chiudi | stampa

Raccolta di poesie di Luisa Cagnassi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Vento d’inverno

 

 

Vento d’inverno

 

Violente folate travolgono,

spezzano l’incanto.

Svaniti, dissolti

caldi fremiti di un sogno,

scompigli dentro l’anima

le innate melodie,

subdolo t’insinui

travestito di luce e d’azzurro.

Annienti i ritmi della natura,

inaridendone i germogli,

celati sotto campi poveri di brina.

Disidratati ormai,

resi sterili di smaglianti,

candidi fiocchi preziosi.

Un capriccio, trafigge la pelle,

disperde i pensieri

dentro il falso tepore  

una carezza malvagia,

simile a una infamante parola,

amara, spietata e gelida

capace di renderti inerte,

pigro a ogni reazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

Il mio mondo nuovo.

Il mio mondo nuovo.

Pigiando le dita su questa tastiera, percepisco un fremito. I polpastrelli scorrono, quasi a comporre le note di una melodia sui tasti di un pianoforte.
Sullo schermo luminoso le parole diventano magicamente musica.
U...na sensazione che il piacere di scrivere ha innescato in me, sin dai primi approcci con il computer.
Arnese astruso, sconosciuto e senza vita: freddo. Il primo m’innervosiva , mi sentivo abbandonata a causa sua. Ore oltre il lavoro, dedicate a lui, non a me, per scoprirne i segreti.
Ora ne possedevo uno tutto mio. Potevo elaborare qualsiasi ricerca.
Io, signora di mezza età romantica, capace di regalarsi un frammento emotivo, solo nelle occasioni. Dedicare versi, vuoi per un matrimonio o una ricorrenza, mi gratificava. Improvvisamente mi sono ritrovata in uno spazio immenso a sfogare le personali emozioni.
Quelle che nessuno, fino a quel momento, ha mai saputo ascoltare, che da sempre tenevo celate dentro, nel più profondo dell’anima.
A quel punto, mi lascio andare, le parole escono timide. La connessione tra mente, cuore e dita, non è ancora collaudata, manca di esperienza.
Dentro di me si apre una sensazione nuova, simile a un fremito di piacere. Sto partorendo il mio ego, leggendomi incomincio a capire chi sono.
Sbiadisce la donna di casa, tutto dovere e dedizione, animata da amore e passione per tutta una vita. Votata a ciò che il prossimo voleva vedere e non si curava di stare a sentire.
Leggermi sul foglio bianco del display, incominciava a piacermi in modo passionale, quasi.
Ho imparato a esprimere me stessa, le mie emozioni, il mio urlo di disappunto, se necessario. Mi leggo io soltanto, ma ho appreso adesso chi sono e cosa voglio, a rispettare il mio lavoro.
Scrivo, oltre ogni discussione o commento negativo. Affronto battaglie devastanti, punto i piedi se è il caso. Voglio continuare a farlo.
Per me, perché mi da piacere, perché i miei nodi si sono sciolti. Ho acquisito un coraggio che non conoscevo: sono io.
Tuttavia, il mondo là fuori, cosa ne penserebbe se decidessi di condividere le mie emozioni? La mia è solo un’illusione: in fondo non sono nessuno.
Scrivo, i tasti scorrono sempre più veloci e ora, sono un tutt’uno, cuore mente e dita. Collegati fluentemente, collaborano in modo perfetto, si conoscono.
Approdo ai social network, me lo hanno consigliato per promuovere il mio lavoro più importante. Le poesie, acerbe, umili e timide di donna di mezza età, animata dalla presunzione di credersi scrittrice. Che importa? Mi fa sentire bene.
Entro in un mondo sconosciuto colma di titubanze e in segreto. I pareri sarebbero contrari: comunicare e mettersi alla mercé di chissà chi è sconveniente, non è serio.
Ho affrontato ancora battaglie e lotte, per mantenere il posto in questo mondo nuovo. Faticoso, perché nonostante tutto, continuo a compiere i miei doveri di donna, sacrificando le ore di sonno, gli svaghi o le passeggiate, quasi fosse un amante.
Quante nozioni nuove ho memorizzato e quante ancora ne potrò memorizzare! Ho tolto quella maschera inutile, indossata a lungo senza pormi troppe domande.
Il cuore resta lo stesso, la consapevolezza è maturata.
Ora ho nuove amicizie, virtuali certo, capaci di ascoltare le mie emozioni, apprezzare i miei versi. Persone sconosciute, che tuttavia, mi regalano un sorriso e un complimento quotidiano, linfa essenziale, per la mia rinata identità.
Ciò che scrivo, è gradito a qualcuno, deduco di non essere poi così banale, in fondo.
Ho scovato qui, ancora una volta, la chiave della mia personalità, aprendo le porte della fantasia, senza freni o remore.
Ascoltando chi necessita di una buona parola, donando un po’di cuore in cambio di soddisfazioni che mai avrei pensato di ottenere.
La soglia tra i due mondi, continua a scorrere su questa tastiera, come la più coinvolgente delle melodie e a lei, davvero, non saprei rinunciare per nulla al mondo.
Altro...

*

Quando muore un amore

                                           

Quando muore un amore

Ti perdi nel buio della notte,

ingoiato, travolto nelle tenebre.

Né un pietoso alito di vento

ti conduce nello spazio

né il bagliore di una stella

nel condurti sulla lucente scia,

luce priva d’ interesse e pietà

saprà lenire la sofferenza.

 

Quando muore un amore

non si leva un fiato, un respiro.

Non i palpiti del cuore

riportano flusso nelle vene.

Spento, freddo cenno vitale

assenti suoni ritmici tacciono,

abbandono di ricordi e inedia.

 

Quando muore un amore

lo specchio  disconosce

lo sguardo tuo, gelido e muto.

Sei materia inutile e fetida,

resistente al quotidiano

obbligato e inutile vivere.

Traspare, impalpabile eterea

immagine aliena, alito d’anima.

 

Quando muore un amore

precipiti, rotoli nell’infinito.

Caduta libera della materia,

nulla è mai davvero esistito.

Annulli il sofferto pensiero

anelando eterna la pace,

alleata leale, inibisce il dolore.