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Raccolta di poesie di Francesca Cannavo
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

Respiro

E il fiato raccolto nelle mani

che guardano il volto offeso

muto di urlo schiacciante,

 il mondo parla 

discorrendo pietre sorelle

e affabili ricordi di luci antenate.

E continua a cercare

nell’oscurità densa di sussurìo

testardo ed instancabile

il gemito primigenio

scheggia di parola

compagna di luce. 

E imperturbato nel liquido assente

segue l’orma della sua orma

tracciata da inossidabili fili

intessuti di attimi estesi

stipati in voragini nebulose

custodite da guardiani voraci.

 

*

Viaggiatori

 

   

 Barbe canute

pance protese

occhiali da sole

capitani codardi

 valige con le ruote

 ferme

e le scarpe rosse

con i tacchi alti

fanno male

 ai piedi

che vogliono correre

 sul mare

grinzoso lenzuolo blu

senza terra

 e  polvere e margherite.

In viaggio la gente non si muove

e l’occhio doppio,

 vorace

afferra noncuranze

e spuntini stantii

voci invadenti

acclamano festanti

un nuovo anno

nella bonaccia

del mare solcato da viaggiatori

fermati

 nelle foto dei ricordi.

 

 

*

Nuvolive

 

 

Abbagliata da aranciato sole

dirigo al mio giorno

quest’insieme caotico

di stupefacenti consorterie.

Sopra la mia testa distratta,

rapita da polvere d’acqua

come trine di antichi ricami

ulivi centenari traspaiono

un brivido di cielo tiepido,

Sotto gli occhi, increduli,

le mie mani , scarnite

annunciano traguardi passati

e ponti ossuti valicati

da residue speculazioni.

Attorno i piedi, troppo cauti,

intrecciati da sentieri pietrosi,

attendono ancora corse leggere

dentro scarpe indossate all’incontrario,

pronti alla ripartenza.

 

 

*

a mare

A  MARE

 

 

Condottiero di disarmate corazze

issò insegne invisibili

E vinse!

Schiere e moltitudini

incerte

tributano onori e gloria

all’incauto

dominatore di perduranti

battaglie.

Sollievi e ferite

sanguinano dolci

regalando regni arditi

Scatenatevi!

orde selvagge

e timide tribù

è tempo di calici

rossi come sangue

non versato di vino

profumo di miele

e pane caldo

contornato di danze

luccicanti ebbrezze.

Finché il giorno tace

splendente armatura

col sovvenir della notte

al sipario stellato

chiederà sacrificali incanti.

 

*

Ombre nel giardino

 

 

Nel giardino delle ombre i petali  odorano di  luce

l’aria si veste di seta color dell’acqua

e si cinge di foglie e canti di festa

di venti e burrasche e quiete di brezza

 

a volte i fiori respirano più forte

ed il loro fiato arriva lontano

sul chiarore di uno squarcio di tenebra

uscito all’improvviso dalle notti dormienti

 

ed ecco che  veli dorati replicano ombre

di montagne nascoste da nuvole di passaggio

ed arcobaleni sbiaditi di folle vaganti

inseguono corridori lenti senza traguardo

 

certi navigli colmi di orchestre festanti

sciano, indolenti, sulle onde morbide

di fontanelle di un mare rosaimbrunito,

una musica ballerina di note irrequiete

 

quasi fossero sirene da incanto

assoldate per confondere naviganti

stanchi di rotte condonate ad oltranza

su abissi ipotetici di meraviglie nascoste

 

Nel giardino delle ombre a sera

si  addormentano le fate e le sirene

e quintali di stelle promettono sinfonie

inaudite di arpeggi e percussioni

 

suadenti i gelsomini respirano di sé

e le rose fanno coro alle spine

nelle ore della sera , fresche…

i giardini delle ombre si spengono.

 

 

*

Ponti silenti

 

 

 

 

 

 

Ti parlo del ponte del silenzio

costruito con cocci di calici

e, come se la terra avesse voce

solleva le parole ed incita le labbra

Ma la terra solo urla e geme

e tacita germogli

quando sa che non può esservi pioggia.

E’ come calice stregato

non oro, né cristallo, ma accarezzata creta

e mesce miele salato misto a nettare d’anima

I ponti sono braccia allungate a sedurre

e le parole strappano piacere con la lingua e con i denti

ed ergono baluardi fecondi anche quando non piove

Il silenzio è di terra e sostiene brulichìo di vita

Povera terra testarda e bastarda

Ancora non sa di chi è figlia!

