chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Carlo Tontini
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Sensazionale fu l’aver rimosso

Sensazionale fu l'aver rimosso

l'apparato della dignità così

da potersi gettare nel fango.

Non tanto fu eccezionale

il riuscire a suggerne a tratti

accenni di entusiasmo e piacere:

ché tali liquori si distillano facile

addirittura da tuberi e piante;

quanto lo scoprirsi in grado

di accettare valanghe e montagne

di accentramenti e accerchiamenti

di forze di eserciti nemici ogni istante.

 

Vivere così è come essere sempre in trincea.

*

Sei palese

Sei palese,

e scontanta ogni tua faccia.

Se ti vedo

nulla è nascosto,

traluce tutto di chiarezza

e il tuo viso sei tu. Tu che sorridi,

tu che sei fatta, tu che ti trucchi,

tu preoccupata.

Tu mentre dormi fai mille espressioni

che non capisco a che cosa mi fanno pensare

ma loro, cioè tu, di per se, e tu di per te, sono palesi:

per me sei palese perché in te m'imbatto in te.

 

 

*

Caccia spietata

Loro veramente guadagnano il tempo,

loro, cara mia, non sono come noi.

Noi siamo vittime di mille illusioni,

alla caccia spieata di qualcosa che,

andate via le ragioni di ogni paura e

aguzzata la vista al maggiore livello,

resti immobile e non muoia mai più.

Non come noi, adusi a morire miriadi

di volte per non imparare mai niente,

ma come quelle vette luminosissime e

belle di montagne raminghe nell'altezza,

brulle e ripidissime escrescenze di forza.

Qua è tutto più in penombra e più fragile

che lassù, al primo uncino ci si scuce l'io.

Portalo spesso a ricucire dalla sarta e resta

zitta accanto a lei mentre lavora. Fissale le

mani incomprensibili e sta zitta mentre ti 

fa l'orlo preciso tutto intorno all'anima.

 

 

 

 

*

Delle gioie o disillusioni di quelle ovattate

Delle gioie o disillusioni di quelle ovattate, oppure di vecchissimi strumenti dimenticati, mi riesce molto più lieve, che non dell'io che alcuni dicono essere in me, altri fuori di me, altri ancora sostengono che non ci sia alcun io al di là di un corpo vivente razionale, il parlarne purtroppo con tono saccente: loro piangono perchè hanno capito che voi non siete come loro avevano capito che foste - quando loro dicevano 'noi' infatti voi vedevate voi stesse.

*

Ti ricordo nuotare come un cane

Ti ricordo nuotare come un cane,

ti ricordi quello scoglio a Ventotene?

La barca si riempì d'acqua e andò giù

come le mille che affondammo per gioco

e solo per poco facesti lo stesso anche tu

che ridevi felice e tenevi a fatica

una sola narice sul pelo dell'acqua.

*

Ejaculatsione

- Sei bellissima santo dio! -

(A bassa voce ma con affanno e concitazione)

- Mi vado a lavare.-

[Implicitando (in una serietà oltremodo fuori luogo) "il batacchio già moscio"] 

 

*

La poesia che giurasti di non scordare mai

Giuro

di non scordare mai

questa poesia

*

Mezzogiorno appena dopo pranzo

I cappotti preziosi stamattina,

a mezzogiorno che sbaglio! Mio dio quale abbaglio!

Un pesante e scomodo bagaglio:

come bambini ci siamo fatti fregare dal vento

che, anche s'è novembre, ha soffiato primavera.

E nel tempo che ritorni dalla scuola

sorella mia, in venti minuti dormirò una vita,

sotto la natura, appesa sul divano,

morta, nel soggiorno di casa nostra.

A fianco a me c’è il cane che mi veglia.

Dalla cucina il suono di stoviglie – il cucchiaio

cozzando la ceramica – mi sveglia, e tu,

all’ora di pranzo sei già a casa.

Il caffè è già pronto

ed è l’ora che me ne vada.

E vagherò, randagio e trafelato

finché il vento - BONACCIA!- finirà il suo fiato;

e allora “avanti!” griderò e isserò la mia vela,

per mostrarti, inedita e ferma, la natura:

morta, senza una tela.

*

venne »
Questo testo è in formato PDF (62 KByte)