avvedutezza, per cui ciò che vuole essere continuato non andrebbe mai interrotto, mentre ciò che è stato esaurientemente espresso va considerato di per sé una conclusione. Rammentalo, domani potrebbe essere un giorno da ricordare, o forse da dimentare, chissà?”. “..infiniti pensieri che si alternano in rapida successione, che non riesco a imprimere nella mente, si accumulano in quel vuoto accidentale e contingente che cerco instancabilmente di riempire, ma che solo la mia più intima volontà riesce talvolta a raggiungere all’inseguimento delle tue parole. Allora un desiderio che era nascosto prende corpo in me e mi sospinge verso l’agognata fine, soglia e limite d’una distanza che è del sognare in sé, o che forse è soltanto un luogo del silenzio”. “ ..quando i sentimenti si acquietano, non ci restano che le parole, le parole danno forma ai nostri pensieri, sono l’unico accesso al nostro mondo interiore … è allora che il momento svanisce, e i bei giorni passati insieme sembrano scomparire nel nulla, come ciò che ci vieta di gioire della piena felicità talvolta è dato dal non vivere la vita che vorremmo, solo quella che ci si aspetta da noi.” “..allora mi sveglio al margine del sublime e dell’oblio, nell’interminabile scansione delle albe e dei tramonti che si susseguono nel giro interminabile delle nostre lune mettendo fine ad ogni interloquire per restare immersi nel silenzio di un soffitto vuoto, sopra un letto disfatto … E adesso baciami, sarà ancora la tua bocca a darmi la tenerezza che la solitudine mi nega … Parlami, voglio sentire solo parole d’amore, il tuo respiro che mi sfiora, che mi racconti un sogno che s’avvera”.
Id: 24394 Data: 15/02/2014 18:52:46
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Giri di Lune
Giri di Lune (dal ‘diario di un sognatore’) ‘Luna, luna, luna, luna, lu-u-u-na..’ (F.Garcia Lorca) Più volte dopo essermi assopito per un breve istante apro gli occhi e mi chiedo se non sia già l’indomani o se invece non sia il prolungamento astrologico di ieri tanto i giorni hanno per me lo stesso colore e il medesimo incanto. Quale che sia l’ardore per la bellezza perseguita o inconsciamente suscitata evapora al sole sostituita da ore d’incolmabile astrazione e nulla più m’importa se l’orologio al posto del ‘tempo’ scandisca la sola luce o l’oscurità che l’attende. Giunto ormai alla fine del giorno credo di possedere quella certa cognizione cui ad ogni sorgere dell’alba segue un voluttuoso tramonto che a un ultimo abbaglio di luce s’accompagna al buio di un’oscurità ignota che mi spaventa e affascina allo stesso modo. Vedo così spalancarsi davanti ai miei occhi attoniti lontani spazi di profondo chiarore abbagli di un’aurora appena intravista e ancora inviolata che nel suo profondersi dentro la notte mi restituisce all’opale chiarore della Luna. La mia ferma aderenza alla realtà non recupera alla dissimulata voce la sua chiarezza oggettiva la prospettiva del passato nel presente onde la vita finisce per essere intimamente avvolta dell’immensità che mi sovrasta nell’assenza totale di alcuna congiunzione. E non m’importa più dar seguito all'illusoria essenza del passato né di contribuire ad affermare il presente "effimero perché passeggero" quanto di addentrarmi nel profondo d’una nuova identificazione con la Luna che mi viene incontro. Le parole s’affacciano labili alla memoria e presto svaniscono sulla scia di un abbaglio che pian piano si dissolve negli spazi inviolati di un possibile 'altro' ch’è in me nel costante sdoppiamento di un ‘io’ diverso che si dissolve nella polvere cosmica di un vortice astrale che coinvolge e stravolge. Di quella Luna che da sempre mi rivela la mera possibilità di valicare l’invalicabile il desiderio fisico di guardare oltre attraverso gli uadi segreti del Tempo e oltrepassare lo spazio infinito seppure io non ignori che da qualche parte dev’esserci una fine per quanto imprevedibile sia. L’immediato desiderio di spalancare il velo ignoto del cielo spazia nella mia mente nella ricerca vana di catturare la segreta essenza del Tutto “nel prolungamento inconscio della vita conscia” in cui molteplici 'altre' Lune vanno a spasso nell’universo quasi da poterle toccare, se solo lo volessi. Ma nel timore d’infrangere la pacata immensità di quel cielo là, dove l’anima talvolta s’invola e rivela a se stessa la propria grandezza e la propria iniquità non oso svincolare il mio pensiero dal seguire la sua vocazione di perdersi nella vastità che si dilata a dismisura. Che pure s' 'apre' a una lenta genesi dove la materia si presenta nuda davanti all’invisibile onde accecato quasi dall’incedere estenuante d’una Luna nuova che incombe nel segreto della mia esistenza vengo proiettato in una vaga sensazione di prosieguo che sfugge alla materia corporea che mi compone. Solo allora la mia immagine di 'uomo' riemerge nella consapevolezza di quel silenzio infinito che porta alla solitudine estrema nel vuoto assoluto che precede il vago sentore dell’eternità e sono sul punto di occupare ogni spazio dentro e intorno a me per approdare alla pura essenza del divino. Almeno per un istante credo di assistere al precipitare delle forme oggettive dello spirito di ciò “che non è mai ma che è per sempre” come di un precipuo concetto di bellezza che trascende nel divenire del sogno e dell’immaginazione dalla vacua realtà del nulla nell’arte. E mentre tutt’attorno ogni cosa si mescola impercettibile discopro nell’intimo timore che mi coglie l’estensione di un’altra Luna immaginifica e misteriosa immensa come il ‘gran teatro del mondo’ la vecchia e sempre nuova Musa dell’innamorato e del poeta. Onde senza ch’io mi renda conto dilago smarrito entro una possibile verità 'altra' che posta "al di sopra di ciò che sono" porta all’intima essenza di quell’io che vaga leggero fra le stelle più lontane partecipe silenzioso del mistero dell’universo e della sua tranquilla infinitezza. Nell’impossibilità di condurre lo sguardo oltre lo scintillio del firmamento che mi compete vado alla ricerca di quella misura astratta che anzitempo deve aver visto l’umano immergersi nel movimento cosmico degli astri eppur rimango a contemplare il fuoco di ramaglie al di sotto della grande cupola della notte . . . sospesa nell’immutabile certezza del creato. ‘Luna, luna, luna, luna, lu-u-una..’ (F. G. Lorca) Turns of Moons (from the 'a dreamer's diary') 'Moon, moon, moon, moon, mo-o-on..’ (F. G. Lorca) More times after being me drowsy for a brief instant I open the eyes and I wonder me if were already the next day or if instead is not the astrological prolongation of yesterday so much the days have for me the same color the same enchantment. What that be the ardor of the beauty it persecutes or unconsciously aroused it evaporates to the sun had been replacing for times of unfull abstraction and nothing more I care if the clock to the place of the 'time' it articulates the only light or the obscurity what it attends him. Comes that am by now at the end of the day I think to possess a certain knowledge what to every to rise some dawn it follows a voluptuous sunset what to a last glare of light the dark of an unknown obscurity is accompanied what it frightens me and it fascinates. I see so to open wide in front of my amazed eyes distant spaces of depth light glare of an aurora just and anchors unwarted what in his to lavish inside the night it returns me to the opal light of the Moon. My firm adherence to the reality it doesn't recover to dissimulates voice it's objective clarity the perspective of the past in the present whence life ends up being intimately wound from the immensity that it overhangs me lacking of conjunction of any obviousness. Suddenly I don't care to give succession to the vain search of the past neither to contribute to affirm a present ephemeral as momentary as to penetrate me in the depth of a new identification with the Moon that meeting comes me. Yet the words lean out transitory to the memory and soon they fade away on the wake of a glare that plain it dissolves in the spaces unwarted of the knowledge of a possible "other" that there is me in the constant splitting of a 'me' poet that he allows to drag from the cosmic wind to admire the attractive intensity of the lunar light. Of that Moon that for a long time for me it means the mere possibility to cross the impassable one the physical desire to look at the most distant possible through the secret uadi of the Time what I go beyond the endless space even though I don't ignore that from some part also has to be one some elegant there even if this is not predictable. The immediate desire to open wide the unknown veil of the sky it spaces in the vain search to capture entirely the secret essence "in the unconscious prolongation of the aware life" in which manifold "others" Moons they go for a walk in the universe what I could almost touch her if only I wanted it. But in the fear to break the peaceful immensity of that sky there, where the soul is sometimes stolen and it reveals to itself his own greatness and his own inequity I don't dare to release my thought to follow his true vocation to lose his in the vastness that dilates his to excess. I assist to a slow genesis where the subject he/she introduces him naked in front of the invisible one whence almost blinded to advance weary of the full light of a new Moon that impends I feel me projected in a vague feeling of advanced what it escapes the bodily subject that composes me. Only my image of man resurfaces then in the awareness of that endless silence what it brings to the most extreme loneliness in the absolute void that precedes the vague sign of the eternity and they are on the point to occupy every space inside and around me to land in the pure essence of the divine one. At least for an instant I believe to assist to fall in my head of the objective forms of the spirit of this "that it is never but that it is forever" as of a principal concept of beauty what it transcends in his becoming of the dream and the imagination from the vacuous reality of the nothing in the art. And while all around everything imperceptibly mixes him I discover in the intimate fear that gathers me the extension of another Moon crafty imaginary and mysterious immense as the 'big theatre of the world' the old one and always new Moon of the lover and of the poet. Whence without I return me account I spread lost within a possible truth "other" that mail "above what I am" hands to the intimate essence of that self how vague light among the most distant stars silent participant of the mystery of the universe and of his calm infinity. In the impossibility to conduct my look over the sparkling of the firmament to the search of that abstract measure what early it owes to have seen the human one be to bathe in the cosmic movement of the stars I confine me to contemplate the fire of the bush under the great dome of the night . . . suspended in the unchangeable certainty of the creation. 'Moon, moon, moon, moon, mo-o-on..’
Id: 23936 Data: 16/01/2014 17:41:11
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Sólo - tango
Sólo - tango Sólo la mirada sosegada en la sombra bajo la hoja del sombrero el cigarrillo entre los dedos en humo ceniza que se consume al voltear pies listos qué se cruzan sobre el suelo. Los amigos del barrio beben y hacen alboroto miran, sonríen sus miradas acarician las caderas los escotes que jadean de las chicas en flor. Sólo en el vacío que se ha creado alrededor la mirada se pierde en el deseo de ella qué no está allí con ellos en esta tarde de olvido bajo la luna qué se esconde a la cara. Los demás bailan alegres intercambiando los pasos entre ellos voltean se frotan deseosos sobre la música arraballera qué invita al amor cauto en un tango qué incluso quema sobre la piel. Sólo perdido en el silencio que lo envuelve en la espera de ella que espera llegará mientras la música qué en el vacío se pierde camina sin piedad hasta dentro de su corazón qué la esperanza es él última a morir. Esta noche le dirá que lo quiere y le será de ello feliz le tiene en serbio por ella una rosa roja qué pondrá en el pelo escribirá por ella una canción qué le hablará de amor de una estación nueva qué sabe a cercana primavera. Sólo perdido en el humo de un cigarrillo qué deja caer la ceniza que arde en un santiamén en la espera de la cara conocida querido qué le sea compañero. Los otros no son que fantasmas qué vagan errabundos en los pasos listos sobre la música de un bandoneon que desgarra como un grito que en la noche avanza encima de su dolor. Sólo en el crujido de los pies sobre el suelo mientras la luna va a dormir oda de los pasos es ella que se acerca piensa la reconoce es uno su compañera ¿quieres bailar? - pregunta. Usted no vendrá ya lo sé has sentido lo veo tienes frío te tiembla la mano no es nada - dice deja salir el humo del cigarrillo caer la ceniza quemada ardida en un instante como su loco amor. Sólo se encamina a lo largo de la calle sin vuelta en el desgraciado necesidad los de los que no vendrá sobre los notas de un tango imaginario qué solitario lo acompaña en la noche amarga y sin luna. Solo – tango Solo lo sguardo pacato nell’ombra sotto la falda del cappello la sigaretta fra le dita in fumo cenere che si consuma al volteggiare dei piedi scaltri che s’incrociano sull’impiantito. Gli amici del barrio bevono e fanno chiasso sbirciano, sorridono i loro sguardi accarezzano i fianchi le scollature che ansimano delle ragazze in fiore. Solo nel vuoto che si è creato intorno lo sguardo si perde nel desiderio di lei che non è lì con loro in questa sera d’oblio sotto la luna che si nasconde al viso. Gli altri danzano gioiosi scambiando i passi tra loro volteggiano si strusciano vogliosi sulla musica arraballera che invita all’amore cauto in un tango che pure brucia sulla pelle. Solo perduto nel silenzio che l’avvolge nell’attesa di lei che forse arriverà mentre la musica che nel vuoto si perde incede senza pietà fin dentro il suo cuore che la speranza è l’ultima a morire. Stasera le dirà che l’ama e lei ne sarà felice ha in serbo per lei una rosa rossa che metterà nei capelli scriverà per lei una canzone che le parlerà d’amore di una stagione nuova che sa di vicina primavera. Solo perso nel fumo di una sigaretta che lascia cadere la cenere che avvampa in un istante nell’attesa del viso conosciuto amato che gli sia compagno. Gli altri non sono che fantasmi che s’aggirano raminghi nei passi scaltri sulla musica di un bandoneon che lacera come un grido che nella notte avanza in cima al suo dolore. Solo nel fruscio dei piedi sull’impiantito mentre la luna se ne va a dormire ode dei passi è lei che si avvicina pensa la riconosce è una sua compagna vuoi ballare? – chiede. Lei non verrà lo so già sei dispiaciuto lo vedo hai freddo ti trema la mano non è niente – dice lascia uscire il fumo della sigaretta cadere la cenere bruciata avvampata in un attimo come il suo folle amore. Solo s’avvia lungo la strada senza ritorno nel disperato bisogno di lei che non verrà sulle note di un tango immaginario che solitario l’accompagna dentro la notte amara e senza luna.
Id: 23787 Data: 06/01/2014 16:59:45
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’Natale per me’ - poesie inedite 1966 -1976
Musica per la Notte di Natale
Come poesia scritta con la penna d’oca sopra carta pergamena mi tieni compagnia nel silenzio della sera
nella solitudine dei ricordi la riflessione delle cose immobili e la danza della fiammella accesa in cima alla candela
posato sopra lo scrittoio s’apre il chiuso volume delle laudi delle ninne-nanne e delle filastrocche del bambino che un tempo sono stato
quand’ecco l’angioletto di porcellana accanto s’invola verso il cielo sopra alla capanna del piccolo Presepe di sughero e cartapesta
fa sorgere malinconia nel cuore il suo cantare muto nella notte di Natale mentre la mia mano scrive parole tremule quando la fiammella sopra la candela
improvvisa si spegne nel fumo che dilegua.
Natale per me
… e intorno luccichii di sfere e nastri colorati odore di pini arabeschi di neve melate guance di bimbo
consumato stoppino d’una magra candela che volgo a pensieri a voglia d’allegrezza
… e intorno sfavillii sorrisi festosi, dolci, parole benevoli persone cariche di doni un Presepio arcano quasi sospeso
fuori alberi spogli infreddoliti un raffreddore di foglie e di vento
… in fondo cosa mi manca per essere felice forse l’ingenuità d’un tempo cara mi resta la fantasia a immaginare un Natale di sola poesia.
Luci di Natale
Come ogni volta … un’argentea luce accende di colori la mia stanza gli auguri della gente che invitano al sorriso.
Come ogni volta … le stelle illuminano la notte la bianca luna accesa d’una luce limpida intensa che invita all’allegrezza.
Come ogni volta … le orme sulla neve soffice appena scesa quieta le stalattiti appese che brillano sui rami.
Come ogni volta … il desco acceso con le candele festose la tombola le noci la letterina i baci e le canzoni la tenerezza nel cuore
i doni sotto l’albero di Natale.
(da ‘Carte sparse e dimenticate’ – inediti 1966 -1976)
Id: 23477 Data: 13/12/2013 09:03:07
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’UP TO YOU! Madiba ..in menoria di N. Mandela
UP TO YOU! Madiba ... in memoria di Nelson Mandela. esclama la voce imperiosa del vento che imprigiona le dolci colline d’Africa nel ruggito del leone ove risuonano i tamburi che ripetono all’eco il suono delle tue parole – di pace
sei il rinoceronte infuriato quando il pericolo incombe dove la terra trema quando l’elefante contrariato barrisce levando la voce trionfante in difesa della – libertà
sei lo stormo dei fenicotteri rosa e degli aironi neri nel desiderio di levarsi in volo che la natura dona loro nell’alba dei giorni nel fuoco dei tramonti – d’armonie
che trasvolano libere nel cielo della savana nel sogno delle maree di inondare i prati sterminati “dove la gente veste solo dei suoi colori” contro il barbaro – apartheid
Tu il giardiniere che ha reciso i guasti tra l'una e l’altra gente effetti di una mentalità conformista ammantata di ig-nobili intenzioni prigioniera di logiche politicamente scorrette – disumane lontane da quell’umano sentire che tu, Madiba, hai insegnato al mondo: l'umiltà nella vittoria. Vedi video su You Tube - 'Invictus' (poesia).
UP TO YOU! Madiba ... to the memory of Nelson Mandela.
the imperious voice of the wind exclaims what it imprisons the sweet hills of Africa in the roar of the lion where they play again the drums what they repeat to the echo the sound of your words - of peace you are the raged rhino when the danger impends where earth trembles when the cross elephant raising the triumphant voice in defense of the - liberty you are the flock of the pink flamingos and of the black herons in the desire to get out in flight what the nature gives them in the dawn of the days in the fire of the sunsets - of harmonies that they are stolen free in the wind of the savanna in the dream of the tides to flood the boundless lawns "where people dress only of his colors" against the Barbarian - apartheid You, the great gardener that has chopped off the breakdowns between his and the other people effects of a conformist mentality mantled of ig-noble intentions imprisoned of logics politically in-correct - inhuman distant from the human one to feel what you, Madiba, has taught to the world: the true sense of humility in the victory.
'INVICTUS' Regia di Clint Eastwood - USA 2009 Un film dedicato allo sport dal risvolto sociale e politico cui si deve la straordinaria interpretazione dei due protagonisti, Matt Demon e Morgan Freeman. Regia misurata dentro i canoni del film rappresentativo, fotografia ineccepibile, colonna sonora carente di quegli effetti che servono ad accentuare i momenti salienti, sebbene il film oltre che a commuovere (e non è poco), ci lasci con un certo amaro in bocca anche dopo la rivalsa finale e lo scuotimento dall'apartheid, connclusasi con la vittoria. Viene da chiedersi come sia stato possibile che tutto ciò sia accaduto, che sia durato così a lungo, che ci sia voluto uno scricciolo d'uomo come Nelson Mandela, per restaurare nella società quelli che dovevano essere ormai valori acquisiti universali: il diritto di tutti a vivere, ad essere liberi al di là delle differenze di razza, di colore della pelle, delle etnie. Un "messaggio" che andrebbe sottolineato con forza presso i giovani di tutto il mondo.
Id: 23432 Data: 08/12/2013 18:34:09
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Zen VII: pini all’oriz./uccelli in volo / musica di vento
Zen VII: pini all’orizzonte / uccelli in volo / musica del vento
(a solo di violino) dall’albero senza fiori nascono gli uccelli moltitudine di colori piumati che si levano in volo nel canto dell’eterna bellezza – del creato
suono di violino che si spande nella cosmica avvenenza dei cirri delle nuvole barocche che imbiancano le cime dei monti – all’orizzonte
(pausa) un cinguettio di note profuse di resine linfatiche che si disciolgono aromatiche sul fusto screziato dei pini – nell’aria
onde libero vorticare d’ali sequenze di note brani di una sinfonia poetica che s’avvale del corale respiro – del mondo
(per soli archi e celesta) “sono forse liberi gli uccelli dalle catene delle strade del cielo?” canta il poeta (*) coprendo la distanza che separa l’immaginario e il reale senso – dell’esistere
e già l’alba regala colori screziati all’occhio fulgido della Fenice onde il cauto risveglio dell’albero rende la vita ai rami – e sussurra
(per archi e percussioni) un canto di fuoco si leva dalla fronda al sorgere del sole e una nuova moltitudine d’uccelli s’invola e l’accompagna – nel suo ultimo volo
ed è un tranquillo morire alla luce il suo canto d’amore onde rinascere nella nuova era che ivi verrà a restituire la libertà – edenica
(a solo di violino – prova d’orchestra al completo) un vento calmo si leva nell’immaginaria sospensione della corsa onde la terra s’arresta nell’infinito cosmico afflato – della musica che incombe
nell’attesa che la linfa rigeneri le forze propulsive che renderanno alle radici dell’albero la linfa vitale scaturita dalle radici – del mondo . . . "là dove si trovano gli ampi pascoli del sole" (**)
*Bob Dylan **Henry Bauchau
Zen VII: pine on the horizon / birds in flight / wind music
(violin solo) from the tree without flowers the birds are born crowd of feathered colours that they raise in flight in the song of the eternal beauty - of the create sound of violin that spreads in the cosmic attractiveness of the cirri of the Baroque clouds what they bleach the tops of the mountains - to the horizon (pause) a chirruping of profuse notes of lymphatic resins what they are dissolved aromatic on the stem variegated of the pines - in the air whence free to whirl of wings sequences of notes passages of a poetic symphony what it uses some choral breath - of the world (for arcs and celesta) "are birds ever free from the chains of the skyway? " sing's the poet (*) covering the distance that separates the imaginary one and the real sense - to exist and the dawn already gives variegated colours to the radiant eye of the Phoenix whence the cautious awakening of the tree it makes the life to the branches - and it whispers (for arcs and percussions) a song of fire raises from the leafy branch to rise some sun and a new crowd of birds it is stolen and it accompanies him - in his last flight and it is a calm die to the light his song of love whence to revive in the new one was what there will come to return the liberty - of the beginning (violin solo & ‘prova d’orchestra’ to the suit) a calm wind raises in the imaginary suspension of the run whence earth arrests in the endless one cosmic inspiration - of the music that impends in attends that the sap regenerates the propulsion strengths what will make to the roots of the tree the lifeblood sprung by the roots - of the world . . . "there where the ample pastures of the sun are found." (**)
*Bob Dylan - **Henry Bauchau
Id: 23414 Data: 07/12/2013 11:33:29
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’evasione momentanea’
'evasione momentanea'
dei giorni il rumore l’isola remota nell’antica stanza la noia nel libro di Chiara la porta socchiusa
bloccato dietro la cornice della finestra cerco un vento per la mia vela
una semplice via d’uscita per un’evasione momentanea
nell’ora del meriggio abbandonata cerco la sponda amica
appeso alla parete pende un mare di traverso
la bocca s’apre in un desiderio di sale (da "Feudo di sale" raccolta inedita)
Id: 23349 Data: 02/12/2013 12:08:04
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Landscape ..lettere dal fronte dell’amore.
Landscape (..lettere dal fronte dell'amore).
“..il sole del tramonto accende di fuoco i miei pensieri, le mie più intime emozioni, i miei nascosti sentimenti, e mi ritrovo in mezzo a tutto che brucia, così come l’estate brucia tutte le altre stagioni, onde lo sguardo si abbaglia, scoprendo inattese pareti di solitudine. Ah, se solo potessi gridare, forse riuscirei a evitare d’incontrare la mia stessa presenza, come di certe nuvole che vanno nella calma rarefatta del meriggio e che oscurano a tratti il cielo. Un lampo, laggiù, un’improvvisa luce. Il grande oceano è là, rigurgitante di flutti e di spuma, eppure non s'ode il fragore dell’onda che s’infrange alla riva, né il pigolio soffocato del gabbiano che viola la linea netta dell’orizzonte, né il battito sconnesso delle sue ali quando s’inabissa – quasi che il vento, maestro fuggevole di fuggevoli accordi, si sia dimenticato di trascrivere sul pentagramma della vita, la nostra musica segreta, le voci dissonanti di noi due smarriti nella tempesta”.
“..allora mi sveglio, e nell’oscurità scopro il tuo corpo caldo accanto al mio, e in te ripongo ogni mio pensiero, fino a che ogni cosa mi cattura ancora una volta nella morsa del piacere e mi travolge, nello spasimo infinito dei nostri corpi. Quando all’improvviso, m'accorgo di non essere più io quello, ma un altro, prigioniero di un mutato sentore che si rivela in qualche modo avverso, e che mi spinge a infrangere ogni mia riposta intenzione. Fino a violare la limpidezza d’ogni più puro sentimento, e ad agire furtivo, brutale quasi, come per un atto di coraggio concepito al culmine del suo adempimento.”
“..perché, mi chiedo, di quest’amore, se amare è correre dietro al vento, chiedere al tempo di fermarsi, al sole di bruciare tutto quello che ci sta attorno. Sono qui che aspetto un giorno come questo, afoso e vuoto, affinché io possa avvolgere il tuo corpo con le mie mani, violare i tuoi angoli più segreti, e lasciarti bruciare infine nella mia stessa voglia – come l’estate brucia insieme a tutte le altre stagioni, tutto di te, il tuo corpo, il tuo viso, dentro i miei occhi”.
“..eccomi dunque, pronto a cogliere ogni tuo respiro, ogni tua volontà di silenzio, ogni tua decisione di stare lontana, come parte inspiegabile di una possibile fine, che mai mi sfiora l’idea di vedere infranti i sentimenti che mi legano a te, e mai mi capita, come in questa notte, di non trovare dove collocare queste mie parole … Se forse dimenticassimo chi siamo, allora... ”.
“..sembra incredibile come il nostro vissuto a un certo punto si allontani da noi in silenzio e per sempre, come finanche i ricordi si dissolvano nell’alone luminoso del tempo, eppure, non c’è bisogno alcuno di chiamarci per nome affinché fra noi avvenga il desiderato incontro, come fossimo l’uno nell’altro corpo uniti, quasi che dietro la facciata apparente delle nostre vite, un destino comune disegni, il cammino che sarà dei nostri giorni”.
“..qui, dove con un preannuncio di gloria inizia l’estate della vita, questo istante ricolmo di possibilità, si fa sostanza concreta, il sangue mio ribolle nel desiderio che in qualche modo cerco di trattenere, vibrante e rilucente nel rosso del tramonto, nel desiderio carezzevole di questo momento, sentire la trama vellutata del passato come sul palmo della mano, e tuttavia fremere sul ciglio dell’abisso piuttosto che gettarmi a capofitto nel futuro, fino a essere saturo del presente”.
Id: 22958 Data: 02/11/2013 11:20:53
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Maldito - tango ’a despecho’
Maldito - tango 'a despecho' Maldito sea tu corazón qué golpea al alborozada dentro de la canción qué has compuesto por ella.. aquellos ojos qué corren a buscarla en la milonga abajo en el barrio cuando rehuyes de mí. Maldita sea el frenesí de aquel tango qué te envenenas el alma y te arrastras fuera de mí.. aquel sonido qué te entra en la cabeza y no te dejas más secuestrado como de mágica locura. Maldita sea la nostalgia que tengo de ti el recuerdo de tu abrazo el beso sobre mi labios.. y las palabras qué me susurras al corazón dulces y amargos como un tango qué se baila en dos. Maldito sea el día qué encontré tu mirada en la milonga perdida de la Pampa.. y la canción qué va contando el viento desprevenido qué la dedicaste a mí.
