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Raccolta di poesie di Luciano Lodoli
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Mai più saremo

Mai più d'inerte spoglia saremo
un giorno inevitabilmente
nulla mai però, qua e là sparsi 
tra rovi e oblio, tracce e passi
cancellar del tutto potrà
nostri e di me, definitivamente.

*

La domanda

Misera creatura umana
al destino di vivere immolata
resta di te la misera spoglia
fredda e sola ormai
definitivamente sola.
Alla tenebra profonda
e al cospetto di questo silenzio
nessuno riuscì ad avvicinarsi.
Che effetto ti ha fatto essere,
misera umana creatura?

*

2020 Pasquetta in pandemia

Dalle mie finestre
in questa Roma muta
entrano solo infiniti versi
di uccelli piccoli
passeriformi
non più di gabbiani
e rullanti eco di autobus
che vuoti transitano
nelle deserte vie.
Ma da queste finestre
magnifico entra anche il sole
nella deserta primavera
trionfante
e noi entro i nostri ricetti
chiusi di nuovo scopriamo
il mistero dell'ignoto
e la meraviglia d'esser mortali
che ora
ci sovrasta
ci sgomenta
ci ridimensiona.

*

Tristezza

Tristezza che ben sai ferire

con fredde lame affilate

puoi esser però talora benigna

volgendo il pensiero al conforto

della pace lieve che immane

in domestici occhi sereni

nei ricordi e nei sogni

ma anche nell'oggi inquieto che scorre.

*

Due parentesi

Due parentesi,
due nulla,
circoscrivono altere
e inesorabili
il senso inafferrabile
e inquietante
di ciò che noi diciamo
esistere.

*

Tempo d’Agosto afoso e squallido

Ma chi te credi da esse
disse 'n grillo a na scicala
stai tutto er tempo a cicalà
e non combini un'acca!
Chi te credi da esse te,

'je arispose 'a scicala

che l'unnica cosa che ssai fa'

coi tuoi cri-cri è de romp' attutti,

tutt'er tempo, l'acca!

*

Meditazione del vecchio

Lo sconfinato incombere del passato
prossimi alla fine del nostro tempo
solo ci permette di ritrovare
il presente fluente
che immane.

*

Bufalar bufale a gogò

Uno le pensa
e centomila ne scrivono
senza pensare.
È il nuovo che va!
A bufalar
bufale a gogò.

*

Er bugliolo (Se vota e anche nun se vota)

Da solo er bugliolo nun se vota
sta atté votallo o no:
se non te puzza tiettelo caro,
'n cammera o 'n cuscina,
si te puzza però lo devi annà a votà.

Come ‘cché te pare
ma ce devi annà a votallo.

Sì! Ce devi annà a votallo
si propio nun ce voi sfiatà.

*

24 Agosto terremoto

A capo scoperto chiniamo il pensiero.
Si vinca la boria
si fermi la lingua
si moderi il web.
Piangiamo i morti
curiamo i feriti
confortiamo i derelitti.
A capo scoperto chiniamo il pensiero.

*

Una cosa orribile mi appare

Una cosa orribile mi appare
l’uso di mascherine, tute e guanti,
da personale civile e militare
accogliente i dispersi sulle navi
e dopo lo sbarco
nei tanti, tristi, lager.

Che un qualche pericolo
si corra ad avvicinare
persone più o come noi pulite
come lo si poté mai pensare?

*

Eracliparmenidea

Siamo il nostro passato

all'interfaccia col nostro futuro

siamo il nostro divenire

nel divenire del divenire.

 

Finché non ci disperdiamo

nell'ipotetico nulla del tutto

o nel tutto del nulla.

*

Costruttori d’infamia

Accidiosi meschini rovistano
discariche immonde - remote
in caccia di prove mendaci
della certa d'altrui fellonia.

