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Raccolta di poesie di Maria Teresa Morini
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

gioiosamente sotto gli aranceti

Nascere.

Gioiosamente sotto gli aranceti.

Una resina un colore

Un respiro.

Alito di  dei  e  teli azzurri

catturati dal grecale.

 

Nelle reti stese

Respirano anemoni.

 

Tintinnano gli anelli

delle  tende  grezze,

all’angolo appaio

nelle mie spalle  brune

ridendo a te che scompari

nel gioco della sorte.

 

Semi di miglio e  farro

corrono tra le fessure,

verrà  pioggia e molta

per queste strade segnate

ma noi saremo oltre lo stipite,

rimasti come ora

nell’ abito di lino

nella  camicia bianca.

 

 

*

Gioiosamente sotto gli aranceti

Nascere.
Gioiosamente sotto gli aranceti.
Una resina un colore
Un respiro.
Alito di dei e teli azzurri
catturati dal grecale.

Nelle reti stese
Respirano anemoni.

Tintinnano gli anelli
delle tende grezze,
all'angolo appaio
nelle mie spalle brune
ridendo a te che scompari
nel gioco della sorte.

Semi di miglio e farro
corrono tra le fessure,
verrà pioggia e molta
per queste strade segnate
ma noi saremo oltre lo stipite,
rimasti come ora,
nell'abito di lino
nella camicia bianca.

*

Invettiva a Venezia

Ho provato molte volte a scrivere di te
come fossi l'angiporto di Padova est
magari con gli stessi colori di bassa periferia milanese
immedesimati dalle case popolari di Novara,
case anonime ovunque alle cicatrici dei centri storici.

Maledizione! Persino il tuo odore di urina
nei cantoni isolati riusciva a confondersi
con strane trame di fiori
che non vedevo da dietro i muri della canonica.

Anche nella parte più bassa e bieca
non c'è posto abbastanza sordido, barca davvero sfondata
o edificio sbarrato che non coli malinconia.
Persino dallo sfacelo tu risorgi.
E galleggi come zattera costruita da deliranti architetti
che dai marmi salivano ad onorarti al sole.

Ho provato molte volte a scrivere di te
come fossi la stracca carne di un porto
il peggio del peggio, volevo dire
e non mi è mai riuscito.
La vista del bacino tuo offerto al mare,
San Marco al gioire di ogni vento
tra gli alti tigli di sant' Elena, fusti opulenti
ondivaghi e profumati di passanti
allargava in me ogni sorriso.

Non c'è bellezza maledetta...
Soltanto bellezza.

*

Nella mia casa

Nella mia casa c'è sempre silenzio,
lo vedo riflesso nel sottovaso d'acciaio
ha uno strano sorriso, il silenzio.
Un poco vecchio,
un poco ragazzo.

Se scrivi
ti segue di spalle,
se dormi
sta ai piedi del letto,
se mangi
ti porge il pane.

Scappa solo se piangi
perché alle tue lacrime
il silenzio si turba
e vorrebbe sentire finalmente
un rumore.

*

Alla marina oggi catamarani fendono le scie

Alla marina oggi
catamarani fendono scie
fragili schiume
e folate d'azzurro
nell'acqua.

Un filo teso d'orizzonte
appena toccata di rosa
Venezia sottile ed inerte
mia sola dama gentile.

Nel tuo salino odoroso
greve e altro dal mare
sospingi, laguna, il tuo fiato
respiro costante
sì caro allo stesso scirocco.

 

*

catamarani fendono scie

Alla marina oggi
catamarani fendono scie
fragili schiume
e folate d'azzurro
nell'acqua.

Un filo teso d'orizzonte
appena toccata di rosa
Venezia sottile ed inerte
mia sola dama gentile.

Nel tuo salino odoroso
greve e altro dal mare
sospingi, laguna, il tuo fiato
respiro costante
sì caro allo stesso scirocco.

*

Brevi pensieri veneziani

Il muro già mi sporca
di colore, gratta l'intonaco
pare grosso zucchero.

Le punte dei miei piedi
sempre veloci
tra ponti e calli
e poi ancora ponti.

Medito sollevata ai barbacani
le lunghe tele sporche impolverate.

Nel giardino dei Rezzònico
piccoli aranci pendulano
nell'umile dolce aroma siciliano
che si confonde - perso-
nel grano salino dal canale.

Il mare qua
ripiglia sempre tutto.