Maledetto – tango a ‘dispetto’
Maledetto sia il tuo cuore che batte all’impazzata dentro la canzone che hai composto per lei..
quegli occhi che corrono a cercarla nella milonga del barrio quando rifuggi da me.
Maledetta sia le frenesia di quel tango che ti avvelena l’anima e ti trascina via da me..
quel suono che ti entra nella testa e non ti lascia più rapito come da magica follia.
Maledetta sia la nostalgia che ho di te il ricordo del tuo abbraccio il bacio sulle labbra mie..
e le parole che mi sussurri al cuore dolci e amare come un tango che si balla in due.
Maledetto sia il giorno che incontrai lo sguardo tuo nella milonga sperduta della Pampa..
e la canzone che va raccontando il vento ignaro che l’avevi dedicata a me.
Id: 22518 Data: 03/10/2013 17:05:39
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’se fosse sera’
‘se fosse sera’ ..se fosse sera sarei qui a sorprendermi . . . mentre ombre di memorie indistinte già velano il volto della notte . . . siamo condannati a restare sospesi ai margini dell’eternità . . . senza mai conoscere la profondità degli abissi né la fuga dei ‘neri’ infiniti . . . ma l’alba è appena spuntata e il mare (almeno per oggi) . . . rivela tutto il suo incanto
Id: 22474 Data: 30/09/2013 08:51:15
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Rojo escarlata - tango
'Rojo escarlata' - tango Posan al gaucho te cansas el látigo, el lazo, la silla y los cuchillos antes de la noche buena qué los espera descansan los caballos en el polvo atormentados por la sed impacientes en la hora qué a la traba lo acerca. Dolorido es la llamada de la noche cuando la guitarra desgarra a la vuelta de las dehesas lejanas cuando de roja sangre la Pampa descansa en el ocaso hereditario qué todo è fuego en el deseo qué tengo de ti. Sólo por nosotros el bandoneon retumba un viejo tango apasionado sobre la manera de la tarde, pero ninguna voz me espera ningún grito de alegría se quita cuando la fiesta calla sobre la hoz de luna colgada. Sólo por nosotros repica el largo quejido del viento en el milonga vacío como un tango de muerte y no descansa mi pobre corazón cuando la venganza se acerca qué de roja sangre está sedienta mi alma.
'Rosso scarlatto' – tango
Posano i gaucho stanchi la frusta, il lazo, la sella e i coltelli prima della notte brava che li aspetta
riposano i cavalli nella polvere tormentati dalla sete impazienti nell’ora che alla pastoia l’avvicina.
Dolente è il richiamo della notte quando la chitarra desgarra al ritorno dai pascoli lontani
quando di rosso sangue la Pampa riposa nel tramonto avito che tutto infuoca nel desiderio che ho di te.
Solo per noi il bandoneon riecheggia un vecchio tango appassionato sul fare della sera,
ma nessuna voce m’aspetta alcun grido di gioia si leva quando la festa tace sulla falce di luna appesa.
Solo per noi risuona il lungo lamento del vento nella milonga vuota come un tango di morte e non riposa il povero cuore mio quando la vendetta s’avvicina che di rosso sangue ha sete l’anima mia.
Id: 22368 Data: 22/09/2013 16:30:09
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Zen VI : reflections by the sea ...
Zen VI: reflections by the sea / wind / clouds / shadows
- reflections… by the Sea
a drop of (ink) blue and it immediately is sea - so that reflexes of increasing waters narrative movement-memory silence taken back break space of listening-song of liberty that spreads reminiscences and revivals - circles that's expand for a reflection on - life - reflections… by the Wind a light puff and to be air - wind dance and movement determination of the music - spirit creative of a profit-sharing melodic and spirituality - aleatory seduction transport trap meeting / clash of tones - quid intensity of vibrations how sounds of a great score - musical - reflections… by the Clouds wild orchestration of the clouds introduction expansion explosion - movement of bodies in the dance emotional impact of a narration - ferment conceptual of narrative spaces horizontality and vertical - choreographies animation and phobias neurosis of the time that crosses - cosmographies spatial of spheres in motion liquid barter of a possible - creation - reflections… by the Shadows a point marked by the index a dark panel in the light - shade place of meeting of looks lost in the mirror - loneliness to burst out of a nonexistent reality of hidden colors - chaos of a feeling that lies in the most delicate and morbid shades - tendency to the shade of emotions admixture of human ingredients - androgynous
mixture of events. - riflessioni... sul Mare una goccia d'inchiostro blu ed è subito mare - così è riflessi di acque in aumento movimenti di memoria creativa silenzio dopo la pausa spazio d'ascolto - canzone di libertà cosparse reminiscenze e revival - cerchi che si espandono per una riflessione sulla - vita - riflessioni... nel Vento un soffio leggero ed essere aria - vento danza e movimento determinatezza della musica - spirito creazione e compartecipazione melodia e spiritualità - aleatoria seduzione e trasporto incontro / scontro di toni - quid intensità di vibrazioni come suoni di una grande partitura - musicale - riflessioni... sulle Nuvole orchestrazione selvaggia delle nubi introduzione espansione esplosione - movimento di corpi nella danza impatto emotivo di una narrazione - fermento concettuale di spazi narrativi orizzontalità e vericalità - coreografie animazione e gestualità nevrosi del tempo che attraversa - cosmografie spazialità delle sfere in movimento permuta liquida di una possibile - creazione - riflessi... nell'Ombra un punto marcato dall'indice sul pannello oscurato della luce - ombra luogo d'incontro di occhiate perdute nello specchio del tempo - solitudine occluse in realtà inesistenti di colori ignoti - caos di un sentimento che giace in delicate e morbide sfumature - tendenza all'ombra delle emozioni mescolanza di umani ingredienti - androgini mistura di eventi.
Id: 22324 Data: 20/09/2013 06:06:08
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Sfogliando .... Ivano Marinucci
IVANO MARINUCCI “Come sémo fatti” - Poesie in dialetto spoletino. Arti Grafiche Panetto & Petrelli – 1983.
"La rinascita del dialetto come strumento letterario capace di esprimere, come lingua, affetti, sentimenti, stati d'animo..." E così và letta.
‘Come sémo fatti’ (1964)
Se ci sta ‘n fregnu natu cittadinu Che ci ha ‘che itea e vòle fasse avanti, ‘n ci sta ‘n cristianu che je fa ‘n inchinu; è piàtu cuscì tra sgherzi e canti.
T’arrìa, nemmece, un vellu pumpusinu, che parla vène e pare che te ‘ncanti, solo perché non è nostru vicinu, je s’abbiòccono’ addossu tutti quanti…
-Tu sì de qui e professi de pittore? Ma famme rite! ‘n sì lu fiu de ‘Rnesto? Starrai co’ Raschjapippe a tigne a ore!
Lei, ammece, è furastieru e spènne e spanne, e vorrebbe fa’ ‘testo, ‘testo e ‘testo?.. Eccoje li carzuni e le mutanne!
‘L’apprezzamenti’ (1982)
-Te pij’ un corbu a te e chi t’ha ‘ncallatu, commo stai vène! Pari ‘n zignurinu! -E te, che te strozzassi, ‘n sì paìnu con quillo vistimientu aristocratu?!
-Se crepi de salute, sì cecatu! Pari ‘n torellu, drittu com’un picchju, che potessi armanette senza fiatu!
E te pari ‘n cuccù che fa lu verzu, che te pozza pià lu sardaricchju e ‘nu sbruscicacerque per traversu!
‘Lu tarlu’ (1983) Un tarlu s’era missu a fa ‘canale Magnanno legno e noti a tuttu spianu, su ‘na pordrona vecchja patronale de la marchesa Lia de Sammarzanu, passanno da ‘na zampa a lu schjnale fino a scappà sussopra lu pianale.
E probbio mentre stìa a seté la vecchja, ch’avea magnatu troppu e stìa ‘ndisposta. -Dico la virità, so jitu a ‘recchja, ma manco se l’avissi fattu apposta: ho fattu ‘n par de mila gallirie e perché fa? Sintì le … porcharie?
-Cambiamo zona! .E va su lu tivanu. -Qui forze non se ne sentono rimori e, speramo, nisciun prafumu stranu. – E armise in motu l’orcani rotori pe’ fasse ‘na scavata co’ li fiocchi, marcianno, come ar zolitu, a chus’occhj.
A ‘n certu puntu, mentre s’arpusàa p’arpijà fiatu e arfasse le ganasse, sintì che lu tivanu tirticàa, come se quarghidunu lu stronasse. … Commo fu, che non fu, quillo rimore, erono dui che stìono a fa’ l’amore!
-Aricambiamo! Jémo sur burò! – Scava, rusicchja, magna, ticche e tacche, fin, a che, finalmente, scappa fò, doppo d’avé ‘ncocciatu in certe placche, su ‘n funnu de ‘n cassittu, de ‘na parte, in mezzu a certi appunti e a certe carte.
Ci ni stìa uno che dicìa: Tesoro, de quanno che t’ho avuta, l’antra sera, m’è ‘rpiàta ‘na voja che me moro. L’ardore mia … sta llì che ‘spetta e spera e ‘n vego l’ora, pozzi armané siccu! d’armette ‘n antru cornu a sor Viacittu!
-Mejo me sento! – fice lu tarlucciu. -Pussibbile che icqui non s’ arcapezza se stò a magnà tra l’aceru e l’arbucciu opure stò a magnà fra la monnezza! … E dì che fò anchi schjfu a tanta jente! Loro, nemmece, ci honno la patente!
Io m’abbuffo d’ornellu, de cerasa; me sgrullo l’ale de la poverella de legnu d’urmu e noce; arrempo casa de prafumu de pinu, sorvastrella. Farrò quarghe vuchittu, ‘testo è vero, ma quer che lassu addietro sa de pero …
Dice: ru’no tuttu co’ ‘sti fòri. ‘N è vero gnente! Anzi, déo da di che co’ li vuchi mia, certi signori, se so’ ardrizzati e fonno li scì, scì. Se vennono un comò, ‘na cassa, ‘n pezzu; più vuchi ci ha e più va su de prezzo.
Quanta jente perdenno a cocincina s’è armessa ‘n occhju co’ ‘na creénzetta, ‘n par de sitiuni, un cifu, ‘na tuzzina d’antenati; con quarghe tavoletta … E doppo io sarrei quillo che fa’ tanni?! Quilli che fo’? Li sòrdi; che li scanni!
‘L’ome intellicente’ (1957)
L’ome che non è troppu intelligente, è un animale manzu che se pòle parragonà a un lione stesu ar zole o a ‘n vecchju lupu che non port’un dente.
Ma s’è ‘struitu allora è diferente; è ‘na vorbe che sa quello che vòle, è un ‘liofante che co’ le recchje sole te vutta jù ‘na pianta come gnente.
S’affanna pe’ troà ‘na miticina pe poté avé lo mejo su lo male, e allora scrope la strettomicina;
pu’, appress’a quella, senza che se stracca, sempre pe’ ‘na tifesa perzonale … va a fa le pròe co’ la bomba acca.
Mo’ ‘n ha stutiatu un razzu a reazzione per ghjì ‘n po’ scugnuranno fra le stelle?! Ma a scanzu de rimettece la pelle, per via de la furtissima prissione,
drent’a ‘stu cosu, a’ ppostu de perzone, ci ha missu du’ scimmiette giovincelle. Immagghjna ‘n po’ tu, mo’, ‘ste ferelle Che stracciu de spaventu, che ‘mprissione!
Defatti, quanno so’ ‘rtornate jù, campàono anco’, ma s’erono sviancate tutte su la capoccia, pe’ lo più …
stommini, ‘zomma, so’ fenomenali; jirono, ‘mbrojono e fo’ virnì su li ciurli vianchi pure all’animali!
Ivano Marinucci, Spoleto - Italia, già direttore di redazione del Giornale del Mattino di Firenze, negli anni è stato collaboratore di numerose testate e quotidiani, Agenzie di Stampa quali: Euroma, ASCA, Italmondo e Libera Stampa, responsabile di periodici e notiziari di una nota emittente radiofonica spoletina. Già fondatore del Cine Club Spoleto di cui è stato anche presidente. Vincitore di numerosi 'premi' per cortometraggi si è poi dedicato alla poesia in vernacolo vincendo numerosi premi. Nel 1982, in occasione del ?Festival dei Due Mondi', ha presentato la Nuova Guida Turistico-artistica della città"Vedere Spoleto" di cui è l'ideatore e il realizzatore.
Id: 22200 Data: 10/09/2013 18:37:14
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Zen V: solitudine / empatia / evoluzione / dialogo
ZEN V : solitudine / empatia / evoluzione / dialogo
Confusi, disorientati, incerti inconsistenza tra la grandiosità e l’ampio vuoto che ci circonda
sopraffatti da paura cosmica di montagne immense e mari sterminati divario tra l’affrontarla e vincerla
deviazione, timore, propulsione meta = inizio punto di partenza e di arrivo ‘entità liquida’
solitudini, incertezze, approssimazioni ignoto incapacità di gestire disattenzione = laidezza
ciò che si vuole raggiungere desiderio di fuga panico che indugia tra involuzione e sbigottimento
di fronte all’immenso indefinito / infinito inesauribile segreto della ‘vita’.
Identificazione l’altro / l’altra come scelta empatia esperienza e percezione ‘essere l’altro’
divario non diverso riconoscimento e percezione immedesimazione esternamente / interiormente
osservazione = esperienza determinazione conoscenza / ignoranza vaglio
sinonimi e contrari d’una mutazione animale, umana, vegetativa naturale riproduzione = simulazione
capacità percettiva abilità determinante replicante dell’infinito volere supremo
soprannaturale e trascendente partecipazione emotivo / sentimentale ‘la vita come opera d’arte’.
Ciclicità incremento = sviluppo crescita e adattamento di contro abbandono e riduzione
domanda / offerta paura = difesa forza e fermezza a fronte violenza e brutalità
evoluzione vigore = sanità prestanza e coraggio fermezza e urgenza del fare
globalizzazione positiva / negativa frantumazione incontrollata in prospettiva
anima e spiritualità ‘psicologia del profondo’ essere = uguaglianza sostanziale creazione e creatività del divenire
vincolo e obbligatorietà capacità di concepire dialogo = progressione cognitiva del cammino verso l’umanità.
Vulnerabilità, pericolo incessante inarrestabile ‘paura liquida’ connessione e interdipendenza influenza sulle prospettive rischi e conseguenze assunto di una sostanziale regolarità / irregolarità
sequenze casuali di moto ‘tra il dire e il fare’ calcolo delle probabilità routinarietà
crescere di sequenze bene v/s male azzeramento e precarietà costi e benefici di future azioni
a ‘guerra’ che avanza ‘inter arma silent leges’ (quando parlano le armi le leggi tacciono) condizione onnicomprensiva di guasti di catastrofiche conseguenze
nella speranza avìta una colomba bianca s’invola in cerca di un ramoscello d’ulivo per una ‘pace’ coraggiosa …
agli occhi del supremo Iddio.
Nota: I 'corsivi' sono di Zigmunt Bauman
Id: 22159 Data: 08/09/2013 18:24:12
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Zen IV: cerchi nell’acqua / astratto infinito
ZEN IV: cerchi nell’acqua / astratto infinito
cerchi nell’acqua segni di una simbologia arcana più vicina al cielo
nuvole bianche come di corpi in lotta d’eroi che si avviluppano nella presa
quando la terra sollevata nell’aria disperde le forme oggettive delle masse
e ricade silente sulle nuvole bianche arrossate dal furore maestrale del vento
come di voci lontane che attraversano lo spazio sidereo e sconfinato
come di grafia espansa che dilaga inscritta nell’arco del tempo . . .
essenza dell’astratto infinito
Id: 21946 Data: 24/08/2013 07:20:32
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’maschera d’argilla’
‘maschera d’argilla’
ricomposta sul volto che è stato passato / presente quale 'muro' che abbiamo indossato a dar spazio
ai sogni infinitamente piccoli quali 'tracce' di un infinitamente grande addivenire di metastasi algebriche
ad occupare 'spazio-tempo' di formule ipnotiche matematica = poesia di una filosofia dei numeri a futuro compimento
di una possibile / impossibile teoria quantica di un tutto che non lascia traccia ‘essere - non - essere’ ? Esserci! - la replica per un contributo alla creazione
quale atto di fede.
Id: 21754 Data: 08/08/2013 16:08:17
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Délire et Passion - tango à la Française
Délire et Passion - tango à la Française
Les lumières il alluma dans le soir quand Paris devient Paris le conte de l'incroyable amour amant et bien-aimée ivre de lumière mystérieuse la ville unique au monde où l'amour il est fait pour l'amour… Oh, les ponts sur la Seine pas tous savent quelles merveilles se cachent il est ici où ils les tressent les amours et combien d'histoires il raconte l'eau qui coule combien de mots d'amour portent les vingt d'été et combien d'âmes vous trouvent consolation, combien... Il est sous les ponts qui se déchaînent les passions avec ses rites et ses plaisirs au bon marché où les bien-aimé se couchent la nuit dans le vide candeur de l'irréalité où même le couler du fleuve se tait dans l'intimité des mots de qui il aime… Oh, Paris lumière du silence des anges tombés, des poètes damnés des chants qui se réveillent enlevée par la profondeur quand le spleen s'empare d'eux inquiets quand les mots se font tranchants… Non, nessun'altra ville est ainsi votée à la possession à la jalousie, au vertigine, au délire comme cette ville où même les mots elles sont prononcées avec de la sensualité… Est-ce que nous dansons? - la danseuse du groupe demande de tangérois qu'à le son d'une musétte ils tiennent celle qui peut être la preuve d'une milonga en l'enlaçant sur le quai Trocadero en frottant le propre corps contre ce d'un ‘hombre sombre’ … Pour puis se quitter mener dans l'effusion imperturbable d'un tango intense et morbide comme faire à l'amour dans le moment unique dans lequel le plaisir du corps et ce de l'âme ils trouvent un instant de vérité… Une invitation à la vie le direct je compare à afficher à la mort que les mots renferment d'ici la lumière de la nuit quand Paris devient Paris le conte sublime de chaque rencontre ... . . .
..quand tout le reste se tait.
Délirio e Passione - tango à la Française Le luci accese nella sera quando Parigi diventa Parigi il racconto di un incredibile amore amante e amata ebbra di luce arcana l’unica città al mondo dove l’amore è fatto per l’amore…
Oh, i ponti sulla Senna non tutti sanno quali meraviglie celano è qui dove s’intessono gli amori e quante storie racconta l’acqua che scorre quante parole d’amore portano i venti d’estate e quante anime vi trovano consolazione, quante...
È lungo i quai che si scatenano gli amori coi suoi riti e i suoi piaceri a buon mercato dove gli innamorati si adagiano la notte nel vuoto candore dell’irrealtà dove finanche lo scorrere del fiume tace nell’intimità delle parole di chi si ama…
Oh, Parigi ‘lumière du silence’ degli angeli caduti, dei poeti dannati dei canti che si destano dal profondo rapiti quando lo spleen s’impossessa dei loro cuori inquieti quando le parole si fanno taglienti…
No, nessun’altra città è così votata alla passione alla gelosia, alla vertigine, al delirio come questa città dove finanche le parole hanno il sapore della sensualità…
Balliamo? – chiede la ballerina del gruppo di tangérois che al suono di una musétte tengono quella che dev’essere la prova di una milonga sul quai Trocadero strofinando il proprio corpo contro quello di un hombre scuro abbracciandolo…
Per poi lasciarsi condurre nell’effusione imperturbabile di un tango intenso e appassionato come fare all’amore nell’unico momento in cui il piacere del corpo e quello dell’anima trovano un attimo di verità… Un invito alla vita il diretto confronto da ostentare alla morte che le parole racchiudono entro la luce della notte quando Parigi diventa Parigi il racconto sublime d’ogni incontro… . . . ..quando tutto il resto tace.
Id: 21715 Data: 05/08/2013 19:11:44
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Zen III: sea / wind / clouds / shadows
ZEN III: sea / wind / clouds / shadows
– reflections … by the Sea
una goccia di (inchiostro) blu ed è subito mare – onde
riflessioni d’acque crescenti movimento narrativo – memoria
silenzio pausa ripresa spazio d’ascolto – canto
di libertà che spande reminiscenze e rivisitazioni – cerchi
che si espandono per una riflessione sulla – vita
– reflections … by the Wind
un soffio leggero ed essere aria – vento
danza e movimento determinatezza della musica – spirito
creativo di una compartecipazione melodicità e spiritualità – aleatoria
seduzione trasporto insidia incontro/scontro di toni – quid
intensità di vibrazioni come suoni di una grande partitura – musicale
– reflections … by the Clouds
orchestrazione selvaggia delle nuvole introduzione espansione esplosione – movimento
di corpi nella danza impatto emotivo d’una narrazione – fermento
concettualità di spazi narrativi orizzontalità e verticalismi – coreografie
animazione e fobie nevrosi del tempo che attraversano – cosmografie
spazialità di sfere in moto trasmutazione liquida d’una possibile – creazione
– reflections … by the Shadows
un punto segnato dall’indice un riquadro oscuro nella luce – ombra
luogo d’incontro di sguardi persi nello specchio – solitudine
erompere d’una realtà inesistente di colori nascosti – caos
di un sentimento che soggiace nelle tinte più delicate e morbose – tendenza
all’ombra di moti miscuglio d’ingredienti umani – commistione di eventi
Id: 21589 Data: 27/07/2013 16:52:30
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’perso’
‘perso’
sveglio al mattino volo d’euforico uccello canta a distesa
a campi assolati a fronde d'alberi ai rivi correnti
catturata nella trappola del tempo l’ora scocca pensieri nell’ingranaggio
della società del benessere del malessere placati propositi tacciono
del giorno ancestrale il coro di rabbia si tace chiusi in se stessi
sentimenti adombrano la notte resto insensibile alle stelle
che vaghe solitarie nel mio nulla guardano con distacco
l’io qual sono che cerca senza posa il suo domani
(da 'Carte sparse e dimenticate' 1980?)
Id: 21269 Data: 08/07/2013 17:26:27
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Sei con me ... ad Amina Naimi
Sei con me e mi ritrovo a guardare coi tuoi stessi occhi.. - ad Amina Naimi
dentro il respiro del tempo che mi porto dentro dei giorni vaghi che mi restano racchiusi nel fuoco dei ricordi che ancora mi scaldano l’anima
maschere come fantasmi d’ebano d’ancestrali turbamenti come evocazioni di un ‘io’ ch’è stato orma in questo universo di piedi che danzano nel calpestio della terra
di tamburi che nella notte evocano i guardiani del tempo che solitari narrano d’acque trascorse che ritornano di idoli di creta essiccati al sole di ‘amine’ racchiuse nelle rocce
d’alberi immensi isolati nella Savana il cui spirito espande ombre di crepuscoli infuocati di spiriti vaghi d’uomini e d’animali che pascolano erranti nel segreto di un Eden che rimane nascosto
agli occhi di chi non può vedere.
You are with me and I find me looking with your same eyes.. - to Amina Naimi
inside the breath of the time what I bring me inside of the vague days that stay me I contained in the fire of the memoirs what anchor they heat me the soul masks as ebony ghosts of ancestral disturbances how evocations of a 'me' has been track in this universe of feet that dance in the stamping of the earth of drums that in the night evoke the keepers of the time how solitary they narrate of waters departed that return of dried clay idols to the sun of 'love of it' contained in the rocks of isolated immense trees in the Savanna whose spirit expands shades of red hot twilights of vague spirits of human beings and animals what pasture wandering in the secret of an Eden that is hidden to the eyes of whom cannot see.
Id: 21165 Data: 01/07/2013 21:46:41
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Private inland / Interno privato
'Private Inland'
The image dangerously correct it authenticates the psychological intuition of an unaware to perceive underground cordages of whom observes it the being suspension feeling of a supernatural to look inexhaustible metaphor of an unconscious content the to perceive in the eye of whom looks the machine that animates the desires what it arouses to the emotion sudden of a posthumous vitality to the present the creative transfiguration of the world destruction of the past in name of the future survival hope horror irreversible restlessness of a inexplicable resurrection psychological of the depth.
'Interno Privato'
L’immagine pericolosamente corretta autentica l’intuizione psicologica di un inconsapevole scorgere cordami sotterranei di chi l’osserva
l’essere sospensione sensazione di un numinoso guardare metafora inesauribile di un contenuto inconscio
lo scorgere nell’occhio di chi guarda la macchina che anima i desideri che suscita all’emozione improvvisazione d’una vitalità postuma al presente
la trasfigurazione demiurgica del mondo distruzione del passato in nome del futuro sopravvivenza speranza raccapriccio inquietudine irreversibile
d’una inesplicabile risurrezione psicologica del profondo.
Id: 20933 Data: 14/06/2013 09:00:24
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Privado Tango - tango
'Privado Tango' – tango
Has apoyado la mano sobre mi pecho he temblado has tomado mi corazón en el puño he temido. Lo has tenido calor en la mano lo he sentido golpear enfurecido sacudir, vocear, gritar de alegría. Lo he sentido abrirse al canto, cantar hincharse de felicidad mientras sacudió en acá y allá por el miedo. Miedo sí, de querer De ser poseído, ciego en la prisión de oro qué me construí. Has tenido mi corazón en el puño caliente en tu mano celado a la luz, violado antes de apretarlo fuerte. Ha gritado de dolor de alegría de amor y posesión por un momento. En los pocos instantes que dura el fondo de un abrazo de un gemido besado el conjunto del mío, del tuyo venir. Has dicho: ha sido bonito, ¡me es gustado! Ha sonreído mi corazón repleto de felicidad. Luego la vuelta te has desensartado de mis brazos diciendo: que fue antes ella y la última vez que la mañana después habrías ido novia a otro.
'Tango Privato' - tango
Hai poggiato la mano sul mio petto ho tremato hai preso il mio cuore nel pugno ho temuto. Lo hai tenuto caldo nella mano l'ho sentito battere forte scuotere, strepitare, urlare di furore. L’ho sentito aprirsi al canto, cantare gonfiarsi di felicità urtare in qua e in là per la gioia o forse la paura. Paura sì, d'amare d’essere posseduto, accecato nella prigione d'oro che mi ero costruito. Hai tenuto il mio cuore nel pugno caldo nella tua mano celato alla luce, violato prima di contrarsi nella sofferenza. Ha urlato di dolore il mio cuore di gioia d'amore e possessione per un momento. Nei pochi istanti che può durare l'affondo di un abbraccio di un gemito baciato l’insieme del mio, del tuo venire. Hai detto: è stato bello! Ha sorriso in quel momento il mio cuore colmo di felicità. Poi la svolta ti sei sfilata dalle mie braccia dicendo che era la prima e che sarebbe stata l’ultima volta che l’indomani saresti andata sposa a un altro.