 

 

 

 

 

*

Afonia

 

Parole strozzate,

schiave 

a patria e padroni nuovi,

esigono

nuovi proclami

abbarbicati

su muraglie crollate

senza nostalgia.

Parole liberate

illuminano

ragnatele vischiose

sostengono

trappole taumaturgiche

arrese

alla preda del tempo.

Parole immutate

urlano

afonie corali

delirano

resistendo al proprio eco

proclamano

invasati folleggiamenti

 

*

Vento Levante

 

 

 

 

.. e sale il vento

che porta parole confuse di sale

amiche di terra ed acqua,

voci sparite dal tempo

imbrigliate di nuvole,

e corde spaziali..

le voci sono corde vibranti

 e sentono dirsi…

il vento parla volando

con frusciate d’ali

polifonie di paradiso,

spazza polvere alla luna

impazza e seduce,

perdutamente, quiete;

appartiene a creature in volo

spiccato all’alba e mai interrotto.

…il vento sale.

Nelle orme divine

alterate da storie di umani,

gioviali gocce  macchiano

Discese luminose di luna,

casa di angeliche virtù

precipitate come pioggia,

abbatte il vento!

*

Prima fermata

 

 

 

 

 

 E' buio e tanti vanno e vengono

come le nuvole

Che fame hanno gli occhi di notte!

Digiuno di pace

su ponti minati da grovigli

di esistenze viziate.

Già poca luce viola

il rosa risveglia il contegno

 al cospetto del mare

intriso di  luci coscienti.

 


*

Stelle

 

Blu di notte stellata

scintille di tempo futuro

brillanti melodie

scritte a caso

sul pentagramma immaginato

dalla mente di un saggio governatore,

stanno lì, da sempre,

eppure non sono più…

l’inganno della realtà

amara

che per dirsi vera

ha creato la propria menzogna!

Così in segna il mondo,

così il tempo per proseguire

lento e ingannevole,

induce a ribaltarsi in esseri altri..

affascinanti

ammalianti

auspicanti

concupiscenti

..de sider abili

 

 

 


*

Treni d’aspetto

 

Le sale d’aspetto non amano

i treni che arrivano in orario.

I treni che non arrivano trascinano storie,

rilegano ricordi in album graziosi

fatti di pelle rugata e sorrisi indisturbati.

sorvolano gli sguardi

sul marciume dirottato in fondo agli angoli

mentre le sedie,sgangherati cimeli d’inedia,

rimandano impronte corrose d’umanità.

Bisogna acquistare a volte

un biglietto per un treno in ritardo

riporta indietro i passi

fa attraversare tunnel luminosi

da cui non viene voglia di uscire

perché fuori piove a dirotto.

 

 


*

Poeti e ballerine #poesiapoeti

 

 

I poeti assomigliano a ballerine

esercitano i passi con fatica

e le labbra contano pochi numeri

ripetono insaziabili le orme della perfezione

estenuando pignole le dita della musica

e girano e volteggiano e piegano

per tutta la vita su piedi incantati

che vogliono volare baciando la terra

Le ballerine assomigliano ai poeti

vezzosi ed eleganti  tenaci ed ostinati

esercitano con leggerezza i versi dei passi

contati e strabilianti con i piedi malati e stanchi

librano sulle nuvole sognando la terra

e sudano e tempestano parole mute

sommuovono visioni e terre spaccate

irrompono sul palco ignavi di sguardi

Le ballerine danzano nella testa dei poeti

spensierate e consenzienti 

I poeti parlano nelle gambe delle ballerine

muscolosi e invadenti

I poeti e le ballerine

sentono l’affanno e l ‘orgoglio

e stremati attendono la prossima scrittura.

*

marideserti

MARIDESERTI

 

 

Nelle notti di giugno

assorda il rumore di luna piena

di mari vuoti

fragorosi di onde dimenticate

nei tempi che non tornano più

 per le storie mai raccontate….

Silenti, come vessilli abbandonati,

declamano sguardi i predatori

degli attimi perduti fra le folle,

generosi di  inedia incolpevole,

ammiccando compiacenti

all’alba nuova e banale.

Verde, domina le sorti,

il parassita della forza,

speranza che lega i piedi

impedendo cammini

agli increduli credenti 

all’assalto vitale dell’ ignota sponda.