*

A una poetessa

Grande vuoto lasci
Poetessa se - vera
all'anima dell'universo
l'ora della Tua sera

*

Piango ogni lacrima versi un uomo

Ovunque si trovi
ovunque sia vittima del potere
piango
ogni lacrima versi un uomo.

Nessun piegarsi
a chi chiede servitù e ossequio
compatisco o perdono però
anche se piango
ogni lacrima versi un uomo.

*

Ecco

Ecco: Dicembre - gela

Il Bianco clown irride

L'Augusto misero che geme

*

Mi fa male l’anima, disse

Mi fa male l'anima,
disse.
Che intende, ha un dolore?
Chiesi.
No: è un far male dentro,
disse.
Non è la stessa cosa?
Chiesi.
Un dolore è un dolore
e un male è un male,
rispose.
Capisco,
dissi,
senza capire.

*

Glissa

Pioviggine fitta - freddo
La nostra gente glissa
Con il vicino estraneo.

*

Sentimento prezioso

Sentimento prezioso
La vergogna - troppo
Usata per ferire e uccidere.

*

La morente falena

Sera - la morente falena cade
presso un cavallo stanco,
indifferenti l'una all'altro.

*

Due donne canute

Novembre - pallide
Al sole mite
Due donne canute

*

Alloggiai alla Locanda del Tempo

Sull'erto crinale del rammarico

passai due giorni soltanto,

con pane secco e poca acqua,

a pensare pensieri pensati

ruminando da solo i ricordi. 

 

Infine

in riva al Lago Salato 

alloggiai alla Locanda del Tempo 

ove tenni senz'altro migliore

l'ultima spendibile opzione. 

 

Le infinite mie scelte passate 

rivissero nell'ora presente

quel che fu

era ancora il mio tempo

comprendente presente e futuro. 

*

In sacro disarmo accogliere

Passi lenti rompono il silenzio
nella penombra del bosco di lecci
cui il vento tra i rami
reca un lieve murmure frusciante.

Foglie secche nel terriccio
accolgono i nostri piedi stanchi
mentre in reciproco riconoscerci
siamo assorti in tacito ascolto.

Rari uccelli sui rami alti
rimandano sporadici versi
alle nostre voci che ora parlano
a tutti e al proprio vicino.

Molteplici suggestioni possiamo
in sacro disarmo accogliere
e lasciar germinare
nel mondo in noi.


Bosco Sacro, Monteluco di Spoleto 31 agosto 2014

*

Come ultrà bruto di curva

Nubi nerissime s'addensano a oriente

cui nessuno vuole guardare

né ai delitti dell'uomo sull'uomo

così come sembra, sempre sia stato,

mentre ogni uomo parla di colpe 

come ultrà bruto di curva,

ma di colpe solo di altri,

mai

delle proprie.

 

*

L’orrido scosceso

Se all'orrido scosceso guardo
non vedo che ombra acqua e sassi
e presto o tardi, penso,
precipitarvi sarà certezza,
per ognuno di noi e per ogni cosa.
Ma forse anche l'orrido dirupo
ci potrebbe lasciare il tempo
di vivere ancora
un poco
la meraviglia insondabile del mistero.

*

Come fa galaverna

Al risveglio talora può perdersi

una poesia nata in sogno dal nulla

ma può anche gelare nella mente

come fa galaverna nella bruma.

 

*

In prossimità dell’arrivo

In prossimità dell'arrivo 

là in fondo al lungo viale

ora puoi scorgere il traguardo

e la dolcissima vittoria

o la sconfitta più cocente 

ma sai anche che questa volata 

potrebbe per te essere

l'ultima.

*

Notte

Notte porti con te il ristoro e l'oblio

talora anche la veglia inquieta

e l'angoscia

ma pur l'insonnia alla fine sarà feconda

di nuove scelte e di nuovi orizzonti.

*

Peqquattro bicchieri

Peqquattro bicchieri li amichi 
magara te aiuteno a passà l'ore 
un po' meno sconzolato e ssolo 
e poi si sserve te riporteno accasa 
e te saluteno con un cesse vede!