Id: 20747 Data: 31/05/2013 07:04:47
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the others / gli altri - seconda parte
‘the others’ / ‘gli altri’ - Zen poem
(seconda parte)
no, never to say I am I am, I am, never I am, if I am
the one and the others what they believe to believe incredulity and vice versa the stone and the hand the scissors and the paper the leaf and… a run the tree roots, stem, branches leaves, fruits arcane gems of the look 'over' I am, I am never I am, if never I am the line of the horizon over of the silent cypress it shifts the wind the top under the sky of the God it consents mystery or perhaps transcendence (?) dialogue of clouds what they fluctuate in the sky to approach at least what 'unknown' how brother, father, friend comfort I am, I am never I am, if never I am gasp over, other song, music, dance 'dissòi lògoi' to go down in the depth among two equal and different discourses immoral ethic correct unfair truth lie contrast the good and the evil what the life, that the death… I am, I am never I am, if never I am the persecuted, the oppressed the different ones the indifference of a middle future age the shade of the light it blunts the ability to distinguish the landing the disdainful arrogance the immorality the guilt without shame the ransom desire of a possible return I am, I am never I am, if never I am nomadic transient migrant souls in the chaos escaped, accredited interlude as suspension the void or the nothing (?) we are going or returning from the depth forgetfulness (?) sand's desert ocean sea exterminated forest habitat of ancient wisdom I am, I am never I am, if never I am the wood of the tree the nails of the iron the thorns of the hedge the weeping and the cross the cry which nobody responds the night that dwells on the tempestuous tops of the mountain 'pride and or prejudice (?) paradox of the God consents "My God, my God, because have you abandoned me? " yet the destination is the dawn since I am, I am if I have ever been
acquiescence, acceptance consent straight to the truth the inadmissibility of the lie trial of 'knowledge' escape from the trap from the zoo of crystal of the illusions renouncement or desecration (?) tension and apotheosis superficiality and indifference there where the overcoming of itself annuls one in the direction of the other since I am, Iam the unknown strength of the being that I am . . . mystery of the life. ‘gli altri’ - poema Zen
no, giammai dire io sono io sono, io sono, giammai io sono, se lo sono
gli uni e gli altri che credono di credere incredulità e viceversa il sasso e la mano la forbice e la carta la foglia e … un percorso l’albero radici, fusto, rami foglie, frutti gemme arcane dello sguardo ‘oltre’
io sono, io sono giammai io sono, se mai lo sono
la linea dell’orizzonte oltre del cipresso silente smuove il vento la cima sotto il cielo del Dio assente mistero o forse trascendenza (?) dialogo di nuvole che fluttuano avvicinarlo almeno quale ‘sconosciuto’ come fratello, padre, amico ristoro
io sono, io sono giammai io sono, se mai lo sono
i perseguitati, gli oppressi i diversi l’indifferenza di un medioevo futuro l’ombra della luce ottunde la capacità di distinguere l’approdo l’arroganza sprezzante l’immoralità la colpa senza vergogna il riscatto desiderio di un possibile ritorno
io sono, io sono giammai io sono, se mai lo sono
nomadi transeunti migranti anime nel chaos fuoriusciti accreditati interludio come sospensione il vuoto o il nulla (?) stiamo andando oppure tornando dal profondo oblio (?) deserto di sabbia oceano mare sterminata foresta habitat di saggezza antica
io sono, io sono giammai io sono, se mai lo sono
anelito oltre, altro canto, musica, danza ‘dissòi lògoi’ scendere nel profondo tra due discorsi uguali e diversi morale immorale giusto ingiusto verità menzogna contrasto il bene e il male ciò che la vita, che la morte …
io sono, io sono giammai io sono, se mai lo sono
il legno dell’albero i chiodi del ferro le spine del roveto il pianto e la croce il grido cui nessuno risponde la notte che si dilunga sulle cime tempestose della montagna ‘orgoglio e/o pregiudizio ’ (?) paradosso del Dio assente «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» eppure la meta è l’alba
poiché io sono, io sono se mai io sia stato
acquiescenza, accettazione consenso diritto alla verità l’inammissibilità della menzogna processo di ‘conoscenza’ fuga dalla trappola dallo zoo di cristallo delle illusioni rinuncia o dissacrazione (?) tensione e apoteosi superficialità e indifferenza lì dove si annulla il superamento di sé nella direzione dell’altro
poiché io sono, io sono la forza incognita dell'essere ch'io sono . . . mistero della vita.
Id: 20672 Data: 25/05/2013 11:50:23
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’the others’ / ’gli altri’ - Poema Zen
'the others' - Zen poem never to say: I am I am, I am, never to say I am the air that I breathe the wind that disarranges the stone that rolls down from the mountain the rock that breaks the dust that rests the sand of the desert that is stolen the water that escapes the rain that stagnates the sea that rages on the shore the wave that winds the abyss that sinks in the loneliness of whom are never to say: I am I am, I am, never to say I am the thunder that booms the lightning that darts the echo of the past that returns the roads the sidewalks the lamp-posts the ground that the feet stamp on the city the roofs of the houses the people that crowd what it crowds in the stadiums in he/she asked her to the search of an unknown God of an identity what I/you/he/she equalize what we are never to say: I am I am, I am, never to say I am what in the obscurity of the time that equalizes us of the space that divides praise and liberty molecules of life carriers of fire sacredness that catches fire to be able that destroys avarice and folly obsession and wickedness a choir of survival what they raise the voice of the difference never to say me I am I am, I am, never to say I am a nothing a some an everything 'one, any, one-thousand' a forest of crazy person people what it advances it already walks along the paths layouts of his/her own destiny without knowing knowledge, culture, communication language, orally, writing without words you change in the time that advances never to say: I am I am, I am, never to say I am cry, song, litany cries that he does prayer secular, politics, comparison necessary dialogue search of deep reasons opening and reflection meaning and authenticity of the existence that he conducts what it climbs over the existing differences affirmation of an itself existing what it frees the 'truth' unknown which this world pants never to say: I am I am, I am, never to say I am what of the 'not to be' it is the fear the missed rigor, the incorrectness, the predicament the violence of the events abandonment, killing safe-conduct that legitimates the action personal profit pretext, pretexts masks of a false morality that he makes accomplice of the others all the others that we am never to say me I am I am, I am, never to say I am populism that embodies suggestion (?), execration (?) cowardice, falsehood hypocrisy, illegality, immorality accessories of the dirty politics tyranny, arrogance, baseness bodies and antibodies of the democracy indignation (?), moralism (?) condition of the being that 'it is not' what is not you/he/she given to be (?) lack to want never to say: I am I am, I am, never to say I am reflection, precept, sentence straight to the truth justice! reception, brotherhood, communion feelings that have done great the world formation, production, creativeness to find again, to formulate, to give 'sense' 'the art of the life' liberty! democracy! liberty! to look for, to receive, to spread process of knowledge of effective comparison transmission of a human to know no, never to say: I am I am, I am, never to say I am separation, opposition what outdistances it doesn't unite 'the king is naked' de-legitimated died to the king, the king live! 'God is dead' (?!) brittleness of affective bonds lack of shared faith of recognition mutual sentence 'spiked arms' what it tightens all the others . . . I am, 'the others'.
'gli altri’ - poema Zen giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
l’aria che respiro il vento che scompiglia la pietra che rotola giù dalla montagna la roccia che si spacca la polvere che riposa la sabbia del deserto che s’invola l’acqua che tracima la pioggia che ristagna il mare che s’infuria sulla riva l’onda che s’avvolge l’abisso che sprofonda nella solitudine di chi siamo
giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
il tuono che rimbomba il lampo che saetta l’eco del passato che ritorna le strade i marciapiedi i lampioni il suolo che i piedi calpesta la città i tetti delle case la gente che s’affolla che s’ammassa negli stadi nelle chiese alla ricerca di un Dio ignoto di un’identità che uguagli ciò che siamo
giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
che nell’oscurità del tempo che ci uguaglia dello spazio che divide elogio e libertà molecole di vita portatori di fuoco sacralità che avvampa potere che distrugge avidità e follia ossessione e malvagità un coro di redivivi che levano la voce della diversità
giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
un niente un qualche un tutto ‘uno nessuno centomila’ (?) una foresta di pazza gente che avanza cammina lungo i sentieri già tracciati del proprio destino senza sapere conoscenza, cultura, comunicazione lingua, oralità, scrittura senza parole muti nel tempo che stanzia
giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
grido, canto, litania pianto che si fa preghiera laicità, politica, confronto dialogo necessario ricerca di ragioni profonde apertura e riflessione significato e autenticità dell’esistere che si conduce che scavalca le differenze affermazione di un sé che affranca la ‘verità’ sconosciuta cui questo mondo anela
giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
che del ‘non essere’ è il timore, il mancato rigore la scorrettezza, l’imbroglio la violenza degli accadimenti abbandono, uccisione salvacondotto che legittima l’azione (?) tornaconto personale pretesto, pretesti maschere di una falsa moralità che si fa complice degli altri tutti gli altri che noi siamo
giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
populismo che s’incarna suggestione (?), esecrazione (?) viltà, falsità ipocrisia, illegalità, immoralità accessori della politica sporca prepotenza, arroganza, meschinità corpi e anticorpi della democrazia indignazione (?), moralismo (?) condizione dell’essere che ‘non è’ che non è dato d’essere (?) mancanza di volere
giammai dire io sono io sono, io sono, se mai io sono
riflessione, precetto, condanna diritto alla verità giustizia! accoglienza, fratellanza, comunione sentimenti che hanno fatto grande il mondo formazione, produzione, creatività ritrovare, formulare, dare ‘senso’ ‘l’arte della vita’ (?) libertà! democrazia! libertà! cercare, ricevere, diffondere processo di conoscenza di confronto fattivo trasmissione di un umano sapere
no, giammai dire io sono io sono, io sono, giammai io sono, se lo sono
separazione, contrapposizione ciò che distanzia non unisce ‘il re è nudo’ delegittimato morte al re, viva il re! ‘Dio è morto’ (?!) fragilità di legami affettivi mancanza di fede condivisa di riconoscimento reciproca condanna ‘braccia chiodate’ che stringono tutti gli altri . . . Io sono, 'gli altri'.
(continua)
Id: 20543 Data: 17/05/2013 06:29:00
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Milonga del Gaucho Perdido - milonga
Milonga del Gaucho Perdido - milonga
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Fue una noche oscura negra, que negra, más negra cuando el Lunfardo llegó a la milonga perdida en el desierto de la Pampa. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Sopló el viento fuerte, que fuerte, más fuerte cuando el Lunfardo abrió la puerta todos quedaron sorprendidos de encontrarselo delante. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Roído por la rabia en su la cara el Lunfardo se miró alrededor no hubo humanidad en sus ojos entornados que desafiaron el viento ninguna piedad. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Con la mirada los vistazos fue bonita, que bonita, la más bonita Maria Dolores entre las otras en el mientras de alrededor descendidas el silencio y la guitarra tembló.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Tuvo el espeso pelo negros, que negros, más negros los ojos de carbón encendidos de oro rojo estriado por la pasión qué padecido lo ardió. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Volvió a retomarsela de aquel Alvarez que con pretensión se la llevó con el engaño la fuerza de la presunción. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Fue una afrenta sin igual una lucha a dos el látigo y el cuchillo un cuerpo a cuerpo de matadero. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. El Lunfardo lo golpeó sobre la cara la punta del látigo ensangrentado el Alvarez en cuanto le arrancó la blusa con un hendiente que lo tendría golpeado al pecho. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Fue así qué el Lunfardo rebobinó el látigo negro, que negro, más negro y lo arrojó con furor mayor envolviendo el brazo del Alvarez. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Qué fue a tientas en la oscuridad por un instante en sentirse tomado y si el Lunfardo al miro de Maria Dolores no se lo hubiera entregado a su suerte. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Pero el hado a menudo juega a rimpiattino y el Alvarez empujó el hierro a traición qué con fuerza penetró en el costado del Lunfardo hasta el corazón. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Fue una noche oscura negra, que negra, más negra cuando el Lunfardo llegó a la milonga perdida en el desierto de la Pampa.
¡Gotan, gotan, gotan! Tango, que tango, más tango.
Cuando la guitarra agitada tembló por una vez más y en el silencio de la noche se oyó quitarse el llanto de Maria Dolores apasionado.
¡Gotan, gotan, gotan! Tango, que tango, más tango.
Milonga del Gaucho Perduto - milonga
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Era una notte scura nera, che nera, più nera quando il Lunfardo giunse alla milonga persa nel deserto della Pampa.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Soffiava il vento forte, che forte, più forte quando il Lunfardo spalancò la porta tutti rimasero sorpresi di trovarselo davanti.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Roso per la rabbia in viso Il Lunfardo si guardò intorno non c’era umanità nei suoi occhi socchiusi che avevano sfidato il vento senza nessuna pietà.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Con lo sguardo la scorse era bella, che bella, la più bella Maria Dolores fra l’altre nel mentre attorno scendeva il silenzio e la chitarra tremò sotto le dita.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Aveva folti capelli neri, che neri, più neri gli occhi di carbone accesi d’oro rosso striati per la passione che subito l’avvampò.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, mas tango.
Era tornato a riprenderla da quell'Alvarez che con pretesa gliel’aveva portata via con l’inganno la forza della presunzione.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Fu un affronto senza pari una lotta a due la frusta e il coltello un corpo a corpo da macello.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Il Lunfardo lo colpì al viso la punta della frusta insanguinata Alvarez appena gli strappò la blusa con un fendente che altrimenti l’avrebbe trafitto al petto.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Avvenne così che il Lunfardo riavvolse la frusta nera, che nera, più nera e la scagliò con maggior furore avvolgendo il braccio dell’Alvarez.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Questi brancolò nel buio per un istante nel sentirsi preso se il Lunfardo al guardo di Maria Dolores non l’avesse abbandonato al suo destino.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Ma il fato spesso nasconde l’inganno e l’Alvarez spinse il ferro a tradimento che con forza penetrò nel costato del Lunfardo fino a spezzargli il cuore. Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango. Era una notte scura nera, che nera, più nera quando il Lunfardo giunse alla milonga persa nel deserto della Pampa.
Gotan, gotan, gotan Tango, que tango, más tango.
Quando la chitarra fremente tremò per una volta ancora e nel silenzio della notte s’udì sincero levarsi il pianto di Maria Dolores appassionato.
Gotan, gotan, gotan! Tango, que tango, más tango.
Id: 20466 Data: 15/05/2013 06:19:05
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Perché, se sei mare?
Perché, se sei mare? (ad Angela Caccia)
Mi parli di semi germogliati di sole Speranze vaghe, artati dubbi della tua mente Pensieri di ieri che non hanno più ragione d’essere Ambiguità di donna Che vorrebbe essere ‘altra’ Di frustrazioni che non sai accettare Perché, se nella tua natura ti è dato D’essere una sol cosa con questo universo mondo (?)
Mi parli d’amore recondito e improvviso Per tutte le cose che ci girano attorno Che non ti appartengono, che non ci appartengono Che siamo chiamati ad amare senza possesso Per tacerne l’essenza ch’è in loro, ch’è già nostra Ne aspiri l'intenso profumo Ne rimproveri l’assenza come un lascito Che ti fa orfana di cosa (?)
Mi parli di luoghi vissuti Paesaggi, campagne, piccoli borghi del cuore Dove ti rifugi in cerca di una felicità arcana Insania vissuta amaramente, nell’insoddisfazione Che ti dilania d’aver fatto tutto, d’aver dato tutto Ciò che ti resta Sono parole, pagine bianche che vai riempiendo Di dissapori d’amore, come di neve (?)
E assai poco mi parli di te Dei sentimenti che nutri in albagia Nei vacui momenti in cui l’ambizione ti assale E ti contorce ‘feroce’ come arbusto d’ulivo Che affonda le sue radici alla roccia E che ti trattiene quando vorresti andare Nel vento dei giorni che ti restano Nel fruscio che si spegne lontano (?)
Eppure mi parli di risacca che si appropinqua alla riva Di porti e di coste, di un veleggiare sognato e forse Mai intrapreso Di barche che affrontano le onde impetuose E flutti gorgheggianti, impari nel ‘canto piano’ della vita Che d’affrontare domandano quell’ultimo scoglio Tenaci nel dire: 'io sono' sì, l’incoerenza Di un esistere che di volare anela (?) Perché, se sei mare d'acque condivise tumultuoso e incontenibile ?
Id: 20192 Data: 28/04/2013 07:46:13
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’spersonalizzato’
'spersonalizzato'
oscurato a trasparenze di luce trama deliri osceni gesti istrionici a rincorrere schiamazzi strapazzi inutili di spauracchi orridi
a sera torna a ricordi a futili malinconie a sorrisi di scherno sfuggevoli alla presa sulle ceneri della notte torna l’intimo uomo a procreare pensieri ad affrontare il nuovo giorno a venire (da "Feudo di sale" raccolta inedita)
Id: 20124 Data: 23/04/2013 17:23:04
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idillio
'idillio'
una nuvola improvvisa calpestio d’erba sotto i piedi il desiderio di correre via nel vento dolce sapore di una nuova ebbrezza come di farfalle sui fiori un pullulare di lascivi sguardi sensuali
(e un rovescio d’acqua che ci bagna)
Id: 19778 Data: 28/03/2013 21:14:23
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’morte di un giorno’
'morte di un giorno'
s’armano i cavalieri del grande castello del cielo che fortissima luce balena di scudi d’elmi e di spade
acuti vertici nel complesso concerto l’orchestra al completo coi suoi migliori strumentisti solleva ansia al coro
cavalli scalpitano alla piana tenuti a briglia a forza tendono a catene muovono pareti d’universo
cavalieri impavidi d’azzurro cedono al vinto abbattono castelli di nero fumo
posa il coro resta a sussultare il vento maestri a spezzati archi pausa
la ripresa segna echi sferzati di rabbia e già il vinto declina sul fianco s’arretra la battaglia è perduta
a cento a mille le torri crollate ferma a bufera spalancate muraglie del giorno di rosso sangue la piana riposa
placata l’ira iniziale di calma pace la sera s’oscura il vento riporta a primiere note il coro compenetrato a silenzio. da "Feudo di sale", raccolta inedita
Id: 19292 Data: 21/02/2013 17:04:08
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Zen II: trame/solchi/impronte/espiazioni
ZEN II: trame / solchi / impronte / espiazioni
(Disciplina del Mahajana Buddhism, pronuncia giapponese della parola chinese Chàn, derivata dal Sanscrito dhyana, che approssimativamente è traslata con "meditazione" o "stato meditativo").
Arature di campi assolati i ‘cerchi nel grano’
trame dell’acqua sulla battigia
forme nella roccia isolata
d’intorno a un contorto ‘albero della vita’
impronte del solitario esistere
rinunce privazioni abbandoni
espiazioni che la neve non cancella
nel cielo la ‘danza immobile’ delle stelle.
Id: 19236 Data: 18/02/2013 07:04:29
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’solitari silenzi’
‘solitari silenzi’
lavagne di fumo levate a orizzonti di case dai comignoli sui tetti ultimi lampioni solitari freddi il sole sorgente a levante mani levate attendono cori sognanti d’angeli in fuga uccelli a stormi aperte gemme di fiori sorgono a nuovi steli s’ergono gli uomini all’opre tornano a ronzare motori spinte motrici a società delle macchine il rumore è l’ora penne posano a scrittori pungenti sopra pagine bianche sporche di sangue versato di solitudine e poesia scorrono l’acque che furono limpide torbide dell’opre notturna di miti rinati a metà di strazi inutili si tesse la tela figli che abbracciano i padri morti donne vedove da sempre di una guerra senza né vinti né vincitori messaggeri d'orgoglio saliti ad altari torna a belare l’agnello salvato a Dio ringrazia il sole a giorno fatto rivela visioni e illusioni di guerre ipocrisia degli uomini che tornano a sera poeti a vecchie carte a scrutare quando il sole discende a ponente posano i cori si leva il grido: . . . domani! (da "Carte sparse e dimenticate" inediti - 1966 - 1976)
Id: 18932 Data: 29/01/2013 16:46:52
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Azul y Carlos - tango - a Juan Carlos Càceres
Azul y Carlos - tango - (a Juan Carlos Caceres) El oval de su bonita cara enmarcado una catarata de pelo negro qué le bajan tras el cogote los labios bermejos pronunciadas y los ojos ¡ay, aquellos ojos! azules como la profundidad del mar la espalda arqueada el brazo tenso en el abrazo Azul del Mar se afranca la mano mesurada sobre el hombro de Juan Carlos de La Romeria el joven patán apenas llegado por la Pampa agachado sobre de ella a dominarla como se hace con la presa para vencerla. La pierna es acometida hacia adelante agárralo ella se deja resbalar se alarga se tiende alrededor de la suya con salto suspendida en el estremecimiento de la pasión que atraviésalo todo. . . . El perfil del 'guapo' es volitivo la mirada en la mirada ¡ay, aquella mirada! se para sobre de ella profundo la patilla espesa bajo el gorro negro pisado sobre la cabeza la camisa blanca abierta sobre el pecho lampiño los tirantes cruzados sobre la espalda de los pantalones atornillados adherentes al cuerpo generoso qué la aprieta qué se acerca apasionado truncándole el aliento casi hiriéndola con un beso no da. . . . Hay humo en la tangheria la orquesta toca una milonga llana mientras en fondo se oye el cuchichear gente tintinear los vasos de quien bebe alguien en un rincón juega a los papeles nadie se percata de aquella nota suspendida sobre la misma cabeza que hace asustar los corazones de los dos patanes qué van hacia el cielo Azul del Mar y Juan Carlos de La Romeria que en un aquel momento han declarado él un el otro todo su amor . . . en un tango que los tienes apretados tamnbien por la eternidad.
Azul y Carlos - tango L'ovale del suo bel viso incorniciato una cascata di capelli neri che le scendono dietro la nuca le labbra vermiglie pronunciate e gli occhi ah, quegli occhi azzurri come il profondo del mare la schiena inarcata il corpo teso nell'abbraccio Azul del Mar s'affranca la mano posata sulla spalla di Juan Carlos de La Romeria il giovane tanghero arrivato dalla Pampa piegato su di lei a dominarla come si fa con la preda per vincerla. La gamba è slanciata in avanti l'abbranca lei si lascia scivolare s'allunga si tende attorno alla sua con slancio sospesa nel fremito della passione che l'attraversa in pieno. . . . Il profilo è volitivo del 'guapo' vero lo sguardo nello sguardo ah, quello sguardo s’arresta su di lei profondo la basetta folta sotto il cappellaccio nero calcato sulla testa la camicia bianca aperta sul petto glabro le bretelle incrociate sulla schiena dei pantaloni avvitati aderenti al corpo generoso che la stringe che s'appressa appassionato mozzandole il fiato ferendola quasi con un bacio non dato. . . . C'è fumo nella tangheria l'orchestra suona una milonga piana mentre in sottofondo s'ode il bisbigliare della gente il tintinnare dei bicchieri di chi beve qualcuno in un angolo gioca alle carte nessuno si accorge di quella nota sospesa sopra la propria testa che fa sussultare i cuori dei due tangheri migranti verso il cielo Azul del Mar e Juan Carlos de La Romeria che in un quel momento han dichiarato l'un l'altro tutto il loro amore . . . in un tango che tiene avvinti forse per l'eternità.
Id: 18731 Data: 19/01/2013 07:15:04
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Five Tango Sensations / Cinco Sensaciones Tango
CINCO SENSACIONES TANGO por Kronos Quartet & Astor Piazzolla - new tango Asleep / Dormido Y me duermo en ti sobre tu cuerpo ligero de seda se inspira lenta mi alma de fauno y se sacia de sueño qué se realiza Tú sonríes en el sueño de bruma sobre la cama de hojas qué la estación nos dona qué el cantar de pájaros migratorios qué van al valle lejana qué suple de llamada Y entonces te veo correr tras la aurora de seda qué atraviesa la oscuridad y se inclina a besar los botones los junquillos las prímulas ligeras Y son míos aquellos besos robados al sueño de que te hago regalo mientras tú duermes entre los cobertores las miradas de seda cuyo de amor tú engalanado. . . . Loving / Queriendo Queriendo he aprendido a soñar a ojos abiertos y verdaderos los semblantes estupendos del cuerpo qué me donas y no hay noche que sea oscura entre tus brazos Queriendo he comprendido la irrealidad del tiempo qué lo imposible se convierte en canto qué a la improvisación se enciende de matices posibles en la vuelta armónica como de eternidad Querer-tú me redescubro en mí el placer de vivir dar un sentido a los pensamientos que ayer no consideré como hoy redescubro la vida como en un sueño qué vivo por entero Qué querer-tú me abandono al fuego de la pasión a la incertidumbre qué pruebo cuando no estás conmigo qué querer quiere decir consuelo y dolor en la ausencia. . . . Anxiety / Ansiedad El reloj señala el tiempo qué pasa mientras te espero fuera está lloviendo la lluvia cae sobre los vidrios destrozados del nuestro amor Llueve sobre la cama deshecha sobre las almohadas empapadas de tu olor un perfume de seda qué cangia el aire disminuido de mi prisión sin barras ruido suspendido el latido de mi corazón Un gramófono que chirria con distorsión de sonido en el surco consumado un a-solista de violín que llora qué afanoso invoca tu nombre Carlos Gardel con voz grave irrumpe en el silencio Canta 'El dia que te quieras' el viento abre la ventana y a la improvisación sube en el aire la ansiedad por tu ausencia son tus pasos - me digo luego cada cosa se pierde en la espera. . . . Despertar / Despertar Asisto silencioso al despertar de los petirrojos sobre la nieve el invierno está a la puerta salgo de casa a recobrar el correo '¡Season's Greetings! Wishing You Happiness' escribes para recordarme qué enseguida es Navidad... Espero en el despertar de los sentidos en aquella poesía que tendría querido escribir por ti y qué no tengo todavía escrito qué habla de un lobo qué langue por el hambre Tú no estás aquí te niegas al teléfono el mío no suena de un trozo a cada despertar me pregunto ¿dónde estás? ¿quién duerme junto a ti? pero en vano mañana es otro día A cada despertar te espero dispuesto a perdonar todo a hacerme perdonar el cansacio de los años el pelo gris la preocupación qué me corta la respiración dentro del invierno de hielo. . . . Fear / Miedo Miedo sí de no rever tus ojos escuchar tu voz sentir tu perfume sobre tu piel de seda besar tus labios bermejas respirar contigo Y recomenzar todo de aparte sin miedo compartir contigo cada momento qué tenemos de vivir la languidez de amor la pasión que nos arde
Olvidarme pregunta los recuerdos no hacen ruido la noche insistentemente me da miedo la noche las sombras que silenciosas me pasan parecido en el oscuro vestido de negra tiniebla Sí a veces vuelven vagan como fantasmas desenfocados dentro del espejo del tiempo como en un tango apasionado de espectros en amor . . . qué robar quieren mi corazón.
FIVE TANGO SENSATIONS to Kronos Quartet & Astor Piazzolla – new tango
Asleep / Addormentato
E mi addormento in te sul tuo corpo leggero di seta s’ispira lenta l’anima mia di fauno e s’abbevera di sogno che s’avvera
Tu sorridi nel sonno di bruma sul letto di foglie che la stagione ci dona che il cantare di uccelli migranti che vanno alla valle lontana che funge da richiamo
E allora ti vedo correre dietro l’aurora di seta che attraversa l’oscurità e si china a baciare i germogli le giunchiglie le primule leggere
E sono miei quei baci rubati al sogno di cui ti faccio dono mentre tu dormi fra le coltri gli sguardi di seta cui d’amore ti adorno.
. . .
Loving / Amando
Amando ho imparato a sognare ad occhi aperti e veri le fattezze stupende del corpo che mi doni e non c’è notte che sia buia fra le tue braccia
Amando ho compreso l’irrealtà del tempo che l’impossibile diventa canto che all’improvviso si accende di sfumature possibili nel giro armonico come d’eternità
Amando-ti riscopro in me il piacere di vivere dare un senso ai pensieri che ieri non consideravo come oggi riscopro la vita come in un sogno che vivo per intero
Che amando-ti mi abbandono al fuoco della passione all’incertezza che provo quando non sei con me che amare vuol dire conforto e dolore nell’assenza.