*

Non è ancora la mancanza di te

L'assenza di te
non è ancora la mancanza di te.
Questa sarà nel momento freddo
del cassetto che farà cadere la camicia
o una tua cosa intrisa
del tuo odore
del tuo sapore.
Oppure
un foglio con la tua scrittura
il tuo pettine
e altro così , per caso,
apparsi alle mie mani,
quasi scostati dalla dimenticanza.

La mancanza di te
mi rende gli occhi asciutti
mentre giro le chiavi nella toppa
e rincorro il mio lavoro di sempre.

*

Cose bellissime ovvero poesia povera

Cose bellissime
solo pensate
mai avute.
Bello pensare che la vita volge al fine
e non sono per te
nessuna di queste.
Puoi godere della luna
Sorella luna,
e del sole
Fratello sole
e alla fine della vita dirai
peccato non averli ammirati abbastanza.
Straordinario morire “ desiderando “,
questo gerundio andante
che dice “ si fa… si fa “….

*

Immagini a Venezia

Se mai ho pensato
ad una grande barca
che l'onda insabbia
dove la parte in zecchino
brilla
alla speranza del giorno
e nella notte greve
dondola oscura sagoma,
questa barca
portata a braccia
sei tu,
che tieni nella stiva
la mia infanzia
la mia vita
ricordi antichi
come denso vino.

Tu
sempre velata
mai schietta
miraggio ed anima perduta.
Perduta il giorno
dei materassi in strada
dei vecchi mobili in campo
di noi che partivamo
senza più casa.

La calura ti appanna
rafferma su te
l'odore di morte arcigna
ricordo di peste a Milano.
L'acqua percuote
un color piombo
contro riva
ed i palazzi lividi
scoprono grandi bocche
sempiaperte al sole.

Per mare non navigherai.

Voraci alghe 
attanagliano il timone
mercanti ed avventurieri
salgono a bordo.

Attendo novembre
quella caligine
che dei palazzi fa
immobili arcani teatri
ai nostri giorni di sempre.

Salire in traghetto
e salpare.

 
 
 
 
( Pubblicata  nel 1985, nella raccolta  " Rosso Cacao Olandese")
 
 

*

Estate ai binari

Sì.. viene estate aprendo finestre
dai vetri scheggiati e tracce di foto porno
incollate ai vetri,
quelle finestre sudice che nascondono
garage e tuguri
s'aprono anch'esse per un colpo di vento.

Questa estate tanto attesa alle scrivanie dove soli
senza una vera direzione
lasceremo le gambe
dove vorranno andare,
dietro al suonatore di tromba
dondolante al passaggio a livello,
non teme il treno e nessun segnale.

Code di macchine al casello
mandano barbagli dalle cromature
E mosche ignare svolazzano
attorno agli occhi del capostazione.

Occerto! s'alza un tremolìo alcolico
dai binari, arriva tutto sfiancato un treno
merci ,... e che merci? ...
trasporto di tronchi polacchi:
solo legno e badanti, da est.

Una volta vedevi soldati, ai binari,
con zaini da campo odore di ferro
sigarette e tagli freschi di capelli.

L'estate in stazione è pesta 
come una donna di vita
inutilmente tentata da un caffè amaro.

 

*

Mani

Le mie mani
piccole coppe espressive
che m'hanno riparato gli occhi
dai lazzi del sole
e m'hanno lisciato gli abiti
contro il vento maldestro.

Mani che avete giocato coi capelli
strofinato piatti
preparato cibi
fatto da guanciale in qualche sonno.

Mani
che m'avete sempre dato confidenza
del calore sanguigno dei palmi
e sfogliato per me
libri e giornali o
vi siete serrate addosso a
lettere sgradite.

Mani per le carezze
al corpo dell'amato
quando nella sera
ci raccontiamo il giorno,
chiusi solo nel nostro bisbigliare.

Mani per aprirsi e palpitare
fatte strumenti del mio fare
e essere pinne audaci nello scoprire
il mare.

*

La donna che è in me

Penso alla donna sconosciuta
che è in me,
come corre e si ferma
verso l'arco del ponte
quello stesso dove tu passasti
in una giornata fatta di negazioni,
tu.

Una donna
che mi appare alla piega dell'occhio
quella che dipingo
ogni mattina
con colore nero compatto
ed inghiotte iride e pupilla
in una gioia silente e selvatica.

*

Ecco a sera

Ecco a sera

improbabile  fissitàdelle piante

un momento di minuti in cui

uccelli assopiscono il  verso,

un tremulo pigolio tra i rami.

 

Il fogliame si fa greve di un verde non suo

per la linfa che lenta scorre

a piccole  bolle

nelle vene degli alberi.

 

Sento il pensiero per te

salirmi dal fondo della terra.