I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Il divenire del vento
tra le foglie, le spore e le gemme
non ha voce, né suono.
Un silenzio denso
si amalgama ai pensieri
e li conduce altrove
negli assorti ozi del giorno.
Denudati, in attesa di vestire
i panni del domani,
ci abbandoniamo a cecità
di loquaci memorie
fino a raggiungere il vertice
di un improbabile punto d'arrivo.
È qui che si disfa l'alfabeto
in soliloqui estranei ai sensi.
Il fiato è nebbia nella bocca
e si mischia alla polvere:
le tinte forti si opacizzano,
le immagini si scontornano,
i dettagli si minimizzano.
L'ostinazione non è più
inquietante sussurro di pelle,
segue le sue traiettorie strane
là, dove la dissolvenza delle ore
è solo mistificazione del tempo.