chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Francesca Sante
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Nel Bianco di Marlene

C'è ancora tanto da bere insieme

Per nutrire il nostro fiore che

Quasi esiste.

 

Esiste da sempre

Il cielo

E non si posa mai

 

Ma tu dimmi dove andrà

E io vi tenderò le braccia.

 

Cosa posso fare per farci nascere?

 

Ininterrottamente

Si perde in una crisalide

L'amore

 

Ma tu dimmi dove andrà

Ciò che si perde

E io vi tenderò le braccia.

 

Marlene,

che mi dici di quell'uomo che contempla il mare?

Guarda nell'eterno e vede un groviglio di rami

E lotta

Ininterrottamente

Con tutte le sue forze,

Contro la parola

Che preda della sensazione più profonda

Jamais jamais

Arriverà.

 

Ma tu dimmi dove andranno le parole

E io vi tenderò le braccia.

 

C'è ancora tanto da bere insieme,

è quel mare a farci esistere.

Il cielo resta al centro della Terra.

 

Marlene,

Credo nella fine

Dell'eterno

Perché vivo per ciò che non mi apparterrà mai.

Mai abbastanza.

Rumore di un cellulare che cade.

 

Marlene,

Ho tagliato la fine dell'infinito

E ci ho messo il nostro presente.

Ora riposo

Virgola

è questa la libertà? 

*

La Casa della Morte

Ho trovato la casa della morte

in un paesaggio cubista,

nascosta tra pini e templi

di bellezza pieni.

 

La pioggia ha intonato un vecchio accordo

piangendo

tra le erbe screpolate

giurava fede all'azzurro.

Ho cominciato il mio viaggio col suo ricordo

E

 

Ho trovato la casa della morte

in un paesaggio impressionista,

nascosta si confessava.

Commossa ne fu la vita.

 

In questo momento in cui le montagne sembrano spruzzate di rosa, e le nuvole sembrano spruzzate di rosa, adesso – e ci sono le rondini, cazzo, che non avevo visto prima – proprio adesso il mio frutto si mostra, distrutto. Mi vergogno.

 

Ho trovato la casa della morte

nell'opera di Pechino,

tra stridii e chuànquì

suonava il gong

mentre il sole tramontava per ore

cercando di spezzare l'orizzonte.

Ho cominciato il mio viaggio col suo ricordo.

Ricordavo di un cielo di cirri contenti

di esser parte di quel font

E

 

Ho trovato la casa della morte

nella serenità del primitivismo

nella sua compatta trasparenza.

Resto qui nascosta

e posticipare l'eternità

sempre di un po'.

Posso continuare

(No, questa non te la dico, è troppo bella.)

 

[Sei tu la musica, sei tu la musica

e tutte le parole che la musica non dice]

 

Ho raggiunto la casa della Morte.

Davanti,

come un taglio,

sprofondava la Vita.

Mi s'impigliano le ciglia e

resto ferita.

Straziato ne fu il laico che la sacralità aveva smarrita.