. . .
Anxiety / Ansia
L’orologio segna il tempo che passa mentre ti aspetto fuori sta piovendo la pioggia cade sui vetri infranti del nostro amore
Piove sul letto disfatto sui cuscini impregnati del tuo odore un profumo di seta che cangia l’aria rarefatta della mia prigione senza sbarre rumore sospeso il battito del mio cuore
Un grammofono che cigola con distorsione di suono nel solco consumato un a-solo di violino che langue che affannoso invoca il tuo nome Carlos Gardel con voce grave irrompe nel silenzio
Canta ‘El dia che me quieras’ il vento spalanca la finestra e all’improvviso sale nell’aria l’ansia per la tua assenza sono i tuoi passi - mi dico poi ogni cosa si perde nell’attesa.
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Despertar / Risveglio
Assisto silenzioso al risveglio dei pettirossi sulla neve l’inverno è alle porte esco di casa a recuperare la posta ‘Season’s Greetings! Wishing You Happiness’ scrivi per ricordarmi che tra poco è Natale...
Spero nel risveglio dei sensi in quella poesia che avrei voluto scrivere per te e che non ho ancora scritto che parla di un lupo che langue per la fame
Tu non sei qui ti neghi al telefono il mio non squilla da un pezzo ad ogni risveglio mi chiedo dove sei? chi dorme accanto a te? ma invano domani è un altro giorno
Ad ogni risveglio ti aspetto disposto a perdonare tutto a farmi perdonare la stanchezza degli anni i capelli grigi l’affanno che mi taglia il respiro dentro l’inverno di gelo.
. . .
Fear / Paura
Paura sì di non rivedere i tuoi occhi ascoltare la tua voce sentire il tuo profumo sulla tua pelle di seta baciare le tue labbra vermiglie respirare con te
E ricominciare tutto d’accapo senza paura condividere con te ogni momento che abbiamo da vivere la languidezza d’amore la passione che ci avvampa
Dimenticare mi chiedi i ricordi non fanno rumore la notte insistentemente mi fa paura la notte le ombre che silenziose mi passano vicino nel buio vestito di nera tenebra
Sì a volte ritornano si aggirano come fantasmi sfocati dentro lo specchio del tempo come in un tango appassionato di spettri in amore . . . che rubare infine vogliono il mio cuore.
Id: 18623 Data: 14/01/2013 06:40:38
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’così piccino e così grande insieme’
'così piccino e così grande insieme'
. . . quando la mano ti carezza il viso quando la bocca ti chiude gli occhi in un bacio com’è piccino il mondo in quell’istante
com’è grande!
. . . quando il cuore s’infiamma all’improvviso quando senti nascere un sorriso com’è piccino il mondo in quel momento
com’è grande!
. . . quando una lacrima silenziosa scende e già ti chiedi se di gioia oppure tristezza com’è piccino il mondo in quell’istante
com’è grande!
. . . quando un sentimento nell’animo incombe e dentro senti d’essere felice com’è piccino il mondo in quel momento
com’è grande!
. . . quando da un bel sogno a destar ti vai e nel cuor tuo c’è speme com’è piccino il mondo in quell’istante
così piccino e così grande insieme.
(da “Carte sparse e dimenticate” inediti -1966 - 1976)
Id: 18401 Data: 02/01/2013 07:32:14
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I Wonder - Mi chiedo
I Wonder
... if the shiver of the beauty what inside of us is it will be able one day to trace the ancestral heavenly beauty of the world ... if this 'human' symbolic what I am it will come to understand the servant's essence what it turns around me ... if this way of living together inside of me out of me will know how to gather the truth of the reason what in each is of us ... if lost in the time I will bring with me what will have matured of the emotions of the feelings and the poetry of this life ... and if reconciled with the everything I will find the marked street of my existence and the why of the philosophy from where the death for example.
Mi chiedo
... se il brivido della bellezza ch’è dentro di noi possa un giorno ricalcare l’ancestrale edenica bellezza del mondo ... se questo ‘umano’ simbolico qual io sono arriverà a comprendere l’essenza del creato che mi gira intorno ... se questo vivere insieme dentro di me fuori di me saprà cogliere la verità della ragione ch’è in ognuno di noi ... se perduto nel tempo porterò con me ciò che avrò maturato delle emozioni dei sentimenti e la poesia di questa vita ... e se riconciliato col tutto troverò la via segnata della mia esistenza e il perché della filosofia
donde la morte per esempio.
Id: 17983 Data: 06/12/2012 10:25:44
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And now rings to the dance... - to Paul Celan
‘And now rings to the dance...’ – (to Paul Celan)
..stars on the edge of the night while milk's sky it soaks him of obscurity and of darkness to cries of death you allow to play the violins dark what they climb with the smoke that raises him from the Field in the earth dug the pits for Margarete from the gold hair for Sulamith from the hair of ash and for all the others brothers and sisters in love to the confinements with Germany as to Gaza as to Ashkelon to Kabul as to Damask in the forgotten wars of Africa it is struck with lead balls with iron brooms and you you push the more spades to fund there is earth for everybody 'and you will have there a grave in the clouds he doesn't lie narrow' one on the other Margarete and Sulamith together with your brothers Muhallah and Yoruk and Ahmed Syrian’s, Palestinian’s and Israelite's there where it roars stronger the death... '...and now rings to the dance'.
(issue from ‘Todesfuge’ in P. Celan ‘Poesie’ – Mondadori 1998).
‘E ora suonate alla danza...’ – (a Paul Celan)
..stelle sull’orlo della notte mentre il cielo di latte s’imbeve d’oscurità e di tenebre a grida di morte lasciate suonare i violini cupi che salgano col fumo che si leva dal Campo nella terra vangate le fosse per Margarete dai capelli d’oro per Sulamith dai capelli di cenere e per tutti gli altri ai confini con la Germania come a Gaza come ad Ashkelon a Kabul come a Damasco nelle guerre dimenticate d’Africa si colpisce con palle di piombo con granate di ferro e voi spingete le vanghe più a fondo c’è terra per tutti ‘e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti’ una sull’altra Margarete e Sulamith insieme coi fratelli Muhallah Yoruk e Ahmed Siriani, Palestinesi e Israeliani là dove romba più forte la morte...
‘e ora suonate alla danza...’.
Id: 17649 Data: 19/11/2012 13:42:27
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’logori epitaffi’
'logori epitaffi' bandiere sparse a ricordo di vecchie guerre forse o giochi statuette d’ebano ninnoli impolverati libri nello scaffale pieni di parole sillabe incerte nel contesto quotidiano soffocate a coperte di pelle di tela che reggilibro tengono prigioniere
soffoca l’aria di virgole e punti sconnessi riecheggio di versi sparsi contemporanei dell’ultimo Ungaretti a grida s’agitano ombre alle pareti cocci ciotole pennelli d’ingenue scaramucce con la tela solitari candelabri reggono smunte candele di notturne lotte con le tenebre presenti ogni momento nella stanza dove immobile io divento oggetto fra le coperte sparse del letto fra le molte carte buttate senza senso
arido sguardo polveroso accumula polvere dove più ce n’è le grandi scritte affisse urla contro la parete non lasciano che un battito di solitudine a colmare il vuoto dove l’io resta schiacciato al suolo da logori epitaffi l’unica cosa vera la mia penna scrive
Id: 17628 Data: 18/11/2012 05:16:16
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Tango-Zen: legni/corde/note/sabbia/roccia
Tango-Zen (maderas / cuerdas /notas / arena / roca)
latido de maderas cadenciosos pasos armónicas improvisaciones de arcos lanzados en el sidéreo vacío . . . picado de violines de pinos al horizonte . . . crujidos de viento acuerdos de alientos de sonoridades marinas qué sacuden contra el tiempo reflejos de arenas doradas . . . roca que difunde dominio de sal àridas de miel . . . dibujos de nieve sobre las cimas montañas suspendidas desflecadas contra el cielo notas de colores blues y jazz de guitarras quejidos y bandonéones . . . pasos de tango como de escritura en un pentagrama undoso de mar como de risco trazado . . . sobre la arena. Tango-Zen (legni / corde / note / sabbia / roccia)
battito di legni cadenzati passaggi armonici di corde d’archi improvvisati lanciati nel sidereo vuoto . . . pizzicato di violini di pini all’orizzonte . . . fruscio di vento accordi di fiati di sonorità marine che sbattono contro il tempo riflessi di sabbie dorate . . . roccia che si espande dominio di sale seccura di miele . . . disegni di neve sulle cime montagne sospese sfrangiate contro il cielo note di colore blues e jazz di chitarre lamenti e bandonéon . . . passi di tango come di scrittura su un pentagramma
ondoso di maree come di scoglio tracciato . . . sopra la sabbia.
Id: 17300 Data: 01/11/2012 07:22:14
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El malasuerte - tango
El malasuerte - tango lunfardo
Malo, malo, malo, tengo mal grande en mi pecho en este mi corazón qué tú has reducido al silencio cuando querría gritar al viento y estos mis ojos qué ciegos te buscan en la oscuridad a ser sola voz libre en el canto a decir, a buscar alma la maldita paz que me falta . . . Y siento en el rostro tedioso del cielo la extraña gana de correrte encuentro cuando una ráfaga de viento transporta el extraño olor del polvo dentro de una larga y angustiosa malìa sí que también el polvo espera qué en la tarde de verano llegas contigo el ardor de una nueva ebriedad y en el cansacio de los ojos a imaginar alguna cosas que valga . . . Qué en el momento único y sincero de nuestro desengaño nada más sirve a darnos toda la felicidad qué quisimos y posaremos los cuerpos cansados en el polvo que hemos acumulado y todavía huiremos arrogantes todavía equivocando de querer arañar a la vida aquella última esperanza que nos niega.
La malasorte – tango lunfardo
Male, male, male, provo gran male nel petto in questo mio cuore che tu hai ridotto al silenzio quando vorrebbe gridare al vento e questi miei occhi che ciechi ti cercano nel buio a essere sola voce libera nel canto a dire, a cercare dell’anima la maledetta pace che mi manca . . . E sento nel volto tedioso del cielo la strana voglia di correrti incontro quando una folata di vento trasporta lo strano odore della polvere dentro una lunga e tormentosa malìa sì che anche la polvere aspetta che nella sera d’estate arrivi con te l’ardore di una nuova ebbrezza e la stanchezza degli occhi a immaginare qualcosa che valga . . . Che nel momento unico e sincero della nostra disillusione nulla più serve a darci tutta la felicità che volevamo e poseremo i corpi stanchi nella polvere che abbiamo accumulato e fuggiremo ancora spavaldi sbagliando ancora a voler graffiare alla vita quell’ultima speranza che ci nega.
Id: 16932 Data: 12/10/2012 12:28:48
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Oblivion - tango - ad Astor Piazzolla
Oblivion - tango (ad Astor Piazzolla)
El buscarse cuerpos un bandoneon que lángue nosotros dos abandonado en el abrazo la caricia leve de las mejillas la mano que roza tu espalda un escalofrío que baja sobre tu piel como sobre la mía el destello de luz vívida en tus ojos y luego la blancura de tus brazos quitados el rozar tus piernas entre las mías una señal de preocupación el latido que acelera después de la pausa qué habría querido no acabara nunca la carrera interminable de mi corazón como del tuyo por un gozo lleno sin añoranzas y aquel perfume de ti de tu pelo recogido tras el cogote mi beso ligero sobre tu cuello un soplo en cuanto un intervalo de largos silencios cómo pausas de respiración . . . y luego el olvido.
Oblivion – tango (ad Astor Piazzolla)
Il cercarsi dei corpi un bandoneon che langue noi due abbandonati nell’abbraccio la carezza lieve delle guance la mano che sfiora la tua schiena un brivido che scende sulla pelle tua come sulla mia lo sprazzo di luce vivida nei tuoi occhi e poi il candore delle tue braccia levate lo sfiorare delle tue gambe tra le mie un sentore d’affanno il battito che accelera dopo la pausa che avrei voluto non finisse mai la corsa interminabile del mio cuore come del tuo per un godimento pieno senza rimpianti e quel profumo di te dei tuoi capelli raccolti dietro la nuca il mio bacio leggero sul collo tuo un soffio appena un intervallo di lunghi silenzi come pause di respiro . . . e poi l’oblio.
Id: 16788 Data: 05/10/2012 18:46:29
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Mare di sale - Saldi di fine stagione
MARE DI SALE – 'saldi di fine stagione'
‘impronte’
...sulla sabbia della stagione che sta per finire che s’allontanano e s’avvicinano come l’onda del mare sulla riva ...là un lascito di ieri come fosse oggi di pensosi richiami indistinte parole accalappiate dal vento ...qui un setaccio, una formella una paletta abbandonati una cittadella di sabbia distrutta come rovine di una fantasia lontana ... dimenticata.
‘il sole, il sale e tu’
distesi lungo la riva l’amore di un giorno come un’avventura che l’onda discioglie sulla pelle senza lasciare traccia di qualcosa ch’è stato o che sarà domani
nel vento il suono di un violino esile nel canto libero nel volo dei gabbiani che solitari attraversano il guado tra gli scogli d’una vita spesa in soliloqui bruciati dal sole
il sale sulle tue labbra come sulle mie il tuo corpo che si crogiola al sole che si compiace mentr’io ghermito dalla gelosia guardo altrove oltre il guado della mia vista cieca
‘canzone’
oltre le spiagge e l’onde del mare il vento di settembre porta il sapore dell’uve dorate le danze della vendemmia il profumo dei mosti un’allegria saporosa racchiusa negli acini come il sapore dei baci nella tua bocca e il sapore di miele delle parole che nottetempo sussurri al mio cuore . . . a riscaldare quest’autunno che viene
Id: 16583 Data: 22/09/2012 07:34:38
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Baires Tango - tango
Baires Tango – tango
"Mi Buenos Aires querido"... Es este el lugar este el momento con las compañeras fuiste a lo largo de la calle sonriente y alegre feliz de tu juventud. Sí, ahora recuerdo me echaste una flor una flor rojo bermellón qué llevaste en el pelo qué yo recogí y besé. Todavía lo conservo entre las páginas del libro qué escondo en mi corazón una flor roja qué hablava de amor. Qué diligente repite los versos de una canción apasionada ardiente y bonita qué Baires rechaza lejano en los recuerdos más preciosos. Yo miré entonces las otras ir por la calle el tacón alto y las medias a red la grieta en la falda estrecha el escote sobre el pecho anhelante. La boca bermeja ardiente los ojos negros fúlgidos y vivos la mirada encendida de una pasión intensa. Pero la flor mi más bonito me lo donaste tú recogido en la mirada de un momento en aquél sacudir de pestañas sin piedad. En la emoción suspendida de un paso de tango parado a medias cuando la música se para y el bandoneon suspira . . . por una pausa que sabe a eternidad.
Baires Tango – tango
"Mi Buenos Aires querido..." È questo il luogo questo il momento con le compagne andavi lungo la via sorridente e gaia felice della tua gioventù. Sì, adesso rammento mi gettasti un fiore un fiore rosso vermiglio che portavi nei capelli che io raccolsi e baciai. Lo conservo ancora tra le pagine del libro che nascondo nel mio cuore un fiore rosso che mi parlava d'amore. E che solerte ripete i versi d'una canzone appassionata ardente e vera che Baires respinge lontano tra i ricordi più belli. Io guardavo le altre allora andare per la via il tacco alto e le calze a rete lo spacco nella gonna stretta lo scollo sul petto ansante. La bocca vermiglia ardente gli occhi neri fulgidi e vivi lo sguardo acceso d'una passione intensa. Ma il fiore mio più bello me lo donasti tu raccolto nello sguardo di un momento in quello sbattere di ciglia senza pudore, senza pietà. Nell'emozione sospesa di un passo di tango fermato a metà quando la musica s'arresta e il bandoneon sospira . . . per una pausa che sà d'eternità.
Id: 16271 Data: 29/08/2012 17:32:40
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’foglie’
'foglie'
esauste hanno vibrato nel vento nelle sere della torrida estate per poi sfronzolarsi e ingiallire
silenziose hanno atteso la pioggia sperando in una concessione di vita che non potevano ottenere
Id: 16254 Data: 28/08/2012 23:07:52
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Mare di sale - trittico
Mare di sale (trittico)
‘nuvole’
vanno oscurano a tratti il cielo laggiù un lampo un’improvvisa luce
presto sarà la tempesta
il mare è lì ondoso e immenso rigurgitante di flutti di spuma eppure non s’ode il fragore dell’onda
che s’infrange sulla riva
un gabbiano vola verso l’orizzonte s’inabissa eppure non s’ode il battito sconnesso delle sue ali
né il pigolio soffocato della sua voce
dimentichi di ciò che siamo siamo il navigante e il pescatore ora il mare ora il gabbiano
noi, perduti nella tempesta
‘evasione momentanea’
dei giorni il rumore l’isola antica nell’antica stanza la noia nel libro di Chiara la porta socchiusa bloccato dietro la cornice della finestra cerco un vento per la mia vela
una semplice via d’uscita per un’evasione momentanea nell’ora del meriggio abbandonata cerco la sponda amica appeso alla parete pende un mare di traverso la bocca s’apre in un desiderio di sale
‘destreggiato’
pescatore solitario spinge la vela al vento sulla scogliera mani di donna s’agitano ali di gabbiani
onde del furioso mare barca vaga tra i flutti beffarda chimera destreggiata di vento schernisce deride
urla straziate si levano dentro la bufera la vela strappata scompare all’orizzonte distante lontano la barca affonda
il cuore sussulta in solitario pianto effonde l’anima persa le mani ali di gabbiani contro la scogliera
Id: 15975 Data: 05/08/2012 17:53:04
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Quarteto: Tango de ’Cuadros’
Tango de’Cuadros’
Una tangheria arrabalera de Baires en la Boca de noche oscura profunda y negra de donde un bandonéon se entristece y la guitarra desgarra sobre la nota alta. El Lunfardo prueba un paso nuevo de Tango tiene un cuchillo en la mano derecha inspíralo dice como por un duelo cuándo improvisación se para. Baja la mirada du Morena Flor qué sesión al escritorio es busca suspira por aquel amor destrozado qué el Lunfardo ahora niégalas. Qué esta noche Morena Flor anhela de todavía bailar a su cadera de probar aquel último paso de Tango se inspirado en un retablo pintado cuando el Lunfardo la roza. La punta del cuchillo sobre la garganta sin un latido de pestañas Morena Flor lo persigue desáfíalo desgarra la guitarra sobre la nota alta y el bandoneon alboroza. ¿Qué tienes Morena? Cuenta más el deseo que la palabra ¡Lunfardo! Tengo ganas de todavía bailar contigo un último Tango y luego dejarte ir por tu calle. Qué el hombre de la Pampa desconsolada y negra como un retablo que ya he visto no me da miedo no siento el peso de la preocupación tengo sí la pena. Atenta Morena Flor qué acercarse demasiado al fuego se quema y entonces vienes bailamos quemamos junto en este fuego qué nos arde. Eso dicto el Lunfardo la agarra la sacude el pliegue a su voluntad macha qué Morena Flor sabe dar amor a quien quiere él y nada puede arrancarla de éste intento. Todo o nada el bandoneon se encabrita y la guitarra desgarra sobre la nota alta Morena Flor lo afronta sobre el paso nuevo de Tango y en el embeleco el Lunfardo cae a tierra . . . traspasado al corazón del su mismo cuchillo.
Tango di ‘Quadri’
Una tangheria di periferia a Baires in una notte buia profonda e nera un bandoneon che si rattrista e la chitarra sgarra sulla nota alta. Il Lunfardo prova un passo nuovo di Tango tiene un coltello nella mano destra lo ispira dice come per un duello quando improvviso s’arresta. Abbassa lo sguardo su Morena Flor che seduta al tavolino si dice puttana sospira per quell’amor infranto che il Lunfardo ora gli nega. Che stasera Morena Flor anela di ballare ancora al suo fianco di provare quell’ultimo passo di Tango ispirato a un retablo dipinto quando il Lunfardo la sfiora. La punta del coltello alla gola senza un battito di ciglia Morena Flor lo incalza lo sfida desgarra la chitarra sopra la nota alta e il bandoneon impazza. Che hai Morena? Conta più il desiderio che la parola Lunfardo! Ho voglia di ballare ancora con te Quest’ultimo Tango e poi lasciarti andare per la tua strada. Che l’uomo della Pampa sconsolata e nera come un retablo che ho visto già non mi fa paura non sento il peso dell’affanno ben più la pena. Attenta Morena Flor che avvicinarsi troppo al fuoco ci si brucia e allora vieni balliamo bruciamo insieme in questo fuoco che ci avvampa. L’abbranca il Lunfardo la scuote la piega alla sua volontà maschia che Morena Flor sa dare amor a chi l’ama e null’altro può strapparla a questo. Tutto o niente il bandoneon s’impenna e la chitarra desgarra sulla nota alta Morena Flor lo affronta sul passo nuovo di Tango e di rimando il Lunfardo cade a terra . . .
trafitto al cuore dalla sua stessa lama.
Id: 15729 Data: 21/07/2012 17:32:36
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Quarteto: Tango de ’Corazones’
Tango de 'Corazones' - tango Envueltos de sueño una mujer un hombre que bailan un tango apasionado. Dos corazones que palpitan apretados de una magia que los seduce qué los aturde y los arrastra persuasiva. Amantes de la oscuridad que en la sombra las miradas dirigen fugaces. Las manos a buscar las manos que se arriman. Los cuerpos febriles deseosos. Los labios cerrados a morder la carne de sal. Un ardor vivo qué los sorprende y arrolla qué se sacia por un instante el hambre negra de amor.
Tango di ‘Cuori’ – tango
Avvolti di sogno una donna un uomo che ballano un tango appassionato Due cuori che palpitano avvinti da una magia che li seduce che li stordisce e li trascina persuasiva. Amanti del buio che nell’ombra gli sguardi rivolgono fugaci. Le mani a cercar le mani Stringenti. I corpi febbrili Vogliosi. Le labbra serrate a mordere la carne di sale. Un’ardore vivo che li sorprende e travolge che sfama per un istante la nera fame d'amore.
Id: 15553 Data: 09/07/2012 18:34:30
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Quarteto: Tango de ’Flores’
Tango de ‘Flores’ – tango
Uno, dos, tres, cuatro 'la vuelta' cambio de paso el frotar tu cuerpo sobre el mío la curva de la cadera audaz la pierna se arquea envuelve a la mía por un instante fugaz luego la separación el pillarse veloz de los pies se cruzan se atan se derriten atentos se pillan sobre el entablado los brazos se alargan sobre el tallo del tu cuerpo las manos se arriman tu seno perfumado y grano seduce en el abrazo reclina la cabeza acercar a la mía el rozarse de un beso sobre los labios es pétalos la danza a satisfacer la ansiedad . . . la nuestra maldida gana de abrazo.
Tango di ‘Fiori’ – tango
Uno, due, tre, quattro ‘la vuelta’ cambio di passo lo strusciare del tuo corpo sul mio la curva del fianco audace la gamba s’inarca avvolge la mia per un istante fugace poi il distacco lo scalpiccio veloce dei piedi s’incrociano si legano si sciolgono attenti si rincorrono sul tavolato le braccia s’allungano sullo stelo del corpo le mani si stringono il seno tuo profumato e sodo seduce la testa reclina sul collo nell’abbraccio s’accosta alla mia lo sfiorarsi di un bacio sulle labbra è dei petali la danza a soddisfare l’affanno . . . la nostra maledetta voglia d’amplesso.
Id: 15495 Data: 04/07/2012 19:47:25
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Quarteto: Tango de ’Picas’
Tango de ‘Picas’ - tango
Toca la orquesta un tango apasionado hay humo de cigarrillos cómo niebla espesa y dolorida cargo de espera Romero, André, Gutierres tangueros de Baires ‘descamisados’ altos y morenos ganzi y ceñudos del tacón rápido y la ágil toma que mueven los pasos espabilados sobre el enladrillado lustre de la Sala. Un sudor perlino rocía sus cuerpos cortantes los rasgos despejados y austeros bailan un ‘tango sueño’ el uno a los otros apretados de una magia que seduce él un los otros amantes 'enamorados'. El enredo es espabilado vivaracho y furtivo la mirada en la mirada qué avanza sigue el latido de sus corazones el beso fugaz a los labios a la suerte misma que lo aflige qué les pregunta amor y qué también lo engaña.
Tango di ‘Picche’ – tango
Suona l’orchestra un tango appassionato c’è fumo di sigarette come nebbia spessa e dolente carica di attesa Romero, André, Gutierre tanguero de Baires ‘descamisados’ alti e bruni ganzi e accigliati dal tacco pronto e l’agile presa muovono i passi scaltri sul mattonato lustro della tangheria. Un sudore perlaceo irrora i loro corpi taglienti i lineamenti belli e austeri ballano un ‘tango sueño’ l’uno all’altri avvinti da una magia che seduce l’un l’altro amanti ‘enamorados’. L’intreccio è scaltro vivace, furtivo segue il battito dei loro cuori lo sguardo nello sguardo che avanza il bacio fuggevole alle labbra al destino stesso che l’affanna che chiede loro amore eppur l’inganna.
Id: 15415 Data: 28/06/2012 18:54:25
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Canto al Habanera - habanera
'Canto al Habanera' - habanera
Se despertados a chico es tiempo que tú vengas al Orilla del Sur dónde se fortalece la vida. Deja el madre estancamiento y la vieja casa blanca la calle dónde un día has nacido crío querido. Corres encuentro a la vida es tiempo que tú renazcas qué tus botones de amor se abran al nuevo sol. Por este yo canto por tu juventud en flor tu perfume de violas por todo lo que te dará la vida. Acelerados a chico o no habrá más tiempo al Orilla del Sur las chicas van a roba. Y son bonitas con su flor en la cabeza entre el pelo negro y los ojos grandes que hechizan. Tendrán miradas de amor por tu juventud que pasa por tu corazón que alboroza antes que estallidos repentinos. Por este yo canto cuando al alba me quito al sonido del ruego y no pararé mi canto . . . qué ja te hecho a hombre.
'Canto a la Habanera' - habanera
Svegliati ragazzo è tempo che tu venga alla Orilla del Sud dove si tempra la vita. Lascia la madre stanca e la vecchia casa bianca la strada dove un dì sei nato bimbo amato.
Corri incontro alla vita è tempo che tu rinasca che i tuoi germogli d’amore s’aprano al nuovo sole. Onde per questo io canto per la tua giovinezza in fiore il tuo profumo di viole per tutto quello che ti darà la vita .
Affrettati ragazzo o non ci sarà più tempo alla Orilla del Sud le ragazze vanno a ruba. E sono belle coi loro fiori in testa fra i capelli neri e gli occhi grandi che incantano.
Avranno sguardi d’amore per la tua giovinezza che passa per il tuo cuore che impazza prima che scoppi improvviso. Onde per questo quando all’alba mi levo rintono la preghiera e do voce al mio canto . . . che già ti feci uomo.
Id: 15154 Data: 12/06/2012 07:54:35
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In viaggio
In viaggio
Nessun viaggio ci porta lontano così lontano come il rimuginare della Terra la nostra Terra d'Emilia
né la scossa che dall'Inferno avanza né l'acqua che dal Cielo cade né la speranza che può venir meno né il canto che talvolta il cuore inganna
sopravvivremo nel rigenerarsi del Tempo nei sogni che avremo avanzati nei 'figli' che avremo lasciati
perché noi siamo la voce dell'eterno evolversi del Mondo seppure un giorno, sappiamo dovesse esplodere questa nostra Terra
allora saremo polvere cosmica molecole di luce che il poetare produce che nella continuità di questa Vita di per sé non abbandona
che l'amore è canto e non basterà l'annientamento che la parola esalta sublime la presenza del Tutto
no, nessun viaggio ci porterà lontano così lontano da qui perché noi siamo viaggiatori sulle ali del Tempo in cerca di un'ultima parola.