Nelle notti di giugno

gli annegati chiedono di bere

furiosi ed avvinghiati

al cospetto dell’arsura,

che non sazia le ombre pesanti,

ma rivela trasparenze d’oceani.

 

 


*

Le storie ..i tempi

 

 

 

 

 

Clessidre pellegrine di ventura

frammenti di pietra

scolorati di sabbia

abbindolate dall’incedere

costantemente capovolto

cercano alibi

inventano colpe

ingannando certezze

di doloso cammino.

 


*

Fiore di corda

 

 

Il giardino odorava

distratto di fiori

e di falsi inganni

nella luce bianca

 

miraggio di giochi

rincorreva la memoria

e scalpitare di cavalli

e di mostri sconfitti

 

serviva una torre

per disarcionare

la bestia insidiosa

divenuta tormento

 

uno scranno, un trono

su cui ergere maestoso

il capo incoronato

ed imporre infine silenzio

 

preziosa tremante collana

renderà omaggio

all’ardito eroe vinto

dalla più spietata guerra

 

niente dubbi

nessun rimpianto

dritto e fiero lo sguardo,

i grilli, fastidiosi protestano

 

non si ascoltano i grilli

semmai le foglie

che fanno ombra

ma l’ombra presto andrà via

 

e solo ottanta centimetri

di corda preziosa

basteranno a sfuggire

a tormento d’amore

 

il giardino non vide tramonto

negli occhi dell’ombra

che fuggiva ridendo

il capo spodestato.

 

 

 

 

 


*

..e lei si chiama Luna

E lei si chiama luna

 

 

 

….E poi la luna è solo un grande sasso

e la poesia sta dentro gli occhi

consapevoli di chi la guarda

….E poi i sassi sono piccole lune

 nessuno li guarda negli occhi

e la poesia sta dentro consapevole

si, ma la luna smuove i mari

e illumina sentieri..

i sassi arginano il mare

e fanno compagnia ai viandanti

La luna è un macigno solitario ed altezzoso,

spesso decide di sparire per dar spazio alle stelle

..e buone quelle, illudono per non morire:

visibili dall’infinito, non esistono ;

che losca congrega sopra gli occhi

di chi non guarda consapevole!

Le piccole lune, invece, stremate

da infiniti calpestii, espiano colpe

tappezzate di voragini ignominiose

lungo i cammini  assolati  e torridi

Ma , loro, con tenacia

conservano ogni impronta

ogni passaggio di sete e fame,

e, arsi dal sole, stanno lì

senza ombra a farne mistero

senza luce a dirne poesia.

Che popolo strano sono i sassi!

si guardano, non si somigliano

e non si perdono nel buio.

 

 


*

Rosso Campari

 

Una pila di cuscini rossi,

nell’attonita serenità

di questo pomeriggio afoso,

mi inquieta al punto

da chiedere aiuto all’azzurro del mare,

caparbiamente affaccendato

al ripudio di corpi estranei…

 

Un campari con gin,

nell’attonita serenità

di questo pomeriggio afoso

rivela setosi colori di verde notti

illuminati di immaginevole meraviglia

concupiscenti chimere

protendono fameliche brame..

 

Come sarebbe la banalità

Di questo pomeriggio afoso,

se non fosse rosso incendio

di cuscini, campari  e fuoco

divampante d’arso sentore

bruciacchiato ricordo…

Rosso ventaglio, brezza fumosa,

azzurro soccorso d’alito breve,

fuorvianti indizi di esule presenza,

chiudono l’accesso per raggiunti limiti

di umana comprensione.

 

 


*

rosso campari

 

Una pila di cuscini rossi,

nell’attonita serenità

di questo pomeriggio afoso,

mi inquieta al punto

da chiedere aiuto all’azzurro del mare,

caparbiamente affaccendato

al ripudio di corpi estranei…

 

Un campari con gin,

nell’attonita serenità

di questo pomeriggio afoso

rivela setosi colori di verde notti

illuminati di immaginevole meraviglia

concupiscenti chimere

protendono fameliche brame..

 

Come sarebbe la banalità

Di questo pomeriggio afoso,

se non fosse rosso incendio

di cuscini, campari  e fuoco

divampante d’arso sentore

bruciacchiato ricordo…

Rosso ventaglio, brezza fumosa,

azzurro soccorso d’alito breve,

fuorvianti indizi di esule presenza,

chiudono l’accesso per raggiunti limiti

di umana comprensione.