*

Disperse sulle nere praterie

Hai sempre preso e mai dato.
Preteso dai vivi
e seppellito morti
che talora morti
non sarebbero stati.
Le tue ceneri ora
giacciono inerti
disperse sulle nere praterie
che tu stesso
hai in più tempi incendiato.

*

Rosicchiava ossimori

La mia cagnetta Iperbole
continuamente
rosicchiava ossimori
appassionatamente.

*

Ineluttabilmente scende

Il fantastico rosseggiare del sole
nel basso cielo terso
fiero ci mostra l'ultima fiamma
e il giorno obbligato al tramonto
intanto fa luogo alla notte
che ora ineluttabilmente
scende.

*

Piazza Fontana 12 12 1969

 


Dodici dicembre sessantanove,
ventisei anni contavo
e novantacinque giorni,
quel giorno
che spezzò il nostro divenire.

La mia vita non fu più, mai,
la vita di prima:
non più luogo all'ingenua attesa,
non più all'innocenza.
Tutti, 
tutti, conoscemmo la barbarie
quel giorno, 
dei demoni laidi 
e ingordi della tenera carne dei fratelli.

Leviatano orribile,
antropofago,
tu stato infedele, 
feristi a morte 
la tua stessa essenza
civile e repubblicana.

12 dicembre 2009

*

Scavati sul viso nel tempo

Scavati sul viso nel tempo
segni profondi
solcano la pelle
e danno spessore
alle mie espressioni.

*

L’incombere del passato

L’incombere del passato
mi permette di ritrovare
quasi alla fine del tempo
il flusso del presente che immane.

Potessi levare ora da mio padre
o da mio figlio l’idea per una poesia
il gran circuito chiuso avrei
della mia vita ribelle e pia.

*

Il ciottolo ambrato

Il ciottolo ambrato lustro di mare
altalenante e inerte è mosso
sulla scura sabbia della riva
del tutto inconsapevole di sè
e del supposto sacro esistere
di nostra terra viva, madre, Gaia.

*

Sul sentiero

Sul sentiero che ci apparve infinito
ogni tappa potrebbe essere ultima.

*

La notte piena è di ombre

La notte piena è di ombre
che consigliano l'oblio
e sconcertano il piccolo uomo
sfiancato e oppresso
dal travaglio del giorno andato.

*

Nato

Nato piange,
piange
poi sorride.

Dorme,
dorme,
dorme.

Sugge poco colostro,
sugge,
sugge.

Sugge, soride e piange il neonato.

Poi dorme
e sogna il nulla
tutto.

*

Donne, se ho amato il mondo

Donne, se ho amato il mondo... 

Grazie!

Per quattro miliardi, quasi, a ognuna, 

ma, specialmente,

a una.

*

L’onere di vivere il giorno

Le cupe ore d'ombra gravate
la trepida veglia scandiscono
finché alla fine cedono all'alba
l'onere di vivere il giorno.

*

Costrutti personali

Penso sento mi sposto attorno
entro la superficie di un
particolare universo mondo
ove le opere della mia mente
necessariamente produco e vivo
e con gli universi esterni tuttavia
resto sempre in problematica
complessa elusiva sintonia.

*

Guerre

Guerre perché?
Morti e salvati
mai sapranno
tutti
per sempre le malediranno.

*

In morte di un poeta #poesiapoeti

La tua poesia osserva domanda e tace

e si cura di cercare mai

una possibile

ipotetica risposta.

*

Aspetta

Sulla rugginosa bitta seduto
il vecchio
sta
marinaio senza mare
il fosco orizzonte scruta
e la notte che viene aspetta.

*

Ombre nell’anima

Ombre nell'anima
e nel nostro tempo sospeso
quando
leggera e lontana ormai
lenta vediamo
finire
una vita.

*

Petali dispersi

Una poesia vive fragile e dura poco

quanto fa il pensier nel ricordare

i petali dispersi di quel bel fiore

che da mente sognante fu generato.