Id: 14959 Data: 31/05/2012 08:24:14
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’una macchia d’ombra’ - a Melissa
‘una macchia d’ombra’ – a Melissa (con amore di padre).
la voce tua fievole nel vivo giorno di mestizia pieno consegna note d’archi vibrate nell’assoluto ricordo del tuo volto quieto...
mentre qualcuno scandisce il tuo nome nel calpestio dei piedi nella corsa fra le grida sfiatate dei lamenti delle ferite inguaribili dell’anima...
quand’ecco il tuo sorriso lava qualcosa che sa di pianto discolorando ampie zone di luce dentro una macchia d’ombra...
che ci porteremo dietro, per sempre.
Id: 14775 Data: 20/05/2012 19:04:44
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Albero di Maggio
Albero (di Maggio) ...che d’ombra tranquillo tieni ai rami fronde di spensieratezza quasi il bimbo i bei riccioli d’oro al vento
come assorto ti guardo e vedoti gigante buono a braccia aperte carico di doni quasi della cuccagna la gioia il brio
pacato ascolto la musica tua pastorale di greggi che stanchi al passo d’erbe di sterpi quasi la mia stanchezza abbeveri d’ombra
da "Carte sparse e dimenticate" (1966 - 1976) - raccolta inedita
Id: 14701 Data: 16/05/2012 07:41:38
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’evanescenze’
'evanescenze'
gli occhi socchiusi a non voler vedere e camminare in compagnia dell’ombre e parlare coi fuggevoli pensieri e poi gioire tremare e soffrire sofferenze d’amore profondamente belle e vere e piangere in silenzio lacrime vive
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980 - 2000) - raccolta inedita
Id: 14370 Data: 29/04/2012 08:09:11
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Il Sepolcro di Arianna - cronaca di un amore
Il Sepolcro di Arianna - (cronaca di un amore).
Creta, Palazzo di Cnosso ivi giunse Teseo che della gloria sua parlar facea le brocche funerea eredità di mostri e d’animali che di terror e sgomento della Grecia tutta tremar facean la terra.
Viril prode ignudo e senz’arme col suo bell’elmo e lo sguardo fugace che liberar dovea speranza d’Atene del tributo a Minosse di sette giovani uomini e fanciulle sette rinchiusi nel labirinto senza uscita ogni nove anni in pasto dovea al Minotauro.
Lo vide Arianna e se ne innamorò all’istante d’un amore spontaneo e incustodito che Dioniso invaghito credea gl’appartenesse giacché era divino e non avea timore di mortal tenzone con niuno che fosse eroe o prode, o gladiatore.
Arianna dalle bianche braccia e il seno procace e bello sentì battere il suo cuore all’impazzata quando Teseo posato il guardo suo lascivo e gaio in quel momento s’accorse dell’umile abbandono che solo può l’uman sentire.
Una folle promessa dell’oscuro fato che ogni cosa avviluppa e cinge e avvolge degli umani la sorte e nulla può colui che ognor s’accinge a districar rotoli e matasse o che in amor conduce la manfrina non v’è ritorno dal guardar della concubina.
Il laccio attorno al collo può essere allora un filo che dilania o un labirinto ascoso e buio dove lasciar le proprie fronde incustodite e affrontar la lotta impari senza difesa che in sospiri e abbracci si dimena un tendere d’arti e muscoli avvinghiati.
Un rincorrersi affannoso per corridoi ciechi uno sbranarsi a morsi per la fame cui la pazzia spesso ci condanna 'Sei tu Arianna?', 'dove sei Teseo?' questa sponda avara di spume che mi trattiene portarmi via di qui, sebben ovunque prigioniera.
In fretta dammene ragione una voce un pegno che già il periglio mio dispotico s’avanza Minosse imperioso ordina d’entrar nel labirinto sette giovani uomini e fanciulle sette di pianti e lacrime rinchiusi senza l’arme che amor di madre possa mai scolpare.
Tirannide malvagia di quegli déi che tutto dispongono e a cui tutto si deve che infausti s’aggirano sopra le nuvole bigie dell’Olimpo odioso che gli umani sol devono temere che non prevede accesso e neppur discolpa ma che tutto devon come laggio.
Quel che mi chiedi Teseo troverai in questa matassa di filo sottile che nascondere dovrai nell’elmo tuo che dei guardiani del labirinto alla vista ostili alcunché senz’ordine lascian passare diffida che Minosse perdoni chi dovesse uccidere il Minotauro, è una menzogna nera.
Lega fintanto che vedrai il filo a una sporgenza o a un rilievo che scolpito si dice adorni le pareti del labirinto e prosegui srotolandolo fin dove vai che sol così nell’impresa riuscirai e ragion avrai in quel del tuo ritorno di ritrovar la porta cui sei entrato.
Adesso va, mio prode, che gli déi di te vendetta chiedon per l’uccisione di quei mostri che messi avean a spaventar le genti pel gusto abietto dei lor giochi osceni che di giocar lor ne van matti e prendon fanciulli e giovinette in fiore per soddisfare le senili voglie.
Non sanno che se di viver sempiterni pur gli è dato d’altro canto la morte di noi umani ragione non concede loro d’aver fatto di sì lungo esistere luogo di sentimenti arcani e che lo sappiano o no che lo vogliano o no la nostra misera vita è opera del sublime che lor è negato. E allora muori bestia malforme e oscena che triste di viver t’è dato mostro che di carni umane nutrirti vai e lascia che questo labirinto torni a veder la luce e si celebri in esso il rito di quei morti le cui spoglie han qui lasciate che restituirle alla Gran Madre si conviene.
. . .
Danzate in cerchio o madri attorno all’ara sacra cantate l’inno che ai morituri più s’addice affinché l’anime limpide dei figli vostri morti siano accolte nel trionfo di quella libertà tornata ad essere contro il potere il sopruso la prevaricazione e che tra i mortali adesso avanza.
Danza Arianna nell’abito virgineo della sposa che Minosse padre tuo per timore oggi concede a Teseo sapendo che ti porterò via di qui verso un paese lontano onora il banchetto muliebre ornato di sì meravigliosi fiori colti per l’occasione delle vivande come dei pregiati vini i dolci frutti che d’assaporare chiede il nostro amore.
Guardati Teseo d’impedire che la vendetta di Minosse raggiunga nottetempo la tua nave che dove non può la forza bruta molto può l’infingardia degli uomini che la ragion sovrasta disponendoli a uccidere e a scatenar la guerra pur d’ottenere la vittoria avita.
Di nessuna guerra o di pace infranta alcun avrà ragione se prevaler s’avvale sui deboli la tirannide che inseparabile dalle disgrazie altrui incomberà sulle disgrazie sue che se il pugnar render m'ha reso vincitor sul Minotauro ancor più forte mi renderan contro la tirannide di Minosse.
Son queste le mani Arianna che hanno battuto il mostro questa la testa d’erma che i numi han voluto rendesse grazia a colei che m’é stata vicino e cara nelle preghiere nella rete del labirinto come nel luogo dei destini avvinti con ciò che la vita rende grovigli e periglioso onde i dilemmi pur trovan soluzione.
L’alternativa è fuggir Teseo lontano dall’egoismo esasperato che genera vendetta dallo spettro di un perdono che mai arriverà e che rischia di rifarsi su altri innocenti figli nel confino violato di voler stringere un legame che forse non ci è dato.
Che nella buona come nella cattiva sorte la promessa non mantenuta degli umani forse può ma quella degli déi per quell’amore che un dì promisi a Dioniso divino perdono riceverà giammai dunque alla nave mia Arianna col favore della notte la marea ci salverà.
Ecco questa è la trama del mio inganno affondar di Minosse la naval flotta e quindi via! sulla cresta dell’onda che procede dietro l’altra che avanza spumosa che non più da lui dipende nulla potrà infliggerci dolore ma uniti che siamo insieme alla reciproca nostra promessa di felicità.
In cotal guisa gli déi ben sanno Teseo ch’é difficile ottenere ma solo avere o non avere che perder la la felicità si può se ci si lascia ingannar dal canto di sirena o dai risentimenti che pure arriveranno coi sensi di colpa e gli scrupoli del dopo con la speranza mal riposta nel futuro.
È buio qui Teseo e un cattivo presentimento m’assale in questa notte senza luna vedo come un talamo vuoto temo di non sentir il canto dell’allodola o scorgere l’alba di domani dormi tranquilla Arianna tra le mie braccia che sul far del giorno attraccheremo a Nasso.
Teseo nel sonno ode un lamento come di guerrieri morti o forse di lamentatrici che si levan a intimorir l’umana sorte è buio qui come nel labirinto senza stelle la notte si dislunga che il mare rugge e il vento già strappa le vele dormi adesso Arianna e non temer la morte.
Che Dioniso meschino s’é levato e altro non chiede che d’abbeverarsi alla bellezza della tua verginità quanto a me non ho dubbi che lo combatterò con tutte le forze che la spada brandita m’assicura che il fato se dev’essere sia non senza c’abbia pugnato a contrastarlo.
Quale diritto eserciti o Dioniso su Arianna? un antico e intimo legame che esiste fin da prima che nascessi Teseo e che m’incute di punirti per aver osato posare gli occhi su di lei ma non sarò irato per questo o per altra cosa se m’offrirai di quel vino buono che detieni nella stiva.
E libero potrei lasciarti di andare se m’accordassi inoltre di partire dall’isola di Nasso mentre sul letto giace addormentata Arianna che del sogno fatto in vita già lei più non ricorda e nel veder la nave tua lontana ognor che sveglia l’avrò condotta meco in cielo al pari di una stella.
Nasso medesima lo sguardo pacato porrà lo sguardo ad ella al par del mio s’avvalerà del mito che la contempla orsù dunque vanne Teseo verso la dolce primavera della vita eroe che vince tutte le battaglie che non solo Dioniso ma anche i tuoi guerrieri il mare il fiume le radici già reclaman.
Addio virginea Arianna moglie di questa notte senza luna vado incontro alla mia fortuna che il volere del dio oggi mi nega che il voler lasciarti amore amato giammai io volli non volgere lo sguardo al tedio nel veder la nave mia che s’allontana e perdona se il canto mio adesso m'abbandona che già di Dioniso il soffio mi si strozza in gola.
Dorme Arianna che nuda a sollevar il velo si dispone il dio quali forme e incarnato han viste mai più belle? e come sorride Dioniso nello sfiorar il bianco seno suo che a giacere con lei già si dispone attirandola a sé voglioso d’amplesso che degli eroi e gli déi tutti onora il possesso 'Sei tu Teseo?', sì son io, 'E tu sei Arianna!'
Id: 14262 Data: 22/04/2012 19:03:47
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Nocturno - tango
Nocturno - tango
Siento tu respiración que me roza respira despacio mi carne ti es de que tiene miedo, es tú que anhela. . . Es de ascua tu preocupación de ebriedad la tácita promesa que se derrite en retortijones de amor. . Como es dulce el amargo aroma de la noche ahora que la noche resplandece como un espejismo y todo yace es tú que deseo, en el deseo violento de la carne. . . Me postro desnudo a tu mirada, mi respiración en el íntimo tu respiración, por otro acto de amor, por del otro dolor carne dentro de mi carne. . . Y también es carne la que desnudan mis besos de cada misterio, dónde es nunca enterrada tu hambre de loba tu inútil risa sarcástica despiadada. . . El amor es un numen cruel y obsceno que nos promete resquicios de inmenso resplandor en la sombra mientras busco en tus ojos el manantial dónde abrevar los míos. . . Eres como una sombra que se agita inquieta sobre las paredes de la noche, son tuyos las desnudas que escurren saladas qué incluso lamo sin pudor. . . Oigo los estruendos, las notas nunca estancamientos que acompañan el ritmo audaz de tus nalgas duras y los gritos violentos de las carnes los humores inebriantes que incluso huelo entre tus muslos. . . Y el mezclarse de todas las sombras abandonadas en el retortijón del orgasmo que se derrite dentro y he aquí yo, distiendo sobre las almohadas mis ocultas ganas. . . Unís a las tuyas, en el agudo remolino del placer como un tango de infinito dolor y de muerte pues me hieres, violame, violame. . . . . . O bien me matas, ahora, fuerte, éste es el momento.
Notturno - tango
Sento il tuo respiro che mi sfiora respira piano la carne è di te che ha paura, è te che anela. . . È di brace il tuo affanno di ebbrezza la tacita promessa che si scioglie in spasimi d’amore. . . Com’è dolce l’amaro aroma della notte ora che la notte splende come un miraggio e tutto giace è te che bramo, nel desiderio violento della carne. . . Mi prostro nudo al tuo sguardo, il mio respiro nell’intimo tuo respiro per altro amore, per dell’altro dolore carne dentro la carne. . . Ed è anche carne quella che denudano i miei baci d’ogni mistero dov’hai sepolta la tua fame di lupa il tuo inane riso crudele. . . L’amore è un nume malvagio e osceno che ci promette spiragli d’immenso splendore nell’ombra mentre cerco nei tuoi occhi la fonte dove abbeverare i miei. . . Sei come un’animale che s’agita inquieta sulle pareti della notte sono tue le spoglie che scolano salate che pure lecco senza pudore. . . Odo i tonfi, le note mai stanche che accompagnano il ritmo audace delle tue natiche sode, e le grida violente delle carni percosse degli umori inebrianti che pure annuso fra le tue cosce. . . E il mescolarsi di tutte le ombre abbandonate nello spasimo dell’orgasmo che dentro si scioglie, ed eccomi, disteso sui guanciali delle mie segrete voglie. . . Unite alle tue, nell'acuto vortice del piacere come in un tango d'infinito dolore e di morte adunque feriscimi, violentami, scopami. . .
Oppure uccidimi, adesso, questo è il momento.
Id: 14186 Data: 18/04/2012 11:12:01
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Rendez-vous
Rendez-vous . . .
Si, ora rammento, l’autunno era appena all’inizio e noi eravamo poco più che ombre nell’ombra della sera . . . Passeggiavamo lungo questi stessi viali. Che strano, per un istante ho creduto che camminassi accanto a me . . . Un passo dietro l’altro in silenzio, quasi fossi un alito, o un rumore ma non fanno rumore i ricordi . . . “Sono echi che a lungo e da lontano, tendono a un’unità profonda e oscura, vasta come le tenebre o la luce. . .” (*) E già la tua immagine si sfoca nelle macchie di colore di quest’autunno che mi viene incontro . . . Che attraversa la mia inquietudine come un’ombra delicata e leggera, che attende nell’attesa . . .
(*) Baudelaire
tratta da "Tutte le sfumature del nero" - romanzo inedito (2010)
Id: 14062 Data: 12/04/2012 18:59:22
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amare
'amare'
è chiedere al tempo di fermarsi alle foglie di non impallidire è chiedere al sole di bruciare tutto quello che c’è attorno
Id: 14025 Data: 11/04/2012 07:58:18
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Vidala triste - vidala - a Gato Barbieri
Vidala triste - vidala * (a Gato Barbieri)
algunos momentos de soledad . . . y pájaros azules extranjeros en vuelo transmigran pensamientos portadores de cariños . . . toca una quena olvidada ** tu motivo a gritos de cuervo sombras pasan fugaces . . . pasa tu cara y en tus ojos pájaros azules extranjeros en vuelo transmigran pensamientos . . . sombras pasan fugaces pasa tu cara y el canto lamentoso de un quena que vuelve . . . qué solitaria acompaña nuestro adiós.
Vidala triste - vidala
alcuni momenti di solitudine . . . e uccelli azzurri stranieri in volo trasmigrano pensieri portatori d'affetti . . . suona una quena obliata il tuo motivo a volo rasente di gabbiani ombre passano fugaci . . . passa il tuo volto e nei tuoi occhi uccelli azzurri stranieri in volo trasmigrano pensieri . . . ombre passano fugaci passa il tuo volto e il canto lamentoso di una quena che ritorna . . . che solitaria accompagna il nostro triste addio.
(*) canto o anche brano strumentale racchiuso nella malinconia della solitudine (**) quena sorta di flauto di canna, tipico della Cordigliera delle Ande.
Id: 13930 Data: 05/04/2012 11:34:34
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Pasqua...
Pasqua...
è tempo che i falchi riposino che tornino a volare le colombe della pace e s’intreccino palme ...come preghiere.
Id: 13911 Data: 04/04/2012 06:22:15
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Fandango Gaucho - de la Pampa Argentina.
Fandango Gaucho (de la pampa argentina) - fandango ¡Ay!, ay!, ay! Alto se quita el grito de la Pacha Mama:
No veo lágrimas por este amor desnaturalizado… Sólo desaliento, desesperación, dolor por lo que vendrá… No tiene mirada en el rostro en sombra pero tiene la voz… ¡Ay!, ay!, ay! Alto se quita el grito de la Pacha Mama: Y el eco de su dolor se quita como un canto en el viento… Lo repiten furiosas las cimas de los árboles en las gargantas profundas… Dónde en vuelo cansado se acomoda el cóndor antes de ahogar en la sangre de su presa … ¡Ay!, ay!, ay! Alto se quita el grito de la Pacha Mama: Por los campesinos de las pampas qué piden justicia, libertad… Listos a morir sobre los campos en la pública plaza en revuelta… En todas las plazas, de todas las ciudades del mundo dónde ejecuta es negada… ¡Ay!, ay!, ay! Alto se quita el grito de la Pacha Mama: Dónde el ardor es acabado la tenacidad que los firmes corazones quitan… Cuando a la lista le ultrajada el grito llama… Cuando a la revuelta los desgraciado la Pacha Mama reclama…
La sangre de sus hijos contra la opresión, la violencia, la injusticia ... un grito contra la tiranía.
Fandango della pampa argentina - fandango
Ahi!, ahi!, ahi! Alto si leva il grido de la Pacha Mama:
Non vedo lacrime per questo amore desnaturato …
Solo sconforto, disperazione, dolore per quello che verrà …
Non tiene sguardo nel volto in ombra ma ha la voce …
Ahi!, ahi!, ahi! Alto si leva il grido de la Pacha Mama:
E l’eco del suo dolore si leva come un canto nel vento …
Lo ripetono furiose le cime degli alberi nelle gole profonde …
Dove in volo stanco s’adagia il condor prima di affogare nel sangue della preda …
Ahi!, ahi!, ahi! Alto si leva il grido de la Pacha Mama:
Per i campesino delle pampa che chiedono giustizia, libertà …
Pronti a morire sui campi nella pubblica piazza in rivolta …
In tutte le piazze, di tutte le città del mondo dove giustizia si nega …
Ahi!, ahi!, ahi! Alto si leva il grido de la Pacha Mama:
Dove è finito l’ardore la tenacia che i saldi cuori leva …
Quando all’appello gli oltraggiati il grido chiama …
Quando alla rivolta i disperati la Pacha Mama reclama …
Il sangue dei suoi figli contro l’oppressione, la violenza, l’ingiustizia … Un grido contro la tirannia.
Id: 13845 Data: 31/03/2012 12:39:58
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Nel giuoco del caso con le nuvole estrose.
Di pioggia le foglie bagnate il viale nel parco, silenzioso le vuote aiuole avvolte di nebbia. Non odo i tuoi passi sulla ghiaia né le voci dei bambini lontani che si rincorrono.
Accanto alla panchina isolata raccolta nei pensieri vai oltre il silenzio che ti fa da cornice. Sotto l’ombrello aperto scorrono le parole che non ti ho detto e che forse avresti voluto sentire.
L’ora dell’appuntamento è passata da un pezzo avvii i passi lentamente, sei nervosa o forse solo stanca per la lunga attesa. Io non verrò l’avevi intuito impossibilitato senza un perché.
Raccolto lo sguardo ti sfioro ti trovo diversa, come dire, più intensa sotto la pioggia che continua a cadere. Perso dietro le nuvole osservo lo stillicidio del tempo il rumore della tua auto che va via.
Che la strada sia lunga lo dicono memorie di pacata dolcezza tremule incertezze di foglie appese all’albero della vita . . . di soliloqui, ricolmo è il letto vuoto di solitari ritorni.
Id: 13653 Data: 20/03/2012 19:15:30
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’eccomi’
'eccomi' . . . uccidimi ti stavo aspettando ubriaco di buio ad occhi sgranati e lucidi dentro ogni notte errando sorgivo a carezzare lo sguardo accecato lo spirito tacito a parole
Id: 13482 Data: 13/03/2012 07:21:23
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I giorni delle mimose
I giorni delle mimose
C’è un giardino della vita che una primavera accende di colori di fiori di pesco e anemoni a ciuffi e violacciocche fra steli verdi d’erbe e margherite bianche dove scalzi vanno per giorni senza tempo giovani amanti a cogliere rami profumati di mimose d’oro a bere rugiade d'eterna bellezza.
da "Carte sparse e dimenticate" (1966 - 1976) - raccolta inedita
Id: 13360 Data: 08/03/2012 09:29:20
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Pianissimo...
'pianissimo'
Una sola nota a segnare l’inizio e la fine di un’intera partitura ed essere silenzio tutto quello che c’è prima e dopo... Un tempo esteso fra il tocco di una corda e il suono di una tastiera che vibra per un lungo inafferrabile momento... Come di un bacio che si schiude da un labbro all’altro labbro ed essere musica tutto quanto c’è intorno... E mettere in quel bacio l’amore più profondo che s'apre in quell'istante ad abbracciare il mondo... Una sola vibrante nota a segnare l’intera partitura della nostra vita tutto quanto desideravamo...
Id: 13050 Data: 25/02/2012 18:50:02
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Media Luna - Tango
Media Luna – tango
Háblame es este el tiempo de los violetas escucha sumisa el canto de tus palabras en el llanto afligido de las flores que te he regalado hay en el aire la fragrancia del ustedes podrir abandonado de las lágrimas derramadas por este nuestro amor desgraciado. Me acampo tu despertar la primavera está a la puerta lo anuncian los violetas y el canto del cuco excitado en búsqueda entre las ramas a la sombra de las verdes hojas la cucula deseosa qué de amor es la su llamada en buscar impávida en el viento lo que nada le dará. Cuándo vecino está absorto el poetar de sus palabras sobre la almohada dulce de los violetas envuelto del perfume aturdido de tu amor que sufre el en encenderse colores de esta primavera qué holgazana se esconde en las espiras de ese invierno que silencioso muere.
Como mi amor matado tras el vidrio opaco de la ventana en una apagada habitación vacía y oscura en el misterio que lo envuelve la mirada tendida en buscar los violetas de una pasión qué quema entre las sábanas como fuego frío qué se consume en el tiempo de la media luna.
Media Luna – tango
Parlami è questo il tempo delle viole ascolto sommesso il canto delle tue parole nel pianto accorato dei fiori che ti ho regalato c'è nell'aria l'olezzo del loro marcire abbandonato delle lacrime versate per questo nostro amore disgraziato. Attendo il tuo risveglio la primavera è alle porte l'annunciano le viole e il canto del cuculo eccitato che cerca tra i rami all'ombra delle verdi foglie la cucula vogliosa che d'amore è il suo richiamo nel cercar impavida nel vento ciò che null'altro le darà. Quando vicino è assorto il poetar delle mie parole sopra il cuscino dolce delle viole avvolto del profumo intenso del tuo amore che stenta l'accendersi dei colori di questa primavera che pigra si nasconde nelle spire di quest'inverno che silenzioso muore. Come il mio amore ucciso dietro il vetro opaco della finestra in una stanza vuota e buia nel mistero che l'avvolge lo sguardo proteso nel cercare le viole di una passione che brucia fra le lenzuola come fuoco freddo che si consuma al tempo della media luna.
Id: 12241 Data: 22/01/2012 08:20:03
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I fiori del lunedì
I fiori del lunedì
A ritrovarti alla siepe dove t’incontrai la prima volta fiori intorno a guardare ma nel tuo sguardo primavera c’era qualcosa che non potevi dirmi
non ti rividi più di là saltai muretto di anni ad esperienze che non potevi insegnarmi
ogni lunedì torno alla siepe a guardarti dove un tempo allegro giocavo intorno biancospini a guardare a ritrovare qualcosa di me che avevo poco considerato.
da "Carte sparse e dimenticate" (1966 - 1976) - raccolta inedita
Id: 12084 Data: 15/01/2012 10:33:56
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TAO della Musica
TAO DELA MUSICA: concetto / filosofia / introspezione
(ricerca teorica del ‘soundless sound’ del suono che nasce dal silenzio della meditazione, musica di fusione tra culture diverse che nell’avvenuta osmosi creano una musica di tipo universale)
Un mondo, un’umanità’ messaggio di libertà espressiva amore, purezza, semplicità musica pensata, suonata, interiorizzata viaggio lungo e misterioso nei suoni del silenzio.
Connubio di pensiero silenzio di chi suona silenzio di chi ascolta dimensione interiore come spazio vastissimo dell’io profondo dove incontrarsi e comunicare.
Incontro Oriente e Occidente /Occidente e Oriente uomo donna / donna uomo genti e popoli / popoli e culture diversi e uguali armonizzazione degli opposti.
Concetto, filosofia, introspezione riconoscimento di un’ambiguità duplice manifestazione materiale e spirituale illuminazione valore altissimo della propria esistenza.
Visione complessiva della realtà al di sopra della nostra certezza /incertezza parti d’insieme dell’intelligenza universale tutt’uno con la nostra stessa esistenza come filosofia di vita … ‘propria del vivere intensamente’.
Id: 11945 Data: 07/01/2012 12:41:05
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Fiori di Carta
Fiori di carta sono le mie ambizioni, fluttuanti come farfalle impazzite di vento, in una stanza di pensose ombre che pagine bianche rendono luminose. Dalla finestra penetra luce chiara a rischiarare un’unica speranza, di riempirle di parole che abbiano un senso per quest’anno ch’è appena iniziato …
Id: 11841 Data: 01/01/2012 11:22:21
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Gouaches di Natale
Luci di Natale
Come ogni volta la luce del mattino accende di colori la mia stanza e m'invita al sorriso.
Così come ogni inverno la terra s'appresta nell'attesa precoce di una nuova primavera.
Come ogni volta le stelle che illuminano la notte s'accendono di una luce opaca argentea.
Cosi come ogni volta le orme sulla neve appena scesa restituiscono il senso luminoso dell'Attesa.
Come ogni bimbo i doni sotto l’albero di Natale.
Natale per me
… e intorno luccichii di sfere e nastri colorati odore di pini arabeschi di neve melate guance di bimbo.
Consumato stoppino d’una magra candela volgo a pensieri a voglia d’allegrezza
… e intorno sfavillii sorrisi festosi, dolci, parole persone cariche di doni un presepio arcano.
Intorno alberi spogli, infreddoliti un raffreddore fastidioso e foglie al vento
… in fondo cosa mi manca per essere felice forse l’ingenuità d’un tempo cara mi resta la fantasia a immaginare un Natale di sola poesia.
Capodanno
Coriandoli di neve sputa in faccia a dicembre gennaio il giorno precede l’avvento del giorno la fine dell’anno il giungere di un altro anno.
Così corre la vita tua Bartolomeo come la mia sospinta dal vento e dire che dovremmo essere tristi che l’infanzia già passa eppur ne ridiamo.
