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Raccolta di poesie di Maria Girardi
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Siamo rimasti in pochi

Siamo rimasti in pochi

a guardare le stelle

a pascolare l' anima nell' infinita carezza

d' un cielo di fine maggio

che suda di una bellezza ancestrale

ogni suo minuscolo frammento

di impenetrabile buio.

 

Siamo rimasti in pochi

ad inebriarci dell 'essenza di un fiore

cremisi

coraggiosamente forte

nella sua fragilità d' incanto.

I petali schiude,

di ventre materno miraggio

e s' apre alla speranza dell' alborea distesa

che la sua vista coglie.

 

Urla. Vento. Sangue.

Gelo. Vuoto.

Piedi scalzi camminano su vetri rotti.

Angoscia. Abbandono.

 

Siamo rimasti in pochi

a danzare con i sogni,

dervisci impazziti in questa

nuda diversità.

Siamo rimasti a bagnarci

nell' acqua che scorre

lì dove il sole riverbera

luccichii di gioia dell' eterno nostro

panta rei.

*

Violata

Metacarpi avvizziti

rigurgiti di freddo contatto osseo

palpeggiano l' Anima.

Spinte coitali e Selene pallida

geme all' eco dei miei

sospiri.

Piange liquidi germinali

il mio ventre è fecondato.

Tu eterea Solitudine

cavalchi ancora 

l' orgasmo perpetuo

dei ricordi.

*

Pensandoti

Ubriaca di stelle

barcollo

sull' infinito cielo dei tuoi occhi

e mescolo

nella coppa delle tenebre

questa languida sera

ed il pensiero che mi unisce a 

Te.

*

Pumpleo l’ infinito

M' accarezza l' azzurro di nuvole

sparse.

Veleggiano sospese tra rimembranze

d' acciaio.

Non dorati raggi ma piombo

oscura l' Anima e tace.

Tace di grida cineree distanti

e protende i suoi convulsi

artigli

lì dove le mani afferrano

il Vuoto.

*

Emozioni salmastre

Sabbia.

Non ci restano che questi sporchi

rigurgiti del mare

a insozzare l' Anima.

Dei tuoi passi incoerenti ho perso

le tracce

e affondo malinconicamente nei salmastri

ricordi,

riporto a galla fetide alghe

anemoni avvizziti

speranze derelitte su cinici 

fondali.

Sirene d' autunno cantano

l' Eterno.

*

Luci liquide

Luci liquide

stilettanti accarezzano il cuore.

Delle scivolose vie del ricordo

non odo

che urla di vuoto silenzio.

Ovattata

la città funerea.

Pozzanghere.

Melma.

Inzaccheri l' anima tua e schiudi il guscio

riparatore della falsa

coscienza.

Ombrelli.

Simultanee

dolorosamente umide

le gocce sferzano e scavano.

Luci liquide sotto il piombo

della cinerea Essenza.

*

Peristalsi natalizia

L' alibi è il salvatore

con la sua nascita ti difendi.

Non ti offendi

dei tuoi bagordi,

luci fameliche e alberi increspati

urlano silenziose ipocrisie.

La mano tesa

scheletricamente rivestita dalle tue orbite di

pece.

Siedi a tavola

siedi!

Brinda al Vuoto

ingozzati di Assenza!

La Speranza è defecata.

Peristalsi natalizia.

*

Lacrime di cera

Trema

trepidamente trema

la fiammella del mio rimembrare

e nel suo danzante splendore rivedo

gli occhi tuoi,

maledettamente brucianti

dannatamente accesi

nel loro incedere di bosco,

come foglie di un crepuscolo autunnale.

Piano

dolcemente piano

colano lacrime di cera e solcano,

naviganti in tempesta,

il mar Doloroso del mio volto.

Pallore.

Silenzio.

La fiammella si spegne.

Il buio.

L'assenza.

Solo ricordi da riaccendere.

*

Pan

Hai indossato nuovamente

l'abito di Pan.

Il sarto maledetto che cuce e ricuce

il tuo nero d'inchiostro.

Adornalo ancora

con le mie perle di lascrime,

con strass di pretese e ricami d'egoismo

couture.

Uno strappo e un altro

la mia Essenza a brandelli,

soffocando di libertà soffoco

la libertà che non mi

appartiene.

*

Felicità chimica

Tra le braccia di Morfeo

il miocardio trasuda

rimembranze lontane.

Malevolo e tiranno l'inconscio

passepartout di porte ormai serrate.

Tremo sugli usci di vuoti amorosi

fragile foglia alla mercè del

vento.

Non era il tempo di

felicità chimica,

puro il sorriso e lo schiocco di un bacio

sulle note di Eros volteggiavo 

ridente.

Ora il mio ballo è sincopato

lo bevo al mattino sporcato di 

bianco.

Sorsi amari mi rimettono al mondo

pur sempre io

Vuoto e Assenza.

*

Il ballo dell’ Essenza

Mi preparo per il gran ballo

il mio corpo soffocato dalla leggerezza 

di un abito di piombo.

Lo specchio rimanda lampi di 

vuoto,

il mio essere effimero come nube

al soffio d' Eolo.

La carrozza percorre la via tracciata

incurante del sinistro dei miei pensieri,

ammucchiati sul manto stradale

feriti da vecchi ricordi.

Ai soccorsi non credo.

Il gran castello vomita luci e sinfonie

in un nauseante sciamare di

maschere a festa.

Uomini e donne di cui l' identità non conosco,

tra danze di sorrisi ed illusioni

non ho simulacro che mi protegga.

E' un carosello di tristi apparenze

tutti indossano il falso Essere e sembran star comodi

in quelle stoffe di nebbia.

Sono e non sono

terra e aria.

Attratta da Eros e poi da Saffo,

ancora Saffo e nuovamente Eros.

Un tuono straccia il cielo

l'angoscia affoga il mio cuore.

Cavallo imbizzarrito fuggente, questo ora sono,

da quel luogo sporcato di falsa Essenza.

La mia ora cerco

ma erro in una boccetta di inchiostro

nero.

*

Deriva

Negli altrui occhi cerco

i tuoi laghi pescosi

ma l'amo immerso in acque

putride

restituisce ricordi trasfigurati.

Rimembranze spirate sotto un cielo di

piombo.

*

Amnios

Sono un feto infreddolito

all'angosciosa ricerca

di un ventre materno che 

mi accolga.

Abortito troppo in fretta

del rifiuto la mia anima s'è imbevuta,

portandone poi i segni di questa dolorosa

ubriachezza.

Aspiro troppo ossigeno e 

soffoco.

Non so stare al mondo.

*

Osteria miocardica

Di nero di seppia sporcato

il cuore è adagiato su un piatto di

fango.

Contorno in salsa di pensieri

ossessivi,

sprigiona miasmi di 

tristezza.

L' oste mesce il vino insensibilità.

Brindo al 

Vuoto.

*

Ritorni

Ti sei spogliato di presenza

per rivestirti d'ombra.

Cercandoti in una notte inquieta

hai alitato su di me il vento

di antichi ricordi,

turbinii di emozioni senza

tempo.

Nell'anima soffoco un grido.

Spugna deterge il vocio del cuore.

Silenzio.

Mi hai preso la mano.

Non più ombra,

nuovamente presenza.