I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Mai più saremo
Mai più d'inerte spoglia saremo un giorno inevitabilmente nulla mai però, qua e là sparsi tra rovi e oblio, tracce e passi cancellar del tutto potrà nostri e di me, definitivamente.
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La domanda
Misera creatura umana al destino di vivere immolata resta di te la misera spoglia fredda e sola ormai definitivamente sola. Alla tenebra profonda e al cospetto di questo silenzio nessuno riuscì ad avvicinarsi. Che effetto ti ha fatto essere, misera umana creatura?
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2020 Pasquetta in pandemia
Dalle mie finestre in questa Roma muta entrano solo infiniti versi di uccelli piccoli passeriformi non più di gabbiani e rullanti eco di autobus che vuoti transitano nelle deserte vie. Ma da queste finestre magnifico entra anche il sole nella deserta primavera trionfante e noi entro i nostri ricetti chiusi di nuovo scopriamo il mistero dell'ignoto e la meraviglia d'esser mortali che ora ci sovrasta ci sgomenta ci ridimensiona.
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Tristezza
Tristezza che ben sai ferire con fredde lame affilate puoi esser però talora benigna volgendo il pensiero al conforto della pace lieve che immane in domestici occhi sereni nei ricordi e nei sogni ma anche nell'oggi inquieto che scorre.
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Due parentesi
Due parentesi, due nulla, circoscrivono altere e inesorabili il senso inafferrabile e inquietante di ciò che noi diciamo esistere.
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Tempo d’Agosto afoso e squallido
Ma chi te credi da esse disse 'n grillo a na scicala stai tutto er tempo a cicalà e non combini un'acca! Chi te credi da esse te, 'je arispose 'a scicala che l'unnica cosa che ssai fa' coi tuoi cri-cri è de romp' attutti, tutt'er tempo, l'acca!
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Meditazione del vecchio
Lo sconfinato incombere del passato prossimi alla fine del nostro tempo solo ci permette di ritrovare il presente fluente che immane.
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Bufalar bufale a gogò
Uno le pensa e centomila ne scrivono senza pensare. È il nuovo che va! A bufalar bufale a gogò.
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Er bugliolo (Se vota e anche nun se vota)
Da solo er bugliolo nun se vota sta atté votallo o no: se non te puzza tiettelo caro, 'n cammera o 'n cuscina, si te puzza però lo devi annà a votà. Come ‘cché te pare ma ce devi annà a votallo.
Sì! Ce devi annà a votallo si propio nun ce voi sfiatà.
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24 Agosto terremoto
A capo scoperto chiniamo il pensiero. Si vinca la boria si fermi la lingua si moderi il web. Piangiamo i morti curiamo i feriti confortiamo i derelitti. A capo scoperto chiniamo il pensiero.
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Una cosa orribile mi appare
Una cosa orribile mi appare l’uso di mascherine, tute e guanti, da personale civile e militare accogliente i dispersi sulle navi e dopo lo sbarco nei tanti, tristi, lager.
Che un qualche pericolo si corra ad avvicinare persone più o come noi pulite come lo si poté mai pensare?
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Eracliparmenidea
Siamo il nostro passato all'interfaccia col nostro futuro siamo il nostro divenire nel divenire del divenire. Finché non ci disperdiamo nell'ipotetico nulla del tutto o nel tutto del nulla.
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Costruttori dinfamia
Accidiosi meschini rovistano discariche immonde - remote in caccia di prove mendaci della certa d'altrui fellonia.
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A una poetessa
Grande vuoto lasci Poetessa se - vera all'anima dell'universo l'ora della Tua sera
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Piango ogni lacrima versi un uomo
Ovunque si trovi ovunque sia vittima del potere piango ogni lacrima versi un uomo.
Nessun piegarsi a chi chiede servitù e ossequio compatisco o perdono però anche se piango ogni lacrima versi un uomo.
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Ecco
Ecco: Dicembre - gela Il Bianco clown irride L'Augusto misero che geme
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Mi fa male lanima, disse
Mi fa male l'anima, disse. Che intende, ha un dolore? Chiesi. No: è un far male dentro, disse. Non è la stessa cosa? Chiesi. Un dolore è un dolore e un male è un male, rispose. Capisco, dissi, senza capire.
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Glissa
Pioviggine fitta - freddo La nostra gente glissa Con il vicino estraneo.
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Sentimento prezioso
Sentimento prezioso La vergogna - troppo Usata per ferire e uccidere.
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La morente falena
Sera - la morente falena cade presso un cavallo stanco, indifferenti l'una all'altro.