Ma cosa sono in fondo i giorni questi anni che passano in fretta ogni Capodanno se non coriandoli di neve sputati in faccia al destino.
da "Carte sparse e dimenticate" - (1956 -1976) - raccolta inedita
Id: 11683 Data: 21/12/2011 10:09:41
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TAO dell’Acqua
TAO DELL’ACQUA principi/percorsi/sentieri/corrispondenze
(Nella filosofia taoista tradizionale cinese, il Tao ha come funzione fondamentale quella di rappresentare l'universo che all'inizio del tempo era in un stato chiamato Wu Chi ( = assenza di differenziazioni/assenza di polarità).
Limite impraticabile di confini interstiziali polarità di segno inverso principi fondamentali dell’universo la linea dell’acqua che tracima sul fondo il fiume nel mare dell’oceano reiterazione del tempo.
Yin e Yang negativo / positivo il nero il bianco dissonanze assonanze esistenziali impeto ed estasi dell’acqua immobilismo e costanza dimensioni della normalità pace e silenzio.
Intensità di emozioni cerchi nell’acqua immagine metafisica di un oltre che il vento trascina punto focale dentro orizzonti immateriali d’un mondo sensibile soprasensibile per una riscrittura dell’esistere.
Luci e mutazioni dal crepuscolo all’aurora ombre come fantasmi della pura notte ininterrotta riflessi sfolgoranti dell’acqua nel vivido giorno di luce estensione del parlare nel gridare come nascere e morire.
Compimento e inizio della linea d’acqua come soluzione di continuità di un dopo pensato come luogo incantato e straordinario meditato fuori della realtà di un pensare possibile attraversato da possibili corrispondenze.
Demarcazione prospettica esistenziale dell’acqua cardine incerto di filosofie per una tavolozza ricca di attese consapevolezza di germinazione descrittivo / decorativo fisico e geometrico dello spartiacque tra la terra e il cielo.
Estetica dell’irreale effetti e affetti atmosferici del soprasensibile specchiarsi di nuvole sull’acqua che la linea dell’orizzonte sublima e trascende cromaticamente in abbagli di sogno … … 'le età della vita'.
Id: 11221 Data: 24/11/2011 10:25:04
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TAO dell’Aria
TAO DELL’ARIA afflato/armonia/sonorità/incantamenti.
Nota continua di un flauto metafora di un pino all’orizzonte senza vento la chiave di violino allerta l’arco sulle corde tese ali d’un falco sospese per un vuoto d’aria che sconcerta l’orchestra delle nuvole disperate.
Soffio di vento sospira sull’acque agitate che di colpo si fermano dove tutto rifulge e si specchia in cui l’aria d’argentea luce riverbera di dolce armonia di un creato che incanta risonanza di un acustico afflato.
E già s’allerta il regno dell’invisibile realtà misteriosa e fuggevole come “l’albero che nell’orecchio sorge” trattenere vibrazioni di foglie che nell’aria oscillano vivaci per una promessa d’amore che di volare ha concesso un istante prima di morire.
Ed ecco il violino ritrova la giusta nota quando nell’aria s’invola il falco rapace ed è tutto un trillare di suoni mormorio di risonanze lontane prova d’orchestra nella tormenta che avanza nella piana tempestata di antichi bagliori.
E già s’armano i cavalieri del grande castello del giorno che fortissima luce balena di scudi d’elmi e di spade acuti vertici si levano nell’aria l’orchestra al completo coi suoi migliori strumentisti solleva ansia al coro.
Cavalli scalpitano alla piana a briglia sciolta che nell’aria s’invola a forza tendono a catene smuovono pareti d’universo cavalieri del giorno impavidi d’azzurro cedono al vittorioso nell’abbattersi di castelli di nero fumo.
A cento a mille le torri crollate muraglie del giorno segna echi sferzanti la battaglia è perduta e già il vinto declina sul fianco che nell’aria s’arresta per una disfatta al tempo di calma pace la sera s’oscura.
Ferma a bufera di rosso sangue la piana riposa posa il coro resta a sussultare il vento maestri a spezzati archi echi d’aria lontani il vento riporta a primiere note il coro compenetrato a silenzio . . . lì dove la “morte del giorno” rigenera l'alito della vita.
Id: 11219 Data: 24/11/2011 10:19:38
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TAO della Terra
TAO DELLA TERRA argille/strati/rimpasti/coinvolgimenti.
Archeologie future di strutture geologiche anfratti angusti antri silenziosi di caverne affossate nella nuda terra stalattiti e stalagmiti che di catacombe vivono l’oscurità stratificata e compressa ove germogli di pietra si destano.
Caleidoscopi riflessi di quarzi rosa e bianchi rosso rubino berillo e azzurro zaffiro verde smeraldo e topazio giallo come l’oro diamanti freddi d’una luce arcana nello stridere di spazi interstiziali supremazia della terra rimpasto di colori nell’arte esistenziale.
Contrasto col canto dei primi germogli il mirto sacerdotale l’olivo di pace duratura la spiga propizia d’abbondanza l’alloro dei primati quasi una preghiera della grande Madre Terra che al Padre Sole chiede d’essere ascoltata.
Che sì la sua pelle teme la seccura dei deserti il gelido effluvio dei ghiacciai eterni l’umidore dei laghi dei fiumi degli oceani che immensi le bagnano le gote nulla in confronto allo scempio degli uomini che pur dicendosi ignari ben sanno ciò che fanno sulla terra.
Che dicesi smarriti in questo universo nei labirintici anfratti della mente filosofie stereotipiche d’incantamenti spergiure verità menzognere per arcane mitologie della terra ove perfino la meraviglia che pur gli è data svanisce dietro un battito di ciglia.
Intercedi o Madre Terra perché sia rimesso il verbo ch’era all’origine del tempo affinché l’una e l’altra stagione tornino a succedersi nell’intima segretezza della vita e rendili edotti poiché figli del tempo ad esser polvere infine torneranno.
Poiché ciò che deve accadere sempre accade che mai rimproverar debba la Madre Terra i figli d’aver perduto il senso della storia di tutto ciò che siamo e altro non possiamo essere l’essenza dell’universo che ci gira intorno il Sole la Luna e tutte l’altre Stelle . . . “che d’ogni cosa infin resti memoria”.
Id: 11150 Data: 20/11/2011 09:39:36
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Aspettando l’Inverno
Aspettando l’Inverno
Dopo l’amore solo all’amore risponderà il mio petto al suono della musica che s’infrange per così tanta pena che al sentirla provo un’esasperata nostalgia di te.
Che non è l’amore per l’amore quello che sento, né il pensiero della lontananza ma il sospiro d’un sentimento che nel profondo muore.
Senza aver dato al sogno di rimuovere quel che l'orgoglio o forse l’illusione sà d’essere stato tuo per un momento, quell’io che ascoso fra le spire sento che l’inverno sta già uccidendo.
Ma la stagione non è il principio né la fine è l’amaro che mi sale in bocca sulle labbra inebriate mai stanche dei tuoi baci ardenti assetati d'amore.
Il ricordo dei passi affrettati lo spogliarci dei panni sull’uscio della stanza da letto l’afrore dell’intimità violata la luce che dalla finestra i nostri corpi nudi accarezzava.
L’epidermico adempimento di uno strusciare lento la cui brama pur correva verso la meta dove la gioia infine è pianto lacrime che sgorgano dal profondo.
Come di un fiume che cerca un alveo in un cuore di pietra che non si aprirà al primo passaggio della piena lasciando che l’acqua dilaghi coprendola di bava senza senso.
Un succore aspro di spuma bianca come la luna che si raffredda e diventa neve e che lenta scende giù dal cielo a ridestare in petto la nostalgia di te del tuo amore silente . . . in quest’inverno che viene.
Id: 11059 Data: 14/11/2011 07:53:03
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TAO del Fuoco
TAO DEL FUOCO fiamme / bagliori / visioni / folgorazioni
Frammenti di una poetica del fuoco che il sole avvampa nell’arco del giorno dall’alba al tramonto per restituire a vita quel che ancora arde sotto la cenere del giorno che avanza dietro arroventate nuvole di speranza.
Che l’assenza ha dato alla notte di carbone nera l’intuizione dell’istante in cui la scintilla del fuoco interiore germinazione di linfa divina infiamma bracieri d’incensi e mirra sacerdotali.
Lapilli di fuoco incandescenti illuminano il nuovo giorno a venire come di festa sul palcoscenico del mondo ove un coro di stelle illuminate racchiude echi di voci arcane di chi vive il profondo dei misteri.
A che il fuoco nella discontinuità di un’assenza/presenza scaturisce fiumi di lava dalle viscere della terra che ad essa fanno ritorno nel ripetuto abbraccio di contrasti rigenerazione del vuoto per un pieno di vita.
Che scarlatto divampa l’ardore misticismo d’una devozione che s’avvolge entro le spire del fuoco interiore di segrete durature imposte scardinate all’uopo in cui tutto s'appiana entro la sfera poetica del canto.
Un pieno, un vuoto, un pieno e ancora un vuoto una lingua di fuoco che sale si stacca s’allontana si perde ridiscende impetuosa nell’infero da cui si è levata dopo aver bruciato per tornare a bruciare tutto ciò che gli gira attorno.
Come l’uomo perduto nella mera notte di carbone che il tizzone di fuoco acceso non rischiara il suo desiderio di luce che s’infrange contro la collina buia prima che sorga l’alba d’una speranza nuova.
Che del timore è data la trepidazione l’incertezza il fato ciò che chiamiamo destino ma non c’è destino nelle spire del tempo che anche il tempo altro non è che mera invenzione … “il resto è silenzio”.
Id: 10961 Data: 09/11/2011 08:45:30
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Escenario tanghero - tango
Escenario tanghero - tango Estás sobre la honda tiniebla de una tangheria humosa se sentada a la mesa con otras chicas qué no conozco, que no veo. Tienes una rosa roja entre el pelo negro te observo en silencio correspondes mi mirada sonrío y tù sonríes. Los amigos simulan no de percatarse de nosotros dos sin embargo sé que en sus pechos golpea fuerte el corazón, sólo por ti. A veces el amor no tiene razón de un pensar diferente qué la seducción invita insidia, engaña. La música jadea recalca el tiempo de un nuevo tanda en cierto modo arrabalero el momento bueno por la invitación. Sacada, parada, barrida y luego un gancho, un boleo un colgada y un abrazo apasionado. Aquellos sentir en el pecho tu respiración el jadear junto al mío la piel tuya que se inflama en el fuego fatuo que lo arde. Una cadencia, una vuelta, un ocho luego un vuelta yo que te acaricio las caderas mientras me emborracho de ti. Quiéreme y te querré como nadie al mundo antes fue nunca querida, o bien me matas al final de este tango descarado. Qué una luna negra ilumina ahora el mi corazón qué me has arrancado del pecho en este día maldito.
Scenario tanghero - tango
Stai sul fondo oscuro di una tangheria fumosa seduta al tavolo con le altre ragazze che non conosco, che non vedo. Hai una rosa rossa fra i capelli neri ti osservo in silenzio ricambi il mio sguardo sorrido e tu sorridi. Gli amici fan finta di non accorgersi di noi due eppure sento che nei loro petti batte forte il cuore solo per te. L’amore a volte non ha ragione di un pensare differente che la seduzione invita insidia, inganna. La musica s’affanna scandisce il tempo d’una nuova tanda in certo modo arrabalero il momento buono per l’invito. Sacada, parada, barrida e poi un gancio, un boleo una colgada e un abbraccio appassionato. Quel sentire nel petto il tuo respiro l’affannarsi insieme al mio la pelle tua che s’infiamma nel fuoco fatuo che l’avvampa. Una cadenza, un giro, un otto quindi una vuelta io che ti accarezzo i fianchi mentre m'ubriaco di te. Amami e ti amerò come nessuno al mondo prima fu mai amata, oppure uccidimi alla fine di questo tango disgraziato. Che una luna negra illumina adesso il mio cuore che mi hai strappato dal petto in questo giorno maledetto.
Id: 10911 Data: 06/11/2011 11:13:00
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Fughe di Stanze - a Mondrian
Fughe di Stanze. . .
corridoi senza fine e poi il vuoto mancanza della linea d’orizzonte, verticalizzazione di linee di idee che si intersecano misurate, ( i )stanze? Sollecitazioni, invito, spinta, stimolo creatività associata a disimpegno lontananze, impressioni di viaggio, evasioni? Riquadri di cornici spoglie, architetture impossibili di una rete d’immagini fattibili, olistiche, senza corpo dove la materia liquida, si stende densa, coesa? Deumidificazione di lineature perfette, tirate a squadra segnaletica orizzontale, linea di attraversamento in bilico a poter cadere, vertigine delle rettilinee. Cieli aperti sul nulla, fondi densi di colori essenziali fissati su pareti inesistenti sospesi sul baratro dell’esistenza. . . . . . Psicologia del profondo e anestesia mimetica intimo sentire, spaziature infinitesimali della mente. Mondrian?
Id: 10639 Data: 24/10/2011 09:29:47
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Oltre la parete ...
Oltre la parete ...
il tempo sfugge al quadrante ogni strada intentata ipotetico sé ingigantito a dismisura a rincorrere l’infinito
cercare l’assoluto senza trovarlo
incontenuto aberrato allucinato dimensione insoluta del sé l’ora porta la quinta stagione soffocata entro pareti di una stanza chiusa chiedere ulteriori spazi o forse solo una maggiore quantità di tempo l’effetto d’una irreversibile inflazione che non concede tregua
alcuna l’io computer realizza dimensione prolungata del sé l’escapism oltre la parete per una fuga annunciata.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980-2000) - raccolta inedita
Id: 10493 Data: 16/10/2011 09:44:09
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Without Words - to all the differences
Without Words (to all the differences) A feeling what it doesn't feel pain surrendered to the euphoria of the instinct to the vulgarity of what it is hated unpopular, undesirable different love is not, neither devotion it is betrayal. A feeling that doesn't have roots in the soul what it doesn't have faith of it indulgence of the diffractions splinters of rock scratched without name over the cliff. A wall of incomprehension where despite a flower that doesn't have voice is born what it also stays amazed in front of the miracle of the life what it doesn't need words . . . only love.
Senza Parole (a tutte le diversità)
Un sentimento che non prova dolore che s'abbandona all’euforia dell’istinto alla volgarità di ciò ch’è inviso malvisto, sgradito, diverso non prova amore, né devozione è tradimento. Un affetto che non mette radici nell'anima che non provoca comprensione né indulgenza per le diversità è qualunquismo bieco. Come di schegge anonime graffiate sopra una rupe come di infamia scritta senza nome su di un muro d’incomprensione d'incapacità. Una condanna all'indifferenza dove malgrado e difformemente inaspettato nasce un fiore che non ha voce che resta attonito di fronte al miracolo della vita che non ha bisogno di parole . . . solo d'amore.
Id: 9958 Data: 07/09/2011 23:03:18
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Gouaches
Gouaches
'appeso'
memorie di pacata dolcezza muovono attorno ai ricordi tremule incertezze di foglie appese all’albero della vita
'tra le righe'
torno talvolta a leggere come sono fatto negli spazi in bianco leggo quello che vorrei essere
'nella vita di ognuno'
c’è uno specchio crepato dove il volto s’infrange mostruoso in cui l’anima appare un mosaico d’ipocrisia
'i giorni miei'
uccisi di noia impastano materia di luce e d’afa che non restituiranno a vita che salvezza io cerco in righe d’inchiostro nero a sconfiggere fantasmi bianchi di pagine vuote
'e nell’attesa'
la stanchezza degli occhi per immaginare qualcosa che valga e nell’unico momento sincero della nostra illusione niente più serve a darci tutta la felicità che volevamo
'accecato' in una notte che non è la mia grido a essere sola voce libera nel tempo a dire a vibrare a spregiudicare stramaledetta pace dell’anima chiamato d’ansia a morire ripeto l’eco al diapason parole da inorridire
'uno quasi'
un indefinito oggetto di una indefinita materia che vive in una quasi società in un quasi spazio in un tempo quasi
'mi vesto d’ombra'
e di luce ogni giorno ogni giorno mi spoglio e m’immergo nell’ombra a nascondere occhi stanchi d’ingiusta luce.
da "Carte sparse e dimenticate" - (1960 - 1976) - raccolta inedita
Id: 9829 Data: 30/08/2011 18:18:35
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Paesaggio d’Agosto
Paesaggio d'Agosto.
Filari di pioppi nella piana verde a distesa dove un uccello vagabondo gioca si perde, s’incanta e qualche foglia ingiallita cade cullata dal vento. Dalla cascina sorge un leggero canto uno scroscio d’acqua allegra e lo sbattere dei panni sulla pietra. Più in alto, un cielo limpido aperto, lontano e un sole chiacchierino, quasi dispettoso che sbuca dalle fronde dei filari silenziosi in fila come i pini al cimitero. Sulla collina mesta che s’alza dietro al cascinale e nei campi a distesa bei grappoli d’uve dorate appesi alle contorte viti già chiedono d’esser colti. Peri e meli piegano i rami dai bei frutti saporosi e fratte di more, ancora rosse e nere a delimitare i solchi verso la radura. Ed erbe mediche e ciuffi di lavanda ortiche, malva e ginestre dal profumo intenso cui le farfalle allegre svolazzano d’intorno rincorrendosi gioiose. L’aratro è fermo arroventato il ferro della lama sotto il sole il cavallo sonnacchioso e stanco asciuga all’aria immobile l’affanno pel lavoro prestato mentre l’uomo sdraiato sopra il prato giace all’ombra del grande e torto ulivo osservando intorno la distesa colma di pace ma nei pensieri suoi c’è un grillo che canta senza posa.
da "Carte sparse e dimenticate" - (1966 -1976) - raccolta inedita
Id: 9669 Data: 16/08/2011 07:28:41
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Grita Cuervos - tango
Grita Cuervos - Tango
El toque de una guitarra rasgado una efusión de pasos veloces sobre el suelo desgastado de una tangheria humosa una mano que roza la mano leve salida sobre el hombro y la otra a acariciar el hechizo de la vida esbelta qué se derrite en la turbulencia de la danza el abrazo es sensual la mirada ávida deseoso de una gracia que deja sin aliento dos corazones en uno qué golpean al unísono qué gritan cómo cuervos hambrientos que buscan la presa deseosa de ser cogida en su naturaleza una primera o quizàs una última vez o quizás jamás como en un espejo de plata qué el rasgado de la guitarra quebranta y qué al quitarse apasionado del sonido el alma sobresalta y espira casi qué el hierro corto del tanghero penetras por un instante en el costado hasta dejar la vida sin aliento vencida … o quizás sólo abandonada a una pasión de amor que la engaña.
Grita cuervos – Tango
Il tocco di una chitarra rasgado un’effusione di passi veloci sul tavolaccio consunto di una tangheria fumosa
una mano che sfiora la mano lieve levata sulla spalla l’altra a carezzar l’incanto della vita snella che si fonde nella turbolenza della danza
l’abbraccio è sensuale lo sguardo avido voglioso d’un garbo che lascia senza fiato due cuori in uno che battono all’istante
che gridano come corvi affamati in cerca della preda agognata desiderosa d’esser colta nella sua purezza una prima volta o forse l’ultima o mai più
come in uno specchio d’argento che il rasgado della chitarra infrange sì che al levarsi appassionato di quel suono l’anima trasale e spira
quasi che il ferro corto del tanghero penetri per un istante nel costato fino a lasciar la vita senza fiato vinta … o forse solo abbandonata a una passione d’amore che la inganna.
Id: 9624 Data: 10/08/2011 18:12:33
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Yi : linee / segmenti / geometrie / illuminazioni
Yi : linee / segmenti / geometrie / illuminazioni
(un estetismo raffinatissimo racchiuso in una sola parola, dal cinese antico che indica l’emozione e i pensieri suscitati dalla contemplazione della perfezione).
Distese ininterrotte di geometrie grandiose la cui piccolezza suggerisce ampiezze infinite abolisce i limiti delle misure dove ogni linea interseca altre linee ogni segmento si apre nell’altro negli spazi conchiusi, definiti non già da aspri muri bensì da sentieri sinuosi laghetti e rocce, montagne artificiali e alberi nani fiori splendidi di un giardino in molti giardini poesia come affermazione del vivere: “dove la bellezza penetra a poco a poco”.
Architetture fantastiche di padiglioni edifici dalle colonne delicate studiati con la stessa meticolosa cura vitali come alberi e pietre componenti sublimi del giardino della vita empiriche guglie coi bordi rivolti verso l’alto e le “campane” appese a raccogliere il vento che scende dalle montagne “tutte le montagne del mondo in una sola pietra” come mondi che vorticano nello spazio l’enigma che materializza l’irreale: quasi a contemplare il proprio volto riflesso nell’acqua.
Paradigmi del possibile sostanza stessa dell’anima sublime tenuta tra le braccia come una tempesta entro la cinta vuota del giardino le cui rocce, di un colore rossastro rubate sul fondo di un lago lontano danno forma a una piana ove si contempla la luna e ancor tengono il tempo prigioniero dei capricci e dei colori dell’arcobaleno dove tutto diventa possibile un laghetto di ninfee a fioritura tardiva crisantemi e ginepri piantati nel disordine dell’ordine.
Geometrie di intarsi marmorei quasi spazi formati dagli spasimi della creazione nelle pietre screziate e striate ove si scorgono rupi rocciose, gole e cascate "e geni impegnati in epiche battaglie" d’una stagione infinita e accogliente due volti di ciò che è Uno solo l’esatto opposto di tutto ciò che all'apparenza siamo e che ci lega come sono legati il giorno e la notte di cui il tempo è prigioniero con la furia ardente di chi crea di chi ha scelto il tuono e lo splendore vorticoso dell’acqua . . . lo sgomento e la felicità della propria audacia di tutto ciò che in fondo siamo.
Id: 9557 Data: 05/08/2011 22:03:54
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Pecaminoso - tango
Pecaminoso - tango En el antro del silencio los dedos largos del día acarician tu cuerpo qué desnudo se envuelve en el viento ligero que roza las caderas tu hermosas y baja entre los pelos sederos del vientre dónde incluso escondes tu orgullo aterciopelado. . . . El sol abraza los senos tu blandos y duros aprieta su relación contigo qué aunque te concedes a el lo qué envuelto en la cama consumada vive en tus ojos en la boca que se abre túmida al pecado y siento tu flujo envolverme los sentidos el acre olor de ti qué en un último ímpetu me sube. . . . Dónde hundo mi cara teniendo el descanso hasta emborracharme de ti . . . cuando venirte siento.
Peccaminoso - tango
Nell’antro del silenzio le dita lunghissime del giorno accarezzano il tuo corpo che nudo s’avvolge nel vento leggero che sfiora i fianchi tuoi bellissimi e scende tra i peli serici del ventre dove pur nascondi il tuo orgoglio vellutato. . . . Il sole abbraccia i tuoi seni soffici e sodi stringendo il suo rapporto con te che ti concedi a lui avvolta nel letto consumato e vive nei tuoi occhi nella bocca che s'apre tumida al peccato nell’avvolgere dei sensi dell'acre odore di te il tuo flusso che in un’ultima foga m’assale. . . . Lì, dove affondo il mio viso e trattengo il respiro fino a ubriacarmi di te . . . quando ti sento venire.
Id: 9369 Data: 23/07/2011 06:14:08
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Hermanos - a Marcello Allulli
HERMANOS (de mi noche triste) - letra
Perdònais si me tiembla la voz en decirvos lo que os digo si apenas logro encontrar las palabras qué me permiten de ir adelante y justificadas si no os dejo un mundo mejor como habría querido que fuera como querríais que fuera. Créedme pocas cosas en el gran dibujo de la vida les son dejadas a los hombres a pesar de la buena voluntad que he puesto en el asegurarvos uno alguna coherencia qué no siempre las cosas logran como querríamos o quizás como querrìais que fuera. Por este y tan otro todavía no vos sintáis nunca solos ni abandonados aunque tendréis que trabajar para conquistar un sitio en este mundo desconocido en el que hoy allí idas introduciendo qué otro no es dado. Aunque en el afrontar y con fatiga y sobrehumano empeño tendréis que luchar por fin para conseguir aquél que sólo la "libertad" y la "justicia" pueden dar. Ni el amor puede hacerse límite en el recíproco respeto de imponerse las razones ajenas lado a lado a cuànto con afección corresponden por éste a os hago dono de una promesa qué no conoce límite o plazo qué no conoce edad. Y todavía más me tiembla la voz en decirvos qué en el bien y en el mal esta vida tenemos que vivirla hasta el final sin preguntar nada o quizàs pretender todo porque en el fondo vivirla es un derecho de cada uno de nosotros como habrìa querido que fuera o quizas como querrìais que fuera. . . . Y ya la voz viene menos en decirvos lo que yo os digo: "!mira, està muy amarga la verdad, tal como es bonito vivir la vida!" qué ya del silencio se apaga la palabra.
FRATELLI (triste notte la mia)
Perdonate se mi trema la voce nel dirvi ciò che vi dico se a stento riesco a trovare le parole che mi permettono di andare avanti e scusate se non vi lascio un mondo migliore come avrei voluto che fosse come vorreste che fosse. Credetemi poche cose nel grande disegno della vita sono lasciate agli uomini malgrado la buona volontà che vi ho messo nell’assicurarvi una qualche coerenza che non sempre le cose riescono come vorremmo o forse come vorreste che fosse. Per questo e tanto altro ancora non sentitevi mai soli né abbandonati anche se dovrete faticare per conquistare un posto in questo mondo sconosciuto nel quale oggi vi andate addentrando che altro non è dato. Anche se nell’affrontare con fatica e sovrumano impegno dovrete infine lottare per ottenere quello che solo la “libertà” e la giustizia possono dare. Né l’amore può farsi limite nel rispetto reciproco di far valere le ragioni altrui fianco a fianco di quanti con affezione ricambiano anche per questo vi faccio dono di veritiera promessa che non conosce limite, o scadenza che non conosce età. E ancor più mi trema la voce nel dirvi che nel bene e nel male questa vita dobbiamo viverla fino in fondo senza chiedere nulla o forse pretendere tutto ché viverla è diritto di ognuno come avrei voluto che fosse o forse come vorreste che fosse. . . . E già la voce mi viene meno nel dirvi ciò che vi dico: "amara assai è la verità, tanto quanto è bello vivere la vita!" che già del silenzio s'appaga la parola.
Id: 9303 Data: 18/07/2011 07:08:03
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ZEN : luci / colori / stagioni / esternazioni
ZEN : luci /colori /stagioni /esternazioni
(Disciplina del Mahajana Buddhism, pronuncia giapponese della parola chinese Chàn, derivata dal Sanscrito dhyana, che approssimativamente è traslata con "meditazione" o "stato meditativo").
Primavera: o della pietra grigia, ovoidale, perfetta sospesa sull’ampia campitura del giardino sfuma dall’intenso al verde chiaro colpita dalla luminosità dell’alba che avanza
trasparenze di un gioco di specchi specchiare di cristalli che si rifrangono nella limpidezza pura dell’aria virgineo risveglio di lontananze
spirito di pace, di continuo ricongiungimento germoglio che avanza dentro l’ampliarsi del tempo ovulo di vita che rischiara il passo estemporaneo dell’eterno.