 

 


*

cocci smarriti cocci ritrovati

Quanti cocci sono dispersi                                      Si fanno trovare i cocci del mare

nelle solitudini dei mari,                                          dalle baleniere con reti possenti

conservate tra le braccia delle loro onde.             cullati da onde oceaniche in una nenia infinita;

Quanti occhi mutilati inventano                             nel buio degli abissi ogni cosa appare deformata,

 visi di maschi malnutriti                                          luminose spirali ancestrali rimandano ritmi

o di donne  che si nutrono                                       di impossibili accadimenti terreni

di speranze terrene                                                   di fame di sete e di conchiglie

coperte da mantelli marini.                                      scagliate nei fondali di montagne sbriciolate.

Le voci delle montagne,                                            La voce del mare incantesima

innamorate dei venti caldi di ponente,                  venti e correnti e impazzisce

soffiano  e respirano                                                  vergognosamente le sabbie desertiche

sabbie nere di lava,                                                     abbaglianti e sapide di sonni prudenti

lavano e alleviano                                                       e scioglie le nevi unte di sole

le amarezze delle sirene,                                           e sveglia i giganti che gli appartengono,

 e dei storpi santificati.                                               allevati nelle caverne dei peccati.

Quanti cocci si cercano                                               Quali cocci rimediare ed esporre

tra le macerie del vasellame                                      nei musei memoriali ,eterni

per ricostruirne profili dispersi                                  compagni delle strade affollate

di anfore sedute                                                           da pietre miliari e diamanti rubati

nel sottosuolo dei fondali marini.                             alle viscere della terra aperta?

Come nebbie d’acque fluviali                                   E le nebbie cercano i loro padroni

si versano in mare, soddisfatti,                                 per digerire le tragedie nei teatri

dopo aver nutrito le viscere della terra.                  immuni dalle acque dell’oblio.

 


*

Vagabondi

 

 

Nascondigli vagabondi

barlumano accovacciati

sulle strade lucide e veloci

e nei vicoli tortuosi e bui

 

vanno…agli occhi di tutti

decisi ed eleganti

a volte non guardano

per non essere visti

e sfuggono, sempre agli specchi.

 

Abbagliati dalla luce, spengono i colori

per non ferire il grigio fumante

che esce loro dal cervello millenario

quasi sciolto nella densa atmosfera

delle nebbie risolutorie dei crocicchi

che stravolgono i destini e le glorie.

  

 


*

Fra..un pò

Fra un po’…

 

 

la notte si sta alzando

apre la feritoia d’alluminio

azzurra di grigio

 

nuvole,capelli di ghiaccio,

adorneranno

fra un po’

l’arrossato volto celeste

 

diligenti marionette

chiuderanno i sogni

fra un po’

inizierà il sopore

 

il giorno alzerà il sipario

spettacolo grottesco e insensato

fra un po’

sarà in scena  l’obbligo

 

tripudio di suoni

alterchi smodati

fra un pò

offriranno quiete alla quiete

 

potenti ostinati esseri

frusciati ed altezzosi

fra un po’

sfileranno prodighi di insulti

 

moltitudini spente affaccendate

affaticate e smaniose

fra un po’

faranno vento vivendo

 

non è tardi per nulla

quando il giorno avanza

fra un po’

sarà nebbia ed altre storie.

 

 

 


*

le corde del vento

Le corde del vento

 

 

 

 

Magicano le stelle del mare

 appese alle corde del vento

nelle notti d’estate al sapore

di grilli festanti e falene ubriache,

sentono gli occhi raccontare

ombre di cose toccate, vere,

come favole lustrate a nuovo

e mai raccolte perché non servono.

E si impiglia il vento fra le corde,

incrinando le stelle lontane dal mare,

 e non basta, adesso, il blu del cielo

a rincorrere i ricordi di specchi rotti

dal tempo, che ulula e non parla,

e disperde e scompiglia le voci

frastuonandole di sabbie rapite,

e di cavalli d’acqua imbizzarriti

e di fuochi lontani che non riscaldano

Magicano le stelle del mare

appese alle favole delle cose vere,

col vento che mette i fuochi lontani

negli occhi dei ricordi dipinti

delle notti d’estate che allungano gli incanti

Magicano le stelle del mare

cos’altro possono fare

appese …