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Raccolta di poesie di Maria Rita Mutolo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Ecce homo

ECCE HOMO

 

Io sono l’uomo

che hai ricavato dal nulla

l’impronta

che hai dato alla polvere

perché un alito caldo, fecondasse

di vita, questo corpo esanime.

 

Sono l’apostolo che ti ha tradito

il figlio estraneo                               

che ogni giorno, cresci.

 

L’opposto, della tua destra

un oscuro riflesso

sul mio lato sinistro… ecco

chi io sono

 

l’uomo, che pur tendendo l’arco

dello sguardo, non ti vede

 

colui che dispera, ragionando

l’incomprensione dell’esistere

in compagnia della morte

e porgendo l’orecchio

ancora non ti sente, al suo fianco.              

 

Ciò che perennemente, sono

è quanto sarò, e fui… l’uomo

null’altro che uno schizzo

mosso dallo spazio, e indefinito

nel tempo.

 

10/07/11

 

*

Nulla di un’identità

 

 NULLA DI UN’IDENTITA’

 

Disperdere chi sono

in quest’abisso

in ogni traccia

in ogni segno… in tutto

 

e dove s’incrociano il destino           

e Dio

piangere

l’anonimato del mondo

cominciando da me

 

che nel confondere l’immagine

della giustizia

con la caricatura

che ne hanno fatto i miseri

entro nel loro gioco

senza saperlo… ne volerlo.

 

E siamo talmente tanti, qui

che nessuno si muove

siamo talmente stretti

che appena… si respira.

Tutti uguali

a dimenticarci del passato

a perderci… dentro un futuro

disabitato e spoglio

 

e tra le informazioni di manovra

il chiasso… cancellarci, piano

cancellarci

soli

 

numerati in fronte

ed etichettati, alla schiena

nel desolante grigiore

di un presente

che già potrebbe dichiararsi; nulla.                                                             

 

 

10/06/11

*

Poesia sintetica

POESIA SINTETICA

 

Non è così facile

riassumersi agli altri

in queste poche righe!

 

Io, sono nell’incompiuto delle mie sculture

nella pittura

con cui la tela si lascia trasfigurare docile

sono nei versi incompresi della mia poesia

 

tanto, da sfuggire allo specchio

di qualsiasi casa

come all’aspetto, di una qualsiasi foto

tanto... da ritrovarmi solamente

in fondo agli occhi santi

di chi mi accetta così

 

ciò che rimane

ad esibirsi, fuori

altro

non è che lo scarto

di quanto avrei potuto essere

e fare… se avessi avuto la pace.

 

15/05/13

*

’Queste non sono stelle’

“QUESTE NON SONO STELLE”

Della stella che portate                                         

nessuno di voi, è la luce

ma l’arma radente, il laser

che punta dritto

dal cuore delle masse… ai pupi

 

ed è quello che siamo

senza coscienza, di esserlo

quello che saremo

convinti di “pensare”

al ragionare di opinioni vostre!

 

Ma all’impietoso incedere

del più rigido inverno

quando cadremo spogli

delle nostre facce

come fa l’albero nudo

voi ci rivestirete

con l’uniforme del nulla

perchè dell’ “altro”, ognuno

sia la sua esatta copia

 

snaturati così

alle radici dell’essere

secondo questi miseri schemi

persino l’universo, da noi

si ritrarrebbe muto

 

per questo, si è svuotata la vita

sento allontanarsi, il mondo!

Per questo, spedite e cupe

le nostre stelle incalzano!

 

Ma io, voglio guardare

il loro inganno in faccia

forse… il mio pupo

quest’oggi si alzerà col tuo

a denunciare il cielo

forse… stavolta grideranno

-“queste non sono stelle”- insieme

 smascherandovi tutti!

 

Dunque resterò qui, a guardare

resterò qui, a sperare in quanti  

nella coscienza di un uomo

torneranno alla propria pelle

lasciando decomporre, un pupo

nella fossa ancora calda

dell’orma, che uno di noi

si è finalmente ripresa

 

03/07/12

*

Non essere, qui

NON ESSERE, QUI

 

 

 

 

 

Scendo

 

per sprofondare e morire

 

al crollo, di polverose rovine

 

dove ogni mia certezza

 

è dubbia:

 

 

 

“cosa, ho mai scelto

 

di quello che ho pensato

 

e quanto, ho mai condiviso

 

di quello che professo e faccio?”

 

 

 

Per questo

 

delle illusioni che vivo, temo

 

il loro aspetto più solido!

 

 

 

Come del mio convincimento

 

d’essere

 

altro, non sento

 

che fatue e fragili credenze, d’altri!

 

 

 

 

 

10/12/11

 

*

Il nome

IL NOME

  

Non è mio

questo respiro senza pace

come non è mio, lo sguardo

che pur se non si posa… scruta

mio non è il sole

che prendo

ne la pelle

che ho bagnato al fiume

dei miei fitti pensieri

 

solo le emozioni

posseggono

ciò che di me è rimasto

ciò che ho spogliato

e consumato dell’animo

al fumo

di un destino

che griderà l’assenza

 

ed evocando

di quest’identità recisa

il nome…  

che non mi corrisponde più

sentire, della presenza che porto

tutto, l’antico vuoto… di sempre.

 

05/10/11

*

E così amarti

E COSI’ AMARTI

  

Gridare, ciò che provo al mondo

vergognandomi del mio vicino

è patologica necessità

condanna

che spacca in mille pezzi

l’interiorità, segretamente schiusa

 

la vigorosa fragilità del dire

legata e sottoposta, all’essere

 

e nella sua collisione col tutto

sciogliere di ogni pienezza… il cuore

 

e così amarti

 

alle contraddittorie invocazioni dell’io

così… gettarmi oltre la sponda, a prenderti

quando scarica, quest’onda spumerà

riportando la tua conchiglia a me

 

qui, dove fradice e invisibili

si stendono le mie parole al sole

 

sempre rivivere

 

la solitaria assenza, dell’esistere

nel dramma di parlarci

oltre, questa porta chiusa.

 

 

 

 06/07/12

 

*

Nelle parole

NELLE PAROLE

 

A volte un uomo

è tutto nelle sue parole

ma dentro questi mondi…è solo

a vaneggiare come un folle

con il tormento di raccontarsi agli altri

 

quando scossi i velari arrossati

di un tramonto… un po’ più umido

griderà del proprio spirito ai venti

 

quando questi

sembreranno disperdere ogni sua parola

oltre i confini del cielo… allora

 

allo sfumare della loro forma

le parole, torneranno a stupirci!

 

Molte si frantumeranno

come brandelli vitrei sbattuti dallo scirocco

altre, si sfiniranno d’ubriacatura

nel disordinato altalenare della risacca

fino a sciogliersi

 

poche risaliranno l’oblio

fino all’iridescenza dell’alba

 

e quando la maggior parte di esse

sprofonderà

dove nemmeno spira la rassegnazione

 

il poeta morirà con loro

 

penetrando l’abisso di cimiteri bui

per l’inutilità dei giorni a venire

quando al massificato spreco

di tanto fiato

 

l’uomopoeta, patirà il digiuno

e dell’amore

tutti, avremo ancora più fame.

10/12/12