*

PA la ZZESCA

Gocc
gocc
gocc... cia

gocc
gocc
gocc... cia

lento,
monotono, il rubinetto;

intanto
passano minuti e ore

e il giorno
la sua quiete attende.

*

Kermesse a Monte Rotto

La corsa si fa attorno alla chiesa,
con i ciclisti reduci dal Giro 
con i gregari, con gli indipendenti
e con il campioncino del paese.
E si tira tardi la notte della festa.

L'impegno per tutti è scarso assai
l'agonismo estremo è simulato:
vince il vecchio campione popolare,
che solo così può guadagnare.
E vince come previsto e concordato.

Il Gazzettino il giorno appresso
titola in rosso su tre colonne:
grande successo a Monte Rotto
del circuito degli assi del pedale.

Intanto il comitato organizzatore
furtivo si è spartito il ricavato
della vendita dei biglietti della gara,
della ricca riffa e della tombolata.

*

Volto della notte



Volto della notte oscuro e freddo

nelle ore del mattino svanisci

e perdoni l'inquieto pensar mio

per un giorno soltanto, l'ignoto oggi

e, forse, per nuovi domani ancora.

*

Il gregario

Il corale frusciante delle gomme
accompagna l'ansare dei respiri
veloce fugge a lato la campagna
duecento i chilometri all'arrivo
il gregario votato al sacrificio
negli occhi ha le schiene dei rivali
ma vede solo il sorriso della Nina.

*

Rari e fragili fiori

Rari e fragili fiori
nascono nel deserto
e talora tenaci sopravvivono.

Rare e fragili amicizie
sorgono nelle vite
e talora tenaci sopravvivono.

Nel deserto meraviglioso e vasto
piste mutevoli e ignote
guidano i nostri passi incerti

mentre le nostre mete fioriscono
e rari e fragili gli amici
preziosi ci accompagnano.

*

Trittico Aquilano

Come vento freddo
nel canneto
a folate
penetra in noi
la tristezza.
A stento la mente
basta oggi al compianto.
Domani la pietà e il coraggio.

13 aprile 2009


Alti volano in tondo i condor
furtivi attendono gli sciacalli
gli sventurati superstiti inermi
seppelliscono i loro morti
e vengono
inesorabilmente
depredati.

12 febbraio 2010


Oggi che sembra anche proibita
la forma antica della sua città
e spezzata l'antica tradizione
di forte e comune identità
a ridar vita nuova, ancora
e speranza necessaria e fede,
in cielo volteggia orgogliosa
l'aquila alta e indomita
e anche in terra si adopera
L'Aquila
di gente nata sprezzante e fiera.

5 aprile 2010

*

Il troppo vagar l’angoscia chiama

A tutto e tutti penso

e sono inquieto 
quando il troppo vagar l'angoscia chiama.
Penso e vivo però
con mente piena e del corpo lieta
se son sereno 
quando l'attimo leggerezza apporta all'affanno
e il travagliato esser ci perdona.

*

Il cattivo allevatore

Dei suoi escrementi e dello strame 
raccolto in giardini avvelenati 
il cattivo allevatore fa pastura,
fetida, nauseabonda e tossica, 
che pur traveste da buon mangime, 
e ricco, anche di questa, egli si fa 

della nostra miseria e pavidità
beneficiando.

 

*

Sacra Famiglia 2011

Maria piange per la fame
e per la figlia
preda del kwashsiorkor
nel 2011
nel Corno d'Africa.

Giuseppe impugna la zappetta
da mesi inane
come fosse uno scettro
nel 2011
nel Corno d'Africa.

La bambina è Gesù
malata di fame
nel 2011
nel Corno d'Africa.

*

Fresca di rugiada

Fresca di rugiada
è l'erba
al mio sguardo distratto
indifferente
e lustra di sacro
il terreno
cela.

In Luciano Lodoli "Colleziono Suggestioni" LietoColle