Estate: o del blocco granito, denso, spaccato dal sole rosso melograno gravido che figlia e si disperde nei ciottoli disseminati nel giardino incontinente
linee che si rincorrono avide, curve che si disciolgono a dar forma a segni, simboli vaghi geroglifici d’una età mai dimenticata occultata nella lucentezza del fuoco
metamorfosi, fughe di solidi che si rincorrono che si contendono l’eterno riproporsi consistente delle forme del divenire della materia.
Autunno: o dell’infinito ritorno, dal giallo intenso al bruno al rosso sangue della terra che chiama concretezza di spasimi, di eventi, di volontà affermate dentro la brace accesa di soliloqui stanchi
patriarca senza legioni, crepitio d’ossa prigioniere epitaffi di un’attesa che scorre lenta che stenta a venire foglie uccise ancora vive palpitanti cadute nel giardino delle rimembranze
scroscio che s’inoltra negli spazi interstiziali tra i ciottoli arsi, logorio di pietre come di pianto cimitero di lagrime sparse sopra i misteri del canto l’ultima come la prima nota dell’universo.
Inverno: o della trasparenza del bianco, candore dell’acqua vitale portento della trasformazione concezione subliminale della spiritualità dell’anima dentro il risvolto, la falda del cappello del tempo
immensità del giardino, dimensione della neve vaghi cristalli di ghiaccio per un’estetica dell’infinito stretta nel pugno che rimpasta, modifica, ricompone materia d’uomo
trascendenza, inconoscibilità, immanenza degli elementi bonsai cresciuto tra le rughe intorno alle gote conoscenza dei capelli bianchi, delle occhiaie che fondono la dura pietra, il tronco dell’albero spoglio, ricurvo . . . sotto il peso degli anni, tutt’uno con la vetusta età.
Id: 9250 Data: 14/07/2011 17:22:02
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Il volto misterioso dell’amore - Tango
La cara misteriosa del amor (tango) La vida, mi amor es un hombre y una mujer qué se encuentran entre de un tango misterioso en el revelar de un sueño que arrastre. Yo, qué escribo los versos de una poesía todo aquellos que queda alrededor lágrimas de tinta sobre mi almohada son indiferentes las palabras mi amor. Tú, nuestra cama y yo nuestros cuerpos desnudos el uno junto al otro cómplices que ya saben todo a si de aquel amor que viene a intentarme, todavia. Qué querer, mi amor es preguntar al tiempo de parar por un instante al sol de quemar todo aquellos que queda alrededor sin una ración, sin ya piedad. Nosotros dos, mi amor, una magnífica y linda realidad qué al deseo de la noche ya nos llama él última como ella antes junto a redescubrir . . . de todo lo que habla del amor.
Il volto misterioso dell’amore (tango) La vita, amore mio è un uomo e una donna che s'incontrano dentro un tango misterioso nel rivelar d'un sogno che trascina. Io, che scrivo i versi di una poesia di tutto quel che resta intorno a noi lacrime d'inchiostro sopra il mio cuscino sono indifferenti le parole amore mio. Tu, il nostro letto ed io i nostri corpi nudi l'uno accanto all'altro complici che sanno tutto ormai di sé di quell'amore che viene a tentarci ancora. Che amare, amore mio è chiedere al tempo di fermare per un istante al sole di bruciare tutto quel che resta dentro e intorno a noi senza una razione, senza ormai pietà. Noi due, amore mio, una magnifica e bellissima realtà che al volger della notte già ci chiama l'ultima come la prima a riscoprire insieme . . . tutto ciò che parla dell'amore.
Id: 9128 Data: 04/07/2011 19:06:15
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¡Bailamos! - Tango para mi muerte.
¡Bailamos! (tango para mi muerte). Tú que me vienes encuentro dentro del espacio estrecho e inmenso de la noche en la danza del hechizo y el olvido. Una sensación que me sorprende de pasión cargo de insidias, y que se oculta de "espléndida locura" o quizás de una oscura realidad, como la mía. . . . Cualquier cosa que se esconde en ti qué en el tormento conoce tu carne, lo siento enciende tu alma de tiniebla dentro de mí. Cuál verdad oculta en lo que me das, que yo te doy como un crimen encerrado entre tus brazos en la efusión morbosa de esta danza. . . . Un cuerpo a cuerpo que seduce y encanta mientras te envuelves entre mias piernas fuertes, sin pena al sonido de esta música que nos agarra. Imperturbable como un beso del amor robado intensa y morbosa como el deseo de un tango qué puede revolver la vida. . . . Penetro en ti como un río en riada tu piel corre como terciopelo bajo en mis manos en la efusión de nuestros cuerpos espabilados. Como una turbina que se envuelve en nuestras vidas un instante todavía, te pregunto, otro "paso" y luego, en fin también morir será bonito.
¡Bailamos! (tango para mi muerte). Tu che mi vieni incontro dentro lo spazio angusto e immenso della notte nella danza dell'incanto e dell'oblio. Una sensazione che mi sorprende di passione carica di insidie, che si vela di "splendida follia" o forse di un'oscura realtà, quale è la mia. . . . Una qual cosa che si nasconde in te che nel tormento conosce la tua carne, lo sento accende la tua anima fin dentro me. Quale verità segreta in ciò che mi dai, che io ti do come un misfatto racchiuso tra le tue braccia nell'effusione seducente della danza. . . . Un corpo a corpo che seduce e incanta mentre ti stringo tra le mie gambe senza pena al suono d'una musica che avvampa. Imperturbabile come un bacio rubato intensa e voluttuosa come il desiderio di un tango che giunge a sconvolgere la vita. . . . Penetro in te come un fiume in piena la tua pelle scorre come velluto sotto le mie dita nell'effusione dei nostri corpi scaltri. Come il turbine che avvolge le nostre vite un attimo ancora, ti chiedo, un altro “passo” e poi, sarà bello anche morire.
Id: 8685 Data: 02/06/2011 09:17:33
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Nel mirino
Nel mirino
siamo il centro della volontà uno spazio smisurato che ruota dentro e intorno a noi fruitori di smisurate sembianze
siamo chi siamo e ciò che vogliamo essere con noi stessi e fuori di noi
siamo pulviscolo nella luce fuscello nel vento albero e foglia trasportata lontano radici stesse della terra che calpestiamo
scroscio di pioggia nel temporale onde tumultuose dell’oceano infuriato
siamo un andante inconsistente e pretestuoso un’eco lontana che riaffiora nel tempo una sequenza di assolute individualità il centro dell’umana esistenza
prima e dopo di noi il vuoto equilibri instabili di una totale mancanza di senso.
Id: 8600 Data: 26/05/2011 09:24:57
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Come Guernica - Con i giovani in piazza a Madrid
'Guernica' (Insieme coi giovani contestatori per una “giustizia più giusta” a La Puerta del Sol - Madrid).
L’ultimo eroe di Goya cadeva sotto le fucilate scorreva il sangue sudato dell’ultimo toro di Spagna.
Gremita l’arena restava muta al pianto dovevano ammazzarlo tutto il popolaccio prima che guadagnasse le barricate.
Federico, Antonio, Rafael una voce sola contro la tirannia dentro ogni mattanza da corrida Olé! Olé!
Dovevano prosciugarle tutte le penne dei poeti prima che i loro occhi vedessero prima che scrivessero brutte parole sui muri delle case.
Nessuno può fermare la voce di chi ha visto e il canto è alto, e vivo si fa strada avanza e brucia come un flamenco Olé! Olé!
Dovevano ammazzarlo tutto il popolaccio prima che guadagnasse le barricate prima che gli occhi vedessero che le penne dei poeti scrivessero contro la tirannia.
Che prima ancora di azzittirlo il popolaccio con la garrota e con le fucilate di libertà ha bisogno questo mondo prima che ogni voce per sempre si taccia.
Id: 8559 Data: 21/05/2011 19:08:32
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Sdoppiamento
'sdoppiamento' se il grido dell’essere frantuma la materia cerebrale resto nel letto delle mie notti insonni come affogato in un mare di scontento che urla che s’agita
se nelle mani stringo la nebbia dei pensieri n’escono lacrime vive dagli occhi stanchi che vorrebbero chiudersi per non assistere all’esplosione dell’anima
per questo quando mi levo lascio nel letto le spoglie del guerriero forse vittorioso morto di niente i pensieri sotto il cuscino le sue grida scritte sulla carta.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980 - 2000) - raccolta inedita
Id: 8474 Data: 14/05/2011 18:35:03
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Otro amor, otra vida - Tango por dos
Otro amor, otra vida (tango por dos). Y soy un paso, un aliento, un ruido el cansacio, la quietud y el dolor qué gasto palabras sin sentido cerrando puertas a este amargo sentimiento. … Y mientras me duermo sobre mi almohada como fuera distendida en un jardín bonito pregunto de siempre a mí tenerte parecido despertarse junto a ti cada mañana. … Y el uno después del otro sin pose dejo caer los pétalos de mi rosa al viento de los días que cada tarde sacude mi corazón entre la tormenta. … Y como una fantasma de escenas ya vista vago como una muñeca solitaria y triste qué como un trapo todavía tú sacudes sobre la cama deshecha de mis vacíos días. … Y en vano busco en tu silencio aquellos hablar de amor que ya no tien sentido mientras vago en el laberinto de tu mente en busca de un amor irreverente. … Y aquel tanto que secas sin añoranzas lágrimas ardieron por mis ojos cansados de no tener aquí, cuando me faltas tus manos estrechas sobre mis caderas. … Y solo otro día, o quizás otra vida es ahora todo lo que yo te pregunto una vuelta o quizás sólo un escape qué yo regalos un sueño, o que sea acabada. … Y como en un presente que no sea mañana pregunto que me conduzca a ti o que me alejas el recuerdo de nosotros en muchos instantes qué nos han visto junto como amantes.
Un altro amore, un'altra vita (tango x due). E sono un passo, un alito, un rumore la stanchezza, la quiete e il dolore che spendo parole senza senso e chiudo porte a questo amaro sentimento. … E mentre m'addormento sopra il mio cuscino come fossi distesa in un bel giardino chiedo d'averti sempre a me vicino svegliarmi accanto a te ogni mattino. … E l'uno dopo l'altro senza posa lascio cadere i petali della mia rosa al vento dei giorni che ogni sera sbatte il mio cuore in mezzo alla bufera. … E come un fantasma di scene già viste m'aggiro come una bambola solitaria e triste che come uno straccio tu ancora scuoti sul letto disfatto dei miei giorni vuoti. … E invano cerco nel tuo silenzio quel parlare d'amore che non ha più senso mentre vago nel labirinto della tua mente in cerca di un amore irriverente. … E quel tanto che asciughi senza rimpianti lacrime arse dei miei occhi stanchi di non averti qui, quando mi manchi le tue mani strette sui miei fianchi. … E solo un altro giorno, o forse un'altra vita è tutto ciò che adesso io ti chiedo una svolta o forse solo una via d'uscita che mi regali un sogno, o che sia finita. … E come in un presente che non sia domani chiedo che mi conduca a te o che m’allontani il ricordo di noi due in molti istanti che ci hanno visto insieme come amanti.
Id: 8444 Data: 12/05/2011 08:26:37
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La Carne
La Carne
Cristalli incantati giochi del sole sull’acqua l’onda rifugge la riva (poi torna ad infrangerla) gioco di bimba che assapora il mio corpo siamo il grande mare e il pescatore a vivere d’un solitario amore (d’un profondo silenzio)
dai, beviamo? per me nettare di Naiade per te schiuma di Fauno (pullulare di lascivi sguardi sensuali) per me lo sgocciolio generoso (del tuo morbido seno) per te il liquido acre (del mio turgido membro)
oltre la finestra aperta sulla parete s’invola a riempire spazi il nostro ridere affannato (dopo l’orgasmo) hai avuto tutto di me ho preso tutto di te per un momento (una pausa d’eternità)
come la finestra aperta sul nulla non di vuoto forse d’infinito.
Id: 8409 Data: 09/05/2011 10:04:33
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L’Angelo della Misericordia
Angel of Mercy (a mio padre).
Del chiuso libro della vita dove la mano ha scritto parole incomprese sciolte le legature l’Angelo della Misericordia lascia scorrere lentamente sotto gli occhi brevi frasi tremule come l’imperturbabile candela che si discioglie e che in fumo presto dilegua. Dacché se n’è volato via in un cielo di rosso tramonto inondato che più nessuno restava a tenergli compagnia talvolta nella lunga solitudine della sera poggiato sopra lo scrittoio pensieroso l’udivo ancora diffondere nell’aere la poesia in un crescendo di mestizia fino a che la luce nel buio scompariva. Chi fu? si domanderà il passante fra tante tombe, fra tanta gente si finisce per non riconoscersi più forse un artista, un grande, uno spirito vago che pure ha abitato gli spazi infiniti mentre con gli occhi aperti in un letto di tenebra cercava la luce in un mondo accecato. Con la notte si sa muoiono le ombre compenetrate nell’oscurità infinita a nascondere al buio ogni cosa ogni barlume di speranza come maschera sul volto che la danza della fiamma più non rischiara che vale rincorrerla (?) tanto non si fermerà, ormai è andata via. Sì, Egli fu un uomo parola nel silenzio del creato poesia scritta su carta pergamena che presto ingiallirà ma non è del canto che qui si vuol celebrare quanto dell’avvertimento che ha lasciato: “Che non c’è giustizia alcuna dove la voce tace, dove la libertà è solo apostasia”. Che ne è di lui? una lapide sotto un pino contorto che si piega una consunta iscrizione sulla nuda pietra che l’Angelo della Misericordia senza dire del chiuso libro della vita sciolte le legature legge parole antiche premonitrici d’un qualcosa che forse non sarà pensieri da inorridire. . . . Mentre tra i rami del pino s’ode il chiù forte d’un pettirosso che chiede all’Angelo misericordioso di trattenere la cosmica sonorità delle sfere affinché la musica ritrovi il canto accorato che intona la ritrovata gente che di nuova speme infine … … risuoni l’arpa della futura pace.
da “Carte sparse e dimenticate” - (1956 - 1976) - raccolta inedita
Angel of Mercy (to my father).
Of the closed book of the life where the hand wrote misunderstood words loosened the bindings the Angel of Mercy it allows to slowly flow under the eyes short trembling words as the imperturbable candle that dissolves it and what in smoke soon it disperses. Since flies away in a sky of red flooded sunset what more nobody stayed to hold him company sometimes in the long loneliness of the evening leaned above the thoughtful writing desk I still heard him spread in the air his poetry in a crescendo of sadness up to that the light in the dark disappeared. . . . Since flies away in a sky of red flooded sunset what more nobody remains to hold him company sometimes in the long loneliness of the evening leaned above the thoughtful writing desk I hear him spread in the air his poetry, softly in a crescendo of melancholy until when nearby the light in the dark disappeared. Who was? the passer-by will ask him among so many graves and so much people it is ended up not knowing him more perhaps an artist, a great, a vague spirit what has also lived the endless spaces while with the open eyes in a bed of darkness it looked for the light in a blinded world. With the night is known the shades die penetrate in the endless obscurity to hide to dark every thing every hope as it disguises on the face of whom is not anymore and what the dance of the flame above the candle doesn't illuminate, that to run after it, serves to nothing that it won't stop it, by now has gone away. Yes, He was a man word in the silence of the create poetry written with the pen of goose on paper parchment that soon it will make yellow but it is not of the song that is wanted here to celebrate how much of the warning that has left: "That there is not justice where the voice it keeps silent where liberty is only apostasy." What does remain of it? a headstone under a twisted pine that folds up a worn-out registration on the naked stone what the Angel of Mercy without saying of the closed book of the life loosened the bindings, law ancient words premonitory of a something that hopes won't be thoughts to be horrified. . . . While among the branches of the pine by now is heard grieved the strong chiù of a robin that asks to the Angel of Mercy to hold back the cosmic sonority of the spheres so that the music finds again the song what harbors finds again the people what of new hope finally… … play again the harp of the future peace. (from "Shed and forget Papers" 1956 - 1976)
Id: 8284 Data: 29/04/2011 18:26:17
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Clownerie - quattro piccole storie di clown
CLOWNERIE (quattro piccole storie di clown)
'Andiamo a incominciare' / The show must go on.
Dipinta la faccia di biacca la mano si leva sulla bocca vermiglia aperta al sorriso. Con guizzo esperto arcua una sopracciglia in cerca d’una espressione di gran meraviglia. Se la testa pelata rende buffo il suo viso il rosso ciliegia del naso solletica il riso. Nascosto nell’ombra già attende che la luna lassù lo rischiari e il capocomico che gli fa l’occhiolino. Lui si dice pronto e già l’annuncio lo incalza “lo show può incominciare”. Entra nell’occhio di luce tenendo nel chiuso pugno della mano una pulce che dorme sontuosa. S’ode un russare cavernoso come di orco che infine riposa dopo la giornata di lavoro fruttuoso. Il Clown aspetta che si svegli e intanto guarda l’orologio mancano pochi istanti alle dieci. È ora di andare in scena altrimenti si salta la cena dice coi gesti rivolto alla platea. Fa per guardare nel pugno e scorge la pulce non desta e il russare che s’alza di un tono. Quand’ecco la sveglia che porta appesa gli rintrona la testa e incomincia a girare sul collo. S’ode un fracasso infernale di cose come di carabattole cadute e una richiesta di aiuto. Lui guarda nel pugno ormai vuoto mentre la pulce caduta ripete la sua richiesta di “aiuto!” Quand’ecco entrare due nani infermieri con una barella piccina raccolgono la pulce da terra e corrono via. Che fare?, si chiede e inventa del suo un numero nuovo mostrando alla gente d’aver fatto l’uovo. E dentro quell’uovo, sorpresa! c’è un pulcino che fa pio pio al Clown che lo guarda stupito. 'Il Clown danzante' / The Dancing Clown.
Sulla pista ormai vuota resta da solo il Clown che qualcosa quella sera non ha funzionato. È là, a cercare nel vuoto una musica amica che pur lo accompagni. Quando gli torna alla mente una canzone antica che parla di solitudine e d’amore. L’afferra quasi vaghi nell’aria nel ricordo del tempo che ormai non c’è più. Quando incomincia a danzare e prende a girare a girare senza smettere mai, mentre la musica va. Giravolta piroetta nel ricordo dei suoi anni migliori pensando e ricordando che nel pensar s’impazza. Al passo della musica che sente girare e rigirare sull’accordo d’una canzone che parla di solitudine e d’amore. E sul finire pian piano se ne va con un inchino rivolto a un pubblico che stasera forse non verrà.
'L'Incredibile Clown' / The Incredibile Clown.
Entra il Clown con in mano qualcosa un pezzo di spago, una fune che in verità non ha. Tiene quel filo che osserva sparire oltre il tendone che tendone non c’è. Un legame con qualcosa al di là che in verità non sa che in realtà, non ha. Con ansia lo manda, il vento lo spinge mentre lui lo rincorre, lo tira lo quieta, lo ritrae a sé. Chiunque rivolti gli occhi lassù forse vedrebbe una stella che stella non è.
'Il Clown Solitario' / The lonely Clown.
La luce accesa sotto il tendone illumina il Clown che ostenta una piccola scatola preziosa. Con fare guardingo la posa sopra un tavolino piccino e l'apre con cura. Pssst!, chiede col cenno di un dito che silenzio sia fatto pur senza pronunciar parola. Quand’ecco ben presto la musica risuona di un carillon e la ballerinetta in punta di piedi danza in un gioco di specchi che quasi emoziona. È un valzer dolente fatto di poche note che sa d’un altro tempo e di malinconia che l’anima silente porta via. E gira, volteggia, s’inchina sulle punte la piccola ballerina che il Clown rimira nella sua magia. E balla, balla, balla senza posa ed egli raccoglie il suo invito a danzar sulle note al suono del valzer che va. Batte il suo cuor nella speme che presto la festa incomincerà sulle note di un valzer che nella mente va. Quand’ecco, ahimè, la corda finisce la musica d’incanto silenzio si fa, finita è dunque la sua poesia col tempo che va? No, sospesa nell’aria rimane la piccola ballerina nella scatola di specchi che muta riflette di uno spicchio di luna. E seppur con le pive nel sacco e una stella piccina in cerca della propria ventura il Clown innamorato s’incammina.
(da “Carte sparse e dimenticate” 1960 - 1970)
Id: 7872 Data: 31/03/2011 09:16:38
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aQe : altri quadri di un’altra esposizione.
a Q e (altri Quadri di un’altra esposizione)
altri giorni sul talamo della pace contro l’orrore della guerra nessuno chiuda più gli occhi senza deporre una nuova pietra
non più muri abbattuti bombe distruzione caos uomini senza domani non più gli uni contro gli altri fratelli contro i fratelli
quello che ieri è stato come il ricordo impresso nella pietra la pace prima ancora della vita e un’ultima speranza nessun nemico sopra questa terra.
da "Carte sparse e dimenticate" - (1966-1976) - raccolta inedita
Id: 7862 Data: 30/03/2011 17:29:39
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Alla ricerca di verde
Alla ricerca di verde.
Che il grande prato Iddio cerco dove affogare di verde gli occhi dove posare membra stanche nella fatica a diventare uomo
nell’amplesso urbano e spettrale che s’accalca giornaliero cerco il torrente l’acque fresche e chiare di giorni sereni colmi d’armonia
di strazi inutili invece vado tessendo un’amaca dove non potrò riposare che di andare chiedo fra colline e piane al sole
ed inseguire l’ombra la mia ombra di verde camminare.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980 - 2000) - raccolta inedita
Id: 7808 Data: 26/03/2011 15:24:17
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I giorni del vento
I giorni del vento
s’accendono di volti sconosciuti le notti lontane opache reminiscenze d’ombre la dove tinnano i ricordi passano il vecchio scalcinato borgo le voci sommesse della gente di un venditore ambulante l’impagliatore di sedie la processione santa suona la banda sventolano gli stendardi alle finestre aperte gli arazzi più belli musica del tempo il coro degli angeli intorno al Santo le grida levate all’albero della cuccagna le pentolacce il gioco delle bocce
Mario Ugo Alberto Claudio Domenico volti amici alle finestre della vecchia scuola campi assolati strade ove trascorsero i giorni del vento ricordo di corse sui prati le fratte di more un po’ rosse un po’ nere a colorar le labbra accese le mani dei bimbi e il nostro richiamo eccomi a raccontare storie che in parte avevo già dimenticato quasi racconti del tempo in cui la mano fuga un’ultima illusione o forse una speranza cerco fiori che non appassiranno farfalle amiche per la festa della pace non ho trovato primule solo un ultimo cavolfiore e un messaggio da lasciare alla muta gente: reinventare bisogna un paese innocente.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980 -2000) - raccolta inedita
Id: 7719 Data: 20/03/2011 08:18:55
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Crucifiggi
Crucifiggi
a te . . . che ancora uccidi per trenta o poco più denari . . . che ancora gridi le verità nascoste che non sai . . . che ancora sputi la menzogna oscena dei bari . . . riposa le spoglie tue mortali oggi è un giorno di pace . . . che Cristo risorgerà per una Pasqua ancora . . . se lo vorrai.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980 - 2000) - raccolta inedita
Id: 7606 Data: 12/03/2011 09:02:02
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Maschere senza domani
Maschere senza domani (a Charles Darwin)
In origine fu l’uomo a immagine di natural sembianza lo sguardo rivolto alla terra (da fecondare) venne poi il fuoco e il ferro gli uomini contro gli uomini (da cui difendersi) il corpo nascosto dentro l’armatura il volto dietro la celata sfida nell’irruenza (l’audacia) lo sguardo alto levato al cielo a rimirar le stelle misura del creato (superbia) accolto nella Commedia rise di se stesso della maschera effimera d’un momento (ironia della sorte) nell’attimo del supremo distacco esanime l’accolse la Tragedia rappresentazione ultima dell’esistenza (anima vagola di un mito) che al dunque non sarà mai.
Id: 7578 Data: 10/03/2011 19:28:17
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Caravanserrai
Caravanserrai (Memoria del Tadrart – Acacus)
Passarono di qui per vie oscure e sconosciute lontane carovane del silenzio spinte da un immutabile destino attraverso quelli che un tempo furono i letti dei fiumi primordiali le cui acque fuggevoli scorsero ignare verso il grande mare senza ritorno.
Stiamo andando oppure tornando dall’eterno oblio?
Id: 7424 Data: 01/03/2011 09:36:12
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Pasiòn de Tango
Pasión de Tango Qué es nunca pues el amor este amor, si no turbulencia, encuentro de sexos y tumultuosa pasión. . . Si no felicidad dentro de la enorme pena o quizás una nota fuera del pentagrama canto que se aleja en el eco de un deseo voluptuoso. . . Qué es nunca un grito qué se quebranta sobre el espejo oscuro de la noche si no deseo que apremia si no mentira y verdades ocultas. . . Qué es pues el amor este amor, si no delirio que vuelve a ser sueño si no susurro, aliento, inspiración. . . Qué es si no el sonido de un bandonéon qué invita a cruzar los pasos un cuerpo a cuerpo en los lazos de una pasión secreta. . . Qué no es el amor este amor, si se quisiera nunca darle un nombre si no un lugar del absoluto silencio. . . Si no quizás, anhelo de vida.
Passione di Tango Cos'è mai dunque l'amore questo amore, se non turbolenza, incontro di sessi e tumultuosa passione. . . Se non felicità dentro l'enorme pena o forse una nota fuori del pentagramma canto che s'allontana nell'eco di un desiderio voluttuoso. . . Cos'è mai un grido che s'infrange sullo specchio oscuro della notte se non desiderio che urge se non menzogna e verità celate. . . Cos'è dunque l'amore questo amore, se non delirio che ritorna a essere sogno se non sussurro, alito, afflato. . . Cos'è se non il suono di un bandonéon che invita a incrociare i passi un corpo a corpo nei lacci d'una passione arcana. . . Cosa non è l’amore questo amore, se mai gli si volesse dare un nome se non un luogo dell'assoluto silenzio. . . Se non forse, anelito di vita.
Id: 7350 Data: 24/02/2011 08:09:32
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Ti ho conosciuta in viaggio
Ti ho conosciuta in viaggio sull'autostrada.
Correvi velata di un pallido rosa carne di fresca fanciulla lieta lo sguardo posato su di me mentre giocavi a nascondino sorridendo mesta contenta in fondo di poche cose vaga nei pensieri
incoraggiato dal tuo bel viso io correvo verso te sull’autostrada di ritorno da una giornata lieta cercavo di raggiungerti ma non mi avvicinavo mentre tu mi sfuggivi continuando a prenderti gioco di me
felicità poco conosciuta e molto agognata eri li a un passo a un gesto della mia mano e ti volevo allora come ti voglio ancora eri veramente bella e trasognata sentivo già d’amarti e non potevo nulla
tu sorridevi più io correvo tu mi guardavi e più io mi beavo eri veramente bella e trasognata sentivo già d’amarti e non potevo nulla ... malinconica luna come il mio amore.
da "Carte sparse e dimenticate" - (1956 - 1976) - raccolta inedita
Id: 7266 Data: 18/02/2011 08:31:01
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Un volto d’ombra (a mia madre).
E ti ritrovo o sera quando nei tramonti senza fine attendo che s’accendano i lampioni le stelle la chiara luna quando placato il sole sollevi il volto tuo ai ricordi a raccontare storie senza senso di lupi cattivi e uomini col sacco.
O sera che al volto di madre donavi movenze tenere d’affetto quale storia tu racconti adesso se ad aspettarti ansia mi coglie nel timore di non vederlo più quel volto d’ombra che mi sussurrava diciamo la preghiera.
