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Raccolta di poesie di Giuseppe Cappello
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

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Ancora ti chiedo di stare (a mio padre)

ANCORA TI CHIEDO DI STARE

 

Te ne sei andato

Con il segnalibro fra i cosacchi di Puškin

Libertà e dignità

Fuochi sotto le ceneri per le tiepide acque del mondo

Te ne sei andato

Con il tuo pennello

Dai colori scultorei per una terra mai persa

Ulivi su dentro il cielo specchio del mare

Te ne sei andato

Con l’arabo volume del sentimento

E l’intelligenza figlia di un piatto di fave

Semi del bisogno che in tutto procrea

Che in tutto mi hanno insegnato

In tutto mi hanno preso per mano

Sempre sono stato tuo figlio Giuseppe

In fasce mai sciolte e nel vanto

Nel conflitto e nel maturo riabbraccio

Te ne sei andato

Con l’arabo volume del sentimento

E l’intelligenza figlia di un piatto di fave

Ma io ancora ti chiedo

Nel gioco con l’ amata nipote

Ti chiedo di stare

Con l’arabo volume del sentimento

E l’intelligenza figlia di un piatto di fave

 

 

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A Francesco Totti (letta da Alessandro Quasimodo)

E' binomio, quello fra letteratura e sport, che spesso viene sottovalutato e di cui non si ricordano le origini fra le più alte pagine della letteratura greca (Pindaro) fino ai vertici della letteratura italiana moderna e contemporanea (Leopardi, Saba, Pasolini). Dalla voce dell'attore teatrale Alessandro Quasimodo, figlio del Premio Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo, la mia poesia su Francesco Totti. Buona visione e ascolto a chi vorrà! Basta fare un copia e incolla di questo link. Quindi il testo scritto.

 
https://www.youtube.com/watch?v=63ZsHddk_co
 

IL CAPITANO

 

La pioggia battente insiste con il suo tamburo sulla città

Poi il sole

Verso il cielo si leva lo slancio dei secoli della porta romana

Terse la geometria e una forza millenaria

I rivoli dell’acqua scorrono in terra dopo i volteggi fra gli antichi mattoni

Sulla terra una concitata danza di piedi

I ragazzi di nuovo in strada per l’ennesima sfida del cuoio

Mille i piedi intorno alla sfera

Due si impregnano dello spirito grondante dal tufo laterizio

La forza e la geometria millenaria risalgono su per lo stelo

Dai quadricipiti alle spalle

Fino allo sguardo

Nel ragazzo la forza di una legione

La geometria dello stratega patrizio

Il suolo delle antiche battaglie traluce nel verde manto dell’erba

Per i muscoli e i nervi la forza

Dimore sicure di una sfera arpionata

Fulminea la geometria del passaggio

Armi letali per l’ultima linea nemica

Per la forza e la geometria la gioia di un popolo intero

Il trionfo

E il console riluce attraverso i secoli nella scultorea figura del Capitano

 

 

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Trilogia su Sting

I CROMATISMI DEL TYNE           

 

Il ferro dei binari inchioda il grigio uggioso del cielo sulla città del Tyne

Il sibilio arrugginito degli scambi

Stridono i freni sugli ultimi metri della corsa

Scendono con gli strusci neri del carbone sulle guance

La cipria della fatica sul volto dei minatori

Lentamente avvolge le strade la scura cosmesi della notte

Nel locale, fra il fumo, le birre e lo slang,

una voce e il ferro delle quattro corde

Inchiodano la notte alle leggi del cielo

Armonie che tessono le danze dei pianeti nel firmamento

Nelle carni delle nebbie e del carbone, del ferro e della pioggia,

scorre fra le anime il bagliore del blues

 

 

TRASFIGURAZIONE DI UN BAGLIORE DEL NORD   

 

Ferro su ferro la pulsazione della città

E’ seduto sulla banchina del porto

Lo tocca un bagliore di un tramonto del Nord

Nell’anima la magia dell’idea

Scende per le sculture dei polpastrelli

Lungo il ferro lo scalpello del suono

Nelle quattro corde l’ordito

Cromatismi aurorali dal mare del Nord

 

 

LA GRAFFIANTE MAGIA DELLA ROSA GIALLA     

 

Fra l’asfalto e il ferro di Newcastle è venuto su un fiore

Una rosa gialla

La pioggia del Northumberland ha bagnato

l’asfalto e il ferro di Newcastle

Ed è venuto su un fiore

Una rosa gialla

Oggi piovono le stilettate di una tromba

e bagnano le armonie dei neri d’America

E li dove la pioggia danza con il sudore si leva la sua voce

Fra il cielo e il fango continua la graffiante magia della rosa gialla

 

 

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La danza dei cristalli

LA DANZA DEI CRISTALLI

 

Su di un volto abitava il dio

Inseguendo il bagliore dell’iride risalì poi fino alle sorgenti dell’anima

Lì dove l’intelligenza intesse il soffio vitale delle geometrie del discorso

Lo ascoltai, il dio, fra i toni di una voce

Fino a inseguire il suo volto nei lineamenti delle cicatrici dello spirito

Ora dimora nella classe il dio

Lì dove fende l’aria il fascio della luce del mattino

Fra i banchi e la cattedra

Fra i banchi e la cattedra si incontrano voci, movenze e sguardi

Danza di cristalli fra i cristalli

Del concetto che rapisce i cuori che battono nel ritmo degli IPod

Della pulsazione della fanciullezza nel concetto

Dell’attenzione a una prima timida parola

Della fiducia che si schiude nelle inquietudini dell’ultima fila

Della penna del primo banco che incide il quaderno

per non perdere niente

Della riflessione con l’ironia

Delle menti e delle idee nei vortici del pulviscolo della luce del mattino

Scintilla di una lunga convivenza in cui nasce la letizia

Nutrimento delle anime con il sapore dell’eterno

 

 

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Le iridescenze dell’anima

LE IRIDESCENZE DELL’ANIMA

 

Bellezza,

l’ho vista fiorire su di un volto

Intelligenza,

l’ho ascoltata incastonata in un discorso

Carità,

ho fatto il bagno nell’inquietudine di una storia

Bellezza, Intelligenza, Carità

Le iridescenze invece della mia anima

Senza di essa grigio il vostro volto

Grigia la vostra intelligenza

Grigia la vostra storia

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Il valzer della simbiosi

IL VALZER DELLA SIMBIOSI

 

Bellezza

La danza delle linee con i colori

Il tuo sguardo il mio

 

Intelligenza

La danza delle parole con i silenzi

Il tuo gioco il mio

 

Compassione

La danza della gioia con il dolore

Il tuo brivido il mio

 

Tu e io

Vita con vita nel valzer della simbiosi  

In tre quarti il tempo dell’eterno