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Due donne canute
Novembre - pallide Al sole mite Due donne canute
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Alloggiai alla Locanda del Tempo
Sull'erto crinale del rammarico passai due giorni soltanto, con pane secco e poca acqua, a pensare pensieri pensati ruminando da solo i ricordi. Infine in riva al Lago Salato alloggiai alla Locanda del Tempo ove tenni senz'altro migliore l'ultima spendibile opzione. Le infinite mie scelte passate rivissero nell'ora presente quel che fu era ancora il mio tempo comprendente presente e futuro.
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In sacro disarmo accogliere
Passi lenti rompono il silenzio nella penombra del bosco di lecci cui il vento tra i rami reca un lieve murmure frusciante.
Foglie secche nel terriccio accolgono i nostri piedi stanchi mentre in reciproco riconoscerci siamo assorti in tacito ascolto.
Rari uccelli sui rami alti rimandano sporadici versi alle nostre voci che ora parlano a tutti e al proprio vicino.
Molteplici suggestioni possiamo in sacro disarmo accogliere e lasciar germinare nel mondo in noi.
Bosco Sacro, Monteluco di Spoleto 31 agosto 2014
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Come ultrà bruto di curva
Nubi nerissime s'addensano a oriente cui nessuno vuole guardare né ai delitti dell'uomo sull'uomo così come sembra, sempre sia stato, mentre ogni uomo parla di colpe come ultrà bruto di curva, ma di colpe solo di altri, mai delle proprie.
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Lorrido scosceso
Se all'orrido scosceso guardo non vedo che ombra acqua e sassi e presto o tardi, penso, precipitarvi sarà certezza, per ognuno di noi e per ogni cosa. Ma forse anche l'orrido dirupo ci potrebbe lasciare il tempo di vivere ancora un poco la meraviglia insondabile del mistero.
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Come fa galaverna
Al risveglio talora può perdersi una poesia nata in sogno dal nulla ma può anche gelare nella mente come fa galaverna nella bruma.
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In prossimità dell’arrivo
In prossimità dell'arrivo là in fondo al lungo viale ora puoi scorgere il traguardo e la dolcissima vittoria o la sconfitta più cocente ma sai anche che questa volata potrebbe per te essere l'ultima.
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Notte
Notte porti con te il ristoro e l'oblio talora anche la veglia inquieta e l'angoscia ma pur l'insonnia alla fine sarà feconda di nuove scelte e di nuovi orizzonti.
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Peqquattro bicchieri
Peqquattro bicchieri li amichi magara te aiuteno a passà l'ore un po' meno sconzolato e ssolo e poi si sserve te riporteno accasa e te saluteno con un cesse vede!
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Disperse sulle nere praterie
Hai sempre preso e mai dato. Preteso dai vivi e seppellito morti che talora morti non sarebbero stati. Le tue ceneri ora giacciono inerti disperse sulle nere praterie che tu stesso hai in più tempi incendiato.
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Rosicchiava ossimori
La mia cagnetta Iperbole continuamente rosicchiava ossimori appassionatamente.
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Ineluttabilmente scende
Il fantastico rosseggiare del sole nel basso cielo terso fiero ci mostra l'ultima fiamma e il giorno obbligato al tramonto intanto fa luogo alla notte che ora ineluttabilmente scende.
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Piazza Fontana 12 12 1969
Dodici dicembre sessantanove, ventisei anni contavo e novantacinque giorni, quel giorno che spezzò il nostro divenire.
La mia vita non fu più, mai, la vita di prima: non più luogo all'ingenua attesa, non più all'innocenza. Tutti, tutti, conoscemmo la barbarie quel giorno, dei demoni laidi e ingordi della tenera carne dei fratelli.
Leviatano orribile, antropofago, tu stato infedele, feristi a morte la tua stessa essenza civile e repubblicana.
12 dicembre 2009
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Scavati sul viso nel tempo
Scavati sul viso nel tempo segni profondi solcano la pelle e danno spessore alle mie espressioni.
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L’incombere del passato
L’incombere del passato mi permette di ritrovare quasi alla fine del tempo il flusso del presente che immane.
Potessi levare ora da mio padre o da mio figlio l’idea per una poesia il gran circuito chiuso avrei della mia vita ribelle e pia.
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Il ciottolo ambrato
Il ciottolo ambrato lustro di mare altalenante e inerte è mosso sulla scura sabbia della riva del tutto inconsapevole di sè e del supposto sacro esistere di nostra terra viva, madre, Gaia.
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Sul sentiero
Sul sentiero che ci apparve infinito ogni tappa potrebbe essere ultima.
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La notte piena è di ombre
La notte piena è di ombre che consigliano l'oblio e sconcertano il piccolo uomo sfiancato e oppresso dal travaglio del giorno andato.
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Nato
Nato piange, piange poi sorride.
Dorme, dorme, dorme.
Sugge poco colostro, sugge, sugge.
Sugge, soride e piange il neonato.
Poi dorme e sogna il nulla tutto.
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Donne, se ho amato il mondo
Donne, se ho amato il mondo...
Grazie!