Id: 7207 Data: 15/02/2011 07:44:02
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Retablo / Maschere
Teatro di maschere
..di sotto di sopra per le antiche scale burattini di stracci e di paglia smarriti a ricordi un giorno lontano nel tempo
dove cercarti Bartolomeo amico della fantasia immagine di spensieratezza ieri hai potuto essere quello che non saresti ora al mercato della felicità per i nostri sogni ho comperato fiori freschi per giorni a venire che non appassiranno
Pierrot emaciato dimenticato dentro un cassettone piangi da sempre a non consolarti mai al mercato della gente il mondo ti è crollato addosso senza capirti sul carretto del tempo non si vende verità si uccide giustizia nelle tasche si vendono per buone solo le cianfrusaglie
Don Chisciotte cavaliere senza tempo nella chiusa coperta d’un libro trafeli di un muto silenzio in questi giorni di vento al mercato della vita hai rubato la speranza ma le tue gesta sono parti di un "retablo" che non si apre più il tuo ricordo riempie ancora il vuoto delle mie notti insonni
dove sei finito Pulcinella allegria di tutti i mercati attore incomparabile della commedia della vita dove hai riposto la tua maschera vuota al mercato della società non si vende poesia cercala non può essersi dileguata nel nulla forse è nelle parole che non puoi sentire afferma la sua verità e salvala
oggi nei panni smessi dell’ingenuità vengo a trovarvi maschere smesse senza carnevale senza dove senza quando per un lontano domani che i giorni incontro venuti a verità cosmica mi hanno svelato il segreto arcano dell’esistenza per un futuro più luminoso del mondo che non muoia la poesia
Retablo de máscaras ..de bajo de sobre por las antiguas escaleras títeres de trapos y paja perdidos a recuerdos un día lejano en el tiempo dónde buscarte a Bartolomeo amigo de la fantasía imagen de despreocupación ayer has podido ser lo que no serías ahora al mercado de la felicidad por nuestros sueños he comprado flores frescas por días a venir qué no marchitarán Pierrot demacrado olvidado dentro de una cómoda lloras desde siempre a no consolarte nunca al mercado de la gente el mundo se ha derrumbado encima sin entenderte sobre el carrito del tiempo no se vende verdad se mata justicia en los bolsillos se venden por buenas sólo las baratijas Don Quijote caballero sin tiempo en el dique cubierto de un libro jadeas en el mudo silencio en estos días de viento al mercado de la vida has robado la esperanza pero tus proezas son partos de un "retablo" qué no se abre más tu recuerdo todavía llena el vacío de las mías noches toledanas dónde Polichinela eres acabado alegría de todos los mercados actor incomparable de la comedia de la vida dónde has repuesto tu máscara vacía al mercado de la sociedad no se vende poesía búscala no puede ser disipada él en el nada quizás esté en las palabras que no puedes sentir afirma su verdad y la salvas hoy de los paños desechados de la ingenuidad vengo a encontrarvos máscaras desechadas sin carnaval sin dónde sin cuando por un lejano mañana qué los días encuentro venidos a verdad cósmica me han desvelado el oculto arcano de la existencia por un futuro más luminoso del mundo qué no muera la poesía
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980 - 2000) - raccolta inedita
Id: 7141 Data: 11/02/2011 08:20:06
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La stanza dei sogni
La stanza dei sogni
...e mi regali stagioni arabescate a pareti di carta a mezzogiorno illuminato a tramonto spande pampini mandorlati l’albero nella stanza giochi di voci a rincorrere sorrisi colori rosso blu giallo viola allegri a festoni
fiori nei vasi alle finestre aperte sempreverdi ad ogni angolo della stanza
a rallegrare i miei sogni uccisi d’inverno.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980-2000) - raccolta inedita
Id: 6711 Data: 16/01/2011 07:43:50
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Danza - cronaca dell’antica Grecia
La prima volta sulla strada per Delfi e il ricordo ancora oggi mi accompagna fui colto da una folata odorosa di fragranze e dal levarsi di un richiamo che subitaneo mi condusse nel pieno dello svolgersi di un rito. Una prima voce poi un'altra e un'altra ancora a dar forma a un coro la cui alternanza raggiungeva una drammaticità arcana e tesa di segreta memoria che un intimo rapporto con l'immaginario riconduceva al presente quasi che reminiscenze di un tempo trascorso rendessero compiuto il tempo del mio ritorno trasfigurato entro la realtà del momento. I tori, asserviti al giogo ornato di fiori per l'occasione, tracciavano un ampio cerchio nella terra, entro il quale i contadini del luogo, tenendosi per mano eseguivano una danza di origine lontana che si riallacciava a più antichi riti agresti del sopraggiungere delle stagioni. Uno di loro, forse un capo designato, affondate le mani nella nuda terra come il vomere prese a rivoltarla, a frantumarla, quindi la sollevò e la disperse nel vento una, due, tre volte … Il sole, giunto al tramonto in quel momento, arrossava quella polvere come la fiamma che divampa improvvisa, il che – dissero – preannunciava il sopraggiungere epifanico del mito. E nel rimescolio di quelle polverose danze e umane fatiche di orazioni e di canti, la terra riaffermava la propria identità trascorsa entro una metafora che sostituiva all'evento una sorta di rappresentazione enfatica e tuttavia compiuta entro l'illusorietà del tempo. Al ricordo, un lontano presentimento ancor oggi mi coglie, come un qualcosa che preme contro le pareti del vissuto quasi che l'anima antica, risvegliata per non so quale esigenza, sopraggiunga a riaffermare il presente astratto d'un sogno che s'avvera.
Id: 6546 Data: 04/01/2011 09:21:12
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Memoria Liquida (a Zygmunt Bauman)
Bevo.
Ti sei cacciata in un bicchiere neanche fossi acqua, o vino Vita restituisci l’illusione sorrisi senza comprensione. Mente ti sei cacciata in un bicchiere neanche fossi acqua, o vino Bevo affogo per dimenticare.
Id: 6544 Data: 04/01/2011 08:45:17
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Alla ricerca delle piccole cose
Alla ricerca delle piccole cose.
. . .e nella sera cerchiamo nel vuoto di ritrovare qualcosa di nostro qualcosa a noi caro . . .e nella notte cerchiamo nel buio i volti amici il loro sguardo, il loro benevolo sorriso . . .e nel vento del giorno ritroviamo i profumi che avevamo dimenticati i ricordi del tempo, le note felici . . .e in quelle note la nostra musica, la nostra canzone che cantavamo con allegria . . .e sulla riva del mare quando l’onda ritorna ritornano a noi le piccole cose le cose piccolissime . . . e un treno che fischia su una rotaia lucida all’ombra dei monti conduce in sé il nostro pensiero lontano . . . e una lettera amica una carezza, un bacio, una stretta di mano una stretta al cuore.
da “Carte sparse e dimenticate” - (1956-1976) - raccolta inedita
Id: 6494 Data: 30/12/2010 09:43:54
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Queste mani - le mie
Queste mani (le mie)
che caute scrivono ogni giorno pagine bianche colme di mistero divagazioni e pensieri vagheggiamenti mossi dall’ambizione forse dall’estro emotivo giammai stanco di pensose incisioni dove la penna graffia sulla carta la rabbia sottile a cercare le parole adatte pescate nel mare della solitudine dove nessuno osa cercare ormai l’arcano senso dell’amore
queste mani audaci, indiscrete che afferrare chiedono ogni singolo istante del cosmico silenzio pur si trattengono nell’impeto infuocato del desiderio e che sorridono con me quando ti sorrido che accarezzano il tuo viso quando mi sei vicina delineando pur senza disegnare i lineamenti sottili del tuo corpo al buio nel desiderio di una carezza la tenerezza di un bacio
queste mani che sfiorano la carne a nascondere la disillusione dell’amore che non si concede quando gravide di speranza cercano il tuo corpo nel mio soffocando dentro l’istante lo spasimo affannato che stenta a salire dal greto profondo dove unghie rapaci hanno graffiato via un’ultima speranza per non dover soffrire.
Id: 6388 Data: 20/12/2010 13:07:24
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Tango (fin dentro il silenzio)
Noi due foglie nel vento trascinate lontano siamo quelli che siamo. Siamo uno scroscio di pioggia un andante leggero un Tango che avanza nel silenzio della sera. Eppure noi così vicini e lontani siamo quelli che siamo anime senza domani. Siamo l’intimità assoluta una semplice sequenza un Tango che avanza in questa stupida bellissima esistenza. Ora so che verrai, lo sento aprirai quella porta in questo preciso e unico momento. Per riscoprire insieme questo Tango che avanza ai limiti del mondo intorno al nostro letto. E nel buio della notte ci ameremo ancora come angeli che s’amano una volta sola. E a piedi scalzi e senza far rumore danzeremo abbracciati l’arcana danza dell’amore. Un Tango che avanza fin dentro il canto del silenzio, fino a fermare il battito del nostro folle cuore.
TANGO, hasta dentro del silencio. Nosotros dos hojas en el viento arrastráis lejano somos los que somos. Somos un estruendo de lluvia un continuo ligero un Tango que avanza en el silencio de la tarde. Sin embargo nosotros así cercanos y lejanos somos los que somos almas sin mañana. Somos la intimidad absoluta una simple secuencia un Tango que avanza en esta estúpida guapísima existencia. Ahora sé que vendrás, lo siento abrirás aquel lleva en este preciso y único momento. Para redescubrir junto este Tango que avanza a los límites del mundo alrededor de nuestra cama. Está en la oscuridad de la noche todavía nos querremos cómo ángeles que se quieren una vez sola. Y descalzo y sin hacer ruido bailaremos abrazados la secreta danza del amor. Un Tango que avanza hasta dentro del canto del silencio, hasta parar el latido de nuestro corazón loco.
Id: 6324 Data: 13/12/2010 09:52:59
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Il dono del tempo
Prposta per la 'Giornata della Terra' affinché ciascuno ricordi il dono che ci è fatto e che dobbiamo salvaguardare ... sopra ogni cosa, per il futuro dei nostri figli e di quelli che verranno. Buon onomastico Terra! Il dono del tempo Ciò che la brezza da al mattino tutto il polline che il vento… Colori di giovinezza sulle ali di farfalle, che i fiori… Ciò che rinverdisce che si illumina e che il sole… Freschezza d’acque limpidissime che la sorgente… Ciò che ogni stagione i suoi frutti quello che l’alba e il tramonto… Ciò che la timida sera, il tepore della notte che la terra sussurra all’anima… Ciò che l’amore dona al sentimento armonie di spensieratezza.
Id: 6293 Data: 10/12/2010 07:23:38
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De Sphaera: Solstizio d’Inverno
De Sphaera: Solstizio d'Inverno.
Guarda! Lassù, oltre la collina, le dita flessuose dell'alba vanno tessendo di un insolito chiarore il mattino: ..il sole vi appare come sospeso nel breve incedere del giorno. Di un'emozione nuova, segreta, si veste tutt'intorno la natura: ..e già la siepe del biancospino dischiude i germogli al presagio della lontana primavera. Là, dove l'occulto e il sacro si compenetrano il solstizio d'inverno assolve a una remota certezza: ..il sorprendente prodigio del ciclico rinascere alla vita. La nascita del sole precede l'inizio del tempo, riporta a un'antica promessa di eterno ricongiungimento: ..onde il passato è il presente nell'affermarsi di antichi ritorni. Il futuro è contenuto nella memoria cosmica del mondo, fissato entro immagini archetipe: ..in cui l'uomo si sorprende nella ricerca del proprio essere segreto. Dimentico della propria solitudine, il fanciullo ch'è in lui recupera la seppellita coscienza: .. per cui la vita è sul nascere veritiera promessa
. . . il dono più grande.
da "Anno Domini" di Giorgio Mancinelli - Grafica & Arte Bergamo 1992.
Id: 6252 Data: 06/12/2010 06:44:12
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Uomo - paleolitico
Uomo - (paleolitico)
ancor prima che la segreta notte del tempo aprisse al cosmico universo ponesti alla rupe il segno della tua esistenza - principio di tutte le arti -
prima che la tenebra offuscasse l’infinito astratto lasciasti all’immenso futuro messaggio informe del tuo silenzio - ritorno di ancestrali echi –
al richiamo, germogli di voci fuoriescono dalle ferite inflitte alla pietra il domani ti accoglie fra le sue stesse spoglie a porre la tua orma sull’orma del padre.
Id: 6125 Data: 24/11/2010 07:50:33
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Inner City
Inner City Di ritorno nella mia città lancio un ultimo sguardo al ponte distrutto mi fermo davanti ad una grande porta divelta senza i battagli portati via la spingo oltre si apre ricade con un tonfo secco di terrore nero fumo denso colora le facciate delle case che un tempo lontano furono abitate obliterato dentro i miei ricordi. Qui un fabbro che batte sugli zoccoli dei cavalli là si forgiano gli scudi e le alabarde le spade e gli elmi la lancia in resta e il volto coperto dalla celata i cavalieri avanzano audaci sopra la testa neri sparvieri e piume colorate oscurano il cielo volano bassi e minacciosi. Laggiù il vento suona ancora la campana rintocchi ora lievi ora più forti si levano i corpi dei morti a cento a mille e oltre a riscattare la loro ingiusta fine davanti alla grande porta nella piazza deserta che s'apre sulla verità contro chi trama nell'ombra mendaci corrotti falsi ipocriti ruffiani. Liberati da cinquemila anni d'inciviltà in questo mondo estremo che non vorremmo raccontare con la stessa rabbia di chi non ha compreso come gli ignavi coloro che non sanno che mai sapere gli è dato compromessi rancori peregrini. Chiusa è l'acqua delle fontane un tempo prospera e vitale spente hanno le fiaccole del futuro a rischiarare il lento fumo nero che sale sulle altissime muraglie levate a difesa della pace di questa triste terra di quest'isola di morti che nell'estremo anelito le voci tacciono per sempre. Che vago e solitario spirito necessita d'evasione che grida e lamenti s'espandono ogni dove germogli di fiori di pietra di crocifissi appesi alle pareti e vecchi schemi riottosi e guasti cui il suono della campana persa ogni speranza rammenta d'esser morti affannati persi dietro le parole. Ovunque macerie e fumo nero mattoni e pietre di tombe sgretolate non c'è pace tra gli ulivi spezzate ormai le spade le alabarde più non alzano bandiere sostituite da nuove armi e munizioni vomito di rifiuti interiori rigurgito della società dabbene sulla tavola resti di un lauto banchetto. Abbondante splendido sfarzoso di fiori secchi e coppe rovesciate candele spente sui candelabri consumati vassoi ricolmi di polvere che il soffio arido del vento allontana quando gettata via la maschera che ti ricopre il viso ti accorgi d'aver perduto filosofo muto dei passanti assenti negli occhi vuoti ciechi che vagano indifferenti.
Id: 6086 Data: 21/11/2010 08:28:47
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I sogni miei i disegni tuoi
I sogni miei i disegni tuoi.
E sulla carta graffiati a pennino i sogni miei rifugio arcano per trasparenze di luce nel segreto diario del destino a separare giorni d’oro e di smalto a incastonare tessere di vita nel mosaico di complicati arabeschi. Sono come mi hai plasmato architetto ingegnoso a sospendere castelli di nubi a immaginare ponti d’inerzia per una disfatta al tempo che tutto nega e contrasta la corona che mi hai posto sul capo di ferro resta che giammai fu d’oro. A battaglia lacero s’avanza il guerriero la spada a brandire spauracchi d’orgoglio d’ambizione immuni al fato fantasmi dell’immaginario nel tuo gioco di despota il mio castello magione s’ergono altre rocche l’una dopo l’altra senza posa nulla ormai resta della primiera fortezza. Dissanguato e stanco abbandonato sul campo giace il guerriero graffiati a violenza i sogni miei ricalcano i disegni tuoi quel tuo non essere son io architetto senza ingegno a innalzare strutture impossibili per un castello di carte che mi sta crollando addosso. Stragrande scoppierà domani la ribellione del vinto quando dall’alto degli spalti s’udranno nuovi squilli di tromba quand’ecco che altri guerrieri fuoriescono bardati di bronzei scudi ed è già un levarsi di spade alti i vessilli al vento per un’altra battaglia che non è la mia.
da "Feudo di sale" - raccolta inedita
Id: 6085 Data: 21/11/2010 08:20:50
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Angelus Novus (a Walter Benjamin)
Angelus Novus ... to Walter Benjamin.
Hanno sul volto il segno tangibile della “concatenazione del carattere col destino” essenzialmente costante “un’esperienza che ritorna sempre” il vecchio e il nuovo il passato e il presente quale la colpa? bandiamola per sempre mostriamo l’errore di un hybris divino che ci vede obbligati al riscatto come risposta a un Dio che dell’innocenza non conosce mèta per cui il diritto al castigo che da sempre ci condanna alla gogna non siamo che angeli caduti per una disgrazia che si è rivelata fatale in virtù della nuda vita quali tuoi figli solleviamo dall’inquietudine lo sguardo su questo mondo tormentato e rivolgiamo a Te quest’umile preghiera che in ragione del destino che c’incombe sia ristabilito “l’ordine etico del mondo” cogli l’essenza del debole intelletto che per un istante ha creduto di possedere l’ombra dell’assoluto tutto.
Id: 5906 Data: 07/11/2010 15:18:34
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Platonico - globalizzato
platonico (globalizzato)
inventarla dobbiamo la vita cogliere ciò che intorno sorride surclassare i condizionamenti sociali le inibizioni i tabù
ridisegnare dobbiamo nuovi orizzonti cancellare frontiere scoprire altri noi stessi scambiare opinioni ed idee
credere dobbiamo all’impossibile all’illusione di un futuro migliore di solidarietà di giustizia di libertà
immaginare dobbiamo la morte accettarla nel vederla avanzare come il buon vecchio che ride aspettandola
reinventare dobbiamo l’amore dare un posto ai sogni sapendo che infine nulla è per sempre
come il poeta platonico si bea delle parole.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980-2000) - raccolta inedita
Id: 5796 Data: 30/10/2010 13:14:28
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Quando
'quando'
quando parlare non ha senso piani e dirupi della memoria pensieri di nulla attendono
gli alberi spogli del parco tanti corpi nudi una foresta di pazza gente attonita in silenzio
l’angolo buio dove nascondere il viso è nel bosco della solitudine . . . quando si ha voglia d’assoluto
da "La stanza dei giochi impossibili" . (1980-2000) - raccolta inedita
Id: 5718 Data: 24/10/2010 09:17:49
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Guerra oggettiva
Guerra oggettiva.
Sciolte legature (dei libri nello scaffale) l’alfabeto cede all’inganno forme incontenute smaterializzate appostate in silenzio attendono nell’ombra luce a imporre una sentita presenza
sguardo gravido posa e coglie nei lineamenti netti e perfidi d’ogni cosa l’immagine conosciuta che quasi rifiuta ad ogni alba plasmato di luce s’accende di vita il mio io ed apre gli occhi nel sogno avverato di non morire nel buio.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980-2000) - raccolta inedita
Id: 5630 Data: 17/10/2010 08:56:22
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Lultima strada (the dark side of a man)
L’ultima Strada (the dark side of a man)
Piazze spazzate dal vento Luci di vetrine e palazzi Chiusura dei negozi Caos del traffico ammasso di carrozzerie Divieto di sosta isola pedonale Striscia blu Perseguibile di multa Dove andare? Milioni di piedi lungo i marciapiedi L’ora in testa L’appuntamento Fuori piove L’ombrello dimenticato Prezzi impossibili Privazioni Cosa fare? Folla Febbre a quaranta La farmacia di turno Supposte o iniezioni Il risultato non cambia Sudore Ambulanza infarto cittadino Per cambiare cosa? Il morto è ancora vivo Chiamata urbana urgente Fare presto Concedere acquisire vendere acquistare Concessioni condizioni E’ solo questione di prezzo Al maggiore offerente Quanto? Concedersi Sensazioni non monotonia! Parcelle marchette Marchette parcelle Euforia nei cambi Con il cartellino della disoccupazione Deve passare di la Dove ha detto scusi? Compreso grazie Deve tirare giù i pantaloni Anche le mutande Due volte la settimana La merce si tocca Avanti il prossimo Hey è tutto O. k. Mamma Papà ho trovato lavoro!
Id: 5566 Data: 11/10/2010 21:19:10
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Era: il Nilo prima dellEgitto
Era (Il Nilo prima dell’Egitto)
L’acqua che scorse primigenia entro gli argini del passato agitandosi sollevò un mormorio leggero e i papiri frusciarono sommessi sulla vicina sponda come se quel momento appartenuto all’eterno ad esso facesse ritorno.
L’insenatura sabbiosa, coperta di giunchi e canne piumate accolse la feluca del tempo entro un tranquillo incolmabile silenzio nei luoghi che per primi accolsero il Loto odoroso emblema dell’amore supremo e la Ninfea bianca, simbolo dell’opalescente bellezza che un tempo avevano rischiarato la cosmica armonia.
E come in un abbaglio ove ogni cosa si specchia e si moltiplica rifulsero i primevi sfolgorii d’ogni sole la bianca opalescenza d’ogni luna i cieli ch’erano stati e che sarebbero stati ancora le sabbie incontaminate dei primordi le guelte d’acqua memori del Diluvio.
Id: 5530 Data: 08/10/2010 12:45:25
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Memoria dell’acqua
Memoria dell’acqua (Urubamba - Perù)
Ricordo, c’era un fiume che scorreva lento anzi lentissimo. E tutti scendevano giù dal treno fermo nella valle lungo la rotaia che costeggiava la sponda sassosa. Qualcuno prendeva un sasso lo accostava alle labbra e poi lo gettava nell’acqua profonda. I più s’inginocchiavano in religiosa mestizia intenti a pregare. O forse a snocciolare una cantilena dai poteri magici capace di risvegliare gli spiriti ancestrali. Altri, protèsi sul filo dell’acqua come per bere sussurravano al fiume una supplica. Mi dissero, di comunicare all’acqua inenarrabili segreti. Che li custodisse lontano, il più lontano possibile negli alvei delle profondità nascoste. Una donna in solitaria attesa aspettò fin quando gli altri risalirono sul treno. Chinatasi sfiorò con le labbra l’acqua limpida anzi limpidissima del fiume. E bisbigliò un messaggio, che lo portasse al suo perduto amore. Ovunque, disse, fin dove giunge l’arcana memoria dell’acqua.
Id: 5458 Data: 01/10/2010 17:34:26
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L’Uomo di Cristallo
L' Uomo di Cristallo. Ha negli occhi essenza di cose dissonanze di tempo visioni sterminate di campi assolati filari d'alberi verdi e spogli solchi profondi di piazze arate fiumi d'orgasmo di strade affollate frantumazione di folla colta nell'attimo febbricitante sul filo dei marciapiedi dove cammina dove impazzisce. A città automatizzate tiene scheletri d'edifici guerre d'ombre fratricide insoddisfazione d'amplesso il vecchio il nuovo contrasto d'ogni tempo davanti le chiese raccoglie povertà della società cosiddetta avanzata avanzi al mercato Prevert è un cane che vaga tra i rifiuti Boudelaire tiene aperto un ultimo banco di fiori per tutte le stagioni i figli del male defraudati le madri violentate schegge impazzite di una ultima guerra. Riflette negli occhi contrasti connubi raccoglie voci ricapitolazioni del passato storie senza senso per assonanze metafisiche afferra attimi impossibili da vivere coglie umori sulla faccia della gente le grandi scritte sopra i muri incoerenza d'idee ostentazione di un volere altrui fra verticalismi incombenti l'ultima scapigliatura di moda gli artisti in vetrina mostrano le ultime schifezze dell'arte cialtrona. A sera immerso nell'ombra che tutto nasconde torna sui propri passi per poi ritrovarsi da solo annichilito e stanco come schiacciato dentro un Picasso.
da "La stanza dei giochi impossibili" - (1980-2000) - raccolta inedita
Id: 5236 Data: 08/09/2010 08:04:12
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About the war
'about the war'
lampi 'intelligenti' durante la notte esplosioni durante il giorno tuoni di cannone ripetono lo scempio trascinato nella nuda terra estremo vessillo di pace cerco ancora
amici di ieri nemici mai hanno offeso i fratelli i figli i padri
chiedi al soldato perché di questa guerra infame estrema
chiedilo alla madre che inorridita arranca chiedilo al bimbo che non ha pane
da "Carte sparse e dimenticate" - (1956-1976) - raccolta inedita
Id: 5235 Data: 08/09/2010 08:02:47
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Dark Angel
Dark Angel (vincitore premio per il miglior testo 2008 in "Darkworld Competition")
There is an Angel bent on a book With the face darkened by his same shade What underlines with a gold pen every bloody reason Chatters sentences and pushes us to the violence The order to which is owed us to rebel Whose words escape to the control Reacing cities where other dark angels have already fallen Wander sinful looking for other souls to be violated What they find solitary and abandoned along the roads Everywhere the injustice and the hunger it reigns Anywhere slap a flag and confinements are drawn Where earth remixes him to the earth With the mud and the stench of the stif Everywhere a repression is in action Where every liberty is denied. I say yes, what we thought impossible is finally happened Yes, in truth all of us wanted that could be happened.
There is an Angel sat on top of the world What it spreads poisons of death Thinking to when one day we will be all extinct ones Who shouts.. violate! smothered! destroy! What it denies the liberty to each Repressed with the rifle and the guns On the front of the today's globalization But already the future trap this time of ours Returning us a dark image of ours emulate thoughts While us.. alienated.. deviated.. hallucinated.. Still believe what we have believed before.. that perhaps.. with the time.. What we may found other spaces other dimensions not confirmed, Ideal cities whether to reach the endless being that we am Feelings of void or perhaps of absolute Where one day we would have been able to demolish every single wall Now I say no, even if all of us thought that would have been possible What we were able to do all of this that we were not able to do.
Dark Angel C'è un Angelo chinato su di un libro Con la faccia oscurata dalla sua stessa ombra Che sottolinea con una penna d'oro ogni ragione Che blatera sentenze e spinge alla violenza Contro ogni ordine al quale ci si deve ribellare Le cui parole sfuggono al controllo E raggiungono Città dove altri angeli caduti S'aggirano peccaminosi in cerca d'altre anime da violare E che pure trovano, solitarie e abbandonate lungo le strade Dovunque regna l'ingiustizia e la fame Ovunque sventola una bandiera o si disegnano confini Dovunque la terra si rimescola alla terra Col fango e il puzzo della merda Ovunque c'è una repressione in atto Dovunque ogni libertà è negata. Io dico sì, quello che un tempo pensavamo impossibile è infine accaduto Sì, in verità tutti quanti noi volevamo che accadesse. C'è un Angelo seduto in cima al mondo Che diffonde veleni di morte Pensando a quando un giorno saremo del tutto estinti Che grida.. violate! soffocate! distruggete! Che nega la libertà di ognuno Repressa col fucile e col cannone Sul fronte dell'odierna globalizzazione Ma già la trappola futura insidia questo nostro tempo Restituendo un'immagine oscura d'ogni emulo pensiero Mentre noi.. alienati.. deviati.. allucinati.. Abbiamo creduto ancora ciò che non avremmo mai creduto.. che forse.. col tempo.. Avremmo trovato altri spazi altre dimensioni non omologate Città ideali dove raggiungere l'essere infinito che noi siamo Luoghi di vuoto o forse d'assoluto Dove un giorno avremmo abbattuto ogni singolo muro. Io dico no, anche se noi tutti pensavamo che sarebbe stato possibile Che fossimo capaci di poter fare tutto ciò che non eravamo capaci di fare.
Id: 5225 Data: 06/09/2010 21:06:51
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