I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Avreì voluto diventare spirito libero,
percorrere foreste e montagne,
attraversare cieli ed abbandonarmi alle nuvole
e non temere più i lampi, tuoni e saette,
lavare via ombre, lasciare che la pioggia sazzia la sete...
parlare senza paura di incomprensioni,
vivere fino in fondo ogni accenno di passione....
E poì, e poì, e poì- adesso, è ancora presto per domani.
Ti prego, non abbandonarmi sola - siediti, rimani.
Magari accarezzami i capelli finchè mi addormento...
fà freddo, ho paura quando fuori suona forte il vento.
E poì, e poì, e poì - adesso…volare in alto sopra ogni delusione,
non dubitare più nell'amicizia e le persone,
voltare spalle senza paura di coltelli poco aspettati,
perdono - maì, per tradimenti non desiderati!
E poì, e poì, e poì - adesso, è ancora presto per domani.
Ti prego, non abbandonarmi sola - siediti, rimani.
Magari accarezzami i capelli finche' mi addormento...
fa' freddo, ho paura quando fuori suona forte il vento.
E poì, e poì, e poì – adesso…
assaporare l’aria pura che mi attraversa,
danzare a piedi nudi, guardare dall’alto il mondo seduta sulla coda di una cometa,
ammirare tramonti incantevoli su ogni più piccolo pianeta,
e poì - sentirsi libera, e poì - volare ancora..
E poì, e poì, e poì - adesso, è ancora presto per domani.
Ti prego, non abbandonarmi sola - siediti, rimani.
Magari accarezzami i capelli finchè mi addormento...
fà freddo, ho paura quando fuori suona forte il vento.
E poì, e poì, e poì - adesso,
la Luna ha raggiunto il Sole,
le Stelle plasmano i margini tra oggi e domani...e vola l'anima innebriata,
continua il suo tragitto, lasciandoci la sua scia si perde dentro l'infinito....
E poì, e poì, e poì - adesso, è ancora presto per domani.
Ti prego, non abbandonarmi sola - siediti, rimani.
Magari accarezzami i capelli finchè mi addormento...
Fà freddo, ho paura quando fuori suona forte il vento .
/ispirata dal dipinto: "IL BACIO" del pittore austriaco Gustav Klimt/
La forma desiderata sollecita il respiro profondo
e lui si trasforma in un nido
per trovare il punto del delicato Amare.
E le labbra, e le mani, e gli occhi che sfiora
sono splendide ali di colei che consola.
Lui non guarda sè c’è la Luna
non gli serve il suo chiarore
lei si spoglia, si riveste
arrossisce per pudore.
Lentamente l’accarezza
la avvolge con dolcezza
s’intrecciano le mani
trepidi e con finezza.
Lui la culla, la trasporta
lui in nido si trasforma
per amarla, per amarsi
raccontarla, contemplarsi.
Siamo visi appesi alle finestre
sulle corde delle anime perse
dondoliamo avanti ed indietro
senza tempo.
Ogni battito e' un cuore che muore
nell'assenza angosciante d'amore
noi siamo respiri sospesi
dei peccati concessi.
Desideri da cucire la fede
aggrapparsi al cielo
masticare le nubi
provocare la caduta di neve.
Inciampare nelle sponde dei fili di luce
abbrancati alla coda della scia che conduce
fare gioco per scelta o' per seria esigenza
prosciugando le radici di memoria e coscenza.
Siamo visi appesi alle finestre svetrate
amati a lungo e poi' disprezzati,
siamo cuori di orologi che non sfiorano il tempo...
trasparenze vaganti raccontate a stento.
Aveva i capelli appesi agli alberi,
sembrava un aquilone
alla ricerca di foglie
per la costruzione del suo sistema vissuto.
E le sue mani tese nell'aria
a novanta gradi alzate dal corpo,
con il vento che si divertiva da matto a girarle attorno
spingendola indietro e poì in avanti.
Appare diverso il mondo
visto da tutti i lati dondolando a sinistra
inclinandosi a destra,
baciando la terra in avanti
sdraiata supina indietro.
Le faceva ridere tanto il solletico.....
viveva beata in una pelle infantile, sottile e trasparente al punto daemozionarsi tanto.
Aveva i capelli appesi agli alberi
e baciava il mattino sugli occhi ancor persi nel sonno,
appendeva le stelle a suo piacere,
giocando a puzzle e scacchi con il mondo.