chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Maria Giuseppina Gallé
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Chimica d’angelo

Starsi accanto è chimica d'angelo

è raggio obliquo sopra la tovaglia

in un silenzio denso di parole

piccoli gesti che pulsano d'azzurro.

È una rondine di troppe primavere

che gira intorno nel suo stanco volo,

ma dove finirà poi tutto il bene?

Globo di luce tra le stanze vuote

sciamerà, invisibile agli intrusi

che non sapranno mai di questo tempo

dei nostri giorni inchiodati alle pareti.

 

 

*

Cella d’ape

Passi serotini, è cella d'ape

la casa, al girare di una chiave

nella porta, caro rumore atteso

ogni luce nelle stanze si fa miele.

*

Aurora

Sono uscita dai bastioni dell'aurora

avvolta nel tuo velo di dolore, madre

c'è stato solo il tempo per un grido 

e già mi arrendo al dio dell'occidente.

Con al dito il tuo anello d'agonìa 

ora spingo in un tempo sconosciuto 

fiori bianchi, palpiti di nido 

altra vita che esplode tra le mani.

*

Vento

Vento cavalchi le onde 

e l'argento dei pesci.

Hai danzato 

la gironda sul Golfo del Leone.

Ora sospiri e sconquassi le mie stanze.

*

Passato

Stanare ricordi, bruciare 

volti sbagliati e soavi, saltare 

a piè pari un tronco abbattuto 

sul sentiero del bosco, il passato.

Racimolare quel che resta dell'anno,

farne bagaglio, sfidare la sera

nelle sue luci soffuse e finali.

Alfine vinti un saluto agli astanti,

stelle morenti e conti in sospeso.

*

Marzo

Marzo, i sogni vanno a Est;

come anime baltiche sciamano

alle foreste, dove l'aria è azzurra

e un sole alto nasce tra le foglie.

Primavere dagli occhi di cerva

umidi e lustri, congedano ombre

dell'inverno che ha fiaccato i cuori.

Ora la notte è un cuscino di piume.

*

Inciampo

Anche oggi ho inciampato nel mondo 

dalle luci del mattino all'ombra

della sera che si addensa ai fianchi.

Ora si tende l'arco della luna 

casta e fredda come i vecchi e i santi,

mentre i fiori s'aprono fremendo

nei campi della notte come spose.

*

Vino del tramonto

Si sgranano i giorni del calore

in un palazzo di colonne erose

dal tempo, si fanno muti i canti.

 

Agonizzano rose nei bicchieri 

mentre svuoto il vino del tramonto;

è dagli angoli che scintilla vita.

 

 

*

Deserto

Mi hai portato il cielo tra le mani

un cielo liquido per la mia sete infinita, 

per le mie labbra riarse di sabbia.

 

Sono implacabili i deserti attraversati.

 

 

*

Notte

La notte è placida, come una donna

affacciata su un giardino di rose.

 

Sorride l'angelo nella casa del sonno.

*

Cielo di neve

Così lo immagino il nostro andare un giorno 

con gli occhi giovani in salvo dal tempo,

sotto un cielo sconosciuto di neve;

 

in un'attesa tenera di festa, di nuovo interi

come frutti d'inverno,

le guance accese di speranza e passione.

 

Lasceremo questo tempo che ci stanca,

con un balzo morbido di gatto svaniremo

alla luce dell' alba;

 

dietro di noi solamente un racconto.

*

Ritorni

I paesi hanno un cuore nascosto 

che batte lento sotto i coppi dei tetti,

tra gli archi antichi di una piccola piazza.

 

Il tempo qui si è fatto ragnatela 

nelle case che aspettano i ritorni,

sui visi di anno in anno trasformati.

 

Nei giardini, ormai folti di abbandono,

è un universo verde di vita 

che attraversa impavido gli inverni.

 

Nuovi bambini giocano nei parchi,

alcuni sono giunti da lontano,

è azzurro fiato per i vecchi sulle porte.

 

 

 

*

Pazienza

Avessimo la pazienza di un campo

che sa il tempo del sole e della neve,

dell'aratro che solca la terra 

e la santa benedizione del seme;

 

quieti adeguarci alle fasi della luna,

al suo governo di parti e maree,

di vino nuovo e salsa per l'inverno;

 

senza la fretta di strappare stagioni 

non più nostre o che ancora non sono.

*

[A Camille Monet]

È più di un secolo che passeggi tra i papaveri,

dolce Camille anzitempo svanita.

 

Il pennello ti ha fissata sulla tela

con il tuo Jean,

in un eterno cammino.

 

L'occhio, attratto dall' ombrellino azzurro,

non vede il tuo doppio sul declivio,

forse opzione di un altro destino:

 

tu che invecchi in un "Campo di papaveri"

 

 

*

Nastri di seta

Stagioni sfilano come nastri di seta,

al ritmo creolo di una vecchia beguine 

 

davanti a un mare increspato di perle 

che si arruffa e danza una rumba di vento.

 

Emozioni d'estate riaffiorano 

tra vapori marini e odor di salsedine 

 

e si scivola dal pendìo dolce di giugno 

nell'estate bambina con labbra di zucchero.

*

Voli

Questi versi sono prove di volo

un azzardo su giardini d'estate,

 

piccole ali nel vento del sud

tra l'aroma di limoni e rosmarino.

 

Quel che conta è arrivare fino al mare,

 

Mediterraneo ingioiellato di sole

come madonne nelle processioni.

 

*

Lupi

Si avvicinano i lupi della sera

 

Una luna innocente ammansisce i miei battiti.

*

Francia

È un aprile dal bagaglio leggero 

che fa viaggiare oltre confine,

tra il rosso delle rocce vulcaniche

e l'azzurro ancora intatto del mare.

 

Mentone, Nizza, la Grasse delle rose

con il suo ventre segreto di casbah;

 

più a nord la campagna di Van Gogh,

città d'arazzi e castelli di dame.

 

E poi le cattedrali di Francia

immense e oscure come foreste di pietra 

con lame di sole a forzare le vetrate,

 

dove un dio troppo nell'alto dei cieli 

annichilisce chi entra a cercar pace.

 

 

*

Fiore

Da un buio di pianto,

fiore,

sei uscito ostinato alla luce.

 

Rugiada di perle la tua alba.

*

Pensando a Giorgio Caproni

Questa città d'ardesia, levantina,

stretta in un laccio d'acqua e di appennini,

si allunga affamata d'aria verso il cielo.

 

I vicoli, vene di un corpo antico, 

sono dedalo medievale che inghiotte

gente smarrita chissà quando e dove,

uomini seri in principe di galles

signore altere profumate di hermes.

 

Chiese a righe con nomi di martiri

è da secoli che guardano il mare

 

un mare che non porta più alle Americhe

per speranze o viaggi di piacere;

 

laggiù il porto è un termitaio d'uomini.

 

E sarà a Genova, con l'ascensore del Poeta,

che rivedrò i visi da troppo tempo perduti.