Per quattro miliardi, quasi, a ognuna,
ma, specialmente,
a una.
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Lonere di vivere il giorno
Le cupe ore d'ombra gravate la trepida veglia scandiscono finché alla fine cedono all'alba l'onere di vivere il giorno.
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Costrutti personali
Penso sento mi sposto attorno entro la superficie di un particolare universo mondo ove le opere della mia mente necessariamente produco e vivo e con gli universi esterni tuttavia resto sempre in problematica complessa elusiva sintonia.
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Guerre
Guerre perché? Morti e salvati mai sapranno tutti per sempre le malediranno.
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In morte di un poeta #poesiapoeti
La tua poesia osserva domanda e tace e si cura di cercare mai una possibile ipotetica risposta.
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Aspetta
Sulla rugginosa bitta seduto il vecchio sta marinaio senza mare il fosco orizzonte scruta e la notte che viene aspetta.
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Ombre nellanima
Ombre nell'anima e nel nostro tempo sospeso quando leggera e lontana ormai lenta vediamo finire una vita.
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Petali dispersi
Una poesia vive fragile e dura poco quanto fa il pensier nel ricordare i petali dispersi di quel bel fiore che da mente sognante fu generato.
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PA la ZZESCA
Gocc gocc gocc... cia
gocc gocc gocc... cia
lento, monotono, il rubinetto;
intanto passano minuti e ore
e il giorno la sua quiete attende.
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Kermesse a Monte Rotto
La corsa si fa attorno alla chiesa, con i ciclisti reduci dal Giro con i gregari, con gli indipendenti e con il campioncino del paese. E si tira tardi la notte della festa.
L'impegno per tutti è scarso assai l'agonismo estremo è simulato: vince il vecchio campione popolare, che solo così può guadagnare. E vince come previsto e concordato.
Il Gazzettino il giorno appresso titola in rosso su tre colonne: grande successo a Monte Rotto del circuito degli assi del pedale.
Intanto il comitato organizzatore furtivo si è spartito il ricavato della vendita dei biglietti della gara, della ricca riffa e della tombolata.
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Volto della notte
Volto della notte oscuro e freddo
nelle ore del mattino svanisci
e perdoni l'inquieto pensar mio
per un giorno soltanto, l'ignoto oggi
e, forse, per nuovi domani ancora.
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Il gregario
Il corale frusciante delle gomme accompagna l'ansare dei respiri veloce fugge a lato la campagna duecento i chilometri all'arrivo il gregario votato al sacrificio negli occhi ha le schiene dei rivali ma vede solo il sorriso della Nina.
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Rari e fragili fiori
Rari e fragili fiori nascono nel deserto e talora tenaci sopravvivono.
Rare e fragili amicizie sorgono nelle vite e talora tenaci sopravvivono.
Nel deserto meraviglioso e vasto piste mutevoli e ignote guidano i nostri passi incerti
mentre le nostre mete fioriscono e rari e fragili gli amici preziosi ci accompagnano.
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Trittico Aquilano
Come vento freddo nel canneto a folate penetra in noi la tristezza. A stento la mente basta oggi al compianto. Domani la pietà e il coraggio. 13 aprile 2009
Alti volano in tondo i condor furtivi attendono gli sciacalli gli sventurati superstiti inermi seppelliscono i loro morti e vengono inesorabilmente depredati. 12 febbraio 2010
Oggi che sembra anche proibita la forma antica della sua città e spezzata l'antica tradizione di forte e comune identità a ridar vita nuova, ancora e speranza necessaria e fede, in cielo volteggia orgogliosa l'aquila alta e indomita e anche in terra si adopera L'Aquila di gente nata sprezzante e fiera. 5 aprile 2010
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Il troppo vagar l’angoscia chiama
A tutto e tutti penso e sono inquieto quando il troppo vagar l'angoscia chiama. Penso e vivo però con mente piena e del corpo lieta se son sereno quando l'attimo leggerezza apporta all'affanno e il travagliato esser ci perdona.
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Il cattivo allevatore
Dei suoi escrementi e dello strame raccolto in giardini avvelenati il cattivo allevatore fa pastura, fetida, nauseabonda e tossica, che pur traveste da buon mangime, e ricco, anche di questa, egli si fa della nostra miseria e pavidità beneficiando.
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Sacra Famiglia 2011
Maria piange per la fame e per la figlia preda del kwashsiorkor nel 2011 nel Corno d'Africa.
Giuseppe impugna la zappetta da mesi inane come fosse uno scettro nel 2011 nel Corno d'Africa.
La bambina è Gesù malata di fame nel 2011 nel Corno d'Africa.
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Fresca di rugiada
Fresca di rugiada è l'erba al mio sguardo distratto indifferente e lustra di sacro il terreno cela.
In Luciano Lodoli "Colleziono Suggestioni" LietoColle
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